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Indice
Editoriale Autori L’alzata per le feste in casa Fai da te Decorazioni autunnali La ghirlanda autunnale di muschio ed erica Le ortensie La cassetta per riporre gli oggetti Il portagioie dorato I mezzé libanesi e altre bontà d’Oriente Ricette La casa come una tela La mela d’oro Bar Cameral Le zucche nere Il giardino rinasce in città Sferruzzare in compagnia sotto i tetti di Copenhagen Funghi
Petra Slapar direttore responsabile Sandra Pohole, K8 dizajn design e impaginazione Teja Kleč icone Jasna Simoneta, Tanja Tuta redazione PKDV d. o. o. Web: www.casaetrend.it Contatto: info.it@casaetrend.it ottobre 2014 n. 11
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Editoriale
La rivista autunnale è finalmente arrivata. Il tema principale che abbiamo scelto per questo numero sono le nuove iniziative imprenditoriali. Forse un argomento un po’ insolito per noi, ma quando abbiamo incontrato tre storie positive e interessanti come un ristorante che offre mezze libanesi, una pasticceria in cui ogni giorno vengono sfornate delle crostate casalinghe, e quando due ragazze prendono in gestione un bar e riescono a rivitalizzare la vita nel centro storico... beh, non ci abbiamo pensato due volte. Non tutti riescono a trovare la propria strada dalle proprie parti e sono sempre più numerosi i giovani che provano a cercarla all’estero. Emma Fenu ci descrive i gruppi di knitting nati negli ultimi anni a Copenhagen, in allegra compagnia, scambiando consigli e esperienze. Per gli amanti dell’arte abbiamo visitato la casa di Luigi Spacal, un luogo che uno dei principali pittori e grafici sloveni ha creato con dedizione e pazienza. Ogni dettaglio si è fatto portatore del suo stile personale e allo stesso tempo universale, dando nuova vita alla semplice architettura rustica del Carso. L’autunno è la stagione del raccolto e dei progetti per le sfide lavorative. Una stagione in cui tutti siamo impegnati nella scuola, nel lavoro e nello studio. Così abbiamo pensato di alleviare lo stress mattutino realizzando un portagioie molto simpatico, mentre per tenere sotto controllo gli impegni vi mostriamo come realizzare una bacheca facile e veloce. E nelle tiepide giornate dorate dal sole autunnale non possono mancare i funghi e la polenta, di cui vi proponiamo alcune deliziose ricette. Buon divertimento! Petra Slapar
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Autori
PETRA SLAPAR Le giornate di sole, quando le foglie rossastre resistono sugli alberi fino ad ottobre inoltrato per permetterci di scattare tante belle foto – ecco com’è per me un autunno da sogno.
TANJA TUTA Il mio sogno d’autunno comincia con un tramonto infuocato e finisce nel riflesso di una candela profumata di spezie sulla finestra bagnata.
JASNA SIMONETA I caldi raggi del sole sul mare, le foglie rosse dello scotano, il verde pacato della salvia selvatica tra le rocce bianche. L’autunno da sogno alla portata di una passeggiata pomeridiana.
TJAŠA BRAJDIH Nel mio autunno da sogno vado a spasso per il Carso tra i magici colori dello scotano, avvolta in un maglione di lana, saltellando spensieratamente sulle foglie fruscianti trasportate dal vento.
KLEMEN BRUMEC Il mio autunno di quest’anno incomincerà con un viaggio in India e continuerà come negli anni passati: con i servizi fotografici delle ricette pasquali per la mia webzine preferita.
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MATEJA DOBRAVEC Il profumo del muschio, le foglie ingiallite fruscianti fino alle ginocchia, il sole tutto rosso in cima alla montagna e uno zaino pieno di castagne saporite, ecco com’è il mio autunno da sogno.
VESNA VOGRIN Io vidi una mattina l’autunno camminare. Aveva nella mano tre gocciole di brina, nel cesto un venticello per sollevar le foglie. Portava per mantello un grigio nuvolone e andava lento lento curvo sul suo bastone (A. Mazzeo)
SUZANA ŠLEBIR Per me l’autunno è da sogno quando cammino per il bosco colorato e dopo una mattinata fredda mi riscalda il sole, mentre la sera si leva il profumo delle castagne sul fuoco.
ANA BULAT Un autunno da sogno è per me soprattutto un autunno caldo, pieno di raggi di sole e colori cangianti. Con il profumo delle castagne e delle corroboranti zuppe di funghi.
VALENTINA VOVK Un autunno da sogno è quello con un tiepido sole, le passeggiate in mezzo alla natura e gli incantevoli colori autunnali, i funghi da raccogliere e il profumo di caldarroste.
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L'alzata per le feste in casa
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Idea, realizzazione e foto: Mateja Dobravec
Per rendere speciale una festa in casa potete realizzare voi stessi un'alzata per i biscotti, i muffin o degli altri stuzzichini.
Preparate:
due basi in polistirolo, una da 30 x 30 cm e un'altra da 15 x 15 cm, entrambe alte 7 cm carta colorata Rivestite le basi con la carta e appoggiatele l'una sull'altra. I vostri dolci saranno ancora piĂš valorizzati se utilizzerete delle bandierine con gli stessi colori dell'alzata. Potete utilizzare le Âalzate anche per gli stuzzichini e le bibite. Potete realizzare un'alzata anche utilizzando un piatto e un bicchiere. Giocate con i colori e rivestite i bicchieri con della carta multicolore, Âabbinandola a quella per il piatto e le bandierine.
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Frugate nella rimessa e cercatevi degli oggetti dismessi. Potete trasformare in un'alzata anche la gamba di una sedia, la parte inferiore di un portarotoli e un piatto. Incollate i pezzi fra di loro e colorateli a piacere.
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Tanti consigli
per il fai da te e ricette veloci a pag. 18
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Idea e realizzazione: Suzana Šlebir Foto: Klemen Brumec
Preparate: una cornice • tela • colla • pennarello Togliete dalla cornice lo schienale e rivestitelo con la tela. Con il pennarello disegnate le cornicette sulla tela e riposizionate lo schienale nella cornice. Ecco che la bacheca è già pronta.
La bacheca con le cornicette
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Preparate:
Idea e realizzazione: Vesna Vogrin Foto: Klemen Brumec
tela di varie dimensioni • vernice spray, colori acrilici foglie e rami vari • colla Raccogliete delle foglie e dei rami interessanti. Colorate la tela con i colori che avete scelto per le foglie. Quando è asciutta, mettete le foglie o i rami sulla tela e coloratela di nuovo con la vernice spray. Togliendo le foglie rimarranno sulla tela le loro sagome nel colore che avete applicato per primo. Per evitare che lo spray faccia spostare le foglie potete utilizzare delle pietre che le terranno ben ferme.
Una spruzzata d'autunno sulle vostre pareti autunno 2014
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Decorazioni: Kaja PodrĹžaj Foto: Klemen Brumec
La decorazione autunnale Per realizzare una bella decorazione autunnale possiamo utilizzare frutta e verdura raccolta nei campi, dall'uva alle cipolle. Non abbiate paura di osare e utilizzate degli oggetti insoliti, come ad esempio un'alzata per i biscotti e metteteci della verdura. Provate a imitare la natura, abbinate i frutti piccoli a quelli grandi e fate attenzione affinchĂŠ il risultato sia ben equilibrato. Sfruttate i colori accesi della cipolla rossa in abbinamento a frutti e bacche verdi e create un contrasto armonico aggiungendo texture diverse come quella del muschio, dell'uva o dei fiori di ortensia.
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Un’altra decorazione che abbiamo realizzato era composta di uva nera, cavolo ornamentale, foglie di verza e dalie. Prendete ispirazione dalla verdura che avete nel vostro orto, abbellendola con fiori e frutti autunnali.
Frutta e verdura per decorazioni autunnali: biancospino, rosa canina, uva, evonimo, castagne, ricci di castagne, frutti del corniolo giapponese, gusci di noci, carote, foglie di verza, cavolo, mais
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Ghirlanda autunnale di muschio ed erica Preparate: base per ghirlande filo di ferro da fioraio muschio erica licheni echeverie o semprevivi nastro di juta 16
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Rivestite la base con il muschio. Quindi procedete a completare la decorazione con l'erica e i licheni. Su un lato aggiungete la rosellina dell'echeveria o del semprevivo.
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Foto: Homepersonalshopper.it
stri o n i i u g e S do e r r a ' d i l g consi nd e r T e a s a su C R
HOM
OPPE H S L A N O E PERS
Realizzazione: Kaja Podr탑aj Testo: Jasna Simoneta Foto: Klemen Brumec
La ghirlanda di ortensie In autunno le giornate si fanno pi첫 corte, ma grazie ai colori caldi e alle bacche e i frutti variopinti, possiamo renderle pi첫 belle. autunno 2014
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Per assicurarvi di poter godere dei suoi bellissimi colori anche quando il tempo non lo permette, provate a raccogliere in giardino le vostre ortensie e dei frutti autunnali interessanti. Ai margini del bosco cercate gli ultimi fiori autunnali, mentre nelle vigne troverete delle foglie variopinte. Usate tutto il raccolto per farne un bel bouquet oppure una ghirlanda per la vostra casa o per l'ingresso. Come base potete usare una ghirlanda rotonda oppure una forma rettangolare. Provate ad abbinare colori e forme diverse che andranno ad abbellire la vostra casa. Potete scegliere dei colori pacati, come ad esempio una combinazione tono su tono, tra il verde e il giallo, oppure giocare sui contrasti del verde e del rosa o del rosso.
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Preparate: • base per ghirlanda di filo di ferro, vimini, legno o juta • filo di ferro da fioraio • fiori di ortensia essicati • altri fiori, frutti, bacche (more, sambuco, fiori, mele, rosa canina ecc.) • nastro decorativo in pizzo, juta o altro
Fissate sulla base i fiori di ortensia. Aggiungete alle ortensie gli altri elementi a vostra scelta, cercando di creare degli effetti interessanti. Potete ricoprire la base integralmente oppure lasciarne una parte a vista.
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Al posto della ghirlanda potete utilizzare anche una cornice da rivestire con un nastro di juta.
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Ortensie, le prosperose regine del giardino
Le ortensie sono arrivate in Europa dall'Oriente diventando però famose solo nella seconda metà del Novecento. Grazie alla loro ricca fioritura e alla poca manutenzione si sono diffuse anche nei giardini più umili.
Solitamente preferiscono le posizioni più ombreggiate, ma garantendo loro un'abbondante innaffiatura non avrete problemi nemmeno in pieno sole. Per le ortensie è però necessario provvedere ad un terriccio ben drenato. Con del terriccio e un concime acido la fioritura dovrebbe prendere un colore tendente all'azzurro. Nel corso dell'anno le ortensie non hanno bisogno di particolari attenzioni: in primavera aggiungete al loro terriccio del compost, in autunno potate i fiori sfioriti poco sopra le gemme appena abbozzate. In questo modo l'arbusto nella stagione seguente fiorirà riccamente e sarà anche più compatto. Il più grande pregio delle ortensie sono le loro infiorescenze che vanno dalle forme rottondeggianti a quelle piatte o a piramide. Mantengono la loro bellezza nel corso dei mesi sino all'autunno. Sul mercato ne troverete diverse varietà. Le più diffuse sono le Hydrangea Macrophylla, degli arbusti con infiorescenze folte e globose. Le Serrate vi ammalieranno con le loro infiorescenze piatte in cui si alternano fiori sterili e fertili. La H. Arborescens è la più rustica fra tutte le varietà e raggiunge altezze di tutto riguardo, tuttavia dovrete pazientare per alcuni anni per vederne la fioritura. La H. Paniculata, anch'essa alta 24
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e versatile, vi sorprenderà con la sua fioritura a forma di panicolo. Il fogliame della quercifolia in autunno si colorerà di rosso e la pianta raggiungerà i due o tre metri d'altezza. La tarda entrata in vegetazione la rende adatta anche a sopportare le gelate tardive. Le ortensie rampicanti (H. Petiolaris) si sentiranno a proprio agio nelle posizioni ombreggiate, persino in angoli dove crescerebbe solamente l'edera. Per qualche anno richiederanno un po' di attenzioni e di pazienza, ma alla fine esploderanno in tutto il loro splendore.
La cassetta per
riporre gli oggetti La cassetta delle mele è un oggetto riutilizzabile in mille modi. Tra l'altro potete trasformarla anche in un bauletto su rotelle in cui riporre i giocattoli oppure in una panca mobile.
Potete provare a cercare le cassette in qualche negozio oppure con un po' di fortuna ne troverete qualcuna in qualche angolo dimenticato del garage.
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Coloratela con dei colori acrilici, mentre per le parti metalliche potete utilizzare del colore in spray. Per ottenerne una panca dovrete realizzare un coperchio. Prendete un pannello in fibra di legno o multistrato e ritagliatene un rettangolo che copra bene la cassetta. Copritelo con il materiale riempitivo per cuscini e rivestitelo con del tessuto, fissandolo sotto il coperchio utilizzando una graffettatrice.
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Idea, realizzazione e foto: Mateja Dobravec
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Il portagioielli dorato
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Idea e realizzazione: Suzana Šlebir Foto: Klemen Brumec
Un portagioielli originale e diverso dal solito, da realizzare con dei giocattoli di plastica, che però devono avere una forma abbastanza frastagliata che faccia da gancio, come ad esempio renne, giraffe o dinosauri. Preparate: • cinque o sei animali di plastica, possono essere uguali o tutti diversi • una tavola di legno Tagliate la tavola secondo le vostre esigenze di spazio e il numero di giocattoli a disposizione. Tagliate a metà gli animali e colorateli con il colore in spray. Incollateli alla tavola con della colla oppure se l'interno è vuoto, riempiteli di pasta di gesso. Quando il gesso è ancora fresco inserite una vite. Una volta asciutto potete avvitare l'animale alla tavola. Ecco che potete già appendere le vostre collane, bracciali e orecchini. La coda di un dinosauro si può utilizzare anche come manico per una ciotola fatta in casa, da usare per le forcine e altri piccoli oggetti che spesso non trovano dimora.
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“Questi sono i sapori della mia gioventù,” mi racconta Alja quando le chiedo perché ha aperto un locale con cibo mediorientale, specializzata in mezze libanesi. “Sono cresciuta in mezzo al buon cibo, entrambi i miei genitori erano degli ottimi cuochi. Avevamo amici a cena anche più volte a settimana e tutti tornavano molto volentieri. Ovviamente è anche il cibo di questa parte del mondo che è davvero ottimo.” Alja Hafner Taha, di madre slovena e padre palestinese, dopo aver studiato all'estero e aver fatto carriera nel marketing, ha deciso di condividere con gli altri la propria conoscenza e l'amore per questo cibo, diffuso in Libano, Siria, Palestina e Giordania seppur con varie differenze locali. Fra queste, la cucina libanese è la più famosa nel mondo. Prima di lanciarsi in quest'avventura Alja ha voluto testare le proprie capacità cucinando per gli amici, i quali continuavano a incitarla ad aprire un ristorante. Quando ha trovato un locale in una posizione favorevole 30
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Testo: Petra Slapar Foto: Klemen Brumec
I mezzé libanesi e altre bontà d'Oriente nel centro storico di Lubiana, ha innanzitutto provveduto ad arredarlo insieme a Špelo Modic di Prostorama. Gli occhi di Alja si illuminano di entusiasmo: “Avevo le idee molto chiare su come allestire il ristorante, dalla credenza turchese alle sedie vintage e ai tavoli. La ricerca delle sedie e delle credenze è stata un'avventura interessante, le ho trovate tramite gli annunci e andavo in giro per le case di provincia. Nel ristorante potrete sedere ai tavoli rivestiti di ceramiche turchesi, sedere sui pouf fatti a mano da Vesna di Sobazrazgledom. Le lampade provengono dal Marocco, le tende sono state realizzate da Pleksimanija e Alja ha aggiunto loro un tocco dorato. Il risultato finale è un mix di design giovane occidentale in una tavolozza di colori prettamente orientale. “Il nostro obiettivo è quello di offrire del cibo autentico, genuino. La scelta delle materie prime è molto importante e per ora acquistiamo la verdura al mercato, mentre d'inverno dovremo cercare quella d'importazione. Senza le melanzane, ad esempio, posso anche chiudere tutto, devo averle sempre sul menu, mentre altre pietanze si possono adeguare alle varie stagioni.” La domanda si pone da sola, chi l'aiuta in cucina, dove ha trovato dei cuochi arabi? “No, non ho un cuoco arabo.
Ho cercato a lungo un cuoco, finché degli amici non mi hanno consigliato di mettere alla prova Matjaž Šink. Abbiamo cucinato per oltre tre mesi per poter sviluppare e comporre l'offerta del ristorante. Io e mio padre ci siamo impegnati a trasmettergli tutto il nostro sapere e le conoscenze sui sapori. Questi cibi sono molto dispendiosi anche in fatto di tempo. Prendiamo queste pietanze che abbiamo preparato per voi. Il warak arich, necessita di 3 o 4 ore di cottura, mentre il baba ghannouj va cotto per due ore. In questo momento offriamo alla nostra clientela 18 diverse mezze che sono in realtà degli antipasti. Non si tratta di pasti completi e di solito se ne ordinano di diversi tipi, due o tre a persona. Queste mezze varieranno poi leggermente con il passare delle stagioni. All'ora di pranzo il tavoli incominciano a riempirsi. L'intenzione è di promuovere il menu à la carte, ma ci sono anche i menu del giorno, uno a base di carne e uno vegetariano. É necessario un grande coraggio per aprire una nuova attività in questo frangente, tuttavia quando si lavora con entusiasmo i risultati non tardano ad arrivare. E le mezze libanesi sono davvero fenomenali o (come le ha definite un fan su Facebook) “buone fino alla perversione”. autunno 2014
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Baba ghannouj SALSA DI MELANZANE ARROSTITE CON SALSA TAHINI E MELOGRANO per due persone 1 20 ml 1/2
melanzana salsa tahini il succo di mezzo limone spicchio d’aglio sale olio d’oliva prezzemolo tritato – due cucchiai chicchi di melograno
Prendete le melanzane intere, perforatele alcune volte con la forchetta e rosolate a fuoco vivo finché non sono cotte. Quando sono tenere pelatele e mettetele in un colino a sgocciolare. Eliminate i semi in eccesso. Tagliate le melanzane a pezzetti e unite agli altri ingredienti. Servite freddo, guarnito con alcuni chicchi di melograno e un po’ d’olio d’oliva. Provatelo con del pane arabo tostato.
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Warak arish FOGLIE DI VITE RIPIENE DI RISO, MENTA E POMODORO per quattro persone 400–500 g 1 140 g 30 g 450 g 100 g 250 g 2 4 1
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foglie di vite patata pelata tagliata a fettine prezzemolo tritato menta fresca tritata pomodoro tagliato a cubetti cipollotti riso tondo cucchiai di succo di limone cucchiai di olio d’oliva cucchiaino di sale
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Per le foglie di vite in salamoia, lavatele sotto l’acqua corrente e asciugatele, mentre le foglie fresche vanno immerse nell’acqua bollente per un minuto per farle ammorbidire. Rivestite il fondo della pentola con la patata. Per il ripieno unite tutti gli altri ingredienti tranne il succo di limone. Fate riposare per 15 minuti. Quindi girate la parte lucida della foglia di vite verso il basso e guarnitela con uno o due cucchiaini di ripieno. Girate il lato a destra e quello a sinistra verso il centro, quindi girate la parte in basso e continuate ad avvolgere sino ad ottenere un involtino. Gli involtini vanno appoggiati sulle patate. Aggiungete dell’acqua fino a coprire le foglie, ma lasciando libera parte superiore dell’involtino. Fate bollire per alcuni minuti, quindi abbassate la fiamma, aggiungete un cucchiaio di olio d’oliva, coprite e cuocete per circa un’ora, finché l’acqua non è evaporata. Nel caso la cottura non fosse ancora ultimata, aggiungete un po’ d’acqua e prolungate la cottura. Servire freddo.
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Preparazione: Ada Špacapan Foto: Tjaša Brajdih
Frollini rustici CON FARINA DI MAIS MACINATA FINE
Ingredienti: 200 g 160 g 4 200 g 100 g 36
farina di mais fine farina di frumento tuorli zucchero vanigliato burro zucchero autunno 2014
In una bacinella amalgamate lo zucchero e il burro con lo sbattitore, aggiungete i tuorli e quindi le due farine. Mettete l’impasto nella tasca da pasticciere per dare la classica forma dei biscotti allungati di ca. 8 cm. Potete realizzare dei frollini tondi oppure aggiugere della marmellata, ad esempio quella di fichi, praticando semplicemente un buco nell’impasto con il manico di un mestolo.
Tortino all’arancia a base di polenta Il tortino è formato da quattro strati: 1° strato: frollini di mais (ricetta a fianco) 2° strato: crema all’arancia (crema cotta a base di burro, zucchero e succo d’arancia) 3° strato: pan di Spagna di farina di mais (uova, zucchero, farina di mais) 4° strato: gelatina d’arancia (arance biologiche, zucchero)
2° strato, crema all’arancia: In un tegame scaldate a fuoco medio il latte con la buccia dei limoni (senza la parte bianca). Il latte non deve bollire, dopo averlo scaldato toglietelo dal fuoco e mettete da parte. Successivamente sbattete i tuorli con lo zucchero. Incorporate l’arancia. Dopo aver ottenuto una crema chiara aggiungete la maizena o la fecola. Aggiungete adesso tutto il latte a filo continuando a mescolare. Versate tutto il composto liquido (latte, uova, zucchero e maizena) nel pentolino che avete usato per scaldare il latte e cuocere a fuoco medio mescolando in continuazione. 3° strato, pan di Spagna al mais 200 ml latte 50 g semolino di mais bianco 2 tuorli 2 albumi montati a neve In un tegame scaldate il latte e aggiungete il semolino amalgamando bene. Continuate la cottura a fuoco medio per una decina di minuti aggiungendo latte nel caso il composto diventasse troppo denso. Togliete dal fuoco e lasciate intiepidire. Quindi unite i tuorli e infine gli albumi montati a neve. Versate in una teglia rivestita con carta da forno e mettete in forno preriscaldato a 180 °C per 10 minuti ca. 4° strato, gelatina all’arancia 5 arance zucchero gelificante Pelate le arance e tagliatele a fettine sottili. Cuocetele in un tegame a fuoco basso, aggiungete altrettanto zucchero gelificante e togliete dal fuoco.
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Testo: Jasna Simoneta Foto: Tjaša Brajdih
La casa come una tela A Škrbina, un piccolo paese vicino a Komen sul Carso sloveno, ha aperto le proprie porte al pubblico la casa del pittore e grafico d'arte Luigi Spacal, creata nel corso di diversi decenni di appassionato lavoro. Ogni dettaglio è stato curato ed esaltato dalla sua nota estetica, ricreando un luogo magico che ci appare come un'installazione artistica permanente. Luigi Spacal nacque a Trieste nel 1907 in una famiglia di origini modeste. D'estate i bambini venivano mandati a soggiornare dai parenti nei villaggi adiacenti alla città, in modo che potessero giocare liberamente all'aria aperta. Luigi ebbe così modo di vivere e conoscere appieno i lati più belli e solari della vita nella brulla terra del Carso. Subito dopo la fine della Prima guerra mondiale, all'età di undici anni, si recò con lo zio ferroviere a controllare la linea ferroviaria che si snoda ancora oggi lungo i versanti del Carso, sino a raggiungere il paese degli amati nonni. Le immagini di quella lunga camminata tra i paesi demoliti e arsi dalle granate, i numerosi cimiteri sparsi in quelli che un tempo furono campi di grano, le pietraie intersecate da
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Le citazioni sono riprese dal libro Un fiore nella notte, Luigi Spacal nei ricordi di un figlio dell'autore Borut Spacal, Trieste 2007.
filo spinato, frammenti di bombe e resti umani si impressero profondamente nel suo inconscio. “Non si vive di solo pane e l'uomo ha sempre cercato di abbellire la vita per renderla più gradevole.”
Quando nel 1958 ricevette il primo premio alla Biennale di Venezia finalmente incontrò anche il successo artistico, seguito da altri premi e mostre rilevanti. Decise così di usare la somma ricevuta in premio per acquistare una casa autunno 2014
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a Pirano, città che riteneva magica, luminosa e ricca di spunti. Tuttavia nel giro di qualche anno la città venne invasa dal turismo e Spacal decise di cercare un nuovo rifugio sul Carso. In primis pensò di cercare una casa nel paese dei nonni, ma purtroppo dovette constatare che l'ondata della guerra aveva spazzato via le vecchie case tipicamente carsiche, sostituendole con edifici più sobri e lineari. Perciò deviò sul paese di Škrbina. Siamo negli anni Sessanta e gli abitanti del Carso erano stati presi dal fervore moderno, che li spingeva a buttare via tutto ciò che sapeva di passato, demolendo vecchi portali, scalinate, focolari e quant’altro poteva ricordare i vecchi tempi. Spacal raccolse tutto, spesso scambiandolo solo con del vino, nella consapevolezza che tutti quegli oggetti avessero un grande valore immanente.
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“Bisogna raccogliere tutti questi oggetti, l'uomo del Carso ha sempre amato la pietra, che per lui rappresentava il pane quotidiano e il diletto. Con essa poteva guadagnarsi da vivere e al contempo esprimere il proprio desiderio di bellezza, dato che qui la terra brulla non gli aveva dato a disposizione nessun altro materiale con cui esprimersi.” La gente del paese sussurrava che quell'uomo venuto da Trieste aveva perso il senno, data la sua grande foga che lo portava ad aggirarsi per i paesi nella ricerca di vecchie pietre da acquistare. Nonostante ciò dovettero ben presto ammettere che dalle rovine della vecchia casa stava nascendo qualcosa di bello. “Guardate questa casa! Non vi sembra di trovarvi all'interno di una delle mie stampe grafiche?”
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La casa di Spacal a Škrbina cela un immenso tesoro, da un lato per la grande quantità di antichi manufatti in pietra ivi raccolti, dall'altro per il valore artistico che ci si presenta sin dai primi passi nel cortile che sfocia nel giardino posteriore, per poi passare attraverso gli ambienti interni: la cucina col focolare e la nappa in ferro, il soggiorno con il camino monumentale, la camera da letto, lo studio, la cantina … ovunque abbiamo la sensazione di trovarci in mezzo a un'installazione artistica. Dettagli ingegnosi, rilievi antichi incastonati nei muri come quadri, colori insoliti usati per accentuare materiali e forme. Il rosso che è andato a ricoprire tutte le parti in ferro battuto. I simboli ancestrali scolpiti nel legno del ballatoio, esaltati dal blu e dal rosso. Enormi lampioni antichi tra le travi a vista del tetto. I mobili rustici decorati con motivi floreali ispirati all'arte popolare e ai motivi magici che compaiono anche nelle opere d'arte di Spacal. Nel restauro Spacal è stato un committente molto esigente, i muratori hanno dovuto spesso demolire il lavoro appena terminato perché avevano costruito dei muri troppo diritti, mentre
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il pittore voleva che mantenessero le antiche forme tornite. Nonostante ciò troveremo anche diverse innovazioni perfettamente integrate nelle facciate tradizionali, come la grande finestra dello studio o le tre finestre verticali del soggiorno che permettono alla luce diurna di illuminare gli ambienti, altrimenti bloccata dalle minuscole finestre tradizionali che proteggevano gli inquilini dal forte vento che imperversa sul Carso. All'esterno noteremo ovunque tavoli e panche in pietra, una per ogni ora del giorno in qualunque stagione, che permettono di ritrovare la pace e la quiete, lontano dal trambusto quotidiano. La casa di Spacal è ora abitata dalla sua nipote Tanja e dal suo compagno Marco Milcovich che a sua volta ha allestito una mostra delle proprie opere in legno e pietra nel contesto della casa e del cortile. Con l'apertura al pubblico hanno voluto rendere fruibile una parte dell'arte di Spacal altrimenti nascosta, nel rispetto del suo desiderio di far vedere al mondo la bellezza primordiale del Carso. La casa è disponibile come location per eventi, mentre i visitatori possono acquistarvi, oltre ai souvenir, anche il vino terrano della casa. Info: +386 70 256 357
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La mela d’oro di Capodistria
Testo: Valentina Vovk Foto: Klemen Brumec
Zlato jabolko, ovvero la „mela d'oro“, è il nome di una pasticceria di Capodistria fresca fresca d'apertura. Il suo nome ci fa tornare in mente le favole, e favolosi sono anche i dolci nelle vetrine. Anche la storia del locale ricorda le fiabe. Il cuore pulsante e l'anima del locale sono due amiche, Dada e Matilda (alias Davorka e Alenka), quasi due sorelle, precisano sorridendo. Poi c'è un terzo componente, Jimi Gurman (alias Goran), il fratello minore di Davorka, appassionato di cucina, che prepara degli originali pranzi veloci.
Dada e Matilda si sono conosciute circa diciotto anni fa, quando la prima conduceva il gruppo teatrale amatoriale Milagro, mentre la seconda ne ha preso in carico la costumografia e tutto il resto, come aggiunge lei stessa. Nonostante non si trattasse di „un'amicizia a prima vista“, con il tempo dopo il teatro cominciarono a susseguirsi i pomeriggi passati insieme. La famiglia allargata di Dada spesso si ritrova a mangiare e 44
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iscutere a lungo in un clima di allegra convid vialità. Mentre le ascolto mi vengono in mente certe scene dai film di Fellini, in cui compaiono grandi compagnie intorno a tavoli in mezzo a un prato o accanto ad una vigna, intente a godersi il cibo e l'atmosfera. Dada annuisce, più o meno è così, e Alenka si è intrufolata nella sua famiglia a tal punto che ora nessuno potrebbe immaginare di stare senza di lei.
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Mentre la loro amicizia si rafforzava, aumentava la voglia di provare a realizzare insieme un progetto. Ai primi tempi l'idea risultava poco chiara, ma con gli anni e attraverso numerosi dibattiti i contorni diventavano sempre più definiti. Tutte e due sono delle buongustaie, perciò dovettero ben presto constatare come nella loro città mancasse un locale che assecondasse i loro gusti. Davorka fantasticava sulle prelibatezze che avrebbe potuto preparare, mentre Alenka disegnava il progetto del locale, con tanti particolari fantasiosi. Per incominciare hanno provato timidamente a proporsi ogni sabato mattina al mercatino della città, dove offrivano deliziose crostate e pasticcini crudisti. Il riscontro dei golosi locali è stato incoraggiante, di solito la merce veniva venduta ben prima dell'orario di chiusura. Dopo un po' decisero di creare una linea di packaging adeguata, poi è arrivato il momento di fare un passo avanti. Ora hanno aperto una „dolceria e altro“, come l'hanno sottotitolata sulla propria pagina Facebook, con tante crostate a base di frutta o verdura e i pranzi preparati da Goran. Tra le sue
specialità troviamo il burger con calamari, avocado e kulen, un salume della Slavonia, disponibile anche in versione vegetariana. Il menu offre tante zuppe di verdura di stagione, ma si trovano anche delle specialità dal gusto più esotico, come il curry malesiano di bovino con riso selvatico. Anche Davorka utilizza per le sue crostate frutta e verdura di produzione locale, quindi le
Victoria Sponge Cake ai lamponi
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torta con
ingredienti crudi
r icette vengono adeguate al passare delle stagioni. Durante l'autunno troveremo la crostata di zucchine e gorgonzola, quella di spinaci e ricotta, la mediterranea con prosciutto, olive e pomodorini. Tra le crostate alla frutta prevale quella ai fichi e marzapane, alle prugne e cioccolata e l'eterno tarte tatin di banane e cioccolato. Davorka è in realtà una grande amante dei libri, ma si trova molto a suo agio anche in cucina. E c'è da scommetterci che uno dei motivi è anche il fatto che cucina già da quando aveva 9 anni. Sua madre non era molto entusiasta di spadellare e quando ha constatato che invece la figlia lo fa molto volentieri, le ha affidato quasi integralmente tutti i lavori in cucina. Davorka, carismatica e impulsiva, colleziona libri di cucina e segue tutte le novità in uscita, anche all'estero. Quando Davorka è andata a vivere per conto suo, suo fratello Goran prese in casa il suo posto di cuoco. La sua passione per la cucina aumentò con il passare degli anni, in parte perché aveva avuto autunno 2014
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E quali sono i dolci della “mela d'oro” preferiti da Dada e Matilda? La crostata di mele allo zenzero è la preferita di Davorka, che ama quel pizzico di esotismo che lo zenzero dona a un classico tra i dolci. Alenka invece ama particolarmente la torta caraibica, con cannella, alloro, sciroppo al peperoncino e limone. Entrambe adorano il dolce al Campari, un gusto che fa ricordare i viaggi in Italia. Infine non dobbiamo scordarci della crostata per antonomasia, quella al cioccolato e frutti di bosco, molto amata dai clienti affezionati, un connubio perfetto tra una crema molto densa e profumata e tutto il gusto dei frutti freschi. modo di osservare la sorella, in parte grazie al confronto con altri cuochi giovani e innovativi. Ultimamente si sente ispirato da Magnus Nilsson, astro nascente dell'arte culinaria nordica, e dal suo ristorante Faviken, davvero fuori dall'ordinario. Goran, che tempo fa si dedicò intensamente anche alla musica, si trasferì in un'altra città per lavorare in un'azienda farmaceutica. Ora, affer-
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ma, la sua vita è tornata a scorrere sui binari giusti. Ora vive a Capodistria, ha un nuovo amore, una nuova band ed è tornato a cucinare, come e più di prima. “In questo momento mi sto proprio godendo la vita, la mia unica preoccupazione è cosa preparare il giorno seguente,” mi racconta, e gli occhi gli brillano talmente forte da dissipare qualunque dubbio sulla sua vocazione.
Il suo talento è confermato dal fatto che i pranzi finiscono ancora prima che si riescano a sfamare tutti i clienti, racconta Alenka, PR e direttrice creativa dell'impresa. Al contrario di Davorka, si definisce una persona estremamente analitica, che studiare nel dettaglio ogni passo e prevedere tutto ciò che potrebbe ostacolare il raggiungimento dell'obiettivo. Si distingue per il suo buon gusto e colleziona scarpe e borsette. Su internet è una vera e propria “ninja”, è una conoscitrice provetta dei blog e dei social media, sui quali è praticamente onnipresente. Suo merito anche l'ottima visibilità, il locale ben arredato e l'immagine del brand.
di lavorare, siamo invece noi due a prendere in mano la situazione in cucina. Portiamo gli ingredienti per le crostate, qualcosa da bere e della buona musica. Davorka cucina, io le faccio da assistente, metto su la musica e poi la aiuto a mettere in ordine”, dice Alenka. Quando alla sera chiudono la porta, i dolci sono pronti e in attesa dei clienti il mattino seguente.
Chiedo loro com'è organizzata la giornata lavorativa tipo. Sorseggiando una limonata allo zenzero mi rispondono che quello è il problema minore. “Il primo ad arrivare è Goran, che alle 6 incomincia a preparare gli spuntini. Poi lo raggiunge la commessa. Più tardi, dopo aver finito autunno 2014
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Bar Cameral, Capodistria Il bar Cameral ha aperto appena qualche mese fa, ma è diventato subito molto popolare tra gli artisti della città, come se improvvisamente avessero scoperto un salotto aperto a tutti. Il nome Cameral deriva dagli uffici in cui un tempo si negoziavano gli affari e in realtà così veniva chiamato il palazzo barocco Barbabianca che si trova in fondo alla via, un tempo sede dell'ufficio tributario veneziano per l'Istria. Ma il Cameral più che ad un locale d'affari
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Testo: Valentina Vovk Foto: Klemen Brumec
assomiglia piuttosto alla casa di un vecchio amico dove ognuno può trovarsi a proprio agio. Non mancano riviste, libri, oggetti vintage, come ad esempio una vecchia radio in legno.
Le due proprietarie, cugine e ottime amiche, Nina e Polona, ti coinvolgono subito con la loro energia. Eppure nessuna delle due aveva mai fatto questo lavoro prima. Polona era persino dell'idea che quello di barista fosse più un lavoro da studente che un'opportunità per fare carriera. Ma si era presentata l'occasione e Nina ebbe un'intuizione. Anche se aprire un locale in tempi di crisi e con i conti in rosso sarebbe stata una mossa decisamente azzardata, Nina e Polona decisero che valeva la pena provarci.
Il successo non si è fatto attendere e le ragazze sono rimaste molto sorprese di come alcuni clienti si fossero subito sentiti a proprio agio nel locale e abbiano offerto il proprio aiuto. Spesso infatti sono proprio i clienti a proporre gli eventi, alcuni dei quali sono diventati già tradizionali, come le degustazioni del giovedì sera, il festival delle microbirrerie, le presentazioni di giovani artisti, i concerti e i pranzi conviviali del sabato. autunno 2014
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Il Cameral si trova nel centro storico di Capodistria, sulla Čevljarska, via di grande passaggio nell'isola pedonale della città. Ai due lati del bar ci sono due vicoli ciechi in cui sono stati sistemati i tavoli, in modo che i clienti si sentano sempre al centro della movida. In uno di questi vicoli ciechi ogni terzo sabato del mese viene organizzato un pranzo conviviale. Ognuno porta da casa una propria specialità e la condivide con gli altri. Si tratta di una bellissima occasione per mangiare insieme e scambiarsi le ricette, un rituale che può durare an-
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che molto a lungo, raccontano Nina e Polona. Ma gli amici e il buon cibo meritano tutto il nostro tempo, cosa che spesso dimentichiamo, troppo presi dalla frenesia quotidiana. Anche le degustazioni del giovedì sono una trovata particolare. Ogni giovedì il Cameral ospita uno chef o un appassionato di cucina, quindi ogni serata è un'autentica sorpresa. Dato che le serate sono diventate famose e i clienti non vedono l'ora di provare qualcosa di nuovo, i cuochi devono impegnarsi per proporre degli abbinamenti sempre più originali.
Nina e Polona offrono una scelta di cinquanta birre provenienti da ogni parte del mondo. La loro peculiarità sono le birre dei giovani birrai locali che vorrebbero far conoscere al proprio pubblico. La cosa più curiosa è che nessuna di loro amava particolarmente la birra prima di aprire il locale, invece ora non fanno passare un giorno senza un bicchiere di buona birra. La voglia di imparare le ha portate a conoscere bene questa bevanda e ad apprezzarla sempre di più. E senza questo impegno
sarebbe impossibile continuare a sorprendere la propria clientela con un'offerta sempre all'avanguardia.
Il Cameral deve il suo successo anche alle suggestive atmosfere della città vecchia, ricca di fascino e storia. autunno 2014
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Le zucche nere
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Realizzazione: Ĺ ivilja in the house Foto: Petra Slapar
Questo autunno proveremo a realizzare delle zucche diverse dal solito. Innazitutto abbiamo trovato le bellissime zucche in stoffa di Jolanda. Chi è pratico di cucito può realizzarle con le proprie mani, per gli altri proponiamo un corso rapido di cucito: potete utilizzare gli stampi per le zucche che si trovano in rete. Le zucche in tessuto si prestano per fare da addobbi, ma potete utilizzarle anche come puntaspilli.
Per coloro che non sono pratici di cucito abbiamo trovato un addobbo molto semplice: colorate le zucche di nero e abbinatele alle zucche naturali o a quelle di stoffa. Con un gessetto potete anche disegnare una bella faccina sulla vostra zucca nera. autunno 2014
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Il giardino rinasce in cittĂ
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Testo: Petra Slapar Progetto paesaggistico: Landscape d. o. o., Tina Demšar Vreš e Gregor Vreš
La ristrutturazione di questa villa con giardino, incastonata in un quartiere residenziale caratterizzato da una fitta presenza di ville d'epoca, si è svolta dal 2009 al 2011. Il progetto del giardino riprende l'impostazione formale dell'ambiente circostante, in sintonia con la ristrutturazione della casa presa in carico dallo studio Demšar arhitekti. Quando un progetto prevede la ristrutturazione contemporanea dell'abitazione e del giardino, una stretta collaborazione tra l'architetto e il paesaggista incaricato è sempre garanzia di un risultato armonico e soddisfacente. Essa infatti porta a smorzare i confini tra l'architettura e il giardino, evitando di interrompere il fil rouge stilistico tra materiali e dettagli.
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luogo • Lubiana superficie • 1.000 m2 progetto • 2009 realizzazione • 2010–2011
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I due paesaggisti dello studio Landscape hanno previsto per il giardino dei contenuti completamente nuovi, come ad esempio la piscina per il nuoto, le terrazze antistanti gli ambienti della zona giorno, il padiglione dedicato alla zona benessere e l'orto con le piante aromatiche, previsto accanto al padiglione con la cucina estiva e il gazebo. L'entrata del giardino con i parcheggi e le recinzioni sono caratterizzati dal viale di ciliegi ornamentali. La piscina detiene una posizione centrale nel giardino e l'acqua con i suoi colori e il microclima estivo ne esalta la vivibilità . I bordi del giardino sono stati valorizzati con una presenza piÚ intensa di piante e arbusti che andranno a garantire la giusta privacy e contemporaneamente costituiranno un gradevole elemento estetico composto da colori e fogliami diversi. Per il giardino sono stati scelti dei ciliegi giapponesi e vari alberi latifoglie, come il carpino, il faggio e il corniolo ornamentale. Gli arbusti vengono in parte lasciati prosperare in modo spontaneo (ad esempio le ortensie), altrove invece vengono potati (tasso, bosso) in linea con il tracciato del vialetto lastricato. In questo modo è stata ricreato un ritmo gradevole e vivace di diverse profondità nelle varie vedute del giardino. Per quanto riguarda le piante fiorite, sono le rose, le perenni e le aromatiche a costituire l'elemento centrale del giardino, che ne esalta il giusto carattere borghese. autunno 2014
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Testo: Emma Fenu Foto: Silvia Montis
Sferruzzare in compagnia sotto i tetti di Copenhagen
Mi sono trasferita a Copenhagen lo scorso Luglio, nel tripudio della meravigliosa estate danese, che non è una morsa afosa, ma l’abbraccio caldo e gioioso di un sole capace di far sfavillare i colori sgargianti dei parchi lussureggianti; delle case variopinte del porto di Nyhavn, proiettate sulle acque dei canali, solcati da imbarcazioni gremite di turisti; dell’infinito susseguirsi di edifici ricoperti di mattoncini e adornati di modanature candide; della “pelle” bronzea, dalle sfumature che rammentano gli abissi marini, che riveste la statua della Sirenetta. L’autunno è arrivato in fretta, e con esso, nell’atmosfera magica, tipicamente nord europea, del Natale incipiente,
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»Un’amicizia tra donne è come un continuo rammendo; è un maglione, anzi tanti maglioni; è il sospiro di sollievo con cui, il primo giorno d’autunno, apriamo l’armadio e loro sono lì, che ci aspettano. Sono maglioni di shetland, che pizzicano un po', come amiche dal carattere pungente, non risparmiano critiche taglienti; sono i pull modaioli, che amano stare in vetrina, sotto gli occhi di tutti, amiche energizzanti… E poi c’è il cardigan comprato per caso un giorno di pioggia in campagna o in una città straniera. faceva così freddo e non avevamo niente di caldo in valigia. E invece quel maglione comprato per caso diventa il nostro preferito, non sappiamo più farne a meno. E’ il maglione che ci mettiamo quando siamo tristi, quello in cui stiamo più comode. E’ l’amica che chiamiamo quando la vita ci fa sentire al freddo. Quella che sa come consolarci, sempre«. Lisa Corva
la voglia di leggere un libro, con, stretta fra le mani, una tisana bollente, e liberi nella mente mille pensieri; la voglia di poggiare i piedi scalzi sopra un tappeto di pelliccia ecologica, mentre, dalla propria finestra, si osserva lo scrosciare della pioggia. Era giunto il momento ideale per rispolverare i miei amati ferri ed iniziare a dar vita, tramite l’intreccio fatato di fili di lana e seta, a cappelli, sciarpe, scaldacollo, maglioni, copertine e cuscini. Io sono una donna a cui piace pensare, scrivere, leggere, conoscere, perdersi in fantasie, credere ed elaborare teorie e ideali, emozionarsi, vivere intensamente e introspettivamente. Sono una donna di cuore e di testa, quindi, ma non sarei completa senza le mie mani, senza il potere creativo che mi donano, dando forma alle immagini che popolano i miei sogni. Sferruzzare è una forma di meditazione, che mi rigenera e mi mette in contatto con il mio mondo interiore, mentre sto seduta, con le autunno 2014
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gambe incrociate, su una poltrona molto confortevole, posta a lato di una grande finestra da cui il mio sguardo domina i tetti di Copenhagen, con accanto il tremolio della fiamma di una candela al profumo di vaniglia. E, dopo l’autunno, è arrivato l’inverno, cadenzato da giornate molto brevi; raggi di sole frequenti quanto avvistamenti UFO; bufere; susseguirsi di fiocchi di neve piccoli, gelati e pungenti, che attraversano il cielo in orizzontale, in balia del vento polare, il quale soffia con veemenza e rievoca alla mente orsi bianchi e distese immacolate di ghiaccio. Gelido ma ammaliante, l’inverno di Copenhagen. A volte lo si detesta, ma se ne subisce il fascino. Sferruzzare, allora, non è più stato per me solo un momento intimo, ma è divenuto, una forma di collante sociale, un’occasione d’incontro, in una città cosmopolita, fra donne e ragazze, tutte appassionate di handmade, non solo 62
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danesi, ma provenienti da vari paesi: dall’Italia, alla Spagna, alla Russia, al Marocco, al Giappone, al Brasile. Insieme ai fili di lana, si sono intrecciate storie personali, lingue e costumi, esperienze e sogni. All’interno delle nostre mura domestiche, ma anche di caffetterie o di centri culturali, ci incontriamo, scambiandoci consigli, ciascuna con il proprio metodo, con il proprio retaggio culturale, con la propria voglia di comunicare e condividere non solo schemi e punti, ma anche un ricordo, un progetto o una crostata di marmellata preparata con le proprie mani. Spesso ci si dedica al proseguimento di un proprio lavoro e, allora, immagini di incarnati ambrati e poncho in alpaca si fondono, in meravigliose osmosi, a quelle di occhi azzurri e maglioni abbelliti da motivi in cui si reiterano renne stilizzate. A volte, invece, si sferruzza per un progetto comune, come una coperta formata da
tantissimi quadrati colorati cuciti fra loro, e ognuno di essi racconta una storia. Ci sono quadrati con qualche imperfezione, realizzati dalle neofite, ancora alle prese con i primi rudimenti; ci sono quelli con il punto jacquard in toni vivaci, che ci riportano alla mente le distese verdi e il cielo azzurro del Perù; ci sono quelli monocromi, bianchi come le distese di neve e dai punti in rilievo che evocano i cristalli di ghiaccio; ci sono quelli rosa tenue, confezionati da chi culla nel proprio ventre una bimba; ci sono quelli che ricordano le molteplici e armoniose sfumature delle matrioske. Ma non immaginateci in esiguo numero, riunite come in una sorta di sabba di streghe della lana o di carboneria delle adepte ai ferri e all’uncinetto! A Copenhagen la creatività e il lavoro handmade sono, infatti, notevolmente apprezzati a livello sociale: pensate che si insegna a sferruzzare, persino ai maschi, durante gli anni della
scuola primaria. Ma, soprattutto visitando i celebri mercatini, che animano la città nelle piazze, in prossimità dei centri commerciali e nel fantastico parco di Tivoli, i chioschetti di Cristania, il ben noto quartiere hippy, e i negozi destinati all’hobbistica, si possono ammirare veri capolavori di fantasia e passione, che fanno parte del guardaroba di ogni danese che si rispetti. Lo so, in Italia ci si crogiola, da tempo, nel calore primaverile, ma qui abbiamo dismesso i capi in lana da poche settimane…e ora, nell’attesa della bella stagione, ci apprestiamo, ben decise a non deporre i ferri, a creare cappelli, borse, accessori, copertine per neonato, sottopentola, presine, tovagliette all’americana per la colazione… tutto realizzato in splendidi filati di cotone. Emma Fenu
“Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze”. Paul Valéry
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Preparazione e foto: Ana Bulat Testo: Petra Slapar
Funghi
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I miei ricordi che riguardano i funghi sono strettamente collegati con le nostre gite in montagna. Ogni qualvolta abbiamo mangiato dei funghi, essi provenivano dalla montagna. Mia zia è una fervente cercatrice di funghi e i suoi posti sono un segreto che quel ramo di parenti tiene tutto per sé. Sinceramente io non sono capace di trovare un fungo nemmeno quando mi ci siedo sopra, e mia zia mi sgrida di fare attenzione a non calpestare tutto (ma dai, ci sono dei funghi qui?!). Nel caso questo autunno andiate a funghi, ricordatevi che per farlo ci sono delle regole da rispettare: i funghi che non avete intenzione di raccogliere devono essere lasciati intatti; i funghi vanno puliti già nel bosco; utilizzate una cesta e soprattutto fate attenzione a raccogliere solamente quei funghi che conoscete bene. Uno dei miei incubi d'infanzia era la cesta di finferli da pulire che mi attendeva davanti alla baita in montagna. Noo, anche questa? Ma non eravamo in vacanza? Tuttavia dopo le pietanze che seguivano erano ... da leccarsi tutte e dieci le dita, o come diceva mio zio: »Profuma come profumano gli angeli.«
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Bruschette ai funghi Ingredienti: • pane casereccio, • cipolla, • sale, • funghi tagliati a fettine, • aglio, • un cucchiaino di salsa di soia (facoltativo), • vino bianco, • olio d’oliva.
Se preferite, potete aggiungere anche del roquefort o del parmigiano, delle erbe aromatiche (timo, prezzemolo ...). Tagliate il pane a fette e fatelo abbrustolire in una padella antiaderente (senza olio). In alternativa potete utilizzare anche un tostapane. Poi versate l’olio nella padella e preparate un soffritto con la cipolla, salate e aggiungete i funghi, l’aglio tritato, la salsa di soia e il vino. Lasciate soffriggere per qualche minuto e mettete da parte. Spalmate ogni fetta di pane con l’olio d’oliva, strofinatela con uno spicchio d’aglio e ricopritela con i funghi. Se preferite, potete aggiungere anche del formaggio e un trito di erbe aromatiche. autunno 2014
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Tortino ai funghi Ingredienti per 6 tortini: • una piccola cipolla • olio d’oliva • 4 spicchi d’aglio • 3-4 cucchiai di vino bianco • 100 g di funghi, preferibilmente porcini • 2 rametti di prezzemolo • sale • 150 g di ricotta • 1 uovo • 250 ml di panna fresca • 20 g di parmigiano • sale • pepe • pasta sfoglia o brisèe • una teglia per muffin Preparate i cestini. Ritagliate diversi quadratini di pasta di ca. 12 x 12 cm e rivestite gli stampini precedentemente imburrati per i muffin. Per ogni cestino utilizzate almeno 3 quadratini, facendo pressione sul fondo e spalmando ogni foglio con olio d’oliva o con del burro. Tritate la cipolla e preparate un soffritto veloce sull’olio d’oliva, aggiungete l’aglio schiacciato, il vino e i funghi tagliati a fettine. Salate. Fate soffriggere per 5-10 minuti e all’occorrenza bagnate un po’ con del vino bianco. Aggiungete del prezzemolo tritato, amalgamate bene e lasciate raffreddare. In un recipiente a parte unite la ricotta, l’uovo, la panna fresca, il sale e il pepe. Aggiungete il parmigiano grattugiato e i funghi. Riempite gli stampini con il composto e mettete in forno a 170-175 °C per 30-35 minuti.
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Ci vediamo a novembre!
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