Piante del territorio di Mercato San Severino

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"MY COUNTRY ON THE NET FROM 2000 YEAR TO TODAY!"

PIANTE DEL TERRITORIO DI MERCATO SAN SEVERINO

Piano Triennale delle Arti

Progetto "MY COUNTRY ON THE NET FROM 2000 YEAR TO TODAY!"

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IL WORKSHOP

WORKSHOP DEL GRUPPO SCIENZE

Il workshop ha visto coinvolto il Gruppo 3 di scienze e si è svolto nell'aula agorà del MIMU (struttura museale minima) del Palazzo Vanvitelliano, presso i giardini del palazzo municipale e gli Orti Botanici del Parco Archeologico del Castello dei Sanseverino. Gli alunni, coordinati dalla docente di scienze Maria Zagami, hanno studiato le piante conservate negli erbari del MIMU ed hanno approfondito la conoscenza di specie vegetali e animali autoctone anche durante la visita guidata agli orti botanici e la passeggiata sul sentiero naturalistico della collina del Palco su cui sorge il castello medievale. Presso i giardini comunali hanno infine seminato e piantumato essenze vegetali tipiche del territorio.

Lavoro realizzato da: Luigi B., Anna C., Christian C., Vincenzo D., Giovanni D., Mario G., Angela I., Federica P., Beatrice S.

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IL WORKSHOP

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

IL MIRTO

Il mirto (Myrtus communis L., 1753) è

una pianta aromatica appartenente alla famiglia Myrtaceae e al genere Myrtus. È tipico della macchia mediterranea, viene chiamato anche mortella.

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IL MIRTO

Il mirto ha portamento di cespuglio, alto tra 0,5–3 m, molto ramificato ma rimane fitto; in esemplari vetusti arriva a 4–5 m; è una latifoglia sempreverde, ha un accrescimento molto lento e longevo e può diventare plurisecolare.

La corteccia, rossiccia nei rami giovani, col tempo assume un colore grigiastro.

Ha foglie opposte, ovali-acute, coriacee, glabre e lucide, di colore verde-scuro superiormente, a margine intero, con molti punti traslucidi in corrispondenza delle glandole aromatiche.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO IL MIRTO

I fiori sono solitari e ascellari, profumati, lungamente peduncolati, di colore bianco o roseo.

Hanno simmetria raggiata, con calice gamosepalo persistente e corolla dialipetala. L'androceo è composto da numerosi stami ben evidenti per i lunghi filamenti. L'ovario è infero, suddiviso in 2-3 logge, terminante con uno stilo semplice, e un piccolo stimma. La fioritura, abbondante, avviene in tarda primavera, da maggio a giugno; un evento piuttosto frequente è la seconda fioritura che si può verificare in tarda estate, da agosto a settembre e, con autunni caldi anche in ottobre. Il fenomeno è dovuto principalmente a fattori genetici.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

IL MIRTO

I frutti sono delle bacche, globosoovoidali di colore nero-azzurrastro, rosso-scuro o più raramente biancastre, con numerosi semi reniformi. Maturano da novembre a gennaio persistendo per un lungo periodo sulla pianta.

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USI DEL MIRTO

Per il suo contenuto in olio essenziale (mirtolo, contenente mirtenolo e geraniolo e altri principi attivi minori), tannini e resine, è un'interessante pianta dalle proprietà aromatiche e officinali. Al mirto sono attribuite proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche, pertanto trova impiego in campo erboristico e farmaceutico per la cura di affezioni a carico dell'apparato digerente e del sistema respiratorio. Dalla distillazione delle foglie e dei fiori si ottiene una lozione tonica per uso eudermico. La resa in olio essenziale della distillazione del mirto è alquanto bassa.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

Il prodotto più importante, dal punto di vista quantitativo, è rappresentato dalle bacche, utilizzate per la preparazione

del liquore di mirto propriamente detto, ottenuto per infusione alcolica delle bacche attraverso macerazione o corrente di vapore.

Lo stesso liquore è ormai diventato il digestivo per eccellenza offerto nei ristoranti sardi al termine del pasto. Un liquore di minore diffusione è il Mirto Bianco, ottenuto per infusione idroalcolica dei giovani germogli, erroneamente confuso con una variante del liquore di mirto propriamente detto ottenuto per infusione delle bacche di varietà a frutto non pigmentato. Il prezzo di mercato delle bacche si aggira intorno ai 1,8-2 euro/kg.

USI DEL MIRTO

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USI DEL MIRTO

Nella tradizione gastronomica sarda il mirto è un importante condimento per aromatizzare alcune carni: i rametti sono tradizionalmente usati per aromatizzare il maialetto arrosto, il pollame arrosto o bollito, il manzo e soprattutto sa taccula o grivia, un semplice ma ricercato piatto a base di uccellagione bollita (tordi, merli, storni). L'uso del mirto come aroma per le carni non è comunque una prerogativa esclusiva dei sardi: la letteratura nel Web riporta ad esempio riferimenti anche per altre cucine regionali e per la cucina spagnola. Assai più raro è l'utilizzo del mirto come condimento per un risotto.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

USI DEL MIRTO

Il mirto è bottinato dalle api per ottenere il polline. Non è possibile produrre miele di mirto in quanto il mirto non produce nettare, essendo il fiore privo di nettari.

Nell'antichità, il mirto era pianta sacra a Venere, in quanto si riteneva che la dea, appena nata dalla spuma del mare, si fosse rifugiata in un boschetto di mirti.

L'impiego fitocosmetico del mirto risale al Medioevo: con la locuzione di Acqua degli angeli s'indicava l'acqua distillata di fiori di mirto.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

RACCOLTA DEL MIRTO

Tradizionalmente la raccolta nella macchia è eseguita con la brucatura o con l'impiego di strumenti agevolatori (pettini forniti di contenitori per l'intercettazione), questi ultimi in grado di aumentare leggermente la capacità di lavoro. Una pratica sconsiderata è quella di tagliare i rami e lasciarli appassire per qualche giorno in modo da staccare le bacche con la semplice scrollatura. Questa tecnica è deprecabile a causa del grave impatto ambientale se ripetuta negli anni: in un impianto artificiale potrebbe essere giustificata per ridurre i costi della raccolta su grandi estensioni ma oltre a offrire un eventuale rischio di alternanza (non documentato), richiede maggiori oneri di fertilizzazione per garantire un'adeguata rigenerazione annuale della vegetazione ed evitare un eccessivo impoverimento del terreno.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

ALLORO

L'alloro è una pianta dioica, cioè porta fiori, unisessuali, in due piante diverse, una con i fiori maschili e una con i fiori femminili (che portano poi i frutti). L'unisessualità è dovuta a fenomeni evolutivi di aborto a partire da fiori inizialmente completi. Nei fiori femminili infatti sono presenti 2-4 staminoidi (cioè residui di stami) non funzionali, analogo fenomeno accade per i maschili, che presentano parti femminili atrofiche (non funzionali ed atrofizzate). I fiori, di colore giallo chiaro, riuniti a formare una infiorescenza ad ombrella, compaiono a primavera, generalmente in marzo-aprile.

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ALLORO

Si presenta, poiché spesso sottoposto a potatura, in forma di arbusto di varie dimensioni ma è un vero e proprio albero alto fino a 10 m, con rami sottili e glabri che formano una densa corona piramidale. Il legno della pianta è aromatico ed emana il tipico profumo delle foglie. Il fusto è eretto, la corteccia verde nerastra. Le foglie, ovate, sono verde scuro, coriacee, lucide nella pagina superiore e opache in quella inferiore, sono inoltre molto profumate.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

LA COLTIVAZIONE DELL’ ALLORO

L'alloro è una pianta rustica, cresce bene in tutti i terreni e può essere coltivato in qualsiasi tipo di orto. La diffusione avviene molto facilmente per seme (i semi sono diffusi dagli uccelli che predano i frutti), la moltiplicazione avviene molto facilmente in natura per polloni, fatto che produce agevolmente dei piccoli boschi prodotti da un solo individuo (cioè dei cloni dell'albero di partenza).

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

HABITAT DELL’ ALLORO

Diffuso lungo le zone costiere settentrionali del Mar

Mediterraneo, dalla Spagna alla Grecia e nell'Asia Minore, passando per la Svizzera e l'Italia. In Italia cresce spontaneamente nelle zone centro-meridionali e lungo le coste; nelle regioni settentrionali è invece coltivato e talvolta naturalizzato.

L'ampia diffusione spontanea in condizioni naturali ha fatto individuare uno specifico tipo di macchia: la macchia ad alloro o Lauretum. Si tratta della forma spontanea di associazione vegetale che si stabilisce nelle zone meno aride dell'area occupata in generale dalla macchia

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USI DELL’ ALLORO

La diffusione e l'uso ampio che se ne fa in cucina hanno portato l'alloro ad essere inserito nella lista dei prodotti

agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf)

come prodotto tipico. Si utilizzano le foglie e se ne possono fare vari usi: in cucina, per aromatizzare carni e pesci, come rimedio casalingo per allontanare le tarme dagli armadi (ottimo e più profumato sostituto della canfora), per preparare decotti rinfrescanti e dalle qualità digestive o pediluvi, o trattato con alcool per ricavarne un profumato e aromatico liquore dalle proprietà digestive, stimolanti, antisettiche ed è utile contro tosse e bronchite.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

L’ALLORO IN MITOLOGIA

Nella mitologia greco-romana l'alloro era una pianta sacra e simboleggiava la sapienza e la gloria: una corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei Giochi pitici o Delfici e costituiva il massimo onore per un poeta che diveniva un poeta laureato. Da qui l'accezione figurativa di simbolo della vittoria, della fama, del trionfo e dell'onore. Inoltre questa pianta era sacra ad Apollo poiché Dafne, la ninfa di cui il dio si invaghì, chiese che fosse eliminata la causa dell'invaghimento di Apollo nei suoi confronti, e dunque le fu tolto l'aspetto umano venendo trasformata in Alloro. Apollo a quel punto mise la pianta di Alloro nel suo giardino e giurò di portarne sul suo capo in forma di corone per sempre, e disse che allo stesso modo facessero i Romani durante le sfilate in Campidoglio.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

L’ALLORO IN LETTERATURA

Il "lauro" è spesso citato nel Canzoniere di Petrarca.

Nell'opera, infatti, Laura, (anche il gioco omofonico che il poeta realizza è funzionale a questa metafora), la donna amata dall'io lirico, viene in parte assimilata a questo arbusto (emblematica la sestina "Giovene donna sotto un verde lauro"). Riprendendo le immagini della mitologia greca (in particolare il mito di Dafne e Apollo), l'alloro è simbolo di rifiuto e inaccessibilità, caratteristiche di Laura.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

ORIGANO

L’origano (Origanum vulgare) è una pianta perenne robusta, molto rustica, frequente sulle scarpate asciutte. I suoi ceppi prostrati sono coperti da piccole foglie verde scuro, vellutate ed aromatiche. I minuscoli

fiori, lilla, sono riuniti in pannocchie dense. Fioritura da Luglio ad Ottobre.

E’ una pianta originaria dell'Europa meridionale e cresce in tutte le zone ben soleggiate prevalentemente aride fino a una quota massima di duemila metri circa. In Italia le piante dell'origano si trovano facilmente nei boschi, nei prati ma anche ai bordi delle strade.

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ORIGANO

Per l'origano nei mesi di luglio e di agosto inizia il periodo della fioritura ed è in quest'epoca che vanno eseguite le raccolte.

I fiori dell'origano sono raccolti in pannocchie poste alla sommità degli steli e di un bel bianco - rosato - rosso provvisti di brattee rossastre - violacee e sono ermafroditi a impollinazione entomofile soprattutto api e farfalle Il frutto è una capsula di colore scuro.

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LE PIANTE DEL TERRITORIO

LA RICETTA: INSALATA DI POMODORI CON ORIGANO

L’insalata di pomodori è un grande classico tra le ricette estive, un’insalata fresca e saporita da abbinare proprio a tutto: Carne, Pollo, Pesce… con la Mozzarella è davvero Perfetta! Una ricetta super versatile che può essere arricchita con tonno, olive, feta, cipolla rossa e tanto altro. La preparazione è molto semplice: solo pomodori tagliati a fette conditi con olio extravergine d’oliva, sale, pepe, aglio e naturalmente l’origano.

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