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I Centri antiviolenza in Veneto: dove rivolgersi

I Centri anti-violenza in Veneto: dove possono rivolgersi le donne

Case Rifugio e Centri anti violenza, la rete di protezione in Regione Veneto.

Attualmente in Veneto sono operanti 26 centri antiviolenza (Cav) e 38 sportelli dedicati, per un totale di 64 punti di ingresso a cui le donne possono rivolgersi.

La rete comprende, poi, 28 case rifugio, cioè residenze a cui la donna può ricorrere, anche in compagnia di figli minori, per interrompere un rapporto violento.

Lo rende noto la Regione Veneto, spiegando che le strutture sono così territorialmente distribuite nei territori provinciali:

Case Rifugio: Belluno 2, Padova 8, Rovigo 1, Treviso 3, Venezia 3, Vicenza 8, Verona 3. AlcuneCase rifugio sono di tipo A, cioè ad indirizzo segreto.

Centri Antiviolenza: Belluno 1 (Ponte nelle Alpi); Padova 5 (Cittadella, Rubano, Piove di Sacco, Padova, Este); Rovigo 1 (Rovigo); Treviso 5 (Castelfranco, Montebelluna, Treviso, Vittorio Veneto, Quinto di Treviso); Venezia 6 (San Donà di Piave, Venezia, Venezia, Noale, Portogruaro, Chioggia); Vicenza 5 (Vicenza, Cogollo del Cengio, Asiago, Schio, Bassano del Grappa); Verona 3 (Verona, Verona, Legnago).

Sportelli: Belluno 3 (Belluno, Feltre, Sedico); Padova 7 (Camposampiero, Vigodarzere, Abano Terme, Cadoneghe, Conselve, Montagnana, Solesino); Rovigo 2 (Adria, Lendinara); Treviso 4 (Asolo, Pieve di Soligo, Valdobbiadene, Vedelago); Venezia 8 (Jesolo, Musile, Venezia Cannareggio, Lido di Venezia, Mira, Venezia, Mirano, Cavarzere); Vicenza 8 (Arzignano, Bassano del Grappa, Belvedere di Tezze, Cassola, Lusiana Conco, Marostica, Pozzoleone, Valbrenta); Verona 6 (Bussolengo, Caprino Veronese, Negrar, Pescantina, San Giovanni Lupatoto, Sona).

Una rete d’aiuto che ha visto a febbraio 2022 insediarsi anche il Tavolo di Coordinamento regionale per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne.

Come ci spiega l’assessore regionale alla Sanità e alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin (nella foto): “Vi aderiscono rappresentanti di tutti gli enti istituzionali, come quelli locali, le Prefetture, le Forze dell’ordine, l’Ufficio scola-

stico, l’Anci, l’Università, le istituzioni sanitarie e sociosanitarie e anche la Corte d’Appello”.

Una ricognizione dei servizi alle donne che subiscono violenza viene fatta periodicamente in Veneto e se ne segnala un incremento di anno in anno. Su proposta della stessa Lanzarin, la Giunta Regionale Veneto ha varato per il 2022 un piano per interventi di prevenzione e contrasto alla violenza, che riguarda donne adulte, minorenni e minori vittime di violenza assistita.

“Il piano punta su un protocollo d’azione territoriale, sulla formazione continua del personale sanitario e di tutti i soggetti in qualche modo coinvolti nel percorso di aiuto - continua la Lanzarin - perché vogliamo insistere e intervenire sui servizi ai quali la donna può rivolgersi per chiedere aiuto, per uscire dal circuito della violenza, per riappropriarsi della propria vita, per tornare alla propria autonomia anche economica. La risposta deve essere sempre tempestiva: la donna che chiede aiuto ha il diritto di trovare subito ascolto ed essere presa in carico per essere messa nelle giuste condizioni di sicurezza in tempi rapidissimi. In Veneto i modi per farsi aiutare ci sono, non bisogna aver paura. Passi in avanti sono stati fatti anche nei Pronto soccorso, con locali protetti e percorsi ad hoc”.

Il piano della Regione punta anche sulla rete di intercettazione del fenomeno, sulla presa in

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carico degli autori di violenza e sull’informazione sempre più allargata. Ne parliamo più approfonditamente nelle pagine che seguono.

C’è poi il fronte scuole: “Anche se pare impossibile nel terzo millennio, occorre partire dai ragazzi per formare una reale cultura del rispetto della donna, educare alla sessualità”.

Un tasto su cui da tempo batte la Lanzarin e che ha ribadito anche in altre occasioni al nostro periodico, ricordando sempre la forza della “solidarietà femminile - conclude - laddove non si trovi il coraggio di rivolgersi ad una struttura da sola, si parli della violenza con un’amica, una vicina, una parente”.

Insieme si può essere più forti! La violenza non va mai taciuta. Michela Rossato Secondo il dossier Istat-Regioni 2021: “È elevata la quota di donne che non parlano con nessuno della violenza subita”. I tassi di denuncia riguardano infatti solo il 12,2% delle violenze da partner e il 6% di quelle da non partner.

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Nei grafici le fasce di età delle donne che, in Veneto, si sono rivolte ai Centri anti violenza nell’anno 2020 e le relazioni con gli uomini maltrattanti. (Fonte: Regione Veneto - settimo Report di rilevazione strutture regionali

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