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Costruiamo assieme comunità solidali, da Nebbiù gli “attrezzi”

Costruiamo insieme comunità solidali, da Nebbiù gli “attrezzi” del mestiere

di / Valentina Calzavara /

Una “due giorni” promossa da Avis regionale Veneto, non senza lavori di gruppo “pratici”. Per reimpararare a costruire rapporti personali basati su gentilezza e, soprattutto, fiducia e “ascolto” degli altri.

La bellezza di cento volontari, arrivati da tutte le province del Veneto, per partecipare alla due giorni di formazione promossa dall’Avis regionale del Veneto il 27 e 28 agosto a Nebbiù di Cadore (Bl) e intitolata: “Costruire comunità solidali”.

L’iniziativa ha coinvolto i volontari delle varie Avis del territorio in un percorso di approfondimento sull’importanza delle relazioni interpersonali, dell’ascolto, dell’uso della gentilezza come strumento per dirimere le incomprensioni e instaurare dialoghi costruttivi, dentro e fuori dalla propria associazione.

Un’occasione di incontro che l’Avis regionale ha voluto per ribadire che il servizio svolto dall’associazione non è solo quello imprescindibile della raccolta di sangue e plasma per salvare la vita agli ammalati, ma un vero e proprio impegno a costruire legami orientati alla solidarietà.

Ad aprire i lavori nell’aula magna della Casa Alpina “Bruno e Paola Mari” la presidente di Avis Veneto, Vanda Pradal con il presidente di Avis nazionale Gianpietro Briola.

“Guardiamo al futuro con preoccupazione, speranza e ottimismo, consapevoli del fatto che donare il sangue non è solo una necessità sanitaria, ma un gesto gratuito, volontario e ricco di senso etico - ha evidenziato Briola - in un mondo che è in forte mutamento non esistono risposte semplici a domande complesse. In tal senso Avis è una comunità che tiene fede ai suoi valori per costruire il futuro, impegnandosi con preparazionee competenza a co-progettare le prossime azioni”.

I docenti Federico Battaglini, Michela Camerin, Sonia Marcon, Mariella Durante e Rita Minghetti hanno stimolato i corsisti a misurarsi nello sviluppo di relazioni, distribuiti in cinque sale, con pennarelli e cartelloni dove imprimere le proprie idee e le sedie disposte a cerchio per condividere esperienze e punti di vista.

Il dottor Carlo Donadel, direttore sociale della cooperativa Insieme si può, ha magistralmente condotto la due giorni, alternandosi nel ruolo di coordinatore ed esperto, dialogando con i docenti Tiziano Salvaterra dell’università di Trento e Giuseppe Manzato di Ca’ Foscari sui temi del welfare e della persona. A portare il proprio contributo sul rapporto tra la politica sociosanitaria e il terzo settore anche la presidente della Quinta Commissione in Regione Sonia Brescacin e la propria esperienza di donatore Alfio Bolzonello. È poi stato dato spazio ai workshop pratici, apprezzati dai questionari di gradimento.

“Il bilancio è assolutamente buono - conclude la presidente Pradal - è stato bello che persone provenienti da zone diverse, che non si conoscevano tra loro, abbiano condiviso questa esperienza unite dal fatto di essere protagoniste del dono, capaci di fare squadra superando i personalismi che purtroppo anche nella nostra associazione talvolta esistono. Abbiamo scelto attraverso l’Avis di dare all’altro, siamo una grande famiglia e dobbiamo impegnarci sempre di più per essere e per fare comunità, affrontando le incomprensioni in maniera intelligente e rispettosa. Per fare questo occorre essere formati e capaci di affrontare le sfide quotidiane con spirito costruttivo e forza di gruppo”. Da Nebbiù è stato infine rilanciato forte e chiaro il messaggio ai donatori e a quanti lo vogliono diventare: andate a donare, perché il nostro dono è prezioso per gli ammalati come l’aria che respirano. Non disattendiamo questa richiesta di aiuto.

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