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Racconti di fatti ed esperienza, non solo Avis: Dono&Vita PAGINA DIRETTORE / Beppe Castellano /

“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.” Racconto di fatti ed esperienze, non solo della vita associativa: Dono&Vita

di / Vanda Pradal / Presidente Avis Veneto

Un filo sottile, ma estremamente prezioso. Una filatura speciale non certo meccanica. E poi una trama e un ordito costruiti con cura. Così mi immagino il nostro periodico Dono&Vita e la sua funzione di tenere insieme i racconti delle esperienze che riguardano la vita associativa, ma anche la vita in genere.

Come un filo. Che serve a comporre la trama e l’ordito della nostra storia. E mentre su di essi scivola il racconto appare davanti a noi un tessuto che si fa custode della nostra identità e della nostra cultura associativa.

È importante custodire le esperienze perché con esse si conserva il pensiero che le ha condotte, la spinta che le ha motivate, il valore che le ha ispirate. Le persone hanno bisogno di raccontarsi, soprattutto ad amici cari, a persone fidate. Nel raccontarsi trovano conferma di sé o possibilità nuove di cambiamento. Ritrovano i tratti fondamentali della propria identità ed al contempo gli obiettivi veramente importanti che vogliono perseguire.

Così è anche per un’Associazione. Ha un bisogno fondamentale di dire ai suoi componenti - e a quanti sono ad essa veramente in-

Bella vero? La frase qui a sinistra descrive, a chi sa leggerla, ciò che provavano - e provano tutt’oggi russi e ucraini - i soldati in prima linea. A combattere, uccidere e farsi uccidere - a volte senza neppure sapere perché - da un nemico “altro da noi”. Sembra un “tweet”, vero? Un veloce pensiero affidato al vento, o alla tempesta, di uno dei tanti nostri social che ci portiamo in mano e in tasca con il nostro smartphone. teressati - qual è il percorso che sta facendo, quale significato si nasconda dietro ai fatti e alle cose realizzate, qual è il progetto.

Ecco la sfida che mi permetto di lanciare per il numero che state per leggere.

Vi invito a cogliere, dietro le tante esperienze che troverete raccontate, lo stile ed il progetto.

Lo stile parla dell’abito che l’associazione veste nello svolgimento del servizio che le è proprio. Il modo con cui gestisce i rapporti intra ed extra associativi, il modo con cui i valori associativi si incarnano nei volontari diventando poi un vero e proprio stile di vita.

Il progetto è l’organizzazione che abbiamo deciso di dare alle nostre azioni per conseguire il nostro scopo: le donazioni.

Sono fermamente convinta che nella ricerca che vi ho appena invitato a condurre possiate trovare uno stile che riflette l’etica del dono e della vicinanza solidale a chi è più fragile e nel progetto la sua traduzione concreta e la sua misura. Spero poi che, anche in questo tempo che continua a portare con sé tante difficoltà, la misura continui a essere indicatore dell’attenzione effettiva che manteniamo verso chi sta male e ha bisogno di noi.

Facile, no? Qualche parola, 140 caratteri spazi compresi e oggi diventi “virale”. Peccato che Ungaretti, padre dell’Ermetismo e dei pensieri “brevi”, prima di formularli, prima di arrivare al nocciolo della questione scavasse a fondo. Prima in se stesso, poi nell’uso delle parole, scegliendo le più adatte, le più appropriate, le più intense e di sostanza. Parole potenti che potessero essere fissate nella mente e, soprattutto, nel cuore.

Calma e gesso, prima di scrivere, ma anche dopo aver letto. O no?

di / Beppe Castellano /

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