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Il Veneto regge nonostante tutto, ma dalle parole ai fatti

I donatori non mancano, le Avis sono sempre in prima linea nel reclutamento di nuovi donatori, fidelizzazione e organizzazione della chiamata e della raccolta. Ciò che è carente, come numeri, è sempre più il personale sanitario...

Il Veneto regge nonostante tutto, ma dalle parole bisogna passare ai fatti

di / Giovanni Lenzo, direttore sanitario Avis Veneto /

Il dato consolidato a fine agosto della raccolta sangue intero da parte di Donatori iscritti all’Avis indica che il risultato del 2022 è sovrapponibile a quello del 2021, e in considerazione di tutte le difficoltà che ci sono state dimostra che negli ultimi mesi c’è stato un netto recupero e che finalmente il trend che nel 2022 ci aveva accompagnato si sta invertendo. Ciò fa ben sperare che il 2022 si concluderà con un aumento della raccolta di sangue intero evidenziando come i Donatori sono sempre disponibili e che i centri di chiamata se messi in condizione di avere disponibilità di posti, sono in grado di svolgere in modo ottimale i proprio compito.

La situazione non è uguale in tutti i dipartimenti con scostamenti significativi legati soprattutto, come più volte sottolineato in queste pagine, alla carenza di personale NON A CARENZA DI DONATORI o difficoltà organizzative di chiamata da parte dell’Associazione.

Il problema principale resta sempre la difficoltà nell’effettuare la raccolta, sia pubblica, sia in convenzione. Questo problema è destinato a protrarsi nel tempo e riguarda un po’ tutta la sanità non solo del Veneto, ma dell’Italia intera. Politiche di tagli lineari hanno portato alla carenza di medici. La risoluzione del problema con l’aumento dei posti disponibili farà si che si possa risolvere, ma richiederà anni durante i quali si dovrà necessariamente far fronte alle emergenze con il personale medico e paramedico attuale e con uno sforzo congiunto dei cittadini e nello specifico delle associazioni.

Durante tutta l’estate sono pervenute in un po’ tutti i dipartimenti richieste di aumentare la raccolta soprattutto di donatori di gruppo zero, le attività sanitarie sono riprese e gli interventi che erano stati rimandati a causa della pandemia saranno recuperati come da indicazione regionale entro l’anno. Di conseguenza c’è da aspettarsi un aumento dei consumi negli ultimi quattro mesi.

Sino ad oggi il Veneto è rimasto autosufficiente, ha solo lievemente ridotto il numero di unità destinate alla Sardegna, ma a nessun ammalato che si sia rivolto agli ospedali della nostra regione è mancato il sangue.

Le unità di raccolta gestite in convenzione sono in questo momento ancora più importanti. Questo perché riescono a modificare e gestire l’accoglienza ai Donatori in modo più rapido e più efficace rispetto ai centri trasfusionali. Spostare un medico o un paramedico da un punto all’altro della medesima Ulss può richiedere anche giorni, mentre le emergenze quasi sempre richiedono decisioni immediate.

Abbiamo la necessità che si possa prenotare in overbooking in quanto è noto a tutti che una percentuale vicina al 10% di prenotati non si presenta alla donazione, anche per ragioni indipendenti dalla propria volontà. Mantenere fisso il numero di prenotabili, consapevoli di questo fatto storico e documentato, non consente certo di ottimizzare il servizio.

Finalmente questa nostra richiesta sembra sia stata accolta o meglio teoricamente accolta in quanto in alcune realtà non è ancora attuata. Come associazione vigileremo perché sia garantito a tutti i Donatori la possibilità di donare soprattutto in quelle realtà del Veneto che non sono al momento autosufficienti a causa dell’ultra specializzazione degli ospedali posti all’interno del loro territorio.

Situazione plasma

Il dato nazionale del conferimento del plasma alle ditte farmaceutiche per la plasma derivazione indica nei primi 8 mesi del 2022 un calo che si attesta a -3.6% passando da 566.690Kg conferiti nel 2021 a 546.431Kg.

Il Veneto seppur in calo evidenzia ha una percentuale inferiore alla media nazionale (-2.9%) passando dai 59.109 kg conferiti a fine agosto 2021 ai 57.384 kg del 2022.

Se andiamo a valutare con maggior attenzione il dato ci accorgiamo che il calo del Veneto risulta inferiore alla medi nazionale sia per il plasma di categoria A, sia di categoria B, mentre è maggiore per la categoria C.

Ciò dimostra, ancora una volta, che pur in una situazione di difficoltà la scelta del Veneto risulta oculata in quanto il calo del plasma di categoria C è un dato che va letto in positivo.

Per il plasma, ancor più che per la raccolta di sangue intero, incide pesantemente la carenza di medici e anche di infermieri.

Molte, a parole, sono le iniziative che propongono i Direttori dei Dipartimenti Trasfusionali, ma dalle parole si deve passare ai fatti. Noi che ci occupiamo di sangue da quasi cento anni, sappiamo che le parole servono a poco. Serve concretezza ed è questa che abbiamo chiesto, chiediamo e continueremo a chiedere a livello regionale, sia confrontandoci con i tecnici, sia con i politici. Confidiamo che una eccellenza come quella del Veneto in ambito trasfusionale sia mantenuta e possa tornare ad essere d’esempio a livello nazionale.

In basso il Plasma inviato all’industrie in c/lavorazione regione per regione Dati: Centro nazionale sangue.

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