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A picco la raccolta negli States, ma nei pr ossimi anni i consumi

A picco la raccolta negli States, in 5 anni consumi alle stelle

di / Bernardino Spaliviero e Beppe Castellano /

Sta per concludersi il Piano Plasma Nazionale 2016-2020 e siamo al 70-75% dell’autosufficienza. Il primo Piano Nazionale Plasma e Plasmaderivati (PNPP), decreto ministeriale del 2.12.2016, GURI n.9 del 12.01.2017, riguarda il quinquennio 2016-2020. Obiettivo del PNPP è l’incremento dell’11% del plasma conferito in conto lavoro alle industrie della plasmaderivazione: da 777.706 kg del 2015, a 860.733 kg previsti nel 2020 (SARSCoV-2 permettendo). La lavorazione del plasma in conto lavoro, lo leggiamo nelle pagine successive, è nata nel 1986 in Veneto.

Il plasma, da noi, non si vende. I farmaci plasmaderivati non si comprano. Le industrie sono retribuite per il lavoro della plasmaderivazione. Punto! Per arrivare al primo PNPP ci sono voluti trent’anni dall’iniziativa veneta, nata in un furibondo confronto fra Avis Veneto e la Giunta

Regionale dell’epoca che stava per vendere il nostro plasma a un’industria austriaca. Fino al COVID-19 gli obiettivi del PNPP sono stati raggiunti e tutto fa pensare che i quattro Accordi Interregionali Plasma che si sono costituiti in Italia diveranno tutti pienamente operativi entro il 2021. Anche il volume del plasma conferito sarà quello previsto o... lì vicino tenendo conto dei danni del COVID-19. L’Italia si avvicina quindi al 75% dell’autosufficienza in Medicinali Plasmaderivati (MPD).

Un’occhiata agli sviluppi futuri

I farmaci MPD sono sempre più “salvavita” e la materia prima “PLASMA” è ormai considerata “strategica” in tutto il mondo. Autorevoli studi internazionali prevedono un incremento nel prossimo quinquennio della domanda mondiale di circa il 30-40%. Una cifra enorme, da paura, in particolare per le Immunoglobuline.

Circa il 60% del plasma mondiale viene “prodotto” negli USA, prelevato a pagamento soprattutto da poveri che lo vendono per mantenere se stessi e le loro famiglie, un moderno e mai cessato “vampirismo del più forte sul più debole”.

La pandemia COVID-19 sta dimezzando questa “produzione”. Negli ultimi 3-4 mesi, ci dicono fonti “certificate”, i centri di raccolta plasma degli Stati Uniti hanno registrato un calo della raccolta intorno al 50%. Si può ben capire il rischio che corrono gli ammalati che dipendono da queste forniture discutibili (eticamente parlando!). Presto questi farmaci non basteranno per tutti e, in una logica di mercato, il loro prezzo salirà di parecchio. Il problema potrebbe iniziare a concretizzarsi già dal prossimo anno.

Solo i Paesi ricchi potranno acquistarli, in misura comunque limitata dalle rispettive disponibilità economiche. La nostra Italia, con il debito pubblico che si ritrova, come potrebbe fare se dipendesse totalmente dal mercato? L’autosufficienza plasmatica nazionale è quindi irrinunciabile per garantire a tutti gli ammalati le cure, il più delle volte salvavita. Bisogna quindi “guardare oltre” e ragionare su quali saranno le necessità nazionali future, tenendo conto dei cambiamenti epocali delle malattie (e il COVID-19 potrebbe essere solo una delle prime novità) e delle possibilità terapeutiche più promettenti e innovative che possono richiedere la disponibilità di MPD.

Immunoglobuline e Albumina

Questi due farmaci cosiddetti “driver” rappresentano circa il 70% del fatturato internazionale dei MPD, poco più del 50% sono Immunoglobuline “polivalenti” o “specifiche”. Le Ig specifiche si ottengono da plasma iperimmune (di questi tempi se ne parla molto per il COVID-19). È qui la vera sfida che dobbiamo saper accettare e vincere, ma non possiamo farcela da soli!

Aumentare le Plasmaferesi

Sono tre le categorie del plasma, come spiegato nelle pagine precedenti: A, B e C. Il plasma di categoria B e C è ottenuto per separazione dal sangue intero. Non può aumentare oltre perché tutto il sangue intero in Italia viene già separato e il plasma inviato alla lavorazione industriale.

L’autosufficienza plasmatica si raggiunge SOLO se aumentiamo il plasma di categoria A, da plasmaferesi. Non basta però solo aumenta

re i Donatori: bisogna aumentare i separatori, il numero di procedure per separatore e il personale (medici e infermieri professionali).

Questo non dipende da scelte Avis, bensì da scelte di Regioni e Aziende sanitarie. È qui che il cammino per l’autosufficienza trova ostacoli; ed è qui che Avis deve aprire un serio e sereno confronto con Regioni, Assessori e Presidenti regionali, e con i Direttori generali delle ULSS, in collaborazione con medici e infermieri dei Servizi Trasfusionali. Come sempre tre sono le tutele di Avis: Ammalati-Donatori-Dono. Si sta alzando l’asticella e noi ci adeguiamo, sempre e comunque dalla parte di ammalati e donatori; ma devono attivarsi e fare la propria parte pure gli altri!

E alla Conferenza Stato-Regioni c’è già il Programma 2020-2015

La notizia è arrivata in chiusura di numero. Riportiamo il comunicato stampa di Avis Nazionale. I Governatori, se leggono la stampa avisina, sono informati...

Aumentare la raccolta di globuli rossi e fornire un’accelerazione nella produzione di medicinali plasmaderivati. Sono solo alcuni degli obiettivi per il periodo 2020-2025 contenuti nello schema di decreto “Programma nazionale di autosufficienza nazionale del sangue e dei suoi prodotti” che, in settimana, sarà sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni. Dai fabbisogni ai livelli di raccolta necessari, il documento stabilisce le linee guida da seguire per monitorare l’autosufficienza e coordinare al meglio la compensazione interregionale. In particolare, per quanto riguarda la produzione di farmaci plasmaderivati, l’obiettivo è quello di fornire uno sforzo in più per incrementare il conferimento di plasma all’industria in quelle regioni che hanno segnato il passo rispetto a quanto prefissato. Inoltre, il Programma nazionale punta all’azzeramento delle unità di plasma eliminate per iperdatazione. Necessarie, per il raggiungimento degli obiettivi, compatibilmente con le difficoltà generate dall’emergenza Covid-19, saranno da parte delle Regioni l’implementazione e la concentrazione delle attività trasfusionali, anche aumentando le procedure di raccolta del plasma in aferesi e ampliando gli accessi dei donatori in collaborazione con le associazioni stesse. In dieci anni, la raccolta di globuli rossi si è stabilizzata su numeri che soddisfano il fabbisogno nazionale, un traguardo raggiunto grazie alla capacità produttiva di territori come Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e provincia di Trento che, oltre a coprire le proprie necessità, ha permesso di supportare altre regioni con maggiori carenze. Stesso discorso per quanto riguarda il plasma da frazionamento, grazie al quale la produzione di farmaci è aumentata del 5,5%.

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