L'assedio di Berlino

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Alphonse Daudet

L'assedio di Berlino

Traduzione dal francese di Manuela Dal Castello

Dalla raccolta © Sul treno per Dovevuoiandaretu Per le traduzioni: © 2013 dei rispettivi traduttori e traduttrici Per l'edizione: © European School of Translation e Dragomanni Illustrazioni: © Valentina Volpi


L'assedio di Berlino

Manuela Dal Castello

All’inizio ci chiedemmo se non fosse meglio portarlo via, in provincia, ma, appena fuori dalla città, la situazione della Francia gli avrebbe spiegato tutto quanto, e lo consideravo ancora troppo debole e troppo stordito dal grande trauma che aveva subito per permettere che la verità gli si rivelasse. Dunque si decise di farlo rimanere. Il primo giorno di occupazione salii da loro, mi ricordo, molto commosso, con quell’angoscia nel cuore che tutti sentivamo vedendo le porte di Parigi chiuse, la battaglia sotto le mura, le periferie divenute frontiere. Trovai l’uomo seduto sul letto, giubilante e fiero. Mi disse: “E allora, finalmente è cominciato quest’assedio!” Io lo guardai stupito: “Come, colonnello, Voi sapete?...” Sua nipote si voltò verso di me: “Eh sì, dottore... È la notizia del giorno... L’assedio di Berlino è iniziato.” Mentre parlava, cuciva, con un’aria così posata, così tranquilla... Come avrebbe potuto, lui, dubitare di qualcosa? (…) Povero colonnello! Era quest’atmosfera di vittorie e conquiste, ancor più di tutto quello che avremmo potuto dirgli, a fargli credere così ingenuamente all’assedio di Berlino. A partire da quel giorno, le nostre operazioni militari si fecero molto più semplici. Prendere Berlino oramai era solo questione di pazienza. Estratto dall’ebook Sul treno per Dovevuoiandaretu, a cura di European School of Translation e Dragomanni (Narcissus.me, 2013). Sono vietati la duplicazione, trasformazione o rappresentazione, totale o parziale, dello stesso, così come lo sfruttamento economico, previa autorizzazione dell’Editore e dei detentori dei diritti sulla traduzione.


L'assedio di Berlino

Manuela Dal Castello

(...) Immaginatevi la disperazione di quella povera ragazza che non aveva notizie di suo padre e lo sapeva prigioniero, privato di tutto e forse malato, costretta a farlo parlare con lettere gioiose, piuttosto corte, come potrebbe scriverne un soldato durante una campagna militare mentre avanza in un paese conquistato.

Estratto dall’ebook Sul treno per Dovevuoiandaretu, a cura di European School of Translation e Dragomanni (Narcissus.me, 2013). Sono vietati la duplicazione, trasformazione o rappresentazione, totale o parziale, dello stesso, cosÏ come lo sfruttamento economico, previa autorizzazione dell’Editore e dei detentori dei diritti sulla traduzione.


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