Lucy Maud Montgomery
La storia di Davenport
Traduzione dall'inglese di Elena Papaleo
Dalla raccolta © Sul treno per Dovevuoiandaretu Per le traduzioni: © 2013 dei rispettivi traduttori e traduttrici Per l'edizione: © European School of Translation e Dragomanni Illustrazioni: © Valentina Volpi
La storia di Davenport
Elena Papaleo
«… Ma tu, vecchio mio, hai mai incontrato davvero i fantasmi?» Davenport congiunse la punta delle dita con aria pensierosa. «Mi crederesti se ti dicessi di sì?» «No», rispose Jack sfacciato. «E allora posso anche stare zitto.» «Ma non vuoi mica dire che l’hai fatto sul serio, giusto?» «Non so. Una volta è successo qualcosa di strano. Non sono mai riuscito a spiegarmelo… da un punto di vista razionale, intendo. Volete che ve lo racconti?» Certo che volevamo. Era emozionante. Nessuno si sarebbe mai immaginato che Davenport avesse visto i fantasmi. «È piuttosto convenzionale», iniziò. «Pare che i fantasmi non abbiano una grande fantasia. Ma è di prima mano, caro Jack, se è quel che desideri. Credo di non avervi mai parlato di mio fratello Charles. Era più grande di me di due anni, un tipo tranquillo e riservato; non era affatto espansivo, ma aveva sentimenti forti e profondi. «Finito il college si fidanzò con Dorothy Chester. Era molto bella e mio fratello l’adorava. Morì poco tempo prima del giorno del loro matrimonio e Charles non si riprese mai da quel brutto colpo.
Estratto dall’ebook Sul treno per Dovevuoiandaretu, a cura di European School of Translation e Dragomanni (Narcissus.me, 2013). Sono vietati la duplicazione, trasformazione o rappresentazione, totale o parziale, dello stesso, così come lo sfruttamento economico, previa autorizzazione dell’Editore e dei detentori dei diritti sulla traduzione.
La storia di Davenport
Elena Papaleo
«Io sposai Virginia, la sorella di Dorothy. Virginia era completamente diversa dalla sorella, ma la nostra figlia più grande assomigliava in modo sorprendente alla zia defunta. La chiamammo Dorothy e Charles se ne affezionò molto. Dolly, così la chiamavamo, era per tutti “il tesorino di zio Charlie”. «Quando Dolly aveva dodici anni, Charles andò per lavoro a New Orleans. Mentre era là si ammalò di febbre gialla e morì. Fu sepolto a New Orleans e alla piccola Dolly quasi si spezzò il cuore per quella morte. «Un giorno, cinque anni dopo, quando Dolly ne aveva diciassette, stavo scrivendo delle lettere nella mia biblioteca. Proprio quel mattino mia moglie e Dolly si erano recate a New York per poi partire alla volta dell’Europa. Dolly sarebbe andata a studiare a Parigi per un anno. Il lavoro non mi consentì di accompagnarle nemmeno fino a New York. Al loro fianco, tuttavia, c’era Gilbert Chester, il fratello di mia moglie. Sarebbero partiti a bordo della Aragon il mattino seguente. «Era da circa un’ora che scrivevo di continuo. Poi, sentendomi stanco, posai la penna e, appoggiando la schiena alla poltrona, stavo quasi per accendermi un sigaro, quando un impulso inesplicabile mi spinse a voltarmi. Lasciai cadere il sigaro e saltai in piedi stupito. Nella stanza c’era un’unica porta e per tutto il tempo l'avevo avuta di fronte. Avrei potuto giurare che non fosse entrato nessuno, eppure là, in piedi fra me e la libreria, c’era un uomo… e quell’uomo era mio fratello Charles!...»
Estratto dall’ebook Sul treno per Dovevuoiandaretu, a cura di European School of Translation e Dragomanni (Narcissus.me, 2013). Sono vietati la duplicazione, trasformazione o rappresentazione, totale o parziale, dello stesso, così come lo sfruttamento economico, previa autorizzazione dell’Editore e dei detentori dei diritti sulla traduzione.