Andrew Lang
Il principe Prigio
Traduzione dall'inglese di Silvia Carli
Dalla raccolta © Sul treno per Dovevuoiandaretu Per le traduzioni: © 2013 dei rispettivi traduttori e traduttrici Per l'edizione: © European School of Translation e Dragomanni Illustrazioni: © Valentina Volpi
Il principe Prigio
Silvia Carli
«Le fate, giusto, le hai invitate? È sempre stata consuetudine, nella nostra famiglia, in occasioni simili, e penso che le stiamo trascurando da un po’». «Come puoi essere così ridicolo?» urlò la regina. «Quante volte te lo devo dire che non esistono le fate? E anche se esistessero… non avrebbe alcuna importanza; ti prego, finiamo qui la discussione». «Sono amiche della nostra famiglia da molto tempo, mia cara, questo è tutto», aggiunse timidamente il re. «Ci hanno fatto spesso da madrine. Una in particolare è stata molto gentile e disponibile con Cenerentola I, mia nonna». «Tua nonna!» intervenne Sua Maestà. «Sciocchezze! Se qualcuno mette in testa queste stupidaggini al mio piccolo Prigio…». Ma in quel mentre la balia portò il neonato e la regina quasi lo divorò di baci. E così le fate non furono invitate! Fu un evento fuori dell’ordinario, ma nessuno dei nobili si recò al battesimo appena venne a sapere che le fate non ci sarebbero state. Alcuni erano all’estero, diversi malati, alcuni prigionieri dei Saraceni, altri erano rimasti intrappolati nelle tane degli orchi. Andò a finire che il re e la regina si trovarono a sedere da soli, entrambi dalla parte opposta di un lungo tavolo, adornato con piatti e bicchieri per un centinaio di ospiti, un centinaio di ospiti che non arrivarono mai! «Un po’ di minestra, mia cara?» gridò attraverso una tromba parlante, quando, all’improvviso, l’aria fu riempita da un frullio di ali di uccelli. Fru, fru, fri, faceva il rumore; non appena la regina alzò lo sguardo, ecco, guardate! Su ogni Estratto dall’ebook Sul treno per Dovevuoiandaretu, a cura di European School of Translation e Dragomanni (Narcissus.me, 2013). Sono vietati la duplicazione, trasformazione o rappresentazione, totale o parziale, dello stesso, così come lo sfruttamento economico, previa autorizzazione dell’Editore e dei detentori dei diritti sulla traduzione.
Il principe Prigio
Silvia Carli
sedia c’era una graziosa fata, vestita di verde, ognuna con in mano un pacchetto dall’aspetto più interessante dell’altro. Non vi piace aprire i regali? Al re piaceva, e fu più cordiale ed educato con le fate. Ma la regina, nonostante le vedesse veramente, non fece loro caso. Capite, lei non credeva nelle fate, e neppure ai propri occhi quando le vide. Così parlò al re ignorando le fate, proprio come se non fossero state presenti, mentre il re si comportò in modo gentile come fossero state reali, e lo erano, certamente. Finita la cena, la balia portò il bambino e tutte le fate gli donarono i più splendidi regali di sempre. Una offrì un borsellino che non poteva mai essere vuoto e un paio di stivali delle sette leghe; un’altra un cappello dell’invisibilità, nessuno avrebbe potuto vedere il principe se lo avesse indossato; un’altra un cappello dei desideri e un’altra un tappeto, su cui, quando fosse salito, sarebbe stato portato in qualsiasi luogo volesse. Un’altra lo rese per sempre bellissimo, un’altra, coraggioso e un’altra, fortunato. Ma l’ultima fata, una vecchia bisbetica, si avvicinò lentamente e disse, «Bambino mio, tu sarai troppo intelligente!».
Estratto dall’ebook Sul treno per Dovevuoiandaretu, a cura di European School of Translation e Dragomanni (Narcissus.me, 2013). Sono vietati la duplicazione, trasformazione o rappresentazione, totale o parziale, dello stesso, così come lo sfruttamento economico, previa autorizzazione dell’Editore e dei detentori dei diritti sulla traduzione.