A. Pisci | M. Trabucco
Alberto Pisci
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Michele Trabucco
Insieme sulla MADRE TERRA
EDUCARSI ALLA CONVIVENZA
nelle
Religioni a confronto Compiti di realtà Grandi temi nelle religioni
Religione cattolica per la secondaria di secondo grado
Alberto Pisci
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Michele Trabucco
AREA
INDICE
1 IL MIO POSTO
SUL PIANETA TERRA Unità 1
Progettare la mia vita sulla Terra
Unità 2
Uno straordinario dono: la Terra
Unità 3
Gli interrogativi fondamentali
20
Unità 8
La ricerca di Dio
46
22
Unità 9
Le diverse concezioni del divino
48
LE RELIGIONI ANTICHE
50
24
Unità 10
Alle origini della religione
52
26
Unità 11
Gli elementi fondamentali delle religioni
54
Metti alla prova le tue CONOSCENZE
30
IL TEMPO SACRO NELLE RELIGIONI RIVELATE
56
MAPPA di sintesi
31
LO SPAZIO SACRO NELLE RELIGIONI RIVELATE
58
LINGUAGGI Cinema Le otto montagne
32
LO SPAZIO SACRO NELLE RELIGIONI ORIENTALI
62
DONNE E UOMINI DEL SACRO
64
I PELLEGRINAGGI
66
IL GIUBILEO
68
COMPITO DI REALTÀ
Giornata mondiale per la cura del creato
33
VIDEO E SCENE DI FILM Viva la Costituzione: Cultura e paesaggio • Le otto montagne APPROFONDIMENTI Thich Nhat Hanh, Conversazione intima con la madre Terra • Luca Mercalli, Non c’è più tempo • Conoscere le emozioni
AREA
2 L’UMANITÀ
E LE RELIGIONI
34 36
Unità 5
C’è bisogno della religione?
38
Unità 6
Religione e mito
40
Unità 7
Alla ricerca della felicità
42
INDICE
44
70
I NUOVI MOVIMENTI RELIGIOSI
74
IL SATANISMO
75
Metti alla prova le tue CONOSCENZE
76
MAPPA di sintesi
77
L’origine dell’universo e il senso della vita
Dio dentro di noi
12
L’indifferenza e il rifiuto di Dio
LINGUAGGI Scienza
Unità 4
I SIMBOLI DELLE RELIGIONI
Unità 12
COMPITO DI REALTÀ
Giornata internazionale della felicità
78 79
VIDEO E SCENE DI FILM Il senso del sacro • Io c’è • La sinagoga e la comunità ebraica di Torino • La moschea e l’islam a Torino • Decalogo 1 AUDIO La creazione • Gli inizi dell’umanità • Dio manda il diluvio • La fine del diluvio • Intervista a Fabiola Gianotti APPROFONDIMENTI Religione e cultura • Felicità è... essere o avere? • Religioni monoteistiche e monoteismi non religiosi • Decalogo 1, la trama • Papa Francesco, Coltivare la spiritualità GALLERIE DI IMMAGINI I simboli delle religioni
AREA
AREA
4 GESÙ,
3 DIO INCONTRA
IL SUO POPOLO Unità 13
Israele, il popolo di Dio
Unità 14
Un album di famiglia: il Testamento degli ebrei
80 82 84
LA LUCE DEL MONDO
108
Unità 21
Chi è Gesù? I primi testimoni
110
Unità 22
Il Nuovo Testamento
114
Unità 23
Dal Vangelo ai Vangeli
116
Unità 24
I Vangeli dell’infanzia
120
Unità 25
Maria, la “madre di Dio”
122
Unità 26
La terra e l’ambiente di Gesù
124
Unità 27
Amare prima di tutto: il racconto di una vita
126
Unità 28
Gli incontri di Gesù
130
BIBBIA EBRAICA E BIBBIA CRISTIANA
86
Unità 15
Regni fratelli e nemici
88
Unità 16
Un popolo sottomesso
90
Unità 17
Gli ebrei, un popolo da sterminare
92
Unità 18
Una rinascita senza pace
94
Unità 19
La Legge: una bussola di comportamento
98
Unità 29
La passione e la morte
134
Unità 20
I profeti: portavoce di Dio
100
Unità 30
La risurrezione
138
Metti alla prova le tue CONOSCENZE
104
Unità 31
Chi è dunque Dio?
140
MAPPA di sintesi
105
Unità 32
LINGUAGGI Cinema Il labirinto del silenzio
106
Le risposte rivoluzionarie di Gesù
142
Metti alla prova le tue CONOSCENZE
146
MAPPA di sintesi
147
COMPITO DI REALTÀ
Giorno della memoria
107
VIDEO E SCENE DI FILM Abramo, modello di fede assoluta • Viaggio alle origini della Bibbia • Geremia, il profeta • Religioni e falsi miti: l’ebraismo • La stella di Andra e Tati • Il violinista sul tetto • Il labirinto del silenzio AUDIO Dio chiama Abramo • Il sacrificio di Isacco PODCAST Storie della Bibbia: Giacobbe il tenace • Giuseppe, non solo sogni APPROFONDIMENTI Che cosa significa che gli ebrei sono un popolo eletto? • Il problema delle fonti • Il contenuto della Torah • I libri storici • I libri profetici e sapienziali • Le fonti del Pentateuco • Il problema del canone • L’Antico Testamento • L’esegesi biblica • La riproduzione del testo biblico • L’alfabeto ebraico • La doppia Torah • Tra filosofia e mistica • I libri dei profeti • Il profetismo oltre la Bibbia
LINGUAGGI Arte
L’arte: espressione della creatività umana
COMPITO DI REALTÀ
148 149
Giornata mondiale per l’ambiente
VIDEO E SCENE DI FILM La vera storia di Gesù • La Cappella degli Scrovegni a Padova • Maria di Nazaret • Il battesimo di Cristo, Cima da Conegliano • Atto di fede • Jesus • San Pietro • La vocazione di san Matteo, Caravaggio • Jesus Christ Superstar • Una settimana da Dio AUDIO La natività • L’annunciazione • Le parabole del regno di Dio • La risurrezione di Lazzaro • La chiamata degli apostoli • Gesù e la samaritana • L’ingresso a Gerusalemme • L’Ultima cena • Il tradimento di Giuda • Gesù nell’orto degli ulivi • Il processo a Gesù • La risurrezione APPROFONDIMENTI Giuseppe Flavio: un passo controverso • Svetonio: i cristiani espulsi da Roma • La storicità dei Vangeli • Lo gnosticismo • Il sogno di Maria, Fabrizio De André • In che anni predicava Gesù? • Da Giuda al Vangelo di Giuda
INDICE
13
INSERTO MEMORIA
La STORIA DELLA CHIESA
INSERTO MEMORIA
150
AREA
192
AREA
5 SULLA TERRA,
MA DI PASSAGGIO: LA CHIESA
LA CHIESA E LE DONNE DAL NOVECENTO A OGGI
6 UN NUOVO MODO
DI VIVERE SULLA TERRA
198
170
Unità 39
Con l’amore di un padre
200
Unità 33
Nasce la Chiesa
172
Unità 40
Mettere al centro chi soffre
202
Unità 34
Paolo di Tarso
174
Unità 41
Giudicati sull’amore
206
Unità 35
“Mettevano tutto in comune”
176
Unità 42
Nuove virtù e nuovi valori
208
Unità 36
Su questa Terra, ma non di questo mondo
178
Unità 43
Artigiani di pace per un mondo migliore
210
Unità 37
Persecuzioni e martìri nel nome di Cristo
180
Unità 44
Testimoni di speranza
214
Unità 38
Feste e liturgie
182
I SACRAMENTI: INCONTRI CON DIO
184
Metti alla prova le tue CONOSCENZE
188
MAPPA di sintesi
189
LINGUAGGI Cinema Captain Fantastic
190
COMPITO DI REALTÀ
Giornata mondiale dell’acqua
191
VIDEO E SCENE DI FILM San Paolo • Francesco • Luther. Genio, ribelle, liberatore • Un uomo per tutte le stagioni • Paolo, apostolo di Cristo • San Pietro • Il Trittico dei sette sacramenti, Roger van der Weiden • Uomini di Dio • Captain fantastic AUDIO La chiamata di Saulo • Paolo fonda la Chiesa di Antiochia • Invio in missione • Il discorso di Paolo ad Antiochia APPROFONDIMENTI Il cristianesimo medievale • L’età contemporanea • Dalla guerra fredda a papa Francesco • La Pentecoste, Tiziano • Il discorso di Paolo all’areopago • Le Lettere paoline • Le Lettere cattoliche • Il rapporto tra cristiani e società • La lettera a Diogneto • Il pastore di Erma • Le Lettere del Nuovo Testamento • L’Apocalisse di Giovanni • Il martirio di Policarpo • L’editto di tolleranza • L’iniziazione nelle altre religioni
14
INDICE
Metti alla prova le tue CONOSCENZE
218
MAPPA di sintesi
219
LINGUAGGI Musica Che sia benedetta
220
COMPITO DI REALTÀ
Giornata internazionale del volontariato
221
VIDEO E SCENE DI FILM Gesù di Nazaret • Viva la Costituzione: Solidarietà • Giuseppe Moscati. L’amore che cura • La settima stanza AUDIO Il buon pastore • Il buon samaritano • Le Beatitudini APPROFONDIMENTI Il divino e l’umano • Martin Luther King, I have a dream
AREA
AREA
7 IL VOLTO DI DIO
NELLE GRANDI RELIGIONI
8 UN NUOVO MODO
222
Unità 45
I fondamenti dell’islam
224
Unità 46
I fondamenti dell’induismo
228
Unità 47
I fondamenti del buddhismo
230
Unità 48
I fondamenti del confucianesimo
232
Unità 49
I fondamenti del taoismo e dello zoroastrismo
Unità 50 Unità 51
Unità 53
La natura: cieli nuovi e terra nuova
Unità 54
La natura dell’essere umano tra Primo e Secondo Testamento 254
Unità 55
La vita e la morte
256
234
Unità 56
L’essere umano nelle altre religioni
258
I fondamenti dello shintoismo
236
Unità 57
I Nuovi Movimenti Religiosi nel cristianesimo
La libertà nell’insegnamento cristiano
260
238
Unità 58
La libertà nelle altre religioni
262
240
Unità 59
Vivere in coppia
266
Unità 60
L’uomo e la donna nelle altre religioni
268
Unità 61
Insieme per la vita: la famiglia cristiana
270
Unità 62
Il matrimonio e la famiglia nelle altre religioni
272
Metti alla prova le tue CONOSCENZE
276
MAPPA di sintesi
277
I MOVIMENTI DI DERIVAZIONE CRISTIANA
Unità 52
DI CONCEPIRE LA NATURA E L’ESSERE UMANO 248
I Nuovi Movimenti Religiosi nelle altre religioni
242
Metti alla prova le tue CONOSCENZE
244
MAPPA di sintesi
245
LINGUAGGI Cinema Kundun
246
COMPITO DI REALTÀ
Giornata internazionale della nonviolenza
247
VIDEO E SCENE DI FILM Muhammad, videobiografia • Uomini di Dio • Vita di Pi • Piccolo Buddha • Kundun • La città incantata APPROFONDIMENTI L’islam • Amina Wadud e i diritti delle donne • I 99 Bellissimi Nomi di Dio • Ibn ‘Ara Allah, Scrutate ciò che è nei cieli • Rumi, Dovrò diventare un alito divino • L’induismo • L’induismo in Italia • Le caste • Preghiera induista • Il buddhismo • Giardini indiani: il paradiso del buddhismo • Svami Vivekananda, un mistico indiano in Europa • Il New Age • Gli Hare Krishna
LINGUAGGI Cinema
Dio è donna e si chiama Petrunya
COMPITO DI REALTÀ
Giornata internazionale dell’educazione
250
278 279
VIDEO E SCENE DI FILM Dio è donna e si chiama Petrunya AUDIO La creazione • Gli inizi dell’umanità APPROFONDIMENTI Papa Francesco, Il mondo è una trama di relazioni • La Dichiarazione buddhista sul cambiamento climatico • Il primo e il secondo racconto della creazione • Inno alla vita • Ecologia umana: la persona è in pericolo! • La percezione della morte nell’adolescenza • Il decalogo del conducente • La Chiesa cattolica e l’induismo • Confucio: la virtù perfetta • Freedom, il testo • Bhagavad Gita: Nessuno può trattenere il corso degli eventi • Canone Pali: L’ignoranza è alla base degli influssi impuri • L’amore, il dharma delle donne • Le donne e la meditazione spirituale • Mariti, amate le vostre mogli! • Matrimonio ortodosso e protestante • La sposa come vite feconda • La paternità responsabile
GIRA IL LIBRO
280
I GRANDI TEMI NELLE RELIGIONI EDUCARSI ALLA CONVIVENZA TEMA 3
A TAVOLA CON LE RELIGIONI
28
Mangiare san(t)o ● L’ebraismo ● Il cristianesimo ● L’islam ● L’induismo ● Il buddhismo VIDEO E SCENE DI FILM Mangiare sacro: la festa di Hannukkah • Mangiare sacro: Ramadhan APPROFONDIMENTI Adamo vegetariano • Divieto di mangiare sangue e animali morti • La Pasqua • Le nozze di Cana • La moltiplicazione dei pani e dei pesci • L’Ultima cena • I discepoli di Emmaus • François Mauriac, I discepoli di Emmaus • Hadits sull’igiene alimentare • Leggende sul divieto della carne di maiale • Il tè alla menta • Digiuni per la pace • Il latte • Il vegetarismo • La pratica del digiuno
TEMA 1
AMICIZIA E FRATERNITÀ
4
Diversi e uguali ● Gesù e la radicalità dell’amicizia cristiana ● Amicizia e fraternità tra gli ebrei ● Amicizia e fraternità nell’islam ● Amicizia e fraternità in India ● Amicizia e fraternità nel buddhismo
TEMA 2
14
VIDEO E SCENE DI FILM Viva la Costituzione: Diritti • Giovanni XXIII, videobiografia • Paolo VI, videobiografia • Giovanni Paolo II, videobiografia APPROFONDIMENTI La Dichiarazione universale dei diritti umani • Nostra Aetate: introduzione • Nostra Aetate: le strade della salvezza • Ortodossi e riformati: separati, ma fratelli e sorelle • Amore, studio, dialogo, preghiera: i “quattro passi” per l’unità tra i cristiani • Lettera aperta ai fratelli minori • Il papa al rabbino Skorka: fede e diritti umani non sono in conflitto • Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nell’islam • Cristiani e musulmani: condividiamo gioie e dolori • Induismo: libertà religiosa e diritti umani • Dialogo religioso tra buddhismo e cristianesimo
IL BENE E IL MALE NELLE RELIGIONI
58
L’armonia dell’universo e il male ● L’ebraismo ● Il cristianesimo ● L’islam ● L’induismo ● Il buddhismo VIDEO E SCENE DI FILM Noah • Jesus APPROFONDIMENTI Il lamento di Giobbe • Elie Wiesel, La notte • Tentazioni e regno dei cieli • Liberazione di un indemoniato • Fedor Dostoevskij, Signore perché? • Satana e i demoni nel Corano • Il male esiste come il bene • Il karma, la soluzione al problema del male • L’attaccamento alle cose e il dolore
TEMA 6
INDICE
46
L’origine “sacra” dello sport ● Le religioni e il corpo ● Alimentazione e abbigliamento
TEMA 5
La Dichiarazione universale dei diritti umani ● Diritti e doveri: alle origini dell’insegnamento cristiano ● La Chiesa non può mai abbandonare l’essere umano ● La stagione del Concilio Vaticano II ● La relazione con le Chiese cristiane ● Il dialogo con gli ebrei ● Il dialogo con i musulmani ● Il dialogo con le religioni orientali ● Papa Francesco e la “convivialità delle differenze”
16
SPORT E RELIGIONI
VIDEO E SCENE DI FILM La bicicletta verde • Billy Elliot APPROFONDIMENTI Sport e Shabbat • Papa Francesco, Lo sport è via di santità • Lo sport è haram o halal?
APPROFONDIMENTI Il perdono dei nemici (Mt 5, 38-48) • Fedor Dostoevskij, L’umiltà amorosa • Amicizia come condivisione e solidarietà • Papa Francesco, In amicizia con Cristo • L’amicizia nella Bibbia • L’amicizia nell’islam• Gandhi, la mitezza • Amicizia e buddhismo
DAI DIRITTI UMANI AL DIALOGO INTERRELIGIOSO
TEMA 4
LA NATURA E LA QUESTIONE AMBIENTALE
74
La Terra, il nostro pianeta ● L’ebraismo ● Il cristianesimo ● L’islam ● L’induismo ● Il buddhismo VIDEO E SCENE DI FILM La quinta stagione APPROFONDIMENTI La quinta stagione, la trama • Jurgen Moltmann, Se la Bibbia diventa ecologista • Lo sviluppo sostenibile • La terra affidata all’essere umano • I “comandamenti verdi” di papa Francesco • Ecologia umana: la persona è in pericolo • I detti del Profeta • Scienza, potere e disuguaglianza: la ricetta di Vandana Shiva • Buddhismo e natura: l’editto di Ashoka
TEMA 7
ACCOGLIENZA E INCLUSIONE
90
TEMA 10 TRAME DI GUERRA
E INTRECCI DI PACE
132
IntegrAzioni nella storia ● L’ebraismo ● Il cristianesimo ● L’islam ● L’induismo ● Il buddhismo
Il fascino della guerra e il bisogno di pace ● L’ebraismo ● Il cristianesimo ● L’islam ● L’induismo ● Il buddhismo
VIDEO E SCENE DI FILM Non sposate le mie figlie! • Viva la Costituzione: Straniero • Gandhi, videobiografia PODCAST Storie della Bibbia: Rut, il caso non esiste APPROFONDIMENTI Il Decreto Cutro • L’accoglienza dello straniero nella Torah •La scuola plurale e i Nuovi Arrivati in Italia (NAI) • Gesù straniero nei Vangeli • John Locke, Lettera sulla tolleranza • Papa Francesco, I migranti sono una vera risorsa anche economica • I diritti dell’ospite e del migrante • Atteggiamenti di accoglienza • Un esempio di dhimma • Il vero devoto è accogliente • Salmo del pellegrino • Swami Vivekananda, La strada degli uomini è la mia strada • Gandhi, Tutte le religioni sono vere •L’imperatore Ashoka e l’accoglienza verso tutti • Il Dalai Lama e l’accoglienza del prossimo
VIDEO E SCENE DI FILM Joyeux Noel • Timbuktu APPROFONDIMENTI Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri • La Lettera agli Efesini • La natura della pace • La terza guerra mondiale a pezzi • Metti la concordia nei nostri cuori • Il grande jihad • Gandhi, cinque frasi sulla pace • Dalai Lama, discorso sulla pace
TEMA 8
LIBERTÀ RELIGIOSA, LAICITÀ E DEMOCRAZIA
106
Alle origini dello Stato moderno ● L’ebraismo ● Il cristianesimo ● L’islam ● L’induismo ● Il buddhismo VIDEO E SCENE DI FILM Viva la Costituzione: Confessioni religiose APPROFONDIMENTI Intesa tra la Repubblica Italiana e l’UCEI • L’apostolato dei laici • L’alleanza tra democrazia e relativismo etico • Libertà religiosa • Il Patto nazionale per un islam italiano • Libertà come bene supremo • Politica e religione
TEMA 9
ALLA RICERCA DELLA VERITÀ TRA SCIENZA E FEDE
TEMA 11
Il “come” della scienza e il “perché” della religione ● L’ebraismo ● Il cristianesimo ● L’islam ● L’induismo ● Il buddhismo VIDEO E SCENE DI FILM Contact • L’uomo che vide l’infinito APPROFONDIMENTI Albert Einstein, Il mondo come lo vedo • Giovanni Paolo II, Fides et Ratio • L’islam e la scienza • L’uomo che vide l’infinito, la trama • Ayurveda: un connubio tra scienza e spiritualità • La scienza a un bivio
144
L’etica e le scienze della vita ● I nuovi orizzonti della scienza ● La Chiesa cattolica e la dignità umana ● La bioetica nelle altre religioni VIDEO E SCENE DI FILM Il figlio dell’altra APPROFONDIMENTI I principi della bioetica personalista • Le tecniche dell’IVG • La posizione della Chiesa nell’Evangelium Vitae • La posizione di papa Francesco sull’aborto • Le tecniche di PMA • Riflessioni sulla clonazione della Pontificia Accademia Pro Vita • Terapie analgesiche e obiezione di coscienza: la Samaritanus Bonus • La morale ebraica e la bioetica • Il gran rabbino di Francia e l’eutanasia • Etica e scienza secondo i valdesi • Le donne indiane e l’aborto selettivo • Etica buddhista e manipolazione genetica
TEMA 12 120
LA BIOETICA
SOCIETÀ, ECONOMIA E GIUSTIZIA SOCIALE
160
Introduzione ● Economia e Vangelo: un matrimonio possibile? ● La dignità umana ● Un mondo di disuguaglianze in crescita ● Opportunità e rischi della globalizzazione ● Le migrazioni ● Il compito della Chiesa ● Il senso cristiano del lavoro ● La centralità della persona ● Al servizio del bene comune ● Uno sviluppo accessibile ● La responsabilità sociale e solidale ● Ascoltare il grido dei poveri della Terra ● La risposta solidale delle religioni abramitiche VIDEO E SCENE DI FILM Viva la Costituzione: Solidarietà • Viva la Costituzione: Straniero • Viva la Costituzione: Lavoro APPROFONDIMENTI La destinazione universale dei beni • Esperienze di economia solidale • Cooperazione e responsabilità • Il Vangelo e l’accoglienza dello straniero • Lo sviluppo economico al servizio della persona • Lo sfruttamento delle risorse naturali e la miseria • Lo scopo del lavoro • Il nuovo modello economico di papa Francesco
INDICE
17
AREA
34
L’UMANITÀ E LE RELIGIONI mi interrogo Chi sono le persone che si dicono religiose? Conosci persone religiose o che studiano e religioni? Secondo te, perché è importante insegnare Religione? Brainstorming: che cosa ti viene in mente con la parola “religione”? Prova a scriverlo su un foglio, oppure usando un programma come Padlet o Mentimeter.
La religione fa compiere cose cattive alle persone buone e fa dire cose stupide alle persone intelligenti. Christopher Hitchens, Processo a Dio, la religione fa bene al mondo? Piemme, Milano 2012
dicono
Metteteci Dio sul banco degli imputati metteteci Dio e giudicate anche lui con noi e difendetelo voi buoni cristiani Portatemi Dio lo voglio vedere portatemi Dio gli devo parlare. Vasco Rossi, Portatemi Dio, 1983
CONTENUTI Confrontatevi in classe: siete d’accordo con la prima affermazione? Perché? Ascoltate la canzone di Vasco Rossi: che cosa direste nei panni di chi deve difendere Dio?
adesso tocca a me Intervistate un vostro amico o una vostra amica a partire da queste domande: Che cos’è la religione per te? Elenca almeno tre caratteristiche. Qual è la differenza tra religione e fede? I giovani credono di meno o di più degli adulti? Fate poi una sintesi delle risposte, scrivetele su dei post-it e incollatele su un cartellone. Insieme cercate quali sono gli elementi comuni alle varie risposte.
UNITÀ 4 Dio dentro di noi UNITÀ 5 C’è bisogno della religione? UNITÀ 6 Religione e mito UNITÀ 7 Alla ricerca della felicità UNITÀ 8 La ricerca di Dio UNITÀ 9 Le diverse concezioni del divino UNITÀ 10 Alle origini della religione UNITÀ 11 Gli elementi fondamentali delle religioni UNITÀ 12 L’indifferenza e il rifiuto di Dio
35
unità
4
Dio dentro di noi UN FENOMENO ORMAI PASSATO?
PER INIZIARE Leggete sul sito istitutotoniolo.it le opinioni di ragazze e ragazzi nell’indagine Giovani e religiosità. Siete d’accordo con quanto dicono? Qual è la vostra opinione?
Ti sei mai chiesta o chiesto che cos’è la religione? Forse ti domandi perché parlarne ancora oggi, quando tanti giovani in Italia non sembrano interessati al fenomeno religioso. Pensi che sia qualcosa di legato al passato e che la scienza abbia dato tutte le risposte che ci servono? Spesso si sentono dire dai ragazzi e dalle ragazze frasi come queste: “Per me Dio sta dentro di noi. Io lo posso pregare dove e quando voglio senza per forza andare in una chiesa… Vorrei una Chiesa più aperta ai giovani, meno noiosa. La Chiesa dovrebbe dialogare un po’ di più con i giovani utilizzando linguaggi e modi diversi da quelli che usa per le persone adulte”. Sei d’accordo? Pensi che la religione sia legata alla società primitiva e che la modernità non ne abbia più bisogno? Il fenomeno della religione è un prodotto umano difficile da descrivere e gli studiosi non ne danno una definizione univoca. Diciamo, più in generale, che questo fenomeno inizia a definirsi quando l’essere umano prende coscienza di esistere, di non essere padrone del proprio destino e di camminare ineluttabilmente verso la morte. La religione, in tutte le sue forme e i suoi linguaggi (artistici, rituali ecc.), appare quindi come una possibile risposta alle domande esistenziali, una risposta al problema del senso della vita che si concretizza nell’adesione a un valore superiore e assoluto. Ogni persona, infatti, deve rispondere alla domanda: perché esisto? Poi ognuno sceglie.
ABBANDONARE LA COMFORT ZONE Oggi parlare di religione sembra fuori moda e scomodo. Torna in mente questa storiella del filosofo danese dell’Ottocento Søren Kierkegaard (1813-55). In un teatro scoppia un incendio e il direttore dice al clown di andare in città a chiedere aiuto, ma uscito così abbigliato non viene preso sul serio dagli abitanti, per cui i suoi sforzi per convincere la città del pericolo suscitano ulteriori risa. Così l’incendio si propaga e colpisce tutti.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE Prova a porre la domanda che apre questa Unità a una delle Intelligenze Artificiali (per esempio ChatGPT e Google Bard, vedi Tema 12). Potresti formulare la domanda così: La religione è un fenomeno ormai del passato? Rispondimi in tre righe. Leggete insieme la risposta e discutetene in classe con la guida dell’insegnante.
36
AREA 2 L’umanità e le religioni
Joseph Ratzinger, in Introduzione al cristianesimo, Queriniana, Brescia 2005, p. 32
Parlare di religione a scuola o nella società rischia di suscitare una reazione divertita o beffarda. O, come dissero gli ateniesi a san Paolo al termine del suo discorso: “su questo ti sentiremo un’altra volta” (At 17, 32).
Religione Indica tutto ciò che concerne l’entrare in relazione dell’essere umano con una realtà esterna e superiore denominata Dio o Assoluto (dal latino ab-solutus, “libero da legami”). Lo scrittore cristiano Lattanzio (240-320) sostiene che derivi dal verbo religare (“stringere, legare”); mentre lo scrittore latino Cicerone (106-43 a.C.) lo fa discendere dal verbo relegere (“raccogliere, eleggere”).
Ma non è facile neanche per le persone atee e agnostiche dimostrare in modo certo la propria posizione. È presente sempre per tutti e tutte la medesima inquietudine: “Sarà vero?”. Credente e incredulo, ognuno a modo suo, condividono il dubbio e non c’è una risposta definitiva né assoluta: occorre sempre motivarla e spiegarla. È la ragionevolezza che introduce l’essere umano nella sua dimensione religiosa. Il motivo è che non tutto si dimostra con la scienza e che la parte “non materiale” dell’esistenza ha un suo valore essenziale e inevitabile.
SENSO RELIGIOSO E RELIGIONE La risposta alle grandi domande è una caratteristica del senso religioso, cioè la consapevolezza che l’essere umano non può rispondere a ogni quesito, nonostante il progresso. La constatazione che siamo fragili e limitati viene chiamata dal teologo luterano e storico delle religioni Rudolf Otto (1869-1937) sentimento dell’essere creatura. Il senso religioso è proprio della coscienza umana, non degli altri esseri viventi. Gli esseri umani, anche oggi, percepiscono che c’è qualcosa oltre quello che vediamo, sentiamo e dimostriamo scientificamente. Il poeta libanese Khalil Gibran (1883-1921) parla del riconoscimento di una presenza divina misteriosa, che è oltre l’essere umano e si svela in qualche modo nella storia. Questa potenza infinita è l’oggetto dell’esperienza del sacro. Ma questo atteggiamento può svilupparsi in una ricerca più approfondita e precisa che porta allora alla prima definizione di religione, cioè la risposta strutturata, organizzata e consapevole della relazione dell’essere umano con la trascendenza. Studiando i differenti fenomeni religiosi che si sono espressi nel corso della storia, notiamo come l’Assoluto abbia assunto caratteristiche proprie di questo mondo (la Madre Terra, il Sole, il Cielo, gli Antenati…) dando così origine a religioni immanenti, che vedono il divino nella natura; oppure esterne al mondo, come il Bene, il Male, la Giustizia, la Sapienza, originando religioni trascendenti, che concepiscono il divino come Qualcosa o Qualcuno che è al di là della natura.
Ateismo Significa “senza Dio”, ed è l’atteggiamento che nega l’esistenza di realtà divine.
Agnosticismo Indica l’atteggiamento di chi sospende il proprio giudizio di fronte a problemi posti dalla religione, perché oltrepassano i limiti della conoscenza umana.
Immanente Deriva dal latino e significa “restare dentro”. Ciò che è immanente risiede nell’essere e non può avere un’esistenza separata da questo.
Trascendente Dal latino trans e scendere, significa letteralmente “andare oltre”. Di solito è usato con il significato di “superiore” riferito a Dio o a una realtà che si trova al di fuori dell’esperienza, della percezione dei sensi.
IN AZIONE Cercate sul web qualche canzone che parla di religione e di Dio, per esempio Tutto il calore che c’è, di Gemelli DiVersi oppure Ave Maria di Renato Zero o Reach out to Jesus di Elvis Presley. Ascoltatele e poi commentale con la guida dell’insegnante.
UNITÀ 4 Dio dentro di noi
37
unità
5
C’è bisogno della religione? I BISOGNI DELL’ESSERE UMANO
PAROLE CHIAVE
bisogni • religiosità Dopo aver letto l’Unità, aggiungi tu le altre. _______________________________ _______________________________ _______________________________
L’essere umano ha bisogno della religione? È uno dei tanti bisogni della vita o è una costruzione e un’impostura del passato o dei potenti che sfruttano le paure e l’ignoranza umana? Secondo lo psicologo americano Abraham Maslow (190870) le necessità umane da cui scaturiscono i motivi per fare le scelte possono essere poste in una gerarchia: dalle più elementari alle più sofisticate. In quale posizione si potrebbe collocare la religione? La religione è una risposta al bisogno di significato, di un perché al mondo e a sé. L’essere umano ha bisogno di rispondere alle grandi domande della vita e di essere se stesso e il bisogno di un significato è sempre legato alla storia, alle circostanze, all’esperienza umana, in una parola: alla cultura. Infatti, per capire, decodificare e interpretare correttamente un’esperienza religiosa è necessario capire in quale contesto è inserita. Secondo alcuni studiosi il bisogno di credere o di immortalità è inscritto nel nostro patrimonio genetico e le religioni ne sono una risposta. Qualcuno ha avanzato la prospettiva che la religione non sia una delle strutture portanti dell’essere umano, ma il presupposto di qualsiasi altro tipo di esperienza, per cui l’essere umano è naturaliter religiosus, cioè è per natura predisposto alla religione e al mistero.
PER CAPIRE La teoria nota come la piramide di Maslow è ancora oggi molto interessante e utilizzata. Lo psicologo statunitense elaborò una piramide dei bisogni, da quelli più basilari fino a quelli più complessi, evidenziando l’importanza di soddisfare prima le necessità fondamentali (parte inferiore della piramide) e solo successivamente le necessità e i desideri più elevati (parte superiore della piramide).
Autorealizzazione Stima
Appartenenza
Moralità, creatività, spontaneità, problem solving, accettazione, assenza di pregiudizi Autostima, autocontrollo, realizzazione, rispetto reciproco Amicizia, affetto familiare, intimità sessuale
Sicurezza
Sicurezza fisica, di occupazione, morale, familiare, di salute, di proprietà
Fisiologia
Respiro, alimentazione, sesso, sonno, omeostasi
Ora tocca a te Disegna una piramide come quella di Maslow e colloca nella corretta posizione quelli che ritieni i tuoi bisogni. Poi confrontala con l’originale.
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AREA 2 L’umanità e le religioni
EDUCAZIONE CIVICA
UN FENOMENO PROPRIAMENTE UMANO Possiamo affermare che in ogni tempo la religione è stata una delle risposte che gli esseri umani hanno dato alle grandi domande dell’esistenza. Eugen Drewermann (1940), psicoanalista e teologo tedesco, sostiene che… … senza una dimensione religiosa un uomo non può vivere. La religione dovrebbe riunire gli uomini, non tracciare linee divisorie. Essa riunisce l’interno dell’individuo, la coscienza e l’inconscio, il pensiero e il sentimento. […] Integra l’individuo e gli altri, la società e la natura. È questo il compito della religione: operare e realizzare questi tre processi di integrazione. Eugen Drewermann, Religione, perché?, Queriniana, Brescia 2003, p. 99
Questo bisogno è legato alla natura dell’essere umano che, unico tra i viventi, si interroga su di sé e sul mondo. Vivere significa trovare un senso a quello che si fa e si vuole realizzare, operando delle scelte. Noi non siamo delle macchine ma possiamo e dobbiamo ogni istante scegliere, secondo i motivi più diversi. Ecco perché abbiamo bisogno di trovare un senso alle domande ultime. Papa Francesco al congresso dei leader religiosi mondiali del 2022 ha detto: abbiamo bisogno di religione per rispondere alla sete di pace del mondo e alla sete di infinito che abita il cuore di ogni uomo. Settimo Congresso dei leader religiosi mondiali, Kazakistan, 14-15 settembre 2022
I bisogni secondo l’Agenda 2030 L’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile è un piano d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità. È stata sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni Unite, tra cui l’Italia, per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano. L’Agenda globale definisce 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030, articolati in 169 Target. Ogni Paese ha un percorso da compiere per realizzarli. da asvis.it Ora tocca a te Cerca gli obiettivi dell’Agenda 2030 e prova a collegare ciascun obiettivo alla piramide dei bisogni di Maslow: riesci a metterli in relazione tutti? C’è qualche bisogno che resta escluso?
DEBATE L’essere umano ha una dimensione religiosa e deve soddisfare il bisogno di rispondere alle domande di senso. Organizzate due gruppi in classe: uno a favore di questa tesi e uno contrario. Ogni gruppo ha a disposizione 5 minuti per motivare la propria posizione e ascolta in silenzio quella altrui. Un terzo gruppo, insieme all’insegnante, avrà la funzione di giuria e, al termine della discussione, tirerà le conclusioni. VIDEO Il senso del sacro
► TEMA 2 Dai diritti umani al dialogo interreligioso
UNITÀ 5 C’è bisogno della religione?
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Religione e mito IL MITO
PER INIZIARE Prova a ricordare i miti che hai studiato alla primaria e alla scuola media e pensa a quali sono i miti di oggi. A che cosa servono? Qual è il tuo mito? Perché?
Il bisogno di rispondere alle domande sull’origine dell’universo e della vita umana, sui fenomeni naturali, sulla vita, sulla morte e sul destino dell’umanità, così come la necessità di stabilire una relazione con l’Assoluto si sono tradotti da sempre, in assenza di adeguati strumenti scientifici, in narrazioni fortemente simboliche: i miti. Questi non sono soltanto l’espressione di un contesto locale popolare, ma anche racconti che mettono in scena, per ogni popolo, le tendenze specifiche della natura umana e cercano di dare una risposta agli interrogativi fondamentali dell’esistenza. Tutti i popoli hanno elaborato – e lo fanno ancora oggi – dei miti che affondano le radici nelle profondità più remote della memoria collettiva espressi con il linguaggio dell’epoca in cui si sono sviluppati. La formazione e diffusione del mito è un fenomeno strettamente religioso perché collega l’essere umano al senso della vita. Il mito è dunque un elemento essenziale della civiltà umana. Bronislaw Malinowski, Magic, Science and Religion, New York 1955, pp. 101-108, cit. in Mircea Eliade, Mito e realtà, Borla, Torino 1966, p. 42
LA SUPERSTIZIONE
Memoria collettiva È l’insieme dei ricordi più o meno consci delle tracce del passato condivisi da un gruppo e legati alla sua storia e identità.
Spesso si associa la religione alla superstizione, come se fossero la stessa cosa. In realtà sono due atteggiamenti diversi nel loro significato e nella modalità in cui si mostrano. Il termine indica la tendenza di una persona ad associare a un determinato oggetto o evento il potere di condizionare la vita futura in termini sia di fortuna sia di sfortuna. Mentre la religione dà un nome e un volto alla divinità, la superstizione non ha “qualcuno” a cui riferirsi e rivolgersi, ma chiede a un “essere anonimo” in modo meccanico qualcosa che la persona non sa o non può ottenere.
Superstizione È la deviazione del sentimento religioso e delle pratiche che esso impone. Può anche presentarsi mascherata sotto il culto che rendiamo al vero Dio, per esempio, quando si attribuisce un’importanza in qualche misura magica a certe pratiche, peraltro legittime o necessarie. Attribuire alla sola materialità delle preghiere o dei segni sacramentali la loro efficacia, prescindendo dalle disposizioni interiori che richiedono, è cadere nella superstizione. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2111
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AREA 2 L’umanità e le religioni
Prova a pensare ai gesti che compiono alcuni sportivi prima delle competizioni: si tratta di superstizione o di un’espressione religiosa?
RELIGIONE, SCIENZA E PROGRESSO Molte persone sono convinte che l’aumentato livello del sapere e delle scoperte scientifiche, cioè il progresso, possa spiegare ormai tutti i misteri della vita e dell’universo eliminando il bisogno della religione, ritenuto irrazionale e frutto dell’ignoranza. Si può pensare che essere moderni significhi aver superato la religione come insieme di riti e pratiche ormai vuote e inutili per la vita quotidiana. Ma il solo fatto di amare e di avere dei sentimenti dimostra quanto l’invisibile sia parte essenziale della vita. La tesi sostenuta nel secolo scorso secondo cui, con il progredire della conoscenza scientifica, sarebbe diminuita la presenza della religione nella società (secolarizzazione) è stata smentita. I dati mostrano che anche oggi la religione è tutt’altro che sparita e il mondo non è meno religioso che nel passato. Non c’è quindi un’automatica correlazione tra modernità e abbandono della religione. Si può piuttosto parlare di pluralità di religioni e di una minore conoscenza dei contenuti delle religioni e della partecipazione ai riti.
Secolarizzazione Deriva dal latino saeculum che significa “mondo”, cioè tutto ciò che è profano, che si oppone al sacro. Indica un vasto processo sociale caratterizzato dall’emergere di modelli di vita non più orientati dalle religioni. I riferimenti a tutto ciò che riguarda la religione e la fede vengono meno, a vantaggio di interessi più propriamente umani.
RELIGIONE CIVILE E RELIGIONE POLITICA Secondo il filosofo francese Jean Jacques Rousseau (1712-78), ogni società civile per vivere e restare integra e sana ha bisogno di dogmi religiosi, cioè di punti di riferimento condivisi e solidi. Se manca la religione ufficiale, allora occorre trovare altri riferimenti che servano alle persone per stare insieme nella comunità. La religione civile è quella forma organizzata che sostituisce i dogmi delle religioni con altre verità necessarie per la sana convivenza. Una forma particolare di religione civile è la religione politica, così chiamata perché esalta l’ideologia politica e “inventa” dei riti, delle idee e delle tradizioni laiche che possano aiutare la società a stare unita.
SCRITTURA CREATIVA Scrivi un testo di massimo 20 righe che contenga questi termini: mito • progresso • religione • modernità.
RISPONDI 1 Che cosa sono i miti? Perché sono stati elaborati? 2 Qual è la differenza tra religione e superstizione? 3 La religione è compatibile con la scienza e il progresso? 4 Che cos’è la secolarizzazione? Come si può riconoscerla nella società? 5 In che cosa consiste la religione civile? Da che cosa origina? APPROFONDIMENTO Religione e cultura AUDIOBIBBIA La creazione • Gli inizi dell’umanità
► TEMA 9 Alla ricerca della verità tra scienza e fede UNITÀ 6 Religione e mito
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Alla ricerca della felicità SIAMO FELICI?
PER INIZIARE Cerca e guarda su YouTube il video di Roberto Benigni sulla felicità.
PER CAPIRE La Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America Redatta da Thomas Jefferson (1743-1826) e approvata dal Congresso di Filadelfia il 4 luglio 1776, è il documento che segna la nascita e l’indipendenza degli Stati Uniti. Al suo interno si qualifica il perseguimento della felicità come diritto inalienabile. Ora tocca a te Discutete in classe se è corretto inserire questo diritto in una Costituzione. Quali sono le conseguenze di questo diritto?
Ogni mattina quando ci alziamo che cosa cerchiamo davvero? Che cosa ci aspettiamo dalla nuova giornata? Ogni persona, in fondo, cerca la felicità. Papa Francesco incontrando un gruppo di giovani del Belgio risponde così a una loro domanda… - Ognuno, in questo mondo, cerca di essere felice. Ma noi ci siamo chiesti: Lei è felice? E perché? - Assolutamente, assolutamente, sono felice. E sono felice perché… non so perché… forse perché ho un lavoro, non sono un disoccupato, ho un lavoro da pastore! Sono felice perché ho trovato la mia strada nella vita e fare questa strada mi fa felice. Ed è anche una felicità tranquilla, perché a questa età non è la stessa felicità di un giovane, c’è una differenza. Una certa pace interiore, una pace grande, una felicità che viene anche con l’età. E anche con un cammino che ha avuto sempre problemi; anche adesso ci sono i problemi, ma questa felicità non va via con i problemi, no: vede i problemi, li soffre e poi va avanti; fa qualcosa per risolverli e va Intervista di papa Francesco con alcuni giovani del Belgio, 31 marzo 2014 avanti. [...] Come facciamo a capire quando siamo felici? Il filosofo britannico Bertrand Russell (1872-1970) diceva che “la caratteristica più universale e rimarchevole dell’uomo felice è la gioia di vivere” (La conquista della felicità, TEA, Milano 1947, trad. it. 1991, p. 147).
LA FELICITÀ NELLA BIBBIA La definizione di felicità non è facile né unanime. Secondo il teologo spagnolo Xabier Pikaza (1941) ci sono sette fonti cui attinge la felicità ebraica: amore, a cominciare dall’amore fra l’uomo e la donna, alleanza, innamoramento, terra, ricchezza, feste e cibo. Nella Bibbia quello che appare chiaro è che vi è una stretta relazione tra felicità e dimensione trascendente, cioè ultraterrena. Mentre la concezione greca indica la felicità come autorealizzazione, la concezione biblica parla di una relazione autentica con Dio. La prima è in qualche modo il frutto di un impegno umano, la seconda è impegno e dono di Dio. Il teologo e filosofo cristiano Agostino d’Ippona, nel V secolo d.C., nella sua opera De beata vita, un dialogo con amici e parenti sul significato della felicità e sulla possibilità per l’essere umano di conseguirla, afferma che ogni persona aspira alla felicità, ma questa deve essere durevole, perciò chi la cerca nei beni materiali, che sono transitori, resta dipendente da questi e alla fine la felicità non è mai piena. Invece, chi cerca qualcosa di duraturo, allora trova davvero la felicità. Per le persone cristiane questo “bene durevole”, perfetto ed eterno è solo Dio, quindi nel cristianesimo la felicità non è possibile senza Dio. Ritenete che Dio è eterno e non cessa mai d’essere? Dunque, conclusi, chi ha Sant’Agostino, De beata vita 2, 11 Dio è felice.
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AREA 2 L’umanità e le religioni
APPROFONDIMENTO Felicità è... avere o essere?
LA FELICITÀ NELLE ALTRE RELIGIONI Nell’ebraismo (► U13-15) la felicità è la comunione con Dio e ha molte forme e diversi termini per esprimerla. L’ebreo deve portare agli altri la felicità, metterli nella condizione di diventare felici. Nell’islam (► U45) il musulmano deve cercare Allah e piacere a lui per essere felice. Anche se la vita è dura, perché è segnata dal peccato, non per questo si deve essere scontenti. Riconoscere che la vita è lotta e sforzo – jihad – non toglie la possibilità di piacere a Dio, vivere meglio ed essere felici. Per l’induismo (► U46) fin dalla nascita portiamo un “peso” chiamato karma, dal quale possiamo liberarci per trovare la felicità in un lungo percorso, per il quale non basta una sola vita. Il cammino di liberazione porta la persona a vivere la condizione del dharma, che è l’ordine del mondo a cui tutto deve conformarsi. Lo stato di pace e felicità, il nirvana, è il perdersi in Brahman (l’assoluto) al termine del ciclo delle rinascite, è la condizione della felicità che si può assaporare in parte già in questa vita proprio attraverso il cammino di liberazione. Il buddhismo (► U47) riprende alcuni aspetti dell’induismo e sottolinea l’idea che la felicità si ottiene vivendo e cercando le quattro nobili verità: tutto è dukkha (cioè peso, fatica, sofferenza, dolore, limite, imperfezione); la sofferenza è causata dalla samudaya, cioè la sete, il desiderio di sapere e di vivere; si cerca il nirvana che è la cessazione del dolore e l’annientamento dell’io; infine si percorre il sentiero a otto vie che orienta a una vita giusta e felice. Il confucianesimo (► U48), pur non essendo propriamente una religione, è un’ideologia che presenta uno stile di vita finalizzato alla felicità del singolo, all’armonia e all’ordine della società. La fonte della felicità è la pratica dell’amore per la Via, una regola di vita che si basa sull’esercizio di cinque virtù: umanità, gentilezza, giustizia, cultura e fedeltà. Gli antichi avevano insegnato come diventare felici e questo atteggiamento viene identificato con la virtù del senso di umanità (ren), che si nutre di empatia e reciprocità, equilibrio e umiltà.
PAROLE CHIAVE Dopo aver letto l’Unità, scrivi una parola chiave per definire la felicità in ognuna delle seguenti religioni. • Cristianesimo • Ebraismo • Islam • Induismo • Buddhismo • Confucianesimo
INTELLIGENZA ARTIFICIALE Tutte le persone hanno una propria concezione di felicità che in qualche modo ne condiziona la vita. Prova a domandare a una delle Intelligenze Artificiali (vedi Tema 12): Che cosa significa “felicità” per gli adolescenti di oggi nell’era dei social? Leggi la risposta: ti trovi d’accordo? Argomenta le tue motivazioni.
► TEMA 1 Amicizia e fraternità
UNITÀ 7 Alla ricerca della felicità
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I simboli delle religioni I simboli religiosi nella loro semplicità hanno un linguaggio universale e facilitano la comprensione dei concetti fondamentali delle singole religioni. Vediamo quali sono i principali delle più importanti religioni di cui ci occuperemo. Provate a disegnarli e, se volete, appendeteli in classe.
Leggi le definizioni e poi associale alle immagini.
L’EBRAISMO A. La stella (o scudo) di Davide è una stella a sei punte presente nella bandiera dello Stato d’Israele. È un simbolo ufficiale dal 1345, quando il re Carlo IV permise agli ebrei di usarlo su un vessillo. B. La menorah è un candelabro a sette bracci. Ogni braccio rappresenta un giorno della settimana e quello centrale corrisponde al sabato. È uno dei più antichi simboli ebraici ed è indicato nel libro dell’Esodo per l’illuminazione del tabernacolo e del Tempio di Salomone.
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AREA 2 L’umanità e le religioni
IL CRISTIANESIMO C. La croce con o senza la sua effigie, simboleggia Cristo, morto e risorto per la salvezza dell’umanità.
D. Il pesce è simbolo anch’esso di Cristo, perché le iniziali del suo nome in greco – ίχθύς – stanno a significare “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore” (Iesoùs Christòs Theoù Yiòs Sotèr). E. Il monogramma di Cristo è composto dall’incrocio delle lettere greche Chi (X) e Rho (P) e rappresenta le iniziali del nome greco di Cristo.
L’ISLAM F. La mezzaluna con una stella è presente nelle bandiere di molti Stati islamici, ma è soltanto con l’Impero ottomano che divenne un simbolo della religione islamica.
L’INDUISMO G. L’OM (AUM) è la rappresentazione del suono primordiale, la sillaba sacra utilizzata negli esercizi yoga e nelle adorazioni. H. Il fiore del loto è simbolo di purezza e bellezza. I. La svastica è il simbolo solare.
IL BUDDHISMO L. La ruota del dharma è una ruota a otto raggi che rappresenta la via del Buddha per raggiungere l’illuminazione. GALLERIA DI IMMAGINI I simboli delle religioni
UNITÀ 7 Alla ricerca della felicità
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La ricerca di Dio NON C’È PIÙ RELIGIONE O DIO È TORNATO?
PER INIZIARE Se con la religione gli uomini sono così perversi come li vediamo oggi, che ne sarebbe senza la religione? Commenta questa affermazione di Benjamin Franklin (1706-79), uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, ed esprimi la tua opinione.
Nella seconda metà dell’Ottocento, pensatori come Auguste Comte (1798-1857), Karl Marx (1818-83) e Max Weber (1864-1920) hanno sostenuto che con il progredire della modernità, la religione avrebbe progressivamente perso la sua imporSetta tanza e il suo rilievo sociale fino a scomDeriva dal latino secta, participio parire del tutto, dando luogo al fenomeno passato del verbo sequor che che va sotto il nome di secolarizzazione, significa “seguire”. Indica un gruppo di persone che seguono qualcuno di cui abbiamo parlato nell’Unità 6. o una particolare dottrina. Altri, Negli ultimi decenni si è però osservato però, fanno derivare il termine dal che la religione non solo non è scomparparticipio passato del verbo seco sa, ma ha messo in atto un vero e proprio che significa “tagliare, separare”: recupero, visibile sia all’interno delle reliin questo senso il termine indica un gioni più diffuse, sia attraverso il prolifegruppo di persone che si è separato da un’aggregazione maggioritaria. rare di nuove sette e movimenti religiosi.
I NUMERI DELLE RELIGIONI Già una trentina di anni fa uno specialista della sociologia religiosa, Laurence Robert Iannaccone (1954), scriveva che l’idea secondo cui “la religione deve inevitabilmente declinare quando la scienza e la tecnologia avanzano” si è “dimostrata falsa ” e a mano a mano che i dati statistici sono aumentati è diventata evidente la vitalità della religione. La stima degli aderenti alle religioni non è semplice, perché bisogna tenere presente che la geografia delle religioni è in costante movimento e muta con gli spostamenti degli esseri umani: per esempio, in Europa non c’è più soltanto il cristianesimo, e l’islam non è più solo la religione degli arabi o dei turchi. La diffusione della religione è quindi molto influenzata dagli spostamenti dei popoli. Fatta questa premessa, vediamo quanti sono i fedeli delle grandi religioni del mondo secondo i dati del Pew Research Center di Washington, che ogni anno monitora il numero e la diffusione delle religioni nel mondo. Secondo le stime pubblicate nel 2022, l’84% della popolazione mondiale si identifica in una religione. Anche se gli otto miliardi di abitanti del pianeta Terra stanno diventando sempre più laici o secolarizzati, la tendenza statistica è che entro il 2060 il 32% della popolazione si identificherà con la religione cristiana, il 31% con l’islam, il 14% con l’induismo, il 13% sarà costituito da indifferenti o atei e il resto distribuito tra le altre religioni, tra cui buddhisti ed ebrei. Mentre il numero delle persone che si dichiarano atee e agnostiche non aumenta o addirittura diminuisce in percentuale, il numero di chi dichiara di identifi1
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AREA 2 L’umanità e le religioni
Introduction to the Economics of Religion, in “Journal of Economic Literature”, vol. XXXVI, settembre 1998, pp. 1465-96
I PIÙ GRANDI GRUPPI RELIGIOSI DEL MONDO NEL TEMPO (IN %) Cristiani Buddhisti
100
0,2 0,8 6,0 7,0
80
15,0
60 40 20 0
Musulmani Religioni etniche
Non aderenti ad alcuna religione Altre religioni
Induisti Ebrei 0,2 0,6 5,0 5,0 14,0 13,0
16,0
31,0
24,0
31,0
32,0 2015
* Proiezione. Le cifre sono arrotondate
2060* Fonte: Pew Research Center
carsi o appartenere a un gruppo religioso è in aumento. Secondo le stime del noto centro statistico statunitense, oggi 3 abitanti della Terra su 10 sono cristiani, 2,5 sono musulmani, 1,6 non sono religiosi (perciò nemmeno battezzati) e 1,5 sono indù. I buddhisti sono 0,7 su 10 e gli ebrei sono 0,02 su 10, cioè 2 persone su 1000 nel mondo. In numero assoluto si contano oggi 2,3 miliardi di cristiani, 1,8 miliardi di musulmani, 1,2 miliardi di persone non religiose e 1,1 miliardi di induisti. Inoltre, l’interesse ad appartenere alle religioni è prevista in incremento da qui al 2060: con un aumento del 70% dei musulmani, del 34% di cristiani, del 34% degli indù, del 9% di non religiosi, del 16% degli ebrei. Insomma, nonostante il progresso e le scoperte scientifiche, il fascino o almeno l’interesse per la religione aumenta in diverse aree del mondo.
Fedeli cattolici in piazza San Pietro a Roma durante una celebrazione del papa.
LE RELIGIONI IN ITALIA Secondo i dati del CESNUR, il Centro studi sulle nuove religioni, a inizio 2021 il 79,6% della popolazione residente in Italia era cristiano (in particolare il 74,5% cattolico); il 15,3% era ateo o agnostico e il 5,1% professava una religione non cristiana. Un’ulteriore specificazione occorre farla tra italiani e stranieri residenti. Tra gli stranieri, il 51,8% risultava cristiano (28,8% ortodosso e 17,7% cattolico), il 33,3% musulmano, il 4,5% era ateo o agnostico e la restante quota professava altre religioni, soprattutto induismo, buddhismo e altre religioni orientali. Facendo un focus sul cristianesimo cattolico, nel 2016 la quota dei praticanti era del 25,4%, contro il 33,1% del 2014. Nel 2020 solo il 21% delle persone con più di 6 anni aveva frequentato un luogo di culto almeno una volta a settimana, mentre nel 2001 erano il 36%. Tra i cristiani cattolici, solo il 25,4% si professava praticante nel 2016. Non c’è dubbio che anche l’Italia stia diventando un Paese secolarizzato, come rapporto tra religione dichiarata e partecipazione alla vita religiosa della comunità di riferimento. Ma è altrettanto vero che in termini di valori e percezione dell’identità e dell’appartenenza storica, sociale e culturale, anche oggi la stragrande maggioranza della popolazione in Italia vede nella religione, in particolare nel cristianesimo, un punto di riferimento importante.
IN AZIONE Lavorando in piccoli gruppi di 4/5 persone, prendete in esame un quotidiano e cercate le notizie che riguardano in qualche modo la religione.
1 Quante sono? 2 Perché secondo voi? 3 Come viene presentata la religione?
UNITÀ 8 La ricerca di Dio
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Le diverse concezioni del divino L’ANIMISMO
PAROLE CHIAVE
divinità • culto Dopo aver letto l’Unità, aggiungi tu le altre. _______________________________ _______________________________ _______________________________
Credenza tipica dei popoli e delle società primitive, l’animismo è caratterizzato dalla convinzione che l’intera natura sia animata da esseri spirituali, capaci di prendere possesso di cose, luoghi e persone. Questa idea sarebbe il frutto dell’osservazione, da parte dei primi esseri umani, di alcuni fenomeni di cui non riuscivano a darsi una spiegazione: i sogni, il manifestarsi delle ombre, l’immagine riflessa nell’acqua, il venir meno del respiro al momento della morte ecc. Tutte cose che li avrebbero convinti dell’esistenza di uno spirito-anima capace di abbandonare il corpo, andare in regioni sconosciute, incontrarsi con altri spiriti, influire sulla vita del gruppo e dei singoli individui. Il primo a studiare e a definire l’animismo fu l’antropologo britannico Edward Burnett Tylor (1832-1917). Per Tylor, l’animismo era destinato a evolversi, naturalmente e gradualmente, in forme religiose sempre più elevate, raggiungendo il suo apice nel monoteismo.
IL POLITEISMO
Pantheon Deriva dal greco pan, “tutti” e theon, “dèi”, e indica l’insieme di tutte le divinità di una religione.
Idolo in marmo del II millennio a.C.
Il termine deriva dal greco polús e theós, che significa “molti dèi”, ed è la fede in più divinità. Consiste nella venerazione e nel culto pubblico o privato di una pluralità di divinità che possiedono caratteristiche umane e/o animali accompagnate da specifici poteri divini. Erano politeisti i sumeri e gli antichi egizi, gli assiri, i babilonesi e i persiani, i greci e i romani, così come i popoli dell’America precolombiana (atzechi, maya e inca). Lo saranno anche i celti, i germani e gli slavi. Attualmente lo sono buona parte dei giapponesi, dei cinesi e degli indiani. L’insieme delle divinità costituisce il pantheon di questi popoli e ciascuna di esse ha un proprio settore del mondo o dell’attività umana in cui è presente e su cui domina. Per avere successo in questi settori, l’essere umano deve ingraziarsi una divinità con preghiere, riti e offerte varie. A mediare tra gli dèi e gli esseri umani che sono loro devoti provvedono spesso i sacerdoti o le sacerdotesse, che esercitano il loro servizio all’interno di appositi spazi o luoghi di culto e durante giorni particolari.
PER CAPIRE L’homo religiosus A partire dalla scoperta del significato religioso della volta celeste l’uomo arcaico ha compiuto una prima esperienza religiosa, ha preso coscienza della sua situazione e della sua posizione nell’Universo, perciò, nella storia dell’umanità, l’uomo religioso è l’uomo normale. Julian Ries, Alla ricerca di Dio, Jaca Book, Milano 2009, adattamento
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AREA 2 L’umanità e le religioni
Ora tocca a te “L’uomo religioso è l’uomo normale”: la realtà che osservi intorno a te ti porta a confermare questa osservazione? Per quali ragioni?
EDUCAZIONE CIVICA
IL MONOTEISMO È la concezione religiosa fondata sulla fede in un solo Dio. La differenza tra politeismo e monoteismo non va ricercata soltanto nel numero delle divinità, ma anche nel modo di concepire il divino: nel primo, gli dèi sono “forme” del mondo e dunque immanenti a esso; nel secondo, il dio unico è assoluto e trascendente al mondo, con il quale è in rapporto di creatore a creatura. Ebraismo, cristianesimo e islam sono le tre grandi religioni monoteistiche. Anche l’induismo è una fede in un solo dio che si manifesta però in una pluralità di forme. Malgrado abbia innegabili elementi dualistici, diversi studiosi considerano monoteista anche il mazdeismo (o zoroastrismo), basato sugli insegnamenti del profeta Zarathustra (o Zoroastro), vissuto in Persia (attuale Iran) tra l’XI e il VII secolo a.C., e sull’adorazione del dio Ahura Mazda (Saggio Signore), Signore della vita, inizio e fine di ogni cosa, Padre dello Spirito della verità (il Bene), che è in perenne lotta con lo Spirito della menzogna (il Male). Il monoteismo è presente anche in dottrine o professioni di fede individuali, come nel filosofo greco Senofane (VI secolo a.C.) o in tentativi di riforma religiosa come quella attuata dal faraone egizio Amenofi IV (XIV secolo a.C.).
RISPONDI 1 Quali sono le caratteristiche dell’animismo? 2 In che cosa consiste il politeismo? 3 Su che cosa si basa la fede monoteista?
Uguaglianza e rispetto L’articolo 3 della Costituzione italiana dice che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Ora tocca a te Ritieni che le convinzioni politiche e religiose debbano sempre essere rispettate? Oppure dovrebbero essere dettate delle condizioni? Pensi che nella vita scolastica siano rispettate le condizioni previste dall’articolo 3?
UNITÀ 9 Le diverse concezioni del divino
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Le religioni antiche
IL MITO BABILONESE IL POEMA DI GILGAMESH Composto a Uruk circa 4500 anni fa, è uno dei pochi racconti sumerici giunto fino a noi. È il primo poema epico della storia dell’umanità e narra della ricerca dell’immortalità da parte di Gilgamesh. L’eroe fallisce nella sua ricerca, ma la sua figura ispirerà quella dell’eroe greco Ulisse e perfino il pellegrinaggio della Divina Commedia di Dante. L’epopea babilonese di Gilgamesh racconta le avventure dell’eroe che, a un certo punto, s’intrecciano con quelle del re Utnapistim, che Gilgamesh incontra mentre cerca l’immortalità. Tra queste vi è la storia di un terribile diluvio. Statua di Gilgamesh, VIII secolo a.C., Parigi, Museo del Louvre.
LA STORIA DEL DILUVIO Secondo il mito, il dio Enlil, signore degli dèi, vuole distruggere l’umanità e ogni forma di vita con un diluvio. Avvisato dal dio Ea, Utnapistim abbatte la sua casa di canne e usa il materiale per costruire un’arca dove carica i suoi averi, la sua famiglia, le sementi e gli animali. Dopo una tempesta durata molti giorni, l’imbarcazione si arena su un monte e dopo sette giorni il re inizia a mandare fuori una colomba, poi una rondine e un corvo. Quando gli uccelli non tornano più indietro, segno che le acque si sono ritirate, ringrazia gli dèi con sacrifici. Enlil se ne accorge e s’infuria per non essere riuscito nel suo intento distruttivo, ma Ea lo rimprovera per aver mandato il diluvio e per non aver avuto pietà. Alla fine, Utnapistim e la moglie riceveranno il dono dell’immortalità e saranno trasportati in una terra lontana. Il tema del diluvio universale, con caratteri comuni, si ritrova in molte culture diverse, nella mitologia, nelle leggende dei popoli dell’America precolombiana e anche nella Bibbia.
Che cos’è per te un mito? Individua alcuni “miti” di oggi, cerca informazioni e descrivili spiegando chi sono, che cosa fanno, qual è il contesto in cui vivono e perché è attribuita loro tanta importanza. Nei miti classici ci sono sempre uno o più eroi, protagonisti del racconto. • Quali sono le somiglianze e le differenze tra i miti di oggi e quelli del passato? • Perché si tende a mitizzare persone o fatti?
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AUDIOBIBBIA Dio manda il diluvio • La fine del diluvio
LA RELIGIONE EGIZIA IL POLITEISMO E LA ZOOLATRIA
AKHENATON, IL FARAONE MONOTEISTA
La religione egizia era legata alla ripartizione amministrativa del territorio che aveva delle divinità locali preposte a ciascun distretto. Per esempio, il dio Osiride dominava nell’Alto Egitto e il dio Ptah nel Basso Egitto. Gli egizi erano politeisti e veneravano dèi e animali (zoolatria): la vacca, che nutrendo con il suo latte era considerata la madre del genere umano; il toro e l’ariete, cui erano attribuite virtù virili; il gatto, lo sciacallo (Anubi) ecc. Decine di divinità affollavano il pantheon egizio, ma il sole, rappresentazione della divinità universale, fu sempre al centro di una venerazione particolare. Una raffigurazione di Anubi,
Durante la XVIII dinastia del Nuovo Regno, il faraone Amenofi IV istituì il culto del sole – Aton – che, a differenza delle altre divinità, non aveva sembianze umane, ma era un sole con raggi a forma di braccia dotate di mani. In pochi anni il nuovo faraone radicalizzò il proprio credo nel dio sole come forza creatrice dell’universo, ne fece un dio unico e trasformò radicalmente, anche se per poco tempo, la religione del Paese. Cambiò il proprio nome da Amenofi (“pace di Amon”) in Akhenaton (“Aton è soddisfatto”). La nuova religione solare ebbe vita breve e già suo figlio Tutankhaton restaurò l’antico culto, cambiando il proprio nome in Tutankhamon (“immagine vivente di Amon”).
dio dei morti.
LA RELIGIONE GRECO-ROMANA La religione dei greci e quella dei romani erano molto simili. Infatti, quando Roma conquistò la Grecia (nel 146 a.C.), ne assimilò usanze e divinità, cambiandone il nome. Quella greco-romana è una religione politeista, con divinità antropomorfe (= con sembianze umane) simili alle persone, con i loro stessi vizi e le stesse virtù, e da cui si distinguono solo per la loro potenza e immortalità.
I GRECI
I ROMANI
Gli dèi dell’antica Grecia erano differenti e distanti dagli esseri umani nella loro natura e condizione, ma venivano rappresentati con fattezze umane e secondo i canoni della bellezza. Anzi, la perfezione del corpo era la rappresentazione più adeguata degli dèi. Lo storico delle religioni Mircea Eliade (1907-86) afferma che la gioia di vivere scoperta dai greci ha in sé qualcosa di sacro.
Il pantheon di Roma era molto popolato. A capo degli dèi c’era Giove (dio del cielo e padre degli dèi), seguivano sua moglie Giunone (dea della famiglia), Minerva (dea della sapienza e dell’arte e protettrice di Roma), Marte (dio della guerra), Apollo (dio della luce e della poesia) e molte altre divinità. I romani, a differenza dei greci, ritenevano che la religione avesse anche una funzione sociale e politica: doveva educare alla giustizia, al rispetto e alla devozione verso lo Stato e la famiglia. La salvezza del popolo dipendeva dalla pax deorum (“pace degli dèi”), che garantiva il benessere e la prosperità dello Stato. Per ottenerla occorreva un rapporto religioso basato sulla pietas, che indicava la devozione e l’impegno verso le divinità e si manifestava attraverso la guerra e il lavoro nei campi. Richiedeva anche grande scrupolosità nell’eseguire riti e sacrifici.
La Venere di Milo, 130 a.C., Parigi, Museo del Louvre.
UNITÀ 9 Le diverse concezioni del divino
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Alle origini della religione IL PENSIERO RELIGIOSO Dalla fine dell’Ottocento, con il moltiplicarsi degli studi antropologici condotti in seguito alle conquiste coloniali, sono sorte queste due domande sull’evoluzione del pensiero religioso. • Gli esseri umani hanno dapprima creduto nell’esistenza di un Dio creatore oppure nell’esistenza di molteplici potenze soprannaturali?
PER INIZIARE Fai un’indagine in classe: quante studentesse e studenti sono cristiani? Quanti di altre religioni? Quanti di loro partecipano ai riti? Dopo aver raccolto di dati, realizza un grafico.
• Gli esseri umani sono arrivati a Dio attraverso l’uso della sola ragione oppure hanno ricevuto una Rivelazione dall’alto? Questi interrogativi hanno dato l’avvio all’elaborazione di alcune teorie sull’origine della religione che fanno discutere tuttora gli studiosi e che possono essere ricondotte a due: • la religione ha un’origine divina; • la religione ha un’origine umana.
LA RELIGIONE HA ORIGINE DA DIO? Con l’espressione religioni rivelate s’intendono quelle religioni che avrebbero ricevuto direttamente dalla divinità una “rivelazione”, uno “svelamento” dell’aldilà. Questa rivelazione si è concretizzata in parole che sono divenute “sacra scrittura”, cioè un testo o più testi che documentano il messaggio voluto da Dio Nelle religioni rivelate, la figura del profeta è centrale, in quanto è l’individuo – uomo o donna – a cui è affidato il compito di fare da mediatore tra Dio e gli esseri umani e di comunicare il messaggio di Dio. Ebraismo, cristianesimo e islam appartengono a questa categoria e sono definite anche religioni abramitiche perché riconoscono in Abramo il profeta che ha fatto conoscere agli esseri umani Dio e ha iniziato il monoteismo.
Ludovico Carracci, Abramo e i tre angeli, 1610-12, Bologna, Pinacoteca Nazionale.
Rivelazione
Profeta
Deriva dal latino re-velare, con il duplice significato di “togliere il velo” e di “velare di nuovo”. Per l’ebraismo e il cristianesimo Dio si rivela al suo popolo e per i cristiani tale rivelazione si compie in Gesù. Per i musulmani Dio si è rivelato a Muhammad.
Deriva dal greco prophethès, che significa “parlare in nome di qualcuno”. Nella Bibbia, il profeta è chi parla in nome di Dio, è la persona incaricata da Dio di trasmettere la sua parola, è il suo portavoce.
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Con la religione d’Israele – l’ebraismo – la più antica delle tre fedi monoteistiche, comincia qualcosa di nuovo nella storia religiosa dell’umanità: il Dio di Abramo non è il dio della natura, come nella tradizione egizia, greca e romana, ma è il Dio della storia. Non è il dio della fecondità o degli eventi atmosferici, ma è il Dio che agisce nella storia umana e stringe un’alleanza con il suo popolo. Questo racconto di Dio che agisce nella storia è divenuto Libro, anzi, una serie di libri, da lui stesso “ispirati” secondo la fede degli ebrei e per questo canonici, cioè contenenti l’autentico messaggio che egli ha voluto comunicare agli esseri umani. Nel cristianesimo la rivelazione di Dio iniziata con la storia del popolo d’Israele (Primo Testamento) ha raggiunto la sua pienezza e il suo definitivo compimento in Gesù di Nazaret (Nuovo Testamento): chi crede può conoscere pienamente Dio in Gesù e non servono altre rivelazioni. Per l’islam la rivelazione consiste nella dettatura parola per parola a Muhammad del contenuto del Libro celeste (il Corano) a opera dell’arcangelo Gabriele. Muhammad è quindi il trasmettitore, non l’autore del Libro sacro. Secondo l’islam, i profeti che hanno preceduto Muhammad, da Abramo a Gesù, hanno trasmesso lo stesso messaggio di Dio in modo parziale, e solo tramite Muhammad Dio è si rivelato in maniera autentica e definitiva.
L’arcangelo Gabriele rivela a Muhammad la prima Sura del Corano, miniatura del XVI secolo, Istanbul, Topkapi Sarayi Museum Library.
… OPPURE DERIVA DALL’ESSERE UMANO? Questa teoria parte dal presupposto che la religione sia essenzialmente un prodotto umano generato da: • meraviglia o paura di fronte ai fenomeni naturali attribuiti, per ignoranza, a una divinità (ipotesi emotiva); • immaginazione (ipotesi cognitiva); • desiderio di dominare la materia e la natura (ipotesi magica); • necessità delle classi dominanti di controllare le classi inferiori (ipotesi politica). Da 150 anni a questa parte, coloro che attribuiscono un’origine umana alla religione si dividono in: • sostenitori dell’idea evoluzionista, secondo la quale l’essere umano sarebbe passato progressivamente dall’animismo al monoteismo; • sostenitori di un monoteismo primordiale, secondo cui la fede in un Dio unico si poteva ritrovare presso tutti i popoli primitivi; • sostenitori della coesistenza originaria di politeismo e monoteismo.
RISPONDI 1 Quali sono le religioni rivelate e abramitiche? Perché si chiamano così? 2 Che cosa significa che un testo religioso è “ispirato” da Dio? 3 Quali sono le teorie sull’origine della religione? APPROFONDIMENTO Religioni monoteistiche e monoteismi non religiosi
Ispirazione È l’azione attraverso cui lo Spirito Santo, agendo attraverso lo scrittore sacro, comunica agli esseri umani le verità soprannaturali.
Canonici Da canone, che deriva dal greco kànon, “regola, misura”. I libri canonici sono quelli ritenuti divinamente ispirati e, in quanto tali, punti di riferimento per i fedeli.
Corano Deriva dall’arabo Qur’an, “recitazione, lettura”. È il testo sacro dell’islam, considerato rivelato da Dio a Muhammad attraverso l’arcangelo Gabriele. Scritto in lingua araba, si compone di 114 sure (capitoli) che si susseguono in ordine decrescente: dalla più lunga alla più corta, a eccezione della prima.
UNITÀ 10 Alle origini della religione
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Gli elementi fondamentali delle religioni IL CREDO Un elemento centrale di ogni religione è il contenuto a cui le persone dicono di credere, la cosiddetta credenza, al singolare o al plurale. Sono quelle idee o quella Realtà superiore che determinano e differenziano ogni religione. Abbiamo visto che esistono religioni animistiche, politeistiche e monoteistiche: ognuna ha un credo o fede che costituisce una sorta di carta d’identità. Queste idee, dette anche verità, sono accettate sempre con un atto libero.
IL RITO PER INIZIARE Guarda la scena del film Io c’è (Edoardo Leo, 2018), poi prova a inventare una religione: quale credo formuleresti? Quali riti inventeresti? In che modo sceglieresti i seguaci? Quale tipo di tempio progetteresti?
Ogni religione si esprime attraverso gesti e oggetti, parole e forme, colori e materiali che, combinati in tempi e modi specifici e codificati, rivelano qualcosa della divinità e mettono in comunicazione dio e la persona. Il rito fa parte di ogni comportamento umano fin dalle origini e trova nella religione una sua specifica formalizzazione. Il gesto rituale quando è compiuto in modo “corretto” non è più solo e semplicemente un gesto, ma si carica di una potenza e di un significato che travalicano il suo semplice atto. Il rito è un’azione simbolica: non c’è religione senza rito.
IL SACRIFICIO Cerimonia in un tempio indù.
Nell’esperienza religiosa il sacrificio è un rito praticato per stabilire una relazione particolare e stretta con la divinità, nel tentativo di renderla benevola. La parola indica nello stesso tempo l’azione compiuta e l’oggetto offerto. Attraverso la mediazione di una vittima o di un dono offerti nel corso della cerimonia, si stabilisce quindi una comunicazione tra il mondo sacro e il mondo profano.
IL TEMPO SACRO “Tempio” e “tempo” sacro, sono due parole che derivano dalla medesima radice ed esprimono l’inserimento straordinario del divino nello spazio e nel tempo profano. Nella storia dell’umanità l’organizzazione del tempo è stata determinata da chi ha detenuto il potere: in genere le istituzioni religiose. Queste hanno organizzato i calendari inserendo nel ciclo delle stagioni varie festività, in quanto aspetto essenziale della loro pratica rituale. Tra le religioni, quelle rivelate presentano una concezione lineare del tempo, con un “prima” e un “dopo” solitamente determinato dall’evento più importante della loro storia. Le feste hanno come riferimento comune la vita di un profeta o del fondatore della dottrina religiosa, oppure sono legate al mito delle origini del mondo. Altre religioni, come quella dell’antica Roma o quella indiana, presentano invece una concezione circolare del tempo, più funzionale al ciclo stagionale delle attività agricole.
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VIDEO Scena dal film Io c’è
LA COMUNITÀ RELIGIOSA La condivisione di una fede crea la comunità religiosa e la sua visibilità è data soprattutto dalle azioni rituali compiute collettivamente. Ogni religione per esistere ha bisogno quindi di organizzarsi e rendersi visibile. Quasi sempre la religiosità si manifesta in una dimensione sociale, pubblica e riconoscibile e questo aspetto serve alla comunità stessa per riconoscersi e per rapportarsi con gli altri. Al suo interno, inoltre, ci sono ruoli diversi, a cui si accede per scelta o per chiamata. • Nella religione ebraica si può distinguere la comunità universale da quella locale. La prima (Kenneset Israel) indica la totalità della comunità ebraica che unisce in solidarietà gli ebrei residenti in Israele e quelli della diaspora. La comunità locale che vive fuori Israele (Qahal Israel) è un organismo autonomo organizzato attorno alla sinagoga. • Nella religione cristiana la comunità dei credenti in Cristo si chiama Chiesa, termine che deriva dal greco Ekklesìa (= assemblea di chiamati). A questa comunità, aperta a ogni persona, si appartiene mediante il battesimo.
Fedeli musulmani durante la preghiera del venerdì in una moschea.
• Nella religione islamica la comunità dei credenti in Allah è chiamata Umma ed è caratterizzata dall’universalismo (cioè non ha preclusioni di tipo etnico) e dall’egualitarismo (cioè non esiste un clero che stia su un piano differente dagli altri fedeli).
SPECIALISTI DEL SACRO All’interno della comunità ci sono diversi ruoli ed emergono alcune figure di “specialisti” che presiedono all’organizzazione della vita comunitaria. In genere, la loro funzione è quella di intermediari tra comunità e divinità. In alcuni gruppi religiosi queste figure agiscono perché delegate dalla comunità (per esempio, il rabbino per quella ebraica o l’imam per quella islamica); in altri casi, invece, perché emergono inclinazioni e scelte personali (il sacerdote, il monaco o la monaca nella religione cristiana); altre volte si ritiene che siano state prescelte dalla stessa divinità (per esempio, lo sciamano e il profeta).
RISPONDI 1 Qual è la funzione del rito nelle religioni?
2 Che cos’è il sacrificio nell’esperienza religiosa?
3 Qual è la concezione del tempo
Diaspora
nelle religioni rivelate?
Deriva dal greco diaspérein e significa “disseminare”. È il termine usato per descrivere la dispersione della comunità ebraica nel mondo.
Allah Sostantivo arabo che significa Dio (il Dio unico, il Dio del monoteismo) usato da tutti i popoli musulmani e anche da ebrei e cristiani di lingua araba.
4 Qual è il ruolo della comunità per ebraismo, cristianesimo e islam?
5 Quale funzione hanno gli specialisti del sacro?
UNITÀ 11 Gli elementi fondamentali delle religioni
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Il tempo sacro nelle religioni rivelate
Procuratevi un calendario grande con lo spazio per scrivere, oppure realizzatelo voi, poi riportate le feste delle varie religioni durante l’anno. Su areaReligione potete consultare il calendario interreligioso.
L’EBRAISMO LA CONCEZIONE DEL TEMPO
IL CALENDARIO
La dimensione ebraica del tempo oscilla tra linearità e circolarità, tra ritorno e prospettiva, tra memoria e speranza. Delle leggi consegnate al popolo ebraico, la prima, rivelata dall’ETEVETH terno a Mosè già in terra d’Egitto, riguarda il calcolo del GENN EMBRE tempo: “Il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: – Questo mese [il mese di Nisàn] sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno” (Es 12, 1-2). La disposizione e l’attitudine a scandire il tempo e a gestirlo è il primo segno di libertà: uno schiavo non può disporre del proprio tempo, c’è sempre qualcun altro che ne dispone per lui. Dal versetto si possono dedurre due principi: il primo è che il mese di Nisàn è il primo mese dell’anno, e il secondo che il compito di stabilire il calendario spetta al popolo d’Israele
Tre aspetti legati alla suddivisione del tempo determinano le festività e le ricorrenze del calendario ebraico: il rapporto con le stagioni, la cadenza settimanale del Sabato e l’inizio del giorno festivo con il tramonto e non con l’alba. Nel calendario ebraico (luni-solare), infatti, i giorni vengono calcolati dal tramonto al tramonto, i mesi in base alla luna e gli anni in base al sole.
SHABBAT Il Sabato (Shabbat), settimo giorno della settimana, è la ricorrenza settimanale prescritta dalla Torah, caratterizzata dalla cessazione di vari tipi di attività. Il termine Shabbat deriva dal verbo sh-b-t “cessare”, utilizzato in Gen 2, 2-3: “Dio […] cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando”. Lo Shabbat inizia poco prima del tramonto del Venerdì sera e termina il Sabato sera, con l’apparizione della terza stella nel cielo. Tratto da 16 schede per conoscere l’ebraismo, a cura di CEI e UCEI, 2023
UGNO
LUGLI
TAMMUS
Ricerca in quali mesi dell’anno ebraico ricorrono le principali festività ebraiche: Rosh ha Shanàh (Capodanno), Yom Kippur (Giorno dell’Espiazione), Sukkot (Festa delle Capanne), Hannukkàh (Festa delle luci), Purim (Festa delle sorti), Pesah (Festa di Pasqua), Shavuot (Festa delle settimane).
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IL CRISTIANESIMO IL TEMPO INTERMEDIO Nel Nuovo Testamento il tempo appare come lo “svolgimento del piano di Dio nel mondo” (Gal 4, 4) e come “ora della decisione” per orientarsi verso Cristo (Lc 19, 42; 2Cor 6, 2). La teologia cristiana ha chiamato tempo intermedio quello che va dalla venuta di Cristo al suo ritorno per giudicare il mondo. È il tempo “del già e non ancora”, nel senso che la salvezza di Cristo è già in atto nel mondo, ma la presenza di ingiustizie e sofferenze indica che tale salvezza non è ancora compiuta fino al definitivo ritorno di Cristo.
IL CALENDARIO CRISTIANO GENN
LUGL
Conosci alcune tra le feste cristiane? Prova a collocare nello schema quelle che conosci in corrispondenza del periodo corretto.
EMBRE
UGNO
Il calendario cristiano, strutturato come quello ebraico in settimane, ha come punto di riferimento la domenica di Pasqua che cade tra il 22 marzo e il 25 aprile, poiché viene celebrata la domenica dopo la prima luna piena di primavera. La Chiesa cattolica (e la maggior parte dei Paesi del mondo) ha adottato, fin dal 1582, il calendario gregoriano, che deve il suo nome a papa Gregorio XIII che lo introdusse: si tratta di un calendario solare, cioè basato sul ciclo delle stagioni, che ha sostituito il precedente calendario giuliano adottato da Giulio Cesare nel 46 a.C. e che è ancora in uso dalla maggior parte delle Chiese ortodosse.
L’ISLAM IL CALENDARIO ISLAMICO Anche per il mondo islamico il tempo è un susseguirsi lineare di fatti e di eventi irripetibili. Solo Dio sussiste dall’eternità e non avrà fine: “Tutto perirà, eccetto il tuo volto” (Sura 28, 88). L’islam si distingue però dalle due altre “religioni del libro” (ebraismo e cristianesimo) per l’utilizzo di un calendario lunare, indipendente dal ciclo solare stagionale: quindi possiamo trovare il mese del Ramadhan in qualunque stagione dell’anno. SCHAWWAL
E CEMBR
GENNA
Che cosa sai del mese sacro di Ramadhan? In quale stagione ricorre quest’anno? IUGNO
UNITÀ 11 Gli elementi fondamentali delle religioni
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I WWAL
LUGLIO RABI ATH-TH AN
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Lo spazio sacro nelle religioni rivelate
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L’EBRAISMO ILTEMPIO DI GERUSALEMME Di fronte alla sacralità del tempo, l’ebraismo oppone l’assenza di sacralità dello spazio: l’unico spazio sacro, il Tempio di Gerusalemme, venne distrutto nel 70 d.C.
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Osserva il disegno del Tempio e poi completa il testo inserendo le lettere nei quadratini. Di fronte al Tempio, costruito da re Salomone, nel cortile esterno , si trovano l’altare per gli olocausti e la vasca per le purificazioni . Ai due lati, dieci vasche minori . Dopo aver varcato le colonne di bronzo , ci si trova nel “Santo” , dove sono situati l’altare dell’incenso , le dieci lampade d’oro a sette bracci (Menorah) e la tavola dei pani . In fondo si trova l’area più sacra, il “Santo dei Santi” , dove è custodita l’Arca dell’Alleanza , segno visibile della Shekhinah (= Presenza) di Dio. Davanti all’edificio ci sono il cortile dei sacerdoti,
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l’atrio per gli uomini, l’atrio per le donne, il cortile per gli israeliti (vietato ai non ebrei) e l’atrio dei gentili (i non ebrei). Questo Tempio fu distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C., ricostruito 70 anni dopo e nuovamente distrutto dai romani nel 70 d.C. La distruzione del Tempio rese impossibile compiere i sacrifici del culto. Di quel Tempio rimane oggi solo un brandello di muro, il Muro occidentale, detto Muro del Pianto, dove gli ebrei vanno a piangere il perduto spazio sacro e a portare le loro preghiere.
Il Muro occidentale o Muro del Pianto, unico resto del Tempio di Gerusalemme distrutto dai romani. È il monumento più sacro per l’ebraismo e i fedeli provenienti da ogni parte del mondo vi si recano per pregare.
LA SINAGOGA Oggi le sinagoghe sostituiscono il Tempio. In questo spazio la comunità si riunisce per la preghiera e per le attività culturali e sociali.
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VIDEO La sinagoga e la comunità ebraica di Torino
Osserva il disegno della sinagoga e poi completa il testo inserendo le lettere. In ogni sinagoga è presente, orientata verso Gerusalemme, l’Aron Hakodesh, cioè l’Arca Santa che contiene una copia della Torah . Accanto all’armadio una lampada sempre accesa ricorda il candelabro a sette bracci che si trovava nel Tempio. Ogni sabato la Torah viene srotolata e letta sulla Bimàh , il luogo rialzato posto al centro dell’edificio. Intorno a questa tribuna ci sono i banchi che di solito sono riservati agli uomini. Nelle sinagoghe ortodosse le donne assistono al culto dal matroneo , un ambiente separato o situato al piano superiore.
UNITÀ 11 Gli elementi fondamentali delle religioni
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IL CRISTIANESIMO
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LO “SPAZIO” DI DIO: L’ESSERE UMANO E LA CHIESA Gesù aveva annunciato che il Tempio di Gerusalemme sarebbe stato superato in quanto spazio sacro; anzi, annunciò la sua distruzione e la riedificazione in un “Tempio nuovo”, non costruito dalle mani dell’uomo (Mc 14, 58). Paolo individua questo nuovo spazio sacro nella stessa comunità cristiana, la Chiesa, paragonata a un “campo” seminato dagli apostoli ma fatto fruttificare da Dio, a un “edificio” il cui fondamento è costituito da Cristo, al “tempio” in cui abita il Dio vivente, al “corpo” di cui lo stesso Cristo è il capo (1Cor 3, 9.16; 2Cor 6, 16; Ef 1, 23). Il corpo stesso di ogni singolo credente è visto da Paolo come “Tempio dello Spirito Santo” (1Cor 6, 19), luogo privilegiato abitato da Dio. Forti di questa convinzione, i primi cristiani si radunavano in case private dette domus ecclesiae. Con l’aumentare del numero dei fedeli e con il riconoscimento della libertà religiosa (nel 313), fu necessario utilizzare templi pagani in disuso o costruire edifici appositi. I più grandi presero il nome di “basiliche” (termine che nella Roma antica e pagana indicava un fabbricato utilizzato per l’amministrazione della giustizia da parte del re, in greco basileus, o dei suoi incaricati). A Roma, la più antica basilica è quella di San Giovanni in Laterano (IV secolo). In seguito furono costruite San Paolo fuori le mura (la cui struttura primitiva risale a Costantino), Santa Maria Maggiore (edificata durante il pontificato di papa Liberio, nel IV secolo, e ristrutturata da papa Sisto III nel V secolo) e San Pietro in Vaticano (iniziata nel 1506 e terminata nel 1626). Queste quattro sono dette “basiliche maggiori”.
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Osserva il disegno della chiesa e poi completa il testo inserendo le lettere. Nella chiesa cattolica, generalmente, si possono individuare alcuni elementi comuni: l’altare attorno al quale la comunità si riunisce per celebrare l’eucaristia che si trova nel presbiterio ; il tabernacolo che custodisce le ostie consacrate; le panche o le sedie che accolgono i fedeli e sono poste di fronte all’altare; la croce , simbolo della fede cristiana, e poi vetrate , dipinti e statue che ispirano la preghiera.
L’ISLAM SPAZI SACRI: IL TAPPETO, LA MOSCHEA, LA MECCA I musulmani di tutto il mondo pregano in moschea. Questo luogo non presenta elementi indispensabili, infatti è possibile pregare anche all’aperto, purché la terra sia coperta da un tappeto, una stuoia o un mantello, poiché la preghiera deve essere fatta in un contesto di purità, e ci si rivolga verso la Mecca.
L’interno della moschea di Edirne, in Turchia risalente al XV secolo.
Osserva il disegno della moschea e poi completa il testo inserendo le lettere. Nella moschea è presente un mihrab , una sorta di abside che indica la direzione (qiblah) della Mecca, città santa e meta di pellegrinaggio. C’è poi un pulpito , dal quale il predicatore parla il venerdì (giorno di preghiera) e la zona riservata ai fedeli , di solito ricoperta da tappeti. All’esterno della moschea ci sono il minareto , ossia una torre dalla quale il muezzin chiama i fedeli alla preghiera, e le fontane per le abluzioni.
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VIDEO La moschea e l’islam a Torino
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Lo spazio sacro nelle religioni orientali Osserva le immagini dei vari edifici e cerca di individuare alcuni degli elementi descritti nei testi.
L’INDUISMO Il Tempio Devi Jagdambi, dedicato a Parvati, Madhya Pradesh, India.
Il termine più usato per indicare il tempio induista è vimana che significa “misura” e rappresenta tutto ciò che nell’universo ha una forma e quindi una misura. In senso stretto il vimana indica il luogo centrale del tempio, lo spazio che contiene la dimora della divinità. L’architettura sacra induista si può ricondurre a due stili: quello detto nagara, caratteristico dell’India settentrionale, e quello dravida, dell’India meridionale. I due tipi tempio si distinguono innanzitutto per il diverso sviluppo in verticale: quelli del nord più alti e con una guglia molto affusolata con pareti curvilinee, detta sikhara (“vetta”); quelli in stile dravida con una struttura meno slanciata. Inoltre, mentre il tempio nelle aree al nord è solitamente circondato da una sola cinta muraria, nel sud la superficie si allarga molto, fino a costituire una sorta di città-tempio, i cui accessi sono sormontati da torri, dette gopura. Un aspetto comune è il camminamento che circonda la dimora della divinità che consente di girare attorno all’immagine sacra.
LO SHINTOISMO
Il santuario Fushimi Inari-Taisha a Kyoto, Giappone, dedicato al kami Inari.
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È la religione più diffusa in Giappone che, a partire dal V-VI secolo d.C., venne influenzata anche da buddhismo e confucianesimo. Il santuario shintoista è costituito da una serie di edifici e dall’area che li circonda e si chiama
IL BUDDHISMO Il tempio buddhista riprende in parte la concezione induista. Nelle due grandi religioni orientali, lo spazio e il tempio sacro sono associati a una forma simbolica. La prima e più importante, che ha influenzato l’evoluzione architettonica di quest’area, è stata quella del monte Meru: la residenza divina e il perno dell’universo secondo la cosmologia induista. I templi indiani hanno sempre una medesima struttura caratterizzata da due aree: la stanza sacra, che contiene l’immagine del dio e la torre del santuario, che rappresenta il monte Meru. Questi templi si chiamano stupa, che significa “crocchia”, proprio come i capelli raccolti dietro la nuca dell’asceta, e furono inizialmente costruiti per raccogliere le reliquie del Buddha, i te-
sti sacri e le immagini votive. Nel tempo, lo stupa ha assunto diverse forme: a semisfera, a campana, con base circolare, quadrata, ottagonale ecc. Dalla forma dello stupa, in Cina e in Giappone in modo particolare, si è evoluta e diffusa la pagoda, articolata su diversi piani, che rappresentano i vari mondi della cosmologia buddhista, mentre i gradini sottolineano i livelli di evoluzione spirituale del seguace del buddhismo. Alle estremità dei cornicioni sporgenti pendono delle piccole campane che, mosse dal vento, con il loro suono diffondono simbolicamente la dottrina.
Il grande stupa Kunbum a Gyantse, in Tibet.
La pagoda Ruigang Suzhou a Jiangsu, Cina.
jinja o taisha; al suo interno si venerano i kami, che sono divinità, spiriti o elementi naturali. L’ingresso è segnato dalla presenza di una porta rossa, detta torii, formata da due stipiti e due architravi, che serve a delimita-
re lo spazio sacro. Di solito ce ne sono tre lungo il percorso, a indicare il progressivo avvicinarsi al centro del santuario. La via, o sando, conduce all’heiden che è la sala delle offerte, la parte più sacra.
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Donne e uomini del sacro Leggi le definizioni e poi associale alle immagini.
A. Sciamano e sciamana Presso le culture animiste è un guaritore o una guaritrice che media con le forze dell’aldilà. Attraverso la sua attività magica, lo sciamano sarebbe in grado di mettersi in contatto con gli spiriti, entrando in uno stato di trance e cadendo in estasi, distaccandosi dalla realtà e unendosi alla divinità. La trance viene indotta in molti modi: dalla magia del rumore e della danza all’uso di stupefacenti. Non si diventa sciamani per scelta, ma per elezione da parte degli spiriti.
B. Sacerdote e sacerdotessa È la figura che, nelle religioni politeiste e monoteiste, compreso il critianesimo, “si occupa delle cose sacre”. Ha l’incarico e la delega della comunità a compiere i riti sacri: è di fatto un mediatore o una mediatrice tra la divinità e i fedeli. Alla classe sacerdotale si appartiene per elezione o per tradizione familiare.
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C. Rabbino Il termine indica uno studioso dei testi sacri e della tradizione ebraica, e in ebraico significa “maestro mio”. Egli è stato ordinato con un rito che lo costituisce rabbino per tutta la vita ed è riconosciuto dalla comunità come guida spirituale e culturale. Solo nelle comunità ebraiche riformate anche le donne possono essere ordinate rabbine.
D. Imam Significa “colui che sta davanti”, ed è la guida della preghiera presso i musulmani. È riconosciuto dalla comunità come esperto nel Corano e la sua condotta deve essere moralmente ineccepibile. È il capo della comunità islamica locale, ma non appartiene a una classe sacerdotale. Fanno eccezione i musulmani del gruppo sciita, presso i quali gli imam sono discendenti del profeta Muhammad attraverso suo cugino Alì. Sia tra i sunniti sia tra gli sciiti, solo gli uomini possono ricoprire questo ruolo.
E. Monaco e monaca Il termine significa “persona solitaria”, ed è una figura di religioso o religiosa che si ritrova in molte tradizioni spirituali tra cui quelle cristiana, ebraica, islamica, induista e buddhista. Vive la propria religiosità attraverso il distacco dal mondo e la rinuncia ad alcuni beni terrestri e mondani. Ogni confessione religiosa ha poi sviluppato delle proprie tradizioni monastiche in cui si sono più o meno accentuate le modalità di distacco dal mondo e dagli esseri umani alla ricerca di esperienze di ascesi e di spiritualità. Solo nel cristianesimo e nel buddhismo esistono le monache.
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I pellegrinaggi
L’EBRAISMO IL PELLEGRINAGGIO A GERUSALEMME Gerusalemme e il suo Tempio erano oggetto di pellegrinaggi già in epoca biblica, soprattutto in occasione delle tre feste di pellegrinaggio (Pesah, Shavu’ot, Sukkot). Le tre feste di pellegrinaggio, in cui ci si riversava in massa a Gerusalemme, avevano dei riferimenti agricoli originari che sono rispettivamente la primavera (Pesah), la prima mietitura (Shavu’ot) e la vendemmia (Sukkot). A questi significati se ne aggiungono altri di carattere storico e religioso; Pesah è difatti la festa in ricordo dell’uscita degli ebrei dalla schiavitù egiziana, Shavu’ot la festa della promulgazione del decalogo sopra al monte Sinai, e Sukkot il ricordo della protezione divina degli ebrei nel deserto, nella strada dall’Egitto alla Terra promessa, quando risiedettero in capanne. Tratto da 16 schede per conoscere l’ebraismo, a cura di CEI e UCEI, 2023
Dopo la distruzione del Tempio, i pellegrinaggi sono continuati, ma hanno mutato il loro carattere da festa gioiosa a commemorazione del Tempio distrutto. L’augurio che da secoli ci si rivolge la sera di Pasqua è: “L’anno prossimo a Gerusalemme”.
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Ebrei ortodossi in preghiera davanti a ciò che rimane del Muro Occidentale del Tempio di Gerusalemme, meta di pellegrinaggi.
IL CRISTIANESIMO I PELLEGRINAGGI AI SEPOLCRI DEI MARTIRI E AI SANTUARI I sepolcri dei martiri divennero ben presto meta di pellegrinaggio per poter avvicinare la santità e la grazia di Dio, in particolare a Roma presso le catacombe e la tomba di Pietro, su cui fu poi edificata la Basilica di San Pietro. Sono meta di pellegrinaggio anche la Terra Santa (e in particolare, Gerusalemme, Betlemme, Nazaret), Santiago di Compostela in Spagna, i luoghi di origine dei santi più noti della pietà cristiana (come Assisi) e i luoghi delle apparizioni mariane, come La Salette in Francia (1846), Lourdes sempre in Francia (1858), Fatima in Portogallo (1917) e molti altri.
Fedeli musulmani in pellegrinaggio presso la Ka’ba, alla Mecca, dove cercano la purificazione dai peccati. La Mecca è considerata la dimora di Allah.
L’ISLAM I PELLEGRINAGGI ALLA MECCA, A MEDINA E A GERUSALEMME Il pellegrinaggio alla Mecca, l’Hajj, è uno dei cinque pilastri dell’islam: esso è obbligatorio per ogni musulmano che abbia la possibilità di farlo (Sura 3, 91-97). Si compie nel mese lunare di Zu l-hijja, ultimo dell’anno islamico, secondo un rituale fissato da Allah stesso, attraverso Muhammad, nella Sura 2, 192-199. Il pellegrinaggio a Medina ha come destinazione la Moschea del Profeta, al cui interno si trovano la casa e la tomba di Muhammad e dei suoi due successori. Il pellegrinaggio a Gerusalemme, terzo luogo santo per i musulmani, permette di visitare e pregare nel Santuario di Al-Haram al-Sharif, posto sull’antica spianata del Tempio di Salomone.
I PELLEGRINAGGI ALLE TOMBE DEI SANTI I pellegrinaggi alle tombe dei santi, oggetto di critiche da parte di molti musulmani per il rischio d’idolatria, sono praticati ovunque nel mondo islamico: tra le mete più note vi sono Kairouan in Tunisia, Uezzan in Marocco, Karbala in Iraq, An Najaf in Iran, Hebron in Palestina (dove è venerata la tomba di Abramo). Alcuni di questi luoghi erano già oggetto di devozione in epoca preislamica.
La Moschea di Karbala, in Iraq. La città è meta del pellegrinaggio di milioni di musulmani sciiti per la ricorrenza dell’Ashura, che ricorda il martirio del nipote di Muhammad. I fedeli si recano sulle tombe dell’imam e dei suoi seguaci.
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Il giubileo
CHE COS’È Una delle occasioni di pellegrinaggio più importanti, condivise e partecipate del mondo cattolico è quella che coincide con il Giubileo, che consiste nel pellegrinaggio alla tomba di Pietro a Roma attraversando la porta santa della Basilica di San Pietro. Il Giubileo è un anno santo che ordinariamente si svolge ogni 25 anni, durante il quale la Chiesa cattolica offre ai fedeli la possibilità di chiedere l’indulgenza plenaria, cioè la remissione dei peccati per sé o per i parenti defunti.
L’ORIGINE EBRAICA DEL GIUBILEO Il Giubileo trova le sue radici nella storia ebraica: è la Bibbia infatti che, nel libro del Levitico, ci informa che, secondo la Legge di Mosè, dopo sette cicli di anni sabbatici (cioè dopo sette per sette anni) si celebrava un anno giubilare. Questo prevedeva, tra l’altro, la restituzione delle terre agli antichi proprietari, la remissione dei debiti, la liberazione di schiavi e prigionieri, il riposo della terra e la misericordia divina particolarmente manifesta (Lv 25, 8-13). L’inizio del Giubileo ebraico veniva segnato dal suono del corno d’ariete, in ebraico jobel, da cui deriva il termine “giubileo”.
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UN PO’ DI STORIA DEL GIUBILEO CRISTIANO La Chiesa cattolica iniziò la tradizione dell’anno santo nel 1300 con papa Bonifacio VIII che stabilì un Giubileo ogni secolo. Successivamente, l’intervallo tra un anno santo e l’altro fu abbassato a 25 anni per permettere a ogni generazione di poter partecipare ad almeno uno di questi eventi. Si tratta di un’occasione unica nel suo genere per vivere un’esperienza di fede, di riconciliazione con Dio e con le sorelle e i fratelli di tutto il mondo. Innumerevoli sono le iniziative e le manifestazioni che vengono organizzate in tutto il mondo e che coinvolgono milioni di pellegrini che si riversano nella città santa: Roma. Un Giubileo famoso e controverso fu quello del 1450: infatti, quell’anno santo si rivelò molto ricco per le casse vaticane sia per via dell’incredibile afflusso dei pellegrini, sia perché permise a chi
IL RITO DELLA “PORTA SANTA” L’apertura della porta santa è il rito più conosciuto e coinvolgente ed è quello che sancisce l’inizio dell’anno santo che tradizionalmente inizia prima di Natale e termina un anno dopo per l’Epifania. Le quattro basiliche maggiori di Roma hanno una porta santa: San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore. Tuttavia, è l’apertura di quella di San Pietro che sancisce l’inizio del Giubileo: il papa dà un colpo con un martelletto alla porta, che un tempo veniva smurata poco prima della celebrazione, e nei giorni successivi vengono aperte tutte le altre. Questo rito avviene esclusivamente durante l’anno giubilare. L’apertura della porta santa durante il Giubileo simboleggia il passaggio dal peccato alla grazia di Dio che ogni cristiana e ogni cristiano deve compiere. Nel mondo esistono poi altre porte sante, di volta in volta concesse dal papa, attraverso cui è possibile ricevere l’indulgenza plenaria. Durante il Giubileo straordinario del 2015, papa Francesco ha concesso l’apertura della porta santa anche nelle chiese cattedrali e ha consentito alle diocesi di istituirne altre.
non poteva raggiungere Roma di ottenere l’indulgenza in cambio di denaro. In passato l’alto numero di pellegrini aveva creato problemi logistici dovuti a questioni d’igiene e di salute pubblica: numerosi giubilei furono accompagnati da violente epidemie, soprattutto di peste. Questo, tuttavia, non ha mai frenato il considerevole flusso di fedeli mossi da fede autentica. Il prossimo Giubileo ordinario avverrà nell’anno santo 2025 e si stima che circa 32 milioni di persone si recheranno per l’occasione a Roma. In caso di avvenimenti di particolare importanza, si sono svolti nel passato anche dei Giubilei straordinari: per esempio, l’ultimo è stato indetto nel 2015 (e si è concluso nel 2016) in occasione dei 50 anni dalla fine del Concilio Vaticano II e papa Francesco lo ha dedicato alla riflessione sulla misericordia, dono di Dio.
Papa Francesco chiude la porta santa della Basilica di San Pietro alla fine del Giubileo straordinario della Misericordia del 2016.
Visita la sezione “Il Giubileo della misericordia” su area.religione.deascuola.it e approfondisci questo argomento attraverso filmati, audio e curiosità.
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L’indifferenza e il rifiuto di Dio
PER INIZIARE Guarda la scena del film Decalogo 1, poi confrontatevi in classe per rispondere a questa domanda: come fa la zia a spiegare a Powel chi è Dio?
IL DILEMMA DEL CREDERE I dati presentati nelle pagine precedenti mostrano che la stragrande maggioranza delle donne e degli uomini del pianeta credono in una divinità. Tuttavia, resta il fatto che Dio non si può dimostrare con un ragionamento o un esperimento scientifico. Ogni persona si trova quindi di fronte al dilemma se credere o non credere in Qualcuno da cui ha origine l’universo. Soprattutto nel mondo occidentale, le posizioni che abbracciano l’indifferenza o il rifiuto di Dio si sono diffuse negli ultimi due secoli: a livello mondiale, se sommiamo le adesioni di coloro che si riconoscono nell’ateismo, nell’agnosticismo e nell’indifferenza religiosa arriviamo a circa il 12% della popolazione del pianeta; un dato che rappresenta il quarto orientamento, dopo le fedi cristiana, islamica e induista.
IL RIFIUTO DI DIO: L’ATEISMO Sofisti Filosofi del V-IV secolo a.C. che negavano la possibilità di raggiungere una verità definitiva, per cui tutto può essere messo in discussione.
Psicoanalisi Termine nato dall’unione delle parole psiche, “anima” e analisi, “sciogliere”. È la teoria dell’inconscio e indica lo studio della mente umana e il trattamento terapeutico dei disturbi psicologici.
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Il rifiuto di Dio ha un’importante tradizione nel pensiero occidentale. Già nell’antica Grecia i filosofi sofisti, tra cui Crizia (460-404/403 a.C.) sostenevano che gli dèi sono un’invenzione degli esseri umani affinché nessuno compia il male per paura del castigo divino; secondo il filosofo Eraclito (535-475 a.C.), il mondo non è stato creato da nessun dio, ma è sempre stato e sempre sarà. La persona atea (senza dio) sostiene la non esistenza del divino. Una delle sue più forti argomentazioni è quella legata al mistero del male: se Dio è onnipotente e infinitamente buono, come può tollerare il dolore e la sofferenza degli innocenti? L’ateo, quindi, si oppone alla religione ritenendola un’invenzione della società per consolare il cuore umano di fronte al male. È soprattutto durante il XIX e il XX secolo che si sono elaborate le più importanti teorie atee sostenute nelle loro opere da Ludwig Feuerbach (1804-72), Karl Marx (1818-83), Friedrich Nietzsche (1844-1900) e dal fondatore della psicoanalisi Sigmund Freud (1856-1939). VIDEO Scena dal film Decalogo 1 APPROFONDIMENTO Decalogo 1, la trama
SOSPENDIAMO IL GIUDIZIO La persona agnostica è “chi non sa”, chi sospende il giudizio sull’esistenza di Dio. Poiché non ha prove evidenti che la facciano propendere per credere o non credere e, comunque, dubita della capacità e della possibilità della ragione umana di giungere a conoscenze certe su quest’argomento, non si pronuncia. Dal punto di vista teorico, l’agnostico non è ateo. Dal punto di vista pratico, però, vive e si comporta come se Dio non ci fosse. Anche l’agnosticismo ha una presenza significativa nella tradizione occidentale. Già lo storico greco Diogene Laerzio (III secolo) riferisce che il filosofo Protagora fu bandito dagli ateniesi dopo aver scritto: Intorno agli dèi non ho alcuna possibilità di sapere né che sono né che non sono. Molti sono gli ostacoli che impediscono di sapere, sia l’oscurità dell’argomento sia la brevità della vita umana. Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, Libro IX, cap. VIII
L’INDIFFERENZA L’indifferenza religiosa è un atteggiamento in crescita nel mondo occidentale. La persona indifferente non si sente coinvolta dal problema religioso e mette tutte le religioni sullo stesso piano. Pensa: “A che cosa mi serve credere in Dio? Viviamo... poi si vedrà!”. Spesso è portata a costruirsi una religione su misura, a proprio uso e consumo. L’idea di Dio viene così rimpiazzata da altre forme di culto, come quelle del denaro, del potere o del proprio corpo. Tra i pensatori esponenti dell’indifferenza religiosa troviamo lo scrittore francese Jean-Jacques Rousseau (1712-78).
INTELLIGENZA ARTIFICIALE Abbiamo chiesto all’AI (vedi Tema 12): Come si comporta una persona agnostica rispetto alla questione religiosa? Leggi la risposta: che cosa ne pensi? Dopo aver letto l’Unità, ti sembra che la risposta fornita sia corretta? Perché?
APPROFONDIMENTO Papa Francesco: Coltivare la spiritualità
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ALLA RICERCA DI NUOVE SPIRITUALITÀ
Sincretismo Nella scienza delle religioni indica la fusione di dottrine diverse, in modo indiscriminato e senza che siano armonizzate tra loro.
Gli studiosi delle religioni e i sociologi hanno notato che negli ultimi decenni si è affermata la ricerca di una religiosità cosiddetta “emozionale”, cioè fondata sulla necessità di sperimentare, durante le pratiche religiose, emozioni e stati d’animo gratificanti. Questa nuova esigenza ha portato, a volte, alla nascita di nuove religioni, derivate da quelle tradizionali, ma esterne a esse; in altri casi ha generato la formazione di religioni sincretiste derivanti dall’incontro delle religioni monoteiste con quelle orientali. Si è così creato un vasto movimento di spiritualismo individuale conosciuto come New Age.
Orizzonti e testimoni LA VOCE DELL’ASTROFISICO
John David Barrow (1952-2020) è un importante astrofisico e divulgatore scientifico inglese i cui interessi spaziano oltre il campo delle sue ricerche, comprendendo anche temi filosofici e artistici. Di fede cristiana, Barrow aderisce alla confessione anglicana. Nato nel 1952, ottiene il suo dottorato in Astrofisica preso l’Università di Oxford e, dopo aver iniziato la carriera accademica in università prestigiose americane e britanniche, nel 1999 approda presso l’Università di Cambridge, dove rimane come professore di Matematica e Fisica fino alla morte. John Barrow si occupa degli aspetti matematici e filosofici della cosiddetta Teoria del tutto, e uno dei suoi più importanti traguardi professionali, a cui rimane legato il suo nome, è la formulazione più ampia e completa del “principio antropico”, nell’opera, scritta nel 1986 insieme a Frank Tipler The Anthropic Cosmological Principle. I due autori illustrano in quel volume un lungo elenco delle delicate condizioni fisiche e chimiche ritenute antropiche. Da questi dati emerge che anche una leggera variazione delle costanti di natura avrebbe condotto a un universo completamente differente dal nostro, nella sua struttura come nelle leggi naturali, nel quale non si sarebbe potuta dispiegare la complessa sequenza di fenomeni che ha portato dal Big Bang allo sviluppo delle caratteristiche fisicochimiche necessarie alla vita.
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La sua opera riflette l’ampiezza dei suoi interessi e si contraddistingue in particolar modo per il suo approccio filosofico alle questioni poste dalla fisica cosmologica, come il destino e la struttura dell’universo, che rendono il suo lavoro fruibile e di interesse anche per chi non è esperto del settore, pure grazie a un certo umorismo di fondo che caratterizzava il suo stile comunicativo.
Antropico Ciò che è relativo alla distribuzione e all’attività umana.
Big Bang Una sorta di esplosione avvenuta circa 15 miliardi di anni fa da cui ha avuto origine l’universo.
La ricerca di nuove spiritualità ha generato una visione del mondo come terreno di scontro tra angeli e demoni che si è tradotta, in alcuni casi, in forme violente e trasgressive dalle quali è sorto, soprattutto tra i giovani, il fenomeno del satanismo che ha avuto risvolti anche nella cronaca nera
Satanismo Indica il culto di Satana e delle forze del male.
RISPONDI 1 Qual è il significato del termine “ateo”? 2 Quali sono le differenze tra agnosticismo e indifferenza religiosa? 3 Quali sono, secondo te, le ragioni che in Occidente hanno condotto a un aumento dell’indifferenza nei confronti di Dio?
4 A che cosa ha portato la ricerca di nuove spiritualità?
► TEMA 5 Il bene e il male nelle religioni
Per esempio, è rimasto famoso questo suo paradosso: “Un universo abbastanza semplice da essere capito è troppo semplice per produrre una mente capace di capirlo”. Nel 2006 Barrow viene insignito del Premio Templeton, “per i suoi scritti sulla relazione tra la vita e l’universo”, e nel discorso di accettazione parla della bellezza dell’universo paragonandola a quello di una basilica cristiana, mostrando ancora una volta come nel suo pensiero concetti poetici, filosofici e religiosi convivano con la sua idea del cosmo. Molte delle questioni più profonde e più sconvolgenti che noi tuttora affrontiamo a proposito della natura dell’universo hanno origine dalla nostra religiosa ricerca di significato. Il concetto di un universo regolato da leggi con un ordine che può essere compreso e su cui si può fare affidamento è emerso in larga parte da convinzioni religiose riguardo la natura di Dio. […] Religione e scienza possono fornire una reciproca illuminazione e apprezzamento delle meraviglie del nostro universo e ispirarci a scovare e comprendere la verità in modi nuovi – una verità sempre inaspettata e spesso assai diversa da come essa prima ci appariva. Nel febbraio 2020 viene nominato da papa Francesco membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze e muore a settembre dello stesso anno a Cambridge all’età di 67 anni. Adattamento da Profilo redatto da Giulia Capasso per la rivista “DISF – Documentazione Interdisciplinare di Scienza & Fede”, 2021
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I nuovi movimenti religiosi
IL MOVIMENTO NEW AGE New Age (=“Nuova era”) è un’espressione utilizzata per indicare un vasto movimento culturale alternativo che comprende centinaia di correnti psicologiche, sociali e spirituali sorte nella seconda metà del XX secolo nel mondo occidentale. Le concezioni riconducibili a questo movimento sono accomunate dall’idea che i tempi siano maturi per un cambiamento degli individui, della società e del mondo per l’avvento di una “nuova era”, indicata come “età dell’Acquario”, caratterizzata dalla pace e dall’amore tra tutti gli esseri umani, al contrario dell’attuale “età dei Pesci” contraddistinta da violenza e guerre. Sotto la definizione di New Age si riconoscono svariate realtà: semplici stili di vita, religioni, filosofie, medicine alternative, organizzazioni, aziende ecc., che hanno in comune un approccio individuale all’esplorazione della spiritualità.
DAMANHUR Damanhur (= “città della luce”) è una comunità spirituale che sorge in Val Chiusella a 50 km da Torino, fondata nel 1976 da Oberto Airaudi (1950-2013) per dimostrare che attraverso la vita mistica e comunitaria è possibile salvare l’umanità dal disastro morale ed ecologico. La comunità, che oggi conta oltre 600 residenti, vive attorno alla personalità del suo fondatore e alla sua idea di creare una microsocietà autosufficiente – con Costituzione, bandiera, ministeri, scuole, moneta – in armonia al suo interno e con la natura espressa attraverso il cambiamento del proprio nome con quello di un animale o di un vegetale.
SCIENTOLOGY È un’organizzazione fondata attorno alle idee e alle pratiche ideate nel 1954 dallo scrittore statunitense Ron Hubbard (1911-86) e basate sulle reali potenzialità umane. L’essere umano è visto come un essere spirituale immortale che, continuamente, dopo ogni morte si trova forzato a prendere possesso di un nuovo corpo. Tali potenzialità sarebbero molto superiori a quelle che normalmente si usano e comprenderebbero il potere di guarire dalle malattie con la sola forza del pensiero (poiché il 90% di esse sarebbero solo psicosomatiche), il controllo cosciente di ogni parte del corpo e la facoltà di abbandonare il corpo fisico per vagare nello spazio in forma incorporea.
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Scientology si propone, attraverso varie pratiche, di far giungere i suoi adepti all’emancipazione dell’essenza spirituale umana dai condizionamenti del passato, avendo come scopo la salute mentale e la libertà. Oggi il numero degli aderenti è molto oscillante e va da 200.000 ad alcuni milioni.
La chiesa di Scientology a Los Angeles.
Il satanismo Massimo Introvigne (1955), un esperto mondiale dei Nuovi Movimenti Religiosi, definisce il satanismo: “L’adorazione o la venerazione, da parte di gruppi organizzati in forma di movimento, tramite pratiche ripetute di tipo cultuale o liturgico, del personaggio chiamato Satana o Diavolo nella Bibbia, sia questo inteso come una persona o come un simbolo”. (Massimo Introvigne, Che cos’è il satanismo, Elledici, Leumann, Torino, 1997). Il satanismo così inteso nasce con l’Età moderna e, benché le sue origini si pongano tra il Seicento e il Settecento, è solo dopo il 1966 che si può parlare del satanismo contemporaneo, quando a San Francisco Anton Lavey fondò la “Chiesa di Satana” con l’idea che dovesse essere recuperato un ipotetico antico culto di Satana. Attualmente, si possono individuare sette tipologie di satanismi.
Il satanismo razionalista ha come riferimento la Bibbia satanica di Lavey. Satana, ribelle per eccellenza, è il simbolo di chi si oppone all’insegnamento cristiano, ritenuto mortificante per l’essere umano. È ateo, materialista, edonista e anticristiano. Il satanismo spirituale si rifà ai culti di sumeri, accadi e babilonesi ed è considerato teista. Satana sarebbe il dio Ea-Enki che ha creato l’umanità, le ha dato la conoscenza e l’ha salvata dal diluvio universale. I fedeli rigettano il giudizio negativo di ebraismo e cristianesimo su Satana/Ea-Enki, frutto, a loro dire, di calunnie e scarsa conoscenza. La loro pratica satanica consiste nella meditazione, nell’invocazione del demonio e nello studio esoterico. Credono nella magia, nella reincarnazione, nel karma e in una non meglio precisata energia presente nell’universo.
Il satanismo tradizionale occultista ha uno stampo deista e anticlericale e riconosce in Satana il “principe delle tenebre” in grado di premiare i suoi adepti. Questi sono chiamati a venerarlo con rituali magici volti a ottenerne l’aiuto e la protezione e a percorrere la “via della mano sinistra” (la magia nera), in opposizione alla “via della mano destra” (la magia bianca).
Il satanismo giudaico è una corrente presente all’interno della comunità dark-gotica israeliana che considera e venera Satana come l’accusatore dell’essere umano di fronte a Dio, una specie di pubblico ministero che mostra al giudice divino le colpe e i meriti della persona chiamata in giudizio. Il satanismo gnostico è una corrente in cui Satana non è visto come un’entità malefica, né come il personaggio descritto nella Bibbia, ma come una divinità che ha dato all’essere umano la capacità di evolversi e tornare al suo stato divino originario. È definito “gnostico” perché fa propri alcuni elementi di questa visione filosofica, pur rifiutandone il giudizio negativo sul mondo materiale.
Il satanismo luciferiano venera Lucifero (l’angelo cacciato dal cielo), considerato come il principio del bene, in opposizione al demiurgo, il Dio del male e creatore del mondo. Lucifero è considerato l’eone (= intermediario tra Dio e l’essere umano) della conoscenza/sapienza che consente di raggiungere la salvezza.
Il satanismo acido è tipico della sottocultura di giovani dediti ad atti delittuosi, tra cui azioni violente, profanazione di cimiteri, abuso e spaccio di droga che essi dichiarano di compiere in nome di Satana e contro il Dio cristiano.
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Metti alla prova le tue CONOSCENZE A Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. La religione non può rispondere alle domande esistenziali.
V F
2. Lo psicologo americano Maslow ha proposto la gerarchia dei bisogni umani.
V F
3. Tutti gli esseri viventi hanno una dimensione religiosa.
V F
4. I miti nascono per dare una risposta agli interrogativi fondamentali della vita.
V F
5. La felicità è un diritto che ogni persona persegue.
V F
6. Nella Bibbia emerge che la felicità è possibile anche senza Dio.
V F
7. In Italia la maggioranza della popolazione vede nella religione un punto di riferimento.
V F
8. Ebraismo, cristianesimo e islam non sono propriamente religioni monoteistiche.
V F
9. Le persone agnostiche non si pronunciano sull’esistenza di Dio.
V F
10. L’esistenza di Dio si può dimostrare.
V F
B Indica con una crocetta il completamento corretto. 1. Tra le seguenti, è una religione rivelata a.
quella egizia.
a.
qualcuno che conosce il futuro.
b.
quella islamica.
b.
un santo o una santa.
c.
quella greca.
c.
una figura centrale nelle religioni rivelate.
2. Lo psicologo americano Maslow sostiene che i bisogni umani
5. Uno degli elementi essenziali di ogni religione è a.
il giorno di nascita del fondatore.
a.
sono inutili.
b.
il credo.
b.
sono tutti uguali.
c.
il numero dei fedeli.
c.
hanno una gerarchia.
3. La superstizione è
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4. Il profeta è
6. La religiosità “emozionale” è basata sul bisogno a.
di condividere le stesse emozioni.
a.
la deviazione del sentimento religioso.
b.
di provare stati d’animo gratificanti.
b.
una religione.
c.
di pregare.
c.
una moda.
AREA 2 L’umanità e le religioni
MAPPA di sintesi Completa la mappa con i termini corretti, scegliendoli tra i seguenti.
diritto • indifferente • nega • bisogni • felicità • autorealizzazione • desiderio • esistenza • relazione • senso • religioni • Dio
L’essere umano rispetto alla questione dell’esistenza di _____________ assume diverse posizioni:
ne _____________ l’esistenza e rifiuta la sua ricerca se si dichiara ateo.
ne afferma l’_____________ e lo cerca nelle diverse ___________________ .
dichiara di non poter conoscere e sapere se Dio esiste, oppure sostiene che la cosa gli è ___________________ .
Tutte le esperienze ci interrogano sul _____________ della vita.
Rispondere alle domande esistenziali è uno dei _____________ umani.
Ogni persona cerca la ________________ e nella storia l’umanità ha spesso trovato proprio nella religione una risposta a questo _________________ innato.
La felicità secondo la filosofia antica è ________________ .
Per il cristianesimo la felicità è un dono e si ottiene nella _______________ . autentica e profonda con Dio.
La felicità è anche un ________________ di ogni persona.
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LINGUAGGI scienza
L’origine dell’universo e il senso della vita
PAROLE CHIAVE ● vita ● scienza ● fede
L’origine dell’universo, il significato della vita, il rapporto che esiste tra l’esistenza di ciascun essere umano e l’infinito che ci circonda sono alcune delle domande esistenziali che rivolgiamo alla ragione e che inducono ogni persona a chiedersi se credere o non credere a un Principio Ordinatore o a una Divinità che ha dato inizio a tutto e che dà senso alla nostra presenza in questo mondo.
La fisica italiana Fabiola Gianotti Dal 2016 è la Direttrice generale del CERN di Ginevra, il più importante laboratorio al mondo di fisica nucleare. Ha partecipato all’esperimento ATLAS, considerato la più grande sperimentazione scientifica mai realizzata che ha portato all’osservazione del bosone di Higgs: la cosiddetta “particella di Dio”. Il bosone di Higgs è diverso perché ha il compito di dare massa a tutte le altre particelle e, se così non fosse, il nostro universo non esisterebbe e ovviamente non esisteremmo neppure noi (Bosone di Higgs, Fabiola Gianotti si racconta: “Ora cerco la materia oscura”, in “Il Messaggero”, 15-18 marzo 2013). … è una particella unica che solleva profonde domande sulle leggi fondamentali della natura. E offre anche un potente strumento sperimentale per studiare quelle domande (Daniel Garisto in “Le Scienze”, 20 agosto 2020) Ascolta uno stralcio dell’intervista a Fabiola Gianotti alla trasmissione “Otto e mezzo” del 6 gennaio 2015 in cui parla della “particella di Dio” e rispondi alle seguenti domande. 1 Perché il bosone di Higgs è chiamato la “particella di Dio”? 2 La scienziata afferma che “La scienza è compatibile con la fede e non ci sono contraddizioni. L’importante è lasciare i due piani separati”. Fai un’indagine tra le persone che conosci per verificare quanto è presente il pregiudizio secondo cui fede e scienza sarebbero incompatibili. E tu, che cosa ne pensi? 3 Nella stessa trasmissione la scienziata dice: “Quello che io vedo nella natura, la sua semplicità, la sua eleganza, mi avvicina all’idea di una mente intelligente ordinatrice”. Che cosa intende quando dice di “vedere” in natura una “mente ordinatrice”? Rispondi e poi confrontate in classe le opinioni di tutte e tutti.
emozioni
Ogni esperienza che facciamo, così come ogni libro letto o film visto, suscita in noi qualche emozione. Dopo aver ascoltato le parole della professoressa, descrivi le tue emozioni.
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AUDIO Intervista a Fabiola Gianotti
marzo
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Giornata internazionale della felicità
COMPITO DI REALTÀ
A CACCIA DI FELICITÀ
IL PROGETTO
I MATERIALI
Fate parte di una “sezione giovani” dell’Assemblea dell’Onu (che ha istituito nel 2012 questa Giornata) e dovete preparare un video o una presentazione cartacea o digitale sul perché è fondamentale difendere il diritto alla felicità; perché serve uno scopo nella vita; quali sono i fattori che rendono felici le persone; che cosa si potrebbe fare nel quotidiano per celebrare questa Giornata.
Testi di Religione e Geografia, penne, matite, notes, computer o tablet con possibilità di videoscrittura e collegamento a internet, videoproiettore, fogli di carta A4, stampante.
LA CONSEGNA L’obiettivo del compito e di predisporre un video o una presentazione con documenti, interviste e immagini per avvalorare le vostre proposte.
LE DISCIPLINE COINVOLTE Religione: esporre il punto di vista delle maggiori religioni sulla felicità. Italiano: scrivere e documentare tesi e proposte del video o della presentazione. Geografia: valutare quali sono le aree del pianeta in cui la popolazione è più o meno felice. Educazione civica: esaminare l’articolo 3 della Costituzione italiana.
LE FASI 1. Suddividete il lavoro di ricerca del materiale e della
stesura delle varie parti che serviranno per realizzare il video o la presentazione. 2. Ricercate i materiali sui libri di testo delle materie coinvolte e su siti specializzati (seguendo i suggerimenti dell’insegnante); documenti, foto, video, articoli, testimonianze ecc. 3. Partendo dai materiali raccolti, realizzate il video o la presentazione. 4. Presentate infine i risultati del vostro lavoro con la guida del/della portavoce del gruppo.
IL TEMPO NECESSARIO ● 3 ore a casa per documentarsi, raccogliere il ma-
teriale, scrivere i testi, organizzarlo e realizzare la presentazione o il video. ● 1/2 ora a scuola per presentarlo.
COMPETENZE CHIAVE
IL GRUPPO DI LAVORO
● Competenza alfabetica funzionale ● Competenza digitale ● Competenza in materia di cittadi-
Composto da 4 studentesse e studenti che, dopo essersi documentati sull’argomento, si suddividono il lavoro per realizzare la presentazione o il video.
nanza ● Competenza in materia di consapevolezza ed espressioni culturali
AUTOVALUTAZIONE In una scala da 1 a 4 esprimi la tua valutazione sul lavoro che hai fatto.
1 ● Mi sono trovata/o a mio agio 1 ● L’ho trovato facile 1 ● Abbiamo collaborato 1 ● L’ho trovato interessante
Pensi che questa attività possa essere il tuo capolavoro dell’anno da caricare nell’e-Portfolio? Motiva la risposta.
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A. Pisci | M. Trabucco
Alberto Pisci |
Michele Trabucco
Insieme sulla MADRE TERRA
EDUCARSI ALLA CONVIVENZA
nelle
Religioni a confronto Compiti di realtà Grandi temi nelle religioni
Religione cattolica per la secondaria di secondo grado
Alberto Pisci
|
Michele Trabucco
2
I GRANDI TEMI NELLE RELIGIONI EDUCARSI ALLA CONVIVENZA
1
AMICIZIA E FRATERNITÀ
4
2 DAI DIRITTI UMANI AL DIALOGO INTERRELIGIOSO
14
3 A TAVOLA CON LE RELIGIONI
28
4 SPORT E RELIGIONI
46
5 IL BENE E IL MALE NELLE RELIGIONI
58
6 LA NATURA E LA QUESTIONE AMBIENTALE
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7 ACCOGLIENZA E INCLUSIONE
90
8 LIBERTÀ RELIGIOSA, LAICITÀ E DEMOCRAZIA
106
9 ALLA RICERCA DELLA VERITÀ TRA SCIENZA E FEDE 120
10 TRAME DI GUERRA E INTRECCI DI PACE
132
11 LA BIOETICA
144
12 SOCIETÀ, ECONOMIA E GIUSTIZIA SOCIALE
160 3
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LA NATURA E LA QUESTIONE AMBIENTALE
LA TERRA, IL NOSTRO PIANETA
SECONDO ME L’ecoansia Alcune persone, soprattutto giovani, negli ultimi tempi dichiarano di provare una profonda sensazione di disagio e di paura al pensiero ricorrente di possibili disastri legati al riscaldamento globale e ai suoi effetti ambientali. È difficile rimanere indifferenti di fronte al pianeta che brucia, annega, sprofonda. Quali sentimenti provi quando si verificano dei disastri ambientali? Ti è mai capitato di essere coinvolto/a in uno di questi eventi?
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Da alcuni decenni a questa parte si sta evidenziando l’impatto progressivamente negativo delle attività umane e dello sviluppo economico sull’ambiente: un numero sempre maggiore di industrie e veicoli emettono gas tossici nell’atmosfera. Molti esperti ritengono che, se non si corre ai ripari, ci potranno essere conseguenze irreversibili sulla salute del pianeta. A partire da questa constatazione, è nata una nuova sensibilità ecologica finalizzata a preservare l’ambiente e a salvaguardare gli equilibri naturali. Lo studio scientifico sul clima affonda le sue radici nel XIX secolo, ma è essenzialmente dagli anni ’80 del Novecento che la questione ha attirato gli sforzi sistematici degli scienziati. La comunità scientifica ha poi prontamente interagito con quella politica e governativa per portare la questione all’attenzione globale. Nel corso degli anni ’90 ambiente ed ecologia sono divenuti temi molto presenti del dibattito pubblico e oggetto di contrastanti campagne d’informazione. Il principale obiettivo dell’ecologia (termine che deriva dalla parola greca oikos, che indica la “casa”) è quello di mantenere il pianeta “abitabile” per l’essere umano e le generazioni future agendo nel presente.
VIDEO Dal film La quinta stagione APPROFONDIMENTO La quinta stagione, trama del film
La questione ecologica La questione ecologica ha differenti risvolti, dal momento che può avere dimensioni planetarie, oppure locali o regionali. Il cosiddetto riscaldamento climatico – cioè l’innalzamento della temperatura media del pianeta – è evidentemente del primo tipo, mentre questioni legate ai rifiuti o all’inquinamento del suolo o delle acque hanno carattere più locale. Entrambe queste dimensioni, però, possono avere effetti assai profondi sulla vita in generale e, in particolare, sulla vita umana. La scienza è certamente il punto di riferimento fondamentale per accertare i dati relativi e per avere delle previsioni di massima e ragionevolmente affidabili sugli scenari futuri. Tuttavia, la questione ecologica, proprio perché fortemente dipendente dalle attività umane, ha ripercussioni a tutti i livelli antropologici, compreso il mondo delle religioni. Questa ampiezza di problemi non può essere ignorata neppure nel prospettare le possibili soluzioni alla questione. A proposito del riscaldamento globale, per esempio, vengono spesso rappresentate opinioni contrastanti. Tuttavia, la comunità scientifica internazionale è quasi unanime nel rilevare che l’innalzamento della temperatura media del pianeta negli ultimi decenni è dovuto soprattutto all’attività umana. La fonte di energia principale per la Terra è naturalmente il Sole (con le radiazioni che incidono sul nostro pianeta). I dati mostrano chiaramente che la variazione recente dell’attività solare non è in grado di spiegare il riscaldamento globale osservato. I conti non tornano neppure se si includono fattori geologici (vulcani, geyser ecc.). Il riscaldamento globale sembra quindi dipendere dalle conseguenze di attività umane quali, soprattutto, la produzione industriale, i trasporti, la produzione di energia elettrica, l’agricoltura e l’allevamento intensivi, la climatizzazione degli edifici.
Un impegno mondiale Alcuni problemi, come la qualità dell’aria che respiriamo, devono essere risolti a livello mondiale. Così, dopo anni di consultazioni, nel febbraio 2005 è entrato in vigore il Protocollo di Kyoto che prevedeva la riduzione del 5,5% delle emissioni di gas serra – la principale causa del riscaldamento climatico – nel periodo 2008-12, in rapporto ai livelli registrati nel 1990. Si trattava del primo passo verso la realizzazione di uno sviluppo sostenibile. Un secondo passo è stato compiuto con la XXI Conferenza delle Parti (COP21) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) tenutasi a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015. I 196 Paesi partecipanti hanno firmato un documento in cui si sono impegnati a ridurre la propria produzione di ossido di carbonio “prima possibile”, in modo che l’innalzamento
Gas serra Sono così chiamati anidride carbonica, metano, ossido nitroso, ozono e clorofluorocarburi naturalmente presenti nell’atmosfera, ma dei quali l’industrializzazione ha provocato un aumento. La loro concentrazione determina l’effetto serra, un fenomeno naturale da cui dipende la temperatura della superficie terrestre. Le attività umane aumentano la concentrazione di questi gas con il conseguente riscaldamento.
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LA MIA ESPERIENZA Hai mai partecipato a iniziative per la tutela dell’ambiente? Prova a descrivere la tua esperienza.
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LA NATURA E LA QUESTIONE AMBIENTALE
della temperatura globale sia mantenuto sotto i 2°C. Secondo gli scienziati, un aumento superiore potrebbe portare a cambiamenti irreversibili del clima con scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello dei mari e frequenti alluvioni. Nel documento i Paesi di vecchia industrializzazione si sono impegnati a erogare 100 miliardi di dollari all’anno (a partire dal 2020) per promuovere in tutto il mondo le tecnologie a basso impatto ambientale e l’economia verde. Inoltre, sono stati previsti dei rimborsi per compensare le perdite finanziarie causate dai cambiamenti climatici nei Paesi più vulnerabili, che spesso sono anche i più poveri. L’accordo sarebbe stato vincolante se ratificato da almeno il 55% dei Paesi firmatari che producono oltre il 55% dei gas serra. Alla Conferenza di Parigi è seguita la Conferenza di Marrakech del 2016 (COP22) che, oltre a ribadire gli impegni assunti durante l’Accordo di Parigi dell’anno precedente, definisce l’azione contro il riscaldamento globale come un processo “irreversibile”: una risposta indiretta alle affermazioni del presidente americano Donald Trump, che aveva definito il cambiamento climatico un “inganno” minacciando di far uscire gli Usa dall’Accordo di Parigi. Nella Carta si legge: “gli impegni entrino subito in vigore con gli obiettivi ambiziosi che si è posto l’Accordo di Parigi e nel segno dell’inclusione”. La dichiarazione invitava nuovamente tutti alla “solidarietà nei confronti dei Paesi più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici”. Nella Conferenza COP24 svoltasi a Katowice, in Polonia nel 2018, si è cercato di dare attuazione all’Accordo di Parigi del 2015. L’obiettivo ultimo è stato quello di cercare di mettere un freno al cambiamento climatico a livello globale, considerando che il limite di 2°C imposto dalla COP21 ormai non è più sufficiente.
Per evitare catastrofi, non possiamo permettere alle temperature di salire oltre 1,5°C e per questo dobbiamo diminuire del 45% le emissioni di CO2 nell’aria entro il 2030, percentuale che deve salire al 100% entro il 2050. Nel corso della COP24 si è anche stabilito come distribuire le risorse finanziarie necessarie a sostenere i Paesi meno sviluppati per indurli a ridurre le proprie emissioni di CO2. Queste conferenze mondiali, condotte sotto l’egida dell’Onu, sono divenute annuali e hanno l’obiettivo di monitorare lo stato di salute del pianeta e di correre ai ripari per la sua salvaguardia. La COP28, che si è svolta a Dubai nel dicembre 2023, ha approvato un accordo finale che, per la prima volta, invita i Paesi coinvolti ad “allontanarsi gradualmente dall’uso dei combustibili fossili per la produzione di energia in modo da raggiungere il livello zero entro il 2050”. Inoltre, si è segnalata la necessità di attuare provvedimenti tempestivi per limitare l’innalzamento della temperatura media globale entro 1,5°. Oggi, quindi, in virtù di questa necessità di tutelare l’ambiente che ci circonda, la tradizionale concezione antropocentrica della natura appare superata. Se prima ci chiedevamo, come afferma il teologo protestante Jurgen Moltmann (1926) in un articolo comparso sul quotidiano “La Stampa” del 21 maggio 2015, che cosa significasse la natura per l’essere umano, adesso la domanda si capovolge: che cosa significa il genere umano per la natura?
Antropocentrico È la concezione che pone l’essere umano e tutto ciò che lo riguarda al centro di ogni considerazione, centrale nell’universo.
La natura e le religioni Sia la scienza sia le religioni possono giocare un ruolo determinante nella soluzione della questione ambientale: la scienza nella comprensione dei fenomeni planetari in corso, nell’accertamento delle relative cause, nell’elaborazione di previsioni future e nello sviluppo di tecnologie utili alla soluzione dei problemi; le religioni nel riportare al centro dell’attenzione una concezione della natura come creazione di Dio e quindi portatrice di senso, meritevole di rispetto. Per questa ragione si sono moltiplicati gli interventi dei leader religiosi in difesa della salute del pianeta e del rispetto della creazione. Gli esponenti delle principali religioni hanno sottoscritto un documento nel dicembre 2023, all’interno della COP28 di Dubai, secondo cui “le religioni sono chiamate a educare alla contemplazione, poiché il creato non è solo un ecosistema da preservare, ma anche un dono da accogliere. Un mondo povero nella contemplazione sarà un mondo inquinato nell’anima, un mondo che continuerà a scartare le persone e a produrre rifiuti” (Dichiarazione interreligiosa di Abu Dhabi per la COP28). L’obiettivo comune è quello di promuovere uno sviluppo sostenibile, capace di rispondere ai bisogni umani senza compromettere la natura e la possibilità delle generazioni future di soddisfare le proprie necessità. È un traguardo ambizioso che obbliga a conciliare la protezione dell’ambiente, la giustizia sociale e lo sviluppo economico.
APPROFONDIMENTO Jurgen Moltmann, Se la Bibbia diventa ecologista
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LA NATURA E LA QUESTIONE AMBIENTALE
L’EBRAISMO
L'interno di una casa ecologica costruita con fango e materiali riciclati nel deserto del Negev, in Israele.
DEBATE Il catastrofismo è nemico dell’ecologia? Sulla questione ecologica l’opinione pubblica oscilla tra catastrofismo e ridimensionamento dei problemi. Per esempio: il riscaldamento globale non è solo un dato di fatto, ma anche una questione di vita o di morte. Organizzate due gruppi in classe: uno a favore di questa tesi e uno contrario. Ogni gruppo ha a disposizione 5 minuti per motivare la propria posizione e ascolta in silenzio quella altrui. Un terzo gruppo, insieme all’insegnante, avrà la funzione di giuria e, al termine della discussione, tirerà le conclusioni.
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Il rispetto per il creato, il riposo della terra, la protezione della natura sono sempre stati dei punti importanti e di estrema attualità nella cultura ebraica e trovano nelle Sacre Scritture un’ampia trattazione. Inoltre, nell’attuale Stato di Israele sono problemi affrontati quotidianamente con l’uso di tecnologie all’avanguardia per la gestione delle acque, per l’utilizzo di energie rinnovabili e per la lotta alla desertificazione. Israele, infatti, ha dovuto fronteggiare tali questioni fin dalla sua fondazione a causa della conformazione del suo territorio e della scarsità di precipitazioni. Così è diventato un precoce laboratorio per capire come affrontare condizioni climatiche estreme, che solo negli ultimi anni sono diventate una fonte di preoccupazione a livello planetario.
La natura è un dono Nel primo capitolo della Genesi si legge che l’uomo e la donna sono stati creati per ultimi da Dio, come “coronamento” della creazione, fatti “a immagine di Dio” e destinati a dominare sulla Terra e su tutte le creature terrestri (► U53-54): Riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra. Gen 1, 28 Per questo motivo l’essere umano può legittimamente prendere dalla natura ciò di cui ha bisogno per vivere, perché egli vale e conta di più delle piante e degli animali, ma questo dominio non deve diventare una tirannia. Al contrario, il secondo capitolo della Genesi dice che l’essere umano è il custode del mondo, il guardiano di una natura che gli viene affidata. Egli è responsabile dell’uso che ne fa, poiché Dio gli ha donato l’intelligenza necessaria per riflettere, per scoprire e capire come funziona la natura. Dunque, la natura è un dono che ci è stato fatto e che dobbiamo rispettare. Del racconto della creazione si può fare, dunque, una lettura “ecologica” che evidenzia come l’essere umano sia l’ultima creatura di Dio, quella che dipende più di tutte dalle altre. Infatti, per vivere l’uomo e la donna hanno bisogno degli animali e delle piante, hanno bisogno della terra, dell’aria e dell’acqua. Per gli ebrei la natura è il fondamento di tutto ciò che esiste che, a sua volta, è opera di Dio. In essa echeggia la frase ripetuta sei volte nel primo capitolo della Genesi, in corrispondenza di ogni giorno della creazione: “E vide che era cosa buona”. La natura che l’essere umano osserva e sperimenta è una cosa buona e approvata da Dio, malgrado le sue imperfezioni. La sua contemplazione conduce direttamente al suo autore (cfr. Sal 104) e l’armonia dell’universo e il suo ordine non devono essere modificati poiché sono voluti da Dio.
APPROFONDIMENTO Lo sviluppo sostenibile
Così come YHWH si è riposato il settimo giorno della creazione, anche l’essere umano deve riposare il giorno di Shabbat, il settimo giorno della settimana. Analogamente, anche la terra deve essere lasciata a maggese , cioè a riposo, ogni sette anni e ciò che essa produce spontaneamente appartiene a tutti. Il riposo del settimo anno serve per far riposare i campi e non sfruttare troppo gli animali, così come il riposo di Shabbat serve per contemplare la bellezza del Creato e ricordarsi che la natura dà tutto ciò che serve. Anche gli interventi dei profeti nella storia di Israele hanno coinvolto la natura. Nel Libro di Osea, per esempio, YHWH lancia la sua accusa al popolo: quando non esiste più l’amore tra gli esseri umani e verso Dio, la natura rimane coinvolta da questo degrado (Os 4, 1-3). L’irresponsabilità e l’infedeltà umane nei confronti di Dio e del prossimo hanno come conseguenza inevitabile la distruzione della vita in tutta la creazione. L’importanza attribuita alla natura è tale che la venuta stessa del Messia sarà preannunciata dalla rinascita di foreste sempreverdi al posto dei deserti, come dice il profeta Isaia:
Maggese È indicata così la parte di un campo lasciata a riposo o a pascolo, senza alcuna coltivazione.
Farò scaturire fiumi su brulle colline, […] Nel deserto pianterò cedri, acacie, mirti e ulivi; nella steppa porrò cipressi, olmi e abeti. Is 41, 18-19 L’atto del piantare un albero è tenuto in così grande considerazione che una massima rabbinica afferma che, se vedessimo arrivare il Messia mentre stiamo piantando un albero, dovremmo prima finire di piantare l’albero e solo dopo andare incontro al Messia; poiché persino la sua venuta dipenderà dalla volontà e dalla capacità dell’essere umano di continuare a “piantare gli alberi”, seguendo, nelle azioni concrete, il sentiero tracciato dal Creatore. Piantare alberi, promuovere l’agricoltura, far fiorire il deserto sono stati valori fondamentali anche per la nascita dello Stato di Israele, tanto che è stata fondata un’organizzazione con questo scopo, il Keren Kayemet LeIsrael (= Fondo Nazionale Ebraico), che da oltre un secolo persegue questa missione ed è considerato da molti il pioniere delle future organizzazioni ambientaliste.
Un vigneto nel Golan, in Israele.
APPROFONDIMENTO La terra affidata all’essere umano
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LA NATURA E LA QUESTIONE AMBIENTALE
IL CRISTIANESIMO La visione del Nuovo Testamento esprime chiaramente la partecipazione della natura al disegno d’amore di Dio che ha al centro Gesù: il mondo è creato in Cristo e per Cristo. L’apostolo Giovanni afferma con forza l’unità del piano divino per creare e salvare il mondo (Gv 1, 1 ss.). Tuttavia, nel corso dei secoli il pensiero cristiano ha dato sull’argomento delle sottolineature diverse e non sempre coerenti. Di seguito vedremo quali sono i presupposti biblici che hanno portato all’attuale visione della Chiesa su natura e questione ambientale.
Papa Francesco pianta un ulivo nei Giardini Vaticani durante una preghiera per la pace nel 2014. Con lui il presidente israeliano Shimon Peres, il presidente palestinese Abu Mazen e il patriarca Bartolomeo I.
L’essere umano al centro della natura COMPETENZE IN AZIONE L’intelligenza naturalistica Secondo lo psicologo statunitense Howard Gardner (1943), esistono dieci tipi di intelligenza: linguistica, logicomatematica, musicale, visuo-spaziale, corporea-cinestetica, interpersonale, intrapersonale, naturalistica, esistenziale e digitale. Ognuno/a di noi possiede un mix di queste diverse intelligenze. Indica se le seguenti affermazioni per te sono Vere, Parzialmente Vere o False per scoprire quanto la tua intelligenza sia naturalistica. V
PV
F
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3 Conosco gli habitat di alcune specie animali.
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4 Mi piace creare orti e osservare lo sviluppo delle colture.
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5 So cogliere le relazioni tra essere umano e natura.
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6 Mi piace passeggiare o fare escursioni nella natura.
V
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1 Amo osservare la natura. 2 Mi diverto a classificare le specie e a individuarne le differenze.
7 Sono rispettosa/o dell’ambiente: difendo i diritti degli animali e combatto l’inquinamento.
8 Mi impegno in associazioni di volontariato in difesa dell’ambiente.
9 Mi interesso ai grafici che monitorano i possibili cambiamenti climatici.
10 Rifletto, discuto e formulo ipotesi in difesa dello sviluppo sostenibile.
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La custodia e la salvaguardia del creato sono ormai diventate uno dei temi più presenti nella meditazione cristiana, un tema che raccoglie una grande attenzione da parte di tutte le Chiese. Già molte volte le Chiese cristiane insieme hanno fatto sentire la loro voce per denunciare “i peccati contro la natura” e per indicare ai cristiani e a tutti gli esseri umani un mutamento nel loro rapporto con la creazione. L’interesse per la creazione, e dunque per il rapporto dell’umanità con essa, è essenziale nella fede biblica.
Ci sono precise “ragioni cristiane” per l’ecologia, mai separabili dal tema della giustizia e della pace. La tradizione cristiana, infatti, non può separare giustizia ed ecologia, condivisione della terra e rispetto della terra, attenzione alla vita della natura e cura per la qualità buona della vita umana. In sintonia con il Primo Testamento e con i racconti della creazione, la concezione cristiana ha sempre pensato la natura con la dignità che le deriva dall’essere stata creata come “cosa buona” da Dio. L’essere umano deve quindi proseguire l’opera di Dio nella natura, la cui bellezza riflette l’infinita bellezza del suo Creatore. Tale progetto, a cui la donna e l’uomo aderiscono in totale libertà e responsabilità, deve condurre a rendere il mondo più umano e più vivibile per tutti i suoi abitanti e per le generazioni future garantendo un’equa distribuzione delle sue ricchezze (► U53-54). La natura non è divina, Dio non è la natura; il mondo non è Dio, ma è di Dio, appartiene a Dio ed è data solo in custodia agli esseri umani, come dono affidato alla loro responsabilità, creato nella libertà e per amore da Dio, e da lui dichiarato “bello e buono” (Gen 1, 4.10.12).
Cieli nuovi e terra nuova in Cristo Se si guarda alla natura attraverso le lenti del Nuovo Testamento, emerge che è il Cristo, il Figlio di Dio, colui attraverso il quale tutto è stato fatto (cfr. Gv 1 ,3; Col 1, 16-17). Il Figlio di Dio è il mediatore di tutta la creazione, il fondamento dell’esistenza dell’intero universo. È attraverso Cristo, infatti, che si è realizzato l’amore di Dio nel creato: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
Gv 1, 3
Si tratta di un mondo transitorio che cambia, con leggi sue proprie, sottomesso alla sofferenza e alla morte… I terremoti, i cicloni, le inondazioni esprimono il gemito di questa terra in travaglio, come dice san Paolo (Rm 8, 22). Ma questa realtà naturale di cui l’essere umano fa parte, attende l’avvento di “tempi nuovi” che vedranno, in Cristo, la realizzazione di un “uomo nuovo” (Ef 2, 15; 4, 24), di “un cielo nuovo e una terra nuova” (Ap 21, 1).
RIFLETTI Agisci in modo che le conseguenze delle tue azioni siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra. Commenta queste parole del filosofo tedesco Hans Jonas (1903-93).
LA MIA ESPERIENZA Gli animali andranno in paradiso? Nella creazione di Genesi 1 vengono utilizzate tre parole per intendere il concetto di spirito/anima. Ruàch esprime lo spirito di Dio che “aleggiava sulle acque” (Gen 1, 1-2) prima della creazione; nefesh si riferisce agli esseri viventi che hanno la vita che proviene da Dio; neshamà viene invece utilizzato per la creazione dell’uomo: è il soffio vitale che Dio insuffla nelle sue narici. Questi tre termini esprimono gradi differenti di vitalità esistenti nella creazione. Per quanto riguarda la possibilità di ritrovare in paradiso i nostri amici animali, alla luce dell’insegnamento di san Paolo che nella Lettera ai Romani dice: “Anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Rm 8, 21), gli ultimi pontefici si sono espressi in termini possibilisti. In particolare, Paolo VI ha affermato che “Anche gli animali sono creature di Dio, che nella loro muta sofferenza sono un segno dell’impronta universale del peccato e dell’universale attesa della redenzione” (Udienza generale, 28/5/1969). Papa Francesco si è espresso in modi ancora più espliciti e in un’udienza ha detto: “Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo”. Hai avuto la possibilità di avere dei legami affettivi con qualche animale? Hai mai pensato di poterlo un giorno ritrovare in paradiso?
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LA NATURA E LA QUESTIONE AMBIENTALE
Lo sviluppo sostenibile: ecologia e consumismo Poiché l’uomo e la donna sono gli unici esseri che in natura operano consapevoli del bene e del male, sono anche responsabili della natura che li circonda, per sé e per le generazioni future. Tale consapevolezza è cresciuta nel corso dei secoli e deve condurre alla realizzazione di una “casa abitabile” attraverso un consumo sostenibile. Già nel 1991, attraverso l’enciclica Centesimus Annus papa Giovanni Paolo II legava strettamente la questione ecologica al consumismo sfrenato. L’uomo, preso dal desiderio di avere e di godere, più che di essere e di crescere, consuma in maniera eccessiva e disordinata le risorse della terra e la sua stessa vita […]. Egli pensa di poter disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non avesse una propria forma e una destinazione anteriore datale da Dio, che l’uomo può, sì, sviluppare, ma non deve tradire. Invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell’opera della creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui. Centesimus Annus, n. 37
Si tratta di un appello alla misura: la natura è lì per rispondere ai nostri bisogni, ma non è giusto sfruttarla senza alcun ritegno per soddisfare i nostri desideri. Un tale utilizzo delle risorse del pianeta e la strumentalità della produzione delle ricchezze determinano conseguenze in ogni angolo del mondo, modificano profondamente il nostro habitat e possono renderlo invivibile. Habitat In ecologia indica l’insieme delle condizioni ambientali in cui vive una determinata specie; il complesso delle strutture, naturali e artificiali, che caratterizzano un ambiente.
COMPETENZE IN AZIONE Lavorando in coppia o in piccoli gruppi, costruite una tabella e scrivete su due colonne i vostri comportamenti della vita di tutti i giorni che ritenete green e quelli che pensate essere inquinanti, poi confrontatevi in classe e riflettete insieme.
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Oggi una persona su dieci muore di fame, eppure le risorse naturali sono sufficienti per nutrire tutto il pianeta. Abbiamo il diritto di approfittare della terra, ma non quello di creare degli squilibri che, quando le ricchezze non sono equamente ripartite, conducono intere popolazioni alla morte. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che Gli animali, come anche le piante e gli esseri inanimati, sono naturalmente destinati al bene comune dell’umanità passata, presente e futura. L’uso delle risorse minerali, vegetali e animali dell’universo non può essere separato dal rispetto delle esigenze morali. La signoria sugli esseri inanimati e sugli altri viventi accordata dal Creatore all’uomo non è assoluta; deve misurarsi con la sollecitudine per la qualità della vita del prossimo, compresa quella delle generazioni future; esige un religioso rispetto dell’integrità della creazione. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2415
Il senso di solidarietà deve quindi ispirare il nostro uso delle risorse naturali. Queste non sono inesauribili né gratuite: sfruttarle senza distribuirle comporta che si paghino a caro prezzo i danni causati dal consumo sproporzionato. Essere cristiani significa anche distribuire tali risorse secondo i bisogni reali di ciascuno.
Verso un’ecologia integrale: l’enciclica di papa Francesco Laudato si’ Il 18 giugno 2015 è stata pubblicata l’enciclica Laudato si’ che papa Francesco ha dedicato alla natura, ai temi ecologici e alla loro connessione con la condizione umana. Gli assi portanti dell’enciclica sono: ■ l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; ■ la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; ■ la critica all’efficientismo e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; ■ l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso; ■ il valore proprio di ogni creatura; ■ il senso umano dell’ecologia; ■ la grave responsabilità della politica internazionale e locale; ■ la condanna della “cultura dello scarto”, in cui “gli esseri umani più deboli e fragili, cioè i nascituri, i più poveri, i vecchi malati, i disabili, rischiano di essere scartati, espulsi da un ingranaggio che dev’essere efficiente a tutti i costi”; ■ la proposta di un nuovo stile di vita.
Efficientismo È la tendenza a conseguire a ogni costo un alto rendimento.
L’enciclica riprende le parole dei suoi predecessori e il grido di allarme che da tempo mette in guardia dallo sfruttamento sconsiderato delle risorse. Si tratta di una forte presa di posizione contro una politica miope, priva di prospettive a lungo termine, incapace di fronteggiare l’egoismo delle società consumistiche che stentano a cambiare i propri stili di vita. La tesi di fondo sostenuta da papa Francesco è che... L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale. Di fatto, il deterioramento dell’ambiente e quello della società colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta. Conferenza Episcopale Boliviana, “Lettera pastorale sull’ambiente sullo sviluppo umano in Bolivia” El universo, don de Dios para la vida, 2012, p. 17, n. 48
I temi dell’enciclica I temi che vengono affrontati nell’enciclica sono diversi1. ■ I mutamenti climatici. Se “il clima è un bene comune”, l’impatto più pesante della sua alterazione ricade sui più poveri, ma molti “che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi nel mascherare i problemi”. Il papa denuncia “la mancanza di reazioni di fronte a questi drammi […] come segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile”.
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Nota di Annachiara Valle su “Famiglia Cristiana” del 18/06/2015.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE In che modo la Laudato sì’ collega la fragilità del pianeta all’empatia per le persone più deboli della società? Lavorando in coppie o in piccoli gruppi, formulate la domanda a diverse AI (per esempio ChatGPT e Google Bard, vedi Tema 12) e poi confrontate le risposte ottenute. Vi sembrano corrette? Sono coerenti tra loro?
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■ La questione dell’acqua. L’accesso all’acqua potabile e sicura “è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani”. Privare i poveri dell’accesso all’acqua significa negare “il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità”. ■ La tutela della biodiversità. “Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che […] i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre”. ■ Il debito ecologico del nord rispetto al sud. Il papa denuncia la “debolezza delle reazioni” di fronte ai drammi di tante persone. Mancano una cultura adeguata e la disponibilità a cambiare stili di vita, produzione e consumo. Per tutte queste ragioni, il papa individua la radice umana della crisi ecologica andando alle cause profonde del degrado. La denuncia è soprattutto per la logica “usa e getta” che genera la cultura dello scarto. Le competenze tecniche danno a “coloro che detengono la conoscenza e il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano”. Sono proprio le logiche di dominio tecnocratico che portano a distruggere la natura e a sfruttare le persone e le popolazioni più deboli. L’esito di tutto il suo discorso è dunque volto a prendere in considerazione l’ecologia integrale: “Se tutto è in relazione […], ogni lesione della solidarietà e dell’amicizia civica provoca danni ambientali. […] Non ci sono – dunque – due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”. Questa ecologia integrale “è inseparabile dalla nozione di bene comune”.
La Laudate Deum Le tesi espresse da papa Francesco nella Laudato si’ sono state confermate e aggiornate nell’ottobre 2023 con l’esortazione apostolica Laudate Deum in cui il pontefice critica i negazionisti definendo “indubitabile” il riscaldamento globale e pungola la politica internazionale a un’azione più decisa in difesa dell’ambiente. Responsabili di questa drammatica situazione globale non sono certo i poveri, ribadisce papa Francesco.
Che cosa fare? La Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica, ma il papa invita i vertici mondiali a un dibattito onesto e trasparente che conduca ad accordi ambientali efficaci. La strada è quella dell’educazione e della spiritualità ecologica, perché “ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo”. Sono coinvolti tutti gli ambiti educativi: “la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi”. La partenza è “puntare su un altro stile di vita”, che apre anche la possibilità di “esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale”. Non si può sottovalutare l’importanza di percorsi di educazione ambientale capaci di incidere su gesti e abitudini quotidiane, dalla riduzione del consumo di acqua, alla raccolta differenziata dei rifiuti fino a “spegnere le luci inutili”.
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APPROFONDIMENTO I “comandamenti verdi” di papa Francesco • Ecologia umana: la persona è in pericolo
L’ISLAM Nel Corano si legge: A Dio appartiene il regno dei cieli e della terra […]. In verità, nella creazione dei cieli e della terra e nell’alternarsi della notte e del giorno, ci sono certamente segni per coloro che hanno intelletto profondo, che in piedi, seduti o coricati su un fianco ricordano Dio e meditano sulla creazione dei cieli e della terra, [dicendo]: “Signore, non hai creato tutto questo invano”. Sura 3, 189-191
La creazione è dunque un insieme di simboli e segni sui quali l’umanità è chiamata a riflettere e la natura rappresenta il luogo della manifestazione del miracolo di questi segni ricollegati alla Verità che è Allah.
La natura è affidata all’essere umano La concezione della natura nell’islam è simile a quella ebraico-cristiana: Allah, l’unico Dio, è il signore di tutto il creato, capace di produrre “una creazione nuova” (Sura 14, 19). Egli ha creato la terra in due giorni (Sura 41, 9) e il mondo intero in sei giorni, poi si è seduto sul trono (Sura 7, 54) per governare il mondo (► U45-56). Nel Corano, la creazione viene posta sotto gli occhi dei credenti come costante dono di Dio con lo scopo di rendere l’uomo ragionevole e grato, saggio e timoroso di Dio (Sura 3, 190-191). Il valore della natura consiste nel garantire la vita dell’essere umano e indurre i credenti a cercare il volto di Dio (Sura 30, 48-50). L’essere umano, ultimo a fare la sua comparsa nell’universo, è posto al culmine della scala gerarchica della natura e, per questo motivo, possiede un ruolo speciale nei confronti delle altre creature: Dio lo ha creato dall’argilla e dal suo soffio (Sura 15, 28-29) e lo ha chiamato a dominare sulla creazione (Sura 2, 22); l’uomo è fatto quindi a immagine di Dio e proprio per tale motivo è un interlocutore privilegiato della divinità che gli dona la parola affinché lo rappresenti nel mondo, con una funzione di vicario (califfo) (Sura 2, 31-33).
L’angelo Ruh regge le sfere celesti, miniatura del XVI secolo, Ashmolean Museum, Università di Oxford, Regno Unito.
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LA NATURA E LA QUESTIONE AMBIENTALE
L’essere umano deve saper conservare la ricchezza che gli è stata affidata e deve sforzarsi di averne cura e di conservarla. Come servitore e rappresentante di Dio, infatti, egli è in grado di assumersi le proprie responsabilità verso il mondo e dovrà renderne conto a Dio nel giorno del giudizio. Chi ha piantato un albero e ha avuto la pazienza di curarlo e l’ha seguito fino a quando offre i suoi frutti, avrà per ogni persona che colga questi frutti una ricompensa da Dio. Qualsiasi uomo che semina una pianta, Dio lo ricompenserà in maniera equivalente a quanto questa pianta produrrà. Si tratta di insegnamenti (hadith) del Profeta Muhammad che indirizzano il musulmano a cogliere l’importanza non solo del rispetto della natura, ma anche e soprattutto della corretta modalità della sua gestione, dell’esserne custode. Nel Corano si trova l’obbligo di Hima, ovvero di istituire riserve naturali all’interno delle quali non si possono abbattere alberi, uccidere animali, negare alle creature l’accesso all’acqua. Queste riserve vengono custodite da un imam e chi le costituisce viene consacrato alla vita eterna, perché nella religione islamica rispettare ambiente e natura è un atto meritorio. Esiste un piano settennale dell’islam contro il cambiamento climatico, un progetto per trasformare La Mecca in una città verde che sia un modello e che avvii la costruzione di altre città islamiche sostenibili. Per questo è stata istituita una “carta del pellegrino” con i precetti che vengono consegnati a tutti coloro che si recano in pellegrinaggio alla città santa dell’islam che indica gli obblighi “ambientalisti” per i fedeli. Si va dal precetto di riciclare sempre l’acqua al condividere i trasporti e preferire i prodotti a chilometri zero, allo stampare il Corano su carta riciclata. Un’indicazione che diventa regola e che può avere ripercussioni pratiche capaci davvero di cambiare l’atteggiamento delle persone in senso virtuoso per l’ambiente. L’UNEP (il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) ha dato vita a un ambizioso progetto in collaborazione con numerose organizzazioni islamiche per preparare una carta ambientale musulmana. È il progetto MISAN con il quale s’intende collegare le questioni ambientali contemporanee con le sfide sociali ed economiche associate, così da offrire un orientamento pratico alla luce degli insegnamenti dell’islam a individui, comunità e istituzioni.
I santi sufi Mian Mir e Mulla Shah, miniatura del XVII secolo, Ashmolean Museum, Università di Oxford, Regno Unito.
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APPROFONDIMENTO I detti del Profeta
EDUCAZIONE CIVICA La lotta contro il cambiamento climatico Il cambiamento climatico interessa tutti i continenti e sta sconvolgendo le economie nazionali, con costi alti per persone e comunità oggi che saranno ancora più gravi domani. Le persone stanno sperimentando gli impatti significativi del cambiamento climatico: il mutamento delle condizioni meteo, l’innalzamento del livello del mare e fenomeni estremi, come alluvioni, frane, incendi. Le emissioni di gas serra, derivanti dalle attività umane, sono la forza trainante del cambiamento climatico e continuano ad aumentare mettendo a rischio prima di tutto le persone più povere e vulnerabili. Il cambiamento climatico è una sfida globale che non rispetta i confini nazionali e le emissioni sono ovunque e riguardano tutti e tutte (tratto e adattato da unric.org). Ora tocca a te Quali abitudini saresti in grado di modificare per il bene dell’ambiente? Uso dei mezzi di trasporto privati, spreco di acqua, consumo di carne, abitudine dell’“usa e getta” ecc.
L’INDUISMO Nell’induismo l’universo viene inteso come un grande organismo vivente al quale l’essere umano è associato per il solo fatto di esistere. In questa prospettiva la Terra non è solamente un luogo di abitazione per gli esseri umani e non può essere utilizzata come un semplice strumento al servizio dei loro fini, in quanto ogni essere vivente non può esistere indipendentemente da ciò che lo circonda: tutti gli esseri dell’universo sono interdipendenti tra loro. Senza la natura l’essere umano non potrebbe vivere, poiché da essa nasce, da essa è alimentato e a essa ritorna (► U46-56). Nell’induismo, dunque, umanità, cosmo e Dio costituiscono un’unità indissolubile. Se tutto è Brahman e Brahman è tutto, allora anche la natura è Dio e Dio è la natura: rispettarla significa rispettare Dio. È dovere di ogni indù proteggere e salvaguardare la Terra e tutti gli esseri viventi che la abitano. Inoltre, l’essere umano deve ricordare che, in base alla legge del karman, egli potrebbe reincarnarsi in una forma di vita che subirà gli effetti negativi del degrado ambientale che egli stesso a suo tempo ha causato. Dunque, tutti gli esseri viventi sono sacri e devono essere trattati con rispetto e compassione: l’induismo è pieno di racconti in cui si trattano gli animali come divinità. Questo spiega perché molti indù sono vegetariani.
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LA NATURA E LA QUESTIONE AMBIENTALE
Si ritiene che anche gli alberi, i fiumi e le montagne posseggano un’anima e perciò devono essere onorati e protetti. L’individuo maggiormente rispettato tra gli indù è il sadhu, il saggio che vive fuori dalla normale società, nelle foreste o nelle caverne, e si sposta a piedi da un villaggio all’altro, che vive semplicemente consumando il meno possibile.
La pace interiore Per l’induismo la vera felicità non viene da beni esteriori. Questo vuol dire che, per dominare la vita, la ricerca dei beni materiali e il conseguente consumo di energia, non sono consentiti. Lo scopo principale della vita è scoprire la sua natura spirituale, e, conseguentemente, la pace e la realizzazione. Tutti gli sforzi per sfruttare le cose di questo mondo sono considerati, dai maestri indù, una distrazione da questo scopo centrale della vita.
Vandana Shiva e la manipolazione genetica Una delle più note attiviste contro la manipolazione genetica è Vandana Shiva (1952), una scienziata indiana ispirata dalla sua fede indù, rappresentante dei diritti dei contadini. Ha lottato contro la produzione dei semi geneticamente modificati detti terminator: semi che producono un unico raccolto e costringono i coltivatori a comprare ogni anno nuovi semi dai fornitori. Vandana Shiva è anche tra le promotrici di una campagna per bloccare il brevetto dell’albero sacro di Neem, che, secondo la tradizione indù, proviene da una goccia di nettare divino caduta sulla terra. L’albero di Neem offre una naturale e innocua alternativa agli insetticidi, ma le multinazionali hanno tentato di brevettarlo per il proprio uso.
IL BUDDHISMO Nell’insegnamento del Buddha la natura non è una realtà autonoma e fine a se stessa e non è nemmeno uno spazio privo di dolore, dove sia possibile rifugiarsi di fronte alle difficoltà dell’esistenza terrena. Come l’essere umano, anche la natura è mutevole ed effimera e per questo occorre trascenderla completamente, proprio come l’esistenza umana. Il pensiero buddhista conosce invece l’importanza della solidarietà con il dolore di tutti gli esseri viventi: il comandamento che obbliga a non ferire gli altri esseri è un concetto basilare dell’etica buddhista fin dalle origini (► U47-56).
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APPROFONDIMENTO Scienza, potere e disuguaglianze: la ricetta di Vandana Shiva
Tutti gli esseri sono collegati Il buddhismo insegna che l’idea di separazione delle cose in natura è un’illusione. La salute dell’intero è collegata inseparabilmente alla salute delle parti, e la salute delle parti è collegata inseparabilmente a quella dell’intero. Ciò significa che prendersi cura dell’ambiente comincia con il prendersi cura di sé: “Quando i nostri cuori saranno buoni, il cielo sarà buono con noi” dice il venerabile maestro cambogiano Maha Ghosananda (1913-2007).
Rispetto per la vita, semplicità e moderazione La pratica buddhista insegna che l’esistenza dell’uno non è più importante di quella di chiunque altro. Se l’uno tratta la natura come amica e maestra, può essere in armonia con le altre creature e può apprezzare l’interconnessione di tutte le vite. Buddha insegnò a vivere semplicemente e ad apprezzare il naturale ciclo della vita. La bramosia e l’avidità portano solo all’infelicità. La richiesta di beni materiali non finisce mai perché le persone esigono sempre di più, minacciando così l’ambiente. Questa è la ragione per cui la vera soluzione alla crisi ambientale comincia con l’individuo. I buddhisti in Giappone raccontano una storia: il Buddha ricevette una volta una donazione di 500 tonache nuove per i suoi seguaci. Quindi pensò cosa fare delle vecchie. Decise che le avrebbero usate come lenzuola, e le vecchie lenzuola come asciugamani, e i vecchi asciugamani come stracci per pulire. Tutto dovrebbe essere usato e riusato.
Sostentamento corretto Secondo il buddhismo, il modo di procurarsi sostentamento senza uccidere, senza rubare, senza prendere più di quello di cui si ha bisogno è l’approccio corretto alla vita. Un sostentamento che evita di danneggiare gli altri (come commerciare armi, carne, alcol o veleni) è in armonia con la natura.
APPROFONDIMENTO Buddhismo e natura: l’editto di Ashoka
RIFLETTI Le risorse della Terra sono limitate. In che modo pensi che si possano contenere gli sprechi?
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