• Laboratori di lettura e scrittura secondo il metodo WRW (Writing and Reading Workshop) con strategie diffuse e integrate.
A. Corti, A. Bandini, A. Cabrelle, M. Castagna, M. Franzini, A. Rossato, S. Trulli, P. Zaffaroni, D. Morosinotto
Un’antologia da leggere e da scrivere, pensata per coinvolgere attivamente ragazze e ragazzi e accompagnarli nel loro percorso di crescita.
Preparare il domani con la scuola di oggi Un progetto Deascuola inclusivo, paritario, sostenibile e innovativo per essere più vicini a chi insegna e a chi studia
LA PIATTAFORMA PER LA DIDATTICA DIGITALE L’APP PER USARE LA VERSIONE DIGITALE DEL LIBRO DI TESTO E I CONTENUTI DIGITALI INTEGRATIVI
• Educazione civica: il filone tematico Stare bene (con sé stessi, con gli altri, con l’ambiente, con la società, nel mondo digitale) per imparare a riflettere e a confrontarsi, sviluppando il pensiero critico.
I CONTENUTI DIGITALI INTEGRATIVI
• Didattica orientativa: un percorso alla scoperta di sé e dei propri talenti, con grande attenzione alle emozioni e all’acquisizione delle competenze per la vita (life skills) per guardare al futuro in ottica di orientamento.
LA PIATTAFORMA PER CREARE VERIFICHE E METTERSI ALLA PROVA
• Didattica ludica: tra le pagine dell’antologia, si gioca con attività che stimolano l’apprendimento e la creatività.
LA PIATTAFORMA DEDICATA ALLA PREPARAZIONE DELL’INVALSI (CON PROVE CBT)
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Un nuovo modo di apprendere gli argomenti fondamentali di Italiano-Antologia grazie a oltre 40 percorsi digitali interattivi.
AREA ITALIANO
Il portale tematico per docenti permette di arricchire e innovare la didattica con test d’ingresso, lezioni digitali, video, libreria interattiva dei brani, materiali per il ripasso, il recupero e la valorizzazione delle eccellenze.
STORIE DA LEGGERE
• Routine didattiche: thinking routine e spunti per una lettura attiva per formare lettrici e lettori per la vita.
Il grande gioco delle storie
• Tre libri interattivi di scrittura creativa, da leggere e completare per diventare co-autrici e co-autori dei narratori di Book on a Tree.
A. Corti, A. Bandini, A. Cabrelle, M. Castagna, M. Franzini, A. Rossato, S. Trulli, P. Zaffaroni, D. Morosinotto
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Storie da leggere
WRITING AND READING WORKSHOP Lettura attiva Didattica orientativa Inclusione Educazione civica
i• in nz ra . F tto •M o a sin gn ro ta o IE as . M R . C • D STO • M oni E 2 lle ar LL E 2 re aff DE ER RE O R E G ab . Z T . C • P CO EG IV EA • A lli IO L CR T . -6 ni ru G A S E .I 4 di . T E E D DA RA C.D -09 A an • S D RI U + 5 L . B to AN O RIE AT K 45 O • A ssa GR ST TO ER OO 2-5 SCU rti o L S T B 1 I R I + ET + E 79- NT Co A. L 9 ZA A. +
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Il grande gioco delle storie Storie da leggere 2 + Storie da scrivere 2 + Letteratura e Teatro + eBook + C.D.I. (elementi indivisibili)
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Percorsi digitali interattivi
Crescere insieme
Eccoci di nuovo qui: un anno è già passato e ci stiamo preparando per affrontare al meglio questa seconda tappa. Lungo il percorso avrai già scoperto e raccolto tanti tesori. Proviamo ora a fare un bilancio: quanti e quali tesori hai inserito nel corso del primo anno all’interno del tuo scrigno? Quali di questi sono stati d’aiuto per comprendere meglio certi aspetti di te stesso e del tuo rapporto con gli altri? È proprio da qui che partiremo, dal rapporto con gli altri…
LE LIFE SKILLS RELAZIONALI Le life skills sono le competenze per la vita, cioè le abilità e le capacità di cui si ha bisogno per fronteggiare qualsiasi situazione. Sono di tre tipi: emotive (consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress), cognitive (capacità di risolvere i problemi, capacità di prendere decisioni, pensiero critico, pensiero creativo) e relazionali. Quest’anno scopriremo queste ultime. Le LIFE SKILLS RELAZIONALI riguardano: · la comunicazione efficace, ovvero sapersi esprimere in modo efficace nelle diverse situazioni, saper comunicare sentimenti, bisogni e stati d’animo in modo appropriato; essere in grado di ascoltare l’altro; SQUADRA
· la capacità di relazionarsi con gli altri, ossia l’abilità di stabilire e mantenere
relazioni significative in modo efficace; · l’empatia, ossia la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, cioè
di ascoltare cercando di capire il punto di vista altrui e di immaginare come possa essere la vita per un’altra persona anche in situazioni con le quali non si ha familiarità. Per esempio: ti sarà sicuramente successo di rispondere a una domanda con un tono sgarbato o usando delle parole sbagliate e che qualcuno te lo abbia fatto notare.
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Crescere insieme
Empatia
ORIENTAMENTO
EMPATIA Ascolto
Tra le life skills relazionali (e non solo), l’empatia ha sicuramente un posto d’onore. Leggiamo un brano, tratto da Matilde di Roald Dahl, per capire meglio di che cosa si tratta e per riflettere su di essa.
ROALD DAHL
La signorina Dolcemiele Matilde cominciò ad andare a scuola abbastanza tardi. La maggior parte dei bambini inglesi vanno alle elementari a cinque anni, o anche prima, ma i genitori di Matilde, per niente preoccupati della sua istruzione, si erano dimenticati di iscriverla in tempo. Quando andò a scuola per la prima volta aveva già cinque anni e mezzo. La scuola elementare del paese era un tetro edificio di mattoni, chiamato Istituto “Aiuto!”. Gli alunni erano circa duecentocinquanta, tra i cinque e i dieci anni. La direttrice, il comandante in capo, il dittatore dell’istituto, era un donnone di mezza età, la signorina Spezzindue. Matilde, naturalmente, finì in prima insieme ad altri diciotto bambini della sua età. La maestra, la signorina Dolcemiele, aveva ventitré o ventiquattro anni e un bellissimo, pallido viso da Madonna, con occhi azzurri e capelli castano chiaro. Era così snella e fragile da dare l’impressione che se fosse caduta sarebbe andata in mille pezzi, come una statuina di porcellana. Betta Dolcemiele era mite e tranquilla, non alzava mai la voce e sorrideva di rado, ma aveva la rara capacità di farsi amare al primo sguardo dai propri alunni. Sembrava che capisse perfettamente quanto i bambini piccoli si sentano smarriti e spaventati quando per la prima volta vengono radunati in una classe, come bestiame, e obbligati a obbedire agli ordini. Dal viso della signorina Dolcemiele emanava uno strano calore, particolarmente intenso quando parlava a un bambino confuso e pieno di nostalgia per la propria casa. La direttrice, signorina Spezzindue, era esattamente l’opposto: una gigantesca tiranna, una belva feroce che terrorizzava alunni e insegnanti. Ci si sentiva minacciati già a vederla di lontano, e, quando Crescere insieme
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EMPATIA
si avvicinava, il senso di pericolo aumentava, irradiando da lei come da una sbarra di metallo rovente. La signorina Spezzindue non camminava mai, marciava come un soldato dei battaglioni d’assalto, a lunghi passi, dondolando ritmicamente le braccia; quando avanzava nei corridoi, il rumore dei suoi passi la precedeva, e se per caso un gruppo di bambini capitava per la sua strada, si apriva un varco tra loro come un carro armato, facendoli volare a destra e a sinistra. Per fortuna a questo mondo non ci sono molte persone come lei, ma, almeno una volta nella vita, a tutti capita di incontrarne una. Se capitasse a voi, comportatevi come davanti a un rinoceronte infuriato: arrampicatevi sull’albero più vicino e restateci finché non se ne sia andato.
(R. Dahl, Matilde, Salani, Milano 2008)
CRESCERE INSIEME 1 La signorina Dolcemiele è empatica, cioè ha la capacità di comprendere emozioni e stati d’animo di un’altra persona. Da quali atteggiamenti lo capisci?
2 Tu ritieni di essere spontaneamente una persona empatica, come la signorina Dolcemiele, oppure fai fatica a immedesimarti nello stato d’animo di un’altra persona? Racconta, fornendo anche degli esempi.
Che cos’è l’empatia? Il termine empatia deriva dal greco en, che significa “dentro”, e pathos, “sentimento”. È la capacità di comprendere le emozioni e il punto di vista altrui, di mettersi nei panni dell’altro, cercando di capirne le ragioni e le motivazioni. Esistono due tipi di empatia: l’empatia cognitiva, cioè la capacità di calarsi razionalmente nei panni dell’altro, e quella affettiva, cioè la capacità di capire che cosa prova l’altro e di rispondere con una reazione affettiva adeguata. Per l’empatia c’è una componente innata: gli studiosi hanno calcolato che il 10% delle nostre capacità empatiche deriva dai nostri geni. Ma il restante 90% è frutto dell’educazione e dell’influenza dell’ambiente. L’empatia, quindi, si può apprendere ed esercitare: in che modo? Innanzitutto imparando a non focalizzarsi solo su se stessi e sui propri bisogni, ma anche sugli altri. Un modo per farlo è porsi in atteggiamento di ascolto, senza giudicare. Non sempre però le persone si esprimono attraverso il linguaggio parlato: bisogna allora saper cogliere le espressioni e i gesti. Prova a pensare a chi commette atti di bullismo: secondo te, si rende conto della sofferenza che provoca nella vittima? Nella maggioranza dei casi no: infatti spesso, quando viene scoperto, si giustifica dicendo che “stava scherzando”. Viceversa, chi riesce a capire che cosa prova un altro è portato a evitare di offenderlo o aggredirlo o a intervenire per aiutare quando è testimone di un atto di violenza. 4
Crescere insieme
GESTIONE DELLE EMOZIONI
Torniamo alle
emozioni
ORIENTAMENTO
Scarica le istruzioni
L’anno scorso, grazie alla ruota delle emozioni primarie, abbiamo imparato a riconoscere alcune emozioni: paura, felicità, tristezza e rabbia. Quest’anno ne conosceremo di nuove: sorpresa, nostalgia e invidia. Usando la ruota creata lo scorso anno, realizza una seconda ruota sul lato opposto per riconoscere e dare un nome anche ad altre emozioni più complesse.
La mia ruota delle emozioni FASE 1 Prendi la ruota delle emozioni primarie e posala su un cartoncino: traccia su di esso il contorno ricavandone un cerchio. Con l’aiuto di un righello dividi il cerchio in sei spicchi di uguali dimensioni; ripassa le righe con un pennarello nero e dividi ogni spicchio in altri tre picchi. Ritaglia il cerchio, seguendo i contorni. Ora, usando lo stesso ferma-campione della prima ruota, unisci e blocca anche la nuova ruota, in modo che le parti posteriori di entrambe siano a contatto tra loro. La tua ruota delle emozioni è pronta! Usala individuando lo spicchio corrispondente all’emozione che stai provando di volta in volta.
In digitale puoi trovare le istruzioni per la creazione della ruota
FASE 2 Ti starai chiedendo: “Ma quale emozione dovrei indicare, se all’interno degli spicchi non c’è scritto nulla?”. Hai perfettamente ragione: negli spicchi non c’è ancora nulla, perché conoscerai nuove emozioni sia durante questo percorso in classe sia durante la tua quotidianità, quando ti renderai conto di provare un’emozione diversa. In quei momenti confrontati con le persone che per te sono dei punti di riferimento, come i tuoi amici e le tue amiche, l’insegnante, i tuoi genitori, per provare a definire ciò che provi e dargli un nome che potrai scrivere all’interno dello spicchio e colorare del colore che preferisci. Se pensi che l’emozione derivi direttamente da una delle emozioni primarie, puoi colorarla con lo stesso colore usato per questa nella prima ruota, se invece pensi che sia una mescolanza tra più emozioni primarie puoi scegliere una sfumatura di colore differente.
Crescere insieme
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GESTIONE DELLE EMOZIONI
LA SORPRESA
Che sorpresa!
Ascolto
PRIMA DI INIZIARE L’insegnante scrive al centro della lavagna la parola SORPRESA. Uno alla volta avvicinatevi alla lavagna per scrivere due parole che si colleghino alla vostra idea di sorpresa. Dopo aver scritto tutti, confrontatevi sulle parole scelte e sulle motivazioni.
J.K. ROWLING
Inaspettatamente… mago! Nella catapecchia piombò il silenzio. Si sentiva solo il frangersi delle onde e l’ululato del vento. «Che cosa sono, io?» chiese Harry senza fiato. «Un mago, chiaro?» disse Hagrid tornando a sedersi sul divano che gemette e si affossò ancora di più. «Anzi, un mago coi fiocchi, direi, una volta che avrai studiato un pochetto. Con un papà e una mamma come i tuoi, che cos’altro poteva venir fuori? Penso proprio che è venuto il momento di leggere quella lettera». Harry allungò la mano per prendere finalmente la busta giallastra, scritta con l’inchiostro verde smeraldo, indirizzata al Signor H. Potter, Piano terra, Catapecchia sullo scoglio, Mare.
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Crescere insieme
ORIENTAMENTO
Tirò fuori la lettera e lesse: SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS Direttore: Albus Silente (Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. dei Maghi) Caro signor Potter, siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie. I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
Harry sentì una ridda di domande che gli esplodeva nella testa come un fuoco d’artificio, ma non riusciva a decidere da quale cominciare. Dopo alcuni minuti balbettò: «Che cosa singnifica che aspettano il mio gufo?» «Per mille fulmini! L’avevo dimenticato» disse Hagrid battendosi una mano sulla fronte così forte che avrebbe mandato a zampe all’aria un cavallo da tiro, e dall’ennesima tasca interna del pastrano estrasse un gufo – un gufo in carne e ossa, con le penne tutte arruffate – una lunga penna d’oca e un rotolo di pergamena. Con la lingua tra i denti per lo sforzo, buttò giù un biglietto che Harry riuscì
1. ridda: movimento
a leggere all’incontrario:
agitato e scomposto.
Caro Professor Silente, ho consegnato la lettera a Harry. Domani lo accompagno a comperare quello che serve. Qui il tempo è orribile. Spero che Lei stia bene. Hagrid
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GESTIONE DELLE EMOZIONI
LA SORPRESA
Poi arrotolò la pergamena, la porse al gufo che l’afferrò col becco e, direttosi verso la porta, lanciò il volatile nella bufera. Quindi tornò indietro e si sedette come se tutta quella faccenda fosse la cosa più naturale del mondo. Harry, rendendosi conto che la bocca gli pendeva aperta per lo stupore, si affrettò a richiuderla. (J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra fiolosofale, a cura di S. Daniele, Salani, Blair Partnership, Milano 2007)
A BOCCA APERTA 1 Secondo te, che emozioni vive Harry? Prova a immaginarti nella stessa situazione e racconta quali sarebbero le tue reazioni.
2 Ti è mai capitato di trovarti in una situazione in cui hai vissuto emozioni simili a quelle del brano e hai reagito così come hai descritto nella risposta precedente?
3 Descrivi in un breve testo il momento più sorprendente della tua vita: cerca di includere quanti più dettagli possibili, le emozioni che hai provato dopo quella sorpresa e come questo momento ha influenzato la tua vita. Dopo, se vuoi, leggi il testo ai tuoi compagni e confrontati con loro: c’è qualcuno che ha vissuto un’esperienza simile?
4 FASE 1 Ora dedica un po’ di tempo per ideare un piccolo regalo per una persona a tua scelta e che possa suscitare in lei l’emozione della sorpresa. Per crearlo, ti serviranno dei materiali di riciclo come carta, cartone, giornali, bottoni, stoffe, tappi di bottiglia e altro. Scegli una persona speciale per te che pensi possa meritare una bella sorpresa. Usa il materiale che hai a disposizione per realizzare un regalo unico: può essere una scultura, un biglietto, una collana o quello che vuoi. Decora la tua “opera” come preferisci. Ricorda: se vuoi che la sorpresa sia ben riuscita, dovresti curare anche il modo e il momento in cui donare il tuo regalo. Per esempio, puoi nasconderlo in un luogo inaspettato, scrivere un messaggio misterioso che conduca il destinatario al regalo o anche organizzare una piccola "caccia al tesoro" per cercarlo. Dopo aver donato la tua sorpresa, torna qui e affronta il prossimo esercizio insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne. FASE 2 Dopo aver donato il regalo, dividetevi in gruppi e discutete sulle reazioni delle persone che hanno ricevuto il regalo. Rispondete singolarmente alle seguenti domande, poi confrontatevi e cercate di capire, in base a quanto osservato, se hanno effettivamente provato l'emozione della sorpresa. Qual è stata la reazione della persona che ha ricevuto il regalo? Che cosa ha detto o fatto la persona a cui hai donato il regalo? Secondo te, quali elementi del regalo hanno contribuito a creare la sorpresa? Pensi che il regalo sia stato gradito? Confrontati con la classe anche su queste domande: E tu, come ti senti dopo aver donato il regalo in modo sorprendente? Che cosa hai imparato da questa esperienza?
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Crescere insieme
Crescere insieme
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Quando e perché siamo sorpresi? Quando siamo sorpresi tutte le parti del nostro viso vengono coinvolte: le sopracciglia si alzano e si incurvano, talvolta compaiono anche delle rughe orizzontali sulla fronte; gli occhi sono sgranati, la bocca spalancata (spesso per sottolineare la sorpresa di qualcuno usiamo l’espressione «rimanere a bocca aperta»). La sorpresa è l’emozione più breve (dura una frazione di secondo) ed è sempre seguita da un’altra emozione: se lo stimolo che ci ha sorpreso è ritenuto piacevole seguirà la gioia, se sgradevole il disgusto, se aggressivo la rabbia. Il nostro cervello è programmato per reagire alla sorpresa perché nella preistoria ogni evento inaspettato poteva costituire una minaccia o un’opportunità (un predatore o una preda). Lo spalancarsi degli occhi allargava il campo visivo, l’apertura della bocca garantiva una respirazione profonda e facilitava lo sforzo muscolare in caso di fuga. È importante mantenere la capacità di sorprenderci nella vita di tutti i giorni perché è ciò che ci permette di apprezzare un’opera letteraria o di ammirare un’opera d’arte. Lo sanno bene gli esperti di pubblicità e marketing, che sfruttano il piacere della sorpresa e di ciò che è inatteso per vendere prodotti. Quindi è importante lasciarsi sorprendere ma anche esaminare criticamente ciò che accade intorno a noi.
Adesso, gira il libro al contrario per verificare quanto i tuoi pensieri sono comuni e per scoprire qualcosa in più su questa emozione! In quali aspetti della nostra vita potrebbe esserci utile?
ORIENTAMENTO
1. Che cosa succede al tuo viso quando sei sorpreso? 2. Quanto dura mediamente l’emozione della sorpresa per te? 3. Secondo te, è importante continuare a vivere l’emozione della sorpresa? Rispondi sul quaderno in modo completo e sincero ad alcune domande sull’emozione della sorpresa, sulle sue cause e sui suoi effetti, su come la vivi personalmente e su come potrebbe essere vissuta dagli altri.
La sorpresa: scopriamo qualcosa in più
Podcast video e audio con ALESSANDRA TEDESCO, in collaborazione con
Che lavoro fai? Scrivo! Giornalista, ghostwriter, traduttore, podcaster… che cos’hanno in comune tutte queste persone? Il loro lavoro è scrivere! Un podcast Deascuola per conoscere tutte le forme di scrittura con cui abbiamo a che fare ogni giorno, dalle più note alle più insolite.
Scrivere per bambini e ragazzi
Scrivere con l’intelligenza artificiale
Scrivere per i social
Scrivere per i podcast
Scrivere per la scuola
Scrivere libri
Scrivere per la divulgazione
Scrivere per il cinema
Scrivere per i dizionari
Scrivere per il giornalismo
Scrivere al posto degli altri
Scrivere per immagini
Scrivere per i videogiochi
Scrivere per la musica
Scrivere per la pubblicità
Scrivere con le lingue
I libri che mi hanno cambiato la vita
Hai visto i loro libri sugli scaffali delle librerie, li conosci come scrittrici e scrittori, scrittori ma anche loro sono, prima di tutto… lettrici e lettori! lettori Qual è il loro libro preferito? Il libro che ha cambiato la loro vita? Nel podcast puoi scoprire i consigli di lettura di: Paolo Cognetti, Cognetti Chiara Galeazzi, Galeazzi Marco Missiroli, Missiroli Chiara Moscardelli, Moscardelli Marco Balzano, Balzano Luigi Garlando.... Garlando
Potete vedere e ascoltare tutte le puntate dei podcast:
• da questa pagina dell’eBook; • attraverso l’App Dealink, fotografando questa pagina; • dalla piattaforma DEASCUOLA PODCAST.
WRW
Le mie strategie di lettura
STRATEGIE DI LETTURA
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FICTION
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La curva delle emozioni
Un lettore esperto presta attenzione ai segnali che fanno capire le emozioni provate da un personaggio. Solitamente, l’autore ci fa vivere il momento di massima tensione della storia attraverso le emozioni del protagonista. È fondamentale perciò tener traccia dell’andamento delle emozioni, dei sentimenti e delle sensazioni.
La STRATEGIA Per monitorare l’evoluzione delle emozioni, dei sentimenti e delle sensazioni del protagonista chiedetevi: «Che cosa sta provando in questo momento?», «Quali indizi mi fanno capire che cosa sta provando?».
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Evidenziate nel testo con un colore le espressioni che fanno riferimento a emozioni e sentimenti del protagonista. Attenzione! A volte le emozioni vengono nominate esplicitamente, altre volte traspaiono dalle azioni, dai pensieri, dalle parole e dalle espressioni del personaggio. Ricordate la curva della trama che abbiamo analizzato l’anno scorso, l’organizzatore grafico che vi aiuta a individuare le diverse fasi del racconto? La potete riutilizzare per visualizzare graficamente l’andamento delle emozioni e delle sensazioni che avete individuato.
massima tensione e svolta
eventi che portano alla conclusione
situazione iniziale
sviluppo: complicazioni soluzione 32
LE MIE STRATEGIE DI LETTURA
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STRATEGIE DI
LETTURA
Leggiamo insieme la seconda parte del racconto di Edgar Allan Poe, Il ritratto ovale, che potete trovare a p. 284 dell’antologia. Il protagonista legge la storia di un dipinto: evidenziamo in giallo le espressioni che ci fanno capire che cosa prova il pittore.
EDGAR ALLAN POE * Racconti fantastici e del terrore
Il ritratto ovale
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Il pittore era entusiasta di quella sua opera che procedeva di ora in ora, giorno dopo giorno. Stravagante, capriccioso ed esaltato, si smarriva nelle sue fantasticherie, e non si accorgeva di come la luce spettrale che scendeva nella torre solitaria stesse soffocando la salute e lo spirito della sua sposa. La ragazza, che tutti tranne lui trovavano visibilmente sciupata, continuava a sorridere senza mai lamentarsi. Si rendeva infatti conto che quel lavoro suscitava un piacere intenso e bruciante nell’artista, molto famoso e acclamato, che si impegnava giorno e notte per ritrarla senza accorgersi che lei diventava sempre più debole e spenta. Chi ebbe la possibilità di ammirare il dipinto riferì con grande stupore che era identico all’originale, e giudicò tale somiglianza come la dimostrazione delle immense capacità del pittore, oltre che dell’amore profondo che provava per colei che aveva ritratto. Ma quando giunse alla fine di quella fatica, il maestro non permise più a nessuno di entrare nella torre, sconvolto dalla sua stessa foga, distoglieva a stento gli occhi dal suo capolavoro, guardando appena il volto che stava ritraendo. E non voleva vedere che i colori che stendeva sulla tela venivano tolti dalle guance della sua sposa. Molte settimane dopo, quando gli restava ormai poco da fare, giusto una pennellata sulla bocca e una sfumatura sull’occhio, per un istante lo spirito della ragazza guizzò come la fiammella all’interno della lampada. Il pittore diede poi l’ultimo colpo di pennello, sfumò per l’ultima volta il colore, e per un attimo rimase in estasi davanti alla sua opera. Senza staccare gli occhi dal quadro, pallido e tremante, gridò: «Questa è davvero la Vita». Si voltò poi di scatto a guardare la sua amata: era morta! (riduzione da E.A. Poe, Racconti fantastici e del terrore, Edizioni Piemme, Casale Monferrato 1988)
Strategia 1
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WRW • Ora realizziamo la curva delle emozioni.
Pallido e tremante si voltò di scatto.
Sconvolto distoglieva a stento gli occhi dal suo capolavoro.
Il pittore era entusiasta e si smarriva nelle sue fantasticherie.
Il pittore rimase in estasi davanti alla sua opera.
Si impegnava giorno e notte per fare il ritratto senza accorgersi che la moglie diventava sempre più debole e spenta.
• Nell’explicit (ultima frase) del testo, non sono esplicitate le emozioni del pittore. Quali potrebbero essere, considerando l’evoluzione della trama? Trascrivile nella parte finale della curva delle emozioni.
ORA LO SAI!
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Potete approfondire la vostra conoscenza del protagonista analizzando, anche graficamente, grazie alla curva delle emozioni, come cambia il suo mondo interiore.
LE MIE STRATEGIE DI LETTURA
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FICTION
STRATEGIE DI LETTURA
A caccia di indizi
Mentre leggete dovete aguzzare l’ingegno, proprio come fanno i detective: gli autori infatti spesso non raccontano tutto fin dall’inizio (altrimenti sapete che noia!), disseminano lungo il testo diversi indizi su che cosa potrebbe accadere o sulle caratteristiche di un personaggio. Sta al lettore esperto andare a caccia di questi segnali, interpretarli, formulare delle ipotesi e verificarle proseguendo con la lettura.
La STRATEGIA Prestate particolare attenzione ad alcuni indizi da cercare e sui quali vi potete chiedere: «Che cosa mi fa capire del personaggio o della storia?». Ȭ Elementi o azioni ripetuti a breve distanza; Ȭ eventi o azioni che irrompono nella storia;
Ȭ modo di agire del personaggio che si discosta da quello abituale o da quello ritenuto generalmente corretto, nella norma; Ȭ modo di agire “esagerato” (per esempio troppo gentile o troppo sgarbato); Ȭ il personaggio principale si pone delle domande su quanto sta succedendo; Ȭ un personaggio secondario, a differenza del protagonista, si dimostra preoccupato, dubbioso, sospettoso riguardo a una situazione; Ȭ il narratore commenta, esprime giudizi, pone domande.
Strategia 2
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WRW Leggiamo questo brano tratto da Il rinomato catalogo Walker & Dawn di Davide Morosinotto. Il protagonista, Te Trois, e i suoi amici hanno ordinato una pistola da un catalogo di vendita per corrispondenza. Per errore hanno ricevuto un orologio rotto. Un uomo, che dice di essere un rappresentante della società, è venuto a porre rimedio all’errore. Siete dei detective, puntate la vostra lente d’ingrandimento a caccia di indizi!
DAVIDE MOROSINOTTO * Il rinomato catalogo Walker & Dawn
Il rinomato catalogo 5
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Ci sono dei riferimenti ad alcuni modi di agire “esagerati” e ripetuti dal personaggio. Sottolineateli. Anche in questa porzione di testo c’è un elemento che si ripete insistentemente. Sottolineatelo. Che cosa ci spinge a pensare l’autore?
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Presi per mano Joju e insieme corremmo fuori dal pollaio. Il cavallo aveva appena superato la curva e veniva verso la fattoria a passo lento. In sella c’era l’uomo di cui mi aveva parlato Julie: aveva la redingote1 che gli spenzolava lungo i fianchi, e un alto cappello con la fascia lucida e gli stivali. Si guardava intorno con l’aria di chi non conosce bene la strada e ha paura di essersi perso, senza sapere che ancora due minuti e sarebbe finito dritto dritto nella corte principale della fattoria. Se succedeva, per me era la fine sicuro. Mia mamma o Chuck sarebbero andati a parlargli, e se quello lavorava per la Walker & Dawn allora, qualunque cosa volesse, erano guai seri. «Vai a chiamare Ed» sussurrai a Joju, «poi raggiungetemi e tenetemi il gioco.» Lei sparì nei cespugli veloce come uno scoiattolo, e io mi guardai intorno in fretta: Chuck era entrato in casa a fare chissà che, e Te Deux era sull’altro lato della corte. Via libera. Facendo un po’ finta di niente, mi avviai lungo il sentiero incontro allo straniero a cavallo. Appena mi vide, quello fece il sorriso più splendente che si possa immaginare, proprio un sorriso da bravo giovane, e si toccò il cappello come se io fossi stato un adulto come lui. «Ehilà» mi salutò. «Sto cercando la fattoria dei signori Chevalier. Sai per caso se è da queste parti? Non conosco la zona e non vorrei aver sbagliato strada al bivio.» Aveva una voce forte da predicatore, e un’aria simpatica e sperduta. Si capiva che non era delle nostre parti perché mi aveva parlato in inglese, invece che nel francese del bayou, così gli risposi nella stessa lingua: «La fattoria è proprio qui, mister, dietro gli alberi. E io sono Peter Chevalier, anche se tutti mi chiamano Te Trois». «Te Trois, eh?» rispose lo straniero. «Nome francese, ma già, qua lo parlate tutti... E dimmi un po’ giovanotto, tua madre è in casa? Devo discutere di affari.» 1. redingote: abito maschile elegante con giacca lunga.
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LE MIE STRATEGIE DI LETTURA
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Era qua che volevo arrivare, così misi su la mia meglio aria da innocentino e dissi: «Che tipo di affari? Così, per curiosità...». Lo straniero era un tipo sveglio. Infatti alle mie parole saltò giù dalla sella con un gesto da acrobata, si sistemò il cappello, e disse: «Io sono un agente della Walker & Dawn di Chicago. Forse ne hai sentito parlare, è la società del...». «...Del Rinomato Catalogo Convenienza di Mister Walker & Miss Dawn» risposi subito. Poi ci pensai un secondo, e aggiunsi: «Io e i miei amici ci abbiamo giusto comprato qualcosa, qualche settimana fa...» Mi voltai, Eddie e Joju avevano lasciato il loro nascondiglio tra i cespugli e venivano avanti incuriositi, tenendo per la cavezza il pony di Ed. Lo straniero li vide e scoppiò in una risata: «Sì, eh? Avete comprato qualcosa dal Catalogo? A quanto pare allora non sto cercando la signora Chevalier, ma proprio voi. Venite, togliamoci dalla strada, non vogliamo che qualcuno ci veda... Giusto?». Era proprio un giovane furbo, e ci strizzò l’occhio in un modo così buffo che Ed scoppiò in una risatina. «Allora» disse quello, allungando la mano verso Ed. «Come stavo dicendo poco fa io mi chiamo Jack e sono un agente della Walker & Dawn.» Intanto Jack aveva preso la mano di Julie e gliel’aveva baciata come si fa tra i ricchi, ma la mia amica era proprio una selvaggia perché invece di essere contenta sembrava quasi un po’ schifata. Per fortuna Jack era una brava persona e finse di non accorgersene. «Vedete» disse, «ho fatto un bel po’ di strada per venire fin qui, ma la Walker è una società molto speciale e per noi la soddisfazione del cliente è al primo posto. Come dice lo slogan, “I prezzi più bassi! Spendi bene i tuoi soldi! Rimborso garantito!”» Fece un largo sorriso e continuò: «A quanto pare il nostro ufficio spedizioni ha combinato un pasticcio e a me tocca rimediare. Sto viaggiando per la Louisiana da giorni, passando a trovare tutte le famiglie sul nostro indirizzario che hanno effettuato ordini recenti. Una vera seccatura.» In realtà il sorrisetto sulla sua faccia diceva che non gli dispiaceva neanche un po’ di girare per la Louisiana tutto solo con il suo cavallo, e questo me lo rese ancora più simpatico. «Fatemi indovinare» dissi io. «Qualcuno doveva ricevere un oggetto, e invece per errore ne ha ricevuto un altro, non è vero?». Jack smise di sorridere. Invece si sporse in avanti e disse: «Perché? Non sarà capitato proprio a voi, per caso?» Mi voltai verso i miei amici con un sorriso. Ed gongolava, mentre Joju aveva un’espressione strana che non riuscii a decifrare. «Forse» borbottai, facendo un po’ il misterioso. Jack scoppiò in una grossa risata: «Ma guarda, questa sì che è una fortuna. Non solo vengo nel posto giusto, ma parlo anche con le persone giuste!
LETTURA
Lo straniero continua ad agire in modo particolare. Sottolineate le sue azioni curiose e il modo in cui viene descritto da Te Trois.
Quali indizi saltano all’occhio nel confronto tra Jack e Julie?
Quale atteggiamento di Jack ritorna spesso nel testo?
Strategia 2
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In questa parte finale del testo sia Jack sia Julie mostrano una variazione nel comportamento. Sottolineate le espressioni che si riferiscono al loro modo di agire (alcune sono già sottolineate).
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D’altronde mi sembrava strano che una signora ordinasse una rivoltella della polizia... Su su, non fate quella faccia, ho visto l’indirizzario e so tutto di tutti gli ordini che ha ricevuto il Catalogo in questa zona. Voi avevate chiesto una rivoltella e le munizioni, esatto?». «Esatto» confermai io. «Ma invece nel pacco c’era un’altra cosa.» «E che cosa?» mi domandò. Stavo per rispondere ma Joju mi afferrò una spalla, e questo mi trattenne. Jack esibì il suo sorriso più smagliante: «Sentite, ora vi spiego come funziona. Ho bisogno di sapere da voi qual era l’oggetto che avete ricevuto in cambio... Per controllare che stiate dicendo la verità, capite. Io mi fido di voi, d’altronde come potevate sapere perché mi trovo qui? Però è il mio lavoro, devo controllare lo stesso». Mi strizzò l’occhio di nuovo. «E se come credo siete voi le persone che sto cercando, allora vi chiederò di restituirmi l’oggetto e in cambio vi darò una bella ricompensa. Un regalo per scusarci dell’errore, del disturbo e tutto il resto.» Il suo sorriso era così ampio che avevo paura si potesse crepare e gli cadessero fuori i denti. «Tenetevi forte» disse lo straniero. «Perché sto parlando di cinquanta dollari! Tutti per voi!» (D. Morosinotto, Il rinomato catalogo Walker & Dawn, Mondadori, Milano 2016)
• Tiriamo le fila: avete raccolto numerosi indizi e ora potete chiedervi «Questi indizi che cosa mi fanno capire sui personaggi?». Provate a fare delle ipotesi. • Il comportamento eccessivo di Jack si manifesta con queste azioni: ... • Ciò mi fa pensare che... • Inoltre, Julie nei suoi confronti si dimostra… • Tutti questi elementi mi portano a ipotizzare che… • Una volta formulate le ipotesi, bisogna verificarle proseguendo la lettura. Non vi resta che immergervi in questo magnifico romanzo vincitore del Super Premio Andersen 2017 come Miglior Libro oltre i 12 anni.
ORA LO SAI!
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In futuro, quando leggete andate a caccia di tutti quegli indizi, azioni, situazioni, commenti… che possono destare un vostro sospetto e che vi spingono a formulare ipotesi sui personaggi e sulla storia.
LE MIE STRATEGIE DI LETTURA
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STRATEGIE DI
LETTURA
11 ALA (Aggancio, Lancio, Afferro) La STRATEGIA Quando leggiamo un testo è fondamentale ricordare che dentro di noi sono già presenti delle conoscenze, che non partiamo mai dal vuoto assoluto. Nella nostra mente sono presenti dei piccoli ami, degli uncini che si possono attivare e ancorare ai nuovi contenuti che stiamo leggendo, per affinità o per contrasto: impariamo leggendo e costruendo delle catene di conoscenza. • Prima di cominciare a leggere un testo prendete un foglio e suddividetelo in tre colonne. • Leggiamo insieme l’articolo Gli alberi salveranno il mondo. Prima di addentrarci nella lettura, realizziamo la nostra tabella ALA (l’attività è avviata, proseguite sul quaderno).
AGGANCIO Che cosa so già
LANCIO Che cosa vorrei sapere
AFFERRO Che cosa ho imparato
Qui scrivete le informazioni già in vostro possesso sull’argomento, anche quelle di cui non siete sicuri.
Qui scrivete tutte le domande che vi vengono in mente (dubbi, curiosità, approfondimenti…).
Da completare a fine lettura, trascrivendo le nuove scoperte che avete fatto, meglio se sono le risposte alle domande precedenti.
• Le piante assorbono anidride carbonica ed emettono ossigeno. • Le foreste sono considerate i “polmoni della Terra”. • Molti alberi vengono abbattuti per ricavare suolo coltivabile, le foreste sono in pericolo. • Si parla molto di problema ambientale, inquinamento e di surriscaldamento globale.
1. In che modo gli alberi salveranno il mondo? 2. Quante sono le emissioni di CO2 che l’uomo produce ogni anno? 3. Quanti sono un bilione di alberi? 4. Dove si possono piantare tutti questi alberi? 5. Ci sono domande senza risposta? Continuate la ricerca in altri testi.
FRANCESCA BIAGIOLI
Gli alberi salveranno il mondo 5
Una nuova ambiziosa analisi delle foreste del mondo ha scoperto che c’è spazio per piantare 1,2 bilioni (ossia migliaia di miliardi) di nuovi alberi. Un vero e proprio polmone verde che sarebbe sufficiente ad assorbire più carbonio di quello prodotto da 10 anni di emissioni umane. Secondo i nuovi dati, opera del ricercatore dell’ETH di Zurigo Thomas Crowther, piantare così tanti alberi avrebbe un impatto maggiore sull’ambiente Strategia 11
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rispetto alla costruzione di turbine eoliche o al passaggio in massa a una dieta vegetariana. Uno sforzo di questo tipo sarebbe in grado di annullare addirittura un decennio di emissioni di gas serra. La tesi proposta dallo scienziato è sostanzialmente quella di popolare il mondo di aree verdi, piantando alberi in tutti i luoghi in cui vi è spazio. Secondo i calcoli dello studio ci sarebbe posto per ben 1,2 migliaia di miliardi di alberi in parchi, boschi e terreni abbandonati di tutto il pianeta. Si è arrivati a ipotizzare questo numero combinando i dati di sondaggi e satelliti terrestri, una cifra che è maggiore di sette volte rispetto a quella di una precedente stima opera della Nasa1 . Lo stesso approccio, che utilizza l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale per analizzare l’enorme mole di dati, ha consentito ai ricercatori di prevedere il numero di alberi che potrebbero essere piantati nelle diverse zone libere in tutto il mondo. Piantare alberi, tanti alberi, secondo lo studio sarebbe dunque una semplice ma efficace strategia utile a compensare 100 gigatonnellate di CO2 pari a 10 anni di emissioni. Non a caso l’esperto ha dichiarato che gli alberi sono «la nostra arma più potente nella lotta contro il cambiamento climatico». A differenza delle soluzioni high tech2 come per esempio i sistemi di cattura del carbonio, sostiene Crowther, gli alberi sono belli e sono una soluzione alla portata di tutti, perché chiunque può piantarne uno. Insomma tutti potremmo essere coinvolti in una vera e propria rivoluzione verde. «Gli alberi rendono letteralmente le persone più felici negli ambienti urbani, migliorano la qualità dell’aria, la qualità dell’acqua, la qualità del cibo, il servizio ecosistemico, è una cosa così facile e tangibile» ha dichiarato Crowther. Mentre le cifre esatte ottenute dai calcoli dello studio e tutti i dettagli in merito devono ancora essere resi noti, il progetto di Crowther è già partito con l’appoggio di un partner molto importante: le Nazioni Unite. Si tratta del “The Trillion Tree Campaign”, che a oggi ha già permesso di piantare ben 13,62 milioni di alberi. Perché non partecipiamo anche noi? (Francesca Biagioli, https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/ piantare-alberi-azzerare-co2)
1. Nasa: l’agenzia spaziale statunitense. 2. high tech: di alta tecnologia, di tecnologia avanzata.
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LE MIE STRATEGIE DI LETTURA
UNITÀ
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TUT TIn sieme Quali colori prevalgono nell’illustrazione? Perché sono stati scelti proprio quelli?
Avere paura Il racconto horror in digitale
• Brano iniziale in 7 lingue • Audioletture • Lezione digitale • Videolezione • Linea del tempo
• Videomappa • Audiosintesi in 7 lingue • Verifica interattiva • Brani aggiuntivi
Il racconto horror
UNA STORIA PER INIZIARE
Ascolto
FRANCESCO DIMITRI
E il gatto scacciò l’incubo IL BRANO La presenza di uno sconosciuto, presentato come un familiare dai genitori, inquieta Suzie. Come può questo sconosciuto essere suo fratello se è figlia unica? Chi è e che cosa vuole? Per fortuna con lei c’è il suo gatto…
Brano disponibile in • inglese • francese • spagnolo • romeno • arabo • cinese • ucraino
Entrò senza bussare in una sera di fine ottobre. Disse «Scusate il ritardo», e mamma, incredibilmente, rispose: «Almeno sei in tempo per cena». Era un ragazzo più grande di Suzie, con capelli neri fino al collo e una piccola cicatrice che gli tagliava il sopracciglio. Mollò 5
il borsone sportivo che aveva a tracolla e si sedette a tavola con Suzie e i suoi genitori. Soltanto adesso Suzie notò che c’era un posto in più, apparecchiato per il ragazzo. Com’era possibile che non l’avesse visto prima? Sulle ginocchia di Suzie c’era Mr Male, il suo gatto, che si chiamava così non tanto per il carattere (era
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un gatto piuttosto pacifico), ma perché era nero come la notte più buia. Mr Male miagolò insoddisfatto e cambiò posizione. «Com’è andata la partita?» chiese mamma. «Abbiamo perso» rispose lo sconosciuto, ridendo. «Cinque a uno.» «Non avete un futuro da serie A» disse papà.
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«Non direi.» Suzie cercò di ricordare chi potesse essere questo sconosciuto con il quale i suoi genitori avevano tanta familiarità. Un cugino? Forse chiedere sarebbe stato maleducato. Suzie parlava poco, perché ogni volta, prima di parlare, si poneva problemi del genere: non voleva
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dire niente di sbagliato, o niente di strano, e nel dubbio finiva per non dire proprio niente di niente. Lo sconosciuto disse: «Dovrete contare su qualcun altro, se volete un calciatore in famiglia. Anche se mi sa che è più probabile che mia sorella si dia ai fumetti, eh, Suzie?».
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Suzie inghiottì un boccone. «Non so.» «Suzie, va tutto bene?» chiese mamma. «Sì, sì, è solo...» Si rivolse allo sconosciuto.
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«Posso chiederti chi è tua sorella?» «Tu, chi altri?» rispose lui, con un sorriso molto largo. 30
«Sono figlia unica.» «Ti piacerebbe» disse lo sconosciuto. «Piantala, Suzie» disse papà. «Non è ancora Halloween: non abbiamo testa per stare dietro alle tue storie.» «Ma io...»
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Mamma aggiunse: «Abbiamo lavorato tutto il giorno! Sii buona.» Lo sconosciuto ammiccò. «Dai retta a mamma e papà, Suzie. Ti conviene.» Quella notte Suzie non riuscì a dormire. Per tutta la sera mamma e papà avevano trattato lo sconosciuto come un figlio.
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Cosa stava succedendo? Chi era la persona nella stanza di fianco? Fino a poche ore prima, era stata la stanza in cui dormiva la nonna quando veniva in visita; stanotte era la stanza dello sconosciuto. Suzie si alzò dal lettone, in punta di piedi, uscì dalla sua stanza e andò alla porta accanto. Esitò: tornare indietro sarebbe stata
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la cosa più intelligente da fare. Magari era solo un brutto sogno, e per uscirne bastava aspettare. Poi Suzie immaginò di passare tutta la notte nel suo letto, al buio, pensando a chi o cosa si muovesse nella casa. «Volevo vederti.»
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«NO» disse lo sconosciuto. «Credimi, non vuoi vedere il mio vero volto.» «Chi sei?» ripeté Suzie. «Sono un sogno ammarcito1.» Adesso le braccia dello sconosciuto arrivavano quasi a terra.
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«Volevo aspettare domani per mangiarvi: nella notte di Halloween le persone hanno un sapore migliore. Pazienza.» La paura divampò in Suzie, poi, come un fuoco che ha bruciato troppo in fretta, si spense del tutto. Suzie pensò: “Questo mostro ha lanciato un incantesimo su mamma e papà. Perché su di me
1. ammarcito: marcio, decomposto.
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UNA STORIA PER INIZIARE
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non ha funzionato?”. «Avevi detto che avresti lasciato stare i miei genitori» disse Suzie. «Mentivo.» Che differenza poteva mai fare per un mostro del genere che Suzie chiudesse o no la porta? Di che cosa aveva paura
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un sogno ammarcito? Suzie sentì Mr Male miagolare. “Era sulle mie ginocchia quando lo sconosciuto è entrato. Possibile che mi abbia protetto?” Suzie si voltò di scatto e afferrò la maniglia della porta. Sentiva i passi dello sconosciuto avvicinarsi mentre spingeva la porta per aprirla e Mr Male correva dentro.
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Lo sconosciuto si fermò. Mr Male era tra lui e Suzie, e soffiava. Adesso lo sconosciuto non aveva più niente di umano. Le braccia lunghissime, fino a terra, una bocca enorme piena di denti, gli occhi trasformati in due sfere rosse: era terrificante. Non per Mr Male, che gli andò incontro.
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Lo sconosciuto indietreggiò. Mr Male avanzava soffiando, senza perdere un passo, e lo sconosciuto indietreggiava. Lanciò a Suzie uno sguardo pieno di odio. «Pagherai» disse. Ma continuò a indietreggiare. E più indietreggiava, più diventava piccolo. Ancora disumano, ma delle dimensioni
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di un cane, un gatto, un topo. Adesso era al muro. Provò a scappare di lato, ma Mr Male lo bloccò con una zampa, e se lo mangiò. L’atmosfera nella stanza cambiò in un istante. Era di nuovo la stanza in cui dormiva nonna, profumata di acqua
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di Colonia. Mr Male si stava leccando una zampa. Suzie chiuse gli occhi e respirò a fondo. Il cuore le batteva forte. Era stato spaventoso, sì, ma anche, non poteva negarlo, eccitante. Riaprì gli occhi e chiese a Mr Male: «Ce ne sono altri, non è vero? Altri sogni ammarciti».
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Mr Male si avvicinò a farle le fusa. Suzie si chinò ad accarezzarlo. «Andiamo a prenderceli» disse. (F. Dimitri, E il gatto scacciò l’incubo, in «La lettura» inserto del «Corriere della Sera», 16 ottobre 2022)
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GENERI
Le mie prime impressioni • Ti è piaciuto questo racconto?
Perché?
• Al posto di Suzie, come avresti reagito quando lo sconosciuto si è seduto a tavola? • Che cosa hai provato quando lo sconosciuto ha mostrato a Suzie il suo vero volto? • A che cosa ti fa pensare il finale? Che cosa succederà, secondo te? • Osserva l’immagine di p. 279, che cosa pensi stia accadendo? Da quali indizi lo deduci?
SCOPRIAMO LE CARATTERISTICHE DELL’HORROR 1 Che cosa succede di strano in questa storia? 2 All’inizio come si dimostra la protagonista di fronte a questo evento? Spaventata e terrorizzata. Sorpresa e divertita.
Arrabbiata e irritata. Incredula e dubbiosa.
Sottolinea le frasi da cui si capisce la sua reazione.
3 Suzie non riesce ad addormentarsi e decide di andare a controllare nella stanza in cui dorme lo sconosciuto. Da quel momento alcune frasi pronunciate dai protagonisti e alcune descrizioni contribuiscono ad accrescere l’inquietudine fino al punto in cui l’angoscia è massima. Completa. a. Frasi che creano inquietudine:
b. Punto di massima tensione:
c. Da quali frasi, invece, si capisce che il pericolo è passato e tutto è tornato alla normalità?
4 Che cosa prova Suzie alla fine di questa avventura?
ABBIAMO SCOPERTO che in questa storia horror: • accadono situazioni ed eventi
,
,
e senza una spiegazione logica; • i personaggi possono essere persone normali o esseri
generati dagli incubi; • l’angoscia e
sono le emozioni prevalenti.
5. Il racconto horror
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ANALISI GUIDATA
Ascolto
EDGAR ALLAN POE
Il ritratto ovale L’AUTORE Edgar Allan Poe (1809-1849) è stato uno scrittore statunitense, considerato il maestro della letteratura dell’orrore. Tra i suoi testi più conosciuti ci sono i Racconti del grottesco e dell’arabesco che contengono i famosi racconti Il gatto nero, Il crollo della casa degli Usher, Il cuore rivelatore.
IL BRANO Un signore ferito di cui non si conosce il nome, insieme al suo servitore si trova a passare la notte in un castello abbandonato. La sua attenzione è attirato dalla presenza di un inquietante dipinto.
Nella prima parte i personaggi sono il signore e Pedro, il servitore, mentre nella seconda sono il pittore e la ragazza ritratta nel quadro. I PERSONAGGI
IL LUOGO In questo racconto c’è una delle tipiche ambientazioni horror: un castello tetro e misterioso.
Una serie di indizi e di dettagli sull’ambiente e la descrizione dello stato d’animo del protagonista portano progressivamente il lettore verso l’inquietante colpo di scena finale. IL LINGUAGGIO E LE TECNICHE NARRATIVE
L’EVENTO SOPRANNATURALE Come in molti racconti horror, è presente un elemento che evoca qualcosa di soprannaturale e di inquietante: il ritratto ovale.
Questo racconto può essere diviso in due macro-sequenze (divise in micro-sequenze), con storie e protagonisti diversi ma intrecciate tra loro. LA STRUTTURA
PRIMA MACRO-SEQUENZA Un uomo e il suo servitore trovano riparo in un castello abbandonato, che custodisce un quadro particolare.
Il castello di cui il mio servitore aveva osato forzare l’ingresso, per
Prima micro-sequenza La descrizione del castello.
e dall’arredamento meno sontuoso, abbellita da decorazioni ricche
non farmi trascorrere la notte all’aperto, rischiando così la vita a causa delle gravi ferite che avevo subito, era uno di quegli edifici lugubri e splendidi al tempo stesso che sono stati a lungo una cupa presenza nel cuore degli Appennini. Da quanto si poteva vedere, l’avevano abbandonato di recente, e solo temporaneamente. Ci sistemammo in una torretta isolata, in una delle stanze più piccole ma ormai logore. Le pareti tappezzate erano ornate da stemmi e araldi1 di forma diversa, oltre che da un numero incredibilmente alto di quadri moderni e vivaci, dalle cornici d’oro arabescate2. Quei dipinti, appesi anche nelle rientranze create dalla bizzarra architettura del castello, avevano suscitato il mio interesse, forse per via del delirio che mi tormentava. Poiché era già notte, chiesi a Pedro di chiudere le imposte, di accendere le candele
1. stemmi e araldi: insegne composte da disegni e frasi che
2. arabescate: decorazione tipica dell’arte araba, in cui forme
contrassegnano famiglie nobili o singoli individui.
vegetali si intrecciano secondo motivi geometrici.
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GENERI
del candelabro posto ai piedi del letto e di aprire le tendine di velluto nero, ornate di frange, che avvolgevano il letto stesso. In quel modo, se non fossi riuscito ad addormentarmi avrei potuto distrarmi contemplando le tele e leggendo con attenzione il volumetto che avevo trovato sul cuscino, dove quelle opere d’arte erano descritte e commentate. Seconda micro-sequenza L’uomo trova e legge un volumetto che descrive e commenta le opere d’arte presenti nel castello.
Lessi e contemplai a lungo, animato da una profonda ammirazione. Le ore volarono, e arrivò mezzanotte. A un tratto spostai il candelabro, girandolo in modo che potesse illuminare meglio il libro, allungando faticosamente il braccio piuttosto di disturbare il domestico che si era già addormentato. Il mio gesto ebbe una conseguenza inaspettata. Le fiamme delle numerose candele rischiaravano ora una nicchia della stanza che fino a quel momento era rimasta oscurata da una colonnina del letto.
Terza micro-sequenza L’uomo vede il ritratto della giovane donna e ne rimane colpito.
Scorsi allora un quadro che mi era sfuggito; era il ritratto di una giovane donna. Lo sbirciai, e senza sapere perché chiusi subito gli occhi. Alla fine, soddisfatto per aver capito il vero motivo di quello strano incanto, mi lasciai ricadere sul letto: avevo infatti scoperto che la magia del dipinto stava nella perfetta vitalità dell’espressione che mi aveva tanto colpito, confuso, conquistato e spaventato.
Quarta micro-sequenza Spaventato dal quadro, l’uomo riprende il libro e cerca la storia del ritratto.
Intimidito, rimisi il candelabro nella sua posizione iniziale. In questo
SECONDA MACRO-SEQUENZA La storia del ritratto.
Era una fanciulla di rara bellezza, allegra e gentile. E tragica fu l’ora
Prima micro-sequenza La storia della donna ritratta e del marito pittore.
dolce e serena, luminosa e sorridente, vivace come una cerbiatta,
modo non potevo più vedere l’oggetto che aveva provocato in me tanta agitazione, e mi affrettai a riprendere in mano il testo che parlava dei dipinti e della loro storia. Trovato il numero che corrispondeva al ritratto ovale, lessi le parole vaghe e strane che ho qui riportato:
in cui vide, amò e sposò il pittore, un individuo passionale, amante degli studi e inflessibile, che aveva sposato l’Arte. Lei era affascinante, piena d’amore e sempre felice, che odiava solo l’Arte, e temeva soltanto i pennelli e la tavolozza, gli orrendi arnesi che le rubavano la compagnia del suo sposo. Quando lui espresse il desiderio di farle un ritratto, la ragazza provò un grande dolore, ma poiché era docile e ubbidiente, posò per molte settimane nella camera in cima alla torretta, dove la luce scendeva dall’alto sulla tela candida.
5. Il racconto horror
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ANALISI GUIDATA Seconda micro-sequenza Il pittore inizia a dipingere il ritratto della moglie e piano piano succede qualcosa di strano.
Il pittore era entusiasta di quella sua opera che procedeva di ora in ora, giorno dopo giorno. Stravagante, capriccioso ed esaltato, si smarriva nelle sue fantasticherie, e non si accorgeva di come la luce spettrale che scendeva nella torre solitaria stesse soffocando la salute e lo spirito della sua sposa. La ragazza, che tutti tranne lui trovavano visibilmente sciupata, continuava a sorridere senza mai lamentarsi. Si rendeva infatti conto che quel lavoro suscitava un piacere intenso e bruciante nell’artista, molto famoso e acclamato, che si impegnava giorno e notte per ritrarla senza accorgersi che lei diventava sempre più debole e spenta. Chi ebbe la possibilità di ammirare il dipinto riferì con grande stupore che era identico all’originale, e giudicò tale somiglianza come la dimostrazione delle immense capacità del pittore, oltre che dell’amore profondo che provava per colei che aveva ritratto. Ma quando giunse alla fine di quella fatica, il maestro non permise più a nessuno di entrare nella torre, sconvolto dalla sua stessa foga, distoglieva a stento gli occhi dal suo capolavoro, guardando appena il volto che stava ritraendo. E non voleva vedere che i colori che stendeva sulla tela venivano tolti dalle guance della sua sposa.
Terza micro-sequenza Il ritratto è finito e accade l’inspiegabile.
Molte settimane dopo, quando gli restava ormai poco da fare, giusto una pennellata sulla bocca e una sfumatura sull’occhio, per un istante lo spirito della ragazza guizzò come la fiammella all’interno della lampada. Il pittore diede poi l’ultimo colpo di pennello, sfumò per l’ultima volta il colore, e per un attimo rimase in estasi davanti alla sua opera. Senza staccare gli occhi dal quadro, pallido e tremante, gridò: «Questa è davvero la Vita». Si voltò poi di scatto a guardare la sua amata: era morta! (riduzione da E.A. Poe, Racconti fantastici e del terrore, Edizioni Piemme, Casale Monferrato 1988)
DAL TESTO AL GENERE 1 Conosciamo l’uomo ferito attraverso: le sue caratteristiche fisiche. gli stati d’animo provati.
la storia della sua vita. le qualità e i difetti.
2 Chi è la ragazza ritratta nel quadro ovale? I PERSONAGGI Ciascuna delle due macro-sequenze in cui è diviso il testo ha personaggi diversi. Nella prima, il protagonista è l’uomo ferito, e il suo servitore è un personaggio secondario. Nella seconda, i protagonisti sono il marito pittore e la ragazza ritratta.
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GENERI
3 Perché l’uomo e il suo servitore sono nel castello abbandonato?
4 Chi abitava prima nel castello? 5 La storia del ritratto è ambientata nello stesso tempo in cui l’uomo ferito si trova nel castello? Sì, i fatti avvengono in contemporanea. No, la storia del ritratto è ambientata prima.
No, la storia del ritratto è ambientata dopo.
I LUOGHI E I TEMPI Mentre i personaggi sono diversi, nelle due macro-sequenze il luogo è lo stesso. Le vicende infatti si svolgono entrambe in un castello, con atmosfere cupe e lugubri, ma in tempi diversi.
6 Sottolinea nel testo le parole usate per descrivere il castello e che insinuano nel protagonista e nel lettore un senso di inquietudine e angoscia. 7 L’inquietudine aumenta fino ad arrivare al momento di massima tensione (Spannung) con il colpo di scena finale in cui avviene l’impossibile, e si capisce perché quel ritratto trasmette ansia e inquietudine a chi lo guarda. Che cosa è successo? LE TECNICHE NARRATIVE La paura si insinua da subito in chi legge la storia grazie alla suspense che crea, fin dalle prime righe, una tensione progressiva (climax) che fa presagire qualcosa di particolare e di funesto.
8 La tensione dell’evento tragico che avviene quando il ritratto è terminato è creata e anticipata da una serie di indizi. Il pittore è così esaltato e coinvolto dalla sua opera che, mentre dipinge, non coglie i segnali e i cambiamenti della moglie/modella. Sottolinea due volte nel testo le frasi da cui si capisce che la donna si sta spegnendo lentamente. a. Perché il pittore è così sconvolto? Rispondi facendo riferimento al testo.
b. Come reagisce?
9 Quando il pittore ha quasi completato il quadro è «sconvolto dalla sua stessa foga». Che cosa significa? Come si sente? Spiega con parole tue sul quaderno. 10 L’uomo che si è rifugiato nel castello, nel vedere il quadro, quale reazione ha? Grida terrorizzato. Rimane a lungo a contemplarlo.
Chiude subito gli occhi. Gira il quadro per non vederlo.
11 Che cosa lo colpisce di più del ritratto? L’EVENTO SOPRANNATURALE L’elemento inquietante e terrorizzante di questo racconto è dato
dall’evento soprannaturale, strano e inspiegabile, che riguarda il ritratto ovale. Il ritratto prende vita e allo stesso tempo la fanciulla ritratta muore.
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Il racconto horror A CASA Guarda la videolezione e, aiutandoti con una ricerca, decidi quale caratteristica vuoi approfondire: le paure o i luoghi spaventosi in cui sono ambientate le storie? Puoi anche scegliere un romanzo o un racconto horror che ti incuriosisce e concentrarti sulle paure al centro delle storie e su come l’ambientazione le enfatizzi.
Videolezione Lezione digitale
IN CLASSE Dividetevi in gruppi in base all’argomento scelto: paure o luoghi dell’horror. Il portavoce di ogni gruppo leggerà alla classe le caratteristiche individuate per confrontarvi sui vari modi in cui sono rappresentate. Realizzate infine un cartellone o una presentazione multimediale sulle varie tipologie di personaggi terrificanti: vampiri, fantasmi, mostri, zombie, mummie…
Le caratteristiche dell’horror Come mai le storie horror riescono a generare in chi legge tensione e angoscia, eppure sono così apprezzate? Per capirlo, analizziamo insieme i meccanismi della loro scrittura. I racconti horror, chiamati anche racconti dell’orrore o racconti gotici, raccontano storie che riescono a creare atmosfere inquietanti, utilizzando alcuni ingredienti precisi (personaggi, temi, ambientazione) e provocando in chi legge terrore e paura.
IL TEMA PRINCIPALE È LA PAURA I temi della letteratura horror ruotano attorno alle paure, da quelle più radicate nell’animo umano, e comuni a ciascuno di noi, fino a quelle del tutto personali. Ecco alcune situazioni, personaggi o temi inquietanti e spaventosi che troviamo spesso nelle storie horror: • il buio; • la confusione e il disordine; • la morte e le malattie; • gli eventi inspiegabili; • i posti solitari; • i mostri; • gli animali feroci; • l’ignoto.
L’essere che, sotto il letto, aspetta di afferrarmi la caviglia non è reale. Lo so. E so anche che, se sto bene attento a tenere i piedi sotto le coperte, non riuscirà mai ad afferrarmi la caviglia. (S. King, A volte ritornano, Bompiani, Milano 2014)
PERSONAGGI INQUIETANTI E CREATURE MOSTRUOSE I protagonisti e le protagoniste delle storie horror sono spesso personaggi comuni o reali, che possono rivelare improvvisamente aspetti inquietanti o che si trovano a dover affrontare nemici minacciosi o creature soprannaturali come: • scienziati pazzi, streghe e stregoni; • vampiri, lupi mannari o mummie viventi; • entità immateriali come spettri, fantasmi o demoni; • cannibali redivivi, come zombie, o mostri come quello creato dal dottor Frankenstein; • altri esseri repellenti. 288
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Poi, all’improvviso, lo vidi. L’essere affiorò dall’acqua nera con un solo risucchio: vasto, ciclopico e disgustoso sfrecciò verso l’obelisco come un meraviglioso mostro d’incubo, poi abbracciò la stele con le enormi braccia scagliose e piegò la testa, emettendo una serie di suoni misurati. Credo di essere impazzito allora. (H. Ph. Lovecraft, Dagon, in Tutti i racconti, Mondadori, Milano 2015)
AMBIENTAZIONE CUPA E MINACCIOSA L’ambientazione delle vicende ha una grande importanza nella definizione delle atmosfere del terrore. Il castello rimane il luogo privilegiato delle storie gotiche e la descrizione minuziosa dei luoghi, sempre lugubri, cupi e minacciosi, è un ingrediente fondamentale per creare l’atmosfera di angoscia tipica del genere. I luoghi preferiti dalle storie dell’orrore sono: • castelli abbandonati e diroccati, monasteri, case infestate, cimiteri; • luoghi isolati, solitari, abbandonati, labirintici e sotterranei; • foreste, precipizi o luoghi selvaggi; • luoghi normali e quotidiani che rivelano particolari inquietanti.
Il fatto è che il castello aveva un aspetto sinistro e appariva smisurato. Colpa, forse, delle tenebre che avvolgevano le sue antiche pietre; o magari degli alberi dal tronco ritorto, modellato da venti feroci, che chissà come erano riusciti ad attecchire sulle rocce, e si muovevano quali sagome vagamente umane. Una delle torri, poi, sembrava una grossolana testa umana (V. Evangelisti, Il castello di Eymerich, Mondadori, Milano 2010) conficcata nel suolo. ATMOSFERE LUGUBRI E NOTTURNE Nella letteratura horror si ritrovano spesso le atmosfere del sogno e dell’incubo, con il loro tempo indefinito o dilatato. Le storie dell’orrore, soprattutto quelle legate all’immaginario più diffuso del genere, sono ambientate di notte e spesso in giornate di brutto tempo, per evocare un’atmosfera cupa e inquietante. La scena è spesso immersa nella nebbia o è sferzata da un uragano o, se è sereno, c’è di sicuro la luna piena...
L’impeto furibondo d’una folata di vento quasi ci strappò via con forza dal pavimento. Era una terribile notte di tempesta, ma solennemente bella, nel selvaggio orrore della sua singolare magnificenza. Un risucchio di turbine mulinava, evidentemente, poco distante dal castello, poiché la direzione del vento era del tutto instabile, e l’eccezionale densità delle nubi – basse che sembrava premessero le mura – non impediva di riconoscere la rapidità con la quale, come animate da una misteriosa vita, accorrevano l’una addosso all’altra, schiacciandosi, da ogni angolo dell’orizzonte. (E.A. Poe, Il crollo della casa degli Usher, in Racconti, Garzanti, Milano 2011)
5. Il racconto horror
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LA COSTRUZIONE DELLA TENSIONE Chi legge una storia horror deve provare contemporaneamente paura e curiosità, così gli scrittori e le scrittrici dell’orrore, per avvincere il lettore e creare suspense, spesso utilizzano tecniche come: • l’identificazione del lettore nel protagonista, nei suoi sentimenti e nelle sue emozioni; • l’effetto sorpresa (colpo di scena), ottenuto attraverso il capovolgimento delle aspettative, e il climax, creato con un progressivo aumento della suspense (anticipando indizi inquietanti e fatti insoliti e inspiegabili) fino al punto di massima tensione emotiva (Spannung); • il finale non risolto: la storia non è sempre chiara e sta al lettore decidere se (e come) sciogliere il mistero o restare nell’incertezza; • spesso l’inquietudine nasce dal perturbante, cioè una combinazione di familiare ed estraneo, una persona o un luogo che conosciamo bene, che giudichiamo tranquillo e sicuro mostra qualcosa di mai visto, di insolito e minaccioso.
ANCHE IL LINGUAGGIO GENERA PAURA Anche il linguaggio contribuisce a creare l’atmosfera di tensione e paura, e permette al lettore di entrare nella storia, di mettersi nei panni dei protagonisti. Lo fa attraverso: • l’ampio utilizzo di descrizioni minuziose che mettono in evidenza caratteristiche inquietanti e agghiaccianti e in cui spesso la natura offre sensazioni coinvolgenti, capaci di stupire e spaventare insieme; • la scelta di dialoghi brevi, frasi spezzate e interrogative, l’uso dei puntini di sospensione; • l’uso del linguaggio figurato e la scelta di parole ed espressioni evocative per suggestionare il lettore.
Una notte d’uragano, Metzengerstein si destò all’improvviso da un sonno pesante, uscì come impazzito dalla sua stanza, salì in gran furia sul suo cavallo di fuoco e scomparve in un balzo negli intrichi della selva. L’avvenimento era così comune che nessuno vi fece caso; tuttavia, i servi attesero il ritorno del barone con viva ansietà poiché, qualche ora dopo che era scomparso, i mirabili edifici del palazzo di Metzengerstein avevano cominciato a scricchiolare e a vacillare dalle fondamenta sotto l’azione d’un fuoco improvviso e irriducibile il quale ricopriva le costruzioni d’una massa livida e spessa di fumo. (E.A. Poe, Metzengerstein in Racconti, Garzanti, Milano 2011)
La storia del genere LE ORIGINI: IL GOTICO Dai poemi greci alle fiabe, le storie di paura sono sempre state raccontate; tuttavia, le origini del genere dell’orrore affondano le radici nella letteratura gotica inglese che si sviluppa dalla seconda metà del Settecento. Le prime storie dell’orrore erano ambientate in un Medioevo ricco di mistero e superstizione, in castelli in rovina, cupi e malinconici, con mostri raccapriccianti, maledizioni, sortilegi ed eventi misteriosi e inspiegabili. Con il suo romanzo gotico Il castello di Otranto, Horace Walpole (1717-1797) è considerato, insieme alla scrittrice Ann Radcliffe (1764-1823), il capostipite della letteratura dell’orrore. 290
GENERI
I MAESTRI DELL’HORROR Nell’Ottocento cresce il fascino e l’interesse per il soprannaturale e l’irrazionale; nascono infatti due dei mostri più conosciuti e inquietanti della letteratura: Dracula, il vampiro succhiasangue dell’irlandese Bram Stoker (1847-1912) e il mostro del dottor Frankenstein, costituito con varie parti di cadaveri, ideato dalla scrittrice inglese Mary Shelley (1797-1851). Le angosce più profonde degli esseri umani (come la morte o la pazzia) sono al centro dei racconti del terrore dello statunitense Edgar Allan Poe (1809-1849), considerato uno dei principali maestri dell’orrore: ha contribuito all’evoluzione del genere dando maggiore rilievo agli aspetti interiori più inquietanti, riflesso delle proprie difficoltà esistenziali. Agli inizi del Novecento lo psicanalista Sigmund Freud pubblica il saggio L’interpretazione dei sogni che contribuisce a diffondere la curiosità verso temi fino ad allora inesplorati come i sogni, gli incubi, l’inconscio e le ossessioni. È proprio nel Novecento che nasce l’horror moderno. Uno dei principali autori è Howard Phillips Lovecraft (1890-1937), la cui vita fu segnata da tragedie familiari e problemi economici e di salute. I suoi racconti terrorizzanti ci parlano di ossessioni e incubi, catapultandoci in luoghi cupi e minacciosi dove compaiono creature mostruose e allucinanti.
1717-1797
HORACE WALPOLE Scrittore britannico
1797-1851
MARY SHELLEY Scrittrice britannica
1809-1849
EDGAR ALLAN POE Scrittore statunitense
1847-1912
BRAM STOKER Scrittore irlandese
L’HORROR CONTEMPORANEO Oggi la tradizione di Poe e Lovecraft prosegue con lo scrittore statunitense Stephen King (1947). I suoi racconti e romanzi danno corpo alle paure e alle inquietudini della modernità, i suoi mostri sono raccapriccianti, le situazioni assurde e terrificanti. È considerato il maestro dell’incubo: le sue storie, ambientate nella quotidianità e con protagonisti bambini e adolescenti, smuovono le paure più irrazionali presenti in ognuno di noi. Recentemente alcuni scrittori e scrittrici si sono dedicati a storie horror rivolte agli adolescenti; oltre a Manlio Castagna, ricordiamo Neil Gaiman, con il romanzo Coraline e la raccolta Cimitero senza lapidi e altre storie nere, e R.L. Stine, autore della famosa serie di romanzi Piccoli brividi.
1890-1937
HOWARD PHILLIPS LOVECRAFT Scrittore statunitense
1947
STEPHEN KING
Scrittore statunitense
5. Il racconto horror
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UNA STORIA PER TUTTI
Ascolto
ETTORE CANU
Barattolo mostruoso
L’AUTORE Ettore Canu (1988) è youtuber e fumettista con il nickname Lyon. Pubblica giochi on line che sono veri e propri episodi di una storia e sono molto seguiti. Dal 2017 le sue storie sono state pubblicate nei testi Le storie del mistero e Le storie da brivido.
L’OPERA Il racconto è tratto da Il libro dei mostri, una raccolta di creature fantastiche e orrorifiche inventate dall’autore. C’è il verme che «divora la roccia come fosse burro» e si addentra nelle profondità della Terra; l’anello maledetto che immobilizza chi lo indossa, trasformandolo in oro; il gatto mannaro che nelle notti di luna piena va a caccia; orsetti di pezza senza occhi né bocca; rospi giganti e squali metallici… IL BRANO Tra le molte creature mostruose inventate dall’autore c’è uno strano e pericoloso barattolo…
In fondo a una stradina fuori città, c’era una bella casa con i muri bianchi. Aveva un grazioso patio con tante piante rigogliose. Dall’altro lato dell’abitazione, però, c’era una finestrella che dava sul seminterrato. Era piccola e sporca di schizzi di fango, 5
completamente oscurata dall’interno con un sacco della spazzatura nero. Oltre quel vetro c’era un bambino che amava giocare a fare le pozioni, con i profumi della mamma, il sapone e qualsiasi altra cosa potesse trovare. Adorava mescolare liquidi diversi e vedere i colori mutare dentro ai suoi barattoli.
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La sua mamma era spesso fuori e la nonna, che avrebbe dovuto tenerlo d’occhio, si addormentava in salotto sulla poltrona, lasciandolo libero di divertirsi. Un giorno, il piccolo notò che da uno dei suoi barattoli più vecchi, pieno di chissà quali schifezze, proveniva una puzza fortissima.
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Di solito li chiudeva bene con il coperchio, ma quello stranamente si era aperto da solo. “Questa puzza sicuramente farà arrabbiare la mamma” pensò il chimico in erba, così prese il barattolo e lo seppellì in un vasetto di terra in giardino. Per un paio di settimane non successe nulla. Poi, mentre il piccolo
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era seduto a giocare all’esterno, una melma viscida di colore viola, che si allungava dal terreno come un tentacolo, cercò di avvolgergli un piede. D’istinto il bambino la schiacciò forte con la scarpa e il mostro si ritirò da dove era venuto, lasciandosi assorbire come acqua dal terreno.
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GENERI
TUT TIn sieme Osservate attentamente il personaggio illustrato: che emozione prova, secondo voi? Da quali indizi lo capite?
UNA STORIA PER TUTTI
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“Che cos’era quello schifo?” pensò spaventato e sull’orlo di una crisi di pianto. Poi capì. Quella sostanza viola era dannatamente simile alla robaccia contenuta nel suo barattolo mostruoso n° 6, quello che era stato costretto a seppellire per via del fortissimo tanfo.
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Andò subito a controllare il vasetto dove lo aveva nascosto, e come già si aspettava, trovò il barattolo vuoto e pulito. Tutto il suo contenuto aveva preso vita e si era trasformato in una gelatina assassina… “Figo!” pensò ingenuamente il ragazzino. Poi decise che avrebbe
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giocato con la melma il giorno dopo, cercando di stanarla1 dal terreno, e andò in casa. Il giorno dopo, però, iniziò nel modo peggiore. A svegliarlo furono le urla della mamma che, aprendo il rubinetto in bagno per lavarsi, si era ritrovata a spiaccicarsi in faccia
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la schifosa gelatina viola, credendo di avere acqua tra le mani. Quando il suo creatore entrò in bagno, vide un’enorme massa di melma che avvolgeva il corpo della madre.
1. stanarla: farla uscire dalla tana, dal posto in cui si trova.
Ormai c’era poco da fare, poteva scappare, ma presto sarebbe toccato a lui, il suo mostro doveva saziarsi. (riduzione da Lyon, Il libro dei mostri, Salani, Firenze 2022)
Le mie prime impressioni • Ti è piaciuto questo racconto?
Perché?
• Che cosa avresti fatto se ti fossi trovato nella situazione del protagonista? • In quale momento del racconto hai provato paura? Perché?
DENTRO IL TESTO 1
Il racconto può essere diviso in cinque sequenze. Individuale sul testo e poi sul quaderno disegna ciò che accade in ogni sequenza e riassumilo in una didascalia, creando uno STORYBOARD.
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Dividetevi a coppie. A turno, con l’aiuto dei disegni elaborati per lo storyboard, raccontate la storia immedesimandovi nel protagonista e poi nel mostro di gelatina viola. Dovete quindi narrare in prima persona. Quale ruolo vi è sembrato più adatto a voi? Perché? Discutetene con l’insegnante e con gli altri gruppi.
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STRATEGIE DI LETTURA
RACCONTIAMOLO NOI
GENERI
COME È FATTO IL TESTO 3 Qual è l’elemento horror che caratterizza questa storia? Scrivi sul quaderno il suo identikit, spiegando di che cosa è fatto, dove si trova, cosa diventa ecc. 4
Osserva la CURVA DELLE EMOZIONI che rappresenta le tappe che portano al momento di massima tensione (Spannung) della storia e sottolinea in modo diverso la frase o le frasi da cui si comprende quanto indicato. STRATEGIE DI LETTURA
Il ragazzino incontra per la prima volta l’elemento mostruoso. Sottolinea in rosso.
Succede il fatto terribile e irreparabile. Sottolinea in verde.
Il ragazzino capisce che quella strana sostanza proviene dal suo barattolo. Sottolinea in blu.
DAL TESTO A NOI 5
Davanti all’evento terribile e inspiegabile, quali emozioni prova il protagonista? Rabbia. Odio. Incredulità. Meraviglia. Paura. Divertimento. Disgusto. Curiosità.
EMOZIONI
Quale frase ti ha guidato nella risposta? Riportala sul quaderno.
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Proprio come la frase individuata nell’esercizio precedente, scrivi altre due frasi che fanno capire lo stato d’animo del protagonista attraverso le sue reazioni fisiche. Segui l’esempio e pensa a come reagiresti tu di fronte a una situazione simile e descrivila in una frase (impallidisci, ti manca la voce, inizi tremare…?). Esempio: Per un secondo il ragazzo rimase immobile, non riusciva a pensare, a parlare, a reagire. SUL MIO TACCUINO
SCRIVERE, INVENTARE, PARLARE 7
Inventa una breve storia horror sull’esempio di quella che hai appena letto. Ti forniamo uno spunto da cui partire: un mostro invisibile vive negli smartphone e si nutre delle emoticon usate per esprimere sentimenti negativi nei messaggi. In che cosa si trasformerà? Come è il suo aspetto? Che cosa fa agli umani? Come può essere combattuto e distrutto? Leggete poi in classe le storie che avete elaborato. PREPARIAMOCI ALL’ESAME
OLTRE IL TESTO
Coraline
Coraline si trova in una nuova casa, è sola, i genitori non le danno attenzioni. Si annoia… fino a quando il papà le consiglia di contare tutte le porte e le finestre che ci sono in quella grande casa. Da quel momento inizia la sua avventura in un mondo horror popolato da strani e inquietanti personaggi. Del romanzo Coraline, di Neil Gaiman, esiste anche il film di animazione Coraline e la porta magica di Henry Selick.
5. Il racconto horror
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Ascolto
MANLIO CASTAGNA
Passi
Di chi temi saranno i passi?
L’OPERA La storia si svolge a metà dell’Ottocento. Un gruppo di coloni approda nelle terre in cui vivono i nativi americani. Qui nasce, in una notte di tempesta, il piccolo Ambrosius “Brosi” Goodwill. A cinque anni Ambrosius sparisce nella foresta e al suo ritorno eventi inquietanti e disgrazie accadono nella comunità.
L’AUTORE Manlio Castagna (1974) è regista e sceneggiatore, autore di romanzi fantasy, thriller e horror tra cui La notte delle malombre e Draconis Chronicon.
IL BRANO Henry, il padre del piccolo Ambrosius, sente dei rumori provenire dalla stanza del figlio e quando sale e apre la porta scopre l’oscuro segreto.
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1. glassato:
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ricoperto di glassa, cioè lo strato di zucchero che copre pasticcini, torte ecc. È una metafora per descrivere il 25 paesaggio ricoperto dalla neve. 2. tramestio: movimento rumoroso e disordinato. 3. pomello: maniglia 30 rotonda.
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GENERI
Henry rimase immobile, cercando di capire cosa stesse succedendo di sopra. Inizialmente pensò fosse sua moglie che si agitava nel letto. Ma il cigolio dopo un po’ aveva lasciato il posto a un rumore di passi. Non riusciva a concentrarsi sui conti. Chiuse il libro. Sbirciò dalla finestra. La neve cresceva. Fiocco su fiocco, andava compattandosi in un manto soffice. Il paesaggio glassato1 di bianco era splendido. Di nuovo un tumulto di passi sulla sua testa. Veniva dalla stanza del figlio. Henry lasciò il salone e si avviò di sopra. Percorse il corridoio fino alla porta della camera di Brosi. Da qualche giorno lui pretendeva che restasse chiusa e non gli piaceva che si entrasse senza bussare. Lo aveva detto chiaramente ai suoi genitori. Un altro cambiamento radicale. Henry avvicinò l’orecchio all’uscio. Rumori dall’interno. Un tramestio2 di piedi scalzi sul pavimento di legno, come di chi corre da una parte all’altra della camera. L’uomo afferrò la maniglia, la ruotò. Ma in quel momento si rese conto che nella stanza era tornato il silenzio. Non aprì. Non voleva farlo. Qualcosa dentro di sé, come una voce dal profondo del suo essere, lo avvertiva di non entrare. Le diede ascolto. Riportò il pomello3 alla posizione di partenza. Lo stridore metallico gli diede i brividi. Si chinò, per spiare dalla toppa. “Bravo, è più sicuro” commentò la sua voce interiore. Dalla sagoma della serratura aveva una buona visuale. E quello che vide non gli piacque affatto. Il piccolo Ambrosius era di spalle, a torso nudo, seduto sulla sponda del letto. Fissava le sagome scure degli alberi oltre la finestra spalancata. “Che diamine sta facendo?!” pensò Henry. Il vento ghiacciato sferzava il mondo là fuori ed entrava nella camera con folate rabbiose. Le tende si gonfiavano. Il bambino restava immobile. Com’era possibile che non avvertisse il freddo? Doveva entrare. Quando stava per decidersi a sollevare il capo, però, successe qualcosa che incollò il suo occhio alla fessura. Brosi si voltò verso di lui. O meglio, quello che una volta era stato Brosi.
TUT TIn sieme Soffermatevi sui personaggi raffigurati: che cosa vi colpisce di più dell’immagine? Perché?
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Ti capita mai, proprio come Henry, di rivolgere domande a te stesso?
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4. acuminata: molto appuntita.
5. collassato: ceduto.
6. tara: difetto ereditario.
7. coltre: coperta di neve.
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GENERI
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Lo vide solo per un attimo, perché l’immagine gli fu insopportabile, ma bastò perché gli si conficcasse nella mente come una scheggia acuminata4. La bocca del bambino era del tutto spalancata, come se i tendini della mascella avessero improvvisamente collassato5. File di denti sottili e aguzzi. Le orbite ormai prive di occhi, allagate da fiotti di sangue. Henry indietreggiò di colpo, cercando di non urlare. Di tenere insieme i pensieri che scappavano da ogni lato. Di restare aggrappato alla ragione, nonostante la visione da incubo. Si portò le mani al volto. Recuperò il respiro caduto in fondo allo stomaco. Inspirò. Espirò. Quindi si fece forza ed entrò d’impeto nella stanza. L’essere che era stato Brosi adesso era sul bordo della finestra. Lo fissava con la sua faccia deforme. Poi, prima che Henry potesse elaborare una reazione, si buttò giù con un balzo. La casa tornò silenziosa. Quando uscì, Henry fu schiaffeggiato dalla mano invisibile del vento. La neve scendeva grossa, sembrava che il cielo si stesse sbriciolando. Tornò dentro casa per prendere un cappotto e la sciarpa. Afferrò anche una lampada a olio, ma considerò che sarebbe stata inutile con quel tempo e la rimise a posto. Si sorprese per la sua lucidità, nonostante la mente e il cuore in subbuglio. Non voleva credere a quello che aveva visto in quella stanza. Sapeva che la mente poteva fare brutti scherzi, ricordava bene lo zio Joshua, che aveva passato gli ultimi anni della sua vita tra le mura infami dell’ospedale psichiatrico di Bloomingdale. E se fosse stata una tara6 di famiglia? La malattia dello zio era cominciata proprio col vedere cose che gli altri non vedevano. Più passavano i secondi, più Henry si convinceva che non era stata altro che un’allucinazione della sua mente stravolta. “Pensi davvero che sia un’allucinazione? Anche Ambrosius che si butta giù dal secondo piano è frutto della tua immaginazione? E dov’è, ora?” Henry scacciò via la voce dentro di lui e fece qualche passo nella neve che gemeva sotto il suo peso. La coltre7 bianca era così morbida che inghiottiva le gambe fin quasi al ginocchio. Chiamò ad alta voce Brosi, ma le folate di vento ghiacciato sgretolavano il suo richiamo. Avanzò verso il lato della casa su cui dava la finestra del figlio. “Quello non è tuo figlio.” Contava solo sulla luce della luna, che tra qualche giorno sarebbe stata piena. Si strinse nel cappotto, fronteggiando le raffiche più violente. Finalmente lo vide. Rannicchiato nella neve. Nudo. «Papà, aiutami.» La voce era quella del suo bambino, ma a Henry sembrò che avesse il peso di quella di un adulto. «Sto arrivando, Brosi.» Accelerò l’andatura, ma più provava a correre, più la neve opponeva resistenza, cedendo sotto i suoi passi. Il fischio del vento si trasformò in un urlo
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primordiale8. Finalmente lo raggiunse. Brosi era di spalle. Henry si scoprì ad avere paura che si voltasse. Temeva di rivedere quella faccia orribile. Allungò la mano guantata per toccargli una spalla. «Vieni dentro, Brosi. Morirai, qui fuori.» Lui non si voltò, ma rispose dopo un attimo. «Non sarò io a morire qui fuori.» (M. Castagna, Goodwill, Piemme, Milano 2022)
Tu che cosa avresti fatto nei panni del papà di Ambrosius?
8. primordiale: primitivo, istintivo.
Le mie prime impressioni • Ti è piaciuto questo brano?
Perché?
• Hai trovato questo brano inquietante? Quale elemento ti ha fatto più paura? • Ti senti invogliato a leggere il romanzo per capire che cosa succederà?
DENTRO IL TESTO 1 Che cosa succede di inquietante in questo brano? 2 Dividi il brano in sequenze, indicando per ciascuna sul quaderno un titolo di sintesi. 3 Nella prima parte del testo l’inquietudine è creata prevalentemente da immagini: visive.
olfattive.
sonore.
tattili.
Sottolinea tutte le immagini che si riferiscono al senso che hai indicato. Rileggile: in che modo riescono a creare inquietudine? Avresti aggiunto qualche altro indizio? Indicalo sul quaderno.
DAL TESTO A NOI 4
CONNESSIONI Henry cerca di darsi spiegazioni razionali a quello che di soprannaturale e inspiegabile vede nel figlio. Quali sono le frasi che lo fanno capire? Riportale sul quaderno. E a te è mai capitato di non voler accettare la realtà che avevi davanti?
5 TUTTInsieme Dividete la classe in gruppi e confrontatevi sulle vostre paure, quelle più comuni ma anche quelle più strane e irrazionali. Ciascun gruppo le disegni su un cartellone. Quali sono le paure più diffuse? Quali quelle meno? Ci sono paure più motivate e paure più irrazionali di altre?
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SCRITTURA CREATIVA
Rileggi l’ultima frase del brano e continua tu la storia inventando il finale.
LA LINGUA NEL TESTO
Impariamo dallo stile di chi scrive La scelta di parole concrete e l’utilizzo del linguaggio figurato permettono al lettore di vedere e sentire quello che accade in modo nitido e realistico. Per esempio, nel brano si parla di «stridore metallico», un suono che dà i brividi. Inoltre, l’autore usa le metafore per dare un’immagine più vivace della scena: «Quando uscì, Henry fu schiaffeggiato dalla mano invisibile del vento». • Fai anche tu sul quaderno un esempio di linguaggio figurato riferito alla descrizione del tempo atmosferico.
5. Il racconto horror
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STRATEGIE DI SCRITTURA
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Strategie per scrivere un RACCONTO HORROR IMMERSIONE
STEP 1 Avviciniamo il testo
• Prima di leggere il racconto mi soffermo sul titolo: la storia potrebbe parlare di… Dopo aver letto il testo, la parte che mi ha colpito maggiormente è… perché… e posso visualizzarla così: → faccio riferimento alla strategia di lettura 1, vol. 1. • So individuare gli elementi fondanti di questa STORY(A)? → strategia di lettura 3, vol. 1. • Mentre leggevo il racconto mi sono sentito… Questa parte nello specifico mi ha fatto provare…
ALESSANDRO GATTI
Ti stiamo aspettando 5
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Era un sabato pomeriggio invernale, fiacco e sonnolento, e il messaggio arrivò del tutto inaspettato. Raggiungici in montagna. Ti stiamo aspettando. Inviato da Lidia. Me ne restai per un pezzo a fissare lo schermo, a occhi sgranati. Chi l’avrebbe mai detto? Lidia e Marco Nalini, la coppia più corteggiata e alla moda dell’ufficio. Non eravamo mai stati veramente amici. Eppure, questo era un invito in piena regola. Nella loro famosa casa di montagna in fondo alla valle Ostra, un luogo molto snob e altrettanto sperduto, senza una pista da sci nel raggio di molti chilometri. Figurarsi! Era fin troppo chiaro che a quei due piaceva apparire un po’ strani, per crearsi un’aura di mistero. Quel messaggio, per esempio, così secco, asciutto. Quasi una convocazione. E inviato per giunta all’ultimo momento. Avrei potuto mandarli a quel paese, ma mi piacque l’idea di stare al gioco. Così risposi: Grazie dell’invito. Parto tra poco. A dopo. Un’ora più tardi mi ero lasciato la città alle spalle. Faceva uno strano effetto. Prima era arrivata la periferia immersa nella foschia, poi l’imbocco della valle Ostra, con i suoi alti monti scuri, sullo sfondo violaceo del tramonto. Dopo la confusione della città, quel posto aveva qualcosa d’irreale. Il lungo nastro d’asfalto sempre uguale, la sola luce dei miei fari… Era quasi
STRATEGIE DI SCRITTURA
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STRATEGIE DI
SCRITTURA
ipnotico. Quando passai sotto uno di quei grandi tabelloni luminosi che si trovano in autostrada, lessi… TI STIAMO ASPETTANDO Sobbalzai e mi voltai di scatto, rischiando di sbandare. Sembrava un messaggio scritto dai Nalini! Pensai di tornare indietro per rileggere, ma in autostrada sarebbe stata una follia. Dopo un attimo di smarrimento scoppiai a ridere. Di sicuro c’era scritto tutt’altro là sopra, e avevo preso un abbaglio. Ancora ridevo quando imboccai l’uscita per la valle Ostra. Dopo un paio di chilometri, rividi la prima traccia di civiltà: le luci di un bar a bordo strada. Varcando la soglia mi ritrovai in un locale scalcinato, immerso nella penombra. «Buonasera» disse una voce femminile. Apparteneva a una ragazza dai capelli chiarissimi, molto bella, che portava un paio di grandi occhiali scuri. «Strano, in un locale semibuio» pensai. Mi avvicinai al bancone e ordinai un caffè. Lo stavo ancora aspettando quando udii un urlo soffocato, che proveniva da una porticina accanto al bancone. «La musica di mio fratello. Ascolta cose strane» mi disse, con un sorriso inespressivo. A me non era parsa affatto musica. E quel postaccio semibuio cominciava a innervosirmi. Trangugiai il caffè e andai verso il bagno, ma nel raggiungerlo urtai uno sgabello. Lo rialzai e mi voltai per scusarmi. La ragazza aveva tolto gli occhiali e per un attimo vidi i suoi occhi. Mi sembrò che avesse delle pupille strane: come quelle di un gatto o di un serpente. «Non importa» mi disse, rimettendosi gli occhiali in tutta fretta. «Okay,» pensai, «un passaggio in bagno e poi via da questo covo di pazzi!» Ma, appena entrato, vidi sullo specchio una scritta che pareva tracciata con un dito, di color rosso scuro quasi fosse… TI STIAMO ASPETTANDO Corsi fuori dal bagno e dal locale, montai in macchina e, sulla porta del locale, vidi la ragazza. Si era tolta di nuovo gli occhiali. Non mi ero sbagliato: aveva pupille da gatto. Me ne andai dal parcheggio sgommando come un matto. L’ultimo tratto di strada servì a calmarmi. Avrei raccontato a Lidia e Marco quell’assurdo episodio. Avremmo scherzato sulla gente annoiata di quella valle e sui loro folli modi di svagarsi, in mancanza di meglio. Una volta arrivato, trovai la porta di casa Nalini socchiusa perciò entrai. «Buonasera! Non immaginerete mai che cosa mi è successo!» «Ti stavamo aspettando» mi risposero. E vidi due paia d’occhi con pupille da gatto che mi fissavano nella penombra. (A. Gatti, racconto inedito)
5. Il racconto horror
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STEP 2 Con gli occhiali di chi scrive racconti horror
1. In quale modo inizia il racconto? Quali informazioni contengono le prime righe di testo? 2. Ripensa agli elementi della storia e suddividi il testo nelle sue diverse componenti (introduzione dell’ambientazione e dei personaggi, introduzione della situazione problematica, tentativi di risoluzione e risoluzione finale). 3. Applica la strategia La curva delle emozioni (pp. 32-34) per analizzare l’andamento del racconto. Con quale evento si raggiunge l’apice? 4. Quali elementi contribuiscono a creare e alimentare la tensione? Concentrati su caratteristiche ambientali, caratteristiche di alcuni personaggi. Individua e sottolinea con colori diversi gli stratagemmi che creano suspense. 5. Applica la strategia A caccia di indizi (pp. 35-38) per riflettere sugli elementi che si ripetono nel racconto. 6. Concentrati sull’ambientazione: quali caratteristiche ha? In quali parti del testo sono presenti descrizioni relative al setting? Approfondisci la tua riflessione sull’ambientazione sfruttando la strategia Focus sul rapporto setting e personaggio (pp. 39-41). 7. Ci sono passaggi descrittivi incentrati su elementi macabri o truculenti? Perché, secondo te, l’autore ha fatto questa scelta? La condividi? 8. Osserva la costruzione dei periodi. Li trovi lunghi e articolati o brevi e lineari? Quale effetto producono nel lettore? Perché, secondo te, l’autore ha fatto questa scelta? 9. Rileggi l’explicit, cioè l’ultima sequenza del racconto: lo trovi efficace? Quali sensazioni e pensieri ti ha suscitato?
STEP 3 Nella nostra cassetta degli attrezzi ABBIAMO CAPITO che quando scriviamo un racconto horror: • possiamo partire da situazioni inquietanti;
e introdurre elementi
• dobbiamo dedicare particolare cura all’ambientazione inserendo dettagli sensoriali e elementi che vengono ripetuti; • non è necessario puntare su descrizioni particolarmente truculente e macabre; • è necessario far aumentare la
;
• per aumentare il senso di suspense possiamo costruire frasi ; • è preferibile lasciare il lettore con un finale Ricordati di recuperare anche gli attrezzi di scrittura presenti nel volume 1
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STRATEGIE DI SCRITTURA
.
WRW
STRATEGIE DI
SCRITTURA
PRESCRITTURA
Se siete a caccia di emozioni forti, se vi intriga il mistero che si annida dietro una porta chiusa a chiave, se vi piace sentire sul corpo i brividi della paura, ma soprattutto se vi piace trasmettere queste sensazioni agli altri… siete nel posto giusto! Vi guideremo alla scoperta di alcune strategie di scrittura del racconto horror. Pronti? Fuori i quaderni!
LA CHECKLIST DEL RACCONTO HORROR Durante il percorso di scrittura tieni sottomano questa checklist che ti aiuterà a scrivere un testo horror coerente e coinvolgente. Attivatori per: generare idee: Lo sgabuzzino oscuro, Dai voce alle paure
[→ volume 2, pp. 322-323]
Organizzatori per: mettere a fuoco un’idea: Crea un’identità
[→ volume 2, p. 323]
chiarire il perturbante: I veri brividi
[→ volume 2, p. 324]
lavorare sull’ambientazione: Applica il filtro dell’inquietante
[→ volume 2, p. 324]
strutturare il testo: Che STORY(A)!
[→ volume 1, p. 45]
Strategie per: introdurre il contesto con naturalezza: Introduci il contesto: non dire tutto subito [→ volume 2, p. 213]
introdurre i dialoghi: Dai voce ai personaggi
[→ volume 1, p. 119]
le sequenze: Alterna le sequenze
[→ volume 1, p. 122]
scrivere descrizioni vivide: Leggi, vedi, gusta, annusa, ascolta, tocca!
[→ volume 1, p. 158]
dare corpo alle emozioni: Mostra, non dire!
[→ volume 1, p. 160]
introdurre pensieri e sentimenti: Apri una finestra sul mondo interiore
[→ volume 2, p. 214]
inserire dettagli: Dall’idea ai dettagli per rimpolpare
[→ volume 1, p. 379]
rallentare il ritmo: Fai la moviola
[→ volume 2, p. 109]
inserire flashback: Fai un salto indietro
[→ volume 2, p. 108]
creare suspense: La suspense
[→ volume 2, p. 326]
incipit ed explicit: Cattura il lettore e tienilo stretto
[→ volume 1, p. 123]
scrivere un finale da brivido: Rimanere senza fiato
[→ volume 2, p. 327]
individuare un titolo efficace: Centra il titolo
[→ volume 1, p. 124]
controllare eventuali imperfezioni di ortografia: A caccia dell’errore
[→ volume 1, p. 380]
Le domande da porsi
5. Il racconto horror
321
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Scarica l’organizzatore grafico
1 Lo sgabuzzino oscuro
Avete uno sgabuzzino in casa? Quello in cui trovano posto scope, stracci, scatole con cianfrusaglie e oggetti che non volete ancora buttare? Non ci riferiamo a quello, ma a un vano più particolare, uno sgabuzzino oscuro dove potete confinare tutte le vostre paure più grandi e dal quale potete attingere per scrivere una storia da brividi. Per scrivere una buona storia horror dobbiamo partire da ciò che di più autentico c’è: noi e le nostre paure. Dobbiamo quindi trovare solo il coraggio di aprire quella porta e andare a rovistare nelle varie scatole per selezionare l’emozione più viva da cui prenderà avvio la nostra storia. Potete sfruttare questo attivatore grafico. Questo è il nostro sgabuzzino.
Che cosa ci sarà nelle vostre scatole? Pensate a queste categorie (animali, piante, oggetti, luoghi, situazioni, malattie, categorie di persone, suoni, sensazioni fisiche) e collocate le vostre paure secondo i tre gradi di intensità. 322
STRATEGIE DI SCRITTURA
STRATEGIE DI
SCRITTURA
2 Dai voce alle paure
Ora che le avete catalogate e organizzate nel vostro sgabuzzino, fate un bel sospiro e provate a prenderne una per ogni livello, quella di cui sentite il bisogno di parlare. Dedicate qualche minuto a ognuna rispondendo a queste domande: • quando e come è nata in te questa paura? • in quale modo si è concretizzata? • quali sensazioni provi? come reagisci dal punto di vista fisico?
PRESCRITTURA
WRW
• ci sono episodi particolari legati a questa paura? • a quali colori, suoni, odori e sensazioni la puoi associare? Quale delle tre si presta meglio a dar vita a un testo horror? Quale vi sembra più ricca di possibilità narrative? Ce n’è una che vi ha fatto subito sobbalzare appena avete iniziato a darle voce?
3 Crea un’identità
Una volta selezionata la paura, provate a darle corpo sfruttando la strategia L’identikit del personaggio di pp. 42-47 per creare il/la protagonista della vostra storia e iniziare a individuare alcuni elementi della trama. Concentratevi in particolare sulla borsa e sulle spalle dell’organizzatore grafico di p. 47 (andando a inserire la paura che avete individuato). Ora dovete far muovere il vostro personaggio: come ve lo immaginate interagire con gli altri? Quali comportamenti strani e bizzarri collegati alla sua paura potrebbe mettere in atto? Ci sono elementi del suo aspetto fisico o dell’abbigliamento su cui puoi insistere per dare indizi sul carattere, sulle intenzioni e sulle paure del personaggio? Per esempio, il nostro racconto horror potrebbe prendere avvio dal timore viscerale di annegare. Ci immaginiamo che questa paura sia condivisa anche da Marina.
Marina è una ragazza di 13 anni che si è appena trasferita con i genitori a Gizzi, un paesino in alta montagna. Non conosce nessuno e sembra non fare nulla per instaurare un legame con i nuovi compagni di classe. Nemmeno la cotta per Carlo la fa aprire al gruppo. Nessuno lo sa, ma è stata una campionessa di nuoto sincronizzato e ha abbandonato una possibile carriera agonistica a causa di un incidente: durante una competizione è svenuta e ha rischiato di annegare. Da quel momento non ha più voluto mettere piede in acqua. Di quell’episodio però rimane una traccia impossibile da nascondere: a causa della carenza d’ossigeno ha perso parte dell’uso di una gamba e perciò zoppica. Quando viene invitata a una festa vicino a un laghetto, rifiuta sgarbatamente e non fornisce spiegazioni.
5. Il racconto horror
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UNA SCATOLA DA PRIMA DI GIOCARE LEGGI IL REGOLAMENTO
La festa di Halloween promette bene. La scuola è in fermento da giorni: molti prof si sono dati da fare per contribuire alla serata. Diversi studenti sono stati coinvolti in vari gruppi per occuparsi di questo o quell’aspetto ma tu e la tua amica Maya vi siete tenuti in disparte, sostenendo che fosse meglio “lasciar fare a chi è più bravo” e “non rovinarsi la sorpresa” e altre scuse più o meno giustificate. Ora che tutto sta per cominciare, senti l’emozione ribollire dentro di te. Maya ti tocca il braccio proprio mentre il Signor Star si posiziona davanti all’asta del microfono sul palco allestito nella palestra. La rock band interrompe la sua esibizione. Intorno a voi una folla di studenti in costumi a tema horror: pipistrelli, ragnatele, zucche e scheletri. Il pacchetto completo, insomma. «Ragazze e ragazzi,» comincia Star, dopo essersi schiarito la voce per un quarto d’ora. Ma… all’improvviso le luci si spengono e il preside si zittisce. Tra voi serpeggia un brusio che spazia da gridolini di paura a mormorii preoccupati e sghignazzi colmi di attesa. Una voce diversa, profonda e cavernosa, rimbomba fortissima. «Chi fallisce le prove non avrà scampo!» minaccia prima di esplodere in una risata demoniaca. «Che la sfida cominci! Trovate le vostre scatole.» Le luci si riaccendono e vi ritrovate circondati da una miriade di scatole di legno nero e lucido, con i vostri nomi stampati sopra con caratteri che ricordano candide ossa. Maya è velocissima a individuare la sua… e anche la tua. Te la consegna. «Aiutami» dice. «Risolviamole insieme.» Annuisci e apri la tua scatola. La prima reazione è di delusione: c’è la tua antologia dentro. Ma non solo: ci sono anche alcune immagini e delle schede con istruzioni.
333
1
AMB R O S I U S AMB S I U S AMB R AMB R O S I U S AMB R O S I U S AM B O S I U S AM B R O S I U S A MB R O S I U S AMAMB R O A MB R O S I U S AMB O S I U S AMB R O S I U S AMB R O S A MB R O S I U S
3
A = ......... B = ......... C = ......... D = .........
T
A×B+C-D =
.........
2
(1) SBCÈ (2) LNSA (3) IAOB (4) LLAT (5) AASA
PAROLA NUMERI
4
STORIA A ........................................................................................
STORIA B ........................................................................................
STORIA C ........................................................................................
STORIA D ........................................................................................
ISTRUZIONI SCHEDA 1.
1
Guardami negli occhi della statua e cercami tra le pagine. Sono il primo autore che ti accompagnerà verso la salvezza. A piccoli passi leggi la mia storia.
2. Hai individuato la STORIA A? Leggila con attenzione. 3. Ti servono tre numeri per procedere. a) Trovi il primo alla fine del racconto, l’ultima frase sarà la tua chiave. Ridisponi le parole che la compongono in modo che siano in ordine alfabetico. E ora, conta le lettere dell’ultima parola. b) Qual è il nome (attenzione: non il diminutivo!) del figlio, nella storia che hai appena letto? Cercalo vicino alla statua sul tabellone: quante volte è stato scritto correttamente? c) Il personaggio della statua non è certo uno sceriffo però… quante stelle ha puntate sul petto?
SCHEDA
2
4. Mescola i tre numeri per trovare la STORIA B. Solo una combinazione fa paura al punto giusto. 5. Devi trovare i tre frammenti di una parola che, ricomposta, ti guiderà alla prossima sfida. a) Nella prima riga della tabella scrivi la forma geometrica del titolo. Nella seconda riga disponi i numeri da 1 a 5, in corrispondenza dell’ordine alfabetico delle lettere che compongono la parola nella prima riga. Per esempio: L I B R O
32154
Ora trascrivi il messaggio che il fumetto cerca di dirti. Dovrai scriverlo in colonna, sotto il giusto numero. Qual è il frammento di parola? b) Cerca il quadro all’interno del quadro. Quanti elementi… ma uno è un intruso. Rileggi la Storia B per trovare il secondo frammento. Per individuare la parola giusta, inquadra la pagina 314. c) Pensa alla Storia B. Dove abitava il pittore? Usa la fine della parola. 6. Ora componi i tre frammenti in un unico indizio.
SCHEDA
3
7. Cerca il racconto che contiene l’indizio che hai appena trovato. Sarà la tua STORIA C. 8. Devi trovare tre indizi: un numero, un nome e una parola. a) IL NUMERO Nel brano, il barattolo che contiene la pozione appare in modi diversi: dapprima è chiuso, poi è aperto e maleodorante, dopo si presenta in altri due modi. Scoprili e mettili in sequenza in ordine di apparizione nella storia, da A a D. Ora osserva lo scaffale dell’aula di arte. Trascrivi alla lettera A il numero di volte che compare nello scaffale il primo tipo di contenitore. Alla B il secondo. E così via. Risolvi l’espressione AxB+C-D e trova il numero. b) IL NOME Dove viene uccisa la mamma? Prendi dalla libreria i cinque libri che riportano (in alto) le lettere che servono per comporre la parola. Disponili nell’ordine giusto. E ora capovolgili! Le nuove lettere ti daranno il nome del personaggio che cerchi, cioè il secondo indizio. c) LA PAROLA Sul trespolo c’è un quadro scomposto: i frammenti sono tutti caduti a terra. Rimettili in ordine in modo che, in verso orizzontale e andando a capo, formino cinque parole. Quattro appartengono alla Storia C… l’altra è l’indizio che cerchi.
SCHEDA
4
9. Individua la STORIA D utilizzando i tre indizi che hai appena raccolto. 10. Osserva la pergamena. Decifra l’enigma: ti porterà a un punto specifico del racconto. Individua la giusta frase e leggila ad alta voce. Poi conta le lettere che la formano. Quel numero saranno le prime due cifre. Mentre “2” è la terza. Tutte insieme, ti indicano la pagina da inquadrare per conoscere il tuo destino.
336
AUTORI
M. Castagna, D. Morosinotto
Un’antologia da leggere e da scrivere, pensata per coinvolgere attivamente ragazze e ragazzi e accompagnarli nel loro percorso di crescita.
Preparare il domani con la scuola di oggi Un progetto Deascuola inclusivo, paritario, sostenibile e innovativo per essere più vicini a chi insegna e a chi studia
Manlio Castagna Davide Morosinotto Il mio nome:
• Laboratori di lettura e scrittura secondo il metodo WRW (Writing and Reading Workshop) con strategie diffuse e integrate.
• Routine didattiche: thinking routine e spunti per una lettura attiva per formare lettrici e lettori per la vita.
LA PIATTAFORMA PER LA DIDATTICA DIGITALE L’APP PER USARE LA VERSIONE DIGITALE DEL LIBRO DI TESTO E I CONTENUTI DIGITALI INTEGRATIVI
• Educazione civica: il filone tematico Stare bene (con sé stessi, con gli altri, con l’ambiente, con la società, nel mondo digitale) per imparare a riflettere e a confrontarsi, sviluppando il pensiero critico.
I CONTENUTI DIGITALI INTEGRATIVI
LA PIATTAFORMA PER CREARE VERIFICHE E METTERSI ALLA PROVA
• Didattica ludica: tra le pagine dell’antologia, si gioca con attività che stimolano l’apprendimento e la creatività.
LA PIATTAFORMA DEDICATA ALLA PREPARAZIONE DELL’INVALSI (CON PROVE CBT)
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Storie da scrivere
STORIE DA SCRIVERE
• Didattica orientativa: un percorso alla scoperta di sé e dei propri talenti, con grande attenzione alle emozioni e all’acquisizione delle competenze per la vita (life skills) per guardare al futuro in ottica di orientamento.
Il grande gioco delle storie
• Tre libri interattivi di scrittura creativa, da leggere e completare per diventare co-autrici e co-autori dei narratori di Book on a Tree.
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ISBN 979-12-5455-094-6-B
Scrittura partecipata Trucchi del mestiere
Capitolo
9
Ascolto
Tombola!
Il discorso indiretto Dolores Proust, la bibliotecaria che da centoquindici anni presta servizio nella tua scuola, non vi ha visto e sentito arrivare. Forse è perché ormai ci vede poco e ci sente ancor meno, ma devi ammettere che Maya è migliorata molto nella “corsa”. È riuscita a frenare con la stessa leggerezza di uno spiffero, e in biblioteca non è volato via neppure un foglio. Solo la pagina della signorina Proust è passata, prima del tempo, da 381 a 383. Per il resto non ha nemmeno alzato il mento, né ha allungato la mano per chiudere la finestra. «Cosa legge se ormai è quasi cieca?» domandi a Maya, osservando la signorina Proust china su un grosso volume antico. «Lei i libri li fiuta. Non ha bisogno degli occhi». Poi si guarda intorno. «Dov’è l’archivio?» Punti l’indice verso destra. «Di là?» «No, quello è il bagno. Andiamo a sinistra». A volte non capisci perché Maya ti chieda le cose se poi non ti dà retta. Tuttavia ha ragione: l’archivio è proprio lì, seconda porta a sinistra. Potevi anche arrivarci prima (dove hai la testa?), è la stanza che confina con l’aula professori. E l’aula professori è da quella parte. «C’è un allarme?» domandi. Maya estrae dalla tasca il mini tablet di Lampreda. «Se c’è, lo disattivo con questo» dice, digitando qualcosa. «Come hai fatto con il codice di accesso del palmare?» le chiedi. «Non funziona solo con la sua impronta?» «Lampreda non usa impronte, lo sanno tutti. Ha sempre i guanti». «Ah...» esclami. «Che fortuna...» «Mica tanto» fa la tua amica quando riesce a sbloccare la porta. «È sempre molto attento a non perderlo di vista. Prima o poi scoprirà che qualcuno gliel’ha preso. Ma finché è occupato con la cosa che più odia al mondo, magari non lo cercherà. Non subito, almeno...» 34
IL SEGRETO DEL LABORATORIO
La cosa che Lampreda odia di più al mondo, ovviamente, sono gli studenti che gli invadono i corridoi. E gli insetti. Più gli studenti, però. «Bene» mormora Maya quando richiude la porta alle sue spalle. «Adesso chiamiamo gli altri...» Vi sedete in mezzo ad alcuni scaffali polverosi pieni di plichi centenari. Ci sono anche degli armadietti più moderni e una parete completamente touch screen per i file di ultima generazione. «Che cosa ti ha detto la professoressa Storn quando l’hai incontrata?» ti chiede Maya durante l’attesa. Tu alzi le spalle. «In realtà nulla. Mi ha chiesto che cosa ci facevo lì, era sorpresa». «Quindi non sapeva niente...» «Non riesco a capirlo. Era preoccupata, ma in modo strano... continuava a domandarmi che cosa avessi fatto al professore...» Non fai in tempo a finire il tuo ragionamento che sentite qualcuno bussare alla porta. Tu e Maya vi guardate. «Sicuri che l’archivio sia qui?» senti sussurrare. «È ARRIVATO MAX!» «Shhh, abbassa la voc...» Apri la porta. Das, Parabola e Max sono lì che ti guardano con le nocche pronte per bussare di nuovo. 9. Tombola!
35
«Okay, non abbiamo molto tempo» fa Maya, incitandoli a entrare. Poi si rivolge a Parabola. Gli indica una parete. «Mettiti lì e togliti le cuffie». Parabola esegue. Si avvicina al muro confinante con l’aula professori e ci appiccica l’orecchio come una ventosa. Maya chiude la porta. Adesso siete al buio, o quasi. Un bagliore verde brilla intorno agli occhi di Max. «Perché hai le pupille fluorescenti?» gli chiede Das. Lui le allunga una boccetta. «Ne vuoi un po’? L’ho fregata a Fulvio!» «Quello con il potere di vedere al buio?» «Shhh, silenzio per favore!» brontola Parabola. «Le vostre parole mi perforano le orecchie!» Maya si avvicina a Max, gli strappa via la boccetta e se la mette in tasca. «Senti qualcosa?» domanda poi a Parabola. «Sento delle voci...» risponde. «Qualcuno parla, ma non riesco a capire quanti sono...» Tutti gli altri tacciono. Tu aspetti che il tuo amico riferisca cosa sente, ma alla fine non resisti. «Allora?» domandi, «cosa dicono?» Parabola si gratta il mento. «Non si capisce bene. È difficile anche per me, perché sussurrano. Ecco... ora ha detto che non se lo aspettava. Sì sì, ha detto così». «Ha detto chi?» «E io che ne so!» «Non riconosci nessun docente?» Maya sospira. «Lasciatelo origliare!» Parabola si concentra. «Mmh... Adesso la voce è cambiata... dice che non pensava di trovare qualcun altro, che non sapeva cosa fare e che ha reagito d’impulso, e poi ha aggiunto il pensiero di... non si capisce... perso mi aveva fatta impazzire...» «Fatta?» domandi. «Quindi è una donna a parlare?» Parabola annuisce. «Adesso sì». «Perso cosa?» domanda Das. «O chi?» chiede Maya. Parabola vi ferma. «Un’altra voce» continua, «ne sento un’altra. Femminile. Dice che tutti questi segreti la spaventano... Ops...»
36
IL SEGRETO DEL LABORATORIO
«Che c’è?» dite tutti in coro. Parabola sposta l’orecchio dal muro. «Credo sia entrata altra gente. Parlano a voce più alta, adesso». «E quindi?» La tua pazienza è agli sgoccioli. «Parlano di provvedimenti disciplinari. E di una vacanza per Lampreda. Anzi no. Per tutti i prof».
A TE LA PENNA! Ecco. I soliti professori! Quando iniziano a discutere tra loro potrebbero continuare in eterno. Di cosa stanno discutendo in sala professori? Scrivi, utilizzando la forma del discorso indiretto, che cosa vi racconta Parabola, che prova a riferirvi le lamentele della professoressa Verdana in merito al disastro esploso nella scuola.
«Un momento» continua Parabola. «Adesso hanno nominato la Storn. In realtà è lì, qualcuno le ha chiesto se stesse bene...» «Quindi era lei a parlare, prima!» dici con impeto. «Chissà con chi stava discutendo...» si chiede Das. Maya ti guarda. Ha qualcosa in mente, ma non riesce a dirti niente. Dalla sua tasca, il palmare di Lampreda inizia a emettere un bip acutissimo che subito spinge Parabola a tapparsi le orecchie. La porta si spalanca. I ragazzi urlano. Due guardie, accompagnate da Beatrix Sentinel, fanno spazio a Lampreda, che regge in mano un aggeggio lampeggiante. «Tombola!» esclama allungando il dito verso Maya. «Che gioco da vecchi» bofonchia Max, ma Lampreda lo guarda con il ghigno di chi non vede l’ora di fargliela pagare. «Bene. Palmare del custode ritrovato» afferma la professoressa Sentinel. «E anche la persona sospettata numero uno» conclude, indicando te.
9. Tombola!
37
A volte è importante far ascoltare la voce dei personaggi, a volte contano solo i fatti! Per riprodurre le parole dei personaggi, un narratore ha due possibilità: le può citare in un discorso diretto, oppure farne il resoconto, con il discorso indiretto. Per esempio, “Lei disse: «Devo andare»” (discorso diretto) può diventare “Lei disse che doveva andare” (discorso indiretto). Il dialogo può essere molto utile per variare il racconto e far sentire le voci dirette dei personaggi, ma rischia di allungare l’intera narrazione. Il discorso indiretto, al contrario, è stringato e può fornire alla svelta quantità maggiori di informazioni o riunire indicazioni meno interessanti o, ancora, riassumere contenuti in parte già raccontati, per poi passare ad altro. Come accade nell’archivio, quando Parabola deve riferire al gruppo cosa sente dire al di là della parete dove sta origliando.
A TE LA PENNA! a. Leggi il seguente dialogo fra un viaggiatore e una viaggiatrice in treno. Nell’ultimo scompartimento entrò un viaggiatore solitario, con un cappotto ruvido e un fez rosso piantato sul cocuzzolo, trascinando una valigia grande come una casa. Vedendolo arrancare, la signorina Virginia si alzò in piedi. «Posso aiutarla?» chiese, tendendo entrambe le mani. Il viaggiatore, però, si irrigidì e fece da scudo al suo immane bagaglio. «Non si disturbi!» rise, imbarazzato. «Posso fare da solo!» Sbuffando e brontolando, dopo molti tentativi, issò la valigia sul portabagagli. Poi si sedette, continuando a lanciarle occhiate di tanto in tanto, come se temesse che gliela portassero via. Notandolo, la signorina Virginia si incuriosì. «Dov’è che va di bello?» chiese, civettuola. «A trovare i parenti» rispose il viaggiatore, con un accento marcato. «Giù nella capitale». «E si trattiene molto?» replicò Virginia. «Quello lì sopra è proprio un valigione!» «Oh, no, non molto!» ridacchiò il viaggiatore. «Pranzo in famiglia e via, torno in serata!» Virginia trasecolò. Ma allora cosa c’era nella valigia? b. Ora prova a immaginare che la viaggiatrice scenda dal treno e racconti l’accaduto a un’amica. Quindi, riscrivi il dialogo come un resoconto, usando il discorso indiretto. Per esempio: «In treno, ho incontrato un tipo strano con una valigia pesantissima. Gli ho chiesto se potevo aiutarlo, ma lui...»
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IL SEGRETO DEL LABORATORIO
• Laboratori di lettura e scrittura secondo il metodo WRW (Writing and Reading Workshop) con strategie diffuse e integrate.
A. Corti, A. Bandini, A. Cabrelle, M. Castagna, M. Franzini, A. Rossato, S. Trulli, P. Zaffaroni, D. Morosinotto
Un’antologia da leggere e da scrivere, pensata per coinvolgere attivamente ragazze e ragazzi e accompagnarli nel loro percorso di crescita.
Preparare il domani con la scuola di oggi Un progetto Deascuola inclusivo, paritario, sostenibile e innovativo per essere più vicini a chi insegna e a chi studia
LA PIATTAFORMA PER LA DIDATTICA DIGITALE L’APP PER USARE LA VERSIONE DIGITALE DEL LIBRO DI TESTO E I CONTENUTI DIGITALI INTEGRATIVI
• Educazione civica: il filone tematico Stare bene (con sé stessi, con gli altri, con l’ambiente, con la società, nel mondo digitale) per imparare a riflettere e a confrontarsi, sviluppando il pensiero critico.
I CONTENUTI DIGITALI INTEGRATIVI
• Didattica orientativa: un percorso alla scoperta di sé e dei propri talenti, con grande attenzione alle emozioni e all’acquisizione delle competenze per la vita (life skills) per guardare al futuro in ottica di orientamento.
LA PIATTAFORMA PER CREARE VERIFICHE E METTERSI ALLA PROVA
• Didattica ludica: tra le pagine dell’antologia, si gioca con attività che stimolano l’apprendimento e la creatività.
LA PIATTAFORMA DEDICATA ALLA PREPARAZIONE DELL’INVALSI (CON PROVE CBT)
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Un nuovo modo di apprendere gli argomenti fondamentali di Italiano-Antologia grazie a oltre 40 percorsi digitali interattivi.
LETTERATURA E TEATRO
• Routine didattiche: thinking routine e spunti per una lettura attiva per formare lettrici e lettori per la vita.
Il grande gioco delle storie
• Tre libri interattivi di scrittura creativa, da leggere e completare per diventare co-autrici e co-autori dei narratori di Book on a Tree.
A. Corti, A. Bandini, A. Cabrelle, M. Castagna, M. Franzini, A. Rossato, S. Trulli, P. Zaffaroni, D. Morosinotto
AREA ITALIANO
Il portale tematico per docenti permette di arricchire e innovare la didattica con test d’ingresso, lezioni digitali, video, libreria interattiva dei brani, materiali per il ripasso, il recupero e la valorizzazione delle eccellenze.
WRITING AND READING WORKSHOP Focus su trame e personaggi Lettura attiva
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Inclusione Educazione civica
Il grande gioco delle storie Storie da leggere 2 + Storie da scrivere 2 + Letteratura e Teatro + eBook + C.D.I. (elementi indivisibili)
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STRATEGIE DI LETTURA
Superare i confini con le domande
Sapete che cosa fanno i lettori esperti? Proprio questo: si pongono domande! Mano a mano che procede la storia, si soffermano non solo su ciò che li colpisce (le impressioni) e sulle connessioni con il proprio mondo, ma anche sugli interrogativi che il testo suscita in loro. Prestare attenzione a queste domande vi consentirà di gustarlo più in profondità e di superare i confini della pagina scritta, per esplorare altri orizzonti.
La STRATEGIA Le domande possono essere chiavi che aprono diverse porte: provale tutte e scopri a quali mondi ti danno accesso.
Il mondo del testo
Chiedetevi:
Uno dei primi mondi che potreste esplorare è quello del testo. Mentre leggete potete entrare nel mondo della storia.
▪ Ho afferrato il significato di questo termine? ▪ Ho capito che cosa è appena accaduto? ▪ Mi è chiaro il motivo per cui il personaggio ha agito in questo modo? ▪ Ho compreso il contesto della storia (descrizione del luogo, indicazioni temporali, presenza e ruolo di altri personaggi…)?
Se non riuscite a dare una risposta chiara a questi interrogativi, tornate indietro nella storia e rileggete con maggior attenzione, applicando anche una delle strategie fin qui illustrate, per capire appieno gli avvenimenti narrati.
Il mondo delle possibilità
Chiedetevi:
Un altro mondo che vi si può aprire è quello delle possibilità e del futuro: è davvero stimolante provare a formulare delle ipotesi per poi scoprire se le nostre previsioni erano esatte. Per fare ciò è fondamentale avere ben presente ciò che sta accadendo nel testo, anche nelle sue più piccole sfumature di significato e formulare le nostre ipotesi basandoci su questi dati.
▪ Perché sta accadendo questo? ▪ Quali conseguenze sul personaggio/sulla trama ci potrebbero essere? ▪ Che cosa potrebbe accadere se…? ▪ Quali aspettative o desideri ha il personaggio rispetto al suo futuro?
Strategia 3
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Il vostro mondo
Chiedetevi:
Il mondo più ricco da esplorare sarete certamente voi. Le chiavi che danno accesso ai tanti cassetti che custodite possono essere queste domande.
▪ Che cosa avrei fatto io al suo posto? ▪ Che cosa mi lascia questa storia? ▪ Che cosa ho capito del mondo e della società? ▪ Che cosa ho capito di me grazie a questo libro? ▪ Quale passo/personaggio mi resta nel cuore? ▪ Quale personaggio vorrei essere? Per quale motivo?
Il mondo dello scrittore
Chiedetevi:
Con gli interrogativi potete provare a mettervi nei panni dello scrittore.
▪ Per quale motivo lo scrittore ha inserito questa scena/ personaggio/ oggetto? ▪ Come sarebbe stata la storia se non ci fosse stato quel personaggio/ oggetto/episodio? ▪ Quali parti avrei cambiato se fossi stato io l’autore? ▪ Quali aspetti mi sono piaciuti del modo di scrivere dell’autore? ▪ Che cosa ha voluto rappresentare o simboleggiare con questo elemento?
Condividiamo alcune delle domande che ci sono sorte durante la lettura del canto V dell’Inferno (pp. 70-73). La maggior parte di esse non ha risposta certa ma possono avviare un dibattito in classe.
Ci domandiamo perché Paolo non parli mai durante l’incontro e perché l’autore abbia fatto questa scelta. Ci chiediamo la portata di questo incontro su Dante personaggio: che cosa accade dopo lo svenimento? Rifletterà tra sé e sé? Ne parlerà con Virgilio? Cambierà alcune sue convinzioni sull’amore? Perché Dante ha scelto una donna colta e vittima di femminicidio come primo interlocutore in assoluto nella Divina Commedia? Quale effetto ha avuto la lettura di questo canto sui lettori contemporanei a Dante?
ORA LO SAI! Le domande sono come ciliegie: una ne tira un’altra. Allenatevi a formularne tante e ricordate che le domande migliori sono quelle che vi permettono di riflettere, esplorare mondi ancora sconosciuti e generano altri interrogativi.
Sull’eBook puoi trovare le altre Strategie di lettura dei volumi 1, 2, 3 e richiamate nei brani di questo volume.
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LE MIE STRATEGIE DI LETTURA
UNITÀ
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I protagonisti del Trecento
in digitale
• Audioletture • Lezione digitale • Videolezione • Linea del tempo
• Videomappa • Audiosintesi in 7 lingue • Verifica interattiva
Dante Alighieri Francesco Petrarca Giovanni Boccaccio
Il contesto storico-culturale LA CRISI ECONOMICA E SOCIALE IN EUROPA In Europa il Trecento si apre con molte difficoltà: una crisi si abbatte sul continente e interrompe lo sviluppo economico e demografico che era iniziato al passaggio tra il primo e il secondo millennio. Questa crisi è causata da tre fattori: • le carestie, provocate da cambiamenti climatici che danneggiano i raccolti. Il cibo
scarseggia e quindi aumentano i prezzi delle merci ed è sempre più difficile per le persone garantirsi il necessario per vivere: tra le popolazioni si diffondono fame e denutrizione; • la peste, che dall’Estremo Oriente attraverso le rotte commerciali si diffonde sul
continente europeo provocando la morte di circa un terzo della popolazione; • le rivolte popolari: i ceti più umili, impoveriti dalla crisi economica, si ribellano alle
difficoltà e alla fame con agitazioni e rivolte, come il tumulto dei Ciompi, artigiani della lana, che scoppia a Firenze nel 1378.
LE CITTÀ, CENTRO DELLA VITA POLITICA ED ECONOMICA
LETTERATURA
STORIA E SOCIETÀ
La crisi, tuttavia, non abbatte le città: esse, anzi, si ingrandiscono perché vi si trasferiscono molti contadini in fuga dalle campagne impoverite. Con la popolazione crescono anche le attività economiche, sempre più varie. Il cuore della vita cittadina è la piazza, dove si concentrano le funzioni più importanti della città: quella religiosa, quella politica e quella economica. Fianco a fianco in molte piazze sorgono la cattedrale, simbolo del potere religioso, il municipio, sede del potere politico, le logge, i portici e i mercati, destinati alle attività artigianali e commerciali. I cittadini vi si recano per vendere e acquistare prodotti,
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1268 Italia meridionale: tramonta la dinastia sveva e inizia la dominazione angioina
1265 Nasce a Firenze Dante Alighieri (1265-1321)
1277 Si afferma a Milano la Signoria dei Visconti, la prima in Italia
1292 Dante inizia la scrittura della Vita Nova, dedicata alla donna amata, Beatrice
2. I protagonisti del Trecento
1300 Papa Bonifacio VIII indice il primo Giubileo cristiano A Firenze i guelfi neri conquistano il potere: Dante è condannato all’esilio
1304 Nasce ad Arezzo Francesco Petrarca (1304-1374)
1309 La sede del Papato è trasferita in Francia, ad Avignone, fino al 1377
1307 Dante inizia a scrivere la Divina Commedia
← Piazza IV Novembre a Perugia, Umbria.
per lavorare, per assistere a cerimonie religiose, partecipare a feste e celebrazioni, oppure a eventi politici rilevanti. La piazza medievale ha lasciato un segno indelebile sul territorio del nostro Paese e di tanti altri Paesi europei: ogni piazza è il “documento” architettonico di un’organizzazione complessa in cui politica, religione ed economia hanno cercato un punto di equilibrio e di incontro e di cui i cittadini sono sempre i protagonisti.
LA NASCITA DELLE CORPORAZIONI I Comuni entrano in crisi per le forti tensioni tra i magnati, cioè l’aristocrazia, e il popolo, formato dal nuovo ceto di mercanti e artigiani e sempre più benestante e influente: i magnati cercano di impedirne l’accesso al governo delle città. Per difendere i propri interessi, i cittadini che esercitano i nuovi mestieri si organizzano in Corporazioni (o Arti, una per ogni professione), i cui rappresentanti sono detti capitani del popolo e partecipano alla vita politica. I conflitti con i magnati sono sempre più violenti e i capitani del popolo, ormai molto influenti, ristabiliscono l’ordine con la forza e così impongono il loro potere.
1347 In Europa si diffonde la peste, che per cinque anni affligge il continente
1313 Nasce Giovanni Boccaccio (1313 ca.-1375)
1315 Petrarca comincia a raccogliere le rime che costituiranno il Canzoniere
1358 Nel Nord della Francia scoppia una sollevazione di contadini (Jacquerie)
1348 A Firenze, colpita dalla peste, Boccaccio inizia a scrivere il Decameron
1378 Scoppia a Firenze la rivolta popolare dei Ciompi promossa dalle Arti minori
1386 Geoffrey Chaucer inizia a scrivere I racconti di Canterbury: nasce la letteratura inglese
Il contesto storico-culturale
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L’Italia tra XIII e XIV secolo
Duchi di Savoia
Visconti
Aosta
Este Ferrara Modena Bologna Ravenna REP. DI GENOVA Da Polenta Rimini REP. DI Lucca
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Firenze Malatesta SAN MARINO Urbino Da Varano Montefeltro Siena Camerino STATO
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Nizza Marchesi di Monferrato
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Marchesi di Saluzzo
Gonzaga
Genova
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Saluzzo
Venezia
Mantova
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Il papa Bonifacio VIII afferma il potere non solo spirituale, ma anche politico del Papato, cui i sovrani devono sottomettersi: il re di Francia Filippo IV il Bello, però, si ribella, sconfigge il papa e pone sotto il proprio controllo politico la Chiesa, trasferendone la sede da Roma ad Avignone per il periodo noto come la “cattività avignonese” (dal 1309 al 1377). In seguito la crisi della Chiesa diventa ancora più grave: dal 1378 al 1417 ci saranno due pontefici, uno – il papa – a Roma e uno – l’antipapa – ad Avignone. Questa divisione della Chiesa cattolica è definita scisma d’Occidente.
Verona
Pavia
CA LI
discendenti per via ereditaria.
Torino
Milano
Principi di Trento
BB PU RE
I Comuni si trasformano infine in Signorie: in ciascuna di esse si impone un signore che trasmette la carica ai
Trento
Medici
REP. DI SIENA
DELLA CHIESA
Roma
REGNO DI NAPOLI
Mar T i rreno Napoli
Bari
Lecce Cagliari
Catanzaro
Palermo Catania
Il regno degli Svevi, che si estendeva in tutto il meridione a sud dello Stato della Chiesa, non resiste alla guerra contro il francese Carlo d’Angiò, sostenuto dal papa; nel 1302 si formano due regni: il regno di Napoli, governato dalla dinastia francese degli Angioini; il regno della Sicilia, governato dalla dinastia spagnola degli Aragonesi.
LA CULTURA: SI AFFERMA IL VOLGARE FIORENTINO Tre grandi personalità dominano in Italia la scena letteraria: Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio. Con le loro opere, la cultura italiana comincia ad assumere in Europa un ruolo di centralità, che si consolida nel secolo successivo. Con Dante, Petrarca e Boccaccio nuove tematiche entrano nella letteratura: l’interesse per le questioni politiche, la riflessione sulle passioni umane e sulla fede, l’attenzione per le avventure degli uomini di ogni estrazione sociale. Le loro opere sono scritte in volgare fiorentino, che diventa così una lingua letteraria e pone le basi della nostra lingua nazionale. 50
2. I protagonisti del Trecento
ce
Un poeta in viaggio:
1 Dante Alighieri
Videolezione Lezione digitale
FIRENZE ALL’EPOCA DELLA NASCITA DI DANTE Nella seconda metà del Duecento Firenze era uno dei Comuni più importanti d’Italia: contava quasi centomila abitanti ed era assai fiorente grazie all’intraprendenza di artigiani, mercanti e banchieri. A seconda del settore in cui lavoravano, i cittadini di Firenze si raccoglievano in organizzazioni dette Arti o Corporazioni, come quelle dei lanaioli, dei setaioli, dei medici e degli speziali, dei cambiavalute e così via. Le Arti avevano il compito di regolamentare tutto ciò che riguardava un particolare tipo di professione: il modo in cui dovevano essere lavorati i prodotti, i loro prezzi, i salari dei lavoratori… Erano anche lo strumento attraverso cui i cittadini potevano partecipare alla vita politica della loro città, che in quegli anni non era per nulla serena. Era in corso infatti un conflitto tra l’Impero e il Papato, che voleva togliere agli eredi dell’imperatore il controllo dell’Italia meridionale. Gli abitanti di Firenze si erano divisi in due fazioni: i guelfi da una parte, sostenitori del Papato; i ghibellini dall’altra, schierati con l’imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, di cui l’Italia centro-settentrionale faceva parte. Dopo duri scontri, i guelfi avevano finito con il prevalere sui loro avversari, ma una volta ottenuta la vittoria anch’essi si erano divisi dando origine a due partiti: i guelfi bianchi, per i quali il Comune doveva essere il più possibile autonomo rispetto a qualsiasi autorità esterna, e i guelfi neri, che pur di riuscire a prevalere sui loro avversari erano disposti ad accettare che il papa intervenisse nella vita politica fiorentina. In questo clima di lotte tra opposte fazioni nacque, nel 1265, Dante Alighieri.
DANTE: UN INTELLETTUALE IMPEGNATO Quella di Dante era una delle più antiche e prestigiose famiglie fiorentine. Suo padre era un cambiavalute – professione che possiamo considerare antenata del lavoro che si svolge oggi nelle banche – e perciò poteva garantire ai propri figli un certo benessere; Dante ebbe così la possibilità di dedicarsi agli studi di filosofia, teologia, retorica, fisica, astronomia. 1. Un poeta in viaggio: Dante Alighieri
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I luoghi di Dante Nel 1301 si reca a Verona presso Bartolomeo della Scala; vi risiederà poi come esule (1314-1320) presso Cangrande. Soggiorna a Bologna nel 1287 e forse frequenta l’università. Si reca, esule, in Lunigiana presso i Malaspina. Intorno al 1310 si trova, esule, a Lucca.
Nasce a Firenze nel 1265.
Nel 1321 si reca come ambasciatore a Venezia per conto dei da Polenta.
Muore a Ravenna, dov’era ospite di Guido Novello da Polenta, nel 1321.
Nel 1301 si trova a Forlì, presso gli Ordelaffi, per favorire il rientro dei guelfi Bianchi.
Viene accolto nel Casentino, in provincia di Arezzo, nei primi anni dell’esilio. Si reca a Roma come ambasciatore nel 1301.
Il piccolo Alighieri aveva solo nove anni quando avvenne uno degli incontri più importanti della sua vita: vide per la prima volta la giovanissima Beatrice, della nobile famiglia dei Portinari. Ne fu così colpito che ne fece, anni più tardi, l’ispiratrice delle sue poesie. La famiglia di Dante aveva tuttavia deciso e combinato per lui il matrimonio con Gemma Donati, che il poeta sposò all’età di vent’anni e dalla quale ebbe tre figli o, secondo alcune fonti, quattro. Fin da giovane Dante iniziò a frequentare poeti toscani come Guido Cavalcanti e Cino da Pistoia e a dedicarsi all’attività letteraria. Presto divenne il principale esponente della corrente poetica dello Stilnovo (vedi a p. 25). Oltre alla poesia, Dante nutriva una vera passione anche per la vita politica, alla quale partecipò schierandosi dalla parte dei guelfi bianchi. Ottenne numerosi incarichi, tra i quali quello di priore, che in quel tempo era una delle principali cariche politiche di Firenze. Mentre ricopriva questo incarico, nel 1300, partì alla volta di Roma per un’ambasceria presso il papa Bonifacio VIII. Erano anni di terribili odi politici e Dante ne fu vittima: mentre era a Roma i guelfi neri, proprio con l’appoggio del papa, conquistarono il potere e si sbarazzarono dei loro avversari. Dante fu accusato di corruzione, processato e condannato all’esilio. Il poeta, che da Roma non era potuto rientrare a Firenze, non rivide più la sua città. Gli anni che seguirono furono dolorosi: la nostalgia di Firenze, i tentativi di farvi ritorno sempre delusi, il dover peregrinare di città in città, presso le corti di signori e principi disposti ad accoglierlo e a proteggerlo. Ma furono anche anni di intensa attività poetica, durante i quali Dante scrisse trattati in latino e in volgare e, soprattutto, lavorò al suo capolavoro, la Commedia. Nel 1321, mentre tornava da Venezia a Ravenna, dove era ospite del signore della città, Guido Novello da Polenta, il poeta fu colpito dalla malaria, che lo condusse alla morte. La sua tomba è ancora in quella città che lo aveva accolto. 52
2. I protagonisti del Trecento
LE OPERE PRINCIPALI Dante scrisse moltissimo, fin dagli anni giovanili. Nello schema che segue descriviamo le sue opere principali. Vita Nova1292-1295
Si tratta di un’opera in cui Dante racconta l’amore per Beatrice, la donna-angelo che ha nobilitato il suo animo e lo ha innalzato al Cielo: i capitoli in prosa sono uniti tra loro da poesie scritte secondo lo stile e i contenuti del Dolce Stilnovo.
De Vulgari Eloquentia
È un trattato scritto in latino in cui Dante sostiene che il volgare può essere una lingua letteraria nobile quanto il latino. Il poeta riflette sulle tante lingue presenti nella penisola italiana e conclude che è necessario avere un unico “volgare illustre” che sia usato da tutti i dotti.
1303-1304
Convivio1304-1307
Anche quest’opera è un trattato composto di prose e poesie in volgare nelle quali Dante esalta la filosofia e la sapienza, fine supremo dell’uomo.
De Monarchia
In occasione della discesa in Italia dell’imperatore Arrigo VII, Dante presenta in questo trattato, scritto in latino, il proprio pensiero politico: solo l’Impero può garantire pace e giustizia; il potere politico dell’Impero e quello religioso della Chiesa devono essere distinti fra loro e autonomi.
(La monarchia)1310-1313
Commedia1307-1321
È l’opera maggiore di Dante ed è scritta in volgare: si tratta di un poema in tre cantiche in cui Dante racconta il suo viaggio nei tre regni dell’oltretomba.
Mi preparo per l’interrogazione 1 Chi erano i guelfi? E i ghibellini? 2 Perché Dante fu condannato all’esilio? 3 Qual è l’opera maggiore di Dante? In che lingua è scritta?
A COLPO D’OCCHIO Dante Alighieri (Firenze 1265 - Ravenna 1321) LAVITA • nasce a Firenze, ma trascorre la maggior parte della vita in esilio • partecipa alla vita politica nel partito dei guelfi bianchi
L’ATTIVITÀLETTERARIA • scrive in latino e in volgare ed è autore di poesie e trattati • è il maggiore esponente dello Stilnovo • il suo capolavoro è il poema in terzine Divina Commedia, un viaggio immaginario attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso 1. Un poeta in viaggio: Dante Alighieri
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DENTROL’OPERA
DanteAlighieri L’AUTORE Dante Alighieri (1265-1321) L’OPERA La Divina Commedia, o più spes-
so solo Commedia, è un poema diviso in 3 cantiche e 100 canti (33 per cantica più uno introduttivo). È la storia appassionante del viaggio di Dante nel mondo dei morti,
La Divina Commedia
viaggio che diventa anche occasione per fare profonde riflessioni sulla filosofia e sulla teologia. Si tratta di un poema allegorico-didascalico, perché tutta l’opera ha un significato simbolico, e ha lo scopo di dare un insegnamento a tutti gli uomini. L’AMBIENTAZIONE La Commedia è ambien-
tata nell’aldilà, che è diviso in tre regni: • l’Inferno, dove sono puniti i peccatori; • il Purgatorio, dove quelli che hanno peccato ma si sono pentiti fanno un percorso di purificazione; • il Paradiso, dove si trovano le anime salve, i beati, i santi, gli angeli, la Vergine Maria e Dio stesso. ILPROTAGONISTA Dante Alighieri ha inven-
tato la storia di un viaggio ultraterreno in cui lui stesso è il protagonista del racconto. Il personaggio di Dante si fa portavoce di una verità divina voluta e concessa direttamente da Dio.
Il testo della Divina Commedia che trovi in queste pagine è a cura di Sergio Blazina, Emilio Pasquini e Antonio Quaglio ed è stato pubblicato da Garzanti.
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2. I protagonisti del Trecento
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura…
UN VIAGGIO STRAORDINARIO Dante scrisse la Commedia tra il 1306 e il 1321. Il poema racconta la storia del viaggio immaginario di Dante nel mondo dei morti alla ricerca della salvezza dell’anima. Nel canto introduttivo Dante – che è insieme narratore e protagonista delle vicende narrate – dice di essersi smarrito in una foresta, dove trova l’entrata dell’Inferno. Qui inizia un intenso viaggio nel regno dei morti.
LA TRAMA Nella selva Dante incontra il poeta latino Virgilio (vissuto nel I secolo d.C.), che lo guida attraverso i gironi dell’Inferno, per tutta la salita sulla montagna del Purgatorio e fino al Paradiso terrestre (Eden), oltre il quale Virgilio non può andare. Lì nell’Eden, Dante incontra Beatrice, la donna da lui amata, a cui ha dedicato molte sue poesie. È stata Beatrice a volere il viaggio nell’oltretomba per salvare così la sua anima dal peccato, e infatti è lei a guidarlo nell’ultima parte del cammino attraverso il Paradiso, dove giunge ad ammirare, seppure da lontano, lo splendore della gloria di Dio. Il viaggio è ricchissimo di eventi eccezionali: Dante, infatti, in tutti e tre i regni incontra tante anime di defunti, dialoga con loro e può così ripercorrere le loro vicende terrene. Dante ascolta così storie di amori, tradimenti, morti tragiche, ma soprattutto ha modo di conoscere le moltissime possibilità che gli esseri umani hanno di compiere il male o il bene e le conseguenze che derivano dall’esercizio della libertà di scelta. Nel corso del suo viaggio, insomma, Dante si trova coinvolto in prima persona in una straordinaria esperienza di conoscenza e di purificazione.
TITOLO, LINGUA E STILE Dante intitolò il suo poema semplicemente Commedia (fu Giovanni Boccaccio, più tardi,
a definirla “divina”) e la chiamò così per due motivi principali. Il primo motivo riguarda la trama: il poema inizia con una situazione terribile e spaventosa, per poi concludersi in maniera felice e luminosa. L’altra ragione riguarda lo stile. Nel Medioevo gli scrittori seguivano la cosiddetta “teoria degli stili”, secondo cui lo stile “comico” è uno stile semplice, intermedio rispetto allo stile “tragico”, elevato e sublime, e quello “elegiaco”, basso. In generale, nella Commedia prevale uno stile semplice. Nonostante ciò, Dante è un poeta molto abile, e riesce ad adattare perfettamente la lingua al contenuto: così, nei luoghi e nei momenti più ripugnanti dell’Inferno il tono può diventare aspro e ci sono descrizioni molto realistiche, mentre nel Paradiso, dove ci sono le anime più pure e vicine a Dio, il tono può farsi alto e raffinato, con parole più delicate e astratte.
STRUTTURA E METRICA La struttura del poema è tutta giocata sul numero 3, che rappresenta la Trinità. Ci sono tre parti, dette cantiche, corrispondenti ai tre regni ultraterreni: Inferno, Purgatorio e Paradiso. 1. Un poeta in viaggio: Dante Alighieri
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DENTROL’OPERA
Ogni cantica ha 33 canti: fa eccezione solo l’Inferno, che ha un canto introduttivo in più. Così, in totale il poema ha 100 canti, che è 10 × 10: anche il numero 10 ha un valore simbolico perché è la somma di 3 e 7 (7 peccati capitali, 7 virtù teologali…), che sono i numeri fondamentali del cristianesimo. Inoltre, l’opera è scritta in terzine, ovvero strofe di 3 versi endecasillabi, legate fra loro dalla rima incatenata, che segue lo schema ABA, BCB, CDC e così via. Nel mezzo del cammin di nostra vìta, mi ritrovai per una selva oscùra, ché la diritta via era smarrìta.
A B A
Ahi quanto a dir qual era è cosa dùra esta selva selvaggia e aspra e fòrte che nel pensier rinova la paùra!
C D C
(Dante, Inferno I, vv. 1-6)
UNA STORIA, DUE SIGNIFICATI I numeri su cui è costruita la Commedia non sono gli unici elementi che hanno un valore simbolico. Un altro esempio è il tempo in cui è ambientato il racconto. Infatti, il viaggio di Dante inizia il 7 aprile del 1300, ovvero il Venerdì Santo dell’anno del primo Giubileo cristiano, un anno in cui il Papa concede il perdono di tutti i peccati a chiunque vada a Roma e svolga alcune pratiche religiose. È un momento perfetto, quindi, per iniziare un percorso di penitenza e di rinascita a una nuova vita. Come la data di inizio del racconto, tutto nel viaggio di Dante ha un doppio significato: letterale e allegorico. • Il senso letterale del poema è la descrizione
di un viaggio avventuroso nell’aldilà, in cui Dante incontra le anime di persone realmente esistite, che gli raccontano le
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2. I protagonisti del Trecento
loro storie e gli insegnano i principi del cristianesimo. • Il senso allegorico – che è un significato
diverso rispetto a quello che è scritto, più profondo e spirituale – è un cammino di conversione dell’anima da uno stato di peccato a uno di beatitudine e salvezza: letti attraverso la lente dell’allegoria, tutti gli elementi della Commedia sono in realtà simboli di qualcos’altro. La Commedia allora può essere definita come un poema allegorico, ma anche come un poema didascalico. Dante, infatti, è convinto di avere una missione voluta da Dio, cioè quella di mostrare all’umanità come allontanarsi dal peccato: così, attraverso i significati simbolici del racconto Dante vuole insegnare a tutti gli uomini qual è la strada da seguire per arrivare alla salvezza. Questo percorso inizia con il conoscere il male e abbandonarlo, poi pentirsi delle proprie colpe e purificarsi, infine accettare la volontà di Dio e seguire i suoi precetti.
I PERSONAGGI Il doppio significato, poi, si ritrova anzitutto nei protagonisti della narrazione: • Dante è sé stesso, ma è anche il simbolo dell’umanità che si è smarrita nel peccato e che compie un percorso di purificazione interiore con il quale si avvicina a Dio; i personaggi che lo accompagnano nel suo viaggio – Virgilio, Beatrice e san Bernardo – rappresentano valori importanti che sorreggono l’uomo; • Virgilio, che lo conduce attraverso l’Inferno e il Purgatorio, simboleggia la ragione umana, chiara e onesta ma non ancora illuminata dalla fede, che l’antico poeta latino non aveva conosciuto durante la sua vita (morì nel 19 a.C.);
• Beatrice, che lo guida nel cammino all’in-
terno del Paradiso, simboleggia la grazia della fede; • san Bernardo, che lo porta fino a Dio, rappresenta la teologia, la scienza che si sforza di conoscere il mistero della divinità. Anche tutti gli altri personaggi minori sono allo stesso tempo delle persone realmente esistite, e spesso anche molto famose nella società contemporanea a Dante, ma anche delle rappresentazioni esemplari e simboliche di che cosa accade alle anime dopo la morte. Per rendere ancora più evidente e concreto il destino delle anime, Dante racconta in modo molto dettagliato le pene a cui sono condannate le anime dei peccatori. La regola che segue Dante per assegnare le punizioni è detta del contrappasso, simile al principio dell’“occhio per occhio”. La legge del contrappasso può essere di due modi diversi, per analogia o per contrasto: • secondo il contrappasso per analogia,
cioè equivalenza/uguaglianza, le anime sono condannate a una pena che è simile al peccato commesso in vita. Per esempio, i golosi, che in vita non hanno fatto altro che mangiare come animali, nell’Inferno sono costretti a stare nel fango come le bestie, mentre vengono sbranati dal cane Cerbero. • secondo il contrappasso per contrasto, invece, la pena è il contrario del peccato. Così, per esempio, le anime degli indovini, che hanno voluto vedere avanti nel tempo, sono condannate a camminare per sempre con la testa girata all’indietro.
CONOSCENZE E VISIONI DEL MONDO Nella Commedia si riflettono conoscenze e concezioni dell’epoca. Il mondo e l’universo, per esempio, sono descritti secondo la teoria
tolemaica (dal nome dell’astronomo greco Claudio Tolomeo, vissuto nel II secolo d.C.), dominante in quel tempo. Secondo questa teoria, il pianeta Terra si trovava immobile al centro dell’universo (infatti la teoria era detta anche geocentrica) e intorno a essa ruotavano nove cieli, nei quali si trovavano gli altri pianeti (compresi il Sole e la Luna) e le stelle fisse. Questo sistema perfetto era circondato dall’Empireo, un cielo immobile e senza confini. La Terra era divisa in due emisferi: quello a Nord delle terre emerse, quello a Sud invece completamente ricoperto dalle acque.
UNA NARRAZIONE COINVOLGENTE, UN’OPERA DI SUCCESSO Nella Commedia Dante riversò tutte le proprie conoscenze e convinzioni: la sua fede, le sue idee politiche, i princìpi morali nei quali credeva, le sue opinioni sulla società in cui viveva e su molti personaggi a lui contemporanei: tutto trova spazio nel grande poema. Egli scelse di esprimere le proprie idee non attraverso un trattato filosofico, ma immaginando situazioni, personaggi, vicende raccontate con abbondanza di particolari e con toni spesso avvincenti e coloriti. Per questo la Commedia fu apprezzata non solo dalle persone colte, ma anche da moltissimi uomini e donne che, spesso analfabeti, ne ascoltavano la lettura e si lasciavano affascinare dalla fantasia di Dante e dalla potenza dei suoi versi. La grande fama della Commedia è continuata nei secoli. Ad affascinare non è solo la qualità dei versi, armoniosi ma anche molto espressivi, o la bellezza e il realismo delle immagini, ma soprattutto il fatto che la Commedia parla ancora di noi, dei nostri vizi e delle nostre passioni: di quello che ci rende deboli ma anche di ciò che ci rende grandi come umani.
1. Un poeta in viaggio: Dante Alighieri
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DENTROL’OPERA
L’Inferno
La porta dell’Inferno si apre su un’immensa voragine a forma di imbuto che si creò quando Lucifero, l’angelo più luminoso e sapiente, si ribellò a Dio e fu scagliato giù dal cielo. Inorridita dal suo peccato, la Terra si ritrasse per non venire a contatto con l’angelo e si aprì formando un baratro sotto la città santa di Gerusalemme: Lucifero precipitò al centro della Terra e vi restò conficcato. Lungo i fianchi della voragine ci sono i gironi in cui i dannati scontano per l’eternità pene tremende, come punizione per i loro peccati: le colpe punite sono meno gravi nei gironi che si trovano più in alto, più gravi a mano a mano che si scende verso il basso.
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2. I protagonisti del Trecento
ANALISIGUIDATA
Ascolto
DANTE ALIGHIERI → Inferno, canto I, vv. 1-27
Nella selva spaventosa IN CHE PUNTO DELLA STORIA SIAMO? Dante, giunto a metà della sua vita, si perde in una selva oscura: è la selva del peccato, dove è caduto perché si è allontanato dalla via del Bene. Prova paura e smarrimento.
IL PROTAGONISTA I versi sono in prima persona: il poeta è il protagonista del poema. Egli rappresenta se stesso come individuo e allo stesso tempo tutta l’umanità, vittima del peccato. IL LUOGO E IL TEMPO I passi iniziali del poema sono ambientati in una selva oscura sia perché è fitta sia perché è notte. Il poeta vi si è smarrito e vaga in essa fino alle prime luci dell’alba, intraviste lungo le pendici di un colle, alla fine della valle in cui si trova la selva. I SIGNIFICATI ALLEGORICI La selva rappresenta il peccato in cui il poeta si è smarrito
e come lui tutta l’umanità. Il sole, che sta per sorgere e che il poeta intravede, rappresenta il bene, quindi Dio.
Nel mezzo del cammin di nostra vita1 mi ritrovai per una selva oscura, 3
ché la diritta via era smarrita.2 Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte
6
che nel pensier rinova la paura! Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’i vi trovai,
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dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.
A metà del percorso della vita dell’uomo, mi ritrovai nel mezzo di una foresta tenebrosa, perché avevo smarrito la giusta strada.
Ah quanto è doloroso raccontare com’era questa foresta selvaggia, piena di ostacoli e intricata, che fa rinascere nella mia mente la paura!
È così terribile che la morte lo è solo un poco di più; ma per raccontare del bene che vi ho trovato, parlerò delle altre cose che ho visto lì.
1. Nel mezzo del cammin di nostra vita:
2. Dante suddivide il suo poema
3. La selva spaventosa dà inizio a
mediamente la vita di un essere umano in quel tempo era di circa settanta anni: Dante compie il suo viaggio, quindi, a circa trentacinque anni.
in terzine, cioè in strofe di tre versi ciascuna.
un viaggio che porterà Dante fino al Paradiso: il racconto dell’orrore dell’Inferno serve a giungere a quella meta meravigliosa.
1. Un poeta in viaggio: Dante Alighieri
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ANALISIGUIDATA
Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, tant’era pien di sonno4 a quel punto5 12
che la verace6 via abbandonai. Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto, là dove terminava quella valle
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che m’avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle7 vestite già de’ raggi del pianeta8
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che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m’era durata
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la notte ch’i’ passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago9 a la riva,
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si volge a l’acqua perigliosa e guata, così l’animo mio ch’ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo
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che non lasciò già mai persona viva10.
4. tant’era pien di sonno: Dante si perde durante la notte, in un momento in cui la sua mente è offuscata dal sonno; allegoricamente questo significa che la sua anima è offuscata dal peccato. 5. a quel punto: il poeta suggerisce con pochi particolari che il suo viaggio
Non so dire con precisione come vi entrai, tanto ero addormentato nel momento in cui abbandonai la retta via.
Ma quando fui giunto ai piedi di un colle, nel punto in cui finiva quella valle che mi aveva oppresso il cuore con la paura,
guardai in alto e vidi la sua cima già coperta dei raggi del Sole, l’astro che guida nella giusta direzione gli uomini lungo ogni strada.
Allora si placò un po’ la paura che mi era rimasta nel cuore durante la notte trascorsa in tanta angoscia.
E come colui che con il respiro affannato, approdato dal mare sulla riva, si volge verso l’acqua pericolosa e la scruta,
così il mio animo ancora in fuga si volse indietro a guardare la valle dalla quale mai nessuna persona viva uscì.
inizia di notte: è pieno di sonno e, più tardi, comincerà ad apparire l’alba.
il termine qui è usato per indicare un astro.
6. verace: vera, giusta. 7. le sue spalle: il Sole sale dalla
9. pelago: mare. 10. non lasciò … viva: la selva è tanto
parte opposta del colle rispetto alla posizione di Dante, che lo vede illuminare le spalle del monte. 8. pianeta: il Sole non è un pianeta, ma
pericolosa che nessuno riesce a uscirne vivo; Dante anticipa qui il fatto che vi si trova l’ingresso al regno dei morti.
Che cos’è l’ALLEGORIA L’allegoria è una figura retorica, cioè un artificio stilistico usato per ottenere particolari effetti. Il termine deriva dal greco allos, “altro” e agoréuo, “parlare” e significa letteralmente “dire altro”: l’allegoria consiste infatti nel nascondere, dietro un’espressione che ha un normale significato letterale, un altro significato, più profondo. Può essere usata nella letteratura ma anche in altre arti, come nella pittura: l’immagine di una fanciulla giovane e vestita di fiori, per esempio, può essere l’allegoria della primavera.
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2. I protagonisti del Trecento
DOMANDEGUIDA 1 Il protagonista, Dante, dà subito al lettore delle informazioni su se stesso: a quale fase della sua vita si riferiscono gli avvenimenti raccontati?
2 Ora, nel momento in cui rievoca quegli eventi, che cosa prova il protagonista? IL PROTAGONISTA Il viaggio ultraterreno è raccontato da Dante-personaggio (ma non da Dante-autore),
che lo rievoca come in un flashback vivendo ancora – mentre ricorda – le emozioni provate lungo il cammino.
3 La vista del colle tranquillizza il protagonista: per farci capire il proprio stato d’animo, il poeta ricorre a una similitudine. Completa il brano che riguarda questo aspetto. Il poeta paragona se stesso a un uomo che, , si volge verso . Allo stesso modo, anch’egli si volge a , con l’animo ancora . 4 Il protagonista anticipa qualcosa di importante riguardo al viaggio: che cosa? Indica la risposta esatta e completala citando i versi corrispondenti. Il viaggio si è rivelato molto lungo e difficile, infatti Il viaggio lo ha portato a ritrovare il bene, come sottolinea Durante il viaggio rischiò quasi di morire, come afferma 5 Al v. 5 il poeta definisce la selva «selvaggia». Si tratta di una figura retorica detta “figura etimologica” perché le due parole hanno la stessa etimologia, cioè origine. Quale effetto suscita nel lettore? Sottolinea l’avventura che lo attende. Sottolinea il fatto che la selva è immensa, senza un limite preciso. Sottolinea il pericolo rappresentato dalla selva e la sua natura ostile all’umanità. IL LUOGO E IL TEMPO Il paesaggio e l’alternanza tra giorno e notte sono descritti anche attraverso le
emozioni che generano nel poeta: paura, angoscia, sollievo, speranza.
6 Associa ogni elemento della vicenda (colonna di sinistra) con il suo significato allegorico (colonna di destra). 1. diritta via
a. il bene, cioè Dio
2. sole
b. il percorso verso la virtù
3. sonno
c. la vita vissuta secondo virtù
4. colle
d. il peccato che offusca la mente e l’anima
I SIGNIFICATI ALLEGORICI Attraverso le allegorie, la condizione di Dante diventa quella di tutti gli esseri
umani nel peccato, e il suo viaggio quello dell’umanità verso la salvezza.
1. Un poeta in viaggio: Dante Alighieri
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Ascolto
DANTE ALIGHIERI → Inferno, canto I, vv. 31-60
Le tre fiere
Come te le immagini?
IN CHE PUNTO DELLA STORIA SIAMO? Mentre vaga smarrito nella selva, Dante vede un colle illuminato dalle prime luci del Sole che sta per sorgere. Potrebbe essere la via d’uscita dalla selva, ma incontra tre fiere che ostacolano la sua ascesa: una lonza, un leone e una lupa. Dante comprende allora che le sue sole forze non sono sufficienti: è costretto a ricadere nella selva e a ritornare sul cammino faticosamente percorso, verso la notte del peccato.
STRATEGIEdiLETTURA STRATEGIEdi LETTURA A un lettore capita spesso di immergersi nella storia o nei luoghi di un libro e di entrare nella reading zone: ciò che sta leggendo esce dalle pagine e lo avvolge. Addentrati nel luogo evocato in questi versi e visualizza la scena descritta sfruttando i tuoi sensi. Segui la strategia di lettura LAVISUALIZZAZIONE che trovi nell’eBook.
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Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta, una lonza1 leggiera e presta molto, 33 che di pel maculato era coverta;2
Ed ecco, quasi all’inizio agile e molto
e non mi si partia dinanzi al volto, anzi ’mpediva tanto il mio cammino, 36 ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto.
non se ne andava da davanti a me, anzi il mio cammino tanto che più volte mi volsi per .
Temp’era dal principio del mattino, e ’l sol montava ’n su con quelle stelle3 39 ch’eran con lui quando l’amor divino4
Era il primo mattino e il Sole nella costellazione nella quale si trovava quando l’amore di Dio
mosse di prima quelle cose belle; sì ch’ a bene sperar m’era cagione5 42 di quella fiera a la gaetta pelle
mosse per la prima volta della creazione; cosicché l’ora del giorno e la mi facevano ben sperare riguardo a quella dal pelo a macchie;
l’ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse 45 la vista che m’apparve d’un leone.6
ma non tanto che non la vista improvvisa di un leone.
, una lonza , coperta di un ;
1. lonza: è una specie di lince. 2. Una lonza impedisce a Dante di andare verso
4. Anticamente si credeva che Dio avesse creato il
il colle, quindi di uscire dal peccato: rappresenta allegoricamente la lussuria. 3. quelle stelle: la costellazione dell’Ariete, nella quale il Sole entra tra la fine di marzo e la prima metà di aprile.
5. cagione: ragione, motivo di speranza. 6. Anche il leone nasconde un significato allegorico:
2. I protagonisti del Trecento
mondo in primavera.
rappresenta la superbia.
Questi parea che contra me venesse con la test’alta e con rabbiosa fame, 48 sì che parea che l’aere ne tremesse.
Sembrava che me con la testa alta e con una fame rabbiosa, al punto che l’aria sembrava a causa sua.
Ed una lupa, che di tutte brame7 sembiava carca ne la sua magrezza, 51 e molte genti fé già viver grame,
E una lupa che sembrava piena di ogni tipo di desiderio insaziabile , e che ha reso infelici già ,
questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch’uscia di sua vista, 54 ch’io perdei la speranza de l’altezza.
mi fece un tale spavento per la paura che , che persi la speranza di arrivare .
E qual è quel che volentieri acquista, e giugne ’l tempo che perder lo face, 57 che ’n tutti i suoi pensier piagne e s’attrista;
E come colui che si arricchisce e che, quando giunge poi il momento in cui perde tutto, in ogni suo
tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi ’ncontro, a poco a poco 60 mi ripigneva là dove ’l sol tace.
così mi rese la bestia inquieta che, venendomi incontro, poco a poco indietro dove il Sole non splende.
7. La lupa, magrissima e famelica, rappresenta la cupidigia, cioè la brama inarrestabile di ricchezze.
DENTROILTESTO 1 Completa il testo seguente, che riassume il brano. È notte. Dante si è smarrito in una selva oscura e non sembra avere via d’uscita. Per un momento crede di poter finalmente
COMEÈFATTOILTESTO 4
Dante ricorre a termini appartenenti a un registro lessicale elevato. Scrivi tre sinonimi di uso comune per i seguenti termini: erta (v. 31), gaetta (v. 42), brame (v. 49), gravezza (v. 52). LESSICO
5 «là dove ’l sol tace» (v. 60): questa espressione 2 Che cosa rassicura e fa recuperare la speranza al poeta? L’ora del giorno e la stagione dell’anno. L’arrivo del leone, che potrebbe. spaventare con la sua fierezza la lonza La fede in Dio, il cui amore interverrà in sua difesa.
3 Nella conclusione del brano Dante: riesce ad arrivare sul colle. resta al limitare della selva in lacrime. torna sui suoi passi, spinto indietro dalle tre belve.
è una perifrasi, cioè una figura retorica che consiste nel ricorrere a un’espressione ampia, a un “giro di parole”, per indicare un oggetto o un concetto. A che cosa si riferisce la perifrasi del verso citato? Indica a che cosa si riferiscono le seguenti perifrasi usate nel linguaggio di tutti i giorni. • la città eterna: • la mia dolce metà: • l’altra metà del cielo: • passare a miglior vita: • la primavera della vita:
1. Un poeta in viaggio: Dante Alighieri
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6 Completa la tabella indicando i significati allegorici delle tre fiere e le caratteristiche con le quali Dante le descrive. ANIMALE
SIGNIFICATO ALLEGORICO
DETTAGLI DELLA DESCRIZIONE
lonza leone lupa
7 Perché la lupa è definita sanza pace (v. 58)? 8 Perché l’ora del giorno e la stagione dell’anno rassicurano il protagonista?
DALLALETTERATURAANOI 9
Le fiere che Dante incontra nella selva rappresentano i mali che, secondo il poeta, avvelenano la sua epoca. Quale dei tre ti sembra il male che, più degli altri, colpisce la nostra? Spiegalo e motiva la tua scelta con esempi adeguati in un testo che non superi le 500 parole. IMALIDELMONDO
SCRIVERE,PARLARE,INVENTARE 10
CONNESSIONI Speranza, sollievo per una situazione difficile che sembra risolversi, poi invece nuovamente la paura. Ti è capitato di provare queste emozioni una dopo l’altra, come è successo a Dante? Racconta oralmente ai tuoi compagni.
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Tutto nel poema di Dante nasconde un significato allegorico: ogni luogo, momento del giorno, personaggio o avvenimento. Racconta quello che avviene basandoti solo sul significato allegorico degli elementi citati: il tuo testo narrativo deve essere scritto in prima persona e non deve superare le 300 parole. L’esercizio è avviato. PREPARIAMOCIALL’ESAME
Proprio mentre mi disponevo a cambiare la mia vita, avviandomi verso il bene e la virtù…
OLTREILTESTO
Arroganza e rabbia Già dai primi versi si capisce che Dante sta per giungere in un luogo oscuro, nel quale le anime vengono punite per i peccati commessi in vita. Lungo il suo viaggio nell’Inferno Dante incontrerà tante anime senza pace e tra queste una delle più famose è Filippo Argenti (canto VIII, Inferno), un suo concittadino guelfo nero famoso in vita per la propria arroganza. Dante gli rivolge parole di disprezzo, mentre questi cerca rabbiosamente di afferrare la barca su cui si trovano Dante e Virgilio. Dante manifesta allora il desiderio di veder sprofondare nel fango quel peccatore. Il cantante Caparezza nella canzone Argenti vive prende le parti dell’anima dannata e riscrive l’episodio dell’incontro con Dante. Ascolta e guarda il video della canzone su internet.
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2. I protagonisti del Trecento
VERSO L'ESAME
Alleniamoci alla PROVA SCRITTA TIPOLOGIA C – Comprensione e sintesi di un testo letterario, divulgativo o scientifico anche attraverso richieste di riformulazione
Leggi questo sonetto di Francesco Petrarca, tratto dal suo Canzoniere.
FASE 1 Leggi la poesia e, con l’aiuto delle note e del dizionario, completa la parafrasi. FASE 2 Rispondi alle domande di comprensione. FASE 3 Scrivi un breve testo autobiografico.
FRANCESCO PETRARCA
O cameretta che già fosti un porto O cameretta che un tempo sei stata un porto
4
O cameretta che già fosti un porto a le gravi tempeste mie diurne, fonte se’ or di lagrime notturne, che ’l dí celate per vergogna porto.
O mio letto, che eri riposo e conforto
8
O letticciuol che requie eri e conforto in tanti affanni, di che dogliose urne ti bagna Amor, con quelle mani eburne, solo ver me crudeli a sí gran torto!
E io non fuggo solo il mio segreto e il mio riposo,
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Né pur il mio secreto e ’l mio riposo fuggo, ma piú me stesso e ’l mio pensero, che, seguendol, talor levommi a volo;
e invece cerco quale mio rifugio la gente a me ostile e odioso
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e ’l vulgo a me nemico e odïoso (chi ’l pensò mai?) per mio refugio chero: tal paura ò di ritrovarmi solo.
per le mie gravi angosce giornaliere, ora sei la fonte di lacrime che il giorno cerco di nascondere per vergogna.
in tanti affanni, l’amore ti bagna con con le mie lacrime attraverso quelle mani candide (di Laura), crudeli solo verso di me così ingiustamente!
ma soprattutto me stesso e il mio pensiero, mentre talvolta seguendolo mi sollevò in volo;
(chi l’avrebbe mai pensato?): è tale la mia paura di ritrovarmi solo.
(F. Petrarca, Canzoniere, Einaudi, Torino 2015)
COMPRENSIONE 1 Che cosa è stata la cameretta per Petrarca fino al momento in cui ha composto questo sonetto? E dopo, che cosa diventa?
2 Qual è la causa principale per cui ora il letto è bagnato dalle lacrime dell’autore?
3 Che cosa evita maggiormente Petrarca? 4 Qual è la paura dell’autore, talmente grande da fargli cambiare atteggiamento?
PRODUZIONE SCRITTA 5 Ti è mai capitato di voler fuggire dai tuoi pensieri e di cercare la compagnia di qualcuno pur di non stare da solo? Qual è il luogo che ti trasmette maggiormente un senso di solitudine in questi momenti? Perché? Racconta in un breve testo autobiografico un momento in cui hai provato emozioni simili a quelle di cui parla Petrarca in questo sonetto.
2. I protagonisti del Trecento
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VERSO L'ESAME
Alleniamoci al COLLOQUIO
ITALIANO
VIAGGIARE ATTRAVERSO LE PAROLE I tre maggiori protagonisti della letteratura del Trecento hanno scelto, ognuno a proprio modo, di mettersi in viaggio: Dante ha compiuto un viaggio immaginario e simbolico all’interno dell’essere umano, per conoscere fino in fondo il male di cui siamo capaci e giungere, invece, al bene; Petrarca ha esplorato il proprio cuore, per comprenderne sentimenti e passioni; Boccaccio ha compiuto un viaggio attraverso i tanti aspetti della nostra vita, cogliendone la varietà, l’energia, i dolori e le gioie.
STORIA MARCO POLO Marco Polo è stato un celebre esploratore veneziano. È famoso per il suo libro, Il Milione, in cui descrive le sue avventure attraverso le terre orientali: egli partì da Venezia nel 1271 insieme a suo padre e suo zio, viaggiando lungo la Via della
Scoprire nuovi mondi
Seta per raggiungere la Cina (Catai) di Qubilai Khan. Durante il suo soggiorno in Asia divenne consigliere dell’imperatore e raccolse conoscenze geografiche e culturali, influenzando l’immaginario europeo sulle terre asiatiche.
GEOGRAFIA VIAGGIARE IN EUROPA Viaggiare in Europa è diventato nel tempo molto più semplice rispetto a quanto era possibile alcuni decenni fa. I giovani che partono alla scoperta della natura, della storia e dei costumi degli altri Paesi e popoli europei offrono un contributo fondamentale per la costruzione dell’Unione Europea, che
SCIENZE CORPI IN MOVIMENTO
non si perfeziona solo attraverso trattati e accordi politici ed economici fra gli Stati membri, ma anche attraverso una maggiore comunicazione e conoscenza tra le varie popolazioni.
Viaggiare significa anche uscire dalla propria condizione di quiete e
EDUCAZIONE CIVICA
mettersi in movimento. La
IL TURISMO SOSTENIBILE
scienza studia i diversi tipi
Viaggiare è una pratica sempre più diffusa, anche grazie alla
di moto, cioè i modi in cui i
possibilità di spostarsi a costi ridotti. Il turismo rappresenta
corpi cambiano posizione
un’importante risorsa economica e una preziosa occasione
nel tempo, osservandone
di scambio e di conoscenza, ma può mettere in pericolo
il percorso, lo spazio
ambienti e popolazioni se non è praticato con attenzione e
attraversato, il tempo
consapevolezza. Ecco perché si parla anche nell’Obiettivo 8
impiegato a percorrerlo…
dell’Agenda 2030 sempre più spesso di turismo sostenibile.
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2. I protagonisti del Trecento