Lettera dalla Terra – Nuova edizione

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L. Mercalli • M. di Napoli

Lettera DALLA Terra

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EDIZIONE SAGGIO


UNITÀ

Le risorse della Terra e l’ambiente Guarda la presentazione dell’autore

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ari umani, ho generato tutte le risorse necessarie a sostenervi: acqua, aria, cibo, materie prime dalle foreste e dalle coltivazioni, metalli e minerali. Alcune risorse le chiamate “rinnovabili” perché si rigenerano continuamente, come i pesci negli oceani o gli alberi nei boschi. Ma non consumatele troppo velocemente: date loro il tempo di riprodursi o potrebbero esaurirsi, come sta accadendo ai banchi di tonno. Altre risorse non sono rinnovabili, ma si possono riciclare: alluminio, rame, oro e altri elementi preziosi sono presenti in quantità limitata, si possono recuperare da quegli oggetti che considerate rifiuti e riutilizzare. Alcune risorse non rinnovabili, poi, (come il petrolio o il carbone) non sono nemmeno riciclabili: una volta consumate sono esaurite per sempre. La vostra capacità di consumare tutto quello che produco ha superato ogni mia previsione: mi perforate con trivelle per succhiarmi l’olio e il gas, estraete preziosi elementi per disperderli per sempre avvelenandovi da soli. Per le conseguenze che causate attraverso questo smisurato sfruttamento delle risorse avete battezzato “Antropocene” questa era geologica. Ho creato tutte le condizioni per garantire la vostra sopravvivenza; voi dovete solo imparare a porvi dei limiti, a ridurre il consumo di sostanze inquinanti e a sostituirle con altre meno dannose. Occorre uno sforzo, e dovete farlo subito, per salvaguardare la vostra “casa”, cioè l’ambiente che vi ospita: non avete un pianeta di ricambio!

Vostra madre Terra 56

7 8 9 10 11 12

Le risorse sulla superficie terrestre Le risorse sopra la nostra testa Le risorse sotto i nostri piedi Le fonti energetiche rinnovabili Il sistema Terra in pericolo Combattere il riscaldamento globale

Lo sfruttamento delle risorse


Vista aerea di un’area della foresta amazzonica oggetto di una pesante deforestazione

Per un mondo sostenibile

Lo sfruttamento delle risorse Lo sfruttamento selvaggio delle risorse sta provocando gravi danni. Sai che grandi aziende multinazionali e governi di Paesi ricchi o emergenti si accaparrano le risorse di molti Paesi più deboli? Spesso questi consentono loro di sfruttare le proprie terre più produttive, senza preoccuparsi di tutelare le popolazioni locali. Hai mai sentito parlare di conflitti per il controllo delle risorse? Puoi fare qualche esempio? La giovane attivista indigena dell’Ecuador Helena Gualinga fa parte di una tribù che vive nella foresta amazzonica. Le sue terre sono state distrutte per prelevare minerali e legname pregiato. Per questo Helena ha cominciato a protestare... Scopri la sua storia nel Dossier del GeoLab.

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Le risorse sulla superficie terrestre

Risorsa Fonte o mezzo di sostegno. Falde freatiche Giacimenti sotterranei di acqua, penetrata nel sottosuolo fino all’incontro con rocce impermeabili.

Donne indiane prelevano acqua per bere e cucinare da un serbatoio a cielo aperto

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Dove si trova l’acqua dolce utilizzabile per le attività umane?

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In che modo l’umanità sfrutta le riserve di acqua dolce?

L’acqua dolce: fondamentale ma rara L’acqua è un composto chimico costituito da due atomi d’idrogeno e uno di ossigeno. Questa risorsa naturale rinnovabile si trova in abbondanza sulla Terra in forma solida (ghiaccio), liquida (acqua) e gassosa (vapore acqueo). Mari e oceani contengono il 97% dell’acqua presente sulla Terra, ma le loro acque sono salate e non utili per le attività umane. L’acqua dolce rappresenta appena il 3%. Gran parte di questa, poi, si trova nelle calotte polari e nei ghiacciai montani e non è quindi disponibile. Lo è, invece, quella delle falde freatiche, dei laghi e dei fiumi, necessaria per dissetare l’umanità e gli animali, per irrigare i campi, per le industrie, per produrre energia idroelettrica, per muovere mulini e macchinari e per usi domestici (lavare, cucinare ecc.). La disponibilità di acqua potabile nel mondo, però, è calata del 40% in 30 anni sia a causa del prelievo per la produzione intensiva (agricola e industriale) sia per l’aumento della temperatura globale, che favorisce l’evaporazione. Inoltre, in diverse aree del mondo la poca acqua disponibile è inquinata. Per questo oggi 2 miliardi di persone hanno difficoltà di accesso a fonti sicure di acqua potabile. Precipitazione Raccolta (ghiacciai, fiumi, laghi, mare)

Condensazione

Riscaldamento (raggi solari) Evaporazione Traspirazione

Le principali fasi del ciclo dell’acqua

L’acqua presente sul pianeta Terra è in grado di rigenerarsi continuamente, grazie al ciclo dell’acqua, una serie di processi fisico-chimici (evaporazione, condensazione, precipitazioni, raccolta e percolazione) con cui passa continuamente da una forma all’altra.

Percolazione e acque sotterranee

Risorse rinnovabili e non rinnovabili Una risorsa naturale è un bene presente in natura e utile per le attività economiche degli esseri umani e più in generale a soddisfare i loro bisogni. È possibile dividere le risorse naturali in due grandi gruppi: non rinnovabili e rinnovabili. Questa distinzione fa riferimento ai tempi necessari per la loro formazione. Quelle non rinnovabili, infatti, sono sostanze minerali e fossili che necessitano di milioni di anni per ricostituirsi. Uno sfruttamento troppo elevato porterebbe al loro esaurimento, non permettendone la rigenerazione in tempi utili all’umanità. Fra queste hanno grande importanza il carbone, il petrolio e il gas naturale. Le risorse rinnovabili, invece, derivano da fenomeni che si verificano ciclicamente (come la crescita dei vegetali) o di continuo, come l’irraggiamento solare (che produce energia solare), i venti (che generano energia eolica), lo scorrere dell’acqua (dalla quale si ottiene energia idroelettrica), la decomposizione di materiale biologico (dai cui gas si forma la cosiddetta energia da biomassa), il calore prodotto dall’interno della Terra (energia geotermica), la formazione del suolo e delle foreste (utilizzati per vari scopi dal genere umano).

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Pozzi per l’estrazione di una risorsa non rinnovabile, il petrolio, e una diga che imbriglia una risorsa rinnovabile, l’acqua


Le risorse della Terra e l’ambiente

Acqua, suolo e vegetazione

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Il suolo e la vegetazione Il suolo è lo strato più superficiale della crosta terrestre e deriva dalla continua disgregazione di rocce a opera di agenti esogeni ed endogeni e dell’alterazione di depositi di materiale organico. I suoli possono avere composizione, struttura e densità differenti, e di conseguenza varia la loro funzionalità per l’umanità, che su di essi vive, coltiva, costruisce edifici e industrie e disegna una fitta rete di trasporti e comunicazioni. Tuttavia il suolo è una risorsa naturale limitata e fragile, che deve essere gestita con attente politiche di utilizzo e salvaguardia, anche perché ha tempi molto lunghi per potersi ricostituire. Sul suolo crescono tutta la vegetazione e in particolare le foreste, che costituiscono un’importantissima risorsa per l’umanità: hanno un ruolo chiave nella mitigazione del clima e nella cattura di CO2 (l’anidride carbonica) presente nell’atmosfera. Inoltre, ospitano più dell’80% di tutte le specie terrestri di animali e piante; forniscono legname e altri materiali preziosi per la vita. Attualmente le foreste coprono un terzo delle terre emerse. Il Paese con la maggiore estensione forestale è la Russia (in foto), seguita da Brasile e Canada

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Come si forma il suolo?

2

Perché le foreste sono un’importante risorsa?

La carta mostra la copertura forestale del pianeta evidenziando la distinzione fra le foreste intatte (mai toccate dalle attività umane) e le altre foreste attuali. Si possono inoltre osservare in grigio le foreste originarie scomparse.

La distribuzione delle foreste sul nostro pianeta

Leggi il brano e inserisci le parole mancanti indicate di seguito: inquinamento � eccesso • fusto • campi • viventi surriscaldamento • habitat • assorbimento • carbonica La vegetazione ha un ruolo fondamentale per gli esseri viventi , perché svolge la fotosintesi clorofilliana, un processo chimico che trasforma l’anidride carbonica (CO ) in sostanze organiche. Così sottrae il 29% della CO presente nell’atmosfera, riducendo uno dei gas che contribuiscono al riscaldamento globale. Inoltre rilascia ossigeno, indispensabile per la vita di tutti gli esseri viventi. Una pianta ad alto fusto in una città (quindi in un’area con elevati tassi di inquinamento ) può assorbire tra i 10 e i 20 kg di CO in un anno; in natura, invece, ci si può aspettare un assorbimento compreso tra i 20 e i 50 kg di CO in un anno. Questi dati sono alla base di uno studio del Politecnico di Zurigo, secondo cui si potrebbe aumentare la quantità di alberi di un terzo, senza togliere spazio alle città o ai campi coltivati e sfruttando terreni degradati. In questo modo si renderebbe “verde” un’area grande quanto gli USA e si arriverebbe a sottrarre una parte della CO in eccesso nell’atmosfera. Si ridurrebbero l’inquinamento e il riscaldamento globale e si creerebbero nuovi habitat per specie animali a rischio.

Volontari piantano alberi nel suolo umido delle aree costiere nell’ambito di un progetto di riforestazione in Thailandia

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Le risorse sopra la nostra testa

Il Sole Il Sole è la stella del nostro sistema planetario e fornisce energia alla Terra sotto forma di luce e di calore. Permette la vita dell’umanità, degli animali e delle piante; dà origine al vento, alla pioggia e alle onde. L’energia solare che arriva sulla Terra (che è una minima porzione di quella irradiata) da sola sarebbe in grado di risolvere il problema energetico mondiale. Una piccolissima parte di questa energia viene sfruttata dagli esseri umani, che nella gestione di questa preziosa risorsa rinnovabile incontrano difficoltà a causa della copertura nuvolosa, dell’alternanza fra il dì e la notte e fra le stagioni. Il maggior problema aperto non riguarda dunque la quantità di energia estraibile dal Sole, ma la possibilità di accumularla per i momenti nei quali non è disponibile. I pannelli fotovoltaici producono energia “pulita”, in quanto utilizzano una fonte energetica rinnovabile, non causano emissioni che alterano il clima e sono riciclabili alla fine della loro vita, superiore a 30 anni. Tuttavia sarebbe opportuno non installarli a terra ma solo su tetti, parcheggi, discariche, per non sottrarre prezioso suolo agricolo

L’energia solare viene “catturata” dall’umanità con tre sistemi: 1. i collettori solari termici, serpentine di tubi di rame colorati di nero coperti da una lastra di vetro che catturano il calore per trasferirlo all’acqua per uso sanitario, in bagni e cucine, e per il riscaldamento domestico. Si possono installare ovunque; 2. i pannelli solari a concentrazione, serie di specchi a forma di parabola, che servono a scaldare l’acqua per creare energia termica oppure a generare energia elettrica; 3. i pannelli fotovoltaici, costituiti da sottili lamine di silicio, dette "celle", che trasformano i raggi solari in energia elettrica.

Silicio Elemento chimico che costituisce il 27,72% della crosta terrestre ed è impiegato per la costruzione di leghe metalliche. 1

In che modo il Sole è utile agli esseri umani?

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Quali sono i tre sistemi per sfruttare l’energia solare?

Il risparmio energetico in casa In Italia le famiglie (edifici residenziali) consumano circa il 30% dell’energia globale, contribuendo al 21% delle emissioni di CO . È necessario, quindi, un uso parsimonioso dell’energia. Come? Dovremmo staccare le spine e utilizzare lampadine a risparmio energetico (LED), migliorare la coibentazione della casa (isolando i muri esterni e il tetto con il cappotto termico) e mettere serramenti a doppi o tripli vetri, riducendo molto le dispersioni di calore. Possiamo utilizzare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico, per ridurre il numero di lavaggi; usare apparecchi elettronici di elevata classe energetica; non lasciare accesa la luce inutilmente; installare impianti a energia rinnovabile (solare, eolico, idrico ecc.). � Quali di questi metodi per consumare meno energia avete adottato in casa? � Quali altri metodi suggerisci? Confrontati anche con i tuoi compagni di classe.

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Edifici pubblici e privati (44%) Trasporti (32%) Industria (22%) Agricoltura (2%)

Consumi energetici in Italia per settore


Le risorse della Terra e l’ambiente

Sole, aria e vento

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L’aria e il vento Il nostro pianeta è circondato dall’atmosfera. Questo involucro gassoso, cioè l’aria, è una risorsa fondamentale perché protegge le specie viventi da pericolose radiazioni che provengono dal Sole e trattiene il calore all’interno dell’atmosfera, impedendo che si disperda nell’Universo. Inoltre l’ossigeno che contiene è necessario alla sopravvivenza di tutti gli esseri viventi (fanno eccezione alcuni microrganismi). Il vento è un fenomeno naturale: uno spostamento di masse d’aria generato dalla differenza di pressione atmosferica fra le diverse zone della Terra. È anche una risorsa perché viene sfruttato per produrre una forma di energia rinnovabile, l’energia eolica, usata fin dal Medioevo tramite i mulini a vento. Oggi si usano i più sofisticati aerogeneratori, o turbine o pale eoliche, inventati in Danimarca all’inizio del XX secolo, ma diffusisi dopo il 1970 quando si cominciarono a cercare forme di energia alternative al petrolio. Questi impianti sono costituiti da una grande elica montata su torri alte anche più di 100 metri, messa in movimento dal vento e collegata a un generatore elettrico.

azoto (78,08%) ossigeno (20,95%) anidride carbonica (0,04%) altri (0,93%) La composizione dell’atmosfera terrestre

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Perché l’aria è una risorsa fondamentale?

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Che cos’è il vento e quali sistemi lo sfruttano per generare energia?

A sinistra mulini a vento nella campagna olandese in un’opera di Claude Monet (1840-1926); a destra un moderno parco eolico a Flevoland, nei Paesi Bassi

Dopo aver letto questa Lezione, indica se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE. � Gli esseri umani faticano a sfruttare l’energia solare a causa dell’irraggiamento discontinuo. � Il vento è generato da differenze di pressione atmosferica fra le zone della Terra. � I collettori solari servono per produrre energia eolica. � I mulini a vento si sono diffusi dopo la Seconda guerra mondiale. � Gli aerogeneratori sono stati inventati in Danimarca. � I pannelli solari a concentrazione producono acqua calda. � Il modo migliore per installare i pannelli fotovoltaici è a terra. � Le maggiori difficoltà dell’energia solare riguardano il suo immagazzinamento. � I pannelli fotovoltaici sono costituiti da silicio. La centrale termica solare di Ouarzazate, in Marocco

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Le risorse sotto i nostri piedi Carbone, petrolio e gas naturale

Una centrale termoelettrica che sfrutta la combustione del carbone per produrre energia elettrica (Cechia)

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Che cosa è un idrocarburo?

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Perché carbone, petrolio e gas naturale inquinano tanto?

Le tre principali fonti energetiche oggi sono il carbone, il petrolio e il gas naturale, risorse non rinnovabili che insieme coprono l’80% dei consumi energetici globali. Si tratta di idrocarburi, cioè elementi composti da idrogeno e carbonio che si trovano nel sottosuolo. Sono detti combustibili fossili, perché si sono formati in milioni di anni a partire dalla trasformazione di materiale organico. Producono energia attraverso la combustione, una reazione molto inquinante per le forti emissioni di anidride carbonica, azoto e zolfo che nuocciono al clima e alla salute umana. Il carbone è stato la principale fonte energetica della Prima Rivoluzione industriale, perché alimentava le macchine a vapore, ed è ancora fondamentale in molti Paesi. Il petrolio, alla fine dell’Ottocento, è stato protagonista della Seconda Rivoluzione industriale (invenzione del motore a scoppio) e i suoi derivati, benzina e gasolio, muovono ancora i mezzi di trasporto più diffusi. Il gas naturale è una miscela di idrocarburi costituita per la maggior parte da gas metano. Rispetto al carbone e al petrolio è più facile da estrarre e trasportare ed è meno dannoso per l’ambiente. Viene utilizzato principalmente come combustibile e per la produzione di elettricità.

migliaia di tonnellate > di 350 000 Distribuzione delle riserve dida petrolio mondo. 194 000nel a 350 000 da 116 000 a 194 000 da 64 000 a 116 000 da 29 200 a 64 000 Circa 2/3 dei giacimenti mondialidasi9trovano nell’area 900 a 29 200 < diSaudita 9 900 possiede del Golfo Persico (la sola Arabia dato non disponibile il 22% delle riserve accertate di tutto il pianeta).

OCEANO PACIFICO OCEANO PACIFICO

migliaia di tonnellate

OCEANO ATLANTICO

> di 350 000 da 194 000 a 350 000 da 116 000 a 194 000 da 64 000 a 116 000 da 29 200 a 64 000 da 9 900 a 29 200 < di 9 900 dato non disponibile

OCEANO INDIANO

OCEANO PACIFICO OCEANO PACIFICO

OCEANO ATLANTICO

Le risorse servono a produrre beni e causano conflitti Sia i minerali sia gli idrocarburi sono usati in grande quantità per le attività umane e, se procediamo con i ritmi attuali, si esauriranno entro 50, massimo 100 anni. Ecco perché è fondamentale riciclare queste risorse e trovare delle alternative, possibilmente rinnovabili. Ma come utilizziamo queste risorse? Per una automobile servono in media 750 kg di ferro, 140 di cromo, 102 di nichel, 65 di alluminio e una cinquantina di altri minerali, oltre ai carburanti che la fanno muovere, derivati dal petrolio (almeno quelle a motore termico). Il cellulare contiene minerali preziosi come l’oro, l’argento e non solo. Il cobalto, presente solo sui fondali degli oceani e in pochi Paesi del mondo, tra cui la Repubblica Democratica del Congo, è essenziale per produrre le batterie al litio di tutti gli apparecchi elettronici. Questo Paese è ricchissimo anche di coltan, minerale raro ma fondamentale per ridurre il consumo di energia delle batterie. Proprio nelle miniere del Congo lo sfruttamento minorile è molto diffuso e le guerre tra gruppi armati che si contendono l’area sono all’ordine del giorno. Ma anche in molti altri Paesi, soprattutto in quelli meno avanzati e con il sottosuolo particolarmente ricco di materie prime, sono frequenti sfruttamento e guerre per controllare i giacimenti e spartirsi i proventi. Bambini lavorano in una miniera di coltan nella Repubblica Democratica del Congo

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Equatore

Equatore

OCEANO INDIANO


Minerali e uranio

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Le risorse della Terra e l’ambiente

Risorse del sottosuolo

Parabrezza anti Uv e polveri per la pulizia di vetri e specchietti Ce Schermo ACL

Additivo del carburante diesel La Ce

Il sottosuolo è molto ricco anche di minerali, sostanze inorganiche che compongono la superficie della Terra e hanno quasi sempre una struttura cristallina. Se ne contano oltre 2000, mischiati tra loro Batteria ibrida all’interno delle rocce, ma solo un paio di centinaia NiMH sono utilizzati dagli esseri umani. Tra quelli metallici c’è il ferro, che è il più diffuso La Ce ed è conosciuto fin dalla preistoria. Lo sfruttamento intensivo di questa risorsa inizia nel XVIII secolo, Convertitore catalitico quando vengono inventati sistemi per produrre acLa Ce Zr ciai molto resistenti. Si fa largo uso anche di piombo, rame, alluminio, stagno e zinco, che sono teneri e Oltre 25 motori elettrici facilmente lavorabili. Sono preziosi per la loro rarità sparsi nel veicolo l’oro, l’argento e il platino. Molti metalli strategici Nd come litio e cobalto sono limitati a pochi giacimenti nel mondo. Tra i minerali non metallici i più importanti sono lo zolfo, i fosfati e alcuni sali potassici. In alcuni minerali si trova l’uranio, usato in centinaia di centrali nucleari per la fissione. Durante questo processo, alla rottura dell’atomo di uranio segue una reazione a catena. Il calore liberato nel corso della reazione viene usato per trasformare l’acqua in vapore e far girare le turbine, producendo energia elettrica a basso costo e senza emissione di anidride carbonica. Lo smaltimento delle scorie radioattive prodotte è però estremamente difficile. Inoltre, le conseguenze in caso di incidente sono drammatiche per gli esseri umani e per l’ambiente, fatto che limita molto la diffusione delle centrali nucleari. Importantissimi sono anche i 17 elementi chiamati “terre rare”, fra cui scandio, ittrio, neodimio e cerio, presenti in alcune rocce in piccole quantità e concentrati in poche aree della Terra. Le terre rare sono di grande importanza strategica per la filiera elettronica e digitale e la loro estrazione ha un forte impatto sull’ambiente naturale.

Incidenti nelle centrali nucleari Gli incidenti nelle centrali nucleari non sono frequenti, perché il grado di sicurezza di ciascuna centrale è molto elevato. Hanno però conseguenze disastrose, a causa dell’emissione di materiale radioattivo che può provocare danni alla salute degli uomini e agli ecosistemi. Per misurare la gravità di un incidente nucleare è stata creata la scala INES (International Nuclear and radiological Event Scale), che va da 1 a 7. Nel 1986, nella centrale elettronucleare di Chernobyl (Ucraina), si verificò un evento catastrofico di livello 7. In quell’occasione scoppiò un reattore liberando grandi quantità di materiale radioattivo, che si diffusero in tutta Europa. La maggior parte delle radiazioni ricadde nelle immediate vicinanze, provocando migliaia di vittime e danni molto seri alla salute degli abitanti. Gli effetti sull’area che circonda la centrale dureranno per migliaia di anni. Nel 2022 l’invasione russa dell’Ucraina ha fatto temere un’altra catastrofe a Chernobyl, per fortuna scongiurata. Un altro incidente nucleare di livello 7 colpì il Giappone nel 2011. Un violento maremoto distrusse alcuni reattori della centrale atomica di Fukushima, causando la fuoriuscita di materiale radioattivo. Chernobyl (Ucraina). Una bambola abbandonata con una maschera antigas nell’insediamento evacuato poco dopo l’incidente

Eu

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Sensori dei componenti

Y

Motore e generatore elettrico ibrido

Fari

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Nd

Tb

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Molti elementi presenti nelle auto (anche elettriche) sono ricavati dalle terre rare. Il maggiore estrattore di metalli dalle terre rare è la Cina

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Quali sono i principali minerali utilizzati dagli esseri umani?

2

A che cosa serve l’uranio?

Indica il completamento corretto. 1 I derivati del petrolio... sono stati protagonisti della Prima Rivoluzione industriale muovono i mezzi di trasporto più diffusi 2 Il gas naturale è una miscela di… idrocarburi minerali metallici 3 I minerali sono risorse… rinnovabili non rinnovabili 4 I minerali si trovano… in mare nelle rocce 5 Il ferro è un minerale… metallico non metallico 6 Lo smaltimento delle scorie radioattive della fissione è: semplice molto complesso

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Esempi dal Mondo Risorse naturali, ricchezza e povertà Giganti del petrolio e disuguaglianze in Nigeria La Nigeria si affaccia sul Golfo di Guinea, in Africa. Grande tre volte l’Italia, è indipendente dal 1960 ed è il più popoloso Paese africano, con un’altissima natalità e una popolazione giovanissima. Prevalgono le religioni musulmana al nord e cristiana al sud e un’ampia diffusione del radicalismo islamico scatena spesso violenze nel Nord-Est del Paese. La scoperta di giacimenti petroliferi, negli anni Sessanta, generò le rivendicazioni delle comunità locali per ottenere maggiore autonomia politica e parte dei profitti nello sfruttamento delle ricchezze del territorio. Ne sono derivati guerre civili e colpi di stato. Oggi la situazione politica è più stabile. La Nigeria è uno dei maggiori esportatori di petrolio dell’Africa, ma la sua popolazione è povera e vive in maggioranza di agricoltura e pesca. Sui terreni più fertili, le multinazionali straniere hanno creato piantagioni molto redditizie di cacao e olio di palma.

Alle popolazioni locali sono rimaste le terre peggiori, che non garantiscono la sussistenza. La vera ricchezza del Paese, il petrolio, è controllata dalle grandi multinazionali. Gli impianti petroliferi in Nigeria sono tra i meno sicuri e tra i più inquinanti al mondo e compromettono il territorio e le risorse dell’agricoltura e della pesca.

Pescatori nelle loro barche tradizionali sul fiume Niger

Un video su inquinamento e condizioni di vita Il delta del fiume Niger è colpito da elevati livelli di inquinamento delle acque, a causa delle sostanze inquinanti rilasciate da impianti petroliferi che non adottano le opportune misure di sicurezza. Questa situazione ha un impatto devastante sull’ecosistema del fiume e l’ambiente circostante, ma anche sulla salute delle persone, già costrette a vivere in condizioni di estrema povertà. Sembra inoltre che il quadro stia peggiorando, con conseguenze preoccupanti in termini di impatto ambientale.

FASE 1. ANALISI E ARGOMENTAZIONE Leggi le frasi che descrivono gli effetti negativi dell’inquinamento nel delta del Niger, poi ordinale in un modo coerente in un testo scritto, che puoi anche integrare con informazioni attendibili disponibili nel web. a. Le persone bevono acqua mista a petrolio, respirano aria inquinata, mangiano pesce contaminato. b. Corsi d’acqua, lagune e mangrovie sono invasi dalla melma nera proveniente dagli impianti estrattivi. c. Per trovare acqua potabile, bisogna scavare fino a 50 m nel sottosuolo. d. L’aria è contaminata dai gas bruciati a cielo aperto. e. La speranza di vita (numero medio di anni di vita dalla nascita) di chi abita nel delta del Niger è di poco più di 40 anni. f. Pesci e prodotti agricoli sono pieni di sostanze inquinanti, tossiche per la salute umana.

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Dati geografici: Nigeria Emirati Arabi

Unità

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Gli Emirati Arabi Uniti, grandi produttori di petrolio Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) si trovano sulla costa orientale della Penisola arabica. Il Paese, indipendente dal 1971 e quasi interamente desertico, è grande un quarto dell’Italia e ha un sesto della sua popolazione, ma con una natalità molto più alta. Lo Stato è composto da sette emirati; quello di Abu Dhabi, ricchissimo di petrolio e gas naturale, occupa l’80% del territorio. L’emirato di Dubai, con l’omonima città, è il più popoloso e importante centro commerciale e finanziario del Medio Oriente. Dalla fine degli anni Cinquanta la ricchezza della federazione si fonda sull’estrazione di petrolio e gas naturale. Gli Emirati sono tra i primi dieci Stati al mondo per riserve di greggio e tra i membri più ricchi dell’OPEC, l’organizzazione internazionale dei Paesi esportatori di petrolio. Gli Emirati Arabi Uniti sono una federazione di monarchie assolute, dove non si accetta nulla che metta in dubbio il potere delle famiglie regnanti. Gli abitanti sono privi delle libertà democratiche fondamentali, ma generalmente godono di un certo benessere economico, rispetto agli altri Paesi emergenti. Gli emiri, infatti, investono una parte significativa dei loro proventi per migliorare le strutture del Paese e per garantire servizi pubblici di alto livello. I cittadini hanno la possibilità di arricchirsi grazie alle molteplici attività della Federazione, che ospita oltre alle compagnie petrolifere, imprese edili e finanziarie, industrie siderurgiche e chimiche ecc.

Veduta aerea di una piattaforma petrolifera nel Golfo Persico

FASE 2. CONFRONTO DI DATI Consulta il database delle Nazioni Unite Population Division Data Portal, alla pagina web https://population.un.org/dataportal/ home. Seleziona il dato “Speranza di vita” (Life expectancy at birth) e le località “Nigeria”, “Emirati Arabi Uniti” e “Italia”. Seleziona quindi la visualizzazione cartografica (Map) e l’anno 2023. � Prepara una slide per evidenziare le differenze tra la speranza di vita della Nigeria, degli Emirati e dell’Italia.

134681573

FASE 3. FARE INFORMAZIONE I media occidentali si occupano poco della questione dell’inquinamento del delta del Niger. Su YouTube guarda il servizio giornalistico Come le multinazionali del petrolio hanno distrutto questo Paese. Riassumi poi i contenuti in 5 slide rispondendo alle 5w (dove, cosa, chi, come, perché). Se potete lavorare insieme, provate poi con uno smartphone a registrare un breve video per illustrare la situazione che avete riassunto. Presentate a turno e in fase di montaggio aggiungete foto o elementi grafici per rendere più efficace il servizio.

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10 Le fonti energetiche rinnovabili Le energie rinnovabili e la transizione energetica Ancora oggi i 3/4 dell’energia utilizzata nel mondo derivano da risorse non rinnovabili, che si stanno però esaurendo, sono molto inquinanti e concorrono al riscaldamento globale ( vedi p. 72). Per questo si sta cercando di sostituirle con fonti energetiche rinnovabili e meno dannose per l’ambiente e il clima. È iniziato così in molti Paesi il percorso della transizione energetica, che prevede il graduale passaggio alle rinnovabili. Il loro utilizzo è in rapida crescita, pur con alcuni limiti. L’energia idroelettrica, per esempio, rappresenta ben il 50% della produzione energetica italiana da fonti rinnovabili; non inquina e si ricava da turbine mosse dall’acqua lungo il corso di fiumi e laghi, ma richiede grandi dighe, che hanno un forte impatto sulla popolazione e sugli ecosistemi. È diffusa anche l’energia eolica, che in Italia copre il

89,4% Produzione nazionale

10,6%

Energia scambiata con l’estero

1

Perché le fonti rinnovabili dovrebbero sostituire quelle non rinnovabili?

2

Quali sono i pro e i contro delle energie idroelettrica, eolica e solare?

Copertura della domanda di energia in Italia nel 2022, fonti rinnovabili

26, 9%

Copertura rinnovabili della domanda

L’idrogeno, combustibile del futuro? L’idrogeno è l’elemento più abbondante sulla Terra ed è considerato la fonte di energia “green” più promettente perché può produrre, durante la combustione, grandi quantità di energia senza generare emissioni di CO₂. In natura però non si trova allo stato puro, come invece è necessario per gli usi industriali, o per alimentare le celle a combustibile che funzionano come batterie dei veicoli. Infatti, sulla Terra l’idrogeno è sempre combinato con altri elementi chimici, con l’ossigeno per formare l’acqua, con il carbonio per formare il metano ecc. e quindi, per ottenere l’idrogeno puro bisogna ricorrere a processi fisici e chimici che comportano il consumo di grandi quantità di energia ancora oggi inevitabilmente prodotta da fonti non rinnovabili. Le sperimentazioni da parte di molti gruppi industriali di tutto il mondo e in Italia per produrre l’idrogeno da fonti rinnovabili si sono moltiplicate, ma i problemi legati all’approvvigionamento e alla distribuzione su vasta scala di questo gas, che è anche altamente infiammabile, non sono ancora stati superati. Un prototipo di bus alimentato a idrogeno dell’Industria slovacca Rosero, all’Expo di Dubai del 2020

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6% del fabbisogno totale e viene generata soprattutto nel sud del Paese da grandi pale mosse dal vento, che occupano ampi spazi ventosi e poco popolati. L’energia solare, inesauribile, è discontinua e difficile da immagazzinare: si sfrutta soprattutto nelle zone molto soleggiate o che hanno investito in tecnologie moderne. Questi impianti richiedono però grandi quantità di minerali, costano molto e necessitano di accumulatori e batterie per lo stoccaggio dell’energia prodotta.

Geotermico 6,9% Fotovoltaico 12,2% Biomasse 21% Eolico 25,6% Idroelettrico 34,3% Fonte: Terna

Un parco eolico marino


Transizione energetica e fonti rinnovabili

Le risorse della Terra e l’ambiente

3

Fonti rinnovabili sopra e sotto la terra Tra le fonti rinnovabili sono molto diffuse le biomasse, sostanze biodegradabili di origine vegetale o animale (compresi rifiuti urbani e industriali biodegradabili) la cui combustione garantisce energia pulita per l’elettricità, il riscaldamento e i trasporti. Le biomasse possono essere solide, come il legno, gli scarti e i rifiuti, o liquide, come i biocarburanti. Suolo e foreste generano grandi quantità di biomassa, ma il loro sfruttamento va evitato perché compromette risorse preziose. La sostanza più utilizzata è il legname, che scalda le abitazioni e serve per cucinare. L’energia derivante da biomassa oggi è utilizzata soprattutto nei Paesi più poveri, dove molto si ricicla e poco si scarta; in Italia copre solo il 5% del fabbisogno nazionale. Viene sfruttata anche l’energia geotermica, generata dal calore interno della Terra: la temperatura aumenta di circa 3 °C ogni 100 m di profondità. In presenza di acqua e vapore sotterranei è possibile perforare la crosta terrestre e far salire in superficie tali sostanze, il cui calore viene utilizzato per produrre energia in apposite centrali. L’elettricità ricavata ha bassi costi di produzione e non inquina. Solo alcune aree, tuttavia, sono adatte per lo sfruttamento dell’energia geotermica, soprattutto negli Stati Uniti, in Indonesia, Italia, Islanda, Giappone ecc.

1

Che cos’è la biomassa e perché è utile?

2

Come si ottiene l’energia geotermica?

Buone pratiche dalla Nuova Zelanda La Nuova Zelanda ha calcolato che il metano generato dagli allevamenti grava in modo significativo sulle emissioni di gas serra del Paese. Perciò il governo ha deciso di tassare le fattorie a partire dal 2025 in relazione alla quantità di metano prodotto. Il gas generato (soprattutto dal letame) può, però, diventare un’utile risorsa ed essere utilizzato come biogas, un carburante per i motori dei veicoli composto da una miscela di vari tipi di gas (principalmente metano), prodotti dalla fermentazione batterica di residui organici vegetali o animali. Questa fonte energetica ha il vantaggio di essere molto economica e di ridurre le emissioni di metano, che concorrono al riscaldamento globale. Perciò la Nuova Zelanda ha avviato un programma di costruzione di impianti per la realizzazione di biogas, che faranno uso non solo del letame degli allevamenti, ma anche dei rifiuti biodegradabili dei cittadini. Ogni anno, infatti, 327 mila tonnellate di rifiuti alimentari finiscono nelle discariche della Nuova Zelanda, che ora vuole farne buon uso.

Oggi nel mondo si contano circa 150 centrali geotermiche, tra cui quella di Lardarello, in Toscana, inaugurata nel 1913

Associa i riferimenti alla fonte di energia corretta. 1 Idroelettrica

Sostanze biodegradabili (4)

2 Eolica

Acqua e vapori sotterranei (5)

3 Solare

Acqua (turbine) (1)

4 Biomasse

Sole (pannelli) (3)

5 Geotermica

Vento (aerogeneratori) (2)

Dopo aver letto questa Lezione, indica se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE. � Solo alcune aree sono adatte per lo sfruttamento dell’energia geotermica. � Molti minerali sono utilizzati per la produzione di energia solare. � L’energia geotermica ha alti costi di produzione. � La costruzione di dighe porta spesso alla distruzione di interi habitat naturali. � Il 70% dell’energia prodotta in Italia è di origine eolica.

Vista area di un impianto di biogas, con silos per la produzione di gas metano a partire dalle biomasse

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Il sistema Terra in pericolo

Una nuova epoca: l’Antropocene

Quando è iniziato l’Antropocene?

2

Quali fenomeni caratterizzano questa nuova era?

Una foca grigia intrappolata in una rete di plastica

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La “ciambella” dei limiti sociali e planetari

Limite ambientale

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Nel 2009 un gruppo di ricercatori coordinati dallo svedese Johan Rockström ha identificato i 9 limiti ambientali planetari da non superare per non portare al collasso la nostra specie. In seguito l’economista inglese Kate Raworth li ha uniti con i limiti minimi sociali da rispettare per avere una buona vita. Ne è nato un grafico a ciambella: nella parte esterna i limiti ambientali, nella parte interna i limiti sociali, e la ciambella rappresenta lo spazio sicuro e giusto per l’umanità. Solo se sapremo vivere ponendoci dei limiti in un pianeta che non è infinito potremo garantire a tutti un’esistenza dignitosa, evitando di deteriorare il clima e l’ambiente. Possiamo farcela, ma dobbiamo cambiare modello economico: dall’economia della crescita a quella della ciambella!

Una montagna sventrata con le mine per farne una cava

Cambiamenti climatici

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I limiti planetari

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1

Acqua

La nube a fungo prodotta da un bombardamento atomico

Crutzen ha definito Antropocene, cioè “l’era dell’Uomo” (dal greco anthropos “uomo”). Questo appellativo purtroppo non richiama nostri meriti, bensì i danni a lungo termine, le cui tracce rimarranno impresse sulla Terra così come i fossili del passato remoto. Cambiamenti climatici, masse di rifiuti di ogni genere, inclusa la plastica fluttuante negli oceani, estinzione accelerata di molte specie, innalzamento del livello dei mari, perforazione e abbattimento di montagne, cementificazione... Non possiamo più ignorare i pericoli che tutto questo comporta per l’umanità.

Lavoro

Oggi viviamo in una nuova epoca geologica, l’“Antropocene”, iniziata secondo alcuni scienziati con la Rivoluzione industriale e la diffusione della macchina a vapore (seconda metà del Settecento) o, secondo altri, con la bomba atomica del 1945. L’epoca geologica precedente, l’Olocene, durata circa 11 mila anni, era stata caratterizzata da un clima piuttosto stabile che ha favorito lo sviluppo della civiltà. Ma secondo il premio Nobel per la chimica Paul J. Crutzen, e molti altri scienziati, quell’epoca è terminata a causa delle imponenti modifiche all’ambiente terrestre generate dagli esseri umani, specie vivente prolifica e invasiva giunta ormai a 8 miliardi di individui. L’essere umano da semplice “agente biologico” si è trasformato in una “forza geologica” e ha dato inizio a quello che proprio


L’Antropocene

Le risorse della Terra e l’ambiente

3

Il consumo di suolo e i rifiuti Un segnale significativo dell’Antropocene è il deterioramento del suolo. Il suolo è un elemento fondamentale per la vita sulla Terra perché ospita piccoli insetti, vermi, funghi e batteri in grado di favorire la crescita delle piante, depurare le acque, decomporre i rifiuti organici e immagazzinare carbonio (e quindi ridurre i cambiamenti climatici). Tutte queste funzioni, chiamate “servizi ecosistemici”, vengono messe a rischio da pratiche agricole scorrette, come arature profonde e monocolture, che lasciano il suolo senza copertura vegetale e lo rendono vulnerabile a vento e piogge, e anche dalla sigillatura dei suoli o cementificazione, che avviene con la costruzione di edifici, strade e parcheggi. Un altro problema dell’Antropocene è l’eccessiva quantità di rifiuti: nel mondo se ne producono più di 2 miliardi di tonnellate all’anno, molto più di quanti la natura sia in grado di trasformare e riutilizzare. Potremmo però raggiungere i 3 miliardi entro il 2050 a causa dell’aumento della popolazione mondiale. Il primo passo per contenere questo problema è promuovere il riciclo e il riutilizzo attraverso la raccolta differenziata: a casa ognuno di noi deve suddividere i propri rifiuti per far sì che siano riutilizzati o smaltiti nelle modalità più idonee. Meglio ancora, dovremmo produrre meno rifiuti, evitando di acquistare prodotti con molti imballaggi e aggiustando ciò che si rompe.

Eccessiva cementificazione del suolo italiano: i terrazzamenti per la coltivazione degli ulivi e la macchia mediterranea sono stati completamente sostituiti dai palazzi

1

Quali fenomeni portano alla perdita di suolo?

2

In quali modi si può risolvere il problema dei rifiuti?

Nel 2020 ogni cittadino europeo ha prodotto oltre 500 kg di rifiuti, ben 38 kg in più rispetto al 1995

Plastiche grandi e piccole

Barcellona (Spagna), 2020. La campagna Let’s Clean up Europe ha coinvolto anche l’Italia e ha avuto vasta eco sui social media

La plastica è un materiale utile e versatile, ma non biodegradabile. La sua produzione nel mondo era di ben 450 milioni di tonnellate nel 2019. L’80% della plastica si converte in rifiuti che si decompongono lentamente e si accumulano sul nostro pianeta, soprattutto nei mari e sulle spiagge. Residui di plastica sono stati trovati persino nei pesci, entrando così nella catena alimentare umana. Per via delle correnti questa immondizia si è accumulata in grandi agglomerati, creando vere e proprie isole di rifiuti negli oceani. La plastica in Europa costituisce oltre l’80% dei rifiuti marini. Dal 2022 è in vigore la direttiva SUP (Single Use Plastic) dell’Unione Europea per ridurre il consumo di plastica monouso e limitare la sua dispersione nell’ambiente. I prodotti monouso in plastica tradizionale, come posate e vaschette per il cibo, non possono essere messi in commercio. Siamo però ancora lontani da una soluzione, soprattutto per il grande utilizzo di imballaggi in plastica. Ognuno di noi può contribuire a ridurre l’uso di questo materiale, per esempio acquistando cibo e detersivi sfusi, usando una borraccia per l’acqua, facendo la spesa con sacchetti riutilizzabili e riciclabili e sensibilizzando chi ci sta intorno. � Conosci la campagna annuale Let’s Clean up Europe, per affrontare il problema dell’abbandono dei rifiuti? Prova a partecipare con i tuoi compagni seguendo le istruzioni presenti alla pagina web https://ewwr.eu/take-part.

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Il sistema Terra in pericolo

L’inquinamento di aria, acqua e suoli

I danni provocati dal DDT furono denunciati nel 1962 dalla biologa americana Rachel Carson nel libro Primavera silenziosa

Nell’antichità gli inquinanti erano quasi tutti biodegradabili. Provocavano problemi di igiene ed epidemie per la mancanza di fognature e corretto smaltimento, ma non generavano danni irreversibili. Solo il piombo liberato dalle lavorazioni metallurgiche causò fin dall’epoca romana avvelenamenti più persistenti. Con la Rivoluzione industriale e l’avvento della chimica basata su carbone e petrolio, nascono migliaia di nuove sostanze di sintesi, molte delle quali tossiche e non biodegradabili, cioè in grado di accumularsi per secoli nell’ambiente. Famoso il caso dell’insetticida DDT, usato in modo massiccio dopo la Seconda guerra mondiale e tossico anche per gli esseri umani e gli animali. Lo smog (da smoke, “fumo”, e fog, “nebbia”) è una miscela di vapore acqueo, gas tossici (ossidi di azoto, biossido di zolfo, ossido di carbonio e idrocarburi) e di particelle solide (fuliggine e polveri fini, le PM10 e PM2,5), emessi dal traffico automobilistico, dai riscaldamenti domestici, dall’industria e dall’agricoltura. Nelle zone pianeggianti e senza vento, d’inverno, per effetto dell’inversione termica (fenomeno per cui, contrariamente alla norma, gli strati di aria fredda e inquinata sono schiacciati al suolo da aria calda sovrastante) lo smog si accumula rendendo l’aria delle città irrespirabile, come nella Pianura Padana. Ma gli effetti dannosi dell’inquinamento non si limitano all’ambiente e all’aria locale: le attività umane stanno aumentando la concentrazione dei gas a effetto serra nell’atmosfera. Gas Serra gas che producono il cosiddetto "effetto serra"

Nel 2022 quasi 1 città italiana su 3 ha superato più volte i limiti giornalieri di polveri sottili: le città più inquinate sono Torino (in foto), Milano e Asti

nell’atmosfera, trattenendo il calore. "Gas serra" come il biossido di carbonio (CO ) e il metano, presenti per natura nell’atmosfera, sono aumentati significativamente.

Taranto, 2019. Durante un Friday for Future, alcuni adolescenti manifestano contro l’inquinamento causato dall’ILVA a Taranto e nella periferia di Napoli

1

Quando sono comparse le prime sostanze di sintesi?

2

Da che cosa è formato lo smog?

Non inquinare è meglio che bonificare Anche in Italia, purtroppo, diversi casi di dispersione di inquinanti hanno compromesso il territorio e la salute pubblica. Il 10 luglio 1976 dalla fabbrica ICMESA di Meda si liberò una nube tossica di diossina che colpì soprattutto Seveso, presso Milano. Il disastro diede luogo nel 1982 a una legislazione europea contro i rischi industriali, la “Direttiva Seveso”. Altro caso tristemente noto nel mondo è la ex fabbrica Eternit di Casale Monferrato, dove si lavorava amianto, un materiale cancerogeno per i polmoni che ha causato migliaia di vittime. Gravi inquinamenti dei suoli si sono verificati al Petrolchimico di Porto Marghera vicino a Venezia e recentemente nel vicentino, con la contaminazione delle falde idriche da parte dei perfluoroalchilati (composti cancerogeni). L’acciaieria ILVA di Taranto, con i fumi del carbone, ha danneggiato la salute dell’intera città e in Campania le discariche e i roghi abusivi di rifiuti hanno creato il problema della “Terra dei fuochi”. Le bonifiche sono sempre difficili, parziali e molto costose. � Cerca informazioni in rete sulle spiagge bianche di Rosignano Solvay. Dove si trovano? Come si sono formate? Qual è la situazione attuale?

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Le risorse della Terra e l’ambiente

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Il buco dell’ozono: un caso quasi risolto! Un esempio di grave pericolo ambientale, provocato da gas sintetici immessi nell’atmosfera e ridimensionato grazie alle conoscenze scientifiche e alla cooperazione di molti governi, è quello del buco dell’ozono. L’ozono (O3) nella stratosfera è un prezioso mantello protettivo per difenderci dalle radiazioni ultraviolette del Sole (UV), causa di tumori cutanei. Però i clorofluorocarburi (CFC), gas a lungo usati per il funzionamento di frigoriferi e come propellenti per bombolette spray, dispersi nell’atmosfera e migrati ad alta quota, davano luogo a una reazione chimica inattesa che distruggeva l’ozono aprendo un “buco” attraversabile dai raggi UV. Poiché la reazione avviene a basse temperature, la perdita di ozono riguardò in particolare Antartide, Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica e Patagonia, dove si dovette proibire l’esposizione al Sole delle persone. Nel 1974 il chimico americano Frank Sherwood Rowland (1927-2012), il suo studente messicano Mario Molina (1943-2020) e il chimico olandese Paul Crutzen pubblicarono l’evidenza che i CFC consumavano l’ozono: presero il premio Nobel per la chimica nel 1995. Inizialmente le industrie cercarono di negare le loro responsabilità: succede quando sono in gioco grandi interessi economici! Il buco del Polo Sud intanto si ingrandiva fino a 30 milioni di km2, cento volte l’Italia. L’allarme per la sanità pubblica portò nel 1987 ad adottare il Protocollo di Montreal, accordo globale per proibire i CFC. È il primo grande successo di cooperazione ambientale internazionale, che sta portando a una lenta chiusura del buco. 1

Per quale uso furono inventati i CFC?

2

Perché il buco dell’ozono è più grande nelle regioni prossime ai poli? Uno scienziato indossa una tuta di protezione dalle radiazioni durante una ricerca sul buco dell’ozono nella zona artica

Lo scienziato Paul Crutzen mostra la reazione che accelera la velocità di riduzione dell’ozono

Dopo aver letto questa Lezione, rispondi alle seguenti domande. � Che relazione c’è tra la Rivoluzione industriale del Settecento e Antropocene? Alcuni studiosi fanno risalire alla Prima Rivoluzione industriale l’inizio dell’Antropocene. � Che cosa sono i servizi ecosistemici? Le attività che svolgono piccoli insetti, vermi, funghi e batteri in grado di favorire la crescita delle piante, depurare le acque, decomporre i rifiuti organici e immagazzinare carbonio. � Quali sono i due principali metodi di riduzione del suolo? Erosione e cementificazione. � Con quale sistema è possibile promuovere il riciclo e il riutilizzo dei prodotti? La raccolta differenziata. � Da quali termini inglesi deriva la parola “smog”? Da smoke, “fumo”, e fog, “nebbia”. � Per quale motivo i livelli di ozono in Antartide stanno crescendo (anche se non regolarmente) rispetto agli anni Novanta? Perché dal 1987 è stato adottato il Protocollo di Montreal, accordo globale per proibire i CFC. Associa i termini della prima colonna a quelli correlati presenti nella seconda colonna. 1 Crutzen

1 Differenziata (3)

2 Cementificazione

2 Clorofluorocarburi (4)

3 Raccolta

3 Antropocene (1)

4 CFC

4 Antartide (6)

5 PM

5 Sigillatura dei suoli (2)

6 Buco dell’ozono

6 Polveri sottili (5)

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Podcast: Chi finanzia la crisi climatica?

Il sistema Terra in pericolo

“Gas serra”: quanti ne emettiamo? Negli ultimi 150 anni è stato registrato un aumento di temperatura di 1,2 °C. Una delle ragioni di questo aumento è la maggiore quantità di gas che provocano l’effetto serra che abbiamo immesso nell’atmosfera a partire dalla Rivoluzione industriale, basata sui combustibili fossili ( vedi anche la Lezione 6 dell’Unità 2). Sono esempi di gas serra emessi dalle attività umane l’ossido di diazoto (N2O), il metano (CH4) e l’esafluoruro di zolfo (SF6), ma il più abbondante e importante è l’anidride carbonica (CO2), o diossido di carbonio. Complessivamente ne emettiamo circa 40 miliardi di tonnellate all’anno, quasi 5 tonnellate in media per ognuno degli oltre 8 miliardi di abitanti del pianeta. Però ci sono importanti differenze dovute alla ricchezza o povertà dei Paesi e ai relativi consumi energetici. Cina, Stati Uniti, UE, In-

dia, Russia e Giappone sono le economie che emettono più CO2 al mondo. Uno statunitense emette circa 15 tonnellate di CO2, per via dei viaggi aerei, delle automobili di grossa cilindrata, del massiccio uso di condizionatori e di altri sprechi energetici dovuti al basso costo di benzina e petrolio. Un abitante del Niger, in Africa, emette solo 100 kg/anno, perché non ha l’auto, non ha accesso all’elettricità e non può permettersi consumi e sprechi. In Italia e in Unione Europea la media è di circa 7 tonnellate per persona all’anno; sì, anche tu con i tuoi consumi emetti ben 7000 kg di CO2 ogni anno: prova a ridurli! 1

Qual è la principale causa del riscaldamento globale?

2

Quanta CO emette un italiano in media in un anno?

Emissioni di CO (tonnellate pro capite)

OCEANO PACIFICO OCEANO PACIFICO

Equatore OCEANO INDIANO

Emissioni di CO2 per abitante (t)

> di 15,54 da 8,89 a 15,54 da 5,17 a 8,89 da 2,08 a 5,17 < di 2,08 dato non disponibile

Il record di emissioni pro capite è detenuto da alcuni Stati che si affacciano sul Golfo Persico (Qatar, Kuwait, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita) seguiti dall’Australia. Per approfondire leggi Il clima che cambia di Luca Mercalli (2019).

OCEANO ATLANTICO

Una dieta ad alto contenuto di vegetali è sana per te e per l’ambiente

Produttori di gas serra: esseri umani, vulcani, vacche... L’aumento di CO nell’atmosfera proviene dalla combustione di petrolio, carbone e gas, ma pure dalla deforestazione e dalla degradazione dei suoli, soprattutto dal permafrost, il suolo perennemente gelato in Canada e in Siberia, che scongelandosi libera CO per effetto della sostanza organica accumulata in millenni e imprigionata nel ghiaccio. Ma anche il metano è un importante gas serra: ogni molecola di CH scalda tra 34 e 86 volte di più di una molecola di CO . Il metano si libera in atmosfera a causa delle perdite dei gasdotti, ma soprattutto dagli allevamenti di bestiame bovino: i ruminanti producono infatti metano per via della fermentazione batterica che avviene nel loro stomaco. Poiché mangiamo sempre più carne, le emissioni derivanti dall’allevamento sono oggi circa un quinto di quelle globali. Un modo per ridurle è mangiare più vegetali e meno carne, soprattutto quella bovina.

Chiedi aiuto all’IA

Come ormai sai, l’uso dei combustibili fossili provoca un aumento di gas serra come il diossido di carbonio (anidride carbonica); eppure, tale gas è prodotto anche dalla combustione del legno, del carbone vegetale, della torba. Usa un chatbot a tua scelta e domanda: 1 Sia la combustione del legno sia quella dei combustibili fossili producono diossido di carbonio. Perché soprattutto la seconda è in parte responsabile dei cambiamenti climatici? 2 In che modo potrei contribuire a ridurre la produzione di carbonio?

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Condividete in classe le vostre riflessioni sulle risposte dell’IA.


12 Combattere

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Le risorse della Terra e l’ambiente

il riscaldamento globale

Le sfide del riscaldamento globale

Azioni urgenti per il clima Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU) per limitare i danni climatici e preservare il pianeta per le giovani generazioni, è indispensabile riuscire a contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 °C entro il 2100. Per non superare questo pericoloso limite, è però necessario ridurre in modo ancora più rapido le emissioni di gas serra in tutti i settori. Ogni aumento del riscaldamento comporta infatti nuovi eventi meteorologici estremi, che diventano sempre più frequenti e pericolosi. Alcuni fenomeni estremi poi sono già davanti ai nostri occhi: dalla temperatura record di 48,8 °C a Siracusa nel 2021 alla siccità che ha colpito il bacino del Po nel 2022, all’alluvione in Emilia Romagna nel 2023, ai vasti incendi che devastano ormai ogni anno

le foreste del sud Europa e dell’America settentrionale. Ma misure che possono contribuire a ridurre le emissioni esistono già. Grazie a un’attenta informazione sul tema, alla condivisione delle buone pratiche con la cooperazione internazionale, alla corretta gestione degli ecosistemi, ai finanziamenti adeguati per il clima, ai risparmi nei settori alimentare, dell’energia elettrica, dei trasporti, nell’industria e negli edifici, ogni comunità può da subito ridurre o evitare i consumi ad alta intensità di carbonio. 1

Che cosa occorre fare per limitare i danni climatici secondo l’IPCC?

2

Come possiamo ridurre o evitare i consumi ad alta intensità di carbonio?

Variazione della temperatura media globale (°C)

6 5

L’aumento previsto della temperatura media globale, non limitando le emissioni (linea rossa) o riducendole (linea verde)

storico scenario con alto livello di emissioni scenario con basso livello di emissioni

4 3 2 1 0 -1 1900

1925

1950

1975

2000 Anni

2025

2050

2075

2100

Gli effetti della siccità sul fiume Po nel 2022

Mari troppo alti, fiumi in secca Una parte della CO emessa dai combustibili fossili viene assorbita dalle acque oceaniche e le rende più acide, minacciando molte forme di vita. Ma anche il calore dovuto all’effetto serra mette a rischio gli oceani. Per esempio, i ghiacciai delle catene montuose e delle zone polari fondendo finiscono in mare e ne alzano il livello (misurato dai satelliti): sta aumentando di 3,5 mm all’anno. Molti atolli corallini del Pacifico a breve non potranno essere più abitabili. Venezia, Londra, New York, Shanghai e altre grandi città costiere rischiano di essere sommerse per sempre. Vi saranno enormi migrazioni di popoli da Paesi come il Bangladesh, esposti alle inondazioni dal mare. Le temperature troppo elevate, inoltre, determinano la carenza di acqua dolce: le frequenti siccità e la riduzione continua delle precipitazioni nevose limitano le riserve idriche di fiumi, laghi e ghiacciai. Le temperature del 2022, l’anno più caldo in Europa occidentale negli ultimi 2 secoli, hanno aggravato gli effetti della siccità. Nel 2023, dopo oltre un anno di scarsissime precipitazioni e innevamento sulle Alpi, la portata del Po ha registrato il livello più basso mai rilevato. Gestire l’emergenza acqua significa non sprecare e investire nella rete idrica, che in Italia perde circa il 36% dell’acqua depurata lungo il tragitto fino alle case.

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Video reportage: I pozzi cantanti dei Borana

I pozzi cantanti dei Borana Per ognuno di noi procurarsi dell’acqua è un gesto semplice e rapido: basta aprire il rubinetto! Ma in alcune parti del mondo tutti i ritmi della vita ruotano intorno a questo semplice elemento, indispensabile alla sopravvivenza. Nel Sud dell’Etiopia c’è una regione dal clima semi-arido in cui il cambiamento climatico sta provocando una sconvolgente alterazione del ciclo naturale delle piogge e un inasprimento della siccità annuale. Qui, sparsi in un vasto territorio, vivono i Borana, una popolazione di pastori semi-nomadi la cui esistenza dipende da un delicato equilibrio ambientale. I Borana si spostano ciclicamente lungo le rotte del pascolo e delle fonti d’acqua con le loro grandi mandrie di cammelli, zebù, vacche, pecore e capre.

I Borana vivono in clan all’interno dei quali a ogni età corrisponde una precisa mansione. Un giovane pastore conduce una mandria alla ricerca di pascolo nella savana in un periodo di siccità.

All’apice della stagione secca, mandrie giunte da lontano si assembrano all’ingresso di un pozzo nella zona di Erder.

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La rampa di accesso al pozzo. Ogni mandria deve attendere un turno di 3 giorni prima di essere ricondotta all’abbeverata.


Unità

L’interno di un pozzo. La falda acquifera può trovarsi a oltre 40 metri di profondità.

3

I “pozzi cantanti” sono profonde cavità scavate a mano nella roccia e vengono attivati nei periodi di siccità.

Ogni anno però, quando la stagione secca prosciuga l’intera regione, i Borana si mettono in cammino verso il loro antico tesoro rinnovabile. I tulla, noti anche come pozzi cantanti, sono enormi voragini scavate a mano nel terreno, che costituiscono l’unica riserva d’acqua perenne in tutta la regione. Ogni giorno, durante la stagione secca, file di uomini si calano nei pozzi per riportare l’acqua a mano in superficie. Il loro lavoro è scandito da un canto ritmato che si spande nell’aria. Questa risorsa fondamentale è gestita secondo precise regole tradizionali, attraverso un’organizzazione comunitaria che garantisce a tutti l’accesso all’acqua senza nessuno scambio di denaro. Nemmeno al nemico può essere impedito di bere. In questa regione sconvolta da continui conflitti etnici, l’acqua dei Borana è dunque anche elemento unificante e pacificatore.

Pastori Borana tirano acqua agli abbeveratoi al ritmo di canti tradizionali.

L’ACQUA: UNA RISORSA PREZIOSA Sfida: Realizzare materiali per una campagna di sensibilizzazione sull’acqua. Consegna: Immaginate di lavorare in un’agenzia pubblicitaria incaricata dall’ONU di realizzare una campagna di sensibilizzazione sulle risorse idriche. Usate il video sui Borana (scegliendo l’aspetto che vi ha più colpito) come punto di partenza. Raccogliete le informazioni richieste seguendo la scaletta (vedi file scaricabile) e annotate i concetti più importanti secondo la modalità di lavoro che vi è più congeniale. Realizzate la vostra campagna di sensibilizzazione come prodotto multimediale, video o presentazione.

Ogni clan Borana assicura giornalmente forza lavoro volontaria per le attività di estrazione dell’acqua e manutenzione dei pozzi.

ISTRUZIONI Guardate il video sui pozzi cantanti dei Borana e prendete annotazioni. Dopo aver completato le attività di Documentazione guidata (vedi file scaricabile), usate gli strumenti che ritenete più idonei per realizzare la vostra campagna pubblicitaria. Seguite la scaletta e per ogni punto individuate un testo ad effetto e scegliete delle immagini significative: distribuzione iniqua dell’acqua nel mondo; aree in sofferenza idrica; attività a rischio a causa della mancanza di acqua; cause della penuria di acqua; penuria idrica e riscaldamento globale; tensioni, guerre, migrazioni in relazione all’acqua. Preparatevi per presentare la vostra "campagna di sensibilizzazione" in classe. Documentazione guidata

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Sintesi e mappe dell’Unità 3 7

Le risorse della Terra e l’ambiente

Le risorse sulla superficie terrestre

Quali sono le risorse disponibili? Le risorse naturali si distinguono in non rinnovabili (come il petrolio o il carbone), e rinnovabili (come i vegetali) che derivano da fenomeni che si verificano ciclicamente. Dove si trova e come viene impiegata la risorsa idrica? L’acqua si trova in abbondanza sulla Terra, ma solo quella delle falde, dei laghi e dei fiumi, cioè l’acqua dolce, è utilizzabile per le attività umane. La disponibilità mondiale è calata a causa delle produzioni agricole e industriali, dell’inquinamento e del riscaldamento globale. 2 miliardi di persone al mondo hanno problemi ad accedere a fonti sicure di acqua potabile. Come si forma il suolo e quale importanza riveste per la vita degli esseri umani? Il suolo si forma nel lungo periodo attraverso la degradazione di roccia e di materiale organico. I suoli sono alla base delle attività degli esseri umani che li coltivano e li trasformano, ma sono essenziali anche per la vita delle foreste, preziose per la mitigazione del clima e per la conservazione della biodiversità.

8

Le risorse sopra la nostra testa

Come può essere sfruttata l’energia del Sole? Oltre a essere essenziale per la vita sul Pianeta, il Sole fornisce energia alla Terra sotto forma di luce e di calore. L’energia solare viene sfruttata per produrre acqua calda sanitaria con i collettori solari termici ed energia elettrica mediante pannelli solari a concentrazione e pannelli fotovoltaici. Come può essere sfruttata l’energia del vento? La Terra è circondata da un involucro gassoso, l’atmosfera, essenziale per tutte le specie viventi e per il clima perché trattiene il calore impedendo che si disperda nell’Universo. La differenza di pressione atmosferica genera il vento, una forma di energia rinnovabile, detta eolica, sfruttata dagli esseri umani fin dall’antichità tramite i mulini a vento e oggi mediante aerogeneratori o turbine eoliche.

9

Le risorse sotto i nostri piedi

Quali sono le principali fonti energetiche? Le fonti energetiche più sfruttate sono gli idrocarburi, energie non rinnovabili e altamente inquinanti. Il carbone è stato alla base della Prima Rivoluzione industriale, il petrolio, protagonista della Seconda Rivoluzione industriale, è ancora la principale fonte energetica per la locomozione, mentre il gas naturale, meno inquinante, viene usato come combustibile e per la produzione di elettricità. Quali sono i minerali più sfruttati e come vengono impiegati? I minerali sono sostanze inorganiche presenti all’interno delle rocce e sono molto utili per gli esseri umani. Vi sono minerali metallici come il ferro, il rame o l’oro e non metallici come lo zolfo o i fosfati. All’interno dei minerali si trova anche l’uranio, usato nelle centrali nucleari per produrre energia. Molto importanti oggi anche le terre rare, 17 elementi concentrati in poche aree della Terra e indispensabili per l’industria elettronica.

LE RISORSE DEL PIANETA CONCETTI CHIAVE

Sulla superficie terrestre acqua dolce

suolo

energia del sole

energia del vento

vegetazione

Sopra la Terra

Sotto la Terra combustibili fossili

carbone

petrolio

minerali

uranio

terre rare

gas

Deforestazione allevamento

76

olio di palma

legname

� Allevamento � uranio � carbone � terre rare � energia del sole � olio di palma � legname � combustibili fossili � suolo � petrolio � acqua dolce � gas � minerali � vegetazione � energia del vento


Ripassa i concetti chiave con le Videolezioni

10

Audiosintesi

Unità

3

Le fonti energetiche rinnovabili

Perché dobbiamo passare alle energie rinnovabili? Circa 3/4 dell’energia utilizzata nel mondo derivano ancora da risorse non rinnovabili, esauribili e molto inquinanti, per questo in molti Paesi si sta passando gradualmente alle rinnovabili, che sono in rapida crescita. In Italia, l’energia idroelettrica è la più sfruttata, ma sono diffusi anche l’eolico e il solare. Quali altre fonti energetiche rinnovabili sono usate nel mondo? Nei Paesi più poveri, sono molto diffuse le biomasse, di origine vegetale o animale. In alcune aree del Pianeta, tra cui l’Italia, viene sfruttata anche l’energia geotermica generata dal calore interno della Terra.

11

Il sistema Terra in pericolo

Perché l’era geologica attuale si chiama “Antropocene”? L’attuale epoca geologica prende il nome di “Antropocene” per le imponenti modifiche che la specie umana ha causato al nostro pianeta. L’impatto umano sull’ambiente ha messo a dura prova gli equilibri naturali e minacciato la sopravvivenza di tutte le specie viventi, anche quella umana. Come si manifesta l’impatto dell’umanità sul suolo? L’erosione e la cementificazione dovute all’agricoltura e alla costruzione di aree urbane provocano Il deterioramento del suolo. L’umanità, inoltre, produce una quantità crescente di scarti, spesso difficili da smaltire: bisogna agire subito, riciclando e, soprattutto, differenziando e riducendo i rifiuti. Come si manifesta l’impatto dell’umanità sull’aria? Con lo sviluppo della chimica, gli esseri umani hanno prodotto sostanze di sintesi, tossiche e non biodegradabili, in grado di accumularsi per secoli nell’ambiente. Lo smog è un problema che rende l’aria delle città irrespirabile e che richiede temporanei blocchi del traffico per migliorare la situazione. Da che cosa è prodotto il buco nell’ozono? I clorofluorocarburi (CFC) sono dei gas di sintesi usati in passato per il funzionamento di frigoriferi e propellenti per bombolette spray. I CFC distruggono l’ozono e consentono ai raggi UV di attraversare l’atmosfera, con gravi conseguenze per la salute. L’adozione, nel 1987, del Protocollo di Montreal, che ha proibito i CFC, sta portando a una lenta chiusura del buco. Quanti gas serra emettiamo e quali sono le conseguenze? I gas serra emessi dalle attività umane hanno portato all’aumento di temperatura di 1,2 °C negli ultimi 150 anni. Emettiamo circa 40 miliardi di tonnellate di CO all’anno, con picchi massimi nei Paesi ricchi e minimi in quelli più poveri.

12

Combattere il riscaldamento globale

Quali sono le previsioni per il futuro del clima? Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC, cominciando subito a ridurre drasticamente le emissioni avremmo un aumento delle temperature entro 1,5 °C circa entro il 2100, limitando i danni climatici. Continuando, invece, con i ritmi attuali, senza adottare tutti quegli accorgimenti che consentono di limitare o di evitare i consumi ad alta intensità di carbonio, le conseguenze per il Pianeta e per l’umanità sarebbero gravissime.

IL SISTEMA TERRA IN PERICOLO CONCETTI CHIAVE

Impatto dell’uomo Antropocene

forza geologica

danni a lungo termine

cementificazione

erosione

rifiuti

aria

acqua

suolo

Impatto sul suolo

Inquinamento

Riscaldamento globale gas serra

cambiamenti climatici

fonti fossili

fonti rinnovabili

� Estinzioni � cementificazione � fonti rinnovabili � aria � forza geologica � gas serra � danni a lungo termine � erosione � fonti fossili � cambiamenti climatici � rifiuti � acqua � Antropocene � suolo

estinzioni

Transizione energetica

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Verifica dell’Unità 3

Verifica interattiva

7

atomica del 1945 ed è caratterizzata dai segni della presenza antropica sull’ambiente naturale.

1 Indica se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE. a. L’acqua dolce rappresenta solo il 3% della disponibilità totale. b. La disponibilità idrica mondiale è aumentata. c. Le falde freatiche sono giacimenti idrici sotterranei. d. Il suolo è formato da componenti organiche e inorganiche. e. Il suolo è una risorsa illimitata.

Uno dei maggiori problemi dell’Antropocene è il deterioramento dei suoli , capaci di svolgere importanti servizi ecosistemici , oggi a rischio a causa della progressiva sigillatura del suolo. Altro problema di difficile soluzione è lo smog , una miscela di gas tossici e di particelle solide. Diverso il caso del buco nell’ozono, che si sta lentamente risolvendo grazie alla messa al bando dei CFC .

8 2

Completa il testo utilizzando le parole fornite (attenzione: alcune parole sono in più). specchi • mulini • elettricità • celle • eolica • generatore • silicio collettori • concentrazione • aerogeneratori • fotovoltaici • motore L’energia solare viene sfruttata attraverso collettori termici per produrre acqua calda e riscaldamento domestico e per produrre elettricità mediante pannelli a concentrazione , simili a degli specchi, e pannelli fotovoltaici , costituiti da celle di silicio . L’energia eolica è sfruttata da sempre grazie ai mulini a vento che hanno ispirato i moderni aerogeneratori , costituiti da una grande elica montata su alte torri collegate a un generatore elettrico.

9 Indica se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE. a. Il carbone è ancora oggi la fonte energetica più usata. b. Il gas naturale è formato in prevalenza da metano. c. Il petrolio è usato per produrre carburanti. d. Zolfo e fosfati sono minerali metallici. e. Le terre rare sono fondamentali per l’industria elettronica.

12 Cancella i termini sbagliati. a. Il metano / diossido di carbonio è il gas serra più abbondante e importante. b. Un europeo emette in media 5 / 7 tonnellate di diossido di carbonio all’anno. c. Un aumento delle temperature medie di 1,5 / 5 °C comporterebbe danni irrimediabili. d. Il riscaldamento globale favorirà la crescita / diminuzione di fenomeni climatici estremi. e. L’aumento della temperatura globale comporta un incremento / una diminuzione dei fenomeni meteorologici estremi. f. Grazie a un’attenta informazione, alla condivisione di buone pratiche, alla tutela ambientale e al risparmio / dispendio energetico, ogni comunità può ridurre / implementare i consumi ad alta intensità di carbonio. 6

3

Sottolinea l’opzione corretta. a. I 3/4 dell’energia utilizzata nel mondo derivano da risorse non rinnovabili / rinnovabili. b La transizione energetica prevede il passaggio alle fonti fossili / rinnovabili. c. In Italia la fonte energetica rinnovabile più diffusa è quella idroelettrica / geotermica. d. L’energia eolica è molto diffusa nel nord / sud dell’Italia. e. L’energia solare è facilmente / difficilmente immagazzinabile. 4

11 5

Completa il testo utilizzando le parole fornite (attenzione: alcune parole sono in più). antropica • CFC • ecosistemici • informatica • gas • suoli buco • sigillatura • vapore • smog • ambiente • naturale atomica • ecologici • particelle • industriale L’Antropocene è iniziata con la rivoluzione industriale e l’avvento della macchina a vapore o, secondo altre teorie, con la bomba

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1

Pro capite (kg/abitante anno)

10

Verso le competenze Osserva l’infografica su produzione e la raccolta differenziata dei rifiuti urbani per macroarea in Italia. Rifletti e rispondi alle domande. 600 500 400

537,77

516,76

502,15

460,89 366,85

300

324,62

321,36 256,56

200 100 0

NORD

CENTRO

SUD

ITALIA

Area geografica Rifiuti urbani

Raccolta differenziata

a. In quale area è maggiore la produzione di rifiuti procapite? In Italia centrale

b. In quale parte del Paese i cittadini differenziano maggiormente in termini assoluti? Nell’Italia settentrionale c. In quale parte del Paese il rapporto tra rifiuti prodotti e raccolta differenziata è migliore? Nell’Italia settentrionale d. Quali aree del Paese si collocano al di sopra della media nazionale per la differenziazione dei rifiuti? Il Nord e il Centro


Per un mondo sostenibile

Unità

3

Lo sfruttamento delle risorse Sono la voce della foresta Helena Gualinga

Chi è Helena Gualinga? Helena Gualinga è nata il 27 febbraio 2002 nella comunità indigena kichwa di Sarayaku, in Ecuador. Tutte le donne della sua famiglia, dalla madre alla nonna, alla sorella e alla zia, sono attiviste impegnate nella lotta per la difesa dei diritti delle donne indigene e per la salvaguardia dell’Amazzonia. Fin dall’infanzia Helena ha preso coscienza delle problematiche connesse al riscaldamento globale e all’eccessivo sfruttamento della foresta amazzonica. L’impatto umano sull’ambiente e sul clima ha avuto conseguenze disastrose, che la sua comunità ha vissuto personalmente: deforestazione, incendi boschivi, alluvioni catastrofiche e siccità prolungate. Per fare spazio alle coltivazioni e ai pascoli, vengono incendiati centinaia di ettari di foresta, distruggendo un “polmone verde” che garantisce la vita in tutto il mondo. Questa situazione è aggravata dal land grabbing (“scippo delle terre”), fenomeno che si verifica quando potenti multinazionali o Stati si accaparrano le terre più produttive di un Paese economicamente e politicamente più debole, sottraendo alle comunità locali importanti risorse naturali. In questo caso il consumo di suolo è anche un problema sociale per la popolazione residente, che subisce le conseguenze negative dell’impoverimento dell’ambiente.

La comunità indigena di Sarayaku, in Ecuador settentrionale, presidia la foresta pluviale per difenderla dagli assalti delle compagnie petrolifere straniere. Ogni anno a maggio festeggia la Madre Terra (Pachamama)

In difesa della propria terra Vedendo la sua istruzione come un’opportunità per informarsi e fare la differenza, Helena è diventata la portavoce dell’intera comunità indigena nelle scuole locali e sui social. Si è battuta in particolare contro le compagnie petrolifere, che sfruttano il territorio della sua popolazione in modo indiscriminato, e ha cofondato Polluters out, un’organizzazione internazionale per contrastare i finanziamenti alle società nei combustibili fossili. Nel 2019 ha manifestato davanti alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima di New York, insieme a molti altri giovani attivisti. Nello stesso anno la giovane ecuadoriana ha partecipato alla Conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici COP25 di Madrid, accusando il governo ecuadoregno di non prendere provvedimenti per la salvaguardia del territorio nazionale. Oggi, insieme a Greta Thunberg, è una delle giovani attiviste più impegnate nella lotta contro i grandi gruppi energetici e nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Helena Gualinga (la seconda da sinistra) posa con alcune note giovani attiviste per l’ambiente, tra cui Greta Thunberg, con una lettera ai CEO delle grandi società petrolifere durante il World Economic Forum di Davos, nel 2023.

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Agenda 2030: Obiettivo 7 Obiettivo 12

L’azione di Stati e istituzioni internazionali La Conferenza di Stoccolma Il primo passo per affrontare il problema dello sfruttamento eccessivo delle risorse è stato compiuto alla Conferenza dell’ONU di Stoccolma del 1972, durante la quale è emersa la volontà da parte degli Stati di perseguire uno “sviluppo compatibile con l’ambiente”. In quella occasione venne denunciata l’impossibilità di continuare a sfruttare risorse esauribili come il carbone, il petrolio o l’uranio.

L’Agenda 2030 L’Agenda 2030, con i suoi 17 Obiettivi definiti dall’Onu, è nata proprio con l’intento di perseguire uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, istituzionale ed economico ( vedi l’Unità 2, p. 50). L’attenzione per le risorse è particolarmente evidente nell’Obiettivo 12, che mira a ottenere una gestione sostenibile delle risorse e un utilizzo efficiente delle stesse, con un approccio rispettoso dell’ambiente e la riduzione del volume dei rifiuti. L’Obiettivo 7, inoltre, punta a migliorare l’efficienza energetica, grazie a fonti rinnovabili e non inquinanti, e a garantire a tutti servizi energetici convenienti, affidabili e sostenibili. Mira dunque a realizzare la transizione energetica e a migliorare il quadro globale, che oggi vede ancora 680 milioni di persone nel mondo prive di accesso all’elettricità e circa 2,4 miliardi che cucinano con fonti energetiche ad alto impatto ambientale.

Pannelli solari fotovoltaici forniscono energia a un villaggio del Madagascar, in Africa

Il ruolo dell’Italia Anche l’Italia, in linea con le politiche dell’UE, si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Inoltre ha destinato circa un terzo dei fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il rilancio dell’economia italiana, per realizzare una transizione ecologica che miri allo sviluppo sostenibile. Nonostante ciò, le città italiane sono molto inquinate dagli scarichi automobilistici, che fanno ancora uso perlopiù di combustibili fossili; per questo il traffico nei centri urbani è limitato e talvolta persino bloccato, come nel caso delle “domeniche verdi”. Infatti, anche se negli ultimi anni è diminuito il numero dei veicoli più inquinanti, mancano ancora importanti interventi delle amministrazioni pubbliche. Si devono costruire più piste ciclabili, potenziare i trasporti pubblici e favorire la diffusione di veicoli a basso impatto ambientale, come le auto elettriche. Solo così si potranno ridurre le emissioni di gas serra, garantendo una buona qualità dell’aria e salvaguardando la salute pubblica. Nonostante i progressi in termini di piste ciclabili, l’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di motorizzazione. Valori enormi se confrontati con quelli di Parigi, Londra e Berlino, che contano 36 auto per 100 abitanti. 80

Ecoturismo nel centro storico di Roma


Compito di realtà

Le 4 R + 1

La tua classe ha il compito di organizzare una giornata divulgativa sul tema dell’economia circolare (le 4R + 1) e dei rifiuti. La vostra sfida è far comprendere che meno rifiuti significa meno spreco di risorse e minori sprechi idrici ed energetici e che un rifiuto è il prodotto di risorse non sempre sfruttate in maniera corretta. Dovete preparare materiale informativo su questo tema e presentarlo in classe. Progetto: preparare materiali informativi sullo spreco di risorse e sui rifiuti. Essere in grado di sensibilizzare il pubblico verso la riduzione e il riciclo dei rifiuti e istruirlo sulla corretta gestione della raccolta differenziata e sul risparmio delle risorse Competenze disciplinari: geografia + scienze + educazione civica Competenze chiave di cittadinanza: competenze sociali e civiche, comunicazione, competenza digitale, spirito di iniziativa

Tempo in classe: 1 ora attivazione + 1 ora progettazione + 1 ora realizzazione + 1 ora presentazione e valutazione Attività a casa: preparazione, visione video, ricerca, selezione, ripasso

FASE 1. ATTIVAZIONE

FASE 2. PROGETTAZIONE

1 PREPARAZIONE Avete 10 minuti per visionare il video ABC dei rifiuti su YouTube. Realizzate quindi una mappa di sintesi degli argomenti trattati. Focalizzate la vostra attenzione su ognuna delle 4 R (Riduzione, Riutilizzo, Riciclo, Recupero), in modo tale da avere sufficienti informazioni durante il confronto in classe. Assicuratevi anche di aver compreso il senso dei seguenti concetti: “rifiuti”, “smaltimento” ( Vedi la Lezione 11, p. 69). Riflettete, inoltre, sulle buone pratiche che è possibile attuare per ridurre gli sprechi delle risorse (alimenti e detersivi sfusi, acquisti di prodotti monouso/ riutilizzabili, imballaggi, acqua, energia) attivando la R di Risparmio e riflettete sulle vostre abitudini quotidiane.

1 RICERCA E DOCUMENTAZIONE Ricercate in rete ulteriori informazioni sul rifiuto che vi è stato assegnato e prendete singolarmente appunti sui seguenti temi: � informazioni sui tempi di smaltimento; � riduzione; � riutilizzo; � recupero; � consorzi di recupero; � riciclo; � buone pratiche per il risparmio e lotta agli sprechi. Per condividere il progetto con il tuo gruppo, se lavori al PC, puoi usare la bacheca virtuale di Padlet, o lavorare su documenti condivisi dal tuo account scolastico. Questi materiali vi serviranno poi per progettare il materiale informativo per l’evento.

2 OPERATIVITÀ Avete 20 minuti per condividere la vostra mappa di sintesi e riflettere sul significato delle 4R+1. Organizzatevi poi in 5 gruppi eterogenei che approfondiranno le seguenti tipologie di rifiuti: � carta; � cibo; � plastica; � vetro; � alluminio. Ogni gruppo tratterà inoltre trasversalmente il tema della Riduzione degli sprechi e del Risparmio, anche in riferimento al tema specifico.

2 IDEAZIONE ed elaborazione dei materiali Ognuno dei 5 gruppi elabora graficamente la documentazione raccolta per produrre una brochure informativa e una presentazione da proiettare durante la giornata di sensibilizzazione utilizzando l’applicativo Canva o altri software di progettazione grafica come Power Point, Prezi o simili.

FASE 3. REALIZZAZIONE 1 PREPARAZIONE DELL’INCONTRO Preparate la giornata divulgativa sul tema dello spreco delle risorse e dei rifiuti, ricordandovi di organizzare l’evento, definendo giorno, ora, luogo e durata, e di promuoverlo. Ogni gruppo realizzerà una scaletta degli interventi, stabilendo quale partecipante parlerà di ogni argomento e fissando un tempo massimo per ogni relatore. Ogni gruppo simulerà la presentazione della propria brochure esponendo il lavoro al resto della classe. Riflessione e Autovalutazione del processo e del prodotto È il momento di valutare l’efficacia dei materiali prodotti e il successo o l’insuccesso dell’evento, indicandone le motivazioni. Compilate le tabelle distribuite dal vostro docente scegliendo se valutare il vostro gruppo o dare valutazioni incrociate.

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L’Italia: un caso di studio Geografia fisica 6°

Inno nazionale

10°

12°

SVI Z Z E RA Monte Rosa

Capitale

Roma

Principali città

Roma (2,8 milioni ab.) Milano (1,4 milioni ab.) Napoli (915.000 ab.)

TrentinoP Alto Adige

Bernina Ortles 3905 4050

3343

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Torino

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Venezia SLOVENIA Giulia Trieste Veneto Venezia

Milano Lombardia

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Piemonte A Emilia-Romagna u r gGenovai a P Bologna i Cimone 44° G. di L 2165 P Genova S. MARINO Firenze MONACO Ancona M A R Toscana L I G U R E Marche Perugia Umbria

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CORSICA

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Potenza Basilicata 2248

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Politico e giurista, è Presidente della Repubblica italiana dal 2015. Rieletto nel 2022, è il secondo Presidente più votato di sempre dopo Sandro Pertini

Molise Campobasso Ta

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L’Aquila Abruzzo

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Sergio Mattarella

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Stretto di Messina G. di Catania

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MALTA

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18°

LA FORMA E LE COSTE

Samantha Cristoforetti Astronauta e ingegnera aerospaziale dell’Agenzia Spaziale Europea, è stata la prima donna europea comandante della Stazione Spaziale Internazionale

158

44°

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Caprera

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GRAN SASSO D’ITALIA

CITTÀ DEL ROMA VATICANO Lazio

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40°

POTRESTI CONOSCERE...

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Rumeni, albanesi, marocchini, cinesi, ucraini

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Comunità di origine straniera

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Italiano; sono tutelate diverse minoranze linguistiche

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Lingua ufficiale

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Vetta d’Italia

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59 milioni

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16°

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Popolazione

302.073 km² (esclusi Città del Vaticano e San Marino)

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4635

FR A N C I A

Superficie

14°

GE RMANI A

L’Italia è una penisola dell’Europa meridionale collocata al centro del Mar Mediterraneo con la forma di uno stivale, lungo circa 1300 km. Le sue coste sono lunghe circa 7500 Km e sono sia alte e rocciose sia basse e sabbiose. Comprende anche due grandi isole (la Sicilia e la Sardegna) e alcuni arcipelaghi. A Nord la catena delle Alpi la divide da Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. All’interno della penisola ci sono anche i due Stati indipendenti della Città del Vaticano e della Repubblica di San Marino.


Dati geografici: Italia

Come si organizzano le comunità

L’Italia

ITALIA

6

IL TERRITORIO E LE ACQUE INTERNE Le montagne occupano il 35% del territorio. Alpi e Appennini sono le due principali catene montuose e si sono formate entrambe a partire da 70 milioni di anni fa, ma hanno caratteristiche differenti. Le Alpi sono più elevate (il Monte Bianco raggiunge i 4808 m), con versanti ripidi e cime aguzze. Gli Appennini invece sono meno elevati e più arrotondati. La loro cima più alta è il Gran Sasso (2912 m). Le colline occupano poco più del 40% del territorio e caratterizzano gran parte del Paese, con le loro forme dolci e arrotondate. La maggior parte di esse è composta da rocce sedimentarie. Le pianure costituiscono solo un quarto del territorio e sono perlopiù di origine alluvionale, cioè generate dai detriti depositati dalle acque dei fiumi. La più estesa (46.000 km² circa) è quella Padana, attraversata dal Po, che è il maggior fiume del nostro Paese, nasce dal Monviso e (dopo aver percorso 652 km) sfocia nel mar Adriatico. Gli altri fiumi italiani, eccetto il Tevere, l’Adige e l’Arno, sono perlopiù brevi e scarsamente navigabili. La loro forte pendenza, però, li rende utili per la produzione di energia idroelettrica. In Italia anche i laghi non sono di grandissime dimensioni. I più ampi si trovano ai piedi delle Alpi e sono di origine glaciale, come il lago Maggiore, quello di Como e il Garda, che con i suoi 370 km² è il più esteso del Paese.

Rocce sedimentarie Rocce formate da detriti sedimentati, cioè depositati, sul fondo di antichi mari e poi emersi con le orogenesi.

La Pianura Padana, di origine alluvionale

La montagna più elevata della Sicilia è l’Etna, il vulcano attivo più alto della placca eurasiatica (3326 m)

LEGENDA

Gli ambienti climatici Il clima in Italia è generalmente mite: le temperature superano raramente i 40° C d’estate e solo in alcune località montane scendono oltre -10° C in inverno. Il territorio italiano, però, è molto esteso da Nord a Sud e con altitudini molto varie, ha perciò diverse regioni climatiche. � regione alpina: ha un clima tipico delle elevate altitudini, con inverni lunghi, freddi e nevosi ed estati brevi e fresche; � regione padana: ha un clima continentale con inverni freddi e molta nebbia ed estati calde e afose (con un’aria calda e umida); � regione appenninica: a nord le temperature sono più basse e le precipitazioni più abbondanti, a sud fa più caldo e le precipitazioni sono scarse; � regione adriatica: ha un clima mitigato dalla presenza del mare, ma freddo in inverno a causa delle correnti d’aria provenienti dall’Europa orientale; � regione ligure-tirrenica: ha inverni ed estati miti, con precipitazioni decrescenti da nord a sud; � regione meridionale e insulare: ha inverni miti ed estati calde, con scarse precipitazioni e una siccità (carenza di pioggia, acqua e umidità) problematica.

Regione climatica alpina Regione climatica padana Regione climatica appenninica Regione climatica adriatica Regione climatica ligure-tirrenica Regione climatica meridionale e insulare

Le regioni climatiche dell’Italia

159


L’Italia: un caso di studio

Popolazione, società e cultura Trento

Aosta

Milano

Torino

Genova

Venezia

LA POPOLAZIONE ITALIANA

Trieste

In Italia vivono circa 59 milioni di persone, per una densità media di 195 ab./km², una delle più alte del continente. La distribuzione della popolazione sul territorio non è omogenea: sono densamente abitate le fasce pedemontane della Pianura Padana (soprattutto nell’area milanese), quelle costiere (soprattutto intorno a Roma e a Napoli) e alcune aree collinari; poco popolate sono la catena alpina e quella appenninica. Le pianure, dunque, raggiungono le massime concentrazioni abitative: ospitano, infatti, quasi la metà degli italiani, pur occupando meno di un quarto del territorio.

Bologna Ancona

Firenze Perugia

L’Aquila

ROMA

Campobasso Bari Potenza

Napoli

Cagliari Catanzaro M

A

Palermo

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M

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La carta mostra la distribuzione della popolazione italiana. Le aree più popolate sono quelle intorno alle grandi città (Milano, Roma, Napoli…)

A Roma, cuore di una rete monocentrica, vive quasi metà della popolazione del Lazio

L’Italia vanta, inoltre, una lunga tradizione urbana, che fin dall’antichità ha spinto la popolazione a concentrarsi in città come Bologna, Ferrara, Firenze, Milano, Napoli, Pavia, Ravenna, Roma ecc. Ma il più consistente fenomeno di inurbamento si è avuto dopo la Seconda guerra mondiale, quando il Paese ha conosciuto un intenso sviluppo industriale: nel 1951, infatti, il tasso di urbanizzazione era del 52%, mentre oggi è superiore al 70%. Questo processo migratorio ha favorito la crescita soprattutto delle città del nord, dove più rapido è stato lo sviluppo dell’industria. In particolare Torino, Genova e Milano si sono ingrandite al punto da inglobare molti dei territori limitrofi, che si sono trasformati in periferie cittadine. Ciononostante sono i comuni più piccoli gli insediamenti prevalenti nel Paese: oltre il 70% non supera i 5 mila abitanti e solo lo 0,6% ne ha più di 100 mila.

LE LINGUE PARLATE IN ITALIA La lingua ufficiale del nostro Stato è l’italiano. La sua ufficialità, però, è stata riconosciuta solo nel dicembre del 1999. Quando nel 1861 nacque il Regno d’Italia, su 26 milioni di italiani solo 600 mila sapevano parlare la lingua nazionale (circa il 2,3%); tutti gli altri conoscevano solo il proprio dialetto. Nell’arco di 100 anni, però, quasi tutti nel nostro Paese hanno imparato l’italiano, soprattutto grazie agli atti amministrativi ufficiali, all’istruzione obbligatoria, ai giornali nazionali, al servizio militare e ai mezzi di comunicazione di massa (cinema, radio e televisione), che hanno reso familiare a tutti la lingua parlata. Sempre nel dicembre 1999, la legge italiana ha riconosciuto l’importanza delle minoranze linguistiche: 3 milioni di parlanti (il 5% della popolazione) appartengono a minoranze diffuse in quasi tutte le regioni italiane, come quella tedesca nell’Alto Adige, quella francese in Valle d’Aosta e così via ( Vedi la Lezione 19 dell’Unità 4). Alcuni cartelli stradali bilingui (tedesco-italiano) vicino a Bolzano.

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Come si organizzano le comunità

ITALIA

6

GLI ITALIANI DALL’UNITÀ A OGGI Dall’Unità (1861) a oggi, la popolazione italiana è passata da 26 a 59 milioni di individui. Una crescita rapidissima si è avuta tra il 1861 e il 1971, grazie a un elevato tasso di natalità e al calo della mortalità, dovuto ai progressi della medicina, a un’alimentazione più ricca e varia e a case più confortevoli. Perciò si è allungata anche la speranza di vita, che è passata dai 30 anni del 1861 agli attuali 83. Dal 1965 l’incremento della popolazione ha iniziato a rallentare, perché, in seguito al boom economico e alle trasformazioni socio-culturali, è calato molto il tasso di natalità, tanto che dal 1993 il saldo naturale è negativo. Tuttavia, il numero delle persone che vivono nel nostro Paese non è diminuito, a causa della crescente immigrazione. Gli stranieri presenti in Italia (e regolarmente registrati) sono più di 5 milioni e il nostro è diventato uno Stato multietnico. In realtà l’Italia è stata a lungo un Paese povero e di emigranti. Dalla metà del XX secolo, però, questa tendenza si è invertita: il cosiddetto “miracolo economico” (uno straordinario sviluppo industriale) ha generato prima flussi migratori interni e dagli anni Ottanta ha attirato immigrati da altri Paesi.

La parità di diritti tra donne e uomini è un diritto affermato dalla Costituzione Italiana, ma la parità effettiva resta molto lontana. Sul lavoro, per esempio, le maggiori cariche e gli impieghi più pagati sono destinati perlopiù agli uomini e conciliare vita e lavoro per le donne è spesso complesso

Le religioni in Italia

La Costituzione italiana riconosce ai cittadini la libertà di religione e afferma che tutte le confessioni sono ugualmente libere di fonte alla legge. I rapporti tra Stato italiano e Chiesa Cattolica sono regolati da un Concordato, una particolare forma di trattato promulgato nel 1929 e poi rinnovato nel 1984 per adeguarlo al quadro costituzionale, ispirato alla laicità dello Stato. L’85% degli italiani si dichiara cristiano cattolico, anche se la percentuale dei prati-

canti è decisamente inferiore. Circa il 10% della popolazione afferma di non aderire ad alcuna religione; un terzo di questi si definisce “ateo”. In Italia ci sono molte minoranze religiose. Quella musulmana è la più numerosa con circa 2,2 milioni di fedeli, seguita dalla cristiana ortodossa con 1,8 milioni di credenti, dalla cristiana protestante (607 mila), dai Testimoni di Geova (426 mila) e da quella ebraica (41 mila).

Celebrazione della Giornata mondiale della pace in Piazza San Pietro

Un gruppo di fedeli musulmani in preghiera, a Roma

161


L’Italia: un caso di studio Un allevamento di mucche di razza chianina in Toscana

Economia IL RUOLO DELL’ITALIA E IL SETTORE PRIMARIO

Campi di mais colpiti dalla siccità in Umbria

Alcune grandi imprese italiane sono gestite dai membri di una sola famiglia, come Ferrero, Barilla o Benetton

L’Italia è oggi uno dei dieci Stati più ricchi del mondo (per PIL pro capite). Il suo peso nell’economia mondiale è cambiato enormemente dopo la Seconda guerra mondiale e oggi fa parte del gruppo delle maggiori economie avanzate (G7). Il settore primario in Italia occupa oggi pochi addetti (il 4% dei lavoratori) e produce circa il 2% del PIL; tecniche e strumenti avanzati consentono buoni rendimenti con pochi lavoratori. L’area più produttiva è la Pianura Padana, dove grandi aziende agricole coltivano cereali e soia, spesso usati come foraggio negli allevamenti intensivi. Nelle altre zone d’Italia le aziende hanno dimensioni inferiori; nelle aree a clima mediterraneo si coltivano prevalentemente vite, ulivo, agrumi, ortaggi e grano duro. Nell’Italia centro-meridionale e sulle isole è molto diffuso l’allevamento ovino e caprino. È importante anche la pesca, sia tradizionale sia con strumentazioni moderne. La presenza della fauna ittica nel Mediterraneo, però, è oggi molto ridotta a causa della pesca eccessiva e dell’inquinamento. L’Italia è il terzo Paese dell’UE per valore della produzione agricola dopo Francia e Germania. I nostri prodotti hanno un notevole valore economico per la loro alta qualità: l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP). L’agricoltura biologica è in forte crescita.

IL SETTORE SECONDARIO Povera di risorse energetiche e minerali metallici, l’Italia si è industrializzata a partire dalla fine dell’Ottocento. Oggi il settore produce il 25% del PIL e occupa circa il 27% della popolazione attiva, perlopiù impiegato in imprese piccole o medie. In Lombardia, Piemonte e Liguria il sistema industriale risale all’Ottocento e comprende anche alcune grandi industrie. Il Veneto e l’Emilia-Romagna, invece, hanno un fitto tessuto di imprese medio-piccole, oggi molto vitali e dinamiche. Alcuni grandi complessi industriali sono sorti nel meridione e nelle isole per iniziativa dello Stato, nel tentativo di ridurre gli squilibri regionali. In tutto il settore secondario il numero di addetti sta diminuendo per l’uso di macchinari controllati da computer, che riducono la necessità di manodopera. Inoltre parte della produzione è stata delocalizzata in altri continenti o nell’Europa orientale, dove la manodopera e le tasse sono meno care. Molti prodotti italiani di design sono considerati di eccellenza per l’alta qualità, lo stile e la cura ed esportati in tutto il mondo: il made in Italy è uno dei maggiori punti di forza del settore. L’Italia è tra i massimi produttori mondiali di macchine per l’industria, medicinali, autoveicoli, prodotti e articoli di alta moda. Hanno grande prestigio i prodotti agroalimentari tipici (come il Parmigiano Reggiano) e le produzioni artigianali. Una Vespa Piaggio, simbolo del “made in Italy”

162


Come si organizzano le comunità

6

ITALIA

IL SETTORE DEI SERVIZI Oggi il 69% dei lavoratori italiani è impiegato nel settore terziario, che produce quasi i tre quarti della ricchezza del Paese. In Italia l’attività del terziario più importante per numero di lavoratori e imprese è il commercio, che ha visto molte trasformazioni importanti: i piccoli negozi e le imprese familiari stanno diminuendo a vantaggio dei grandi centri commerciali e della vendita su Internet (e-commerce). È rilevante anche il settore immobiliare per la compravendita di abitazioni. Inoltre il turismo, duramente colpito dalla pandemia, è nuovamente sviluppato e redditizio. Nell’ambito dei trasporti sono grandi le differenze tra le servitissime regioni settentrionali e le carenti strutture di quelle meridionali. Le regioni del Nord Italia offrono i servizi più avanzati nei settori finanziario, bancario, delle assicurazioni e delle telecomunicazioni. Nelle città sono molto rappresentate le attività professionali, scientifiche e tecniche. Il settore pubblico impiega molti italiani (circa 3,5 milioni) e gestisce attraverso gli uffici della pubblica amministrazione ciò che i cittadini versano allo Stato pagando le tasse. Questi soldi servono per erogare le pensioni agli anziani e agli invalidi, e a versare indennità ai lavoratori in malattia e alle lavoratrici in gravidanza. I servizi pubblici offerti dallo Stato includono scuola, sanità, poste, giustizia e difesa.

Molte professioni del terziario, scarsamente qualificate, sono poco retribuite nonostante il forte impegno richiesto

L’Italia è tra i Paesi più visitati al mondo, grazie al suo ricchissimo patrimonio artistico e alla varietà dei suoi paesaggi

Valle d’Aosta Dopo aver studiato questa Lezione, rispondi alle seguenti domande. � Quali sono le principali differenze tra Alpi e Appennini? Le Alpi sono più elevate, con versanti ripidi e cime aguzze � Qual è la più grande pianura italiana? Quale fiume la attraversa? La Pianura Padana; Il Po � Quali vantaggi offrono i corsi d’acqua italiani? La loro forte pendenza li rende utili per la produzione di energia idroelettrica � Quali sono le aree più popolate d’Italia? Sono molto popolate la fascia pedemontana della Pianura Padana, le aree costiere e alcune aree collinari � Qual è la minoranza religiosa più numerosa? I musulmani � In quali regioni si trovano le maggiori industrie? In Lombardia, Piemonte e Liguria � Qual è il settore più produttivo? Il terziario, che produce i tre quarti della ricchezza del Paese � Dove si localizza la maggior parte dei servizi avanzati? Nelle regioni settentrionali

Lombardia

Piemonte

Friuli-Venezia Giulia

Trento

Aosta

Trieste

Veneto Emilia-Romagna

Liguria

Marche

Toscana

Abruzzo

Umbria

Molise Lazio Campania Cagliari

L’Italia è uno Stato unitario che riconosce e promuove le autonomie locali: agli organi centrali dello Stato si affiancano le amministrazioni periferiche delle Regioni. Osserva la carta delle regioni italiane (15 a statuto ordinario e 5, evidenziate, a statuto speciale) e scrivi i loro nomi.

Trentino-Alto Adige

Sardegna

Puglia

Basilicata Palermo

Calabria Sicilia

163


UNITÀ

Paesi dell’Europa e del mondo Guarda la presentazione dell’autore

C

ari umani, vi siete organizzati in popoli e avete creato circa 200 Stati per la vostra necessità di vivere insieme e di collaborare. Io vi ho messo a disposizione risorse differenti nelle diverse regioni del mondo: climi, morfologie, terreni, acque e sottosuoli sono talmente vari da determinare stili e condizioni di vita molto lontani gli uni dagli altri. Voi, d’altra parte, siete stati in grado di adattarvi a ogni ambiente, di sviluppare modi diversi di relazionarvi con me, e di inventarvi una grande varietà di culture. La geografia regionale si occupa proprio di questo: studia i Paesi e le macroregioni con le loro peculiarità, e permette di comprendere e confrontare fenomeni e popoli diversi. Evidenzia, per esempio, che l’Arabia Saudita sfrutta i sottosuoli dei propri deserti per ricavarne petrolio e arricchirsi, o che in diversi Stati dell’Africa molti esseri umani muoiono per la mancanza di acqua e di risorse sufficienti per vivere. E, ancora, confronta Stati con forme di governo diverse e con territori densamente popolati o quasi disabitati e analizza sia economie agricole ancora dedite all’allevamento, sia altre all’avanguardia nei nuovi sviluppi della tecnologia informatica. Imparerete così che il segreto della bellezza del mondo sta proprio nella sua grande varietà, che io e voi abbiamo creato e ogni giorno creiamo insieme, e della quale sono molto orgogliosa.

Vostra madre Terra 170

Europa

Francia • Germania Spagna • Russia Ucraina

America

Stati Uniti

Asia

Cina

Africa

Nigeria

Oceania

Australia


Un planisfero creato rielaborando i dati di un’immagine satellitare della superficie terrestre (NASA)

LO SAPEVI CHE…? RECORD A COLPO D’OCCHIO Tutti sappiamo quali sono i 5 continenti abitati, ma non tutti sono in grado di tracciarne i confini... Sull’immagine del planisfero provate a indicare, oltre ai nomi dei continenti: � le linee che delimitano i territori di ciascun continente; � il continente non abitato; � i nomi degli oceani e dei principali mari; � la posizione di New York, Tokyo, Londra, Pechino e Rio de Janeiro; � le aree interessate da Nilo, Rio delle Amazzoni, Ande, Alpi e Himalaya; � alcuni punti importanti per il commercio internazionale (con l’aiuto di un Atlante): Canale di Suez, Canale di Panama, Stretto di Gibilterra e Dardanelli.

Il Paese più esteso FEDERAZIONE RUSSA

Il Paese più piccolo CITTÀ DEL VATICANO

17 milioni di km

0,44 km

Il Paese più ricco: LIECHTENSTEIN

Il Paese più povero: SOMALIA

ca. 180.200 $ USA per ab Fonte: Calendario Atlante, 2023

118 $ USA per ab

171


Isole Svalbard Novaja Zemlja

Mar Glaciale Artico

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172

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EUROPA

Paesi dell’Europa e del mondo

7

EUROPA SETTENTRIONALE Questa regione, per lo più circondata dai mari, comprende i Paesi scandinavi, il Regno Unito e i Paesi baltici. Il clima rigido è dovuto alla elevata latitudine e alla presenza di montagne, ma è lievemente mitigato dall’influsso della Corrente del Golfo. Oggi i Paesi scandinavi sono quelli con la migliore qualità della vita nel continente, grazie a economie avanzate e a efficienti amministrazioni. Le isole Lofoten in Norvegia

EUROPA CENTRALE

Mar aspio

Il Reno è una delle vie fluviali più importanti per il trasporto merci in Europa

Questa regione comprende un’ampia fascia pianeggiante che si estende dall’Oceano Atlantico fino ai Monti Urali, interrotta solo da pochi e bassi rilievi. Ha un clima temperato; a Ovest il clima è più piovoso per l’influsso delle acque dell’oceano. È attraversata da molti corsi d’acqua navigabili, lungo i quali sono sorte le principali città. Oggi è una delle aree più ricche del pianeta, soprattutto nella sua parte occidentale.

caso

EUROPA MERIDIONALE

Il palazzo di Cnosso, a Creta (in Grecia)

Questa regione comprende le tre penisole iberica, italiana e balcanica. I rilievi sono i più alti del continente e le pianure e si trovano soprattutto lungo le coste del Mar Mediterraneo, che crea un clima temperato prevalentemente caldo e secco. I fiumi sono perlopiù corti e nel loro ripido corso montano favoriscono la produzione di energia idroelettrica. Lungo le coste mediterranee si sono formate civiltà del passato molto evolute grazie ai contatti con numerose popolazioni.

173


Francia Mare del Nord

REGNO UNITO

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GERMANIA

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Forma di governo

Repubblica presidenziale (democrazia)

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Lingua ufficiale

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Principali città

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Capitale

Parigi (ca. 12,6 milioni di abitantiagglomerato urbano)

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Popolazione

Comunità di origine straniera

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Mediterraneo Ajaccio

Napoleone Bonaparte Il generale che sconvolse l’intera Europa tra Settecento e Ottocento

Marie-José Pérec Ex atleta francese nata nell’isola di Guadalupe vincitrice di tre medaglie d’oro olimpiche e due titoli mondiali nei 200 e 400 metri piani

174

TERRITORIO La Francia è il Paese più esteso dell’Europa occidentale. Le dimensioni del territorio e la sua collocazione rendono piuttosto vari gli ambienti della Francia. Si va dalle lunghe coste atlantiche con un clima oceanico alla riviera mediterranea dove il clima è assai più mite. Il centro-nord del Paese è quasi interamente pianeggiante o attraversato da dolci colline e ha un clima continentale. A sud e a sud-est invece si trovano ben tre distinte catene montuose, interrotte da alcune fasce pianeggianti: i Pirenei, gli antichi rilievi del Massiccio Centrale e le Alpi, che includono la cima più alta d’Europa, il Monte Bianco (4810 metri). Molte delle principali città francesi sorgono sulle rive dei maggiori fiumi navigabili, come la Loira, la Senna, il Rodano e la Garonna.

DOVE SI VIVE L’81% dei francesi vive in centri urbani. Si concentra in particolare nelle maggiori città come Parigi, Lione, Marsiglia, Bordeaux, Tolosa, e nei sobborghi che le circondano. Piuttosto popolata è anche la Costa Azzurra sul Mar Mediterraneo. Nelle altre aree del Paese la popolazione vive invece perlopiù in paesi e villaggi.


Paesi dell’Europa e del mondo

Dati geografici: Francia

Veduta aerea della città di Parigi

L’ÎLE DE FRANCE

È la regione della capitale Parigi e dei suoi sobborghi. È una zona molto costruita e densamente abitata, che costituisce il cuore economico e politico della Francia e la metropoli più grande dell’intera Europa. Si tratta di una regione assai ricca, anche se a quartieri molto benestanti si alternano periferie più degradate, popolate soprattutto da persone di origine straniera. Negli ultimi anni Parigi si è sforzata molto di ridurre il traffico.

LA FRANCIA NORD-ORIENTALE

La città antica di Strasburgo

È la fascia del Paese che corre lungo il confine con il Belgio, il Lussemburgo e la Germania. Erano zone storicamente ricche e industrializzate, anche grazie alle presenza di molte miniere di carbone e ferro, ma ora sono in fase di declino economico. Il punto più settentrionale della regione, Calais, fronteggia la Gran Bretagna ed è collegato a essa da traghetti e da un tunnel ferroviario sottomarino.

LE ALPI E I PIRENEI

Le Alpi francesi e il Monte Bianco

Disposte l’una a sud-est e l’altra a sud-ovest del Paese, sono due zone di vera e propria montagna. Le cime superano in più punti i 3000 metri e culminano nel massiccio del Monte Bianco. Il clima e l’ambiente sono alpini: le pendici delle montagne sono ricoperte da boschi e il clima è fresco d’estate e freddo d’inverno. Sono zone poco abitate e in alcuni tratti selvagge. Tra le Alpi si apre anche il Lago di Ginevra.

LE REGIONI ATLANTICHE

FRANCIA

7

Capo Fehel in Bretagna

La vicinanza con l’oceano rende il clima sempre piuttosto umido e fresco. Le coste sono perlopiù basse e sabbiose, e in alcuni casi sono interessate da maree molto evidenti. Al nord si elevano anche scogliere e si trovano alcune penisole, tra cui la Bretagna. Questa area ospita antiche città di mare come Bordeaux e Nantes, ma anche il più grande porto del Paese, Le Havre.

La città di Lione lungo il fiume Saone

LA FRANCIA DELL’INTERNO A volte la si definisce anche “Francia profonda”: sono territori perlopiù pianeggianti o collinari dove prevalgono le campagne coltivate, che di tanto in tanto lasciano spazio a graziosi villaggi – ma anche alla dinamica città di Lione. Si tratta di regioni fortemente legate alle tradizioni alimentari, tra cui spiccano i vini, i formaggi e le preparazioni a base di carne. La zona del Massiccio Centrale è in parte ricoperta da boschi.

LE REGIONI MEDITERRANEE

La riserva naturale di Scandola in Corsica

È la zona della Francia con il clima più mite e asciutto, pure d’inverno. Anche per questo è una meta turistica estremamente popolare. Qui si trovano la terza e la quarta maggiore città del Paese – Marsiglia e Tolosa – e l’isola più grande, la Corsica. Alle pianure coltivate e alle zone umide si affiancano montagne anche piuttosto aspre. Notevole l’influenza culturale di Italia, Spagna e Nordafrica. 175


Francia DI COSA SI VIVE Agricoltura – La Francia è il maggiore produttore agricolo dell’UE. Molti terreni sono dedicati ai cereali, alla frutta e alla verdura, ma spiccano in particolare i vigneti, da cui si ricavano vini molto apprezzati. Sono sviluppati anche i settori della silvicoltura (cioè la coltivazione di boschi), dell’allevamento e della pesca. Molto più modesto è invece il settore minerario per via della bassa disponibilità di risorse. La Francia fa molto affidamento sulle centrali nucleari per produrre energia, e per questo è tra i Paesi europei che consuma meno combustibili fossili e che genera meno emissioni di CO dal settore energetico. Industria – Sono attive aziende in un po’ tutti i settori industriali, a partire da quelli che producono materiali di base o trattano le fonti energetiche, come TotalEnergies. Spiccano però in particolare le aziende meccaniche, che includono grandi marchi automobilistici, di pneumatici e aeronautici. Altri settori di eccellenza sono quelli dell’industria chimica e militare. Le aziende francesi sono ai primi posti al mondo anche per quanto riguarda la moda, la cosmetica e gli articoli di lusso (L’Oréal, Louis Vuitton, Chanel). Una particolarità dell’industria francese è che molte grandi compagnie sono fortemente legate allo Stato, quindi il governo può esercitare un’influenza significativa sull’economia. Terziario – La Francia ospita alcuni tra i maggiori gruppi bancari e assicurativi d’Europa, grandi catene di supermercati e centri commerciali, compagnie di trasporti efficenti e all’avanguardia e una miriade di altre attività rivolte a cittadini o imprese. A esse si affianca un settore pubblico piuttosto esteso, che comprende tra gli altri grandi centri di ricerca e istituzioni culturali. La Francia è inoltre il primo Paese al mondo per arrivi turistici, grazie alla presenza di un patrimonio naturale e monumentale di rilievo, e all’organizzazione capillare dell’accoglienza dei visitatori, con un’offerta eccezionale di strutture alberghiere per tutte le esigenze.

Le centrali nucleari La Francia è il Paese al mondo che più fa affidamento sulle centrali nucleari per produrre energia: le 18 centrali presenti sul suo territorio generano infatti circa il 70% dell’energia elettrica complessiva, parte della quale viene esportata. Anche se l’energia nucleare provoca molte meno emissioni nocive rispetto ad altre tecnologie, il governo punta a ridimensionare il suo peso per aumentare invece la quota di energia derivante da fonti rinnovabili. Il minerale necessario per alimentare le centrali nucleari francesi, l’uranio, viene importato da Paesi extraeuropei.

176

Distesa di vigneti nella regione della Champagne dalle cui uve si ottiene il famoso vino.

L’enorme museo del Louvre a Parigi custodisce circa 12.000 dipinti e molte altre opere e reperti provenienti da gran parte dell’Europa e dell’Asia


Paesi dell’Europa e del mondo

FRANCIA

7

COME SI VIVE La Francia spicca in Europa per il tasso di fecondità: il numero medio di figli per donna è tra i più alti di tutto il continente, grazie a politiche sociali attente alle esigenze delle famiglie. All’interno dell’UE la Francia conta il maggior numero di immigrati di seconda generazione, discendenti soprattutto da famiglie dell’Africa settentrionale o occidentale. La Francia è tradizionalmente un Paese con un forte senso di orgoglio nazionale, in parte alimentato dalle pagine più entusiasmanti della sua storia, come la rivoluzione del 1789, che diffuse in Europa gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità. È uno dei più antichi Stati al mondo ed è da secoli tra le principali potenze europee. Anche se su scala globale è ormai un Paese relativamente piccolo, dispone di armi nucleari ed è molto attivo negli affari internazionali. Il Presidente della repubblica è spesso una figura molto carismatica. Lo Stato francese è assai centralizzato e non riconosce molta autonomia ai territori che lo compongono. Le istituzioni si sforzano inoltre di ridurre le differenze culturali e religiose interne al Paese, che sono aumentate con le immigrazioni e che in alcuni casi generano tensioni nelle periferie più difficili. Per esempio, la Francia ha addirittura vietato alle persone di indossare simboli religiosi come il velo islamico nelle scuole pubbliche. Le istituzioni cercano anche di limitare le influenze culturali straniere, contrastando l’uso della lingua inglese. Indice di sviluppo umano Emissioni di CO pro capite % di energia da fonti rinnovabili

Principali esportazioni

0,903 (28° posto) 4,4 t (2019) 23,6% macchinari, velivoli e loro parti, materiale e apparecchiature elettriche ed elettroniche, farmaceutici, veicoli e loro parti, prodotti chimici, ferro e acciaio, automobili, plastica, cosmetici e profumi, apparecchi ortopedici/elettromedicali e di precisione, cereali, abbigliamento e accessori, vino, derivati del petrolio, gioielli e preziosi

Un murales di Seth, celebre street artist francese che abbellisce con le sue opere gli edifici dei quartieri più degradati e poveri delle città, come le periferie (banlieue)

1 Completa il seguente testo sottolineando le alternative corrette.

La Francia ha un territorio molto vario che spazia dal Mediterraneo / Mar Baltico all’Atlantico, caratterizzato da un clima rigido / oceanico. Il Paese è quasi interamente costituito da montagne / pianure su cui scorrono fiumi navigabili come la Loira o la Senna.

2 Indica se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE.

La Francia è il Paese più esteso d’Europa dopo la Russia. La Francia ha una scarsa urbanizzazione. � I fiumi sono collegati da canali navigabili. � L’Ile de France è la zona della capitale. � La Francia fa affidamento sulle centrali nucleari per produrre energia. � Molte grandi compagnie sono private. � La Francia spicca per il tasso di fecondità. � �

3 Seleziona la o le affermazioni corrette.

La Francia è una monarchia costituzionale. il maggior produttore agricolo della UE. ai primi posti per la produzione di articoli di lusso. d. ricca di uranio che impiega per il nucleare. e. il primo Paese per arrivi turistici. f. un Paese privo di orgoglio nazionale. �

a. b. c.

4 Completa le frasi usando alcuni tra i seguenti aggettivi.

periferiche � costiere � interne � urbane � orgoglio � differenze La maggior parte dei francesi vive in aree urbane . I francesi hanno un forte senso di orgoglio nazionale. Le istituzioni vogliono ridurre le differenze culturali e religiose nel Paese. Le regioni interne sono poco popolate. Le regioni costiere hanno un’alta densità abitativa. Le aree periferiche di Parigi sono molto degradate.

La splendida abbazia di Mont Saint Michel, famosa per il fenomeno delle maree; quando cresce il livello delle acque il monte resta isolato dalla costa

177


Germania DAN I MARCA

Inno nazionale

I. Fri

357.588 km²

Popolazione

ca. 83,2 milioni

Capitale

Berlino (ca. 4,7 milioni di abitanti – agglomerato urbano)

Principali città

Amburgo, Monaco, Colonia, Francoforte

Lingua ufficiale

Tedesco

Forma di governo

Repubblica federale (democrazia)

Comunità di origine straniera

Kiel

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Turchi, polacchi, siriani

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A U S T R I A

TERRITORIO Ludwig van Beethoven Celebre compositore musicale. Il suo Inno alla Gioia è diventato l’inno dell’UE

La Germania è uno dei Paesi europei più estesi e quello che confina con il maggior numero di Stati europei: Francia, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi a Ovest; Danimarca a Nord; Polonia e Cechia a Est; Austria e Svizzera a Sud. Tranne che per l’estremo margine meridionale, contornato dalle Alpi, la Germania non ha rilievi molto elevati. A nord si estende l’ampia pianura del Bassopiano Germanico; nel resto del Paese pianure e colline si alternano ad altopiani e antiche montagne, come il Massiccio Scistoso Renano o la Selva Nera. Circa un terzo della superficie tedesca è protetto da parchi naturali. Il territorio è attraversato da numerosi e lunghi fiumi, tra cui i principali sono il Reno, il Danubio, l’Elba e l’Oder. Un canale molto importante collega il Reno con il Danubio: è così possibile navigare dal Mare del Nord al Mar Nero.

DOVE SI VIVE Angela Merkel Politica tedesca, ex cancelliere federale della Germania (2005-2021), ha svolto un ruolo di primo piano nell’Unione Europea

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Russia a parte, la Germania è il Paese europeo più popoloso. Il 77% degli abitanti vive nelle aree urbane. La capitale è Berlino. La Germania è una repubblica federale costituita da diversi stati (16 Länder). Altri grandi centri urbani sono Amburgo al Nord e Monaco di Baviera a Sud. Anche se rimangono alcuni centri antichi, molte città tedesche furono fortemente danneggiate dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale e hanno dunque un aspetto moderno.


Paesi dell’Europa e del mondo

Dati geografici: Germania

BERLINO

La porta di Brandeburgo a Berlino

Dopo decenni difficili in cui la città era rimasta divisa a metà da un muro e controllata dalle potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale, Berlino è tornata capitale della Germania nel 1999 e ospita alcune delle principali istituzioni del Paese. Ha un costo della vita più basso di altre città tedesche e anche per questo attira molti studenti e artisti, che alimentano una vivace cultura alternativa a quella di massa. È una città molto vivibile, ricca di parchi e piste ciclabili. Si ipotizza di scoraggiare ulteriormente il traffico automobilistico privato.

LA GERMANIA DELL’OVEST

La città di Francoforte

La regione è dominata dall’enorme conurbazione della Ruhr, cresciuta a dismisura dalla metà dell’Ottocento grazie alle moltissime industrie attive nella zona – legate soprattutto alla siderurgia e alimentate dall’abbondanza di carbone locale. Oggi molte aziende hanno chiuso o si sono riconvertite e l’economia della regione è più varia, ma è rimasta dinamica. Poco più a Sud si trova Francoforte, che ospita il maggior aeroporto e il maggior centro finanziario della Germania, nonché la sede della Banca Centrale Europea e molte grandi fiere.

LA GERMANIA DEL NORD

GERMANIA

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Mulini a vento nell’area agricola dello Schleswig-Holstein

A parte Amburgo e Brema – i cui porti disposti lungo profondi estuari sono molto grandi e trafficati – le regioni settentrionali sono tra le zone più tranquille del Paese: graziose cittadine di provincia; pianure attraversate da fiumi, canali e moltissimi laghetti; lunghe spiagge e molte piccole isole ideali per osservare gli uccelli o fare attività all’aria aperta. Il clima è oceanico e il vento viene sfruttato sempre di più per produrre energia eolica. Nella zona più vicina alla Danimarca vive una minoranza di lingua danese.

LA GERMANIA DELL’EST

La città di Dresda

In passato la Germania si estendeva di più verso Est e questi Länder costituivano il cuore del Paese: ancora oggi l’area conserva importanti testimonianze culturali in città come Dresda o Weimar. Questa regione fu poi governata da un regime comunista fino al 1989, rimanendo separata dal resto della Germania per quasi mezzo secolo. La brusca caduta del regime ha garantito più diritti e libertà, ma ha anche generato una forte disoccupazione, soprattutto nelle campagne; ne sono derivate migrazioni interne e problemi socio-economici.

LA GERMANIA DEL SUD

Le Alpi Bavaresi

È occupata in gran parte dalla Baviera, il più grande Land tedesco. È una tra le aree più ricche del Paese, grazie alle numerosissime industrie, tra cui spiccano i grandi marchi automobilistici come Mercedes-Benz e BMW. Anche l’agricoltura è molto produttiva, per il clima relativamente mite: si coltiva anche la vite. In queste regioni si trovano le montagne e il lago principali della Germania, cioè le Alpi e il Lago di Costanza, entrambi condivisi con la Svizzera e l’Austria. 179


Germania DI COSA SI VIVE Risorse naturali – Pur essendo assai produttiva, l’agricoltura ha ormai un peso economico molto limitato; si coltivano soprattutto cereali e patate, protagoniste della cucina locale insieme alle carni derivate dall’allevamento. La Germania ha potuto contare a lungo su vasti giacimenti di carbone, che però sta abbandonando per ragioni ambientali; i combustibili fossili sono perlopiù importati. È in corso una transizione energetica che prevede l’abbandono delle centrali nucleari e a carbone: quasi il 50% dell’energia elettrica ormai deriva da fonti solari o eoliche. Con la crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina, il programma della transizione si è rallentato. Industria – La Germania è tra i Paesi al mondo che esportano più merci: anche in Italia è molto frequente imbattersi in beni usciti dalle sue fabbriche. Per esempio, l’industria automobilistica tedesca comprende marchi come Volkswagen, Mercedes-Benz, Audi, e così via, mentre Siemens, Bosch e Bayer sono tra i molti protagonisti dell’industria meccanica, elettronica e farmaceutica. Le compagnie tedesche sono competitive anche in numerosi altri ambiti, tra cui quello siderurgico. Alle grandi aziende si affiancano tante società di medie e piccole dimensioni; gli operai sono generalmente ben retribuiti e coinvolti nella gestione delle fabbriche. Terziario – È il settore che genera più ricchezza. Banche e società assicurative hanno un ruolo di primo piano in Europa, anche perché le aziende tedesche godono generalmente di una reputazione di affidabilità e solidità. Sia le università sia le aziende investono molto in ricerca, conseguendo importanti risultati: per esempio, la tecnica mRNA usata dai vaccini contro il Covid-19 era stata messa a punto in Germania. La spinta all’innovazione coinvolge anche altri campi: per esempio, sono tedesche la società di trasporti Flixbus e la società di e-commerce Zalando. A differenza di molti Paesi europei, gli arrivi turistici dall’estero non sono invece così numerosi.

Il mare di Wadden bagna la costa tedesca del mare del Nord. Qui si trovano lagune, pianure sabbiose e isole che cambiano continuamente forma con le maree

La Germania è uno dei maggiori produttori di carne bovina in Europa

L’impianto chimico e il quartier generale della Bayer a Leverkusen

Un campo di pannelli fotovoltaici in Germania. Si tratta del primo Paese europeo per la produzione di energia solare

Campi fotovoltaici Attraversando la Germania è ormai molto comune vedere pannelli solari installati su ampie aree di prato o campi. Anche se la Germania gode di meno ore di sole rispetto ai Paesi europei più meridionali, il governo tedesco punta molto sull’energia solare e la favorisce anche dal punto di vista economico. Alcuni agricoltori stanno sperimentando modi creativi per combinare dei pannelli fotovoltaici – che rimangono sollevati da terra – con le coltivazioni sottostanti, che in certi casi traggono beneficio dall’ombreggiatura.

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Paesi dell’Europa e del mondo

GERMANIA

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COME SI VIVE

Indice di sviluppo umano

0,942 (9° posto)

Anche se la lingua tedesca e la religione cristiana sono una matrice culturale comune, la Germania è stata a lungo divisa al suo interno in tante realtà distinte, ciascuna col suo dialetto. Ancora oggi si registra una certa frammentazione: in alcune aree prevale il cattolicesimo e in altre il protestantesimo; singole città o regioni mantengono una forte identità economica e culturale. Per esempio, Amburgo, Monaco, Francoforte e Colonia sono centri molto popolosi e dinamici, che per certi aspetti fanno concorrenza a Berlino. Non a caso, lo Stato tedesco ha scelto di adottare una struttura federale: i 16 Länder che lo compongono godono di notevole autonomia. Nell’ultimo secolo si sono verificate intense migrazioni interne a causa dei ripetuti spostamenti dei confini nazionali, e la Germania ha accolto milioni di immigrati dai Paesi del Mediterraneo (italiani, turchi, siriani) e dall’Europa centro-orientale. Oltre a fornire forza lavoro e nuove influenze culturali, questi arrivi hanno permesso di contrastare il declino demografico: il tasso di natalità in Germania è infatti minore di quello di mortalità, e dunque la popolazione tende a diminuire anno dopo anno, mentre l’età media continua a crescere. Dopo i drammi delle guerre e delle dittature nazista e comunista, la Germania è diventata uno Stato fortemente attaccato alla democrazia, caratterizzato da grande stabilità politica e molto attento al rispetto dei diritti umani. Promuove la tolleranza e il dialogo, sia al proprio interno sia nella politica europea e internazionale. È uno dei Paesi europei dove si è sviluppata per prima una forte attenzione alla tutela della natura e dell’ambiente. Infatti è da decenni che il partito ambientalista dei Verdi è influente nella vita politica.

Emissioni di CO pro capite

7,8 t

% di energia da fonti rinnovabili

48,4%

Principali esportazioni

macchinari, auto, materiale e apparecchiature elettriche ed elettroniche, veicoli e loro parti, farmaceutici, strumenti tecnici ed elettromedicali, plastica, prodotti chimici ferro e acciaio

1 Indica se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE.

La Germania è il Paese europeo più popoloso dopo la Russia. � La Germania è costituita da 16 Länder. � Berlino è tornata a essere la capitale nel 1989. �

2 Seleziona la o le affermazioni corrette. �

La Germania a. è una federazione. b. non ha adottato l’euro. c. appartiene all’UE. d. ha un’economia prevalentemente agricola.

3 Completa o rispondi alle seguenti domande scegliendo

la risposta corretta. � Da quali fonti energetiche si ottiene quasi la metà dell’energia elettrica tedesca? a. Nucleare. b. Rinnovabili. c. Fossili. � L’industria tedesca è particolarmente avanzata nel settore a. automobilistico. b. alimentare. c. tessile. � La Germania è un Paese a. attento alle tematiche ambientali. b. politicamente instabile. c. in crescita demografica. I corsi di lingua sono una delle vie promosse dal governo per facilitare l’integrazione degli immigrati

La folla festeggia la caduta del muro di Berlino a novembre del 1989

La Germania del Novecento La prima metà del Novecento la Germania fu tormentata dalle due guerre mondiali, da insurrezioni, crisi economiche e soprattutto dalle violenze della dittatura nazista, al potere tra il 1933 e il 1945 e responsabile dello scoppio della Seconda guerra mondiale e dello sterminio degli Ebrei in Europa (“Shoah”). Dopo il conflitto la Germania sconfitta venne fortemente ridimensionata e divisa in due parti dalle potenze vincitrici, una legata ai Paesi democratici a ovest e una controllata da un regime comunista a est; la riunificazione avvenne nel 1990, fu pacifica ma non indolore. Da allora la Germania si è affermata come la principale potenza economica e politica dell’Unione Europea, soprattutto durante il lungo governo di Angela Merkel (2005-2021).

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