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Vacanze fuori popsto: I fiumi, questi sconosciuti
Il fiume, metafora di mille concetti: lo scorrere della vita, la pazienza dell’attesa, il cammino verso una meta. Ma anche culla di civiltà, tassello fondamentale del paesaggio, elemento geografico, contraltare del lago (tema di questo numero). In queste pagine i fiumi sono invece luoghi di svago e vacanza, a volte un po’ dimenticati in favore di altri lidi.
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In realtà molti sono gli spunti, da nord a sud, e di vario genere. Iniziamo dalle crociere fluviali da effettuare a bordo di case galleggianti, e per quanto in Italia questo modo di viaggiare “slow” sia meno praticato rispetto alla Francia o all’Olanda, gli operatori che noleggiano houseboat (per le quali non serve la patente nautica) sono comunque numerosi anche nel nostro Paese. I percorsi fluviali sono soprattutto al nord e si dipanano tra canali e fiumi navigabili della Lombardia (nella zona di Mantova), del Delta del Po, del Veneto e del Friuli
e sono di vari livelli di difficoltà. Tra i più apprezzati vi sono gli itinerari lagunari che, tra fiumi, canali e chiuse, consentono di andare, per esempio, dal fiume Stella alla Laguna di Marano (Udine) per poi proseguire fino a Bibione e Caorle e poi ancora, fino al Lido di Jesolo per poi entrare nella Laguna Veneta e approdare a Burano. Tutto questo si può fare in circa una settimana, con tappe nei luoghi più belli e nei borghi più suggestivi (durante le escursioni a terra, l’houseboat si può ormeggiare nei vari approdi segnalati lungo i percorsi). Chi
non se la sente di condurre un’imbarcazione può invece optare per la classica crociera organizzata: anche in questo caso i percorsi sono numerosi e contemplano tour sul Brenta con le sue ville e itinerari tra Chioggia, Comacchio e Venezia. Dal nord al centro si approda in Toscana dove i fiumi balneabili sono numerosi. Tra le tante spiaggette disseminate un po’ ovunque, segnaliamo che nei pressi di Stia (Arezzo) è possibile immergersi nientemeno che nell’Arno, precisamente nel parco fluviale Canto alla Rana, dove le due vasche in cui tuffarsi sono facilmente accessibili anche
dai bambini: non lontano si trova una trattoria dove ristorarsi dopo una passeggiata tra i sentieri ombrosi. Impossibile poi, restando in Toscana, non ricordare le sorgenti termali dove poter entrare liberamente: da Sasso Pisano (a Castelnuovo in Val di Cecina) a Petriolo (tra Siena e Grosseto), da Bagni San Filippo (Siena) fino alle celeberrime terme di Saturnia (Grosseto), lo spettacolo naturale è garantito e il bagno caldo all’aperto tra rocce e vasche naturali è sempre un piacere. E dopo il relax delle terme, arriviamo al sud per una bella scossa di adrenalina con il rafting sui
fiumi della Calabria: nel Parco Nazionale del Pollino, nella valle del fiume Lao, molti sono gli operatori che offrono questa emozionante esperienza tra natura incontaminata e acque cristalline. Il parco offre tante altre attrattive e custodisce paesaggi incontaminati ricchi di corsi d’acqua: partendo per esempio da Fosso Iannace si entra in un sentiero che si snoda lungo i bordi del torrente attraversato più volte da ponti di legno. Gli appassionati di trekking possono proseguire per un paio d’ore e raggiungere le sorgenti del torrente Pitt Accurc’ e magari spingersi verso la Basilicata per raggiungere il santuario della Madonna del Pollino (che si trova in territorio di San Severino Lucano). Ultima ma non per ordine di importanza è la Sardegna per
un tranquillo birdwatching alla foce del fiume Coghinas, a Valledoria: un operatore locale (L’Alta Bhanda) offre una bella escursione con una pontoon boat (una barca larga e dal fondo piatto) che risale il fiume per circa sette chilometri. Durante l’escursione sono possibili numerosi avvistamenti di uccelli e altri animali, dall’airone cenerino alla garzetta, dal falco di palude fino alle testuggini palustri: gli incontri si susseguono senza posa, soprattutto in primavera, essendo la zona una tappa importante delle migrazioni. Tutto l’ambiente attorno alla foce è suggestivo, soprattutto al tramonto, tra canneti e dune di sabbia che separano il tranquillo ambiente fluviale dalle acque spesso impetuose del Golfo dell’Asinara.