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Riflessi d'oro di Calabria

Fra le numerose forme di artigianato calabrese, l’arte orafa riveste un ruolo così importante da essere collocata al “piano nobile” dell’intera produzione artigianale regionale. In Calabria la lavorazione artigianale dell’oro è un’arte molto antica e, in maniera armoniosa, “riflette” e fa sintesi delle epoche storiche - diverse, sovrapposte e remote - che hanno interessato la destinazione fin dalla notte dei tempi. Numerosi, del resto, sono i gioielli e gli oggetti preziosi che oggi testimoniano e raccontano l’arte orafa calabrese, alcuni persino risalenti all’era neo

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litica quando, nella loro creazione, venivano già usati il corallo o la madreperla, seppure solo in funzione apotropaica. Una funzione, questa, che nei millenni si è sempre più arricchita di nuovi simbolismi e valori rituali: storici, archeologici, culturali, religiosi e sociali, tipici delle varie dominazioni che vi si sono succedute. I preziosi monili dei grandi maestri orafi calabresi - fra i quali, per fare alcuni esempi, Spadafora, Affidato, Sacco e Riverso - sono conosciuti in tutto il mondo e si ispirano da sempre alla tradizione della Magna Grecia, romana e bizantina.

La tradizione orafa calabrese

Tra le varie tecniche di produzione orafa della regione, quella in stile della Magna Grecia è sicuramente la più pregiata grazie alla tipica lavorazione dell’oro conosciuta come “a filigrana”. Ispir andosi alle forme dei monili che un tempo arricchivano i costumi tradizionali e le immagini sacre della Magna Grecia, questa forma d’arte riesce a perpetuarne il carisma dell’immortalità, anche ben oltre i confini italiani. I gioielli dei maestri orafi calabresi, infatti, hanno saputo distinguersi anche a livello mondiale, soprattutto, per le presti

giose creazioni d’arte sacra. E la loro creatività fa tesoro, oltre che della Magna Grecia, anche degli altri elementi stilistici che hanno caratterizzato la storia e l’archeologia della Calabria riproponendo, in oggetti di raffinata fattura, l’imprinting dell’influenza orientale, araba, bizantina e barocca. Nelle loro eleganti botteghe, disseminate in città e bor ghi calabresi quali Crotone, Longobucco, San Giovanni in Fiore e Tropea, da sempre creano i gioielli-simbolo del più blasonato Made in Italy, dallo stile unico e inconfondibile.

Prima lo stile e poi la forma

La tradizione orafa calabrese si esprime al meglio anche nella produzione di oggetti preziosi in stile classico, moderno, popolare o del nuovo design. Nello stile classico e moderno, i maestri orafi ripropongono in chiave moderna forme e linee antiche, arricchite però della loro personalità artistica. E utilizzano valide tecniche di lavorazione che vanno dalla progettazione alla realizzazione; dalla fusione a cera, all’incisione e all’incastonatura delle pietre. Le mani sapienti di questi artigiani, quindi, modellano gioielli dalle

linee tradizionali ricalcando i monili del passato, oppure forgiano oggetti preziosi dal design moderno e polimaterico, ma con l’impronta di questa antica terra. Nell’oreficeria che richiama l’arte contadina, per esempio, il punto di partenza obbligato è comunque, sempre costituito dai materiali quali oro, argento, perle, madreperla, corallo, onice, corniola, ametista, smalto e pasta vitrea. Poi, viene la forma: a gobbetto, a forma di pesce, a bottone, a sirena, come una chiave, con motivi floreali e così via.

I simboli aurei della Calabria

Perle e madreperla come simbolo di fertilità; corallo rosso contro la jella; onice per i pensieri profondi; granato come simbolo di fedeltà e tanti altri significati sono simboleggiati dalle pietre usate nei gioielli più diffusi dell’arte orafa calabrese quali orecchini, collane, anelli e spille. Molto noti sono alcuni orecchini in lamina d’oro che si rifanno alla tradizione d’epoca tardo-romana e medievale; quelli decorati con perline, invece, rivelano la loro derivazione tardo-rinascimentale e barocca. Le

collane sono tutte un’alternanza d’oro, di perle e coralli; le spille quasi sempre a ciondolo; i pendenti a fiocco, ma con applicazioni complesse di foglie e fiori, a volte forgiati a forma di animale. In tutti, però, è sempre presente il riferimento rituale, simbolico all’animo umano, o apotropaico, specie negli anelli a simbologia amorosa. L’intento, infatti, è quello di cercare di rappresentare le contraddizioni e l’anima di un popolo, quello calabrese, con la sua saggezza, le sue speranze e i suoi miti.

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