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Limpido, cristallino Vietnam
“Io sono una goccia di pioggia che cade, cade nel pozzo, cade nel roseto. Io sono una goccia di pioggia che cade, cade sul palazzo, cade nella risaia”. In questo “Ca Dao” (poesia spontanea tradizionale vietnamita di autori ignoti) è rappresentata la simbiosi del popolo vietnamita con la natura e rimanda a un’immagine nitida di un paese dove paesaggi mozzafiato, borghi e territori sono stati riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. E inseguendo questi luoghi la nostra prima goccia di pioggia cade proprio al centro del Vietnam, sulla città antica di Hội An, magnifico borgo marinaro commerciale situato sull’estuario del fiume Thu Bon. Conosciuta come “la città delle lanterne”, per via dello spettacolo serale fatto da infinite lampade colorate di seta e bambù accese (realizzate e vendute ovunque ad Hội An), è un insediamento di oltre mille edifici in legno intarsiati, costruiti nel periodo di massimo splendore della città, tra il XV e il XIX secolo, quando giapponesi e cinesi, olandesi e indiani vi si insediarono. Splendido il ponte costruito in pietra e legno dalla comunità giapponese per collegare il proprio quartiere a quello cinese sulla riva opposta.
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La goccia nel pozzo di Phong Nha-Ke Bang
“I o sono una goccia di pioggia che cade nel pozzo”, forse quello del piccolo borgo di Phong Nha, nella provincia centrale di Quảng Bình, nel complesso di montagne carsiche tra le più antiche dell’Asia: un insediamento rurale collegato ai vicini villaggi da strade sterrate che si snodano tra le risaie, dove si incontrano i bufali d’acqua e ci si può fermare in minuscoli pub ad assaggiare la specialità locale: il polletto vietnamita alla griglia con salsa di arachidi e birra fresca. È questa l’immagine di un Vietnam arcaico, oggi in rapido cambiamento a causa della crescente notorietà assunta dal Parco Nazionale di Phong Nha-Ke Bang, dal 2003 dichiarato patrimonio Unesco. Si tratta di una formazione di oltre 70 chilometri di sviluppo ipogeo, di 300 meravigliose grotte costellate da stalattiti e stalagmiti, di corsi d’acqua sotterranei e di cascate dove trovano vita specie biologiche rare come il geco Lygosoma boehmei. Ma soprattutto è qui custodita, nelle viscere della terra, la Son Doong, la più grande grotta conosciuta al mondo, la cui sezione raggiunge 250 metri d’altezza e 200 di larghezza; si può visitare con escursioni di più giorni, pernottando in tenda su una spiaggia ipogea.
La goccia nel roseto di Mỹ Sơn
“Io sono una goccia di pioggia che cade nel roseto”. E colme di decori floreali dovevano essere le torri e i manufatti di Mỹ Sơn, località situata su un altopiano tra i monti del Danang e lungo il fiume Thu Bon, avvolta dal verde tropicale. L’Unesco ha incluso nel suo patrimonio questo meraviglioso centro di culto induista e capitale politica nel Vietnam Meridionale del regno Champa, durato dal VII al XV secolo. Le prime costruzioni in legno sono scomparse ma, seppure danneggiate tra gli Anni ‘60 e ‘70 dalla guerra, al suo interno troviamo 11 gruppi monumentali in sei stili diversi appartenenti alle diverse epoche e influenze storiche, religiose e culturali. Mỹ Sơn è anche il punto di partenza per scoprire tanti borghi dove sopravvivono tradizioni artigianali antiche: a Cẩm Nê Mat vengono tessuti a mano tappeti di alta qualità; a Tuy Loan da 500 anni si produce la carta di riso alimentare che accompagna il “mì quảng” (piatto nazionale a base di spaghetti di riso, di vegetali e di carne cotti in un brodo aromatizzato alla curcuma), a Nam, sulla foce del Cu Đêc i pescatori sono invece dediti alla lavorazione della “nước mắm” (salsa di pesce) ingrediente immancabile della cucina vietnamita.
La goccia sui palazzi di Huế
“Io sono una goccia di pioggia che cade sul palazzo”. Siamo a Huế, ultima capitale di un Vietnam feudale sviluppato intorno all’anno Mille; nuovamente capitale del Vietnam del Sud, dal 1744 al 1945, sotto la dinastia Nguyen. Qui il patrimonio Unesco include gli storici manufatti della Cittadella: un complesso fortificato con bastioni e torri, tra queste la Torre della Bandiera, il pennone più alto del Vietnam. Al centro si trova la Città Purpurea Proibita, l’area esclusiva dell’imperatore e delle sue concubine, ancor oggi affascinante, seppur gravemente danneggiata dai bombardamenti, dove visitare la sala di lettura imperiale e il teatro reale. Intorno a Huế si trovano anche le tombe della dinastia Nguyen, e la meravigliosa pagoda Thien Mu con la torre di sette piani, dove ogni livello è consacrato a un “manushi-Buddha” ovvero un Buddha nella sua forma umana. Il cuore di vita popolare di Huế è però il Dong Ba Market, il mercato più tipico e originale dell’intero Vietnam fatto di colori e profumi così diversi da quelli a cui siamo di solito abituati: carni esotiche, verdure tropicali, pesci orientali, spezie, tessuti dalle fantasie locali, street food vietnamita e dolci tipici a base di fagioli mung.
La goccia nella risaia di Ninh Binh
“Io sono una goccia di pioggia che cade nella risaia”, una delle tante che costellano la provincia settentrionale di Ninh Binh. Un territorio di cime ripide e di morbide valli, di laghi e di corsi d’acqua gentilmente solcati dai “sampan” (le piatte piroghe fluviali dalla prua tronca) su cui si affaccia la foresta tropicale: un ecosistema unico e ricco di 600 specie di piante e di 200 specie di animali. È questo lo splendido scenario in cui si aprono le grotte di Trang An: cavità lungo i fiumi, spesso interconnesse, alcune delle quali occupate dall’uomo sin dalla preistoria. Risalgono invece all’anno Mille, immerse nella foresta alle falde del monte Ngu Nhac, le rovine di Hoa Lu, antichissima capitale ricca di pagode e di luoghi sacri. Questo quadro del delta del Sông Hồng, il fiume Rosso, rappresenta il Vietnam più autentico e proprio per la sua ricchezza paesaggistica e culturale rientra tra i patrimoni dell’Umanità. Tam Coc è qui il centro principale che presenta ancora molti tratti del borgo originale: per le sue strade sono gli stessi carri trainati dai buoi, usati dai contadini, che vengono attrezzati per portare in giro turisti, mentre di sera si riempe di vita tra i suoni e le danze tradizionali proposte da mille localini.