DISTRIBUZIONE GRATUITA SPEDIZIONE IN A.P. 45% Art.2 L.662/96 DCO/DC 111/2002 / I-Pavia - Anno XXII
Novembre - Dicembre 2013
o c i g a m n U ! i o v i t t u t a e l a t a N
EDITORIALE | NOVEMBRE - DICEMBRE 2013
Novembre - Dicembre 2013
Cari amici e care amiche,
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come tutti gli anni, anche quest'anno, in occasione del Natale e del Capodanno, c'è l'usanza di scambiarsi gli auguri.
Un magico i voi! utt ale a t Nat
Ma quest’anno la redazione di Pavia in Tasca decide di scambiare degli auguri particolari, ci siamo chiesti a che serve scambiarsi gli auguri? Come si può essere personalmente contenti quando queste nostre feste sono fatte a scapito dei poveri del mondo? Il Natale, per i cristiani, è la festa della nascita di Cristo, dell'Emmanuele, del "Dio con noi". è la festa della nascita ed è così diventata la festa dei bambini per antonomasia. Una festa che è così la festa della speranza in un futuro migliore, per i più, o nella venuta del Regno di Dio per i cristiani. Ed un bambino è sicuramente, con la sua vitalità, un segno di speranza che rinnova la vita. Ecco perché la scelta dell’immagine di copertina, un bambino sorridente che è segno di speranza! Ci auguriamo che tutti insieme possiamo contribuire a rendere questo nostro mondo migliore di come lo abbiamo trovato, sconfiggendo l'odio, le menzogne, la violenza dei forti sui deboli, dei sazi sugli affamati, dei ricchi sui poveri. Buon Natale a tutti voi, a tutti noi, noi con il sorriso di un bimbo, i bimbi sono il nostro futuro e la speranza del mondo!
La Redazione
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INDICE | NOVEMBRE - DICEMBRE 2013
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A Pavia il nuovo percorso ciclo-pedonale
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Pavia è “Città Europea dello Sport”. Ma non si ferma qui
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12 Servizi energetici: Linea Più a fianco dei cittadini 15 Monet a Pavia, tra pittura e nuovi media 19 Un festival e un corso universitario sulle mafie italiane hanno animato la città 23 Roseline Fataki studia il mondo della moda 26 Jonas Onlus, il modo per stare meglio
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29 Vellezzo Bellini 30 San Riccardo Pampuri, struttura d’eccellenza a Trivolzio 33 Beneficenza: il vero miracolo di Natale 34 Un presepe goliardico 36 Pavia nel Cuore, salva una vita
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38 I media: come essere mezzi di comunicazione di un’etica cristiana 40 Un nuovo modo di lavorare: il coworking sbarca a Pavia 42 Rispolveriamo un po' di galateo 44 Identità e abbigliamento 47 Parole dimenticate e curiosità linguistiche
DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO BEVIVINO HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: sabrina capelli, CLAUDIO CESARANO, Maurizio maiocchi, PAUL BAKOLO NGOI, CHIARA PELIZZA, MARTA RUBINI, FRANCESCO SALA, Gaia Vicenzi REDAZIONE: Via San Giovannino, 4 27100 - Pavia info@paviaintasca.it PUBBLICITà: SANDREFOTOAGENCY Cell. 345.0843809 - 393.4629753 project@sandrefotoagency.com www.sandrefotoagency.com E-SOUL Tel. 0382.309937 info@e-soul.biz www.creativesoul.it
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Periodico bimestrale “Pavia in tasca” Sped. in a.p. lettera B Rivista Edita da Princi s.r.l. Anno 22 - NOVEMBRE - DICEMBRE 2013 Euro 0,90 Registrazione del Tribunale di Pavia N°394 dell’8 giugno 1991 Copyright La Fenice Editore s.r.l. E’ proibita la produzione anche parziale del contenuto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
a pavia il nuovo percorso ciclo-pedonale una città sempre più a misura d'uomo. un'opera che chiedevano in tanti E che dà valore aggiunto anche al nostro fiume
Castello Visconteo, parco del Ticino, Travacò Siccomario. A piedi, di corsa o in bicicletta. Già, perché le opportunità di godersi le bellezze di Pavia e dintorni non finiscono di stupire. “Nell’ambito del Piano Operativo Regionale e con finanziamenti regionali in collaborazione con il Comune di Travacò – spiega il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo – abbiamo realizzato in città un vero 6 |
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e proprio sistema di percorsi ciclo-pedonali comodi e belli. Pavia è da sempre città a misura d’uomo e con queste nuove ciclabili lo sarà sempre di più”. Si parte dal Castello Visconteo e dal suo fossato: da viale Argonne, dove per anni ha dominato incuria e degrado, fino all’ingresso principale del Castello verso il centro storico, si snoda un nuovo percorso ciclopedonale: “E’ un gio-
iello – continua Cattaneo – in un luogo, il nostro Castello Visconteo, che da quattro anni abbiamo voluto valorizzare come vera e propria nuova piazza della città. Si può accedere alla ciclabile da piazza Emanuele Filiberto e si circumnaviga il Castello lungo le mura. In futuro, inoltre, lungo il percorso potranno essere organizzati eventi e rassegne con l’obiettivo di renderlo un luogo davvero nevralgico per la vita cittadina”. E poi il Ticino, lungo il quale transitano tutti i giorni centinaia di runners e ciclisti: “Da quando siamo arrivati a palazzo Mezzabarba abbiamo indicato la riqualificazione della sponda sinistra del Ticino tra le priorità – sono le parole del sindaco – e il nuovo percorso ciclo-pedonale che va dall’Idroscalo alla Sora e che è in fase di conclusione ne è dimostrazione concreta nei fatti. Il Ticino per Pavia è e deve essere un valore aggiunto. Anche io
sono sempre andato a correre lungo il fiume, ma si trattava di un percorso con ostacoli e troppi elementi di discontinuità: adesso è sufficiente dare un’occhiata dal Ponte Vecchio per ammirare un percorso ben delineato, curato, con apposite recinzioni e, a breve, l’illuminazione. E’ un intervento di grande qualità che i pavesi apprezzeranno molto soprattutto, ovviamente, con l’avvento della prossima primavera”. E dalla fine del Borgo Ticino, precisamente da via Vignazza, parte la nuova pista ciclabile che collega Pavia a Travacò Siccomario: “Anche in questo caso è un’opera che chiedevano in tanti e permette di percorrere in totale sicurezza e in mezzo alla natura il tragitto tra Pavia e Travacò, evitando il traffico della statale – conclude Cattaneo -: tutto questo grazie ad una proficua sinergia con il Comune di Travacò”. NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
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Pavia è “Città Europea dello Sport”. Ma non si ferma qui Sulle ali dell’entusiasmo dovuto al recente riconoscimento continua l’opera di promozione dello sport pavese
Lo scorso 6 novembre a Bruxelles, presso la sede del Parlamento Europeo è stato consegnato dall'ACES (Associazione Capitali Europee dello Sport) alla Città di Pavia il riconoscimento di “Città Europea dello Sport 2014”. La delegazione pavese che ha ritirato l'ambito premio era guidata dal Sindaco Alessandro Cattaneo e dall'Assessore allo sport Antonio Bobbio Pallavicini, accompagnati anche dal presidente del CUS Pavia Cesare Dacarro e da Lorenzo Branzoni, il Governatore Panathlon International Area 2 Lombardia. 8 |
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E’ stato un traguardo fortemente voluto dalla città tutta, un successo raggiunto grazie all’incredibile impegno e alla collaborazione da sempre profuse da tutti gli operatori sportivi che lavorano sul territorio e che contribuiscono a promuovere la Città di Pavia. Un premio che è stato dunque frutto del grande lavoro svolto negli ultimi mesi ma che è anche un’occasione e uno stimolo in più per l’organizzazione di ulteriori eventi sportivi in città e nella provincia. Una menzione particolare va al Comune di Pavia ed in particolare all’Assessorato allo Sport, che hanno organizzato lo scorso settembre il primo Pavia Export, la manifestazione che forse più di tutte rappresenta lo spirito sportivo e di aggregazione sociale della città. Il tutto si è svolto presso l’area compresa tra il Campo CONI e il PalaRavizza, polo sportivo della città, creando così una virtuale “Cittadella dello Sport”, che ha visto, per quattro giorni consecutivi, l’alternarsi di studenti delle scuole e di visitatori di fronte all’offerta sportiva messa loro a disposizione dalle 50 associazioni che hanno aderito al progetto. Sono state inoltre allestite aree tematiche dove provare, sotto la guida di
istruttori altamente qualificati, tutte le discipline sportive che è possibile praticare in città: tra i tanti sport si è variato dai classici come ciclismo, pallavolo e basket fino alle arti marziali, scherma medievale e addirittura equitazione. Non sono mancate all’appello anche un’area esclusivamente riservata al ballo e una dedita ai giochi della tradizione pavese, riproposti da alcuni appassionati per le nuove generazioni, come ad esempio il “Lancio della Ruzzola”. Vari sono stati i progetti che hanno avuto luogo durante i giorni della manifestazione, tra i quali da segnalare sono senza dubbio “Donna Marziale” e la Staffetta Marathon Solidarietà in Pista; inoltre la piscina di via Folperti è stata messa a disposizione per provare gratuitamente fitness, staffette, giochi guidati in acqua e giocatriathlon
aperto ai bambini. L’ondata di entusiasmo dovuta al successo di questa edizione ed all’assegnazione del recente premio porterà con ogni probabilità ad una riproposizione prevista per il prossimo anno.
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Ma gli effetti dovuti al riconoscimento di Città Europea dello Sport non si fermano certo
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qui: dopo 13 anni è stato finalmente messo in programma il rifacimento della pista del campo Coni di Pavia, il tutto volto ad offrire una struttura di alta categoria in modo da consentire l’organizzazione di manifestazioni a livello internazionale e non. L’Assessorato allo Sport, che segue il progetto occupandosi sia dell’aspetto burocratico, sia tecnico che sportivo, ha partecipato alla consulenza per la progettazione della ristrutturazione di tutto il complesso ed ha stanziato circa 600 mila euro per sostituire la pista e 150 mila per i lavori accessori, gli spogliatoi, le docce, e per l’implementazione dei servizi legati alla struttura. Una radicale messa a nuovo del campo Coni, il quale sarà probabilmente presentato al pubblico in tutto il suo splendore tramite il lancio di un’importante manifestazione sportiva. Tirando le somme, è chiaro che il riconoscimento ricevuto da Pavia non è stato solamente il punto di arrivo dell’impegno messo nello sport negli ultimi tempi, anzi, è
stato l’incipit per promuovere ancora di più le attività sportive anche a coloro che solitamente non se ne interessano, coinvolgendo sempre più persone sulle ali dell’entusiasmo di un premio di livello europeo. Una grande occasione che la città sembra aver colto pienamente.
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Servizi energetici: Linea Più a fianco dei cittadini Dott. Carlo Alberto Conti, Presidente Linea Più
linea più: UNa migliore gestione di consumi e bollette L’arrivo dell’inverno e delle basse temperature riporta al centro dell’attenzione i temi legati al risparmio energetico e all’uso razionale di gas ed elettricità, soprattutto in relazione all’incidenza di queste voci sui bilanci delle famiglie. Linea Più, la società del Gruppo LGH attiva nella commercializzazione di gas metano, elettricità e impianti per la produzione da fonti rinnovabili nelle province di Lodi, Pavia, Cremona, Brescia, è da sempre un operatore del territorio vicino ai cittadini, che si impegna ad ascoltare i bisogni degli utenti e favorire una migliore gestione dei consumi. Linea Più ti dà sia il gas sia la luce. Più risparmio per la tua famiglia e tutta la trasparenza che cerchi! Da sempre attenta alle esigenze delle famiglie e del territorio, Linea Più ti offre convenienza e vantaggi per l’energia di casa tua con offerte dedicate. Scegli l’offerta Linea Più: il vantaggio è lineare! RISPARMIO SULLA TARIFFA sia per il gas sia per la luce e la certezza di condizioni trasparenti con possibilità di controllo puntuale delle tariffe. RISPARMIO PER L’AMBIENTE Linea Più produce e commercializza Energia Pulita Verde, prodotta da fonti rinnovabili naturali, come il sole e l’acqua. L’Energia Pulita Verde è certificata CO-FER: un sistema internazionale di certificazione che attesta la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Con Linea Più risparmiare è più semplice e l’energia ti è vicina. Aderire all’offerta Linea Più è semplice e gratuito: • nessun costo di attivazione sia per il gas sia per la luce;
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Monet a Pavia, tra pittura e nuovi media Arrivano da collezioni di importanza assoluta le opere che raccontano a Pavia, fino al 15 dicembre, il genio di Claude Monet. Accompagnate da un modernissimo e coinvolgente allestimento interattivo di Francesco Sala
È in suo onore – o meglio “disonore” – che la critica miope e conservatrice dell’epoca ha battezzato un’intera stagione creativa. Senza sapere che quel termine coniato con disprezzo sarebbe diventato sinonimo di una tra le pagine più importanti dell’arte moderna. Nasce in riferimento a Claude Monet la parola “Impressionismo”, e il suo atto di nascita è tra i pezzi pregiati della mostra che Pavia dedica al grande pittore francese: c’è anche una copia di quel giornale parigino uscito nel 1874, oggi conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nelle teche allestite alle Scuderie del Castello Visconteo, memoria della prima pessima recensione guadagnata da un artista desti-
nato a fare la storia. Prosegue grazie all’autorevole regia di Philippe Cros il viaggio alla scoperta delle grandi firme di un movimento dal fascino immortale, dopo il successo riscosso dalla retrospettiva su Pierre Renoir e dall’inedito triangolo tra Degas, Toulouse-Lautrec e l’italiano Zandomeneghi. Sono ospiti della città fino al 15 dicembre opere in arrivo da collezioni sparse in ogni angolo del mondo, dal mitico Musée d’Orsay di Parigi a Johannesburg, raccolta di immagini e suggestioni che sa gettare una luce completa ed esaustiva sul percorso dell’artista. Pochi ma buoni gli autografi del maestro, selezione accorta e intelligente che sa centrare con precisione l’obiettivo di illustrare le diverse stagioni creative di Monet, le sue passioni e anche ossessioni; costruendo un percorso narrativo che affonda le radici nelle opere giovanili e si estende fino alla più completa e sicura maturità artistica. Le riflessioni luministiche sulla pittura en plein air si svelano in tutta la loro magniloquente modernità nella ricca serie di paesaggi marini, vere e proprie fotografie scattate con lo sguardo dell’anima; una tecnica sopraffina quella di Monet, che dimostra tutto il suo genio nel
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confronto, suggerito in mostra, con le opere del maestro Eugène Boudin e di altri pittori coevi. Surclassati senza pietà, per equilibrio formale e visione compositiva, dall’estro unico e inimitabile di un genio assoluto. Non mancano a Pavia le opere da libro di storia, capolavori assoluti dell’arte dell’Ottocento. Appartengono a due delle serie dipinte dall’artista maturo, reiterazione febbrile e quasi esasperata del medesimo tema, i due pezzi più importanti della mostra: una versione del celeberrimo Waterloo Bridge, dipinta a Londra; ed una della mitica Cattedrale di Rouen.
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Oltre alle opere è l’allestimento a destare motivi di grande emozione. Sei ritratti, sei volti, sei storie; voci e parole che riverberano lungo il percorso espositivo: narratori d’eccezione che interpretano con delicata poesia passi ispirati ai carteggi intrattenuti dal maestro con i suoi allievi, amici, committenti e confidenti. I quadri si alternano a schermi LCD, le immagini fissate oltre un secolo fa sulla tela si affiancano a video di grande impatto, con attori a prestare il proprio volto a chi Monet l’ha conosciuto, accompagnato a volte anche sopportato. Sicuramente, incondizionatamente, amato.
Progetto "FamiliarmenteInAcaop" un esempio da seguire • Un servizio di trasporto e accompagnamento per i familiari dei dipendenti con difficoltà motorie o in mancanza dei servizi pubblici; • Offrire un servizio di disbrigo piccole pratiche (pagamenti postali, bancari, prenotazioni visite o ritiro esiti); • Servizio di visite e Check Up medici ai dipendenti effettuati direttamente in azienda.
Il Presidente di ACAOP Spa Angelo Abbiadati
Far combaciare gli impegni di lavoro con gli impegni relativi alla vita privata e familiare, è stato da sempre un’impresa ardua, ma con l’impegno del Presidente ACAOP Spa Angelo Abbiadati, il Presidente BRONI STRADELLA Spa Luigi Maggi, Manuela Preda di CNA Servizi - CAF Imprese s.r.l., Ilaria Marzi Dirigente Struttura Promozione della famiglia e del volontaraito REGIONE LOMBARDIA e Cristina Varesi Assessore alla Famiglia e alla solidarietà sociale, per quest’anno in ACAOP SPA e BRONI STRADELLA SPA tutto ciò è stato possibile grazie al progetto “FamiliarmenteInAcaop”. Il progetto verte su quattro punti cardine: • Un supporto scolastico, extrascolastico ai figli dei propi dipendenti;
Nella foto il Presidente ACAOP Spa Angelo Abbiadati, il Presidente BRONI STRADELLA Spa Luigi Maggi, Manuela Preda di CNA Servizi - CAF Imprese s.r.l. e Cristina Varesi
E ancora servizi di grest, baby sitter, pre e dopo scuola, sostegno sportivo e servizi extra scolastici (corsi di musica, di lingua inglese e visite guidate). 150 dipendenti, 80 familiari interessati, 10 convenzioni stipulate sono le considerazioni finali positive di questo progetto, che ha permesso: Un approccio motivato al tema della conciliazione. Aumento di soddisfazione personale. Miglioramento dell’efficienza personale. Maggior senso di appartenenza all’azienda. Minor assenteismo. Acquisizione della consapevolezza dei benefit offerti. Un esempio concreto per altre aziende. Il progetto FamiliarmenteInAcaop che permette la conciliazione fra lavoro e famiglia, si concluderà con dicembre 2013. Un ringraziamento particolare va anche a Regione Lombardia che grazie al suo contributo, ne ha permesso la realizzazione.
Il Presidente Angelo Abbiadati e Ilaria Marzi, Dirigente Struttura Promozione della famiglia e del volontariato Regione Lombardia
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Un festival e un corso universitario sulle mafie italiane hanno animato la città Una risposta delle istituzioni alla forza espansiva della criminalità organizzata di Paul Bakolo Ngoi Pavia - Una volta, si diceva mafia e tutti guardavano alle regioni del sud. La Campania, la Sicilia, la Calabria, la Puglia, per tutti erano, in alcuni territori in particolare, zone franche. Parte del paese controllata dalle cosche mafiose. I film visti in tivù hanno contribuito a rafforzare questo luogo comune. Termini come sacra corona unita, ‘ndrangheta, camorra, lupara bianca, erano entrati nel linguaggio comune. Parole pesanti che al nord facevano tremare i polsi. Poi pian piano la geografia delle mafie è cambiata. La piovra ha esteso i suoi tentacoli in tutto il paese creando affiliati, capi, uomini d’onore, fino a raggiungere quelle fette della società che fino all’altro ieri erano immuni da qualsiasi contaminazione. Termini come criminalità organizzata, concussione, collusione con la mafia, sono entrati nel vocabolario di tutti. Negli ultimi vent’anni, in Lombardia le mafie hanno mostrato le loro facce feroci. Non venivano più soltanto arrestati i manovali ma anche personalità di spicco del mondo dell’imprenditoria, della politica e di qualsiasi altro rango sociale. La mafia dei colletti bianchi e non solo più degli uomini semplici.
Nella foto il professore Enzo Ciconte considerato fra i massimi esperti in Italia delle dinamiche delle grandi associazioni mafiose
In Lombardia, ma anche nel resto del territorio nazionale, negli ultimi vent’anni si è quindi aperta una caccia senza tregua contro le mafie. Lo Stato si è svegliato – soprattutto dopo l’uccisione di giornalisti, docenti universitari, magistrati, ma anche semplici cittadini – e ha deciso di mostrare i muscoli. Molti uomini della Stato, e non solo, si sono messi in primo piano, alcuni vivendo sotto scorta, alcuni continuando a rischiare pur di gridare forte il ritorno alla legalità. La consapevolezza che la mafia esiste e uccide si NOVEMBRE • DICEMBRE 2013
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è fatta forte nella popolazione, nelle scuole, nelle università anche se la forza espansiva della ‘ndrangheta continua a corrodere strati della cittadinanza che continua a vivere nell’illegalità. A Pavia per tutto il mese di ottobre, e parte di novembre (i due ultimi incontri il 14 novembre sulle donne contro la ‘ndrangheta, presente Alessandra Cerreti, sostituto procuratore presso la Direzione distrettuale RITIRO, VENDITA e LABORATORIO ORAFO
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antimafia di Reggio Calabria; e il 19 novembre con Enzo Rando, avvocato delle vittime di mafia) si sono tenuti, presso il collegio universitario Santa Caterina, interessanti corsi sulla storia delle mafie italiane, a cura del professore Enzo Ciconte. è bastato leggere i nomi degli intervenuti nelle sei serate in programma per capire come oggi sensibilizzare i giovani sia davvero una priorità e leggendo tra le righe si capisce anche come le esperienze a confronto vuole sradicare questo fenomeno. Anche l’iniziativa promossa del “Associazione Libera - Nomi e numeri contro le mafie” all’interno del Festival dei diritti è stato un forte di momento di sensibilizzazione non solo con la presenza di personaggi di spicco nella lotta contro la mafia ma anche con spettacoli, cene e presentazione di libri. A Pavia, tanto per rimanere in tempi recenti, con l’accusa di associazione con la mafia nomi importanti della vita pavese sono stati iscritti sui taccuini dei magistrati. Arresti e processi (altri ancora in corso) hanno scosso la città. Se la mafia continua a far parlare di sé, oggi si può dire che la piovra, seppur nel profondo del mare, non dorme più sonni tranquilli. Gli uomini dello Stato sono agguerriti, i pentiti allungano le liste di persone da proteggere e l’omertà in alcune zone non trova più terreno fertile.
PaneRiso è uno dei pochi panifici rimasti fedeli alla tradizione panificando ancora con il lievito naturale. Si possono trovare pani prodotti con grani antichi mai modificati geneticamente e di origine biologica, pani 100% riso (NON PER CELIACI), al grano saraceno, al mais. Per filosofia aziendale non si usano miglioratori chimici e si lavora secondo tradizione, nel rispetto dei tempi,usando buone tecniche e buone materie prime tanto che nel 2011 PaneRiso ha ottenuto da Regione Lombardia il riconoscimento di Impresa di Eccellenza Lombarda nel comparto panificazione. Il Ministero della Salute attraverso l'INRAN consiglia di preferire il pane integrale al pane bianco,di cui si fà un uso eccessivo, in quanto il pane bianco è ottenuto da farine raffinate, cioè private di elementi e sostanzialmente ricche solo di amido, cioè zucchero. PaneRiso produce tutto il pane 'bianco' utilizzan-
do farina 'integralbianco', una farina innovativa che, mediante un processo brevettato consente di estrapolare dalla crusca le fibre 'cattive', la lignina e la cellulosa, che danno pesantezza e quel senso di 'scaglietta' quando si mangia il pane integrale,eliminando l'acido fitico. La farina rimanente risulta bianca ma racchiude tutte le caratteristiche nutrizionali positive della farina integrale con in più germe di grano vitale. (www.integralbianco.it). Il pane che si ottiene ha un buon sviluppo, è gustoso ed è più salutare, non fà ingrassare come il pane bianco, non dà i picchi glicemici del pane bianco, và bene per gli sportivi, nelle diete dimagranti, per gli ipertesi e in generale per chiunque è attento ad una sana alimentazione senza rinunciare al gusto, anzi il pane che si ottiene è più leggero e saporito. Da PaneRiso trovate anche focacce e pizze sempre calde, pane sfornato caldo sino a sera, pasticceria di qualità e un vasto assortimento di alimenti biologici e da produttori locali. Venite a trovarci anche per assaggiare il nostro panettone, prodotto rigorosamente nel rispetto del disciplinare di produzione del Panettone Milanese,oppure per i nostri biscotti Lagaccio,per una colazione sana, gustosa e leggera.
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Roseline Fataki studia il mondo della moda Una pavese in salsa africana con un solo sogno: lanciare la propria linea di abbigliamento di Paul Bakolo Ngoi
trebbero bastare ma un piccolo sforzo porta ad aggiungere: filo, ago, matita, disegno, tessuti, fogli e tavolo. Proprio così perché Roseline “Rosy” per tutti è un vero talento nel campo della moda che in silenzio sta sbocciando. L’abbiamo incontrata e con lei abbiamo scambiato qualche battuta per cercare di capire che cosa la spinge a dedicarsi completamente alla moda. Chi è Roseline Fataki? Sono nata a Kinshasa nella Repubblica democratica del Congo e a 4 anni, con mia madre e i miei fratelli sono arrivata a Pavia. Un mondo nuovo. Tutto nuovo. Ho 18 anni, pavese di adozione, e italocongolese, frequento l’Ipsia Cremona – Pavia, sono iscrit-
Nelle foto di questa pagina Roseline Fataki
Più forte della passione c’è solo la passione. Così si può definire il carattere e la volontà che Roseline Fataki mette in quello che lei stessa definisce “una vera religione”. Ci sono parole che inquadrano meglio la personalità e la voglia che questa giovanissima pavese di origine congolese mette in quello che fa: creare, cucire, indossare, provare, posare, sfilare. Anche questo non po-
ta al 3°anno della sezione moda. Alla parola moda i suoi begli occhi neri si illuminano. Incuriositi, il perché ce lo dice lei stessa. Quella con la moda è una storia che nasce da quando ero piccolissima. Ho sempre avuto un feeling particolare con gli abiti, i colori, l’atmosfera di quel mondo. Quante sfilate e quante interpretazioni in casa. Sono sempre stata affascinata dalle modelle che vedevo. E oggi? Oggi tutta questa voglia continua a bruciare in me e sono soddisfatta di come stanno andando le cose perché non smetto mai di pensare, di sognare una grande sfilata con i miei modelli e i mie vestiti. Però quel sogno sembra essersi avverato? Direi in parte sì perché lo scorso mese di settembre ho riunito un gruppo di amiche e amici e si sono prestati a indossare e a sfilare con i vestiti che avevo disegnato e creato. Che emozione. Ho un ricordo bellissimo di quella serata e ancora oggi le gambe mi tremano se penso a tutto quello che è successo quella sera. Forse ho cominciato anche a capire quanta strada ho da fare, ma io non mollo. Determinata, ma con i piedi per terra, Rosy oltre alla scuola quando non è chiusa in casa a creare fa la personal shopper, la stylist e la modella. In altre parole, veste le modelle, sceglie i vestiti, presta la sua immagine a dei fotografi. E in questa sua ricerca non dimentica: Giulia P. e Giulia G, Matteo, Marco, Eric, Vincenzo che si sono prestati a sfilare con i suoi abiti; e poi Germane, André, Elvis, Oscarina, Angelica, Tomasso, Marco e Nicola che hanno reso la serata della sua prima sfilata un giorno indimenticabile. Lei è Roseline Fataki, Rosy per tutti, e anche Kelyn’s un nome d’arte, un gruppo, un’identità. 24 |
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Una modella durante la sfilata con una creazione di Rosy Fataki
UNA PRATICA ANTICA COME L’ASSICURAZIONE Il bisogno di proteggersi contro i rischi è tra i più antichi e primari dell’uomo: si ha traccia di questo spirito di solidarietà fin dall’Antico Oriente e dall’Egitto, dove sembra esistessero già forme associazionistiche. Tuttavia, le prime concrete espressioni di quella che poi sarà l’assicurazione si trovano nella Roma antica con i collegia funeraticia, associazioni sorte in età augustea, il cui scopo era quello di costituire una «cassa mutua di previdenza» per le spese di culto e della sepoltura dei membri, mediante il
versamento di un contributo fisso mensile. Nei secoli successivi, tra le avventure che maggiormente hanno favorito l'esigenza di strumenti di protezione contro gli imprevisti, c'è sicuramente la navigazione. Questo spiega perché le prime compagnie assicurative siano sorte nelle città marinare e fluviali intorno al ‘300, fino a consolidarsi nei secoli XVII e XVIII. Oggi l'istituto dell'assicurazione poggia su basi solide e si è eretto a fattore di progresso economico sociale. M. R.
CONSULENZE ASSICURATIVE Ferrari Andrea & C. sas Se Vi dicessi di scegliere tre elementi più importanti, quelli a cui non potreste rinunciare tra:
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dove cadrebbe la vostra scelta? Credo che la maggior parte sceglierebbe la salute, la serenità economica e la casa; queste sono le cose che vorremmo tutelare il più possibile, direi quasi scontate. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di aderire all’iniziativa di AXA Assicurazioni di portare l’attenzione della gente sulle soluzioni della tutela alla persona. Oggi nella famiglia media per avere una discreta serenità economica ser-
vono due redditi; se a causa di un evento negativo, drammatico i redditi diventano uno o nessuno quale sarà il livello di serenità di quella famiglia? Esistono prodotti che intervengono con capitali o indennità proprio in quei momenti riportando l’asticella della serenità economica ad un livello decisamente migliore; e credetemi non hanno costi elevati. Sicuramente “chiedere non costa nulla” quindi non esitate, chiamate i nostri uffici ai numeri 0382.23096 oppure 0382.302100 o direttamente al sottoscritto al n. 348.3908698 oppure all’indirizzo ag1403@axa-agenzie.it per approfondire questi argomenti ed avere un piano di tutela adeguato alle vostre esigenze. Ferrari Andrea Consulenze Assicurative
Si ricer a no collaborca t subagentori con esper i ienza
JONAS ONLUS, IL MODO PER STARE MEGLIO Il metodo psicoanalitico per affrontare i nuovi sintomi e il disagio contemporaneo di Chiara Pelizza Jonas Onlus, centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi, nasce nel 2003 da un progetto di Massimo Recalcati, docente di Psicopatologia del comportamento alimentare all’Università di Pavia, Direttore Scientifico di IRPA Istituto di Ricerca in psicoanalisi applicata e uno dei principali psicoanalisti italiani. Un’associazione senza fine di lucro con 18 sedi sul territorio nazionale (a Pavia è in via Milazzo 27) che ha scelto come nome quello simbolico della figura biblica di Giona, il profeta minore chiamato da Dio alla impossibile impresa di predicare il Verbo in terra non-ebraica, compito da cui egli sfugge senza assunzione di responsabilità. Paradigmatica la scelta dell’episodio biblico, che riflette la fuga contemporanea 26 |
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dalla chiamata dell’Altro e dal suo desiderio che, per rientrare in metafora, Giona evita rifugiandosi nella sospensione dal desiderio, fino ad arrivare alla sua piena accettazione, dopo essere stato ingoiato dalla balena e aver invocato Dio per uscirne. Ecco che si chiarisce il collegamento tra il nome e la mission di Jonas Onlus: riportarne in superficie la chiamata del desiderio, renderlo udibile a chi pensava fosse sopito per assumere la presa di responsabilità che esso comporta. Ma cosa sono questi ‘nuovi sintomi’ di cui parla Jonas? “I cosiddetti Nuovi Sintomi del disagio contemporaneo sono anoressie-bulimie, obesità, depressioni, attacchi di panico, dipendenze patologiche. Jonas si occupa
della cura, della prevenzione e della ricerca scientifica” - dice Maria Laura Bergamaschi, psicologa di Jonas Pavia. “In queste nuove forme il desiderio, non è più il protagonista. Al centro troviamo piuttosto la difficoltà soggettiva di accedere al desiderio. Troviamo l'assenza, lo spegnimento, la morte del desiderio”. L’approccio di cura dato a questo problema contemporaneo è quello della psicoanalisi che riporta al centro del discorso il valore della parola, ‘strumento principe di Jonas’: “La cura produce un’efficacia terapeutica a partire proprio da questo binomio: parola e relazione, dove la parola è l'unico strumento in grado di legare il soggetto al proprio desiderio inconscio”, continua la Bergamaschi. Attraverso quindi la riscoperta dell’unicità e della singolarità di ciascuno, la cura accompagna il passaggio di chi soffre dalla posizione di oggetto a quella di soggetto, attore della propria storia; attraverso la parola, il paziente viene liberato dalla prigionia del sintomo che lo tiene in ostaggio, come accade in modo evidente per gli attacchi di panico e l'anoressia-bulimia. Jonas Onlus ha recentemente festeggiato il suo decennale con l’appuntamento Porte Aperte in cui i diversi centri hanno organizzato colloqui gratuiti, incontri e convegni accompagnati da performances artistiche. Durante questi 10 anni di attività, Jonas ha messo in pratica una nuova idea di welfare basato sull’idea dell’accessibilità alla terapia psicoanalitica a diverse fasce di persone. La sua vocazione sociale nel dare parola e ascolto al soggetto a tariffe sostenibili ha consentito le cure anche alla parte della popolazione più marginale, mettendo il suo impegno nel rendere accessibile la psicoterapia a tutti e nello
Esibizione di live painting di Lele Picà del Gruppo FU*TURISTA
svolgere progetti nel sociale, con le scuole, gli ospedali, gli enti, in una sinergia positiva tra no profit e servizio pubblico. L’associazione ha ottenuto dal Ministero per le Politiche Giovanili il riconoscimento per l’impegno svolto nell’ambito della prevenzione del disagio giovanile. Recentemente la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Milano ha deciso di premiare Jonas Onlus in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” per essersi affermata negli anni come un importante centro di cura impegnato a portare soprattutto nelle scuole informazioni e conoscenze circa nuove e gravi patologie che coinvolgono giovani donne, come l’anoressia-bulimia, ma anche per l’attività intensa contro il bullismo e il disagio sociale.
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Un regalo coi fiocchi. Per tutti. Pavia, 7-24 Dicembre 2013. Anche quest’anno Coin rinnova il proprio impegno
a fianco di Oxfam Italia per dare un significato diverso al Natale, con il progetto di raccolta fondi nazionale “Un regalo coi fiocchi. Per tutti.” L’intento è sostenere, in un momento importante dell’anno quale è l’avvento al Natale, la lotta alla povertà e all’ingiustizia. L’iniziativa vedrà protagonista anche la nostra città e chi acquisterà un regalo presso il punto vendita Coin di Pavia, avrà anche occasione di fare del bene. Il punto vendita Coin di Pavia ospiterà infatti i volontari di Oxfam Italia, che confezioneranno i regali di Natale dei clienti in cambio di una donazione volontaria. Il ricavato sarà devoluto a sostegno dei progetti di sviluppo e degli interventi di emergenza che Oxfam realizza, da oltre 30 anni, nei Paesi in via di sviluppo. Oxfam Italia è parte della confederazione globale Oxfam, leader mondiale nei progetti di sviluppo in ambito rurale, specializzata in interventi di aiuto umanitario e campagne di sensibilizzazione e mobilitazione della società civile. Attiva nella realizzazione di progetti di sviluppo, interventi di emergenza e programmi di educazione e divulgazione, Oxfam si pone l’obiettivo di coltivare un futuro migliore in cui sia garantito a tutti, ovunque, cibo a sufficienza. Sempre. Oxfam Italia porta il valore aggiunto di un fortissimo radicamento territoriale e in questa occasione il panorama internazionale e quello locale si uniscono per moltiplicare risorse e possibilità di azione.
i n i l l e B Vellezzo Vellezzo si pensa derivi da “Valitium” poiché fu accampamento romano, mentre Bellini rimanda alla famiglia che ebbe proprietà in questo luogo. La sua storia risale al 1116 quando il Papa Pasquale II accettò sotto la protezione della Sede Apostolica i Canonici della chiesa pavese di S. Michele Maggiore, confermando fra i loro possedimenti i territori di Vileggio e Auriglosso (ovvero gli antichi nomi di Vellezzo e Origioso). Nel 1742, il Marchese Giovanni Battista Bellini prende possesso del territorio di Vellezzo e nel 1864, col R.D. n. 1998 del 23 ottobre, "Vellezzo" (questa era la denominazione ufficiale) assunse l'attuale denominazione di "Vellezzo Bellini", in suo onore. La nascita della storia "moderna" del Comune di Vellezzo Bellini avviene col Regio Decreto del 1° novembre 1872 che soppresse i
Comuni autonomi di Giovenzano e Origioso che, fino ad allora, erano Comuni autonomi e distinti, fondendo le varie località nel nuovo Comune di Vellezzo Bellini che iniziò da allora ad avere un Sindaco e un Consiglio unitari. La vita degli abitanti di Vellezzo Bellini, piccolo borgo del nostro bel pavese, ruota intorno alla piazza principale, dove scorgiamo il bar Baraonda luogo di incontro per amici giovani ed anziani. I gestori, abili professionisti del settore, organizzano serate di intrattenimento con Karaoke, giochi da tavolo e tornei di carte e preparano stuzzicanti aperitivi e profumate prime colazioni. Visitiamo con entusiasmo Vellezzo Bellini che, anche se piccolo, offre l’umanità che viene sempre più a mancare nella grande città. Si respira più fratellanza, il valore della famiglia, così come quello dell’amiciza, è più avvertito. Si resta attaccati a concezioni cardini della nostra civiltà, vedendoli come obblighi morali, i quali valgono più di tutti gli altri. Nel piccolo paese si nota più allegria, nonostante esso possa essere molto meno moderno, poco illuminato, privo di costruzioni enormi e di qualsiasi progresso visibile in città.
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SAN RICCARDO PAMPURI, STRUTTURA D’ECCELLENZA A TRIVOLZIO Rispetto, competenza e spiritualità per poter accogliere al meglio le persone anziane di M. R. In un vasto parco, ai limiti dell’abitato di Trivolzio, sorge la Residenza Sanitaria Assistenziale “San Riccardo Pampuri”, nata per volere della Comunità di Trivolzio unitamente alla Provincia Lombardo-Veneta dei Fatebenefratelli. Per conoscere un po’ più da vicino questa importante realtà, ci siamo rivolti direttamente a Fra Valentino Bellagente, da cinquanta anni consacrato nell’Ordine dei Fatebenefratelli e da quattro direttore della struttura RSA “San Riccardo Pampuri”. Innanzi tutto, introduciamo l’Ordine. L’Ordine Ospedaliero nacque nel 1538 a Granada ed ebbe come fondatore San Giovanni di Dio, il quale, dopo una vita burra30 |
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scosa, trovò la sua vocazione ed iniziò il suo percorso di carità al servizio delle persone malate e bisognose. In Italia, l’Ordine viene anche chiamato “Fatebenefratelli”, poiché quando Giovanni chiedeva l’elemosina per le strade di Granada usava dire: “Fate del bene fratelli, a voi stessi per amor di Dio”. Ci può parlare del cammino dell’ospitalità secondo lo stile di San Giovanni? All’interno di un Ordine che la Chiesa definisce mendicante, il nostro cammino si ispira ai seguenti valori: ospitalità, ossia pienezza dell’ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, intesa non solo come servizio, ma come cambiamento del cuore; castità, cui corrisponde una fecondità nel dare; povertà, che significa privarsi per dare all’altro, e infine obbedienza, non tanto nel cambiare casa, quanto nel rispettare quello che Gesù Cristo ci ha trasmesso attraverso il fondato-
re San Giovanni. Avendo ricevuto come eredità il carisma dell’ospitalità, ci dedichiamo per missione ai malati e alle persone che soffrono: questo è il modo in cui viviamo e agiamo manifestando la nostra spiritualità. Perché il Fatebenefratelli a Trivolzio? Chi era S. Riccardo Pampuri? La Residenza S. Riccardo Pampuri è nata per ricordare, appunto, Fra Riccardo Pampuri, medico religioso entrato nell’Ordine dei Fatebenefratelli nel 1927. Nato a Trivolzio il 2 agosto 1897, frequentò gli studi prima al convitto S. Agostino di Pavia, poi all'Università di Pavia, dove si laureò in medicina e chirurgia. Dopo aver partecipato alla guerra del 1915-1918, decise di consacrarsi a Dio e dedicare la sua vita ai malati. Una volta raccolte le varie testimonianze sia del vissuto di questo medico dei poveri, fra Riccardo fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II, il 4 ottobre 1981. La sua breve ma intensa vita spesa per i fratelli è stata proposta dallo stesso Pontefice come modello per tutte le persone che si dedicano alla cura e all'assistenza dei poveri e dei malati. Il centro S. Riccardo Pampuri da quale esigenza nasce? La residenza, creata nel 1993, è nata per accogliere persone anziane, non autosufficienti, fornendo servizi di tipo alberghiero, socio-sanitario e riabilitativo, al fine di migliorare le condizioni della persona nella
sua dimensione spirituale, corporale, ma anche psicologica e sociale. Ad oggi, il complesso è in grado di accogliere 114 anziani. Ci racconti qualcosa del centro. La struttura è dotata di camere confortevoli e di ampi spazi luminosi per i momenti di aggregazione e di animazione. La residenza comprende anche due palestre attrezzate e una farmacia. Il nostro centro garantisce, oltre ai servizi medici e a un’assistenza di 24 ore su 24, anche un supporto religioso e attività ricreative, grazie a figure professionali che contribuiscono a integrare e promuovere momenti di festa, accompagnamento e intrattenimento. Inoltre, ci preoccupiamo molto dei pasti dei nostri ospiti, in particolar modo per coloro che necessitano di una dieta particolare. All’interno della struttura opera anche l’Associazione di volontariato san Riccardo Pampuri che fa proprio il carisma dell’ospitalità di san Giovanni di Dio. Grazie, dunque, a Fra Valentino e a tutta la famiglia del “San Riccardo Pampuri”, che da anni si dedica agli anziani con rispetto, competenza e spiritualità.
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Pranzo di Natale
Pranzo di S. Stefano
Antipasti a buffet con circa 30 varietà di proposte tra salumi ed altro...
Antipasti a buffet con circa 30 varietà di proposte tra salumi ed altro...
Risotto con funghi porcini Ravioli al brasato
Risotto con pasta di salame Ravioloni di magro al burro e salvia
Cappone ripieno Arrosto di vitello Cotechino con pure agli aromi
Stinco di maiale al forno con patate Cinghiale al cacao in umido con polenta Cotechino con lenticchie
Panettone con crema mascarpone e cioccolato fondente, pandoro
Panettone con crema mascarpone e cioccolato fondente, pandoro
Acqua, vino, caffè e digestivo
Acqua, vino, caffè e digestivo
è gradita la prenotazione
è gradita la prenotazione
€ 25,00
€ 20,00
Gran Cenone di Capodanno
Pranzo dell’Epifania 6 gennaio
Antipasti a buffet con circa 30 varietà di proposte tra salumi ed altro... Risotto allo spumante Ravioli di brasato Tagliatelle all’uovo con salmone pomodorini e datteri Anatra all’arancia Stinco di maiale in sinfonia di patate e castagne al rosmarino Cotechino con lenticchie Panettone con crema mascarpone e cioccolato fondente, pandoro, uva bianca Acqua, vino, spumante, caffè e digestivo Prenotazione previa caparra
€ 35,00
Antipasti a buffet con circa 30 varietà di proposte tra salumi ed altro... Due primi, tre secondi, contorno, dessert Acqua, vino, caffè, digestivo è gradita la prenotazione
€ 20,00
e l a i c Spe e l a t a N
BENEFICENZA: IL VERO MIRACOLO DI NATALE di Claudio Cesarano
Se già vi sembra difficile dover passare la Vigilia di Natale a cucinare per una truppa di parenti di ogni grado e tentare di sedare i bambini in stato perenne di eccitazione, immaginatevi a rimestare enormi pentoloni e a servire file e file di tavoli a cui sono seduti dei perfetti sconosciuti: una scena che nessuna canzone di Natale racconta. Eppure è proprio nel servire gli altri, un gesto tanto semplice quanto dimenticato, che i volontari ritrovano il vero senso di questa festività. Anche a Pavia, la straordinaria macchina della beneficenza non si ferma per le vacanze natalizie, anzi raddoppia gli sforzi per poter garantire ai meno fortunati un momento di serenità. La comunità di Sant'Egidio di Pavia ogni anno organizza a San Michele una cena per i senzatetto e le famiglie della Scuola della Pace, i centri che sostengono bambini e adolescenti nell'inserimento scolastico. La cena, che viene preparata dai volontari grazie alle offerte alimentari dei commercianti e dei cittadini pavesi, ha visto negli anni passati anche la partecipazione del Vescovo. L'associazione Anfass come ogni anno predisporrà un banchetto nel centro commerciale Bennett di Mortara in cui è possibile far incartare i propri regali di Natale
pagando un piccolo contributo a sostegno dei progetti dell'associazione che riunisce le famiglie con figli disabili. L’appuntamento quest'anno è dal 19 al 23 dicembre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20. Anche il Natale, però, sa riservare sorprese amare: la Croce Rossa di Stradella che da più di 10 anni distribuisce pacchi alimentari ai più poveri della provincia è costretta a interrompere quest'attività a causa della mancanza di un posto in cui immagazzinare le scorte. Le 700 persone che godono di questo servizio riceveranno l'ultima consegna proprio a Natale. Si spera ancora in un benefattore: per chi passerà il Natale comodamente a casa potrebbe essere il momento di fare la propria parte offrendo un contributo.
e l a i c e p S e l a t Na
UN PRESEPE GOLIARDICO
Il primo presepe vivente fu realizzato da San Francesco nel 1223 trasformando il borgo di Greccio, in provincia di Rieti, in una piccola Betlemme. San Francesco convolse tutta la popolazione locale in uno spettacolo mai visto e che, in epoca di terrori eretici, richiese l'autorizzazione papale: il suo intento era quello di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Palestina per “vedere con i propri occhi” dove nacque Gesù. Greccio rivendica con orgoglio l'antico primato riproponendo ogni anno sei scene con luci e scenografie spettacolari negli stessi luoghi originariamente scelti da San Francesco. La tradizione del presepe vivente, pur lottando contro la carica consumistica del Natale, ha ancora le sue roccaforti sparse in Italia. Oltre alla stessa Greccio, infatti, altre città mantengono viva quest'antica usanza. A Vaccheria (Caserta) il presepe si sviluppa per ben due chilometri mescolando scene bibliche e scene apocrife rielaborate dalla tradizione partenopea: il tutto, curiosamente, in abiti settecenteschi. Tricase (Lecce), che ha uno dei più grandi presepi viventi in Italia, fa rivivere in un'ambientazione romana personaggi che rappresentano i mestieri tradizionali del Salento. Nella geografia dei presepi viventi, ampiamente dominata da cittadine del Sud Italia, Pavia si ritaglia uno spazio tutto particolare offrendo uno spettacolo bizzarro in cui la Madonna è un giovane che copre la barba 34 |
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incolta con trucco pesante e Gesù bambino è uno spilungone che a stento entra nella mangiatoia. Si tratta del presepe vivente realizzato dal collegio Fraccaro, il quinto in ordine di nascita tra i collegi universitari di Pavia. Questa tradizione nasce lontana da afflati religiosi ma è legata piuttosto alla ben nota cultura goliardica. Erika Gazzoldi - redattrice di Inchiostro il giornale degli studenti dell'Università di Pavia - racconta l'origine di questa usanza nata nel 1993 per impulso degli studenti più anziani Claudio Ciccarese “il professore”, Daniele Ravizza, Michele Gasparetti, e Rosario “The Barber” Brucciolo. L’idea nacque dall'evoluzione della pratica d’iniziazione chiamata “ praesepatio” che consisteva nel fare improvvisare una scena natalizia alle matricole: persa la presa iniziale si decise di passare a una realizzazione più impegnativa.
Fin dall'inizio quest'attività vide il notevole sostegno morale del rettore Dante Zanetti ma si basò molto sull'autofinanziamento e sul contributo materiale delle famiglie che realizzano i costumi in casa: col tempo, dato il successo dell'iniziativa, i collegiali riuscirono a ottenere di anno in anno i finanziamenti dell'Ente per il Diritto allo
Studio e dall'Acersat (Uffcio per le attività studentesche). Partendo da una semplice capanna lo scenario si è arricchito insieme al numero di personaggi: oltre ai “classici” ne troviamo di più bizzarri come un cammello, una prostituta o sosia di personaggi famosi all'interno del Collegio. Il presepe vivente del Fraccaro giunto quest'anno alla sua ventesima edizione verrà presentato l'11 Dicembre: il Fraccaro promette di coinvolgere Pavia in una nuova celebrazione a tratti grottesca ma sicuramente giocosa del Natale offrendo ai visitatori cioccolata, vin brulé e specialità tipiche Lo straordinario senso di comunità che lega i collegiali e la calorosa accoglienza della cittadinanza allontano ogni preoccupazione di blasfemia: in fondo, se Natale è considerata la festa dei più piccoli, il rigore della celebrazione può piegarsi al piacere di una grassa risata. C. C.
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Pavia nel Cuore, salva una vita In questo numero vogliamo cominciare a presentarvi “Pavia nel Cuore”, un’organizzazione di volontariato sempre più attiva nel capoluogo della nostra provincia e regolarmente iscritta al registro provinciale del volontariato, che opera per la diffusione massiccia all'interno della popolazione di quelle poche e semplici manovre salvavita che chiunque può mettere in pratica nei primi minuti in caso di arresto cardiaco e ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo. Sull’importanza del tema, alcuni numeri, pochi ma chiari. In caso di Arresto Cardiaco, ogni minuto perso significa il 10% di possibilità di sopravvivenza in meno. Solo in Italia ogni anno oltre 60.00 persone sono colpite da arresto cardiocircolatorio, in Europa oltre 400mila. Se si riuscisse ad aumentare la percentuale di Rianimazione Cardio-Polmonare dall’attuale 15% dei casi al 60% in Europa si potrebbero salvare circa 100.000 vite ogni anno. “Pavia nel Cuore” nasce da un progetto di “Robbio nel Cuore”, associazione che in poco più di due anni ha formato circa 300 cittadini all’esecuzione di manovre di rianimazione cardiopolmonare ed all’uso del defibrillatore semiautomatico, posizionando anche ben 9 DAE di cui 4 accessibili 24 ore su 24 alla popolazione. Da qui l’idea di portare questo importante ed ambizioso progetto anche in una realtà come quella di Pavia grazie a corsi che si svolgono con cadenza quasi settimanale e
che stanno conoscendo un successo travolgente. I corsi sono legalmente abilitanti all’uso del Defibrillatore, “Pavia nel Cuore” è infatti un Centro di Formazione riconosciuto da AREU Lombardia all’interno della rete di formazione IRC Comunità e quindi le sue attività sono conformi alle direttive della Regione Lombardia. I corsi sono completamente gratuiti e si articolano in una breve parte teorica iniziale, fondamentale per comprendere le principali nozioni, e una parte di pratica sul manichino, dove ogni partecipante proverà le manovre di rianimazione fino all’apprendimento, incluso l’uso del Defibrillatore Semiautomatico (DAE) e le manovre di disostruzione nel bambino e nel lattante. Il corso prevede un esame finale che, se superato, abilita legalmente all’uso del defibrillatore semiautomatico (DAE). Qualora alla fine del corso l’esame non venisse superato, il corsista avrà possibilità di ripetere l’intero corso in una sessione successiva. Nei prossimi numeri di “Pavia in Tasca” contiamo di approfondire direttamente con i promotori l’attività e le finalità di questa nuova ed entusiasmante realtà del nostro territorio. Per chi fosse interessato a seguire i corsi, sul sito internet www.pavianelcuore.it e sul profilo Facebook www.facebook.com/pvnelcuore sono disponibili tutti gli aggiornamenti in tempo reale sulle attività programmate. Iscrivetevi!!!
Passione e Arte tramandate negli anni da generazione in generazione, delineano la tradizione di Francalanza; Pastificio a conduzione familiare. Nato a San Zenone, paese di grande amore per l’arte culinaria da cui nascono anche Gualtiero Marchesi e Mario Musoni. Il pastificio Francalanza si differenzia per la freschezza dei suoi prodotti che hanno una durata di cinque giorni poiché non contengono nessun tipo di colorante nè conservante e per questo consegnati ai rivenditori quotidianamente. Prodotti cardine del pastificio sono gli Anolini di carne con brasato e quelli classici di magro con ricotta e spinaci preparati rispettando la tradizione Piacentina. Oltre
FRANCALANZA V. & C. snc Via Caduti, 11 - 27100 Spessa (Pv) Tel. 0382.79070 - Fax. 0382.729956 www.francalanzapasta.it
questi vi è una serie di prodotti che segue l’andamento del percorso stagionale a Febbraio ad esempio vengono preparati i ravioli al ripieno di carciofi, ad Aprile al ripieno di asparagi, a giugno con la ratatouille, a settembre con i funghi e a novembre con zola o zucca. Basandosi sulle tabelle nutrizionali, Francalanza offre un prodotto curato nei minimi dettagli anche da un punto di vista tradizionale; Le calorie di un raviolo di magro per etto vanno dalle 280 Kcal alle 300 Kcal del raviolo di carne. Con le consegne giornaliere Francalanza arriva a coprire tre quarti della provincia di Pavia, parte del Lodigiano e del Piacentino.
I media: come essere mezzi di comunicazione di un’etica cristiana A Pavia si è tenuto il convegno dell’Ai@rt insieme a Diocesi e CEI di Sabrina Capelli e A.M.
Sei un nativo o un migrante digitale? Usi lo smartphone o l’ipad? Scarichi le apps o i videogames? Questi interrogativi e tanti altri sono stati al centro del corso nazionale di formazione Come i media cambiano la vita, tenutosi a Pavia nel mese di ottobre presso il Seminario vescovile di via Menocchio. Il convegno, organizzato dall’Ai@rt (Associazione spettatori onlus) e promosso dalla Diocesi di Pavia insieme alla Conferenza Episcopale Italiana (ufficio Comunicazioni sociali), ha voluto porre l’attenzione su due aspetti fondamentali del vivere quotidiano: da un lato il tempo presente, che offre un mondo nuovo sempre in evoluzione e pieno di sfide, dall’altro come il nostro essere immersi in questo contesto muta la nostra capacità di sentirlo e capirlo. Si tratta fondamentalmente di un approccio diverso di partecipare al modello contemporaneo di vita e conseguentemente di modificare la nostra. Tanti i relatori intervenuti all’incontro per scoprire un unico grande interrogativo: i media cambiano la nostra esistenza? Se la semplificano o la complicano ancora è troppo presto per dirlo, sta di fatto che sono diventati parte integrante del nostro vivere quotidiano. Ogni giorno, infatti, dettano 38 |
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regole, impongono comportamenti, stabiliscono mode. La loro presenza, più o meno ingombrante, è ovunque: da intrattenimenti per il tempo libero a veri e propri strumenti di lavoro, da mezzi per cercare notizie e curiosità a modi di leggere i giornali o addirittura trovare una badante, dal comunicare con le persone in una dimensione globale al reclamizzare un prodotto per la pelle. Nel mondo di oggi, quindi, la vita scorre alla velocità della luce e si rincorre puntualmente on-line. Tutta la vita è racchiusa davvero nei media? Oppure ne passa solo una parte, una dimensione, un frammento? Il compito dell’uomo di oggi, difronte a questa società
dell’informazione sempre più incalzante e agguerrita, sarà sempre di più quello di riconoscere se la visione della vita fornita dai media è totale, parziale o addirittura distorta. Dobbiamo sviluppare un’autonomia di pensiero più all’avanguardia e al passo con i tempi, diffidare dalle manipolazioni dei creativi, dagli adattamenti per il pubblico e dagli interessi delle lobbies. I temi presentati hanno legato i media ai diversi aspetti della realtà, spaziando dai problemi di ogni giorno, specialmente quelli adolescenziali, all’utilizzo quotidiano di ciascuno di loro, fino alle visioni di fondo su etica e bioetica. Tutti sono comunque d’accordo nell’affermare che il ruolo della comunicazione digitale nella società e nella famiglia contribuisce a formare l’identità culturale in cui viviamo per arrivare alla conclusione che le nostre idee e i nostri pareri sono spesso inconsapevolmente costruiti su di loro.
Le strade da percorrere per non farsi travolgere dall’irruenza mediatica sono parecchie: è necessario coltivare una domanda più critica ed etica nei confronti dei modelli di comunicazione offerti dai media di oggi, bisogna abbattere il muro di silenzio circa le sfide educative che i genitori devono raccogliere davanti ai loro figli, occorre far conoscere iniziative di media education per stimolare le iniziative locali più opportune. In questa cornice si pone l’associazione Ai@art che è un valido strumento per supportare, con azioni, contributi e ricerche, l’opera della Comunità cristiana nell’era tecnologica.
UN NUOVO MODO DI LAVORARE: IL COWORKING SBARCA A PAVIA A Spazio Geco postazioni e Fab-Lab per condividere spazi e progetti di Chiara Pelizza Inaugura il coworking a Pavia: lo scorso 18 ottobre ha aperto in Borgo Ticino Spazio Geco (giovane ecofficina coworking), nato dalla filosofia del lavoro condiviso in cui professionisti o realtà imprenditoriali appena aperte possono affittare, a prezzi contenuti, una postazione di lavoro. Condivisione economica e collaborativa sono i principi portanti di uno spazio che vuole sinergicamente condividere le idee. In quanto a iniziative il nostro Paese è quarto in Europa dopo Germania, Spagna e Gran Bretagna. Il termine nasce nel 2005, quando Brand Neuberg, programmatore della Silicon Valley, scriveva sul suo blog la parole coworking. Oggi, tre punti a Pavia: via Calchi, Corso Mazzini e ora Via Magenta, 11; questo ultimo spazio è stato inaugurato da Luca De Sanctis, Giulia Carlini, Marianna Belvedere e Michele Magnani. Per un contratto semestrale si pagano 150 E al mese, che diventano 170 se si prenota per tre mesi. Ci sono anche pacchetti a ore: 40 costano 56 euro. 40 |
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Un’occasione per imparare a fare impresa, accompagnati step by step da professionisti che si occupano dei vari aspetti necessari alla realizzazioni imprenditoriale; già pronti gli sportelli commercialista e avvocato. Ad oggi sono circa 20 le postazioni presenti, oltre ad una sala riunioni, angolo relax e caffè, una sala eventi e un fab lab (fabrication laboratory) dotato di una piccola falegnameria e di strumentazione digitale (stampante 3D, plotter, e altro) dove utenti interni ed esterni potranno misurarsi nel “making”, cioè nella creazione di prototipi, progetti di design, oggetti di vario genere. “L'idea è nata dall'unione di esigenze comuni derivanti da esperienza diverse” dice Marianna Belvedere, storica dell’arte e operatore nei beni culturali alla ricerca di uno spazio per far confluire competenze legate all'educazione al patrimonio, alla cittadinanza, al turismo responsabile. ”Il concept di base è il voler creare sinergie tra esigenze e competenze diverse, che possano trovare nello Spazio
Geco un luogo dove far nascere nuove idee, progetti, start up. In un contesto economico ma soprattutto culturale di crisi, pensiamo sia importante non chiudersi nel proprio "orticello" o continuare a lamentarsi della disoccupazione, ma trovare le energie e la voglia di mettersi in discussione e condividere il proprio know how”. Questo lo spirito del ‘Gechi’. La condivisione degli spazi lavorativi è solo uno degli aspetti del progetto, che si propone di rispondere alle diverse esigenze professionali di lavoratori indipendenti, start up e associazioni. I coworkers potranno usufruire di incontri mensili con professionisti in ambito legale, fiscale ed anche dello sportello “Scalatore di Idee”, ossia un servizio di orientamento per fornire ai futuri utenti gli strumenti necessari per avviare un’ impresa, passando dall’idea, al business model fino al business plan. Un modo insomma per sperimentare un nuovo modello di lavoro basato sulla collaborazione. Nei prossimi mesi Spazio Geco vuole far conoscere i temi e i valori su cui vorrebbe coin-
volgere i futuri collaboratori e coworkers. Nella sala eventi è già partito un Corso di Messa in Scena Teatrale organizzato da alcuni giovani professionisti provenienti dalla Scuola Paolo Grassi di Milano. Altra iniziativa è "1 idea per 1 mese": un concorso di idee progettuali da realizzarsi all'interno dei locali di Spazio Geco in collaborazione con i "gechi residenti", che potranno rientrare in più aree tematiche (making, design, servizi alla persona, attività culturali e didattiche e altro ancora) e che devono avere come finalità la creazione di un evento in cui coinvolgere pubblico esterno. Agli organizzatori verrà offerta la possibilità di stanziarsi negli spazi di coworking per un mese gratuitamente e di usufruire così di tutti i servizi annessi... e chissà che quel periodo non sia foriero di altre idee da realizzare insieme? Per ogni ulteriore informazioni, Spazio Geco - via Magenta, 11 in Borgo (dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 19.00), telefono 0382 1753005, e-mail info@spaziogeco.it, web www.spaziogeco.it.
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Rispolveriamo un po' di galateo L’educazione non è un’applicazione dello smartphone, ma un caposaldo della società di Marta Rubini
Per quanto i tempi siano cambiati e la nostra società si sia evoluta, è bene sapere che le regole della giusta condotta continuano a esistere e ad essere indispensabili per chi vive in una società civile. Quando si parla di “galateo” non si fa riferimento solo ad un aspetto della persona, ma a tutti quei contesti in cui ci troviamo ad interagire con gli altri, come sul luogo di lavoro, in palestra, durante una cena con amici, ma anche a casa propria etc. Il galateo nasce a metà del Cinquecento ad opera di Giovanni Della Casa con il Galateo overo de' costumi, un trattato breve che prende il nome dal vescovo Galeazzo Florimonte, in latino “Galateus”, dedicatario dell’opera. Il volumetto era stato scritto con l’obiettivo di insegnare che chiunque avesse voluto vivere rispettosamente in società avrebbe dovuto tenere un comportamento virtuoso ed onesto. Dal momento che oggi parlare di galateo sembra ana-
cronistico, accontentiamoci almeno di ricordare che l’educazione non è un’optional dell’auto e nemmeno un’applicazione dello smartphone, ma un pilastro della nostra società. Purtroppo, in un mondo dove tutto viene dato per scontato e vige la frenesia, spesso ci dimentichiamo delle buone maniere. Le scene di maleducazione sono ormai all’ordine del giorno: giovani che imbrattano i sedili dei treni e non danno la precedenza agli anziani, persone che in coda non rispettano il proprio turno, funzionari pubblici che trattano sgarbatamente…Insomma, la lista potrebbe essere infinita. Non si pretende il rispetto di un protocollo reale, anzi, basterebbero minimi accorgimenti per risultare decorosi ed eleganti. Sin da quando il bambino inizia ad interagire con l’ambiente circostante e a tessere relazioni sociali, è fondamentale trasmettergli il senso del rispetto, prima regola del vivere civile. Iniziamo subito ad insegnare
ai nostri piccoli alcune regole semplici, ma indispensabili: educhiamoli, ad esempio, ad avere la giusta condotta durante i pasti, a presentarsi alle persone con garbo, a rispettare gli spazi altrui come se fossero i nostri. Le buone maniere non richiedono lezioni extra, ma sono la conseguenza naturale di un’educazione basata sul rispetto e sulla responsabilità. Inoltre, sapersi comportare in modo adeguato in ogni occasione, senza esser sopraffatti dall’imbarazzo, non può che costituire una carta vincente. Ecco perché il galateo non dovrebbe mai passare di moda.
Le prime 7 parole utili da insegnare al bambino: - Grazie - Prego - Permesso - Per favore - Buongiorno - Buonasera - Scusi
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La finestra sulla mente
Identità e abbigliamento di Gaia Vicenzi Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
William James, famoso psicologo di fine ‘800, così scriveva: “Il vecchio detto che la persona è composta di tre parti, il corpo, l’anima e i vestiti, è molto più che un modo di dire. Ci siamo così appropriati dei nostri vestiti e ci identifichiamo così fortemente con essi che ci sono poche persone le quali, chiesto di scegliere tra l'avere un bel corpo ricoperto di vesti perennemente squallide e sporche e l’avere una brutta forma e imperfetta sempre perfettamente vestita, non esiterebbero un attimo prima di dare una risposta decisiva.” (Principles of Pshychology, vol 1, 1890, p.292). Innanzitutto, occorre specificare che, parlando di vestiti, si fa un generale riferimento al look, ovvero l’insieme delle modificazioni e/o degli accessori usati da una persona nel comunicare con il proprio corpo agli altri (vestiti, accessori, cosmetici, acconciatura, tatoo…) La ricerca ha dimostrato come il vestito influenzi in modo sostanziale il comporta44 |
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mento umano, attraverso due componenti. La prima è relativa al fatto che il modo in cui ci abbigliamo incide sul nostro umore ed è ben documentato come le persone esprimano il proprio stato d’animo ed il proprio sé attraverso gli abiti. La seconda è relativa al fatto che il modo in cui siamo vestiti influenza i comportamenti di chi interagisce con noi. Per quanto riguarda la prima componente, la maggioranza della gente vede gli abiti più spesso come una fonte di emozioni positive, quando questi aiutano a rimandare un’immagine gradevole del sé (sia quando enfatizzano certi aspetti del corpo che piacciono sia quando camuffano aspetti del corpo che sono considerati come difetti). Già nel 1959, in un ospedale della California, partiva un programma di intervento su un gruppo di donne depresse e caratterizzate da un’autostima molto bassa. Tale progetto di Fashion Terapia poneva le sue basi sull’assunto che, attraverso la cura del look, si sarebbe potuto migliorare la condizione psicologica delle pazienti e i risultati ne hanno dimostrato l’efficacia. Indipendentemente dall’esperienza dell’acquisto di un abito, l’indossare qualcosa in cui ci sentiamo non solo a nostro agio ma anche gradevoli, determina in modo importante il nostro senso di sicurezze e, quindi, il modo in cui interagiamo con gli altri. In un esperimento condotto da Adam e
Galinsky, diverse persone ottenevano risultati migliori in compiti di performance quando indossavano un camice medico rispetto a quando non lo indossavano, quasi che la percezione di un maggiore status aumentasse effettivamente la propria competenza. La seconda componente, ovvero il modo in cui la nostra immagine a livello di look influenza il comportamento altrui, è ben documentata da una serie di studi che dimostrano come la prima impressione che diamo agli altri ne determina in modo sostanziale le reazioni. Per esempio, nell’ambito scolastico è dimostrato come gli insegnanti stimino l’intelligenza degli alunni, a partire dai primi contatti con gli stessi, in base al modo in cui sono abbigliati e lo stesso accade negli alunni che stimano la professionalità
dei docenti in base al loro modo di vestirsi. Quando un professore parte dal presupposto che un allievo sia intelligente, è molto più probabile che vada a confermare questa sua assunzione, recuperando sempre più informazioni per sostenerla e, quindi, convincendosi in modo progressivo della veridicità dell’ipotesi iniziale. Inoltre, in diversi contesti lavorativi, l’abbigliamento mostrato dalle persone ne definisce la percezione di competenza da parte degli altri e ne stabilisce anche il grado di affidabilità con cui gli altri li percepiscono. In sintesi, dato l’assoluto collegamento fra identità e vestiti, è importante non sottostimare l’importanza dei secondi nell’ausilio di una percezione positiva di sé, senza identificare nel solo look l’essenza del proprio essere ma, di contro, senza banalizzare la sua portata.
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parole dimenticate e curiosita’ linguistiche la più intima ricchezza della lingua italiana
PAROLE desuete ÁÁ Balire [ba-lì-re] v.tr.
1. Governare, avere comando e potestà su qualcuno o qualcosa. 1.1 Reggere,
In usi letterari o burocratici, ospedale.
ÁÁ Pleonastico [ple-o-nà-sti-co] agg. (pl.m. -ci,
maneggiare (soprattutto armi) 2. Far
f. -che) Che costituisce un pleonasmo; SIN
crescere, allevare, nutrire, fare da balia.
ridondante. Per estens. superfluo, inutile.
ÁÁ Bazzesco [bàz-ze-sco] agg.
ÁÁ Nosocomio [no-so-cò-mio] s.m. (pl. -mi)
Rozzo, grossolano
ÁÁ Delimare [de-li-mà-re] v.tr. Logorare, consumare
ÁÁ Deaurato [De-àu-ra-to] agg.
ÁÁ Procrastinare [pro-cra-sti-nà-re] v.tr. (procràstino ecc.) [sogg-v-arg] Burocr. Rimandare, rinviare qlco. per un certo periodo o a tempo indeterminato; SIN differire.
1. Decorato con l’oro 2. Del colore dell’oro.
ÁÁ Narcisista
curiosità linguistiche
Nel linguaggio di tutti i giorni, l’aggettivo “narcisista” viene utilizzato per descrivere una persona vanitosa, egoista oppure presuntuosa. Deriva dal sostantivo "narcisismo", che prende il nome da Narciso, protagonista di un mito greco. Secondo la leggenda Narciso era un bellissimo giovane, a cui era stato predetto che sarebbe vissuto fin quando non avesse visto la propria immagine. Di lui si innamorò la ninfa Eco, che, però, non fu corrisposta. Come punizione, la dea Nemesi lo indusse a sedersi presso una fonte per dissetarsi. Quando il giovane vide la propria immagine riflessa se ne invaghì e annegò cercando di raggiungere la figura riflessa. Eros, tuttavia, ebbe pietà di lui e lo trasformò nel fiore che porta il suo nome.
ÁÁ Lapalissiano Ragionamento o affermazione le cui conclusioni appaiono immediatamente ovvie e scontate. La storia di quest'aggettivo è piuttosto curiosa: deriva dal nome del maresciallo Jacques II de Chabannes, signore di La Palice, che, contrariamente a quanto si possa credere, non fu l'autore di alcuna frase ovvia e scontata. In effetti il termine ha avuto origine da una canzone intonata dagli sconfitti dell'assedio di Pavia (1525) il cui proposito era quello di rendere onore al coraggio del loro comandante, che in quella battaglia aveva trovato la morte. L'originale diceva più o meno: «se non fosse morto farebbe ancora invidia», ma i soldati lo storpiarono «se non fosse morto sarebbe ancora in vita». L'effetto esilarante è stato talmente contagioso da passare alla storia come la frase più ovvia ed inutile.
I PUNTI DI DISTRIBUZIONE PAVIA BAR LANTERNA VIA SAN GIOVANNINO 23/25 BAR VIER VIA SAN PAOLO 19/21 PASTICCERIA BORDONI VIA SAN PAOLO 5 BAR LA DOLCE SOSTA VIA PARCO VECCHIO 19 CARREFOUR LA TORRETTA VIA TORRETTA 1 PALESTRA L’ARTE DEL MOVIME VIA CASSANI 7 BAR FORTE VIA VIGENTINA 20 BUFFETTI VIA VIGENTINA 14/f PUB OLD WILD WEST VIA VIGENTINA 1 BENZINAIO ENI VIA TASSO 4 BAR GIALLO VIA GILARDELLI BAR LO SPUNTINO VIA OLEVANO 2 BAR TRATTORIA IOLANDA VIA RISMONDO 56 BAR BIJLIA COFFEE AND FOOD VIA BRAMBILLA 70 C PIZZA LEGGERA VIA BRAMBILLA 70 BAR MAXI VIA DAMIANO CHIESA INPS V.LE CESARE BATTISTI 25 BAR MINERVA P.LE MINERVA BAR GRAN CAFFE’ V.LE CESARE BATTISTI 1 MINERVA PANETTERIA PANE E RISO VIA MANZONI BAR LIBERTY V.LE LIBERTA’ 51 BENZINAIO IP VIA BRAMANTE PALESTRA HAPPY FIT VIA BRAMANTE 15 BAR MORETTI VIA DEI MILLE 214 BAR TABACCHI DABBENE VIA DEI MILLE 36 BAR LA CREMERIA P.LE PONTE TICINO-PONTE COP. BAR IL PONTE P.LE PONTE TICINO-PONTE COP. GELATERIA PANNA E CIOCCOLATO P.LE PONTE TICINO-PONTE COP. BAR ARTE E CAFFE’ S. PIETRO IN VERZOLO 19 BAR HARRY’S V.LE CREMONA 142 EDICOLA VIA PASTRENGO BAR CAMPARI V.LE CAMPARI 44 BAR PAUSA CAFFE’ P.ZZA EMANUELE FILIBERTO FARMACIA DEL BO’ P.ZZA EMANUELE FILIBERTO
BAR PANE E SALAME C.SO CARLO ALBERTO 72 BAR DEL TURISTA C.SO CARLO ALBERTO 28 CAFFE’ ANNABELLA STRADA NUOVA 2 BAR GUSMAROLI STRADA NUOVA 128 NEW STREET BAR STRADA NUOVA 29 CAFFE’ DEL TEATRO STRADA NUOVA 75 TAVERNA ABBIGLIAMENTO STRADA NUOVA VIGONI PASTICCERIA STRADA NUOVA BAR CRISTAL VIA XX SETTEMBRE 50 F.LLI CARRARA VIA XX SETTEMBRE 52 CINEMA POLITEAMA C.SO CAVOUR Caffè Milani C.SO CAVOUR 30/G BAR CAFFE’ KOBAN P.ZZA DUOMO 9 BAR MERCATO IPOGEO P.ZZA DELLA VITTORIA CAFFè DUBLINO C.SO CAIROLI 24/A BAR BORDONI VIA BORDONI 26 CAFFE’ TRE TORRI VIA SPALLANZANI 1/3 BAR L’ALTRO VERSO C.SO MAZZINI 20 BAR AUGUSTUS P.ZZA DEL MUNICIPIO BAR GERRY P.ZZA DEL MUNICIPIO 1 BAR SAN SIRO C.SO GARIBALDI TABACCHI 72 C.SO GARIBALDI 72 BAR ITALIA C.SO GARIBALDI 31 BAR AMBARABAR C.SO GARIBALDI 70 GEOTECNICA C.SO GARIBALDI 40 BAR SOPHIE V.LE INDIPENDENZA BAR CASTELLO P.ZZA EMANUELE FILIBERTO CAFFE’ PETRARCA VIA MATTEOTTI 28 F.LLI CARRARA VIA XX SETTEMBRE 42/a CLINICA MONDINO VIA MONDINO 2 FONDAZIONE MAUGERI VIA MAUGERI 4 MC Donald’s VIA BRAMBILLA
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