Un percorso alla scoperta dei diritti fondamentali dell’uomo
tra poesie ricerche e riflessioni
5^ A Scuola Primaria Sant’Egidio capoluogo Istituto Omnicomprensivo Primo Levi
Sant’Egidio e Ancarano a.s.2017-2018 ins. Taila Serafini
Nel gioioso ambiente della Scuola dell’Infanzia, una bellissima lettura
animata di alcune poesie tratte dal libro “Il cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola ha suscitato, in bambini della classe 4^ di Scuola Primaria, curiosità e domande. Da qui è nato il progetto di conoscere meglio la tematica dei Diritti Umani attraverso un percorso laboratoriale di attività di gruppo e di coppia in cui, da ogni poesia letta e analizzata, sono emerse riflessioni e un … “diritto fondamentale dell’uomo”.
Ne è seguito un interessante lavoro di ricerca su persone che hanno speso la loro vita per il riconoscimento di quel diritto e su eventi significativi che ne hanno sancito la conquista. Dalla condivisione dei vari lavori di gruppo, tutta la classe ha scoperto quanto il cammino dei diritti sia stato lungo e difficoltoso e quanto, per molti, la meta sia ancora lontana. Il progetto è proseguito in quinta per giungere ad una maggiore consapevolezza del valore dei documenti che hanno segnato le tappe più significative della conquista dei diritti fondamentali dell’uomo fino a giungere alla conoscenza della Costituzione della Repubblica Italiana e soprattutto dei suoi Principi Fondamentali. Questo e book, progettato e realizzato dagli alunni con l’aiuto dell’insegnante, e tutto il percorso da cui è nato, sono il modo in cui gli alunni della 5^ A della Scuola Primaria di Sant’Egidio alla Vibrata dell’Istituto Omnicomprensivo Primo Levi di Sant’Egidio e Ancarano hanno cercato di rispondere fattivamente all’invito che il nostro Presidente Mattarella ha rivolto agli studenti italiani per i 70 anni della Costituzione della Repubblica Italiana: “Cari studenti, prendete in mano la Costituzione. È una buona lettura. Scoprite quel che dice a tutti noi, fatela conoscere, cercate occasioni per discuterne e confrontarvi con essa. La Costituzione è la base su cui poggiano le nostre libertà, i nostri diritti e i nostri
doveri. Ma non si tratta soltanto di un corpo di norme giuridiche. È an-
zitutto un patrimonio condiviso di principi e valori che unisce la comunità di cui facciamo parte. Nasce da una storia di popolo, segna un traguardo che il Paese ha conquistato, anche con grandi sacrifici, grazie a generazioni che ci hanno preceduto, e indica una direzione nel cammino comune. Attuare la Costituzione è un impegno che non può dirsi mai esaurito: le istituzioni, le formazioni sociali, i singoli cittadini sono continuamente chiamati a rimuovere gli ostacoli che si frappongono a una piena inclusione, a una partecipazione responsabile, allo sviluppo integrale della persona. Per questo è di importanza vitale per la Repubblica che i giovani ne facciano propri i principi e spendano i loro talenti affrontando con coraggio i tempi nuovi e gli straordinari mutamenti che questi recano con sé. Le conoscenze che si acquisiscono nella scuola sono occasioni di crescita, e ampliano le opportunità di ciascuno: ma la scuola è anche maestra di vita e nella sua missione educativa rientra la formazione di cittadini consapevoli e attivi, capaci di essere protagonisti della vita democratica. Il mio augurio a tutti gli studenti, e ai loro docenti, è che questa lettura sia proficua. Che diventi una spinta a migliorarci singolarmente e tutti insieme. La Costituzione è la nostra carta d’identità democratica e mostra una grande fiducia nel futuro che tocca a tutti noi costruire. Le differenze, i diversi interessi, i problemi con i quali ci misuriamo ogni giorno saranno un’opportunità se sapremo esprimere nella vita civile quei valori di libertà, di eguaglianza, di solidarietà, di giustizia, che la nostra Costituzione ci ha insegnato”
Lettura... molto animata!
Insieme... si lavora meglio!
Dalla poesia a... curiosità...interrogativi… riflessioni...
ricerche… approfondimenti… scoperta! E poi… confronto… discussioni… conoscenza… consapevolezza… Infine… desiderio di essere cittadini consapevoli e attivi... impegno a migliorarci... e a far conoscere
Poesie tratte da “lI cammino dei diritti� di Janna Carioli e Andrea Rivola
Dove i diritti umani sono negati... Candele che illuminano
Persone che impegnano la loro vita nella lotta per la conquista dei diritti Organizzazioni di volontariato e solidarietà Organismi nazionali e internazionali Eventi per sensibilizzare
Sentieri che guidano Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza Convenzione sullo status del rifugiato Costituzione della Repubblica Italiana …
La grande foresta Mi sento albero
coi capelli di foglie e frutti maturi per chi li raccoglie. Mi sento albero della grande foresta la linfa nelle venerdĂŹ
e il sole sulla testa. Mi sento albero una forte sequoia gigante, indistruttibile e pieno di gioia.
da “lI cammino dei diritti� di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Non si può fare a meno degli alberi e delle foreste Ogni uomo ha il
diritto di vivere in un ambiente sano I protagonisti
Chico Mendes ha speso la sua vita per sostenerlo. Ha lottato contro il disboscamento della foresta amazzonica
In Italia
“La Repubblica… tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”
Costituzione della Repubblica
Principi Fondamentali Art. 9
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti Chico Mendes Chico Mendes, un ambientalista brasiliano ha lottato contro la deforestazione dell'Amazzonia. Per lui la foresta era un luogo senza padroni, in cui alberi e uomini potevano vivere e crescere insieme gli uni custodi degli altri. È stato un grande difensore della foresta amazzonica e fu assassinato il 22 dicembre 1988 con uno sparo. Chico Mendes difendeva i seringueiros, raccoglitori di gomma di caucciù, che vivevano nella foresta da oltre cent’anni e quando si cominciò a distruggere la foresta, lui formò un’unione dei seringueiros per battersi contro la devastazione e per creare aree protette e riserve estrattive gestite da comunità locali. Dedicò tutta la sua vita alla difesa della foresta, dei lavoratori, dei popoli della foresta. Per questo suo impegno fu premiato varie volte anche dalle Nazioni Unite che, nel 1987, lo riconobbero come uno dei più influenti difensori della natura dandogli, a Washington, il Premio Global 500 dell’Unep, agenzia dell’ONU per la tutela dell’ambien-
Foresta Amazzonica
La foresta amazzonica rappresenta oltre la metà delle foreste pluviali rimanenti nel pianeta e costituisce il tratto di foresta pluviale tropicale più grande e più ricco di biodiversità nel mondo: ospita circa 60.000 specie di piante, 1.000 specie di uccelli e oltre 300 specie di mammiferi. La foresta amazzonica, però, sta subendo da diversi anni un forte processo di distruzione soprattutto per ottenere spazi per l'allevamento bovino. La deforestazione provoca gravi danni all’uomo.
Curato da Domenico e Zaira
Ti ricordi? Ti ricordi quando eri incatenato prigioniero, deriso, umiliato? Ti ricordi quando eri trattato come un animale? Ti ricordi quando eri frustato e la tua vita valeva meno di un soldo bucato? No? Beh, sei fortunato?
da “lI cammino dei diritti� di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Non si può fare a meno della propria libertà Ogni uomo ha il
diritto di essere libero I protagonisti Abraham Lincoln ha speso la sua vita per sostenerlo Nel 1862, proclama che ogni uomo ha lo stesso valore e gli stessi diritti e decreta la liberazione di tutti gli schiavi. Questo primo importante passo aprirà la strada per l’approvazione del XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America con il quale, nel 1865, viene definitivamente abolita la schiavitù. In Italia
“La libertà personale è inviolabile ...” Costituzione della Repubblica
Diritti e doveri dei cittadini
Art. 13
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti
Abraham Lincoln Abraham Lincoln, sedicesimo Presidente degli Stati Uniti d'America dal 1861 al 1865, abolisce ufficialmente la schiavitù in America. Nel 1860 ottenne la maggioranza dei voti ed entrò nella Casa Bianca. Era contro la schiavitù dei neri e, nel 1862, emanò il proclama di emancipazione che liberava gli schiavi. Però lui voleva che nella Costituzione Americana fosse messo un articolo contro la schiavitù. Ciò venne accettato dopo la sua rielezione, nel 1865. Poche settimane dopo la sua rielezione, Lincoln annunciò pubblicamente il suo sostegno al suffragio limitato per i neri in Lousiana, cioè il diritto di voto. John Wilkes Booth, un fanatico sudista, preoccupato dell’eventualità che i neri potessero ottenere il diritto di voto, il 14 Aprile del 1865, ferì mortalmente Lincoln che morì il giorno seguente. Proclama di emancipazione di Lincoln Proclama è un termine derivante dal latino proclama, cioè gridare avanti, annunciare. È, quindi, un annuncio solenne riguardante un provvedimento di particolare importanza, emanato da un’autorità e rivolto al popolo. Il Proclama di Emancipazione di Lincoln fu promulgato durante la guerra civile americana ed è composto da due ordini esecutivi. Il primo decreta la liberazione di tutti gli schiavi degli Stati Confederati a partire dal 1° Gennaio 1863; il secondo elenca gli stati nei quali deve essere applicato. A seguito di questo Proclama, fino al 1865, circa quattro milioni di persone divennero libere.
Copia del Proclama firmato da Lincoln
Curato da Francesco e Kai
Il filo Né pietra né corda né scure né altro strumento ti uccida, anche se hai molto sbagliato, anche se cambiare è una sfida. Dovrai scontare la pena per la pena grande che hai dato ma la vita dell’ uomo è un filo che non può venire tagliato.
da “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Non si può fare a meno della vita, anche se si è commesso un reato grave Ogni uomo ha il
diritto di vivere I protagonisti Leopoldo I di Toscana ha speso la sua vita per sostenerlo Nel 1786, nel Granducato di Toscana, riforma il codice penale e, primo al mondo, abolisce la pena di morte.
In Italia “...Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte. ”
Costituzione della Repubblica
Diritti e doveri dei cittadini
Art. 27
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti La pena di morte Il 30 Novembre 1786 nel Gran Ducato di Toscana viene approvato il nuovo Codice penale con cui si abolisce la pena di morte. In Italia la pena di morte viene abolita nel 1948. Nel 1977 i Paesi che hanno abolito la pena di morte sono appena sedici. Oggi hanno abolito la pena di morte piĂš di due terzi dei Paesi del mondo, ma negli altri ancora esiste.
Il Codice Leopoldino Il Codice Leopoldino è una legge di riforma della legislazione criminale toscana emanata il 30 novembre 1786 nel Gran Ducato di Toscana. Il Gran Ducato di Toscana fu il primo stato al mondo ad abolire la pena di morte perché riteneva che era inutile e per punire chi aveva commesso un delitto, come pena, prevedeva la condanna a fare i lavori pubblici perché questo permetteva al condannato di fare qualcosa di utile alla società, di non aver modo di commettere altri reati e di essere corretto.
Curato da Eleonora e Riccardo
Lettera ad un bambino in guerra Lo so che la guerra
non è un videogioco si muore per sempre non solo per poco . Lo so che fuggire ti dà tanto dolore,
la casa, il tuo cane sono strappi del cuore . Lo so che il mio aiuto è solo un granello, ma vieni, ti aspetto.
Ho il letto a castello. da “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Ciascun uomo non può fare a meno di vivere in un posto sicuro Ogni uomo ha il
diritto di essere accolto se fugge dalla guerra I protagonisti La Conferenza speciale dell’ONU, il 28 luglio 1951, approva la Convenzione sullo status di rifugiato. Dice che può essere considerato un rifugiato chi teme di essere perseguitato o è a rischio di vita nel proprio paese e decide di chiedere protezione in un altro. Questa convenzione stabilisce anche quali sono le forme di protezione che il rifugiato dovrebbe ricevere nel paese che lo ospita. In Italia
“L’ordinamento giuridici italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge…..”
Costituzione della Repubblica
Principi Fondamentali Art. 10
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti L’ONU L’O.N.U. è la sigla dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Le Nazioni Unite sono state fondate il 24 Ottobre 1945 da 51 nazioni. Sono impegnate a preservare la pace e la sicurezza collettiva grazie alla cooperazione internazionale. Oggi fa parte dell’ONU ogni nazione del pianeta: in totale 192 Paesi. Quando uno Stato diviene membro delle Nazioni Unite, esso stabilisce di accettare gli obblighi dello Statuto ONU, un trattato internazionale che fissa i principi fondamentali delle relazioni internazionali. Secondo quanto disposto dallo Statuto, l’ONU svolge quattro funzioni: mantenere la pace e la sicurezza internazionali, sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni, cooperare nella risoluzione dei problemi internazionali e nella promozione del rispetto per i diritti umani, rappresentare un centro per l’armonizzazione delle diverse iniziative nazionali.
Le Nazioni Unite non sono un governo mondiale e non legiferano. Esse, tuttavia, forniscono i mezzi per aiutare a risolvere i conflitti internazionali e formulano politiche appropriate su questioni di interesse comune. Alle Nazioni Unite tutti gli Stati Membri, grandi e piccoli, ricchi e poveri, con differenti visioni politiche e diversi sistemi sociali, fanno sentire la propria voce e votano per decidere sulle politiche della comunità internazionale.
UNCHR Da oltre 65 anni, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) tutela i diritti e il benessere dei rifugiati in tutto il mondo. L’UNHCR è la principale organizzazione al mondo impegnata in prima linea a salvare vite umane, a proteggere i diritti di milioni di rifugiati, di sfollati e di apolidi, e a costruire per loro un futuro migliore, come evidenziato nel nostro statuto. Lavora in 127 Paesi del mondo e si occupa di oltre 60 milioni di persone. Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 14 dicembre 1950, da allora l’Agenzia ha aiutato più di 60 milioni di persone a ricostruire la propria vita. Per questo le sono stati assegnati due Premi Nobel per la Pace, il primo nel 1954, il secondo nel 1981. Il mandato dell’UNHCR è di guidare e coordinare, a livello mondiale, la protezione dei rifugiati e le azioni necessarie per garantire il loro benessere. L’Agenzia lavora per assicurare che tutti possano esercitare il diritto di asilo e di essere accolti in sicurezza in un altro Stato. Insieme ai governi, l’UNHCR aiuta i rifugiati a tornare a casa, ad essere accolti nel paese dove hanno trovato rifugio o in un paese terzo. Entro 72 ore dallo scoppio di un’emergenza, l’UNHCR riesce a mobilitare ovunque nel mondo più di 300 operatori altamente qualificati in grado di portare soccorso a più di 600.000 persone. Fornisce acqua, cibo, tende, assistenza medica e psicologica. Garantisce l’accesso all’istruzione e alla formazione e alle attività generatrici di reddito.
Curato da Eleonora e Ersi
Sono così Occhi azzurri, verdi, marroni. Capelli biondi, neri, castani. Pelle di pesca, uva, banana. Lingua che canta, aspira, arrotonda. Denti che mangiano, ridono al mondo. Sono così: diverso e uguale. Sono il bambino universale.
da “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Non si può fare a meno dei propri diritti anche se si è un bambino
Tutti i bambini hanno uguali diritti I protagonisti L’ONU, il 20 novembre 1989, sancisce per la prima volta che i bambini sono cittadini con bisogni di assistenza e protezione. Con la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza riconosce che anche i bambini godono di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici.
In Italia “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo...” “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni…”
Costituzione della Repubblica
Principi Fondamentali Art. 2-3
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza è stata adottata dall’Onu nel 1989 e riconosce per la prima volta che anche i bambini godono di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. Con questo documento i bambini non sono più considerati come oggetti passivi, ma come persone con bisogni di assistenza e protezione, come cittadini che partecipano attivamente alle decisioni da prendere e che sono quindi titolari di diritti inalienabili, cioè diritti di cui non si può essere privati. Quindi con questa Convenzione, il mondo ha fatto una promessa ai bambini: che avrebbe fatto tutto il possibile per proteggere e promuovere i loro diritti, per consentire loro di crescere e di esprimere il loro pieno potenziale. In Italia la Convenzione è stata ratificata il 5 settembre 1991. Il 20 novembre è la Giornata Internazionale dei diritti dei minori.
I DIRITTI DELL' INFANZIA E DELL' ADOLESCENZA - Diritto ad essere protetto (art. 2 - 19 - 20 - 22) - Diritto ad essere aiutato (art. 5) - Diritto alla vita (art. 6 - 27) - Diritto ad avere un nome e una nazionalità (art. 7) - Diritto a vivere con i genitori (art. 9 - 10) - Diritto ad esprimere la propria opinione (art. 12) - Diritto ad avere le proprie idee (art. 14) - Diritto a riunirsi con i propri amici (art. 15) - Diritto ad essere cresciuto ed educato dai propri genitori (art. 18) - Diritto alla salute (art. 24) - Diritto ad avere un'istruzione e un’educazione (art. 28) - Diritto a partecipare ad attività culturali (art. 31) - Diritto a non svolgere lavori pesanti (art. 32)
Diritto a essere protetto dall’uso di droghe (art. 33)
Curato da Alessandra e Chiara
Il gioco Giochiamo insieme a “tira a indovinare “ devi scoprire chi è senza guardare. Con gli occhi chiusi sfiora il suo sorriso prima le labbra e dopo tutto il viso. È nero oppure bianco il suo colore? E chi lo sa? Io so che ha un buon odore. Il tempo è scaduto, fine del gioco. Non hai capito? Eppure basta poco. Tocca il cuore con il palmo della mano. Brava, hai indovinato: è un essere umano!
da “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Non si può fare a meno di essere così come si è Tutti gli uomini hanno gli
stessi diritti anche se il colore della pelle è diverso I protagonisti Nelson Mandela ha speso la sua vita per sostenerlo. In Sudafrica lottò pacificamente per eliminare l’apartheid cioè la separazione della razza nera da quella bianca.
In Italia “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità...” “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione ... di razza, …”
Costituzione della Repubblica
Principi Fondamentali Art. 2-3
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti Nelson Mandela Nelson Mandela è nato il 18 luglio 1918 in Sudafrica. Era figlio di un capo della tribù Thembu. È stato ed è il simbolo del Sudafrica perché ha lottato per la libertà del suo popolo contro l’apartheid ossia quel regime politico che favorisce, anche sul piano legale , la segregazione dei negri rispetto ai bianchi. Dopo aver seguito gli studi nelle scuole sudafricane per studenti neri, conseguì la laurea in giurisprudenza. Nel 1944 entrò nella politica attiva diventando membro dell’African National Congress guidando per anni campagne pacifiche contro l’apartheid. Nel 1960 il regime di Pretoria eliminò volontariamente 69 militanti dell’African National Congress e mise fuorilegge l’intera associazione. Mandela, però, sopravvisse alla strage e riuscì a fuggire. Nel 1963, dopo un procedimento durato nove mesi, fu condannato all’ergastolo. Di fronte ai giudici del tribunale, Mandela fece un discorso dicendo che era pronto a pagare la pena anche se la vita nella prigione per un negro era difficile e che avrebbe continuato a lottare per la libertà del suo popolo. Nel 1985 il presidente sudafricano Botha offrì a Mandela la libertà se avesse smesso di lottare per il suo popolo, ma Mandela rifiutò l’offerta e rimase in prigione. Nel 1990 Mandela venne liberato e nel 1991, venne eletto presidente del movimento africano per la lotta all’Apartheid. Nel 1993 ricevette il premio Nobel per la pace e l’anno dopo, durante le prime elezioni libere del suo paese, in cui potevano partecipare anche i neri, Nelson Mandela venne eletto Presidente della Repubblica del Sudafrica e rimase in carica fino al 1998. È morto all’età di 95 anni, il 5 dicembre 2013.
Apartheid “Il termine apartheid venne adoperato nella Repubblica Sudafricana per indicare la separazione all'interno del paese tra bianchi da una parte e neri, meticci e indiani dall'altra. A causa di questa politica, voluta dai governi sudafricani, tutta la popolazione non bianca veniva costretta a vivere in uno stato di inferiorità e soggetta a umilianti proibizioni. L'Unione Sudafricana (futura Repubblica Sudafricana), dominio britannico dotato di un autogoverno, fu attraversata fin dalla sua nascita nel 1910 da notevoli tensioni sociali dovute alla presenza di una minoranza bianca (il 21% della popolazione), che gestiva il potere politico ed economico, e di una maggioranza nera (oltre il 60%) pressoché priva di diritti. A neri, meticci e asiatici venne subito impedito l'accesso agli impieghi qualificati e fu posta sotto severo controllo la loro presenza nelle aree urbane. I neri furono altresì privati del diritto di voto e confinati a vivere in zone delimitate e controllate dalle forze dell'ordine. Tra il 1943 e il 1950 l'apartheid fu inasprito, mediante leggi contro i matrimoni misti e impedendo l'accesso a neri, meticci e indiani ai luoghi riservati ai bianchi: dai treni agli uffici postali, dagli ospedali alle spiagge. Negli anni Cinquanta emerse una forte opposizione a opera dell'African national congress (ANC), un'organizzazione politica fondata nel 1912, che si batté adoperando i metodi della disobbedienza civile e della resistenza passiva, sulla base dell'esempio di Gandhi in India. Il risultato fu però, regolarmente, l'intervento delle forze armate e la repressione nel sangue delle manifestazioni di protesta. Nel 1962 venne imprigionato il leader del movimento nero Nelson Mandela. Diverse manifestazioni studentesche contro la politica segregazionista furono represse duramente e lo stesso accadde nel 1976 quando scoppiò una violenta rivolta nel ghetto di Soweto. L'adesione degli Stati Uniti all'embargo commerciale e l'unanime condanna da parte dell'opinione pubblica internazionale determinarono un isolamento sempre più marcato del Sudafrica. Il nuovo primo ministro Frederik de Klerk a partire dal 1989 si impegnò in una politica di caute riforme. Aprì i negoziati con l'ANC e fece legalizzare le opposizioni. Nel settembre 1990 Mandela venne liberato: la fine dell'apartheid fu sancita nel 1991 dall'abolizione delle principali leggi segregazioniste. Di conseguenza furono revocate le sanzioni economiche contro il Sudafrica da parte della comunità internazionale. Le elezioni del 1994 videro una schiacciante vittoria del partito di Mandela, il quale divenne presidente e capo del governo e guidò la Repubblica Sudafricana in una difficile fase di normalizzazione.” Da Enciclopedia dei ragazzi (2005)
Curato da Ludovica, Sabrine e Viola
La mela Come la mela è la mia famiglia bella, succosa, dolce vaniglia. Se tu la tagli in due metà una è la mamma e l'altra è il papà. Due parti opposte però uguali unite insieme e solidali. E in mezzo io, inizio di tutto seme di albero e futuro frutto.
da “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Non si può fare a meno della famiglia Ogni uomo ha il
diritto ad avere una famiglia I protagonisti Il Parlamento italiano approva, con la legge 151 del 1975, la “Riforma del Diritto di Famiglia. Con questa legge uniforma le norme sulla famiglia ai principi costituzionali.
Nella nostra Costituzione “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.”
Costituzione della Repubblica
Diritti e doveri dei cittadini
Art. 29
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti Il diritto di famiglia Nel diritto di famiglia codificato nel 1942 la famiglia era fondata sulla subordinazione della moglie al marito, sia nei rapporti personali sia in quelli patrimoniali, sia nelle relazioni di coppia sia nei riguardi dei figli; era fondata sulla discriminazione dei figli nati fuori del matrimonio (figli naturali), che ricevevano un trattamento giuridico diverso rispetto ai figli nati nel matrimonio (figli legittimi).
Il primo libro del codice venne riformato dalla legge 19 maggio 1975, n. 151 ("Riforma del diritto di famiglia"), che apportò modifiche tese a uniformare le norme ai principi costituzionali. Con questa legge venne riconosciuta la parità giuridica dei coniugi, venne abrogato l'istituto della dote, venne riconosciuta ai figli naturali la stessa tutela prevista per i figli legittimi, venne istituita la comunione dei beni come regime patrimoniale legale della famiglia, la patria potestà venne sostituita dalla potestà di entrambi i genitori (ora, "potestà genitoriale"), in particolare nella tutela dei figli. Il coniuge superstite nella successione ereditaria diventa erede, mentre prima, legalmente, non ereditava nulla.
La potestà maritale
La "potestà maritale" dice che l'uomo, nella famiglia, ha un ruolo più importante della moglie. Dunque, l'uomo ha il diritto di dare comandi e divieti alla moglie e anche il diritto di punirla. Questa cosa faceva parte dell'antica Roma ed era la cosiddetta "patria potestas" dove l'uomo aveva il diritto di condannare a morte la moglie, figli e schiavi. Nel "Regno d'Italia" i poteri del marito erano più limitati, però la moglie non poteva lavorare senza che il marito glielo permettesse. La "Sharia" prevede che il marito possa picchiare la moglie in certi casi. Simili principi valevano fino a pochi anni fa anche in paesi europei . In Italia la potestà maritale era prevista nel codice civile, nell'articolo 144. Nel 1975 in Italia è stata abrogata la potestà maritale con la riforma del diritto di famiglia. Da quell'anno si parla di potestà genitoriale. Si passa, cioè dalla potestà maritale alla responsabilità di genitore. I coniugi cioè sono uguali e hanno le stesse responsabilità verso i figli.
Curato da Alessandro e Andrea
Lo schiaffo Se vuoi avere ragione parla.
Se vuoi convincermi parla. Se vuoi sapere parla.
Uno schiaffo non è una strada più dritta, uno schiaffo è una sconfitta.
da “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Non si può fare a meno della propria integrità fisica e spirituale Ogni uomo ha il
diritto di non subire violenza I protagonisti L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 10 dicembre 1948, proclama la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. L’Art. 3 sancisce che “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.”
In Italia
“...E’punita ogni forma di violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà ...”
Costituzione della Repubblica
Principi Fondamentali Art. 13
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Dopo questa solenne deliberazione, l'Assemblea delle Nazioni Unite diede istruzioni al Segretario Generale di provvedere a diffondere ampiamente questa Dichiarazione e, a tal fine, di pubblicarne e distribuirne il testo non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell'Organizzazione internazionale, ma anche in quante altre lingue fosse possibile usando ogni mezzo a sua disposizione. Il testo ufficiale della Dichiarazione è disponibile nelle lingue ufficiali delle Nazioni Unite, cioè cinese, francese, inglese, russo e spagnolo. “Preambolo Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo; Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione; Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni; Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà; Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali; Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni; L'ASSEMBLEA GENERALE proclama la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.”
Puoi conoscere tutti gli articoli guardando il video
Giornata internazionale per le vittime di tortura “Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti.” Questo lo annuncia l’articolo n.5 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo. Oggi, sono 102 i paesi che praticano la tortura; vivono inoltre 400.000 rifugiati vittime di torture. Per questo, nonostante l’approvazione di trattati internazionali per la lotta a questa pratica, come la Convenzione ONU contro la tortura, nel 1997, l’ONU ha deciso di dedicare la giornata internazionale per le vittime di tortura affinchè non cali l’attenzione delle società civili e governi di fronte a questo problema.
Convenzione contro la tortura Il 10 Dicembre 1984 l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato la Convenzione contro la tortura ed altre pene, trattamenti crudeli, inumani e degradanti. La Convenzione proibisce la tortura obbligando gli stati ad adottare una serie di provvedimenti adeguati per assicurare la prevenzione e la lotta contro le torture per proteggere l’integrità fisica e spirituale delle persone che non sono libere. Per la Repubblica Italiana la Convenzione ha efficacia dall’11 Febbraio 1989.
Curato da Lorenzo e Sebastiano
Scrivo Scrivo il mio nome sulla sabbia del mare e se l’onda che arriva lo può cancellare lo scriverò ancora
con mano sicura perché guardo avanti e non ho più paura. Scrivo il mio nome perché sono e resisto perché studio, imparo, sono donna ed esisto.
da “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Non si può fare a meno di imparare
Ogni uomo ha il
diritto allo studio e all’istruzione I protagonisti Malala Yousafzai ha speso la sua vita per sostenerlo. All’età di 15 anni ha subito un attentato per aver difeso il diritto all’istruzione delle donne pakistane.
In Italia
“La scuola è aperta a tutti. L’istruzione, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita..”
Costituzione della Repubblica
Diritti e doveri dei cittadini
Art. 34
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti
123 MILIONI DI BAMBINI NON VANNO A SCUOLA Secondo i dati dell'Unicef c'è stato solo un lieve miglioramento della scolarizzazione negli ultimi dieci anni. Ad aggravare la situazione i conflitti come quello in Siria che rendono impossibile il diritto all'istruzione. 07/09/2017
Andare a scuola è ancora un diritto negato per troppi bambini nel mondo. Secondo l’Unicef 123 milioni di bambini (pari all’11,5%) non frequenta la scuola, e negli ultimi dieci anni la situazione non è molto migliorata se si calcola che nel 2007 erano 135 milioni, pari al 12,8%. I bambini che vivono nei paesi più poveri del mondo e nelle zone di conflitto sono colpiti in maniera sproporzionata. Dei 123 milioni di bambini che non frequentano le scuole, il 40% vive nei paesi meno sviluppati e il 20% in zone di conflitto. Le guerre continuano a minacciare – e a invertire – i progressi fatti nel settore dell’istruzione. I conflitti in Iraq e Siria si sono tradotti in altri 3,4 milioni di bambini che non seguono percorsi scolastici, portando il numero dei bambini fuori dalle scuole in Medio Oriente e in Nord Africa ai livelli del 2007 con circa 16 milioni di bambini. A livello globale, il 75% dei bambini in età da scuola primaria e secondaria inferiore che non frequentano la scuola si trova in Africa sub sahariana e Asia del Sud – dove ci sono alti livelli di povertà, rapido aumento della popolazione e ricorrenti emergenze. Alcuni progressi però sono stati fatti. L’Etiopia e la Nigeria, che sono tra i paesi più poveri del mondo, negli ultimi 10 anni hanno fatto i più grandi progressi nel tasso di iscrizione a scuola dei bambini in età da scuola primaria con un aumento, rispettivamente, di oltre il 15% e di circa il 19%. Secondo l’UNICEF, i diffusi livelli di povertà, i conflitti protratti nel tempo e le emergenze umanitarie complesse hanno causato l’arresto di questo tasso, che necessita di maggiori investimenti per rispondere alle cause che tengono i bambini vulnerabili fuori dalle scuole. “Gli investimenti mirati a far crescere il numero di scuole e insegnanti per far fronte alla crescita della popolazione non sono sufficienti. Questo approccio tradizionale non riporterà i bambini più vulnerabili a scuola – e non li aiuterà a sviluppare il proprio pieno potenziale – se continueranno ad essere intrappolati in povertà, deprivazione e insicurezza,” ha dichiarato Jo Bourne, Responsabile UNICEF per l’Istruzione. La mancanza di fondi per l’istruzione nelle emergenze sta colpendo l’accesso alle scuole dei bambini che vivono in situazioni di conflitto. In media, meno del 2,7% degli appelli umanitari a livello globale sono dedicati all’istruzione. Nei primi 6 mesi del 2017, l’UNICEF ha ricevuto soltanto il 12% dei fondi richiesti per garantire istruzione ai bambini che vivono in situazioni di crisi. Sono necessari più fondi per rispondere al numero crescente e alla complessità delle crisi e per dare ai bambini la stabilità e le opportunità di cui hanno bisogno.
Malala Yousafzai Malala Yousafzai è una ragazza pachistana chè il 9 ottobrè 2012, all’èta di 15 anni, è stata colpita alla tèsta è sulla spalla da un proièttilè sparato da un talèbano mèntrè stava salèndo sullo scuolabus pèr tornarè a casa. Malala èra accusata di diffondèrè idèè occidèntali pèrchè èra un’attivista chè si battèva pèr difèndèrè il diritto allo studio dèllè donnè pachistanè. Infatti nèl 2008 avèva pronunciato il suo primo discorso pubblico sul diritto all’istruzionè pèr tutti è all’èta di 11 anni avèva iniziato a tènèrè un blog pèr dèscrivèrè la vita in una règionè dèl Pakistan dovè moltè scuolè vènivano chiusè è vèniva impostata una lèggè islamica molto sèvèra. Il giorno dèl suo sèdicèsimo complèanno, il 12 luglio 2013, ha fatto un discorso all’Assèmblèa gènèralè dèllè Nazioni Unitè a Nèw York è ha chièsto ai govèrni di tutto il mondo di impègnarsi nèlla difèsa dèl diritto all’istruzionè di ogni bambino. Lè Nazioni Unitè hanno chiamato il 12 luglio Malala Day. Il 10 ottobrè 2014 Malala ha ricèvuto il prèmio Nobèl pèr la Pacè pèr il suo impègno contro lè opprèssioni di govèrni è bambini in difèsa all’istruzionè. A 17 anni, Malala è la pèrsona piu giovanè ad avèr ricèvuto il prèmio Nobèl pèr la Pacè. Ascolta il discorso di Malala
Curato da Diletta e Pierpaolo
Libertè, Egalitè, Fraternitè C’era una volta un re seduto sul sofà che disse alla sua serva
raccontami una storia e la serva incominciò: -Ora non c’è più il re, neanche il suo sofà, ci sono tre parole che mettono le ali: Liberi, Fratelli, Uguali.-
da “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Non si può fare a meno di essere libero e uguale di fronte alla legge Ogni uomo ha il
diritto e dovere al rispetto della legge I protagonisti
La Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino lo ha sancito, in Francia, nel 1789. “I rappresentanti del popolo francese costituiti in Assemblea Nazionale, considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti dell’uomo sono le uniche cause delle sciagure pubbliche e della corruzione dei governi, hanno stabilito di esporre, in una solenne dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo, affinché questa dichiarazione costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, rammenti loro incessantemente i loro diritti e i loro doveri…”
In Italia
“L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Costituzione della Repubblica
Principi Fondamentali Art. 1
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti
Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789
La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino è un testo giuridico elaborato in Francia nel 1789 nel corso della rivoluzione francese, contenente una solenne elencazione dei diritti fondamentali dell’individuo e del cittadino, scritto basandosi sulla Dichiarazione d’Indipendenza Americana. Ha ispirato numerose carte costituzionali e il suo contenuto ha rappresentato uno dei più alti riconoscimenti della libertà e della dignità umana. I rappresentanti del popolo francese erano convinti che le uniche cause di tutti i problemi pubblici e della corruzione dei governi fossero l’ignoranza, l’oblio e il disprezzo dei diritti dell’uomo. Per questo stabilirono di scrivere in una solenne dichiarazione, i diritti naturali inalienabili e sacri dell’uomo. Noi li abbiamo letti e ne riportiamo, in sintesi, quelli che ci sembrano più importanti.
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Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti (art. 1)
Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo (art. 2) La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri (art. 4) La legge ha il diritto di vietare solo le azioni nocive alla società. Tutto ciò che non è vietato dalla legge non può essere impedito e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non ordina. (art. 5) La legge è l’espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno diritto di concorrere, personalmente o mediante il loro rappresentante, alla sua formazione. Essa deve essere uguale per tutti, sia che protegga sia che punisca (art. 6) Nessun uomo può essere accusato, arrestato o detenuto se non nei casi determinati dalla legge e secondo le forme da essa prescritta (art. 7) Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purchè le manifestazioni di esse non turbino l’ordine pubblico (art. 10)
La società ha il diritto di chiedere conto della sua amministrazione ad ogni pubblico funzionario (art 15).
Curato da Chiara e Sofia
Il numero Cos’ è il numero che hai sul braccio? Mi chiedi. Io taccio. E’ un numero enorme, infinito. Lo tocchi con il dito. -Ogni numero è un uomo - racconto. Due occhi, un cuore una vita, un dolore . Ogni numero è una storia diversa che non va persa, da conservare nella memoria perché è la tua storia.
da “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola
Le nostre riflessioni Non si può fare a meno della propria storia, del proprio passato, dei propri affetti, delle proprie cose, ... Ogni uomo ha il
diritto ad essere sempre rispettato per quello che è I protagonisti Il Giorno della Memoria è stato istituito per riflettere sui motivi della discriminazione dell’uomo contro altri uomini. È una ricorrenza internazionale designata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005 in occasione del sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'Olocausto
In Italia “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...”
Costituzione della Repubblica
Principi Fondamentali Art. 3
27 dicembre 1947
Ricerche e approfondimenti
27 Gennaio 1945 Il 27 Gennaio 1945 le truppe dell’esercito sovietico liberarono i prigionieri rinchiusi nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. Furono scoperte le camere a gas, i forni crematori e il mondo scoprì il genocidio fatto dai nazisti.
Genocidio e Shoah Vengono chiamati genocidio gli atti commessi dall’uomo con l’intenzione di distruggere un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Il genocidio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale viene chiamato Shoah. La Shoah è stato un genocidio condotto con metodi scientifici messo in atto da parte della Germania nazista fino al 27 gennaio 1945, quando i carri armati dell’esercito sovietico sfondarono i cancelli del campo di concentramento di Aushwitz in Polonia. Da quel giorno questo campo è diventato il luogo simbolico della discriminazione e delle sofferenze di chi è stato internato solo perché ebreo o zingaro o semplicemente perché persona con idee politiche diverse da quelle di chi era al potere.
Giorno della Memoria Il 27 gennaio è il Giorno internazionale della Memoria, nato per ricordare le vittime dell’Olocausto e soprattutto per interrogarsi sul perché della Shoah e della discriminazione dell’uomo contro altri uomini. Il Giorno della Memoria è una ricorrenza importante: ogni anno, nel mondo, in questo giorno vengono ricordati 15 milioni di persone rinchiuse e uccise nei campi di concentramento nazisti prima e durante la seconda guerra mondiale. Sei milioni appartenevano al popolo ebreo. In Italia il Giorno della Memoria è stato istituto con una legge del 2000. Lo scopo, indicato dalla legge nell’articolo 2, è proprio quello di conservare nel futuro la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro paese e in Europa e affinchè simili eventi non possano mai più accadere. Ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Spesso noi stessi ne siamo gli autori, senza rendercene conto. La giornata della memoria ci ricorda che verso queste discriminazioni spesso reagiamo con l’indifferenza per chi viene isolato e non accettato. Per evitare che una tragedia come quella dell’Olocausto si ripeta occorre ricordare e soprattutto capire. “E’ avvenuto quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire.” Primo Levi
Curato da Debora e Patrick
Cittadini consapevoli e attivi...
Dire di no È più facile andare dove va la corrente è più facile fare come tutta la gente. Ma cambiare si deve E cambiare si può basta avere il coraggio di dire di no.
Poesie tratte da “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola
cittadini protagonisti della vita democratica si può esercitando il diritto di voto come le suffraggette della Nuova Zelanda che, con le loro proteste, nel 1893, ottennero la legge con la quale, in Nuova Zelanda, per la prima volta al mondo, veniva promulgata la parità tra uomo e donna nel diritto di voto;
attraverso la protesta non violenta come Gandi che, nel 1930 in India, organizzò una pacifica marcia del sale per protestare contro le tasse imposte dall’Impero colonialistico britannico;
dicendo NO alle cose che
non vanno bene
come Rosa Park, una donna afroamericana che, nel 1955, negli Stati Uniti, dove le persone di colore avevano posti separati sugli autobus e non potevano sposare persone bianche, rifiutò di lasciare il suo posto a un uomo bianco e per questo fu arrestata e processata. Ma il suo gesto mise in moto una lunga protesta non violenta contro la discriminazione che portò all’abrogazione della segregazione razziale negli Stati Uniti d’America.
Alla realizzazione di questo e book hanno collaborato
Alessandra, Alessandro, Andrea, Chiara, Chiara, Debora, Diletta,
Domenico, Eleonora, Eleonora,
Ersi, Francesco, Kai, Lorenzo, Ludovica, Patrick,
Pierpaolo, Riccardo, Sabrine, Sebastiano, Sofia, Viola, Zaira e la loro insegnante
Questo e book è il prodotto finale di un progetto biennale volto far conoscere ai ragazzi la nostra Costituzione e i principali documenti internazionali sui diritti fondamentali dell’uomo al fine di sensibilizzarli alle innumerevoli realtà in cui tali diritti sono negati e per promuovere “la formazione di cittadini consapevoli e attivi, capaci di essere protagonisti della vita democratica.” (Presidente Sergio Mattarella) I ragazzi, con attività di coppia e di gruppo, hanno ascoltato, letto e analizzato i testi poetici tratti dal bellissimo libro “lI cammino dei diritti” di Janna Carioli e Andrea Rivola; riflettuto, confrontato e fatto deduzioni; ricercato e approfondito alcune tematiche emerse per loro significative; rielaborato e trascritto al PC i testi; condiviso le loro attività e materiali su piattaforme on line; socializzato i loro prodotti con la classe. Il gruppo classe ha riflettuto su alcuni articoli della Costituzione Italiana trovandone la corrispondenza con i diritti fondamentali scoperti e ha progettato la macro-strutturazione del presente e book. La realizzazione finale, l’impostazione grafica e la pubblicazione è stata curata dall’insegnante. I materiali fotografici, video e informativi, sono qui usati ad esclusivo scopo didattico. Si ringrazia vivamente gli autori a cui se ne riconosce la paternità e a cui sono riservati tutti i diritti.