Rifare Casa n.35

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Bimestrale - Anno 6 - N. 35 SETTEMBRE-OTTOBRE 2014/5 - euro 4,00

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ITALIANI “VOCATI” ALLA CONVERSIONE ECOLOGICA Legambiente, l’associazione che da trent’anni porta avanti un progetto in difesa dell’ambiente, nel suo rapporto annuale del 2014 dice che: “... L’Italia grazie ad una conversione ambientale “inconsapevole” supera la Germania per efficienza nell’uso di energia e risorse. Aumentano le rinnovabili e l’efficienza energetica, si riduce la produzione di rifiuti e le emissioni inquinanti, crescono le vendite di biciclette...”. Questo dato positivo non è frutto di scelte strategiche e lungimiranti politiche ambientali, per ora solo progetti sulla carta, ma è frutto del migliore utilizzo delle risorse determinato dai cambiamenti imposti dalla crisi. Consumi ridotti delle energie, produzione da fonti rinnovabili, riciclaggio dei rifiuti nell’industria e spostamento da parte delle famiglie verso i consumi immateriali. Insomma una conversione che può migliorare e diventare strutturale se sostenuta dalle giuste politiche. A supporto di questi dati un altro record Italiano è quello di Milano, sola città europea con più di un milione di abitanti che quest’anno ha raggiunto il 50% di raccolta differenziata. Questo grazie ad un impegno notevole da parte del Comune in termini di informazione/educazione dei cittadini; lo sa bene chi vive a Milano quanto sia difficile la vita per chi non rispetta le regole del differenziare carta, vetro, plastica, umido, ecc... fioccano multe e si cercano i responsabili. L’altra notizia fresca e interessante, parlando di ecologia, è quella di un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino che, dopo quasi otto anni, è riuscito a mettere a punto un dispositivo che sfrutta la frequenza delle onde del Mediterraneo per generare energia (finora la sperimentazione si era fatta con sistemi in grado di sfruttare l’ampiezza delle onde degli oceani). Il sistema Iswec, installato per esempio a Pantelleria, potrà produrre 2,6 milioni di kWh all’anno, l’equivalente del fabbisogno energetico di circa 650 famiglie! In questi giorni proprio a Pantelleria ne verrà installato uno che farà funzionare un desalinizzatore per l’acqua, mentre l’anno prossimo se ne installerà un altro che verrà allacciato alla rete elettrica e darà energia all’isola.

Questa che sembra una barca è in realtà il sistema Iswech che produce energia sfruttando le onde.

Anche in fatto di ristruttrazioni e di riqualificazione delle case gli interventi volti alla salvaguadia dell’ambiente sono tanti e cominciano ad essere “metabolizzati” e adottati da noi Italiani. Pareti, tetto e infissi ben isolati perché la prima fonte di energia è risparmiarla..., pannelli fotovoltaici, lampade a risparmio e via dicendo sono tutti investimenti iniziali costosi che però si ammortizzano nel tempo. In questo numero c’è un ampio servizio sui sistemi di riscaldamento più innovativi in grado di abbattere i costi fino al 60%: un’altra incredibile meraviglia fondamentale per la nostra “conversione ecologica”.

NICLA DE CAROLIS

DIRETTORE EDITORIALE


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N.35 SETTEMBRE-OTTOBRE 2014

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Speciale NON SOLO CALDAIE


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RIFARE CASA N.35 SETTEMBRE-OTTOBRE 2014 PAVIMENTI ESCLUSIVI

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www.edibrico.it direttore editoriale e responsabile Nicla de Carolis

direttore esecutivo Carlo De Benedetti

redattore capo Laila de Carolis

LAVANDERIA IN CASA

58

Lavare, asciugare e stirare sono attività inevitabili, servirebbe un locale apposito, ma nel progettare un’abitazione si privilegiano altri ambienti. Vediamo come e dove si può allestire una lavanderia poco invasiva senza sacrificare gli spazi domestici.

in redazione: Emanuele Bottino, Claudia Cazzulo segretaria di redazione: Patrizia Ferrari fotografi: Dino Ferretti, Carlo Cichero consulenza tecnica: Tito Grosso, Antonio Perrone disegni: Pier Giorgio Magrassi pubblicità direttore vendite: Marco Carlini 0143 645037 335 7106139 marcocarlini@edibrico.it

RECUPERO ANNI ‘60

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Un restauro complesso nella zona di Borgo S. Dalmazzo (CN): un tipico fabbricato degli anni ‘60 trasformato in elegante villa su 4 livelli con piscina e giardino zen raggiungibili con scale o ascensore.

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EDIBRICO pubblica anche: FAR DA SÉ IN GIARDINO FAI DA TE OBI ALMANACCO FAR DA SÉ ALMANACCO IN GIARDINO

BAGNI A FILO

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redattore tecnico Mauro Balbi

distribuzione esclusiva per l’Italia: SO.DI.P. s.p.a. 20092 Cinisello Balsamo (MI) Via Bettola, 18 stampa: Rotolito Lombarda - Seggiano (MI)

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Tutti i diritti di proprietà letterari ed artistici riservati. I manoscritti e le fotografie anche se non pubblicate non si restituiscono. I nomi, le ditte e i prezzi, eventualmente pubblicati, sono citati senza responsabilità della rivista RIFARE CASA, a puro titolo informativo per rendere un servizio ai lettori. La rivista non si assume alcuna responsabilità circa la conformità alle vigenti leggi sulle norme di sicurezza delle realizzazioni.


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PRONTI PER IL GRANDE FREDDO? La bella stagione è agli sgoccioli, se la centrale termica merita di essere sostituita è il momento di prendere le decisioni del caso, tanto più che si può ancora beneficiare della detrazione fiscale del 65% per la riqualificazione energetica o del rimborso previsto dal Conto Termico, che in alcuni casi può arrivare a coprire l’80% del costo dell’apparecchio. Sono contributi importanti che possono inoltre incentivare a orientarsi su sistemi più moderni ed ecologici, quali sono ad esempio le pompe di calore che sfruttano fonti inesauribili e rinno-

vabili come l’aria e l’acqua: il maggior costo iniziale viene in parte coperto dagli incentivi, in parte dal notevole risparmio sui consumi e, oltre al riscaldamento, ci si garantisce il raffrescamento estivo. Se poi sono stati eseguiti interventi migliorativi dell’isolamento termico, per avere un ambiente confortevole possono bastare apparecchi di potenza inferiore e si possono prendere in considerazione sistemi di riscaldamento diversi dalle caldaie tradizionali, specialmente se non ne è previsto un utilizzo continuativo.

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DISTINZIONI tra le caldaie Anche se dobbiamo solo sostituire la caldaia, senza apportare modifiche all’impianto di riscaldamento, è importante conoscere le caratteristiche che fanno la differenza tra una centrale termica e un’altra

Quanto dura una caldaia?

Dipende dalla qualità iniziale del prodotto e dal rispetto della manutenzione; durante le verifiche il tecnico può riscontrare nel tempo cali di prestazioni che ne consigliano la sostituzione, in media dopo 12-15 anni.

Le verifiche obbligatorie

Per gli apparecchi fino a 35 kW sono obbligatori i controlli ordinari annuali, l’analisi dei fumi va eseguita ogni 4 anni per le caldaie a gas e ogni due anni per quelle a combustibile liquido o solido.

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L

a classificazione delle caldaie può essere fatta in vari modi: per tipologia di combustibile, d’installazione, di focolare, di tiraggio, per potenza, per rendimento ecc. Di sicuro è da tenere presente però la classificazione energetica, che contrassegna le caldaie con un numero di stelle crescente da 1 a 4 in base alle loro performance dal punto di vista dei consumi e del rispetto dell’ambiente. Ovviamente una 4 stelle avrà un prezzo superiore alle altre, ma è quasi certo che la maggior spesa venga ampiamente recuperata con l’utilizzo nel tempo. l Quanto a combustibile, le più diffuse rimangono tutt’ora quelle a gas (metano o GPL), seguite da quelle a legna, a pellet e a biomassa: consideriamo al momento solo le prime per analizzare gli altri criteri di classificazione, distinguendo tra caldaie a camera aperta o chiusa (stagna). I due tipi adottano differenti sistemi di tiraggio e di prelievo dell’aria comburente. l Le caldaie a camera aperta (o di tipo B) funzionano a tiraggio naturale: bruciano l’aria sottratta all’ambiente, che deve avere una buona ventilazione, e scaricano i fumi in una canna fumaria che deve perciò risultare adeguata e sicura. Da diversi anni non sono più a norma, ma il loro impiego è consentito solo nei casi di “mera sostituzione” di un’analoga caldaia esistente, situazione ricorrente nei condomini che utilizzano una canna fumaria collettiva. l Nelle caldaie a camera stagna (di tipo C) l’aria comburente viene prelevata dall’esterno ed evacuata attraverso un condotto proprio: entrambe le operazioni avvengono per ventilazione forzata, tramite due tubi separati o un unico tubo coassiale e, rimanendo estranee all’ambiente domestico, la caldaia può essere installata in tutta

tranquillità all’interno degli spazi abitativi. l La successiva distinzione è tra caldaie a basamento, posizionate a terra in locali di servizio per il maggiore ingombro, o murali (a vista o da incasso), più compatte e ideali per essere nascoste all’interno di un mobiletto. La caldaia può inoltre essere destinata al solo riscaldamento o provvedere anche alla produzione di acqua calda sanitaria, con accumulo o senza (istantanee): queste ultime hanno rendimenti più bassi, ai quali occorre ovviare con un sovradimensionamento. l Gli apparecchi che presentano le migliori caratteristiche tra le caldaie a gas sono quelle a condensazione: sono caldaie a camera stagna a 4 stelle che arrivano a rendimenti del 108110% contro il 94-95% delle caldaie tradizionali grazie al recupero del vapore prodotto dalla combustione. Anziché essere espulso attraverso la canna fumaria (a circa 110°C), viene condensato e si recupera calore: non si evacuano più fumi, ma liquido a temperatura intorno ai 50°C, per cui serve un tubo per lo scarico della condensa. l Oltre che a metano, le caldaie a condensazione possono funzionare anche a GPL, ma con quest’ultimo risultano meno convenienti in quanto la condensazione è più difficoltosa. Rispetto alle caldaie tradizionali quelle a condensazione hanno un prezzo superiore, ma grazie agli incentivi il divario diventa trascurabile; inoltre, dovendo sostituire una caldaia tradizionale da 30 kW può bastarne una a condensazione da 25 kW e il consumo si riduce del 25-40%. l Affiancando la caldaia a condensazione a un impianto solare per la produzione di acqua calda si può risparmiare un ulteriore 25-30% sul combustibile e raggiungere una quota di risparmio del 60% rispetto a una caldaia tradizionale. n

CALDAIA A BASAMENTO l Questa tipologia di caldaia viene preferibilmente installata in locali secondari e può sfruttare il maggior ingombro per includere nel corpo caldaia l’accumulo di acqua calda sanitaria. La gamma CepurModul ha potenze di 14, 22 e 30 kW e incorpora un serbatoio ad accumulo stratificato da 101 litri; lo scambiatore secondario assicura una riserva d’acqua sempre disponibile, anche quando viene prelevata da più punti contemporaneamente. Junkers (www.junkers.com)

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CALDAIA MURALE DA INTERNO

CALDAIA MURALE DA ESTERNO

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l Compatta, ideale per la collocazione tra i pensili della cucina o in altri spazi contenuti; la produzione di acqua calda è limitata rispetto a sistemi tradizionali, ma spesso è possibile il collegamento a serbatoi di accumulo. Dev’essere a camera stagna, ovvero con prelievo dell’aria comburente all’esterno e scarico dei fumi in un condotto esclusivo.

l Non essendoci particolari vincoli di dimensioni si può contare su un accumulo più capiente o aggiungerne di ausiliari; il controllo è affidato a una centralina con comando a distanza, il circuito è protetto dai climi rigidi e sono ammessi i tipi a camera aperta, con prelievo dell’aria dall’ambiente e scarico dei fumi che avvengono per tiraggio naturale.

l Da non confondere con le comuni stufe, hanno ingombri maggiori in quanto devono incorporare un capiente serbatoio per il rifornimento automatico di combustibile, che nel caso di potenze elevate può richiedere un locale dedicato. In quest’ultima situazione si può installare la stufa/caldaia in casa e collegarla allo stoccaggio con sistemi di aspirazione.

l La caldaia a pellet Vitoligno 300-P è disponibile nella versione a caricamento automatico (tramite coclea flessibile) o con sistema di aspirazione, nelle potenze da 4 a 48 kW, e a caricamento manuale nelle potenze da 4 a 24 kW. Quest’ultima versione è particolarmente adatta nel caso in cui gli spazi disponibili siano ridotti e non rendano possibile l’installazione di un serbatoio in tessuto o di un deposito di stoccaggio: il serbatoio compatto di dimensioni speculari al corpo caldaia è in grado di contenere oltre 180 kg di pellet. Raggiunge un rendimento del 95% e può essere integrata con varie apparecchiature accessorie dedicate (bollitori, accumuli per ACS, collettori solari, stoccaggio, impianti a pavimento). Viessmann (www.viessmann.it)

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Manutenzione della caldaia a pellet

l Vittoria è una caldaia a pellet che può essere utilizzata come unica fonte di riscaldamento, in abbinamento ad altre fonti di calore e per produrre acqua calda sanitaria; è disponibile nelle potenze di 20, 26 e 34 kW che hanno rispettivamente rendimenti del 95%, 91% e 92%, in grado di riscaldare fino a 500, 700 e 900 m3. Il modello di maggior potenza dispone di un serbatoio della capacità di 85 kg e il consumo min/max di 1,9/7,1 kg/ora di pellet assicura un’autonomia compresa tra 12 e 45 ore. Consumo e autonomia possono variare in funzione del pellet utilizzato; capacità di riscaldamento e consumi sono riferiti a locali alti 2,8 m con fabbisogno energetico di 35 W/m. Clam (www.clam.it)

Tutte le operazioni vanno sempre eseguite a caldaia fredda, con ceneri spente ed escludendo l’alimentazione elettrica. 1. Ogni 2-3 giorni svuotare il cassetto raccoglicenere con un aspiracenere; togliendo il cassetto, verificare la corretta apertura dello sportellino situato sotto il bruciatore e che i residui della combustione cadano nel vano sottostante. 2. Pulire lo scambiatore almeno a fine stagione o più spesso in base alla qualità del pellet. 3. Pulire il vetro ceramico dall’interno con uno straccio e un detergente specifico per vetri da camino. 4. Pulire periodicamente l’esterno solo con un panno asciutto e non abrasivo, senza detersivi. RIFARE CASA 5-2014

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POMPA DI CALORE e sistema ibrido Rappresentano il futuro della climatizzazione, utilizzano fonti rinnovabili e danno il meglio di sé con i sistemi a bassa temperatura; ideali per nuovi impianti, talvolta adattabili a quelli esistenti

come funziona

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Il circuito chiuso è costituito da un compressore, una valvola di espansione e un evaporatore. Il fluido del circuito chiuso attraversa l’evaporatore dove passa dallo stato liquido a quello gassoso; in questa fase assorbe calore. Il vapore viene compresso e ritorna allo stato liquido nel condensatore, rilasciando il calore assorbito in precedenza: più bassa è la temperatura del fluido in circolazione, maggiore è il rendimento della pompa.


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A

differenza di una caldaia, la pompa di calore può essere utilizzata sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento; la versione più diffusa funziona a energia elettrica (esistono anche a metano), ma il rapporto tra i kW assorbiti e quelli restituiti sotto forma di energia termica è di 1:4, dato che il 75% dell’energia viene prelevato dall’ambiente (aria, acqua o suolo). Non serve un locale dedicato, né la revisione annuale: la manutenzione è quasi nulla, non brucia combustibile e non necessita di canna fumaria; per contro ha un prezzo mediamente 4 volte superiore a quello di una caldaia a condensazione, ma nella gestione il risparmio è del 40-60% l’anno. l I diversi tipi di pompa di calore vengono identificati con il nome della fonte da cui traggono l’energia associato a quella alla quale lo cedono: esistono così pompe aria-aria, aria-acqua, acqua-aria, acqua-acqua. Per fornire l’energia elettrica al loro funzionamento un contratto standard è quasi sempre insufficiente, l’ideale sarebbe produrla attraverso un impianto fotovoltaico; se questo non è possibile, per evitare di richiedere un aumento dei kW di fornitura, è possibile far installare un secondo contatore destinato esclusivamente alla pompa di calore. Questo può beneficiare della tariffa ridotta BTA (Bassa Tensione Altri Usi) che ha un costo unitario per kWh molto più basso e beneficia dell’IVA agevolata al 10%, ma i conti del risparmio vanno fatti caso per caso in base agli utilizzi. l L’installazione del secondo contatore comporta una spesa di circa 500 euro e il pagamento di una quota annuale fissa; in alternativa, dal 1° luglio 2014, è in vigore la nuova tariffa sperimentale D1 per pompe di calore, applicabile senza l’installazione di un contatore aggiuntivo. n

l Il sistema Integrated è ideale per nuove costruzioni con terminali a bassa temperatura che richiedono un apporto energetico molto basso. È composto da un’unità esterna adatta anche a climi rigidi (-25°C) e da una pompa di calore a pavimento che include il serbatoio di accumulo per l’acqua calda sanitaria (180-260 litri) e i componenti dell’impianto, il tutto racchiuso in un ingombro di 728x600x1732 mm. Daikin (www.daikin.it)

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SISTEMA IBRIDO l È costituito da una caldaia murale a condensazione di ultima generazione e da una pompa di calore con sistema elettronico brevettato: è ideale per sostituire una vecchia caldaia mantenendo i radiatori esistenti che funzionano ad alte temperature. l Si può scegliere il funzionamento più economico: basta impostare il costo al kWh dell’energia e il costo al m3 del metano e il sistema sceglie in automatico, in base alla temperatura richiesta e a quelle esterna e interna rilevate, la modalità più conveniente.

l In funzione delle impostazioni e dei dati rilevati, Hybrid System sceglie se attivare la caldaia, la pompa di calore o far funzionare entrambe in contemporanea, sempre nel modo più economico; quando la temperatura esterna è particolarmente rigida è attiva solo la caldaia a condensazione, ma per la maggior parte del tempo, secondo la temperatura media invernale a livello nazionale, sono in funzione solo la pompa di calore o la modalità ibrida. Rotex (it.rotex-heating.com)

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POMPA DI CALORE e ventilradiatori

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Gli elementi del sistema

ra i diffusori che possono essere abbinati alle pompe di calore ci sono anche i ventilradiatori, apparecchiature a funzionamento idraulico in forma ibrida tra un fancoil e un calorifero: di entrambi fanno propri i vantaggi e ne eliminano i difetti. Infatti, i fancoil (o ventilconvettori) hanno una rumorosità costante durante il loro funzionamento e il flusso d’aria movimenta le polveri; con un ventilradiatore questo avviene solo nella fase iniziale e solo se necessario a stabilire un ambiente gradevole, poi la ventola si spegne. l Il calore viene successivamente mantenuto per irraggiamento, in modo silenzioso, come con i caloriferi, ma con il vantaggio che questi lavorano a temperature più basse e possono essere utilizzati anche d’estate; quanto a raffrescamento e deumidificazione si comportano come gli split. l Il sistema HiS full inverter gestisce il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda con temperature di mandata fino a 60 °C: è composto dalla pompa di calore aria-acqua Sherpa e dai ventilradiatori Bi2, il tutto gestito da un comando a parete Smart Control per la gestione multizona del comfort. Oltre ad avere un design minimale e piacevole, con gli spigoli arrotondati e una profondità di soli 129 mm (contro i 200-250 mm di un fancoil tradizionale), questi ventilradiatori offrono diverse possibilità di installazione: a pavimento, a parete, a soffitto o a incasso. l È la batteria di scambio termico ad alta efficienza a favorire l’impiego con pompa di calore: con un incremento del 5% rispetto alle batterie tradizionali, viene massimizzata la temperatura in uscita dell’aria in modalità riscaldamento e l’apparecchio può funzionare con acqua a bassa temperatura, fino a 40 °C. L’accumulo per acqua sanitaria è compatto e predisposto per essere incassato in un pensile standard da cucina. Olimpia Splendid (www.olimpiasplendid.it). n

1. Modulo idronico a muro o incasso per la circolazione dell’acqua. 2. Motocondensante inverter, cattura l’energia presente nell’aria fino a -15°C. 3. Ventilradiatore riscalda, raffresca e deumidifica. 4. Ventilconvettore da incasso a parete o a soffitto, a filo muro. 5. Termoaccumulo ad alto isolamento per lo stoccaggio dell’acqua calda sanitaria. 6. Comandi a parete per la gestione integrata del comfort ambientale e della temperatura multizona.

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CALDO, FRESCO a e aria di 1 qualità

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uelli che ancora oggi molti chiamano “condizionatori d’aria” sono nati come macchine per rinfrescare gli ambienti, all’inizio facevano girare vorticosamente il contatore, causavano torcicollo, non erano facili da gestire. Oggi non si parla più di condizionatori, ma di climatizzatori: queste macchine hanno subito un’evoluzione tale da poter essere utilizzate tutto l’anno, per riscaldare e per raffrescare gli ambienti con consumi decisamente più contenuti. l Ma per avere un clima confortevole in casa non è sufficiente mantenere una temperatura piacevole in base alle stagioni: in realtà anche l’umidità dev’essere compresa entro certi valori, per non convivere con un’aria troppo secca, causa di fastidi alle mucose e alla pelle, o troppo umida, portatrice in primis di reuma-

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tismi. Inoltre, nell’aria sono presenti molte sostanze che possono causare allergie, nonché polveri e sostanze volatili dannose per la salute. l Le moderne tecnologie applicate ai climatizzatori permettono di ovviare a questi inconvenienti con apparecchiature che, oltre a riscaldare e raffrescare gli ambienti, effettuano un vero e proprio trattamento dell’aria, purificandola e intervenendo per mantenerla giustamente umida in tutte le stagioni. l Ururu Sarara è un climatizzatore inverter a pompa di calore ad altissima efficienza stagionale, in classe A+++ sia in modalità riscaldamento sia in modalità raffrescamento, che utilizza un sistema di controllo e correzione del tasso di umidità negli ambienti e, attraverso un sofisticato processo di filtrazione, purifica l’aria. Daikin (www.daikin.it) n


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DISTRIBUZIONE DELL’ARIA l Il sistema sfrutta l’effetto Coanda, la tendenza di un getto di fluido (l’aria in uscita dal climatizzatore) a seguire il contorno di una superficie vicina, in questo caso il soffitto. Questo avviene in combinazione con una ripresa sia dal basso sia dall’alto che permette una maggiore uniformità della temperatura nell’ambiente; se il sensore Intelligent Eye rileva la presenza di persone nel locale il flusso d’aria viene indirizzato nella zona non occupata, evitando di investirle direttamente; se nella stanza non vengono rilevate persone per 20 minuti l’unità passa automaticamente alla modalità risparmio energetico, lasciando alzare (in raffreddamento) o abbassare (in riscaldamento) la temperatura di 2°C, per riportarla al valore impostato dall’utente solo al nuovo rilevamento di persone.

PULIZIA AUTOMATICA FILTRO l Il filtro cattura la polvere e la deposita giornalmente in un’apposita vaschetta, dalla quale può essere rimossa con un aspirapolvere. Un filtro sempre pulito mantiene il flusso d’aria attraverso l’unità interna costante, ciò permette di avere un risparmio energetico fino al 50% rispetto a un climatizzatore tradizionale.

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UMIDIFICAZIONE l In ambienti con aria molto secca, la sensazione di freddo viene percepita maggiormente e per compensarla si tende, erroneamente, a mantenere una temperatura superiore al necessario. Un buon sistema di umidificazione può quindi consentire di risparmiare energia. Nella parte superiore dell’unità esterna è inserito un elemento rotante costituito da materiale igroscopico che ha il compito di catturare

PURIFICAZIONE l La purificazione dell’aria avviene con la tecnologia Flash Streamer in quattro stadi di filtrazione: il prefiltro elimina le particelle grossolane, il Flash Streamer rilascia un flusso di elettroni e ossida le particelle più fini, il filtro all’apatite di titanio elimina gli odori e l’ultimo stadio di filtrazione elimina formaldeidi e muffe.

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Deumidificazione

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l’umidità presente nell’aria. In modalità riscaldamento, l’umidità viene estratta dall’elemento rotante tramite una resistenza elettrica e inviata, tramite un condotto dedicato, all’unità interna. Il benessere derivante da una corretta umidificazione in ambiente è immediato: il sistema di umidificazione Ururu è in grado di fornire fino a 450 ml/h di acqua senza alcun allacciamento alla rete idrica.

Durante il periodo estivo possono capitare giornate particolarmente assolate e calde, con elevati tassi di umidità che ha, come è noto, effetti negativi sull’organismo, oltre ad aumentare la temperatura percepita. La funzione Sarara permette di abbassare il tasso di umidità nell’ambiente mantenendo costante il valore della temperatura interna, così da evitare raffreddamenti eccessivi.


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SISTEMI RADIANTI in fibra di carbonio I

n alcune situazioni una forma di riscaldamento che richieda esclusivamente il collegamento alla rete elettrica può essere preferibile a uno tradizionale: niente caldaie, verifiche, tubazioni, contratti di fornitura del gas o bomboloni o altri depositi di stoccaggio. l Una proposta interessante è quella di un riscaldamento a pavimento che funziona per irraggiamento e sfrutta la fibra di carbonio, un materiale che non ha alcuna inerzia termica, quindi si riscalda istantaneamente e cede il calore con rapidità. Il sistema è costituito da reti e materassini di 4-5 mm di spessore, quindi è installabile in ogni situazione senza vincoli o modifiche; quando è in funzione, la differenza di temperatura tra pavimento e soffitto è di appena 1,5 °C. L’ottima ripartizione del calore permette di abbassare di 1-2 °C la temperatura ambiente rispetto ad altri sistemi: 1 °C in meno comporta una riduzione dei consumi del 7%. l Reti e materassini sono proposti in moduli di varie misure (da 60x100 cm a 150x450 cm) con potenza di 100 W/mq oppure possono essere realizzati a progetto, nel qual caso la potenza può essere decisa in base al fabbisogno termico dell’edificio tra 25 W/mq e 100 W/mq. I cavi di fibra di carbonio sono collegati tra di loro in parallelo a un unico montante, per cui in caso di danneggiamento o taglio del cavo solo una minima superficie, circa 1 mq, cesserà di funzionare; il prodotto è comunque riparabile. l Il sistema è brevettato e coperto da 10 anni di garanzia dalla data di acquisto. n

MATERASSINO

l Elemento multistrato composto da strati isolanti, termoconduttivi e riflettenti con inseriti i conduttori termici di fibra di carbonio; la dispersione verso il basso è circa del 5%.

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RETE IN FIBRA

l Il supporto per i conduttori di fibra di carbonio è una rete in fibra di vetro resistente agli alcali; i cavi sono provvisti di fascia isolante termica e riflettente che ha lo scopo di ridurre le dispersioni verso il basso.


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COME SI INSTALLA

Carbon boiler

l La posa della rete può essere effettuata sia su massetto, previo rivestimento con pannelli isolanti, sia su pavimenti esistenti (con o senza strato di pannelli isolanti) prima della ricopertura con ceramica, grès, marmo, legno o laminato: la massa ridotta assicura tempi rapidi di riscaldamento e bassa inerzia termica. La rete va posata con il lato che riporta l’etichetta “lato riscaldante” rivolto verso l’alto, quindi rasata con collante a base elastica e lasciata asciugare prima di posare il rivestimento con lo stesso collante. Materassini e reti sono forniti a progetto o in 12 moduli di varie dimensioni, con in dotazione 2 prolunghe di diversa misura per l’unione degli elementi e una prolunga per l’allacciamento all’impianto elettrico.

La particolare conformazione del serbatoio permette di disporre di una superficie di scambio di oltre 1 mq, avvolta da uno speciale elemento riscaldante alimentato da energia elettrica che raggiunge una temperatura di 120°C, portando le pareti interne a 85°C. Il tutto è regolato da una centralina elettronica collegata a due sonde per il rilievo della temperatura dell’acqua in alto e in basso, con gestione personalizzata di potenza e fasce orarie.

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A PARETE O A SOFFITTO

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l Il riscaldamento elettrico a parete o a soffitto è molto indicato nelle ristrutturazioni e nelle seconde case, dove l’utilizzo è discontinuo; l’installazione sottointonaco è possibile anche se è previsto un rivestimento ceramico, rasando la rete con collanti appositi.

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uando non è possibile installare un riscaldamento a pavimento o esiste l’esigenza di incrementare il comfort in una singola zona, le soluzioni in fibra di carbonio si possono applicare a pareti o a soffitti, con tre diverse possibilità. Riscaldamento sottointonaco: i pannelli riscaldanti si fissano per semplice chiodatura sui punti della rete ritenuti necessari, si effettuano i collegamenti elettrici tra gli elementi scaldanti e alla rete e si aplica l’intonaco. Prima di procedere all’accensione bisogna assicurarsi che l’intonaco sia completamente asciutto. Riscaldamento sotto cartongesso: il sistema è costituito da elementi riscaldanti dello spessore di 4 mm con funzione di isolante termico da incollare dietro una lastra di cartongesso. Pannelli riscaldanti di fibrogesso: si tratta di lastre in fibra di gesso di dimensioni standard (larghezza 60 cm) e spesse 12,5 cm sulle quali è inserito, tramite incisione delle stesse, il cavo in fibra di carbonio. Il lato posteriore della lastra si riveste con un foglio di alluminio che ha funzione riflettente verso l’interno del locale.


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più sottile più leggero più efficiente Il pannello Stiferite Class SK in schiuma polyiso permette, a parità di isolamento termico, di utilizzare spessori e pesi ridotti rispetto a quelli richiesti da altri materiali. Un vantaggio importante sia per limitare costi e tempi di posa in opera sia per ridurre l’impatto ambientale determinato dalla produzione e dal trasporto del materiale. Le risorse ambientali sotratte all’ambiente per produrre e trasportare il pannello Stiferite Class SK vengono ammortizzate, grazie al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni di CO2, già nel corso della prima stagione di riscaldamento.

Trasmittanza termica U=0,2 W/m2K Resistenza Termica R = 5,0 m2K/W Stiferite Class SK λD=0,025 W/mk

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Polistirene con grafite λD=0,031 W/mk

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NIENTE PIÙ SPIFFERI dall’avvolgibile I cassonetti degli avvolgibili sono responsabili del 25% delle dispersioni che interessano il sistema finestra: nelle ristrutturazioni non basta sostituire vetri e serramenti per evitare ponti termici e spifferi, anche questa zona dev’essere ben sigillata e isolata

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orse non tutti sanno che i cassonetti delle tapparelle sono responsabili del 25% delle dispersioni che interessano il sistema finestra: nelle ristrutturazioni non basta sostituire vetri e serramenti per evitare ponti termici e spifferi, anche questa zona dev’essere ben sigillata e isolata dall’esterno. l Non sempre è possibile o necessario installare un telaio monoblocco per finestra con avvolgibile incorporato: può essere che gli infissi siano abbastanza recenti e performanti a sufficienza, oppure che sussistano vincoli condominiali per la sostituzione degli avvolgibili, essendo parte dell’estetica dell’edificio, specialmente nei centri storici. C’è da risolvere il problema del vecchio cassonetto interno che, oltre a non essere isolato, ha uno sbalzo interno notevole ed è brutto a vedersi. l Grazie a PRESYSTEM MyBox si può effettuare la sostituzione del solo cassonetto e montarne uno isolato ed esteticamente più gradevole senza sporcare e senza disagi, in quanto è fornito in kit e tutti i suoi componenti sono realizzati su misura, anche per luci molto ampie, quindi senza rischio di commettere errori.

l Lo spesso strato di EPS, rivolto all’interno del vano dell’avvolgibile, e la sigillatura con apposite guarnizioni autoespandenti costituiscono un’efficace barriera all’ingresso di aria fredda: non dimentichiamo che il cassonetto è direttamente comunicante con l’esterno. L’isolamento si fa apprezzare anche sul piano acustico, lo spessore del materiale e uno speciale pannello acustico attenuano in maniera significativa anche il rumore cui sono soggette le zone ad alto traffico. l Infine, non è certo da sottovalutare il miglioramento estetico, non solo dato dal design, ma anche dalla possibilità di pitturare o rivestire la superficie a piacimento: per una resa ancora migliore, può essere fornita una speciale cover. Grazie al fissaggio a click e alla sua leggerezza, il pannello frontale può essere rimosso con più facilità per interventi di manutenzione. l Oltre a migliorare il comfort il sistema garantisce un risparmio sulle spese di climatizzazione: proprio per questo motivo il costo di PRESYSTEM MyBox è detraibile fiscalmente nei lavori di ristrutturazione. Alpac (mybox.alpac.it) n

RAPIDA SOSTITUZIONE 1: PRESYSTEM MyBox viene fornito su misura con tutto il necessario per un’installazione rapida e senza opere invasive. 2: dopo aver rimosso lo sportello e la cornice del vecchio cassonetto si monta il nuovo telaio metallico di supporto con viti e tasselli. 3: si sigilla il perimetro del telaio e si posiziona la chiusura superiore del vano dell’avvolgibile. 4: si applica sul profilo frontale del telaio la guarnizione adesiva, lungo tutto il perimetro, quindi si procede con il montaggio del pannello di copertura, dopo aver inserito la cinghia nel nuovo guidacinghia. 5: il pratico sistema di aggancio a click sui perni laterali del telaio rende semplice e rapido il montaggio del nuovo pannello frontale provvisto di uno spesso strato di isolamento interno. 6: la superficie del pannello può essere rifinita in vario modo per uniformare il colore a quello delle pareti o per intonarlo all’ambiente.

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COPIE CONFORMI all’originale


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Il grès porcellanato prende in prestito l’aspetto dei materiali più esclusivi e nascono pavimenti e rivestimenti che riproducono legni pregiati, pietre, marmi unendo fascino, praticità e robustezza

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ivestimenti che imitano altri materiali ce ne sono parecchi, anche di tipo economico, ma quanto a bellezza e resistenza il grès porcellanato li batte tutti. Non dimentichiamoci che un pavimento, oltre a essere continuamente calpestato, è soggetto a sbalzi termici, caduta di oggetti, abrasioni, macchie, ma il processo di vetrificazione rende questo materiale resistente a tutto questo, oltre che impermeabile e igienico, in interno e in esterno, anche in spessori decisamente ridotti. l Ulteriori processi tecnologici gli permettono di indossare i panni dei legni e delle pietre senza le limitazioni e i vincoli che portano con sé questi materiali: il parquet diventa possibile anche nei bagni e nelle cucine, se in casa ci sono bambini o animali, non produce scricchiolii; i marmi si puliscono con maggior facilità e non si macchiano in modo irreversibile. Per capire che sono finti bisogna toccarli e la posa, anche nei grandi formati, è notevolmente semplificata e possibile su pavimenti esistenti. l Due aspetti che possono fortemente influire sulla percezione degli ambienti sono le geometrie di posa e le scelte cromatiche; qui le prime hanno poca importanza, perché viene data rilevanza all’utilizzo di grandi formati che permettono di avere rivestimenti quasi monolitici, con fughe minime. Quanto alle tonalità, le superfici di colore chiaro sembrano più estese rispetto a quelle di colore scuro, pur avendo le stesse dimensioni: i colori chiari, infatti, diffondono la luce e dilatano gli spazi, al contrario dei colori scuri. L’effetto visivo dipende anche dalla quantità di luce naturale disponibile e dalla disposizione dell’illuminazione artificiale. n

FLORIM CERAMICHE

CHIARO O SCURO?

l Lo stesso ambiente può essere percepito dall’occhio in modo diverso a seconda della tonalità del pavimento: con un colore scuro la stanza appare più piccola e meno luminosa.

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l Questo tipo di grès si ispira al cemento, è una collezione che rievoca un’atmosfera metropolitana, declinata in 6 formati spessi 10,5 mm più inserti e pezzi speciali, proposti in 6 colori neutri con finitura satinata e leggermente strutturata. Brooklyn si può posare anche come rivestimento. Marazzi (www.marazzi.it)


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INCOLLAGGIO SU MASSETTO O SU PAVIMENTO PREESISTENTE l Il vero punto critico della posa incollata risiede proprio nel collante, sia per la natura dei massetti, sempre più costituiti da materiali alternativi a quelli tradizionali, sia per quella del rivestimento da posare: è diventato complesso avere a disposizione un prodotto “universale”che risulti facilmente lavorabile e che abbia un tempo di apertura prolungato per collaborare con il posatore. l Il nuovo adesivo No Limits prodotto da Kerakoll riesce a risolvere queste problematiche grazie a un geolegante a struttura cristallina che, subito dopo la stesura, assorbe acqua dall’impasto e aumenta di volume, realizzando una struttura simile a quella dei minerali e garantendo un insieme monolitico supporto-adesivo-piastrella. Nonostante ciò, all’uso si comporta come un gel adesivo a consistenza fluida, facilitando la posa sia in orizzontale sia in verticale. Kerakoll (www.kerakoll.com)

l H40 No Limits è stato testato con successo sui sottofondi più comuni; è a base di materie prime riciclate ed è riciclabile a fine vita.

GRANDI LASTRE AL TAGLIO 1: per il taglio dei grandi formati, fino a 3 metri Montolit ha ideato il Progetto 300; il fiore all’occhiello della famiglia di prodotti è la tagliapiastrelle Monster 300. 2: il telaio modulare Superstick è indispensabile per la movimentazione della lastra dall’estrazione dalla cassa alla posa. La struttura, dotata di 4 ventose posizionabili a piacere con singola capacità di carico di 120 kg con vuotometro di sicurezza, è configurabile in un numero infinito di modi per movimentare la lastra intera o tagliata in qualunque ambiente di lavoro. Alla configurazione standard si possono aggiungere, a richiesta, altre ventose. 3: per la movimentazione della lastra è stato ideato anche il carrello Goal che facilita il trasporto delle lastre sciolte o connesse al telaio Superstick tramite due uncini di supporto, per permettere la spalmatura della colla sulla lastra in piena sicurezza e senza mai staccarla dalle ventose. Grazie alle 4 ruote piroettanti, è possibile muovere anche il carico più ingombrante. Montolit (www.montolit.com)

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GRÈS POSATO A SECCO l A colpo d’occhio sembra un parquet classico, ma in realtà si tratta di un pavimento di grès porcellanato. I formati disponibili sono due, 20x120 e 15x120 cm, spessi 12 mm e abbinabili tra loro, in quattro tonalità (noce, grigio, bianco, beige); le piastrelle vanno composte su un tappetino fonoassorbente spesso 1-2 mm. Può essere applicato sopra vecchi pavimenti e si ottiene una superficie stabile, continua, senza fughe e immediatamente calpestabile. Resiste a urti o graffi, ai raggi solari e non cambia tonalità con il tempo. Il sistema a incastro ricorda quello dei listoni prefiniti da parquet: in questo caso però interessa solo i lati lunghi, entrambi scanalati “femmina”. l Si inizia posando la prima fila di doghe lungo una parete, distanziandola da essa con piccoli cunei; nelle scanalature si inseriscono i listelli di plastica compresi nel kit e la fila successiva, che va posata sfalsata rispetto alla precedente, viene incastrata sulla parte sporgente dei listelli, utilizzando un martello e un tacco di legno, fino a farla collimare con la precedente. Si ripete il sistema per le file successive. l I tagli a misura si effettuano senza difficoltà utilizzando una comune tagliapiastrelle. I prezzi del sistema Del Conca Fast, serie Monte Napoleone, sono di euro 62,80/mq per le piastrelle corredate di listelli, cui vanno aggiunti euro 2,10/mq di materassino fonoassorbente. Del Conca (www.delconca.com)

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l Quello che la natura realizza nel corso di millenni viene ora portato a termine in poche ore grazie a processi tecnologici brevettati. Le splendide sfumature vengono riprodotte su grandi lastre di grès porcellanato, materiale che non ha la porosità del marmo, bensì risulta molto compatto e con un assorbimento quasi nullo. l Marmi e Onici sono due gruppi di prodotti della gamma Ultra proposti in molteplici colorazioni e in un assortimento di ben 11 formati, dall’aspetto straordinariamente realistico associato alle qualità del grès porcellanato che garantiscono robustezza e maggior facilità di manutenzione. Il tutto in uno spessore ridotto a soli 6 mm che facilita la movimentazione e la posa di pavimentazioni e rivestimenti interni ed esterni, nonché di facciate ventilate. Ariostea (www.ariostea.it)


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GRANDI LASTRE DI FINTA PIETRA l Solo un paio di decenni fa non era neppure pensabile imitare così fedelmente un rivestimento di elevato pregio utilizzando un materiale che, seppur robusto e affidabile, ha un’identità completamente diversa e viene prodotto industrialmente. È grazie alla tecnologia digitale che è stato possibile intervenire sull’aspetto dei materiali e fondere praticità, bellezza e robustezza: pietre originali e preziose destinate a uso esclusivo di palazzi signorili ora possono entrare anche nelle nostre case, fedeli riproduzioni meno costose e più facili da gestire. l Bisogna fare attenzione a non lasciarsi trascinare con eccessivo entusiasmo dal fascino di questi materiali: ogni riproduzione, pietra o marmo che sia, pone comunque vincoli estetici al pari dell’originale. Le striature dei marmi e le sfumature dell’alabastro, per esempio, si apprezzano maggiormente nei grandi formati perché sono proprio le venature a disegnare una sorta di percorso sulle superfici, quindi richiedono grandi ambienti e un arredo sobrio e minimalista, sarebbe una vera follia desiderare un pavimento di questo tipo e nasconderlo con mobili e tappeti. l Le imitazioni possibili, comunque, non riguardano solo le pietre preziose e i marmi, caratterizzate da finiture lucide, ma anche cotto, graniti, ardesie e altre pietre che possono essere indicate per ambienti rustici.

l Lo spessore di soli 6 mm consente alle lastre Onice Ultra di essere attraversate da un fascio luminoso di adeguata potenza con effetto retroilluminante.

VARIETÀ DI SUPERFICI l La gamma Ultra raggruppa sei diverse collezioni di grès porcellanato: Legni (abete, betulla, cedro), Pietre basaltine (antracite, grey, moka, sand, white), Onici (beige, bianco extra, grigio), Cementi (graphite, iron, silver, ivory, bronze), Marmi (crema marfil, statuario altissimo, thassos ultra, travertino Santa Caterina, Paonazzetto S). Iridium è una collezione di tinte uniche (nero, bianco, grigio, champagne, brown, verde) che offre interessanti spunti per l’architettura, specialmente nel grande formato 300x150 cm utilizzabile per rivestimenti di facciate.

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COMPRARE INFORMATI

PAVIMENTI E RIVESTIMENTI EFFETTO METALLO Ispirata al contesto urbano e alle tendenze architettoniche contemporanee, la collezione Lamiera è costituita da piastrelle di grès porcellanato smaltato rettificato con finitura naturale o lappata, nei colori marrone e grigio, proposte nei formati 60x120, 60x60 e 30x60 cm che, grazie alla modularità degli elementi, possono essere accostati per movimentare le superfici. Si adatta a svariate tipologie di ambiente per pavimenti e rivestimenti, regalando atmosfere soft e di stile, o energiche e di tendenza, grazie all’aspetto della lamiera che porta con sé i segni del tempo. Da euro 38/mq + IVA. La Faenza Ceramica

EFFETTO FORESTA FOSSILE I pavimenti della collezione Geotech sono di grès porcellanato fine proposto in 6 colorazioni (geowhite, geogrey, geored, geoblack, geoblue, geogreen) e 8 formati, tra cui la lastra 80x80 cm pensata appositamente per l’architettura, più diversi pezzi speciali è un formato a mosaico stonemix. Le lastre, la cui grafica ricorda il legno fossile, hanno spessore di 10 mm, mentre la superficie può essere naturale, strutturata o Canneté (rigata), quest’ultima ideale per pavimentazioni esterne in quanto è resistente allo scivolamento in classe R11; sono adatte anche per rivestimenti interni ed esterni di vario tipo, come facciate e muretti. Geotech 60x120 cm euro 81/mq (listino). Florim Ceramiche

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STUCCO PER LEGNO Per la stuccatura invisibile delle fughe dei pavimenti di legno ceramico ci sono stucchi idrorepellenti, resistenti ai raggi UV, ad alcali e ai detergenti. Fugamagica® Wood è disponibile nelle tonalità dei legni più usati: betulla, castagno, iroko, larice, olmo, papiro, pergamena, quercia, rovere e teak; è uno stucco cementizio a granulometria finissima, è facilmente spatolabile e ha una finitura liscia e vellutata. Indicato per fughe fino a 6 mm anche per piscine, saune e ambienti esterni. Euro 1,70 il kg. Adesital

GLI INDIRIZZI ADESITAL Via XX Settembre, 12/14 41042 Ubersetto di Fiorano (MO) tel. 0536 927511 www.adesital.it

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LA FAENZA CERAMICA Via Vittorio Veneto, 13 40026 Imola (BO) tel. 0542 601601 www.lafaenzaceramica.com

CERAMICA DEL CONCA Via Croce, 8 47832 San Clemente (RN) tel. 0541 988453 www.delconca.com

MARAZZI Viale Virgilio, 30 41123 Modena tel. 059 384111 www.marazzi.it

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MONTOLIT Via Turconi, 25 21050 Cantello (VA) tel. 0332 419211 www.montolit.com


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SEICENTO ANNI ben portati

STUDIO RICCIARDI ARCHITETTI

FONDATO NEL 1982 DAL’ARCH. RAFFAELE MARIA RICCIARDI, È DIVENTATO STUDIO ASSOCIATO NEL 2008 CON L’INGRESSO DI GIUSEPPE MANZO E, L’ANNO SUCCESSIVO, DEL FIGLIO MARIO RICCIARDI; HA SEDI A TORRE ANNUNZIATA, NAPOLI E MILANO E DA DIVERSI ANNI PUNTA A PORTARE ALL’ESTERO LE PROPRIE COMPETENZE, ISPIRATE DALLA CULTURA MEDITERRANEA E DAL RISPETTO DELLA TRADIZIONE ARTIGIANA. WWW.STUDIORICCIARDIARCHITETTI.COM

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Il delicato intervento su un immobile del primo Cinquecento ha permesso di valorizzare gli spazi esistenti rendendoli più funzionali, senza stravolgere le strutture originarie

L

a residenza oggetto di questa ristrutturazione si trova nel centro storico di Montesardo (LE) ed è collocata a ridosso della Chiesa madre: la presenza di due numeri civici lascia intendere che in precedenza i due livelli su cui PRIMA... oggi si sviluppa, collegati da due rampe di scale esterne intervallate da un ampio terrazzo a quota intermedia, fossero abitati da nuclei familiari diversi, con la condivisione dei terrazzi e della latrina esterna. Il piano terra ospitava un piccolo ambiente buio adibito a cucina e un unico grande vano a pianta rettangolare, coperto da una volta a botte e, presumibilmente, nel corso del tempo, utilizzato anche come stalla. Dal piccolo cortile interno, salendo una rampa di scale, si accede a un primo terrazzo (a quota 2,65 metri) che affaccia sia sulla corte interna sia su via Chiesa; il terrazzo è adesso arredato con un divano in muratura, costruito riutilizzando i blocchi in pietra che formavano la latrina. Per memoria storica si è deciso di ricordare la presenza dell’antica latrina demolita attraverso un oblò di vetro, fissato a pavimento in corrispondenza del foro di scarico. Da qui, una seconda rampa conduce a un altro terrazzo (a quota 4,55 metri) con affaccio sulla corte interna e alla

zona notte; la superficie complessiva dell’immobile è di circa 130 metri quadrati tra ambienti interni e spazi esterni di pertinenza. Il successo di questo integrale, ma per niente invasivo, risanamento, dove le soluzioni moderne sembrano domandare il permesso di entrare a far parte del contesto storico, lo si deve a un’intensa collaborazione tra la committenza, il progettista e sapienti maestranze locali, artigiani padroni del mestiere animati da grande passione ed entusiasmo. I metodi tradizionali hanno riguardato soprattutto il rifacimento degli intonaci interni e il cocciopesto utilizzato per il pavimento e il rivestimento della cucina, mentre per altri rivestimenti si è fatto ricorso a Intervento chiave mattonelle in cotto smaltato a è stata la demomano con decoro portoghese, lizione del muro rifatte artigianalmente a Cava che definiva dei Tirreni (SA), tipiche della rela piccola e buia gione di origine del committente cucina, sostituito e degli architetti. con un glass box. La cucina è costruita e gettata in opera con cemento; per tutti gli infissi è stato ovviamente scelto il legno con vetrocamera a triplo strato per rendere più efficiente l’isolamento termico e contribuire all’isolamento acustico, data la particolare vicinanza al campanile.

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ANTICO E NUOVO INGRESSO All’immobile si accede a ovest, dalla caratteristica via Chiesa, attraverso un semplice portone di colore rosso acceso, realizzato in ferro e lamiera e incassato nell’antico portale ad arco in pietra locale; le parti in rilievo riproducono, negli angoli superiori, la sagoma dei capitelli e delle scale interne, particolare ricorrente nell’abitazione. Da qui si approda a un androne coperto da volta a botte, a destra del quale è stato ricavato, dal preesistente sottoscala, un bagno per gli ospiti dotato di doccia in muratura, piano lavabo gettato in opera e water.

LA PICCOLA CUCINA TRA INTERNO ED ESTERNO Adiacente al bagno degli ospiti c’è un piccolo ambiente, adibito a lavanderia e locale tecnico con contatori e centraline, ricavato dallo scavo del terrapieno dove in precedenza avveniva il passaggio degli scarichi della vecchia latrina, posizionata in corrispondenza del sovrastante terrazzo. Nella corte, lungo le scale e sui terrazzi, gli intonaci sono stati semplicemente ripuliti da muffe e superfetazioni; la cucina, per quanto invariata nella posizione, gode ora di uno spazio più ampio e soleggiato grazie all’invetriata di ferro.

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LA GRANDE ZONA LIVING Il living è uno spazio polifunzionale a pianta rettangolare e molDIALOGA CON LA CUCINA

to alto, in cui troneggia un comodo camino. Questo è stato ricavato semplicemente invertendo l’apertura di quello preesistente che era utilizzabile solo dalla piccola cucina: la bocca precedente, ora retro del camino, è stata chiusa con un vetro trasparente che permette l’ingresso della luce e singolari prospettive sia dall’ingresso sia dal salone. Come per la cucina e la corte, anche questo ambiente e stato pavimentato con il cocciopesto in tinta con la pietra locale che si ritrova inoltre sui terrazzi e sulle scale.

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UN BOX DI FERRO E VETRO Il “glass box” inscatola la piccola corte interna, trasformandola in un passaggio protetto che si comporta come una serra bioclimatica: d’inverno funziona come ambiente filtro e incubatore di calore per il living e l’ingresso, mentre d’estate, a porte aperte, regolarizza la ventilazione tra i vari ambienti e favorisce il ricircolo naturale dell’aria. Le superfici a tutto vetro offrono scorci incantevoli del campanile e della scala.

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ZONA PRANZO E SOPPALCO Dell’ampio living fanno parte anche queste due aree, opposte all’ingresso: oltre alla panca in muratura provvista di ripostiglio sottostante e rivestita con un patchwork e al tavolo disegnato dallo studio Ricciardi, realizzato con tavole di legno d’ulivo, spicca il piccolo soppalco recuperato che poggia su un arco a sesto ribassato, forse in origine adibito a deposito per il fieno. Vi si accede con una scala a pioli e offre due posti letto in più.

LA ZONA NOTTE E I PAVIMENTI DI GRANIGLIA La seconda rampa della scala svela nuove prospettive della casa e del suo contesto: porta all’ultimo livello che, a sua volta, si affaccia sulla corte interna e dal quale è possibile accedere alla camera da letto e alla sala da bagno. In entrambi gli ambienti sono stati conservati i pavimenti di mattonelle di graniglia con le loro caratteristiche colorazioni e geometrie. Alcune di queste sono state inserite anche come rivestimento di fondo dell’armadio-libreria in muratura.

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UN GRANDE BAGNO Nella sala da bagno, concepita come area relax, spicca una grande vasca in muratura, con inserti di mattonelle in graniglia e ispirata alla prua delle imbarcazioni utilizzate dai pescatori. Nel muretto divisorio che separa la zona lavabo da quella relativa ai servizi igienici e alla doccia, sagomato come la scala esterna, sono stati concentrati gli impianti, cosÏ da consentire il recupero dei pavimenti. Inoltre è stato utilizzato uno speciale intonaco impermeabile che ricopre le pareti, la superficie della vasca e della doccia; il tutto è sovrastato da una fantastica volta a stella preesistente.

Fotografie di Sergio Bello

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I MATERIALI SOTTO LA LENTE IL COCCIOPESTO l Già Vitruvio ne parlava, entrando nei dettagli della fabbricazione e dell’uso che ne facevano i Romani, per i quali era “Opus signinum”, in quanto la sua invenzione viene attribuita all’attuale città di Signa, nei pressi di Roma; viene ancora utilizzato per pavimentazioni interne ed esterne, ma anche per rivestimenti. Nei pavimenti il battuto di cocciopesto ha uno spessore da poco meno di 4 cm fino a 8 cm (da tenere presente nelle ristrutturazioni) e ricalca sostanzialmente il seminato alla veneziana, con la differenza che la stabilitura e il materiale di semina sono costituiti per gran parte da frammenti di cotto; questo proviene per lo più dal recupero di laterizi risultanti dalla demolizione di vecchi fabbricati o da scarti di lavorazione degli stessi. l Questi materiali vengono anche definiti “pozzolane artificiali” e sono composti di argilla cotta, a differenza delle pozzolane naturali che sono tufi incoerenti di formazione vulcanica. La malta utilizzata per realizzare la superficie piana dev’essere priva di qualsiasi additivo (antigelivi, ritardanti, stabilizzatori, indurenti ecc) ed è composta da calce spenta, cocciopesto di varia granulometria, sabbia e acqua. l Ancora oggi il cocciopesto e molto diffuso grazie all’affermarsi dell’edilizia biocompatibile, essendo un materiale completamente naturale che manifesta notevoli prestazioni tecniche, dovute alla posa in più strati, ideale specialmente nel recupero del patrimonio edilizio storico. L’impasto viene dapprima steso in strato spesso (circa 25 mm) livellato con un rastrello e battuto; si posa una rete metallica e si stende un secondo strato, privo di sabbia, ottenendo una superficie piana e umida quanto basta a lisciarla con un frattazzo. La compattezza della superficie deve renderla già calpestabile; dopo un mese si completa con stuccatura, levigatura e ceratura.

MATTONELLE IN GRANIGLIA l Sono nate come evoluzione dei pavimenti alla veneziana, anch’essi composti da frammenti di marmo e cemento, ma decisamente più laboriosi, in quanto realizzati artigianalmente sul posto e seguiti da un lungo periodo di maturazione prima della levigatura e finitura. Le formelle vengono invece prodotte sottoforma di mattonelle, pur seguendo anch’esse una tecnica artigianale, e il pavimento viene composto affiancandole, come per una piastrellatura. l I bordi sono a spigolo vivo, così da avere fughe di appena 1 mm, necessarie per consentire al fugante di penetrare a fondo ed attecchire, ma senza impedire di ottenere un pavimento in apparenza monolitico. l La nascita delle formelle di graniglia risale alla fine dell’800, si affermano rapidamente, ma il loro declino inizia dopo appena mezzo secolo a favore delle pavimentazioni industriali e, poco più tardi, delle piastrelle ceramiche prodotte su larga scala. L’unicità di queste pavimentazioni ha però suscitato l’interesse di alcune aziende che, a distanza di qualche decennio, hanno recuperato gli stampi delle ditte artigiane dell’epoca, insieme alle tecniche realizzative e alle ricette degli impasti, e hanno voluto riproporre le formelle di graniglia applicando i vantaggi forniti dal progresso tecnologico, ma rispettandone l’artigianalità e l’utilizzo di elementi naturali: ancora oggi, una persona è in grado di produrre quotidianamente non più di 4-4,5 mq di formelle. l Le formelle si ottengono da marmi polverizzati di granulometria ben inferiore a quella dei pavimenti alla veneziana che assicura un’elevata uniformità della superficie. Sono monostrato e colorate in massa, estratte dallo stampo risultano bifacciali, la faccia inferiore è soltanto più ruvida ed irregolare; la successiva prelevigatura rende liscia e uniforme la faccia superiore. Le moderne tecniche di produzione hanno permesso di ridurre molto lo spessore, da 25-26 mm a 11 mm.

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ino al 31/12/2014 la sostituzione delle vecchie finestre per tetti con nuovi modelli a risparmio energetico permette di usufruire della detrazione fiscale del 65% sia sul prezzo della finestra sia sulla manodopera per l’installazione. Senza contare i benefici in termini di comfort che si possono ottenere, specialmente adottando una finestra Velux Integra. l Ad accompagnare le linee moderne ed essenziali di queste finestre, elettriche o solari, ci sono le prestazioni energetiche dovute essenzialmente alla superficie vetrata più ampia a parità di ingombro e all’applicazione della Thermo Technology™, ovvero l’inserimento di materiale isolante e legno termotrattato nel battente della finestra. Un’ulteriore innovazione è data dal “control pad touch screen” grazie al quale è possibile azionare a distanza finestre, tende interne, tende esterne e tapparelle oppure programmarne le funzioni in base alle proprie esigenze, scegliendo tra 8 programmi predefiniti. Con un solo tocco si chiudono tutte le finestre prima di uscire e, al rientro, si trovano gli ambienti ventilati e alla giusta temperatura, perchè le finestre azionano da sé i dispositivi in base alla programmazione; mentre si è in casa, con un solo gesto si avvia la ventilazione per cambiare l’aria, anche più volte al giorno. l In caso di pioggia, il sensore di serie provvede alla loro chiusura; inoltre, uno speciale kit permette di trasformare una finestra manuale in elettrica o solare. In quest'ultimo caso senza effettuare opere murarie per creare la predisposizione elettrica. I modelli Integra sono disponibili in legno (GGL) e in legno rivestito di poliuretano bianco (GGU). n

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l Oltre ai programmi preimpostati, tra cui quello che simula la presenza di persone in casa anche se si è in vacanza, se ne possono aggiungere di nuovi con la massima libertà di personalizzazione. Velux (www.velux.it)



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CAMBIARE MOBILI? basta trasformarli! Come cambiare faccia alla casa, al negozio, all’auto, alla barca con film autoadesivi di altissima qualità, nei colori e disegni più moderni, certificati ecosostenibili secondo i più rigidi standard internazionali

PRIMA

LA CUCINA SI RINNOVA l Ecco come un ambiente decisamente obsoleto per configurazione e colori può diventare piacevole e modernissimo con l’impiego dei film APA e senza nessun intervento strutturale: i film per interior decoration rivestono tutte le antine, mentre lo spazio tra piano di lavoro e pensili è tappezzato con un’immagine notturna di una metropoli i cui riflessi vivacizzano le antine dei mobiletti bassi.

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N

el corso di una ristrutturazione può essere importante modificare una situazione senza pesanti interventi strutturali: ricorrere alle pellicole adesive per muri e mobili che, applicate da un decoratore professionista, assicurano risultati di alto livello, può essere una soluzione intelligente, soprattutto in un periodo di crisi generale del settore edilizio. l APA, produttore italiano di pellicole adesive, da oltre trent’anni principale riferimento nel settore della decorazione e della grafica pubblicitaria, è un’azienda fondata nel 1978, leader per la produzione di materiali autoadesivi e la spalmatura di film cast di altissima qualità. Propone una linea di prodotti completamente dedicata all’interior design con pellicole adatte a ogni esigenza e superficie, dalla riqualificazione di mobili al rivestimento di muri e pareti, dalla decorazione di vetri alla personalizzazione di pannelli e tessuti: c’è un film adatto per coprire qualsiasi tipologia di superficie, grazie a una gamma completa di pellicole da intaglio e da stampa. l Lo sviluppo tecnologico delle stampanti e degli inchiostri, unitamente all’ampia scelta di supporti da stampa, come carte, carte da parati, tessuti, film plastici, fanno sì che ogni ambiente o oggetto possa essere personalizzato con possibilità decorative praticamente senza limiti per la fantasia. APA garantisce che il processo produttivo e il prodotto finale sono rigorosamente ecosostenibili (lo attestano numerose certificazioni a livello internazionale). n

l Le pareti interne ed esterne di qualsiasi ambiente (da quelli commerciali ai vani di una casa) possono essere decorate con le specifiche pellicole adesive per dare un tocco originale.

l Anche gli arredi (tavoli, armadi, mobili, sedie, ripiani, elettrodomestici ecc) possono essere integralmente trasformati nel loro aspetto per acquistare nuovo brio ed eleganza.

ELETTRODOMESTICI, RADIATORI... PERSINO L’AUTO! l Il frigorifero ci ha stancato per il suo aspetto ingombrante e anonimo? Il calorifero è una macchia bianca sulla parete solo funzionale? Con le pellicole autoadesive APA si possono rivestire le superfici personalizzandole con disegni e immagini liberamente scelte. Anche l’auto, la moto, il camper, il caravan e la barca possono essere rivestiti integralmente o parzialmente con i film per wrapping per avere un look sempre nuovo, scegliendo disegni presenti a catalogo o facendo realizzare appositamente i film adesivi con soggetti personali. www.apaspa.com

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INDISPENSABILE ma... trascurata D

isporre di un locale da adibire a lavanderia/stireria è il sogno di molte famiglie: vuol dire non avere panni sporchi per casa, biancheria che deve asciugare sugli stendini, assi da stiro ripiegati negli armadi o dietro le porte; tanto più che gli indumenti da lavare seguono un ciclo che obbliga a lavare in un posto, asciugare in un altro e stirare in un’altro ancora. l Spesso i presupposti per concentrare l’intero trattamento degli indumenti (o quasi) in un’unica zona ci sono, anche se è più facile immaginarlo in una casa non ancora abitata per distribuire al meglio gli impianti necessari, che rappresentano l’unica vera priorità: nella progettazione tradizionale, solo bagni e cucine (talvolta i garage) sono predisposti dal punto di vista impiantistico. l Questo è uno dei motivi per cui il necessario per lavaggio e stiratura viene ormai proposto come integrazione delle cucine, nascosto ma pronto all’uso, o come soluzione concentrata per altri ambienti: bagni, antibagni, locali di servizio, garage, mansarde. L’allestimento è facilitato da molte soluzioni modulari proposte da diverse aziende con elettrodomestici a vista o incassati, corredati di armadietti, assi da stiro estraibili, contenitori componibili che permettono di mantenere separati gli indumenti sporchi da quelli lavati, pronti per essere stirati e riposti nei guardaroba. n

Lavare, asciugare e stirare sono attività inevitabili, servirebbe un locale apposito, ma nel progettare un’abitazione si privilegiano altri ambienti. Vediamo come e dove si può allestire una lavanderia poco invasiva senza sacrificare gli spazi domestici

GLI IMPIANTI

l L’impiantistica di una lavanderia non si può improvvisare: le prese elettriche devono trovarsi a non meno di 60 cm dal lavatoio e bisogna che gli scarichi consentano il libero deflusso delle acque; in un garage può essere necessario un sistema di pompaggio.

Asciugatrice

Deumidificatore Lavatrice

Lavatoio

Stireria

Acqua fredda

Acqua calda

Scarico

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Impianto elettrico


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VALCUCINE

l Il sistema Meccanica si basa su un’intelaiatura leggera ed è componibile in piena libertĂ semplicemente tramite elementi meccanici, quindi smontabili per ricomporre la struttura in altro luogo con diversa configurazione. Valcucine


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IN BAGNO l Gli impianti idraulici, elettrici e di aerazione sono già predisposti e per lavare si può usare lo stesso lavabo, purché forma e dimensioni lo consentano; se si hanno due bagni (o uno grande) si può dedicarne una parte ad angolo lavanderia, anche se la stiratura va fatta forzatamente in un altro locale. Ci sono speciali colonne che possono essere affiancate al box doccia e incorporare la lavatrice con mobili affiancati e sovrapposti. Geromin

IN CUCINA l Nel progetto di un’ampia cucina si può prevedere la lavanderia come una sua estensione, inserendo lavatrice e accessori dentro a mobili o colonne chiusi con le stesse antine della cucina. Anche qui si può usare lo stesso bacino per il lavaggio manuale, ma si può anche stirare avendo luce e spazio a disposizione, senza doversi “emarginare” dal resto della famiglia. Quanto alle lavatrici da incasso, occorre accertarsi che le vibrazioni della centrifuga non vengano trasmesse alla struttura che le racchiude; l’eventuale asciugatrice, se del tipo moderno a pompa di calore, richiede uno spazio di ventilazione e va racchiusa in un modulo adeguato, come quelli per i frigoriferi da incasso. Se lo spazio lo permette, lavatrice e asciugatrice possono essere affiancate, anziché sovrapposte, e rialzate da terra tanto da poter inserire cestoni scorrevoli per gli indumenti. Asko

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NELL’ARMADIO O NEL RIPOSTIGLIO l Impianti permettendo, il lavaggio automatico e il necessario per la stiratura possono essere inseriti in ogni angolo della casa, perfino in un armadio che può far parte del soggiorno. Le ante nascondono la lavatrice alla vista, ma non all’udito, perciò bisogna che si tratti di un modello silenzioso; quanto all’armadiatura, può essere realizzata su misura per chiudere una grande nicchia o in continuità di un angolo formato da due pareti. A lato e sopra la lavatrice possono esserci ripiani e contenitori per i panni e per deter-

sivi o altri prodotti, oltre a un vano più stretto per l’asse da stiro, mentre il lavatoio può essere affiancato alla lavatrice solo se si utilizza la stessa soluzione in un ripostiglio, per evidenti problemi di schizzi d’acqua. Bisogna però considerare che ripostigli o sgabuzzini non solo difficilmente dispongono di punti acqua e scarichi, ma sono anche privi di qualsivoglia ricambio d’aria, per cui è indispensabile installare un aeratore a ventilazione forzata (in una parete perimetrale) o un deumidificatore.

SUL TERRAZZO E... l Anche un balcone o la parte coperta di un terrazzo consentono di allestire un angolo lavanderia: la situazione più favorevole è che la parete sia adiacente al bagno o alla cucina, per poter intercettare gli impianti elettrici e idraulici con minori opere. Il vantaggio è quello di non occupare spazio in casa, risparmiandosi il rumore della lavatrice e i cattivi odori dei panni sporchi, ma non è certo una soluzione proponibile nelle zone soggette a inverni rigidi, mentre nella bella stagione, in giornate non ventose, si può anche stirare all’aperto. Soluzioni alternative agli ambienti domestici possono essere un seminterrato o un garage, purché siano ben aerati e dispongano di impianti adeguati; se il locale è riscaldato vi si può anche stirare, altrimenti bisogna fare su e giù per le scale con le ceste dei panni prima e dopo il lavaggio. Colavene

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STENDI IN BASSO, SI ASCIUGA IN ALTO

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l problema degli indumenti stesi ad asciugare in casa è il loro notevole ingombro che limita la libertà di movimento negli spazi: si può adottare uno stendibiancheria estensibile montato sulla parte alta di una parete, ma diventa difficoltoso appendere e recuperare i panni l Stendidea risolve entrambi gli inconvenienti, permettendo di stendere a un’altezza comoda per poi portare gli indumenti in alto, in modo che possano asciugare senza ingombro a terra. Si tratta di una struttura moderna ed essenziale da fissare a parete costituita da un cassonetto che incorpora un rullo, azionato da un motore elettrico, alle cui estremità sono avvolte le cinghie di trazione che terminano con due carrelli; questi scorrono in binari verticali e permettono la salita e la discesa della rastrelliera di acciaio inox, ripiegabile a parete quando non è in uso. Per il funzionamento basta collegare il cavo elettrico a una presa di corrente. l L’ingombro in profondità quando non è in uso si riduce ai 45 mm dei binari, in quanto il cassonetto, pro-

fondo 115 mm, si trova in alto. Complessivamente la struttura ha un’altezza di 133 cm e larghezze, a seconda dei modelli, di 113, 133 e 150 cm; quest’ultima, grazie alle 8 aste dello stendino, mette a disposizione dell’asciugatura ben 12 metri lineari di superficie e regge fino a 20 kg di peso. l Il principale vantaggio sta nel fatto che l’installazione va effettuata prevedendo di avere lo stendino completamente abbassato a un’altezza ottimale per appendere gli indumenti senza fatica, dopodiché basta premere un pulsante e lo stendino viene portato in alto dove, tra l’altro, l’aria tende a essere più calda facilitando l’asciugatura. La salita e la discesa possono avvenire anche con lo stendino ripiegato, arrestandolo in qualunque punto del percorso, così da poterlo utilizzare come portasalviette quando non ci sono panni da asciugare. l L’installazione avviene semplicemente con 6 tasselli a espansione, quattro per il gruppo motore e due all’estremità inferiore dei binari. n

Per informazioni visitate il sito www.stendidea.it

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COMODO E CAPIENTE l Per stendere i panni si fa scendere la rastrelliera nel punto più basso: una volta caricata la si può far salire fino all’altezza massima, per poi riabbassarla quando i panni saranno asciutti. Quando Stendidea non è in uso la rastrelliera può essere ripiegata a parete e utilizzata come portasalviette, all’altezza più opportuna.

l Il telecomando in dotazione permette di alzare e abbassare lo stendino, totalmente o in parte.

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1: la flangia di supporto del rullo motorizzato si posiziona all’altezza prestabilita e perfettamente in bolla per marcare i punti di foratura sulla parete, attraverso le feritoie prestabilite. 2: dopo aver praticato i fori si inseriscono i tasselli, quindi si ripresenta la flangia e si inseriscono le viti che la stabilizzano alla muratura. Essendo le feritoie asolate, conviene effettuare una seconda verifica con la livella a bolla. 3: il rullo, con cinghie e carrelli premontati, si appende alla flangia inserendo i perni laterali nelle apposite scanalature; il movimento laterale viene impedito inserendo una copiglia (in dotazione) a una delle due estremità. 4: in uno dei due binari, all’estremità che presenta i fori più piccoli, si inserisce il carrello nella scanalatura interna con funzione di guida. 5: muovendo leggermente l’estremità per far combaciare i fori del binario con quelli delle alette laterali, si inserisce la vite brugola passante e la si blocca sul lato opposto con relativo dado. Si ripetono le operazioni per l’altro binario. 6: alla base dei binari si inserisce l’asta distanziale, filettata alle estremità e provvista di viti per il bloccaggio della stessa alla struttura tramite chiave brugola. Si inseriscono quindi i due tappi inferiori per copiare i fori per i rispettivi tasselli che stabilizzano la struttura. 7: si svita l’asta più interna della rastrelliera, quindi si inserisce la penultima nella gola presente all’estremità del carrello. L’asta tolta va rimontata nell’asola posteriore del carrello, in modo che la rastrelliera risulti ribaltabile senza possibilità di sfilarsi dai carrelli.

Isolex (www.stendidea.it)

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8: il montaggio della parte superiore si completa con la copertura di materiale plastico: si inserisce l’anello fermacavo nella sua sede e si sollevano due alette laterali presenti sulla flangia che, inserite in apposite feritoie presenti sulla copertura, permettono il bloccaggio della stessa.

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Finalmente, fra le numerose soluzioni offerte da una Multinazionale presente in Italia con successo da oltre 30 anni, l’opportunità per trasformare una vasca in una vera doccia.

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LAVARE, ASCIUGARE, STIRARE... PER SPAZI MINI La forma, un po’ insolita per un elemento funzionale di questo tipo, ricorda quella di un vaso di terracotta, ma il materiale utilizzato per il lavatoio Pot è il polipropilene; proposto solo nel colore bianco, dispone di uno scomparto inferiore e misura 600x535xh820 mm. Viene fornito di sifone, piletta, troppopieno e l’originale strofinatoio a forma di foglia che aggiunge una nota di colore al lavatoio. La parte posteriore è completamente aperta per facilitare l’installazione. Euro 340. Colavene

DEUMIDIFICA E SCALDA Si può installare a parete o a pavimento ed è trasportabile grazie alla maniglia posteriore; Asciutto+ non è un semplice deumidificatore, ma essendo provvisto di una resistenza elettrica da 1000 W può funzionare anche come stufetta e asciugatore. Le funzioni selezionabili sono 5, la condensa può essere scaricata direttamente tramite tubicino o raccolta in tanica (con avvisatori visivi e acustici di tanica piena) per poter utilizzare l’acqua, demineralizzata, per la stiratura. Riello

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MENTRE LI ASCIUGA , LI STIRA Gli stirasciugatori sono particolari elettrodomestici che “indossano” i capi bagnati e li restituiscono asciutti e stirati. Particolari vestaglioni in dotazione, che assumono la forma di camicie o di pantaloni e vanno calzati sulla struttura, accolgono il capo corrispondente dopo la centrifuga in lavatrice: si sistema il tensore centrale e si avvia l’apparecchio per gonfiare l’indumento con aria calda. Dopo un veloce controllo che l’indumento sia ben disteso la stirasciugatura procede in automatico, per un tempo variabile tra 10 minuti per le camicie e 20 minuti per i pantaloni trascorsi i quali i capi possono essere indossati o riposti nel guardaroba. Anche indumenti già asciutti possono essere stirati, facendoli indossare all’apparecchio e utilizzando un ferro da stiro con getto a vapore abilitato alla stiratura in verticale, per non parlare della comodità quando si arriva a casa con gli abiti bagnati in una giornata di pioggia; i modelli domestici hanno potenze di 1300-1600 W Da euro 359. Eolo Elettrodomestici

SCALDASALVIETTE

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IN UNO

La parte superiore dello scaldasalviette che permette di ribaltare a squadra il diffusore lo trasforma in un utile e pratico stendino per asciugare la biancheria; integra, inoltre, un termoventilatore silenzioso dotato di un’aletta che permette di orientare il getto dell’aria calda verso l’alto, ottimizzando la convezione e garantendo una perfetta asciugatura dei capi. Dryer è disponibile in versione elettrica (132-155x50 cm) o mista, da collegare all’impianto di riscaldamento idraulico e provvisto di resistenza elettrica supplementare (147-171,5x50 cm). Da euro 460 + Iva per il modello misto 147x50 cm. Deltacalor

GLI INDIRIZZI COLAVENE via Flaminia km 58,600 01033 Civita Castellana (VT) tel. 0761 5951 www.colavene.it

EOLO ELETTRODOMESTICI via S. Martino a Brozzi, 2 50145 Firenze tel. 055 307092 www.eoloelettrodomestici.com

RIELLO via Ing. Pilade Riello, 7 37045 Legnago (VR) tel. 0442 630111 www.riello.it

DELTACALOR via Mazzini snc 23801 Calolziocorte (LC) tel. 0341 644995 www.deltacalor.it

GEROMIN via Vanoni, 18 30029 S. Stino di Livenza (VE) tel. 0421 460012/15 www.geromin.it

VALCUCINE via L. Savio, 11 33170 Pordenone tel. 0434 517911 www.valcucine.it

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GOBBETTO

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UNA SCALA prestampata Un sistema brevettato semplifica la costruzione delle scale in calcestruzzo gettate in opera e apre nuove prospettive per l’architettura, con rampe che seguono sviluppi inconsueti e scenografici diventando elementi d’arredo importanti, non puramente funzionali


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ostruire una scala in cemento ha sempre comportato una discreta mole di lavoro piuttosto invasivo: misurazioni e calcoli, casseratura, armatura, gettata, rimozione della casseratura a fine lavoro e rifinitura delle superfici prima del rivestimento coinvolgono diverse maestranze, con tempi e costi non indifferenti. l Il sistema brevettato Scawo si basa sulla progettazione computerizzata applicata alla soluzione dei casseri a perdere, ovvero quelle strutture in materiale leggero e compatto che non si limitano al semplice contenimento della gettata fino all’indurimento, per poi essere smantellate, ma restano inglobate in essa e la delimitano con superfici liscie e regolari. l Oltre a consentire di realizzare ogni casseratura a misura della singola situazione e della massima libertà progettuale, questa soluzione offre innegabili vantaggi: i blocchi componibili di polistirolo a più gradini e completi dell’armatura possono essere trasportati ai piani superiori da una sola persona e il loro posizionamento è agevole anche in spazi ristretti; la parte cementizia della scala rimane separata fisicamente da solaio, pavimento e muratura, anche per l’uso di distanziali fonoassorbenti, riducendo drasticamente la trasmissione del rumore da calpestio e i ponti termici. Anche le dimensioni di eventuali rivestimenti (pietra, legno ecc) e ringhiere possono essere trasmesse all’artigiano preposto con precisione al decimo di millimetro. l Le prove, necessarie per risultare conformi alle varie normative, hanno dimostrato che la massa del calcestruzzo delle scale Scawo corrisponde a quello delle scale tradizionali, comprovandone l’idoneità all’utilizzo quotidiano, la capacità di carico e il rispetto delle norme antincendio. n

COME NASCE l A seconda delle esigenze architettoniche e dei vincoli dettati dallo spazio la scala viene progettata a computer, elaborandone forma e sviluppo attraverso complessi sistemi di calcolo. La costruzione digitale viene quindi tradotta in dati CNC (Computer Numeric Control) e trasmessi a una particolare fresatrice che lavora su 5 assi: da blocchi di polistirolo espanso vengono fresati con la massima precisione i singoli gradini, uniti a segmenti in base alla forma stabilita a progetto e allo spazio di cui si può usufruire sul luogo al momento del montaggio. Uno speciale rivestimento conferisce al cassero la stabilità per la successiva lavorazione e, prima di lasciare la fabbrica, la struttura viene provvista della necessaria armatura.

l Con le moderne tecniche di progettazione e costruzione è possibile adeguare la scala a qualsiasi situazione, personalizzandone lo sviluppo in base alle richieste e agli spazi disponibili. I cambi di direzione delle rampe uniche e i ballatoi nelle scale a doppia rampa possono essere inseriti nei punti più idonei a garantire uno sviluppo armonioso, rendendo agevole ed equilibrato il percorso. Metallconcept (www.scawo.com)


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COME SI MONTA 1 2

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1: il montaggio vero e proprio inizia dall’alto, tramite ganci da fissare allo spessore del piano superiore. In base alle quote si posiziona a terra la piastra di partenza, quindi si fissa nella muratura laterale una barra di profilato rettangolare, a sbalzo, che rappresenta il punto di ancoraggio al centro della rampa. Questo profilato deve penetrare di lato nella cassaforma e va legato ai ferri d’armatura con uno spezzone di barra sagomato allo scopo. L’elemento inferiore della casseratura va messo in posizione provvisoriamente sostenuto da puntelli. 2: montato l’elemento superiore, sempre con l’aiuto di puntelli provvisori, si provvede alla stesura di un cordone di sigillante su tutta la linea di collegamento a quello inferiore, per poi unirli e stabilizzarli. 3: la prima pedata deve appoggiare sulla piastra a terra, quindi si forano contemporaneamente piastra e soletta per inserire due barre di ancoraggio a pavimento. 4: prima della gettata l’armatura di base va rinforzata inserendo spezzoni di barra sagomati a doppio gancio contrapposto (S) in modo da legare i ferri orizzontali.

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5-6: dall’alto si inizia la colata di calcestruzzo, la cui consistenza dev’essere tale da consentirne lo scorrimento verso la base della scala. Il riempimento va comunque assecondato pigiando il materiale in modo che non rimangano zone vuote all’interno dei casseri. 7: con cazzuola e frattazzo si livella la superficie di ciascun gradino, quindi si attende la stagionatura. Scawo

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RIVESTIMENTO IN RESINA Per la sua natura di rivestimento continuo e personalizzabile, la resina è senz’altro la soluzione migliore per ottenere una scala monolitica.

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1: la parte a vista dei casseri (fianchi e alzate) va rifinita con un sottile strato di rasatura. 2: dopo l’asciugatura e la levigatura, si stende a rullo un primer a consistenza lattiginosa su alzate e pedate. Lo stesso prodotto si può utilizzare per rendere più fluido lo stucco epossidico. 3: lo strato di stucco epossidico non dev’essere superiore a 2-3 mm per mano. Va applicato a spatola in due mani, cercando di rialzare leggermente il bordo in prossimità dello spigolo esterno di ciascuna pedata, per contenere la resina. 4: tra una mano e l’altra si aspettano circa 12 ore e si carteggiano le creste lasciate dalla spatolatura che, dopo la seconda passata, risultano più chiare ed esaltano l’effetto spatolato. 5: sul supporto asciutto si esegue una decorazione a pennello, cercando di mantenere l’effetto realizzato a campione. Servono coloranti compatibili con i prodotti epossidici.

TEKNAI

6: la resina si cola sulle pedate e si stende con una spatola a denti fini per avere uno spessore di 1-2 mm; sulle alzate viene stesa a pennello. Occorrono almeno un paio di applicazioni.


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RIVESTIMENTO DI PIASTRELLE Anche una scala non rettilinea può essere rivestita con piastrelle, purché i tagli del caso vengano effettuati con la massima precisione. 1: se la scala è in curva, come in questo caso, serve una dima di cartoncino per ogni pedata non rettilinea, per avere una guida per il taglio delle piastrelle in base al loro formato. Le piastrelle vanno tagliate in modo che la loro profondità sia pari a quella della pedata più il loro spessore e quello della colla, per ricoprire il bordo di quelle dell’alzata e formare un angolo perfetto.

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2: l’inclinazione necessaria per il taglio sbieco delle piastrelle nel tratto in curva si rileva con una falsa squadra appoggiata all’alzata successiva alla pedata da rivestire e utilizzando come riscontro una squadra a cappello appoggiata contro lo spigolo della pedata. 3-4: si prepara una tavoletta spessa quanto le piastrelle e lunga quanto la larghezza dei gradini, da usare come riscontro appoggiata all’alzata; la colla si stende su un gradino per volta. 5: quando la colla delle pedate ha fatto presa si procede di conseguenza con il rivestimento delle alzate, incastrando alla perfezione le piastrelle. 6: si conclude con la stesura di abbondante riempifughe con una racla di gomma, eliminando l’eccesso con una spugna umida prima che asciughi.

UN AIUTO PER TAGLI PRECISI l Nel rivestimento di una scala si può ipotizzare che ogni singola piastrella debba essere adattata alle dimensioni di alzate e pedate e il buon esito del lavoro dipende dalla precisione dei tagli. Le tagliapiastrelle manuali Masterpiuma T3, in 7 versioni, eseguono il taglio a spingere su piastrelle di spessore tra 0-22 mm e dispongono di squadra goniometrica con due scale di misura (una per tutti i tagli, l’altra specifica per il taglio a 45° partendo dallo spigolo). La struttura è in alluminio pressofuso e acciaio nichelato, per la massima robustezza e l’inattaccabilità da parte degli agenti atmosferici; di serie montano una rotella in titanio, adatta per grès porcellanato. I piani sono molleggiati per permettere uno spacco sicuro; squadra e goniometro sono ripiegabili per il minor ingombro nel trasporto. Montolit (www.montolit.com)

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PROTEZIONE INVISIBILE l Una ringhiera composta da grandi lastre di vetro temperato e stratificato non invade visivamente lo spazio e garantisce un’efficace protezione. Alba utilizza fissaggi di acciaio inox (AISI 304 per interno e AISI 316 per esterno), lucidati a specchio o satinati, che permettono una tripla regolazione: orizzontale, verticale e di profondità. La resistenza alla spinta per un vetro da 10+10+1,52 è di 200 kg, le dimensioni massime delle lastre sono 1200x1200 mm. Utilizzabile come ringhiera o balaustra, Alba può essere completata con corrimano di acciaio inox o alluminio. Faraone (www.faraone.it)



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SILENZIO, c’è Diamant N I PRINCIPALI REQUISITI

l L’utilizzo delle lastre Knauf Diamant permette di ottenere elevate prestazioni con una minima perdita dello spazio fruibile, esigenza molto sentita nelle ristrutturazioni. l Resistenti agli urti In caso di forti urti o sollecitazioni, dimostrano la resistenza dei sistemi a secco. l Isolamento acustico Permettono di raggiungere elevate prestazioni di isolamento acustico. l Protezione al fuoco Classe di reazione al fuoco A2, utilizzabili al posto delle Ignilastre GFK. l Resistenza ai carichi Sopportano l’installazione di televisori e pensili in ogni punto, con tasselli adeguati. l Resistenza all’umidità Trattate per aumentare la resistenza all’umidità che deriva dall’aria.

ei sistemi di costruzione a secco si possono usare vari tipi di lastre di gesso in base alle prestazioni che si vogliono ottenere, ma ne esiste un tipo in grado di soddisfare tutti i requisiti principali: è la lastra Knauf Diamant, costituita da un nucleo di gesso rivestito che si presenta con un rivestimento di cartone speciale sulle facce e sui bordi, offrendo una superficie particolarmente liscia. I suoi punti di forza sono la resistenza agli urti e all’umidità, le elevate capacità di isolamento acustico e la resistenza al fuoco (classe di reazione A2). l Soprattutto nelle costruzioni in legno e negli ampliamenti le lastre Diamant rappresentano il rivestimento di finitura interna più efficace, specialmente se si incollano le lastre a una parete esistente con lo speciale adesivo a base gesso Knauf Perlfix. Un privilegio che non è appannaggio esclusivo dei professionisti: la facilità di lavorazione dei sistemi a secco e i prodotti complementari a esso dedicati sono rivolti anche ai privati, che possono ottenere con la posa fai da te significativi miglioramenti degli ambienti in cui è richiesta una riduzione della permeabilità ai rumori mantenendo una superficie portante e senza che l’isolamento dall’interno comporti riduzioni dello spazio fruibile. l Inoltre, proprio per andare incontro alle esigenze dei privati, da oggi le lastre Diamant sono disponibili anche nella versione Diamant KasaOK, un formato dimezzato (120x100 cm) concepito appositamente per poter essere trasportato con l’auto propria: la stessa qualità delle lastre Diamant di grande formato, prestazioni invariate, ma con una maggiore praticità. n

Knauf (www.knauf.it)


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DEGLI ANNI ‘60 restan o Un tipico fabbricato degli anni ‘60 trasformato in elegante villa su 4 livelli con piscina e giardino zen raggiungibili con scale o ascensore

DARIO CASTELLINO CLASSE 1965, L’ANNO DOPO LA LAUREA IN ARCHITETTURA FONDA L’OMONIMO STUDIO CHE SI OCCUPA DI PROGETTAZIONE, RESTAURO, RIQUALIFICAZIONE URBANA, RECUPERO DI EDIFICI RELIGIOSI, ALLESTIMENTO DI MUSEI; SVOLGE ATTIVITÀ DIDATTICA PRESSO LA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI TORINO. WWW.DARIOCASTELLINO.IT

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n o i ricordi

L

a complessità di questo recupero, avvenuto nella zona di Borgo S. Dalmazzo (CN), era legata ai vincoli dimensionali e strutturali dei pilastri e degli orientamenti della casa, oltre a gravi carenze termiche e di concezione dell’abitazione, più volte rimaneggiata negli anni e composta da volumetrie poco coerenti tra loro. L’idea è stata quella di ridisegnare lo schema della casa basandolo su 4 grandi muri paralleli a sostegno di un tetto in legno, ottenendo due prospetti chiusi contrapposti e altri due totalmente aperti, costituiti da grandi vetrate. Oggi la villa si presenta con un piano interrato adibito a cantina per lo stoccaggio del vino e con una zona dedicata alla stagionatura di formaggi e salumi, quindi una foresteria al piano terra dalla quale, con scale o ascensore, si sale ai piani superiori. Il primo piano è il cuore della casa: si apre su un grande soggiorno, che da un lato lascia intravedere la zona cucina e la stanza da letto con spogliatoio e bagno, dall’altro dà accesso alle terrazze esterne e alla piscina; l’ultimo piano è mansardato, ma molto luminoso. Le due rampe della scala interna si susseguono tra i piani con pianerottoli a livelli diversi; sono composte da doppio cosciale in acciaio con piattine verticali come distanziali, pedate di vetro opache incollate e parapetti anch’essi di vetro.

DOPO Tutto il perimetro della casa è ora chiuso da una struttura leggera in graticcio di legno verticale e orizzontale a protezione della balconata del piano primo. Si apprezzano i piani verticali in laterizio intonacato, quelli orizzontali di legno e i tamponamenti in vetro.

PRIMA


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L’AMBIENTE NELL’INSIEME, LA CUCINA E IL LIVING I volumi si sviluppano a doppia altezza con tetto in vista e lucernario nella parte sommitale a illuminare naturalmente l’intero ambiente. La scala in metallo e vetro collega tutti i livelli e si apre con una grande balconata in affaccio sul piano sottostante. Internamente la casa è svuotata dalle murature, rimangono quelle perimetrali bianche con aperture vetrate ad anta unica, come grandi quadri verso il paesaggio.

Esternamente i serramenti in legno (realizzati da ICIF di Felizzano-AL) sono totalmente a scomparsa, come pure i frangisole orientabili. La cucina è nella parte più soleggiata della casa ed è suddivisa in due parti: una più nascosta per la preparazione dei cibi e una più aperta verso il soggiorno; al centro del soggiorno c’è un caminetto trifacciale con canna fumaria nera, passante al piano superiore.

UNA RADICALE TRASFORMAZIONE Si è reso necessario un grande lavoro di demolizione e messa a nudo delle parti portanti strutturali; la scala, in origine nascosta tra i muri del vano in cui era racchiusa, è stata completamente rivisitata e fatta diventare una vera e propria scultura e fulcro di distribuzione.

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Gli arredi e le luci contrappuntano la linearità della struttura con forme curve e casuali. Il mobile portatelevisore è stato disegnato dall’architetto ed è composto da un’unica lastra di metallo lunga 4 metri in spessore e piegata come un grande foglio di carta. I parapetti delle balaustre e della scala sono in doppio vetro temprato extrachiaro.


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DOPO

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1: una veduta prima dei lavori, con la zona dove adesso ci sono la camera da letto, il bagno e parte del soggiorno. 2: fase di impermeabilizzazione e isolamento delle solette nella zona della piscina e del giardino. 3: la posa della pavimentazione della piscina a sfioro va curata con attenzione per consentire un corretto deflusso dell’acqua; la piscina è realizzata dalla ditta Muzzi di Foligno (PG).

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PISCINA E GIARDINO PENSILI, AL PRIMO PIANO Tra la casa e la piscina coperta si apre una zona esterna in parte pavimentata e in parte a giardino Zen, quest’ultima scelta dettata dall’intenzione di enfatizzare il carattere meditativo e intimo di questo spazio tra piscina e zona notte. Il suono dell’acqua, il fruscio del verde e lo scricchiolio della ghiaia generano sensazioni tattili e percettive piacevoli e rilassanti. Grazie a 4 vetrate, per 12 metri di apertura, la piscina e il giardino nella stagione calda sono un unico ambiente, mentre nelle stagioni fredde si può utilizzare la piscina e la spa con vista sul giardino. La copertura della piscina riprende la tradizione architettonica dei chiostri, ma ricorda anche quella di un padiglione giapponese; è realizzata in legno con un grande lucernario nella parte più profonda. Sul muro di fondo sono posti una cascata per il massaggio e un nuoto controcorrente di concezione americana; la zona spa è un grande volume vetrato composto da sauna, bagno turco, doccia emozionale, bagno e spogliatoio.

3


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L’ascensore è sullo sfondo ed è parte integrante della scala con stesso disegno e finiture, anche se non è stato facile far conciliare le esigenze tecniche dell’impianto ascensore con la scala. Infatti normalmente l’ascensore è sempre defilato in un altro ambiente o circoscritto in un volume pieno e separato.

PROTAGONISTA IL LEGNO L’ultimo piano è mansardato: si tratta di una grande balconata con scala aperta a giorno, quasi un ambiente unico su due livelli con una zona studio e una camera per gli ospiti, una lavanderia e una zona svago. Tutta la lunghezza del colmo è costituita da un grande lucernario per un’intensa illuminazione naturale. Grande protagonista è il legno, grazie al sottotetto a chiusura della parte sommitale dell’abitazione e al parquet di teak anticato (Alma di Giorio) utilizzato sui tre piani e posato perpendicolarmente ai muri, così da poter dilatare visivamente gli spazi. Sempre di Giorio il WPC (Wood Plastic Composites) per le pavimentazioni esterne della casa, allo scopo di coniugare la naturalezza del legno alla praticità dei materiali plastici.

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CAMERA E BAGNO INSIEME La zona notte è defilata rispetto alla zona giorno in una zona molto silenziosa e calma della casa, gode di una bella vista sul giardino interno e sulla piscina. Il bagno e la camera sono un unico ambiente con un grande letto rotondo e una vasca idromassaggio di relax, solo WC e doccia sono separati dall’ambiente notte, ma sempre con vista sul giardino. Durante l’estate e i mesi caldi la zona notte e la zona piscina, aprendo le vetrate, diventano un unico ambiente silenzioso e separato dal resto della casa.

IL COLMO CHE NON C’È L’orditura del tetto poggia sui quattro muri sottostanti con un particolare gioco di innesto delle travi nella zona del colmo: la parte centrale e più alta rimane libera da elementi strutturali, come la tipica trave di colmo, per sfruttare al meglio il lucernario. L’isolamento è costituito da una pannellatura spessa oltre 25 cm.

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ISOLAMENTO AL TOP partendo da zero

N

elle ristrutturazioni edilizie ci si trova con frequenza a intervenire su coperture totalmente prive di qualsivoglia isolamento, tantomeno di una struttura idonea a consentirne la posa: tegole semplicemente poggiate su orditure secondarie che riparano da pioggia e vento, ma non formano alcuna barriera agli scambi termici tra interno ed esterno. l In casi simili, l’adeguamento ai parametri richiesti dal punto di vista energetico può sembrare un’impresa complessa, specialmente se si tratta di edifici che devono mantenere una configurazione conforme all’originale, per esempio nei centri storici. Un solo materiale isolante, per quanto valido, può non garantire il massimo delle prestazioni, occorre realizzare un doppio strato di pannelli con caratteristiche complementari. l Un sistema interessante nasce dall’abbinamento di pannelli di lana di legno mineralizzata Celenit N da 75 mm con pannelli Isotec XL Plus nello spessore di 100 mm. Questi ultimi, da sovrapporre ai primi, sono costituiti da un nucleo di poliuretano espanso rivestito da un foglio di alluminio e sono completi di un correntino metallico di aluzinc che permette di realizzare in un solo passaggio l’isolamento della copertura e lo strato di ventilazione. Il correntino ha infatti un’altezza di

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40 mm e si presenta forato in modo da garantire un passaggio d’aria di oltre 200 cmq per metro lineare di gronda. Inoltre, una guarnizione di PVC preapplicata sotto il correntino incrementa la resistenza alle eventuali infiltrazioni dovute a rottura del manto di copertura in laterizio, convogliate direttamente in gronda grazie alla conformazione del correntino stesso. l L’accoppiata Isotec XL plus - Celenit N riduce al minimo gli scambi termici con l’esterno: d’inverno evita le dispersioni di calore e d’estate impedisce il surriscaldamento degli ambienti interni. Il sistema, inoltre, ha un indice di valutazione del potere fonoisolante Rw pari a 40 dB, certificato dal Laboratorio di Acustica del Dipartimento di Fisica Tecnica dell’Università di Padova, in conformità alle norme UNI EN ISO 10140. l La velocità di posa e l’omogeneità dello strato isolante sono garantite dai bordi battentati e dalle generose dimensioni dei pannelli Isotec, che hanno lunghezza di 3900 mm e larghezza conforme al passo degli elementi di copertura. L’abbinamento dei due tipi di pannelli si rivela interessante anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale, essendo i pannelli Isotec riciclabili e i pannelli Celenit certificati come biocompatibili. Brianza Plastica (www.brianzaplastica.it) n


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L’abbinamento del pannello Isotec XL Plus con uno strato di lana di legno mineralizzata permette di ottenere una copertura con elevate caratteristiche isolanti, anche partendo da situazioni prive di qualsiasi barriera allo scambio termico tra interno ed esterno l Nel rifacimento della copertura di questo palazzo in centro storico era prioritario adottare un sistema che garantisse l’isolamento termico invernale ed estivo, mantenendo l’assetto originario della copertura. L’abbinamento tra le caratteristiche dei due pannelli ha permesso di ripristinare la funzionalità e garantire il risparmio energetico.

UN TETTO EFFICIENTE E SOSTENIBILE

l La posa in successione dei due strati isolanti avviene in modo semplice e rapido: i pannelli Isotec XL Plus vanno posti sopra quelli di lana mineralizzata, in quanto costituiscono anche la superficie d’appoggio per il manto di copertura. In evidenza il correntino di aluzinc che, inoltre, garantisce un’efficace ventilazione sottotegola.

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VIEGA

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Le soluzioni a incasso con ante a filo permettono di avere superfici continue che contribuiscono a dilatare gli spazi e a mantenere ordine anche in ambienti piccoli

BAGNI... a filo


VIEGA

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U

l La struttura della controparete si basa su profilati metallici, intercalando zone in cui inserire i moduli premontati per i sanitari ed elementi predisposti per delimitare nicchie da adibire a contenitori, attrezzati con ripiani e chiuse da ante a filo; la superficie viene rivestita con cartongesso e piastrellata. Nella zona occupata da vasi e lavabo la controparete ad altezza ridotta origina un’utile mensola continua.

VIEGA

n sistema interessante per le ristrutturazioni è quello basato su un’intelaiatura poco profonda da installare a ridosso delle pareti esistenti, senza demolire: nell’intercapedine risultante si montano i moduli completi per i sanitari, si fanno correre gli impianti e si possono ottenere scomparti capienti chiusi con ante a filo. l L’eliminazione di tutto ciò che è causa di frammentazione a favore delle geometrie semplici e lineari permette di ottenere ambienti accoglienti e luminosi: basti notare, in questo caso, quanto fosse in posizione avanzata il vecchio WC a pavimento con cassetta esterna rispetto a quello nuovo sospeso, nonostante sia stata realizzata una controparete. Questa ha però permesso di incassare diversi moduli per sfruttare le superfici verticali come contenitori, compresa la semiparete vicina all’ingresso, ed eliminare dalla vista il superfluo. l Nella parte di soffitto nella zona più ampia è realizzato un ribassamento parziale, staccato dalla parete di fondo per nascondere un binario nel quale scorrono due ante sospese a specchio. Queste vengono unite sopra il lavabo all’occorrenza e, spostate di lato, permettono l’ingresso della luce naturale, amplificata dalle tonalità chiare delle superfici e dalle piastrelle di grande formato, in contrasto con il pavimento attraverso il quale viene riscaldato l’ambiente. Con questa soluzione è possibile eliminare anche il termosifone. n

PRIMA

MENO INGOMBRI l La vasca occupava tutta la parete di fondo e riduceva la profondità del locale; una parete laterale era occupata dal termosifone e da altri complementi che riducevano la libertà di movimento, come pure i sanitari.

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DOCCIA A FILO SENZA INFILTRAZIONI l Una delle soluzioni per ottenere pavimenti continui senza l’ingombro del piatto doccia è quella di realizzare una zona impermeabilizzata e piastrellata nella quale rimane appena percettibile la griglia della piletta della doccia: molta attenzione dev’essere posta nel proteggere il massetto dalle infiltrazioni. Con la tecnica a letto sottile l’isolamento dall’umidità viene eseguito tra il massetto e le piastrelle, con il vantaggio che il massetto non si inumidisce; l’impiego di un primer liquido (malta elastica cementizia) fa sì che non siano necessari altri isolanti. Con il sistema Advantix durante il montaggio si ha una doppia sicurezza: da un lato la speciale sagomatura della flangia del pozzetto blocca lo scarico nel massetto in modo sicuro, dall’altro la guaina impermeabile Schlüter Kerdi, inserita direttamente tra i due strati di primer, rende ancor più sicura la zona di passaggio. 1: durante la posa del massetto il pozzetto è protetto da una pellicola che va rimossa solo al momento di iniziare il rivestimento, dopo la necessaria stagionatura. 2: si applica il primo strato di primer a rullo, arrivando bene a filo del bordo della piletta. 3: sempre seguendo il contorno, si posa sul primo strato la guaina impermeabilizzante di polietilene, munita di tessuto su entrambi i lati che facilita l’ancoraggio. 4: si stende il secondo strato di primer dopo l’asciugatura del primo. 5: si lascia asciugare anche il secondo strato, quindi si posiziona il portagriglia dopo averlo adattato a misura e si stende la colla per piastrelle. 6: i canali esterni verticali lungo il portagriglia non vanno sigillati con malte o collanti. Viega (www.viega.it)


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CASSETTA INCASSATA l Un altro esempio di soluzioni a filo riguarda la placca che incorpora i comandi di risciacquo del WC. I moduli premontati possono incorporare la cassetta di risciacquo, protetta da un sistema anticondensa e predisposta con rete portaintonaco. Il rispetto delle quote in fase di intonacatura e di rivestimento permette di installare la placca di comando perfettamente a filo della piastrellatura. Il sistema Viega Eco Plus occupa uno spazio di appena 8,5 cm in profondità ed è installabile anche nelle tramezzature leggere.


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INTEGRAZIONE ESTETICA PERFETTA l Anche nel caso di rivestimenti in marmo o pietra è possibile integrare esteticamente le placche dei comandi a sfioro: il cerchio luminoso che permette di individuare il tasto centrale è sostituito da un anello d’acciaio satinato, la placca in pietra può essere scelta tra diverse tonalità. Think Simple (www.vitrum.com)

PORTELLI COPRIPRESE l Anche a spina inserita, i portelli della gamma Smooth Line possono rimanere chiusi perfettamente a filo della superficie, lasciando fuoriuscire il cavo attraverso la finestrella inferiore. Misurano 80x128 mm e sono disponibili con finitura inox, bianco, gold, Swarovski o in colori personalizzati per integrarsi alla perfezione negli ambienti. I portelli sono dotati di due diversi gradi di protezione IP per garantire la massima sicurezza, ma non sono idonei per installazioni in esterno. Eclettis (www.eclettis.it)

ELEGANTE SLIDE l La placca di alluminio per comandi luce a sfioramento, con la banda nera dal cui retro traspare una luce a led blu, che caratterizza la serie Allumia Touch, è disponibile anche come placca a scivolamento per coprire le prese elettriche: il led luminoso lascia intravedere il simbolo della spina anche nell’oscurità. Ave (www.ave.it)

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CINQUE PIANI di alluminio

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uttlingen è una cittadina nel sud della Germania, a una trentina di chilometri dalla punta nord del lago di Costanza. Qui, in un contesto architettonico tradizionale, caratterizzato da edifici alti con tetti a falda piuttosto pronunciati, è stato realizzato un complesso residenziale suddiviso in undici appartamenti con attenzione alle prestazioni energetiche; l’involucro, dove facciata e tetto si fondono per dar vita a un’unica superficie sagomata, è stato interamente rivestito con scandole PREFA di alluminio preverniciato. l Le scandole, di forma romboidale, hanno permesso di seguire con facilità le inclinazioni e i cambi di direzione dell’involucro con parti verticali in cemento e spioventi di legno. Tre dei cinque piani si affacciano direttamente sulla copertura originale di forte pendenza e dalla inconsueta sfaccettatura; le scandole, resistenti alla corrosione e garantite 40 anni contro rottura, ruggine, e congelamento, hanno un peso limitato a 2,3 kg/mq e con le colorazioni P.10 (qui è stato scelto il grigio pietra P.10) a finitura opaca, è stato possibile estendere la garanzia quarantennale anche sull’inalterabilità del colore, grazie a un processo di verniciatura resistente ai raggi UV denominato Coil Coating. Progettazione e posa sono stati realizzati con il contributo tecnico dei tecnici dell’azienda produttrice. PREFA (www.prefa.it) n

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DAL MONDO EDILIZIA È ONLINE IL NUOVO SITO HABIMAT habiMat è il brand del Gruppo BigMat che si rivolge a professionisti e privati con showroom in cui, attraverso una selezione di finiture, si trovano soluzioni personalizzate e materiali per progetti che contemplano una particolare attenzione verso il benessere dell’abitare. Nel nuovo sito non poteva mancare una sezione dedicata a ROBO, l’originale e multifunzionale complemento d’arredo in esclusiva habiMat che ora è possibile ordinare online; una pagina è dedicata agli showroom e offre un’ampia esposizione di materiali esclusivi, soluzioni in linea con tutti gli stili e la funzione di geolocalizzazione per trovare il punto vendita più vicino alla propria posizione; infine una galleria fotografica propone le immagini più belle di tutte le novità nel campo delle finiture d’interni. Il sito ospita anche un blog dedicato a notizie di tendenze e novità, per raccontare tutto ciò che avviene nel mondo e che può avere un legame con architettura e design. habiMat sarà presente al Cersaie di Bologna dal 22 al 26 settembre (Pad. 30 - Stand C32) www.habimat.it

15000 MQ DI PANNELLI ISOLANTI L’ex Caserma Montezemolo dell’Aeronautica Militare, nel Quartiere Prati di Roma, in epoca fascista sede della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (camicie nere), è oggi la seconda sede della Corte dei Conti, in seguito a una totale ristrutturazione sia per adeguare gli spazi alle nuove esigenze sia per garantire il rispetto dei parametri di sicurezza statica, sismica e di efficienza energetica. I prodotti di Stiferite hanno rivestito un ruolo importante nell’adeguamento delle prestazioni termiche dell’involucro, svoltosi dall’interno non potendo intervenire sulle grandi facciate di mattoni a vista: il tamponamento delle pareti è stato effettuato con pannelli Stiferite RP1, costituiti da pannelli Stiferite GT in schiuma polyiso espansa rigida di spessore 70 mm, con rivestimento Polytwin su entrambe le facce, accoppiati a una lastra di cartongesso da 12,5 mm di spessore. I pannelli, nelle dimensioni 1200x3000 mm, sono stati fissati ora con adesivo distribuito per punti (Ø 10 cm e spessore 3 cm) con interasse di 30-35 mm, ora con fissaggio meccanico a orditure metalliche. In totale sono stati rivestiti 15.000 mq di pareti. www.stiferite.com

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