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Grand Hotel Cervino Bettiol.Architecture Lab
Grand Hotel Cervino
Cervinia (AO)
Vista complessiva della struttura.
Dettaglio dei balconi in legno prefabbricati con il Monte Cervino sullo sfondo.
Vista serale del Grand Hotel Cervino. L’illuminazione mette in evidenza il legno e la pietra, materiali della tradizione, qui riletti in chiave contemporanea.
Ubicazione: Avouil – Cervinia (AO) Progetto architettonico e DL: arch. Mariapia Bettiol – Bettiol.Architecture Lab, Aosta
Progetto Strutture
e Progetto Antincendio: ing. Stefano Grosso, Borgofranco d’Ivrea (TO) Strutture: V.I.CO. Srl – Valdostana Impresa Costruzioni, Hône (AO) Render: Patrik Jacquemod, Arvier (AO) Arredi e Finiture: Concreta Srl, Postalesio (SO) Impianti elettrici: Peaquin srl, Saint-Vincent (AO) Impianti Aeraulici e Idro termo sanitari: L.I.C.T.I.S. s.r.l., Torino Appaltatore struttura legno: Wood Beton Spa, Iseo (BS) Lavori: luglio 2020-agosto 2021 Superficie verde: 1.800 m2 Superficie utile: 2.980 m2 Superficie interrato: 2.594 m2 Superficie SPA e Centro Benessere: 3.255 m2
Ai piedi del Monte
A Cervinia, in località Avouil, la nuova struttura ricettiva a cinque stelle del Grand Hotel Cervino è frutto del progetto della catena alberghiera proprietaria e di una storica impresa di costruzioni Valdostana specializzata nella progettazione e nella costruzione di hotel. Realizzato secondo criteri di bioedilizia, l’edificio è stato eretto su un’area occupata in passato da una vecchia autorimessa ormai in disuso, così da non consumare ulteriore suolo – e non sottrarre spazio alla natura pressoché incontaminata che lo circonda – e adattarsi perfettamente al panorama montano. Un fabbricato fortemente ecocompatibile, dove il legno, cuore della struttura, la fa da padrone: un materiale naturale e dall’elevato comfort che, grazie alle sue proprietà naturali, ha consentito di creare ambienti sani con ottime prestazioni acustiche e un’elevata salubrità dell’aria. Il Grand Hotel Cervino è tutto questo, un progetto al cui centro c’è la montagna e le sue peculiarità. La struttura è concepita infatti come un’estensione della montagna stessa, dove la tradizione del design “ad alta quota” è stata reinterpretata in chiave contemporanea con caratteri costruttivi tipici del luogo, concretizzati attraverso tecnologie innovative. L’edificio è una costruzione innovativa e moderna di oltre 9.250 m2, sviluppata su sei piani e articolata in tre volumi caratterizzati da un involucro in legno e vetro: un vero e proprio rifugio per ospiti alla ricerca di un lusso contemporaneo e alpino che pervade ogni spazio. I tre corpi che compongono l’albergo ospitano 66 camere, di cui 6 suite e 4 stanze da letto per disabili, la zona benessere con 4 suite SPA con sauna privata, due piscine coperte, 3 saune, una stanza del sale, la palestra interna, l’ampia sala congressi nel seminterrato e il ristorante con bar annesso, questi ultimi circondati da una grande vetrata con vista sul Cervino e sui boschi circostanti.
Il ristorante: legno e vetro sono i protagonisti dello spazio che sia apre sui boschi e sul Cervino.
Piano terra
Primo piano
Prospetti
_struttura________
Il Grand Hotel Cervino è stato costruito in tempi record, tra il 2020 e il 2021, in soli 13 mesi, dei quali solamente due sono serviti per assemblare in cantiere gli elementi prefabbricati. La struttura in legno è stata infatti interamente realizzata in stabilimento, dove sono stati prodotti i solai e le pareti in X-lam, dotate di cappotto in lana di roccia e rivestimento in legno massiccio di larice; tutti i pannelli sono quindi giunti in cantiere già completi e pronti per essere posati. La scelta di impiegare l’X-lam si è rivelata vincente sia in termini prestazionali sia per tempi di posa rapidissimi, logistica di cantiere semplificata e sostenibilità dei materiali utilizzati, oltre a garantire ottimi valori di isolamento termico, un buon isolamento acustico e una buona inerzia termica. Sono in legno anche i tamponamenti e i solai interni, tutti i balconi e la copertura, queste ultime due soluzioni interamente prefabbricate. I balconi sono in larice, un’essenza, povera di nodi e impurità, di ottima qualità, un legno molto compatto e durevole con eccellenti caratteristiche strutturali e una grande resistenza all’azione logorante degli agenti atmosferici. La copertura, invece, è stata realizzata con pannelli Preconnect®, un sistema costruttivo in legno, brevetto di Wood Beton, che ha permesso di assemblare in stabilimento un tetto isolato, ottimo in termini estetici e di leggerezza. Nell’hotel, inoltre, vi sono inoltre 96 cellule bagno prefabbricate, composte da una struttura in acciaio rivestita in fibrogesso e complete di isolamento, di parte impiantistica e di finiture. Ogni cellula bagno ha un basamento in legno microlamellare, così da ridurne il peso e non gravare sui solai sottostanti. L’installazione di un manufatto completo e definito in tutti i dettagli è stata una soluzione tecnicamente migliorativa ed economicamente vantaggiosa.
Anche nelle camere il design è stato curato con grande attenzione, bilanciando illuminazione naturale e artificiale così da creare un ambiente adatto al riposo.
Giovanni Spatti, ingegnere e innovatore nel settore della prefabbricazione, è Direttore Tecnico e socio fondatore di Wood Beton Spa. La sua lungimiranza e la sua esperienza nel settore edile lo ha portato a distinguersi nel mondo dell’edilizia off-site, attraverso l’ingegnerizzazione e la realizzazione di soluzioni costruttive uniche nel proprio genere, in grado di fare la differenza.
Ingegnere, cosa ha comportato l’impiego di sistemi industrializzati per la realizzazione di questo hotel?
L’utilizzo di tecnologie costruttive industrializzate non ha potuto che comportare numerosi vantaggi: innanzitutto ci ha consentito di diminuire i tempi di realizzazione, in quanto tutti i componenti strutturali sono stati prefabbricati in stabilimento, e in cantiere l’assemblaggio è stato effettuato a secco in modo rapido, riducendo al tempo stesso i rischi di montaggio, a favore di una maggiore sicurezza per tutti gli operatori. Inoltre, è stato possibile avere fin da subito una certezza dei costi, poiché la prefabbricazione richiede una scrupolosa pianificazione di tutte le lavorazioni, il cui costo può essere quindi calcolato con precisione già in fase di preventivo. L’esatta quantificazione del prezzo ha quindi permesso di redigere un business plan affidabile con precisa valutazione dei tempi di ritorno dell’investimento.
In questo progetto, l’utilizzo del legno si è dimostrato vincente. Perché è stato scelto proprio questo materiale?
Sono stati diversi i motivi che hanno spinto la committenza ha scegliere il legno. Innanzitutto la sicurezza: le sue caratteristiche di leggerezza e di elasticità sono fattori chiave per la resistenza alle sollecitazioni sismiche. Tale concetto, applicato in particolar modo a una struttura come questa, diventa ancora più importante per la sicurezza dell’edificio e dei suoi occupanti. Infatti, in caso di terremoto, la struttura oscillerebbe senza crollare, permettendo agli ospiti di uscire e portarsi fuori pericolo. Inoltre, il legno impiegato per questo progetto è certificato PEFC: ciò garantisce la provenienza da boschi sottoposti a coltivazione sostenibile e con ricrescita programmata. Con l‘attuale necessità di puntare a una maggiore sostenibilità, non è un caso che l’utilizzo del legno nell’edilizia sia in forte e costante crescita a livello mondiale.
_due parole con la progettista________
Dopo il diploma al Liceo Scientifico, Mariapia Bettiol consegue la laurea Triennale in Architettura delle Costruzioni al Politecnico di Milano per poi continuare gli studi all’Universidad Cardenal Herrera di Valencia e infine concludere il percorso Magistrale in Scienze dell’Architettura al Politecnico di Milano dove è stata impegnata in diversi workshop internazionali. Dopo gli studi, torna in Valle d’Aosta e affianca il padre nello Studio di Architettura Bettiol che si occupava già principalmente di architettura alpina e hotellerie e del quale porta avanti il know how con un giovane team, specializzandosi nelle architetture alpine di lusso, creando Bettiol.Architecture Lab con cui sviluppa progetti internazionali.
Perché si è deciso di usare il legno in questo progetto?
Cervinia, che si trova a 2000 m s.l.m., porta con se diversi vincoli a livello costruttivo, primo fra tutti la brevità delle stagioni costruttive che partono a fine maggio/primi di giugno per finire con l’arrivo della neve che varia tra fine novembre/primi di dicembre. Una delle scommesse del Grand Hotel Cervino era provare a realizzare l’edificio in meno di un anno. Per fare questo, iniziando il cantiere a giugno, era fondamentale arrivare a chiudere l’involucro e finire gli esterni entro novembre, per poter proseguire a lavorare all’interno durante la stagione invernale e la scelta di puntare sulla prefabbricazione è stata di conseguenza un’operazione logica. La volontà di utilizzare il legno è invece stata una scelta di cuore, preferendo un materiale al 100% naturale, completamente riciclabile, che rispettasse l’ambiente e che al contempo diventasse un tutt’uno con esso.
Qual è stato il “leitmotiv” del progetto?
Come accennato prima, il rispetto dell’ambiente e al contempo la fusione di esso con l’edificio è stato il principio fondante dell’intero progetto, trait-d’union tra il fondovalle e il bosco. Trovandosi l’edificio ai piedi di un bosco, incassato nella valle dove scorre il torrente Marmore, ci è venuto spontaneo portare il verde e l’acqua all’interno della struttura attraverso grandi superfici vetrate che abbattessero i confini tra spazio aperto e spazio chiuso. Per questo, due giardini sono stati realizzati nei grandi volumi vetrati che dall’esterno si insinuano all’interno della sagoma del fabbricato, portando la luce naturale e la natura stessa anche nel cuore degli spazi seminterrati, e un volume a doppia altezza, all’interno del quale scorre una cascata che porta l’acqua dalla sala ristorante ai locali del centro benessere.