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_due parole con il progettista________
Risponde alle domande l’arch. Marco Lavit, protagonista della nostra intervista alle pagine 4-9 di questo numero.
Da dove nasce l’idea di creare una cabin, un sorta di rifugio, che è quasi interamente realizzata in laboratorio e che può essere trasportata?
L’idea nasce dalla volontà di sperimentare il potenziale della cabin interamente prefabbricata o prefabbricabile su disegno, quindi sempre taylor-made, rispettando i vincoli e gli ingombri del trasporto su strada e del sollevamento tramite braccio meccanico o gru. Questa dinamica progettuale permette di anticipare e ridurre al minimo gli imprevisti di cantiere in un sito remoto e naturale, diminuendo i costi di fabbricazione e i costi della manodopera durante l’installazione, impattando il meno possibile sull’ambiente circostante. La progettazione è quindi molto dettagliata sin dalle prime fasi per permettere una perfetta esecuzione del modulo da parte dei carpentieri. L’idea del prefabbricato, in questo progetto, punta a riscoprire anche le maestranze locali e i materiali corsi, lavorando a corto raggio e impiegando essenze di legno presenti sull’isola.
Quali difficoltà progettuali e costruttive ha incontrato nella realizzazione di questo progetto?
La difficoltà progettuale principale è stata quella di riuscire a lavorare su un volume ridotto in termini di metri quadri – appena dodici – per la costruzione di una cabin confortevole e generosa, sia negli spazi interni – la zona giorno e notte, una cucina di piccole dimensioni e un bagno con wc e una doccia – sia nel suo rapporto con il paesaggio e con il verde. Dal punto di vista della realizzazione, la sfida più grande è stata trovare sul territorio còrso una generazione di artigiani giovani, all’altezza della prova progettuale in termini di qualità delle finiture, per poter immaginare un progetto interamente “chiavi in mano”. La qualità dei materiali locali è indiscussa, ma le maestranze non hanno l’abitudine a determinate esigenze progettuali, limitandosi spesso a opere di carpenterie lignee o strutture a più grande scala.
Nella pagina accanto, il porticato esterno, prolungamento della zona living interna, e alcuni dettagli del rivestimento in doghe orizzontali e verticali e del pannello-persiana scorrevole che chiude il portico, aprendo l’area giorno.
In questa pagina, gli interni del piccolo volume. Le superfici delle pareti e del soffitto sono poste in secondo piano grazie al colore di finitura scuro al fine di far risaltare il paesaggio attraverso le grandi aperture vetrate.
La struttura della cabina è realizzata con un telaio in legno (Pinus nigra laricio, diffuso in Corsica), coibentato e a tenuta all’acqua e all’aria e poggiante su una piattaforma lignea leggermente sollevata dal terreno. L’esterno è caratterizzato da un rivestimento in listelli di legno verticali e orizzontali.
Vista della cabin con il pannello-persiana che chiude l’area del pergolato; la struttura deve essere ancora completata con il deck esterno.
Dettaglio della connessione tra la struttura del pergolato e del pannello-persiana; l’elemento metallico scuro funge da grondaia e da binario per lo stesso pannello.
La cabina quasi completa.
La struttura della cabin quasi completamente realizzata e montata in laboratorio.
A sinistra, posa dei listelli di rivestimento delle pareti e, accanto, un dettaglio del foro finestra nastrato.
A sinistra, movimentazione in laboratorio e trasporto della cabin su camion; a destra, la cabina posizionata sul sito di progetto e in fase di ultimazione.