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SCENARI

Appalti, burocrazia e corruzione:

I rimedi per ripartire S

“L’Italia Immobile” è il volume con cui il Presidente di Sezione del Consiglio di Stato Michele Corradino, per molti anni consigliere ANAC, “squarcia” i tanti luoghi comuni che circondano gli appalti pubblici, svelando come il dibattito pubblico sugli appalti sia lontanissimo dalla realtà.

di Massimiliano Brugnoletti

Michele Corradino Presidente di Sezione del Consiglio di Stato

86 GSA luglio/agosto 2021

I

l volume prende le mosse dai dati reali sugli appalti in Italia; dati oggettivi ed ufficiali, tratti dalle relazioni annuali di ANAC al Parlamento. Michele Corradino cita diffusamente i numeri del 2019, durante il quale la Pubblica Amministrazione ha aggiudicato gare per 170 miliardi di euro, pari al 9% del PIL nazionale (che lievitano al 20% se si considera l’indotto). Tali dati, in costante crescita dal 2016, smentiscono sonoramente la “prima narrazione” sugli appalti, diffusa soprattutto nei piani alti della politica, secondo cui gli appalti sono bloccati. Non solo, l’Autore sottolinea come tale percezione totalmente sbagliata è frutto di un’ulteriore visione errata della realtà: l’allarme che i “cantieri sono bloccati”, come se tutto l’intero comparto lo sia, può essere veritiero per una piccola parte degli appalti pubblici, per le opere, che tuttavia pesano solo per il 20% della spesa pubblica, oramai sovrastate dalle forniture (38%) e soprattutto dai servizi (42%). Michele Corradino, nella sua opera demolitoria dei luoghi comuni, documenta anche il grossolano errore di chi accusa la giustizia amministrativa di bloccare i cantieri: sempre dati alla mano, il libro dimostra che gli interventi paralizzatori dei TAR e del Consiglio di Stato sono pressoché impercettibili, attestandosi sullo 0,3% del volume complessivo degli affidamenti pubblici, – e questo è il giudizio di chi scrive – quando la giustizia

amministrativa interviene lo fa sempre a ragion veduta, intervenendo su situazioni patentemente illegittime. L’Italia immobile dimostra poi che la lentezza negli affidamenti non si annida tanto nella fase della gara (unico momento del processo di acquisto su cui si incentra, sempre non focalizzato sul tema, il dibattito politico) ma in quello precedente della programmazione (e della progettazione) ed in quello successivo dell’esecuzione del contratto. Il volume rammenta infatti di considerare adeguatamente la circostanza che il processo di acquisto pubblico prevede tre diverse fasi (programmazione, gara ed esecuzione) e porre l’attenzione solamente su quella centrale non aiuta ad una corretta analisi delle criticità, quindi alla soluzione dei problemi. Invitando gli operatori, e soprattutto il legislatore e la politica, ad evitare di concentrarsi su tematiche inesistenti o marginali, l’Autore riconosce che il settore degli appalti pubblici patisce in verità due grandi criticità: la difficoltà della Pubblica Amministrazione


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