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Lavorare in GDO, che stress

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luglio 2016 Regione Lombardia e Inail hanno pubblicato in giugno una scheda sullo stress lavoro-correlato e sui rischi psico-sociali nel settore commercio e Grande Distribuzione Organizzata, suggerendo le possibili soluzioni.

Si parla spesso dello stress da lavoro nel settore della GDO, acronimo che sta per Grande Distribuzione Organizzata e con cui si indica quel segmento del comparto “commercio” che comprende il moderno sistema di vendita effettuato attraverso una rete di supermercati ed ipermercati e centri commerciali. A questo proposito, in giugno, la regione Lombardia in collaborazione con INAIL nell’ambito del progetto CCM 2013 del Ministero della Salute ha prodotto una scheda sul tema dello Stress lavoro-correlato e dei rischi psico-sociali nel settore commercio e Grande Distribuzione Organizzata. I testi sono stati realizzati da operatori della U.O. Medicina del Lavoro, A.O. San Gerardo di Monza.

Un settore molto particolare

Si tratta di un settore molto particolare per età media dei lavoratori, per tipologie contrattuali e soprattutto per gli orari di lavoro, che ormai in moltissimi casi sono prolungati per permettere aperture 7 giorni alla settimana. La popolazione lavorativa presente in questi settori, infatti, è composta in prevalenza da donne e giovani lavoratori impiegati molto spesso con contratti occasionali o a tempo determinato. L’apertura dei punti vendita 7 giorni su 7, il prolungamento degli orari di lavoro, l’interazione continua con i clienti e gli elevati ritmi di lavoro rendono i lavoratori del settore commercio/GDO particolarmente esposti al rischio da stress lavoro-correlato e ai rischi psicosociali.

La sintesi dei fattori di rischio

Ci sono diversi di fattori di rischio organizzativo potenzialmente presenti in questo settore e la scheda cerca di farne una sintesi indicando, per ognuno di essi, alcune misure correttive di carattere generale utili alla prevenzione e/o riduzione del rischio da stress lavoro-correlato. Ad esempio, un fattore che comporta rischi è l’elevato carico emotivo dato dalla continua interazione con i clienti (eventuale conflittualità, aggressione verbale e/o fisica, molestie, ecc. ). In tal caso un intervento suggerito potrebbe essere quello di migliorare la sicurezza dei lavoratori a contatto con l’utenza con l’attivazione di percorsi formativi volti a rafforzare nei lavoratori le competenze relazionali/comunicative e la capacità di problem solving. E se per spezzare i ritmi di lavoro troppo stressanti si possono introdurre pause adeguate per durata e frequenza, per risolvere il problema dei turni basta spesso una pianificazione adeguata, predisponendo calendari di lavoro sul lungo periodo.

Agevolare l’interfaccia casa-lavoro

Un altro aspetto lamentato è la difficile interfaccia casa-lavoro, determinata in particolare dall’apertura dei punti vendita 7 giorni su 7 e dal prolungamento degli orari di lavoro: anche in questo caso la programmazione razionale e sul lungo periodo dei turni può fare molto, soprattutto se effettuata con la consultazione dei lavoratori; inoltre bisogna limitare il ricorso a turni spezzati con intervalli molto lunghi, potenziare il sistema di welfare aziendale (es. asili nido aziendali, spazi gioco per i figli dei dipendenti, ecc.), limitare il ricorso al lavoro straordinario, soprattutto al termine del turno serale e/o festivo e, compatibilmente con le esigenze aziendali, prevedere una programmazione annuale dei turni di lavoro domenicali e festivi.

di Antonio Bagnati

La tecnologia: croce e delizia… Anche in questo caso (ormai è un leitmotiv in tanti settori) l’introduzione di innovazioni tecnologiche rappresenta la croce e la delizia dei lavoratori. La croce perché modifica le procedure di lavoro e provoca una necessaria ridefinizione dei compiti degli operatori della barriera casse (supporto ai clien-

ti, gestione di eventuali malfunzionamenti dei dispositivi, gestione di più clienti contemporaneamente, supervisione della corretta contabilizzazione degli articoli e dei pagamenti da parte dei clienti, supporto a colleghi meno esperti, ecc). Delizia perché effettivamente può aiutare. A patto di: garantire l’accesso a corsi di formazione tecnica volti a sviluppare nei lavoratori adeguate competenze per l’uso dei nuovi dispositivi introdotti; prevedere idonei percorsi formativi al fine di rafforzare le competenze relazionali/comunicative e la capacità di problem solving dei lavoratori, alla luce del cambiamento della relazione con il cliente; garantire l’adeguatezza e la manutenzione ordinaria e straordinaria dei dispositivi.

Dalla sicurezza al coinvolgimento

Il lavoro è troppo ripetitivo? Niente paura: è possibile prevedere l’alternanza di mansioni tramite pause attive (casse, allestimento e/o riassortimento merce, magazzino, eccetera), e introdurre un numero adeguato di brevi pause. Un’altra cosa che gli operatori lamentano sono i frequenti furti, che possono essere ridotti aumentando le misure di sicurezza. Per quanto concerne poi lo scarso coinvolgimento dei lavoratori e scarso senso di appartenenza all’organizzazione, è importante garantire la presenza di un sistema di comunicazione aziendale; ascoltare i suggerimenti e le proposte fornite dai lavoratori e programmare momenti di comunicazione dell’azienda a tutto il personale; favorire il dialogo fra lavoratori e/o RLS e il sistema di sicurezza interna (RSPP e/o Medico Competente), in particolare in relazione a suggerimenti e criticità circa le postazioni di lavoro, le attrezzature, le modalità di lavoro, ecc., e prevedere periodici incontri all’interno dei vari reparti.

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