SPENDING REVIEW TERZA PAGINA
allarme corte dei conti: “con questa spending review a rischio la qualità di servizi essenziali” All’apertura dell’Anno giudiziario il presidente della Corte dei Conti parla di “parziale fallimento” delle politiche di contenimento della spesa pubblica. A soffrire soprattutto il settore dei servizi, oggetto di tagli spesso indiscriminati. Spending review rimandata a settembre, almeno per quanto riguarda il ritorno negativo sulla qualità dei servizi. E a farlo, stavolta, non sono i Comuni, gli ospedali, i comitati dei cittadini-contribuenti che chiedono conto dei disservizi patiti. E non sono nemmeno le “solite” associazioni delle imprese, comprensibilmente preoccupate per le politiche di tagli lineari a cui stiamo assistendo in alcuni comparti vitali (vedi sanità).
Le osservazioni della Corte dei Conti
Stavolta la penna blu l’ha usata la stessa Corte dei Conti, l’organismo che ha il compito di vigilare sulla pubblica spesa e sull’uso delle nostre finanze, che all’apertura dell’Anno giudiziario 2016 il 18 febbraio scorso, per voce del suo presidente Raffaele Squitieri, ha sottolineato come, negli anni della crisi, gli interventi del Governo siano stati almeno in parte inefficaci. O comunque poco mirati. A questo punto un bel “come volevasi dimostrare” ci starebbe proprio a pennello, visto che il discorso del presidente Squitieri ha toccato temi che gli addetti ai lavori sollevano da tempo.
di Umberto Marchi
Squitieri critico verso i tagli “indiscriminati”
Ha detto infatti: “Il parziale insuccesso o, comunque, le difficoltà incontrate dagli interventi successivi di revisione della spesa sono anche imputabili ad una non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che caratterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di taglio.” Discutibili, stando alla relazione di Squitieri, sono anche le scelte di dove, cosa e soprattutto come tagliare: “I risultati conseguiti che sono importanti a livello di dati aggregati - nascondono i segni delle rigidità e delle difficoltà incontra-
te nella scelta delle modalità di contenimento della spesa. Il sacrificio degli investimenti pubblici - un punto su cui il Governo sta ponendo una attenzione particolare - è una prima evidenza che emerge dall’esperienza degli ultimi anni e che testimonia un risultato molto sbilanciato nella composizione tra spesa corrente e spesa in conto capitale.” Sempre secondo la Corte: “il contributo al contenimento della spesa non è più solo riconducibile ad effettivi interventi di razionalizzazione e di efficientamento di strutture e servizi, quanto, piuttosto, ad operazioni assai meno mirate di contrazione, se non di soppressione, di prestazioni rese alla collettività. Dai tagli operati è, dunque, derivato un progressivo offuscamento delle
17 MARZO 2016
Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei Conti