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R istorazione a tema

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C arta stampata

C arta stampata

tutto incoerente rispetto a stile di vita e cultura alimentare improntati alla moderazione che caratterizzano i consumatori italiani, che negli ultimi decenni si sono tradotti in una fortissima riduzione dei consumi di alcol, posizionando l’Italia come il Paese con il minor consumo pro capite in Europa.

“ te svantaggio rispetto a quella estera, che gode in alcuni casi di un fattore competitivo importante: accise anche quattro volte inferiori, come nel caso della Germania, rispetto a quelle pagate in Italia. La birra, infatti, è l’unica bevanda da pasto che ne è gravata, un’anomalia che ha un impatto su tutti: produttori, distributori e consumatori. L’intervento dovrebbe essere prioritario, tanto più in un contesto di mercato in cui la filiera si trova già a fare i conti con il peso dei rincari di materie prime e dei costi energetici. Inoltre, se non verranno stabilizzate le riduzioni per i piccoli birrifici sotto i 60.000 ettolitri, molte aziende entreranno in difficoltà. A nostro avviso, è quanto mai urgente continuare a promuovere il comparto brassicolo italiano utilizzando la leva fiscale come impulso agli investimenti, per stimolare e consentire alle aziende di innescare crescita e generare valore per il Paese”.

La minaccia

Un’altra minaccia è rappresentata dalla risoluzione approvata all’inizio del 2023 dall’Unione Europea che ha permesso all’Irlanda di adottare etichette allarmistiche su vino, birra e liquori. L’applicazione di “warning label” di questo tipo, non solo è di per sé penalizzante ma è del

La leggerezza e il basso contenuto alcolico della birra sono coerenti e favoriscono la tendenza alla moderazione, che è storicamente una peculiarità degli italiani a tavola. I produttori di birra da decenni hanno promosso il consumo responsabile, agevolando di fatto i trend della moderazione con prodotti a basso tenore alcolico, di alta qualità manifatturiera, con elevate proprietà nutrizionali e legami profondi con stili e tradizioni territoriali”, commenta Alfredo Pratolongo. E conclude: “La birra negli ultimi 15 anni è diventata bevanda da pasto nonché vero e proprio simbolo di socialità. Non può mancare durante occasioni di condivisione, gioia e relax. È amata dagli italiani, senza distinzioni di genere, che l’hanno fatta propria, apprezzandone la grandissima varietà di sapori e la versatilità che la rendono ideale in abbinamento al cibo non invasivo, intercettando i principali macro-trend della cultura gastronomica italiana: localismo, varietà e naturalità”.

La sostenibilità

La transizione ecologica sostenibile, le cui sfide da fronteggiare sono comuni non solo all’ambito brassicolo ma all’intero scenario alimentare e al Paese, rappresenta l’altro pilastro dell’azione di AssoBirra: per l’associazione più rappresentativa del comparto birrario italiano i temi sul tavolo sono tutti in confortante progresso. A riguardo, dice il vicepresidente Federico Sannella con delega a Transizione Ecologica e Sostenibilità: “Per quanto riguarda le azioni che imprese e addetti possono attuare nelle proprie strutture, lo sforzo è verso la neutralità carbonica: non solo programmi per la riduzione di CO2 operate dalle realtà ma un vero e proprio cambio sistemico dell’intero comparto industriale. Per la catena del valore, invece, continuiamo a far crescere il rapporto di partnership con i produttori di materie prime e, in ambito logistico, lavoriamo con Ho.Re.Ca. e GDO in ottica di ottimizzazione e di miglioramento della route to market. Quanto al packaging, è importante seguire con attenzione gli aggiornamenti europei e individuare una soluzione sostenibile e in linea con la natura del nostro segmento”. Naturalmente, per AssoBirra la sostenibilità non è solo economica e ambientale, ma anche sociale. La categoria è, infatti, impegnata a promuovere comportamenti in linea con uno stile di consumo responsabile delle bevande alcoliche, ad esempio con investimenti in prodotti no-alcool, o ancora in materia di diversità, equità e inclusione. “Su tutti i piani e a tutti i livelli, occorre un cambio radicale di prospettiva sui temi della sostenibilità: da verticale e verticistico a orizzontale e condiviso, da filiera a ecosistema. Non è più e non può più essere un impegno delle singole aziende o dell’Associazione di categoria, ma deve diventare un’assunzione di responsabilità di tutto l’associazionismo, dell’intero ambito dell’innovazione, della ricerca, della politica, del sistema Paese”, conclude Sannella.

I piani dei “grandi”…

Lo stato di salute del comparto è testimoniato peraltro anche dal successo che registrano i format che hanno nella birra, artigianale in primis, la bevanda principe della loro offerta food&beverage. Antesignano in questo tipo di offerta il marchio Löwengrube, fondato nel 2005 da Pietro Nicastro e Monica Fantoni. Dopo la creazione nel 2014 di Lowen-Com, che si occupa dello sviluppo in franchising, nel 2022 il marchio ha siglato un accordo con BNP Paribas Leasing Solutions, finalizzato a rendere più van- taggiosa l’adesione dei nuovi imprenditori, garantendo loro finanziamenti per aprire da zero nuovi locali dopo l’affiliazione al brand. Ora il brand punta a rafforzare la presenza delle sue birrerie in stile bavarese nei mall. A tale scopo ha di recente creato una joint venture con la società di consulenza immobiliare SAL Service: con la nascita di LSM-Löwengrube Shopping Mall, apriranno circa 10 “stube” nel prossimi triennio nei centri commerciali italiani. L’accordo prevede anche la possibilità, in futuro, di sviluppare l’altro food brand del gruppo guidato da Nicastro, Tosca-L’Arte del gusto Il primo risultato dell’accordo sarà l’opening imminente di un Löwengrube di circa 374 mq, con circa 120 posti a sedere presso il centro ToDream, recente realizzazione ubicata sull’ex area industriale Michelin, a pochi minuti dal centro di Torino. Entro il 2023 è prevista poi l’apertura di altri due locali in shopping center già esistenti o in fase di costruzione, in cui SAL Service detiene una partecipazione significativa. Nuovi tasselli sulla strada che porterà entro il 2025 ad avere circa 50 location dalle attuali che sfiorano quota 30, di cui 7 in conduzione diretta e il resto in franchising. In gestione diretta è anche l’ultimo nato della rete: aperto a Milano all’inizio di luglio, il primo avamposto Löwengrube sotto la Madonnina nasce nei locali dello storico Kapuziner Platz in zona Porta Romana, rilevato a dicembre 2022. Dimensioni medie di 500 mq e 18 euro di scontrino completano il quadro del format.

Sono 39 invece le location Doppio Malto, di cui 18 in gestione diretta e il resto affiliate, 36 in Italia e le altre in Europa. Qui la dimensione media di un locale è di circa 600 mq, 25 euro lo scontrino medio e 45 i tagli nastro programmati entro il 2025. L’ultima birreria in ordine di tempo ha aperto nello scalo di Roma Fiumicino, segnando il debutto del marchio guidato da Giovanni Porcu nel food travel retail in collaborazione con Lagardère Travel Retail Italia. Collocato nel mezzanino del Terminal 1 dell’aeroporto Leonardo Da Vinci, ha oltre 150 posti a sedere e, trovandosi in un luogo attivo 24 ore su 24, propone anche un breakfast menu. Anche qui i clienti Doppio Malto potranno scegliere tra oltre dieci tipologie di birre artigianali diverse, tutte di produzione propria, sia alla spina che in bottiglia da 33cl (anche gluten free), oltre che a cocktail classici.

Il birrificio Doppio Malto nasce a Erba nel 2004 (CO): l’ingresso dell’imprenditore Giovanni Porcu, ceo di FoodBrand, ne fa in pochi anni una delle principali esperienze italiane legate al mondo della birra artigianale, affiancando all’anima prettamente industriale del marchio il mondo del food retail. Doppio Malto diventa così un format di ristorazione in cui tutte le birre sono prodotte nel birrificio di Iglesias, in Sardegna, che ha una capacità di cinque milioni di litri.

Sono 38 i pdv a insegna BEFED aperti attualmente, dove, accanto al galletto, è la birra la regina della proposta f&b. Undici locali in diretta, il resto affiliati per una dimensione media di 400 mq e 31,8 euro di scontrino medio. Venti le location che il management del format pre- vede di aprire nei prossimi due anni, anche grazie all’accordo siglato da BEFED Franchising con Blooming Group per lo sviluppo del brand. Un piano di espansione che sarà sia territoriale, con nuove aperture, sia di innovazione e rinnovo, a partire dalla rivisitazione del menu - ancora più incentrato sul galletto e la birra artigianale ma, al contempo, anche più inclusivo e aperto alle diverse esigenze, con proposte vegetariane e vegane e una proposta dedicata ai più piccoli - ma anche in ambito digital e customer service. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando nell’aprile 1996 nasceva ad Aviano il primo locale BEFED, creato da 4 amici desiderosi di “far vivere a tutti, ogni sera, quella straordinaria esperienza fatta di spensieratezza e condivisione dei valori e delle passioni che ci uniscono. Lo abbiamo immaginato unico, familiare, che offrisse cibi genuini ed originali dal gusto inconfondibile. Abbiamo aggiunto la nostra birra artigianale, il galletto da mangiare rigorosamente con le mani e tanta buona musica, quella di Radio BEFED, la nostra Radio nata nel 2012”, come si legge nel sito del marchio. Nello stesso anno si conferisce tutta la produzione brassicola per i locali al birrificio di Leinì, in provincia di Torino. Oggi nei 38 ristoranti del brand vengono serviti quasi 500mila litri di birra, 1,2 milioni di galletti, oltre 550mila chilogrammi di patatine fritte e 27mila di bagigi, da mangiare tutti rigorosamente con le mani.

… e quelli dei “piccoli”

Accanto alle grandi catene, sono numerose le piccole insegne che hanno nella birra il cuore della loro proposta. Vediamone alcune che hanno partecipato di recente al Foodservice Award Italy, a riprova della loro voglia di visibilità, riconoscimento e sviluppo, approfittando della straordinaria occasione di networking offerta dal premio.

Birra & Brace ha 7 location attive, tutte in conduzione diretta. Con 800 metri quadri di dimensione media delle location, il format ha uno scontrino medio di 19,5 e punta ad aprire 12 pdv nei prossimi 2 anni. Le dimensioni così ampie sono in linea con la filosofia alla base dell’offerta, “che trova origine nei valori di qualità, famiglia e condivisione”. Di qui la presenza di un’area giochi sempre aperta garantire, grazie alla presenza di materiale fonoassorbente, un’esperienza piacevole e tranquilla anche a locale pieno. Punta sulle famiglie anche La Birreria Italiana, 9 locali in conduzione diretta in spazi di circa 300 mq, per uno scontrino medio di 20 euro e una previsione di crescita di 3 location nei prossimi anni. “Spazi grandi in cui giocare liberamente e in sicurezza e un menu pensato proprio per loro” si legge nel sito del brand, che offre specialità e prodotti del territorio. “Tutta la cucina di La Birreria Italiana si basa su ingredienti freschi e genuini, carni 100% italiane e ricette sfiziose“, prosegue la descrizione del marchio lombardo che ha 2 location nel capoluogo. Tecnologia moderna e metodologia tradizionale si incontrano nei 10 locali Spiller, di cui 3 a Milano e il resto nel Triveneto, 8 in conduzione diretta, per dimensioni medie di 400 e scontrino medio pari a 25 euro. Caratterizzati da giardini dove vivere il rito alla tirolese della birra gustata all’aperto, alle Birre FORST si accompagna un menu vario, caratterizzato da tante proposte, sfiziose e di qualità, e dai piatti della tradizione altoatesina proposti in chiave moderna, con i loro sapori intensi e decisi, e materie prime fornite preferibilmente da produttori locali. Erogata da mani esperte, con la sua perfetta corona di schiuma, e presentata con garbo nel suo bicchiere dedicato, la Birra FORST viene spillata in 3 momenti: Mescita, Pausa, Rabbocco, e il segreto della sua qualità è nell’attenzione dei dettagli. Per garantire la massima qualità delle birre selezionate, nei pdv Spiller si utilizza un impianto di spillatura a freddo dove tutti i fusti vengono conservati già alla corretta temperatura servizio. Prosit!

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