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WEBINAR RETAIL

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FOCUS LOGISTICA

FOCUS LOGISTICA

Dal fashion al food, il retail nell’era del Covid-19

Con il lockdown e la successiva riapertura dei negozi e ristoranti che scontano flussi ridotti, i retailer hanno dovuto e dovranno attivare le giuste leve per ricostruire il rapporto di fiducia con il consumatore, partendo dalla qualità del prodotto e dal servizio. Questo percorso, seppur in maniera diversa, interessa trasversalmente tutte le categorie merceologiche e coinvolge tutti i canali di vendita, ad eccezione dell’online che continua a correre. Dei temi più importanti del momento si è parlato nei webinar Retail Stagione 2 Episodio 3 ed Episodio 4, organizzati da retail&food, con il direttore Andrea Aiello in qualità di moderatore, in collaborazione con Lendlease e lo studio legale Cocuzza&Associati.

Retail Stagione 2 Episodio 3 Il panel della web conference ha visto protagonisti Andrea Arienti, real estate director Italy di Inditex, Enrico Gramaglia, amministratore delegato di BasicRetail, Fabio Tedeschi, senior real estate manager di Kering, e Alessandro Varisco, amministratore delegato di Twin Set, aziende che ben rappresentano i diversi segmenti del fashion retail, da quello fast al luxury. Trasversalmente ai vari segmenti, la principale tematica di questa fase si conferma quella degli affitti, come ha sottolineato Alessandro Varisco di Twin Set: «Con i landlord sarà importante arrivare a una cooperazione, perché non è ipotizzabile un recupero veloce dei fatturati ottenuti nel 2019. Questa crisi ha colpito le libertà individuali e, per esempio, la modalità dello smart working, che in parte continuerà nel tempo, impatterà rispetto alla necessità di comprare nuovi vestiti. Penso, quindi, che il footfall nei negozi si manterrà inferiore più a lungo e che, anche se il digital si è dimostrato una buona soluzione, non potrà mai soppiantare il negozio fisico. Ma è sicuramente una priorità da mettere al centro». Lo shopping online, dunque, è stato l’altro grande tema affrontato dai relatori, in quanto è stato l’unico canale di vendita operativo durante il lockdown: «In Cina abbiamo riscontrato una maggiore capacità di ripresa dei consumi, oltre a un target di clientela più abituato a comprare online. E questo ha sostenuto molto i nostri brand durante la chiusura – ha specificato Fabio Tedeschi di Kering – Al momento attraversiamo una fase determinata da un preciso fenomeno, che ci obbliga a riflettere, non solo sulla scelta tra fisico e online, che continueranno a coesistere, ma anche su iniziative che in parte verranno abbandonate e in parte mantenute in quanto utili». Parallelamente, la pandemia ha accelerato una dinamica già consolidata: la crisi del wholesale: «Questa crisi mette in risalto la debolezza del network multibrand - ha dichiarato Enrico Gramaglia di BasicRetail - Tale debolezza, se da un lato rappresenta un rischio, da un altro diventa un’opportunità in quanto può contribuire a calmierare i costi del metro quadro, prevalentemente nelle città e nelle zone oggetto di una bolla, e a liberare spazi sul mercato, favorendo il turnover con brand più strutturati».

Retail Stagione 2 Episodio 4 L’emergenza Covid-19 ha cambiato il mondo del retail. Ma come sta prendendo forma la ripartenza? Cosa funziona ancora e cosa va cambiato? Questi gli interrogativi posti alle associazioni di settore del commercio, della ristorazione e del travel retail. Cristian Biasoni, vicepresidente AIGRIM: «Di fatto, dall’inizio del lockdown l’8 marzo, la ristorazione ha subito un blocco quasi totale su tutti i canali, esclusi quelli in concessione. Nel canale autostradale, per esempio, a seguito delle disposizioni governative che identificavano le aree di sosta come servizio di prima necessità, i nostri associati sono rimasti aperti H24 sette giorni su sette nonostante il blocco della mobilità e un calo del fatturato pari al 90%. Per questo, AIGRIM è intervenuta per cercare di mitigare le drammatiche conseguenze economiche attraverso l’interlocuzione con i concessionari finalizzata a trovare la quadra sulla questione canoni. Il tema vero, però, rimane la propensione al consumo: a fronte di un traffico autostradale tornato all’85% dei livelli pre-Covid, le vendite sono inferiori al 50%. Insomma, la gente c’è, si sposta, ma non si ferma. Risultati? Con ASPI abbiamo trovato fin da subito una sponda disponibile per la revisione delle politiche relative ai canoni e in queste ore si sta chiudendo un accordo per prorogare l’intesa raggiunto fino al 31 luglio». Stefano Gardini, presidente ATRI: «Come ATRI ci siamo attivati su due linee: da un lato l’interlocuzione con le associazioni europee e nazionali grazie a ETRC e Federturismo; dall’altro, un’attività di costante aggiornamento attraverso l’organizzazione di webinar con primari opinion leader del settore al fine di raccogliere e condividere con tutti i

nostri associati le migliori prospettive e best practice per comprendere l’emergenza in atto. In generale, è emerso una sottovalutazione del travel retail che, in tempi normali, vale 90 miliardi di dollari a livello globale e rappresenta una vetrina senza paragoni per i nostri territori nonché una leva per la loro internazionalizzazione. Ora siamo alle prese con una crisi i cui effetti negativi sono quattro volte superiori a quella del 2008-11. Eppure non mancano gli spiragli di luce: se fino a qualche mese fa ritenevamo che la ripresa avrebbe raggiunto i livelli pre-Covid in quattro anni, ora posso dire che a livello italiano ed europeo possiamo riuscirci in due anni. Fondamentale sarà recuperare la fiducia del passeggerocliente che attualmente è ancora spaventato, viaggia solo per necessità ed è poco incline a indugiare nello shopping». Francesco Montuolo, vicepresidente esecutivoConfimprese: «Con lo scoppio dell’emergenza sanitaria e l’inizio del lockdown ci siamo subito attivati per costituire una vera e propria unità di crisi con tanto di task force di esperti dedicata all’interpretazione delle varie normative. Fra disposizioni nazionali e regionali, infatti, ci siamo trovanti di fronte a circa 400 norme differenti. In rapporto al Governo abbiamo cercato di far sentire la nostra voce relativamente al DL Cura Italia che ha posto come priorità per l’accesso al credito di imposta solo le attività accatastate C1. Una scelta che non tiene conto delle molte forme differenti attraverso cui opera il mercato retail. Contestualmente abbiamo avviato le discussioni per emendare il decreto che prevede la soglia dei cinque milioni di euro di fatturato per l’accesso al credito d’imposta; l’85% delle imprese associate a Confimprese è ben oltre questa soglia. Attualmente la fotografia scattata dal nostro Osservatorio sui consumi ci mostra una situazione ancora difficile in cui emerge con forza il boom dell’eCommerce. Per il futuro, quindi, bisogna puntare a rassicurare il cliente affinché torni nei punti vendita fisici». Alessandro Ravecca, presidente Federfranchising-Confesercenti: «La nostra associazione è composta da PMI che insieme contano oltre novemila punti vendita sul territorio per un fatturato di 4 miliardi di euro. Performance indubbiamente intaccate in questi ultimi mesi in cui una selva di dispo

sizioni e normative, spesso contraddittorie tra di loro, ha reso più difficile le operazioni di ripartenza. Per questo come Federfranchising abbiamo reso disponibile sul nostro sito un supporto professionale in tempo reale per dare risposte ai nostri associati. Per quanto riguarda l’interlocuzione con il Governo abbiamo partecipato agli Stati Generali dell’Economia dove, fra le altre cose, abbiamo posto l’accento sul tema del lavoro e la sburocratizzazione dei processi per accedere alla liquidità necessaria per sostenere un mercato che naviga ancora a vista». A.P. e N.G.

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