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KIABI APRE NUOVI CORNER “SECOND HAND”

Dopo i buoni risultati dei due corner “second hand” lanciati nel 2021 nei negozi di Reggio Emilia e Rescaldina, il brand francese Kiabi, moltiplica il modello con 4 nuovi corner Nuova Vita negli store di Giussano, Livorno, Padova e Vicenza. Il modello verrà presto implementato con un altro importante step, il “Kiabi Bag” che darà la possibilità al cliente che ha effettuato un decluttering del proprio armadio di ritirare nel corner una “bag” specifica (che può contenere dai 10 ai 20 capi in buono stato, di qualsiasi marca) riempirla e depositarla in un punto ritiro convenzionato. Una volta verificato il suo contenuto, il cliente riceverà un buono di 5 euro di sconto valido su una spesa di 25 euro su articoli di prima mano. Il servizio di “second hand” di Kiabi è già presente in Francia, Spagna e Portogallo, mentre la bag verrà lanciata presto nei due paesi iberici.

GLI OCCHIALI NAU! DIVENTANO “CARBON NEUTRAL”

Da giugno 2022 Nau! azienda di occhialeria italiana, diventa “carbon neutral”, ovvero la CO2 prodotta per realizzare gli occhiali della collezione Joy verrà compensata attraverso il sostegno di progetti a tutela del clima. Per il 2022/23 l’azienda ha selezionato il progetto di rimboschimento di un’area dell’Uganda orientale, una zona con uno dei più alti tassi di deforestazione al mondo. “Con Joy festeggiamo il raggiungimento di un altro importante traguardo del nostro percorso di sostenibilità”, racconta Monica Salvestrin Brogi, direttore prodotto e marketing. “Un percorso iniziato nel 2007 con il lancio della prima collezione al mondo di occhiali in plastica riciclata, seguito nel 2021 dalle collezioni Ocean Plastic, realizzate con il 30% di bottiglie in PET ripescate dal mare”.

REPORT ALVAREZ&MARSAL: GLI ITALIANI NON VOGLIONO PAGARE DI PIÙ PER LA SOSTENIBILITÀ

Gli italiani si interessano ai temi della sostenibilità ambientale ma non sono disposti a pagare per prodotti più green. È questo ciò che emerge dal report “The shape of retail”, realizzato dalla società di consulenza internazionale Alvarez&Marsal e dedicato al cambiamento dei valori negli acquisti dei consumatori. Secondo l’indagine, soltanto il 33%, infatti, sarebbe pronto a spendere una cifra superiore per acquistare qualcosa di più sostenibile. Si tratta di una percentuale molto al di sotto della media europea che si pone intorno al 40%. In testa ci sono gli svizzeri (63%), seguono i tedeschi (55%) e gli inglesi (50%). Tra i temi affrontati nel report, il più sentito è il giusto compenso per i lavoratori, poi la sostenibilità dei materiali utilizzati (21%) e le politiche di lavoro (13%).

NASCE IL FASHION CLIMATE FUND, TRA I FINANZIATORI ANCHE H&M E LULULEMON

Il gruppo no profit Apparel Impact Institute ha annunciato la creazione del Fashion Climate Fund, un fondo da 250 milioni di dollari che servirà per ridurre le emissioni di carbonio nella catena di fornitura del settore della moda. Tra i grandi brand che hanno già aderito ci sono anche H&M e Lululemon. L’istituto spera di raccogliere altri 2 miliardi di dollari di finanziamenti da parte di altri marchi di abbigliamento, donatori filantropici e stakeholder dell’industria della moda. Studi recenti hanno dimostrato che le 8 principali catene di approvvigionamento (tra cui cibo, moda, edilizia, elettronica) sono responsabili di oltre il 50% delle emissioni globali. Nel dettaglio, solo l’industria della moda ne produce l’8% ogni anno.

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