POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE DL.353/2003 (CONV.IN L.27/02/2004 N.46) ART.1 COMM1 I, DCB MILANO 5,50€
7 1 0 2 NO
R E V N .48 I
N
ANT OFIA ROPOS OGGI
Antroposofia in Cina
Scuole steineriane a Milano
Omeopatia e Medicina Antroposofica
NaturaSì in campagna presso Cascine Orsine la nuova bottega, il ristoro di campagna, la bio-risotteria, l’orto, i progetti culturali e molto altro ancora.. pedagogia Steineriana in Campagna, accademia di Counseling Olistico, consulenze
naturasi.it
Coltivare, raccogliere e gustare i prodotti dei nostri campi E così il tuo rapporto con la Madre Terra sarà più profondo Tel. 0382.930542 - E-mail: bereguardo1@naturasi.biz
EDITORIALE Inverno 2017 Cari lettori, il corpo è il nostro transitorio abitacolo, ne siamo inquilini ma lo siamo anche del mondo e della materia che attraversiamo come dei viandanti (Wanderer). A questo proposito mi viene in mente la frase che Friedrich Nietzsche inserisce nel discorso tenuto da Zarathustra (Also sprach Zarathustra. Ein Buch für Alle und Keinen): “Ho qualcosa da dire a coloro che disprezzano il corpo. Non chiedo loro di cambiare posizione o dottrina, ma di disfarsi del proprio corpo; ciò li renderà muti”. L’invecchiamento ci aiuta a non attaccarci eccessivamente al corpo e ci prepara ad abbandonarlo senza troppi rimpianti, come qualcosa che abbiamo ricevuto in prestito e che dovrà essere riciclato per il futuro... Per praticare un percorso spirituale, non si può dimenticare il corpo fisico. Non siamo né macchine né anime disincarnate: bisogni, pulsioni, desideri, sofferenze..., dobbiamo fare i conti con tutto ciò. Come evitare lo stress, le dipendenze e dare al corpo la sua vera vocazione: diventare uno strumento di pace e, soprattutto, un mezzo di risveglio. Quel corpo ci verrà tolto, come la natura continuerà a vivere dopo di noi. Ciò significa evoluzione, sviluppo. Tutto quello che ci sta intorno è il risultato di un cammino. Questa è un’osservazione applicabile alla natura che ci sta intorno, agli animali, alle piante: tutto è sorto dai più semplici organismi vitali. Niente è caduto dal cielo, tutto si è sviluppato. D’altra parte questa riflessione sul corpo potrebbe spiegare la sempre più diffusa percezione del corpo fisico nella sua sessualità opposta, ossia l’uomo si identifica nel femminile e, viceversa, la donna nel maschile? Essendo il corpo fisico l’abitacolo del corpo eterico, che è femminile nel maschio e maschile nel corpo della donna, è forse sorto un certo disordine sessuale di cui siamo attualmente testimoni? Rudolf Steiner, parlando del corpo fisico a proposito del Legame fra i vivi e i morti, afferma: … che il nostro corpo fisico resti sulla terra ha, per colui che ha oltrepassato la soglia della morte, una grande e fondamentale importanza. Egli va nel mondo spirituale, lasciando il proprio corpo sulla terra. Per il cosiddetto morto, questa è un’esperienza, un evento. Egli fa quest’esperienza: il tuo corpo va via da te. È qualcosa di infinitamente grande ciò che l’uomo sperimenta, qualcosa che gli conferisce la possibilità, fra la morte e la nascita, di vedere, di pensare e di comprendere che egli depone il proprio corpo, che lo consegna al pianeta che adesso abbandona. (O.O. 168) Inoltre, Steiner ci raccomanda di non disperdere le ceneri nella natura ma di restituirle alla terra. E allora, cosa dire dello zinco applicato all’interno della bara? E dei corpi che vengono tumulati in muri di cemento? Forse dovremmo prendere ad esempio il mondo mussulmano che depone i propri morti avvolti in un semplice lenzuolo, direttamente nella terra.
ARTEMEDICA ANTROPOSOFIA OGGI n. 48 - inverno 2017 iscritta al tribunale di Milano al n. 773 registro stampa, 12.10.2005 iscrizione al ROC n. 30462
WWW. ARTEMEDICA . EDITRICENOVALIS . COM Direttore Responsabile Cris Thellung Direzione Culturale Paulette Prouse Redazione e coordinamento editoriale Anna Chiello Bruno Lanata Traduzioni Daniela Castelmonte Alessandra De Martini Tudor Pope Giordana Rossetti Impaginazione e grafica Cristiano Abbadessa Stampatore La Tipografia snc Via Bramante 5, Buccinasco (MI) Stampato su carta Cyclus® 100% fibre riciclate - Colore naturale senza azzurranti ottici (OBA) Prodotto in linea con le più severe certificazioni ambientali.
Ringraziamo i nostri amici, collaboratori ed editori che, concedendoci di pubblicare gratuitamente i loro articoli, consentono ad ArteMedica di continuare a essere portatrice dei valori dell’antroposofia oggi. In particolare, gli articoli tratti da Das Goetheanum, Info3, Die Drei e dai Flensburger Hefte sono pubblicati su gentile concessione degli editori. Per testi e immagini di cui non è stato possibile rintracciare i detentori dei diritti, l’editore si dichiara sin d’ora disponibile a riconoscere i diritti a chi ne facesse legittimamente richiesta. Eventuali indicazioni terapeutiche presenti negli articoli sono da considerarsi esemplificative e generiche e non sono applicabili a singoli casi per i quali è indispensabile consultare uno specialista.
Per gli abbonati In caso di mancato ricevimento entro le date sottoindicate inviare segnalazione alla nostra segreteria tel. 02.6711621 - info@librerianovalis.it Primavera, 15 aprile; Estate, 20 luglio; Autunno; 15 ottobre; Inverno - 15 gennaio.
Concessionario per la pubblicità EDITRICE NOVALIS Via Angera 3, 20125 Milano tel. 02.6711621 - fax 02.66984677 mkt@librerianovalis.it
SOMMARIO Inverno 2017 4 La scuola del Cristo, i sacerdoti e i falsi profeti da Emil Bock
6 Omeopatia e medicina antroposofica Frank Meyer Osservatorio pedagogia
12 Il tempo per educare Fabio Alessandri
14 Cultura, educazione e solidarietà alla Corte delle Madri Bruno Lanata
16 La condivisione tra le scuole come azione pedagogica per la città a cura di Draupadi Piccini
17 Cos’è il karma?
L’angolo della Medicina Tradizionale Cinese
32 L’Agopuntura patrimonio di Atlantide e arte di guarigione del futuro Frank Meyer
33 Fenomenolgia e antroposofia in Cina Yu Minfeng - Astrid Schröter L’arte di invecchiare
36 Il destino dell’uomo diventa nutrimento del cosmo da scritti di Rudolf Steiner
37 Posturologia Alain Kharalian
39 Sideros Ferro delle stelle e del sangue Patrizia Giovanna Curcetti
Jens Roland Prochnow Appunti di viaggio
18 Quando la terra è febbricitante Stefan Ruf Un’architettura per l’uomo
20 Convegno sul paesaggio
42 Barcellona, spirito ribelle Cris Thellung
44 Animali Sabrina Menestrina
Stefano Andi Associazione Menschen Il sogno di una morfologia
23 Faust fa i soldi 24 Verso una nuova economia Opinioni a confronto
46 Scienza e conoscenza Maurizio Morisco
48 Sull’’origine del giardino Christine Gruwez
Renzo Rosti Contributi Edittrice Novalis
50 Cagliostro
28 Novità di Natale
L’identità storica e spirituale di un grande maestro
31 Il canto Werbeck
Danio Migliore
Marina Sacchetti
in allegato
Medicina preventiva e vaccinazioni di Giancarlo Buccheri
La scuola del Cristo, i sacerdoti e i falsi profeti ●
Emil Bock
Proseguendo le sue riflessioni sul Discorso della Montagna, Emil Bock giunge al VI e VII capitolo del Vangelo di Matteo. Troviamo qui, nella mistica sequenza di tre volte tre, gli elementi che descrivono le due grandi tentazioni – quella luciferica e quella arimanica – e la Porta stretta, la scuola del Cristo: “Vegliate e pregate” per offrire agli altri e all’Io-Cristo in voi, pani e non pietre, pesci e non serpi. Pregate, cercate, bussate Come giunge il vero discepolo di Cristo alla coscienza che lo libera? Come arriva alla capacità di pensare e di annunciare pensieri realmente divini? A questo risponde ciò che segue il Discorso della Montagna, il passaggio cioè dalla seconda sequenza di tre elementi: raccogliere tesori (traviamento del volere) angustiarsi (traviamento del sentire) giudicare (traviamento del pensare) alla terza: Pregate, cercate, bussate Entrate nella porta stretta… Guardatevi dai falsi profeti… Al centro vi è la porta stretta. Dobbiamo cercare una vera comprensione spirituale di questa immagine, ricordando come la visione della soglia e della porta dell’iniziazione appaia già nel precedente: “Bussate, e vi sarà aperto”. Che cos’è la porta stretta? È la cruna dell’ago che troviamo nelle parole del Cristo: “È più facile che un cammello entri per la cruna di un ago che un ricco nel regno dei Cieli” (Mc 10, 25). Questa cruna dell’ago, questa porta stretta è la porta della morte, la porta dell’Io. Nel mondo fisico una porta vista da lontano è piccola, e si ingrandisce quanto più ci si avvicina. Quando si è in essa, è grande quanto l’universo, perché lascia entrare l’uomo nello spazio, ed egli non la vede più. L’inverso accade con la porta della morte. I mondi delle stelle, celesti,
4
rappresentano agli occhi fisici l’universo infinito. Nella morte, quando la corporeità viene deposta come un involucro, questa porta cosmica del mondo dei sensi si assottiglia fino a divenire punto. L’uomo non può portare nulla con sé, non può rimanere “giudice”. Deve infilarsi attraverso la cruna dell’ago, attraverso il punto del proprio Io. Chi non permette che il mondo terreno scompaia, è incapace di passare attraverso la cruna dell’ago. Oltre la cruna dell’ago, l’uomo diviene sfera che reca racchiusa in sé l’intera esistenza terrena. Quel che viene sperimentato nella morte, viene sperimentato anche nell’autentico anelito spirituale sulla terra. L’Io è la porta stretta. Qui l’anima deve diventare del tutto povera. La porta ampia che conduce alla perdizione (Mt 7, 13) è il mondo della percezione dei sensi. È il regno della transitorietà e della corruttibilità. Il sentiero stretto è il sentiero dell’Io. Il sentiero ampio in realtà non è un sentiero, proprio perché ampio. Camminare su quel cammino spazioso, significa non percorrere alcun cammino. Chi però non percorre un sentiero, chi vive la propria esistenza senza una ricerca spirituale, perde se stesso. Nella porta stretta, la ‘Porta dell’Io’, vi è la verità completa, giusta: “Vivo, ma non io, vive invece il Cristo in me” (Gal 2, 20); lì avvengono morte e resurrezione, sacrificio e trasformazione della coscienza umana. L’anima senziente muore, l’anima cosciente compenetrata dal Cristo risorge. D’altra parte l’esortazione “Entrate at-
traverso la porta stretta” può seguirla soltanto chi aveva obbedito all’altra: “Chiedete, e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto”. Solo il sentiero della vita meditativa e della ricerca conduce alla soglia. È un dibattito sterile quello spesso affrontato a livello teorico: preghiera o meditazione? Si può determinare perché qui il Vangelo richiami alla ‘preghiera’ che, in ogni caso, si può intendere solo come preghiera e lotta per una coscienza diversa, per la conoscenza superiore e verso lo Spirito Santo. Le parole “Bussate, e vi sarà aperto” indicano che si tratta di una preghiera perché si apra la porta dello spirito, per la rivelazione. E le parole che seguono sul sentiero stretto indicano che non si tratta di una preghiera nata occasionalmente da una certa disposizione dell’anima, ma di un sentiero regolare, di un reale esercizio di preghiera. L’uomo che dà, e quindi innanzi tutto il sacerdote, dovrebbe dare non pietre, ma pane, non serpi, ma pesci, in tutto quello che si trova in lui, in tutto quello che offre. Non lo può fare senza percorrere il sentiero della meditazione e, nella meditazione, sperimentare “pane e pesci” come comunione interiore. Nella meditazione egli offre se stesso al “Figlio dell’uomo” in lui, al suo vero Io, e dà pane e pesci. Un’offerta che è come accogliere Dio Padre. Chi riceve così la comunione dalle mani del Padre, percorrendo attivamente la via interiore, può distribuirla agli altri. Un sacerdote o una guida che non segua la via interiore, dà pietre invece
ARTEMEDICA - n. 48 - Inverno 2017
di pane, serpi invece di pesci. Che le anime coscienti dei sacerdoti abbiano ed elargiscano “grandi pensieri e un cuore puro”, significa che offrono pane e vino, o pane e pesci. “Grandi pensieri” sono le ostie, il frutto del capo compenetrato dal Cristo; “cuore puro” è il vino (il pesce, il vivente nell’acqua della vita). Il pensare che giudica è pietra invece di pane, sentire e volere fuori controllo (“cose sante ai cani, perle ai porci”) offrono serpenti invece del calice. Il sentiero interiore nella vita sacerdotale meditativa inaugura un nuovo ordine del mondo. Partendo da qui esso si diffonde in ogni azione interiore e in ogni opera di guida, e soprattutto nei rapporti sociali umani della comunità e dell’umanità. La nuova coscienza, il divino che risplende nell’Io-uomo, è una luce accesa nel mondo la cui luminosità è sempre più chiara. Il sapore della comunione compenetra il mondo come un lievito. “Dai loro frutti li riconoscerete” Anche l’ultima sequenza, “Chiedete, cercate, bussate – Entrate... Guardatevi...”, rappresenta la triade mano, cuore, capo – volere, sentire, pensare. La preghiera, la meditazione è attività che scaturisce dalla volontà dell’uomo. La mano interiore bussa. La porta stretta è nel senso più rigoroso un frammento del cuore. Il sacerdote deve essere passato attraverso l’Io, attraverso la morte, in virtù di un cuore disinteressato. Perché la sua azione abbia il carattere di realtà, egli deve agire dall’altro mondo, al di là della cruna dell’ago. Allora sarà un portatore dell’Albero della vita e dei suoi frutti. Al di là della porta, il pensare si trasforma nella forza che distingue gli spiriti. “Dai loro frutti li riconoscerete”. Alla porta dell’Io gli spiriti si separano. Chi agisce solo da questa parte non porta nulla, solo i frutti dell’Albero della conoscenza separato dall’Albero della vita: rovi e pruni invece di fichi e grappoli d’uva (pane e vino). “Si può raccogliere uva dai rovi o fichi dai pruni?” (Mt 7, 16). Al di là della porta dell’Io vi è il Sole, e in esso l’Albero della vita. Da una parte vi è l’Agnello, il Vello d’oro; dall’altra il lupo, Fenris, il lupo della mitologia
n. 48 - Inverno 2017 - ARTEMEDICA
germanica (Fenris = Finsternis = tenebra) che divorò il sole. Chi, rimanendo al di qua della porta, si comporta da agnello, da portatore della luce, in realtà non è altro che un lupo travestito. Ogni azione sacerdotale e di guida deve sostenere la prova del fuoco. La coscienza dell’anima razionale da sola è il lupo, è pensiero che giudica. Solo la nuova anima cosciente sacerdotale è l’Agnello-Sole risplendente. L’anima razionale può impadronirsi di un vocabolario devoto, di un accento pio, di una terminologia cristiana; può fingere di essere passata attraverso la cruna dell’ago. In tal caso è un lupo in veste d’agnello. Invece dello splendore sacerdotale di cui si è ammantata, da essa promana devastazione. Parlare dell’Io non significa ancora essere passati attraverso la cruna dell’ago. Parlare del Cristo non significa ancora essere un portatore del Cristo e diffonderne la forza. Questo è il significato della frase: “Non chiunque dice ‘Signore, Signore’ entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli” (Mt 7, 21). Dire ‘Signore, Signore’ significa parlare dell’Io e del Cristo. Le parole Io e Cristo sono però ancora rovi e pruni, soltanto frutti dell’Albero della conoscenza. Solo dove non si parla più sull’Io e sul Cristo, ma dall’Io e dal Cristo, là maturano i frutti dell’Albero della vita, dell’albero generoso, che non viene abbattuto né gettato nel fuoco. L’esortazione che il Cristo rivolge ai discepoli, “Guardatevi dai falsi profeti”, significa: utilizzate la forza del vostro pensare fortificato per distinguere lo spirito in voi. Esaminate voi stessi per sapere se siete da questo lato o dall’altro della porta stretta: guardatevi dal falso profeta che è in voi. Le tentazioni e la scuola del Cristo Chiedete, cercate, bussate: L’appello all’attività, alla volontà della tensione meditativa. Il mondo spirituale non si apre più spontaneamente Entrate per la porta stretta… È il richiamo al disinteresse, all’altruismo che inizia nel sentire Guardatevi dai falsi profeti… È l’esortazione a rafforzare il
pensare come capacità di distinguere e separare gli spiriti. Nel VI e VII capitolo del Vangelo di Matteo, dopo il Discorso della Montagna, incontriamo tre triadi: 1. Elemosina – preghiera – digiuno La tentazione luciferica 2. Accumulare tesori – angustiarsi – giudicare La tentazione arimanica 3. Chiedete, cercate, bussate – Entrate… – Guardatevi… La scuola del Cristo Se prendiamo il primo e il terzo elemento dell’ultima triade, potremmo anche dire: “Pregate e vegliate!” (Mt 26, 41). Al centro vi è la porta, il Cristo stesso che ha detto: “Io sono la porta” (Gv 10, 9). Chi segue la prima esortazione, “Pregate”, troverà il contenuto giusto, non luciferico, di “elemosina, preghiera, digiuno”. Chi segue il terzo ammonimento, “Vegliate” (“Guardatevi dai lupi travestiti da pecore”), troverà il giusto contenuto di ciò che nell’accumulare tesori, angustiarsi, giudicare è diventato arimanico. Troverà il giusto contenuto dell’esercizio religioso (preghiera) e della vita esteriore (veglia) attraverso il Cristo, la porta. Il Discorso della Montagna e le parole “sale, luce, città” (Mt 5, 13-16) si riferiscono all’immagine di uomo-spirito e di terra-spirito, discesa dal cielo sulla terra. Le frasi sul rinnovamento della legge (Mt 5, 17-18) indicano all’uomo terreno la via per ascendere all’uomo celeste. Le tre parole per tre volte del VI e VII capitolo mostrano come su questa via l’uomo si unisca al Cristo con mani, cuore e capo, nonostante Lucifero e Arimane. È posta così la pietra di fondazione della casa che va costruita sulla roccia. ■ (da: Emil Bock, Das Evangelium di prossima pubblicazione per l’Editrice Novalis)
5
VERSO UNA NUOVA ECONOMIA Opinioni a confronto ●
Renzo Rosti
Il 2 aprile 1923, lunedì di Pasqua, a Dornach, Rudolf Steiner fece le seguenti considerazioni parlando della situazione della Società Antroposofica: Quando si parlò dell’impulso della triarticolazione nella vita sociale, fu per così dire una prova per vedere se il pensiero di Michele fosse già abbastanza forte, fosse sentito come impulso sgorgato direttamente dalle forze formatrici del tempo. Fu una prova dell’anima, vedere se il pensiero di Michele fosse abbastanza forte in un certo numero di persone. La prova diede un risultato negativo. Il pensiero di Michele non era ancora abbastanza forte, pur in un piccolo numero di persone, per essere sentito realmente in tutta la sua forza formatrice del tempo. Qui Steiner manifesta la sua delusione per aver constatato che i contenuti dell’antroposofia, lungamente elaborati con i soci, non avevano raggiunto la sfera del volere dove si manifestano come impulsi per un rinnovamento della struttura sociale a cui egli aveva dedicato molte energie, numerosi incontri e conferenze, e che si possono riassumere nel suo progetto di triarticolazione che vuole il
24
principio di libertà al suo posto nella sfera spirituale, il principio di uguaglianza valido solo nella sfera giuridica, mentre il principio di fratellanza deve sostenere la sfera economica. A conferma di questo, sempre nella stessa conferenza è ancora più severo e prosegue: Finora si poteva essere un bravo ricercatore dello spirito se si studiava l’antroposofia, senza preoccuparsi di ciò che accadeva nella vita là fuori […] Da un lato abbiamo ottimi antroposofi che però, sebbene sappiano moltissimo dello sviluppo cosmico, delle parti costitutive dell’uomo, della reincarnazione, del destino e del karma, non hanno alcuna idea dei punti di vista pratici della vita, non hanno alcuna idea della realtà della vita, che hanno cercato proprio nell’antroposofia qualcosa per tenersi lontani da questa realtà della vita. Ci viene detto qui che i contenuti dell’antroposofia, se non vengono vissuti giustamente e con attenzione per la realtà che ci circonda, possono diventare qualcosa che ci rende estranei a tale realtà invece di trasformarsi in uno strumento di comprensione per le dinamiche che la vita
ARTEMEDICA - n. 48 - Inverno 2017
comporta, cosa che solo l’antroposofia può dare. Questa estraneità si manifestava in modo particolare nella sfera dell’economia, dove il principio di fratellanza non si era ancora risvegliato e anche ora non è compreso adeguatamente. Infatti, sempre a Dornach, il 2 febbraio 1919 aveva già detto: Come il capitalismo materiale da un lato, così dall’altro lato, ha agito con effetti ugualmente deleteri nella vita moderna quella disposizione d’animo che fa dire: Oh perché mai dovrei curarmi di Arimane! […] Credito, denaro, beni, proprietà, che mi importa di queste faccende arimaniche! Che mi importa della distinzione fra rendita e interesse, fra ricavo lordo e utile netto e via dicendo. Io mi occupo solo degli affari della mia anima! […] Della catastrofe moderna sono ugualmente colpevoli sia, da una parte, i capitalisti materialisti con il loro modo di pensare e di sentire, sia quanti, dall’altra parte, vogliono vivere di sola religiosità o di sola scienza dello spirito, quanti relegano astrattamente nel loro intimo questa scienza dello spirito, senza preoccuparsi di permeare la realtà quotidiana di un pensare dotato di efficacia. È passato ormai un secolo da quando Steiner esprimeva queste preoccupazioni per l’incomprensione che gli antroposofi di allora riservavano alla sfera dell’economia, che il principio di fratellanza, giustamente inteso e sentito, avrebbe dovuto invece fecondare. La situazione non è purtroppo migliorata nel frattempo. Lo dimostra la scarsa considerazione che ancora viene riservata ai lavori sul sociale e sull’economia che il nostro dottore aveva consegnato ai soci. Eppure non è così difficile comprendere quanto sia indispensabile rendersi conto, soprattutto oggi nel periodo di crisi, dei contenuti di quanto in questi scritti si sosteneva e, riassumendo, quanto riguarda in particolare il denaro: • L’uomo non vive del suo denaro, ma del lavoro degli altri. • Il lavoro non può essere trattato come una merce. • È indispensabile separare il reddito di sostentamento dal reddito da lavoro. • Il denaro deve nascere dallo spirito e nello spirito deve morire. Basterebbe lasciarsi guidare da questi principi per ottenere un decisivo risanamento della vita economica, che non mancherebbe poi di ripercuotersi in modo salutare anche nella sfera giuridica e spirituale. La grave crisi che il mondo sta attraversando è dovuta in gran parte all’incomprensione e alla conseguente negazione di questi principi. Siamo così scivolati nella menzogna, che è poi diventata prassi di vita dove: - L’uomo è convinto di vivere solo del suo denaro. - Il lavoro è diventato l’unico mezzo per ottenere il de-
n. 48 - Inverno 2017 - ARTEMEDICA
naro per sopravvivere, con la conseguenza che anch’esso diviene una merce. - Il denaro non nasce dallo spirito ma, essendo ormai in mano completamente al sistema bancario privato, è generato e mosso unicamente dalla brama di profitto, per finire poi nel buco nero della finanza dove si moltiplica senza creare beni, indebitando tutto e tutti con la paura di una scarsità che in realtà non esiste. Infatti da tempo autorevoli economisti vanno ripetendo che già dagli anni Ottanta, grazie alle nuove tecnologie, le capacità produttive hanno superato abbondantemente le richieste di beni necessari per un benessere diffuso. È quindi assurdo che in presenza di tale abbondanza di risorse scarseggi la moneta per la circolazione di queste abbondanze. Ricordiamo che Rudolf Steiner aspettava che venisse la richiesta da parte dei soci per rispondere ed elaborare soluzioni per i vari ambiti della vita spirituale e pratica. Così è stato per la pedagogia, per la medicina, per la biodinamica. Per le problematiche sociali, dove la volontà spesso sonnecchia, fu lui stesso a sollecitare l’attenzione e l’impegno degli antroposofi per un progetto di vita sociale tripartita, a cui si dedicò con tenacia nell’ultimo settennio di attività. Infatti riteneva che certamente è necessaria una evoluzione dei singoli uomini per cambiare il mondo, ma in ambito sociale vale anche il contrario: l’abitudine a dinamiche di vita sociale compenetrate di saggezza, come avverrebbe con la tripartizione, favorisce la crescita di consapevolezza per i rapporti umani e contribuisce anche all’evoluzione del singolo. A questo punto è assolutamente necessario, soprattutto per gli antroposofi, prendere coscienza di queste dinamiche dove la menzogna e la paura ci impediscono di vedere la realtà che ci circonda quotidianamente e alla quale non possiamo sottrarci. Purtroppo abbiamo avuto modo di constatare come manchi la consapevolezza della natura del denaro e di come oggi venga creato e gestito in modo truffaldino dal sistema bancario fino a creare un “Centro di Potere” che soffoca le dinamiche della vita economica, rendendo impossibile il principio democratico nella sfera giuridica e impedendo alla vita spirituale di agire liberamente. Ricordiamo che anche l’antroposofa Margrit Kennedy, assieme all’autorevole economista Bernard Lieater, dopo una lunga ricerca sulle problematiche del denaro è giunta alla conclusione che se non si cambia l’attuale sistema monetario non sarà possibile una economia della fratellanza e nemmeno un sistema sociale democratico. Si avvera così quello che il nostro dottore temeva rivolgendosi agli amici nella lettera del febbraio 1919, sopra citata, riguardo all’indifferenza nei confronti del problema del denaro. Il patrimonio datoci dall’antroposofia non può permetterci di vivere di rendita ma va continuamente elaborato e confrontato con la realtà che ci circonda, in modo che diventi una chiave di lettura per comprenderla e gestirla al servizio dell’evoluzione che lo Spirito del Tempo richiede. ■
25
Il canto Werbeck ●
Marina Sacchetti
L’impegno di Rudolf Steiner nei confronti dell’arte e della cultura si profuse anche verso l’arte del canto. Tra gli incontri che Steiner ebbe con i musicisti e i cantanti del suo tempo, spicca quello con Valborg Svaersdtroem Werbeck, sfociato in una collaborazione più che decennale e in una scuola di canto da lui direttamente sostenuta e autorizzata.
Che cosa vuol dire “canto Werbeck”? Con canto Werbeck si intende la scuola di canto fondata dalla cantante svedese Valborg Svaersdtroem. Dopo avere debuttato al Teatro reale di Stoccolma nel 1900, Valborg si sposò con Louis Werbeck, impresario teatrale, e si trasferì in Germania, svolgendo attività concertistica in tutta Europa. Abbandonata la carriera si dedicò poi ai suoi allievi e a sviluppare le sue scoperte e ricerche. Il disvelamento della voce, il libro da lei scritto, raccoglie i pensieri e le immagini elaborati nell’arco della sua vita di ricerca sul canto e la voce, insieme alle note autobiografiche. Che differenza c’è tra il canto Werbeck e il canto normale? Il canto Werbeck attribuisce a mio avviso grande valore all’ascolto fin dai primi passi dell’allievo; cantare e ascoltare vengono sperimentati come due aspetti dello stesso processo. Da tale intensificazione dell’ascolto discendono altri passi, come la crescita della musicalità e una accresciuta capacità di auto-osservazione o consapevolezza. Il processo artistico si trasforma, cercando nell’anima il suo compimento. È un approccio al canto che non si indirizza esclusivamente all’aspetto fisico, ma lascia spazio a quello spirituale. Ha effetto sull’eterico? L’approccio al suono nel suo aspetto eterico o vitale privilegiato dal canto Werbeck nutre e rinforza le forze eteriche (di chi canta e chi ascolta).
n. 48 - Invern Inverno no 20 20177 - ARTEMEDIC ARTEMEDICA ICA A
Basta la coscienza di chi guida? O serve quella di chi partecipa? Chi guida o insegna è nella posizione di introdurre e portare l’allievo su un cammino di sempre maggiore consapevolezza. Ma il processo richiede che anche l’allievo sia totalmente partecipe. Anche quando è un gruppo a esercitare, quanto più tutti i suoi componenti imparano a riconoscere quel che accade nel suono, tanto più il suono può trasformarsi sostenendo l’intero gruppo, e il canto diventare un momento risanante. Mano a mano che si procede, è il suono stesso che diventa maestro, diceva la Werbeck. Per questa e altre ragioni ci teneva a precisare che quello che lei aveva portato non era un Metodo, ma una Scuola. E che il contributo di fondazione che lei stessa aveva dato era solo un inizio, e che c’era tutto il resto da continuare a scoprire. Ci ha dato insomma un grande incoraggiamento a continuare in modo responsabile e autonomo lungo la strada da lei aperta. Perchè proprio la signora Werbeck? Quando Valborg Svaersdtroem Werbeck incontrò Rudolf Steiner, egli le si rivolse con queste parole: “Che magnifica laringe eterica, lei ha! Non per vantarmi, ma mi sembra che lei canti come io parlo!” Valborg nel primo capitolo del suo libro racconta come queste parole, apparentemente buttate lì, le fecero presentire che il suo lavoro poteva avere una importanza fondamentale. Fu così che ci si buttò a capofitto, rivolgendosi a Rudolf Steiner quando ne aveva necessità. La Scuola del disvelamento della voce nacque da questa intensa collaborazione. ■
311
POSTUROLOGIA ●
Alain Kharalian
Il sistema posturale è un sistema automatico che corregge continuamente l’asse del corpo in funzione della linea di gravità. Questo sistema comporta delle entrate (l’occhio, l’orecchio interno, il piede), così come una uscita (l’equilibrio tonico posturale). I problemi dentari, le cattive occlusioni, le disarmonie delle articolazioni temporo-mandibolari hanno ugualmente un’incidenza sul tono posturale. L’insieme del sistema posturale serve a conservare la proiezione del centro di gravità nel poligono di sostentamento; l’insieme del sistema posturale è condizionato dall’appoggio dei piedi sul suolo, dall’asse della testa, ma allo stesso tempo dall’integrità degli altri ricettori quali l’orecchio, l’occhio e l’occlusione dentaria: l’irregolarità di ciascuno di questi elementi avrà una ripercussione sul controllo della stazione ortostatica, vale a dire del sistema posturale fino. È evidente come un cattivo equilibrio generale sia energetico che fisico, vista la difficoltà a dissociarli poiché
n. 48 - Inverno 2017 - ARTEMEDICA
essi sono legati alla regione del piede e dell’uomo nel suo insieme, procurerà delle patologie dei piedi e di conseguenza delle reazioni a catena. Il trattamento proposto è molto attivo sulle persone che presentano una muscolatura tonica (praticanti di calcio, tennis, golf e nuoto) così come su quelle che presentano delle patologie legate ad attitudini professionali (dentisti, parrucchieri). Dolori di schiena, piedi dolenti, gonfi, instabili, disturbi dell’equilibrio, della vista, dell’orecchio, occlusione dentale sono frequenti motivi di consulenza dei nostri studi di podologia/posturologia. Le dorsalgie, le lombalgie, le cervicalgie sono spesso dovute ai disturbi della postura e provocano disagi dell’equilibrio. L’esame posturale mette in evidenza la necessità di un trattamento podologico e può in tanti casi diminuire notevolmente questi disturbi e anche farli sparire. Il nostro centro utilizza delle pedane stabilometriche che permettono di visualizzare e misurare le variazioni posturali e dare un aiuto al trattamento.
37
CAMPI DI APPLICAZIONE Ogni persona che fa fatica a stare in piedi (sensazione di vertigine, algie dell’asse corporeo) potrebbe essere interessata all’analisi del sistema posturale. L’ARMONIA Se si osserva un corpo umano, tutte le sue curve sono in perfetta armonia, le une rispetto alle altre: cervicali - dorsali - lombari - poplitei - talloni - volte plantari. Nel suo spiegamento il corpo umano si riequilibra in modo autonomo, grazie all’occhio che è il prolungamento del cervello; il piede, essendo la base del nostro organismo, sarà influenzato dalle altre parti del corpo. Al contrario, un cattivo adattamento del piede influenzerà il resto dell’arto inferiore, il bacino e la colonna vertebrale. LE IRREGOLARITÀ Perché l’uomo soffre durante la deambulazione? Perché egli è concepito per muoversi in torsione, con i conflitti che tutto questo può comportare (caviglie, ginocchia, anche, colonna, cervicali). Le anomalie di un rapporto influenzano tutto il sistema nel suo insieme: la capacità dell’esperto consisterà nel riarmonizzare le pressioni, al fine di ottenere un equilibrio globale e una ripartizione corretta dei carichi.
38
FUNZIONAMENTO L’interesse delle ortesi propriocettive è di informare il cervello sulla modifica delle tensioni muscolari e di portare sulle zone che soffrono di tensioni troppo importanti un ordine di rilassamento (ipertonicità muscolare legata a differenti sport). Quando una catena muscolare è troppo, oppure non sufficientemente, tonica, si informa il cervello di agire su taluni sensori (Golgi, Messner, Mancini) allo scopo di stimolare o rilassare la zona dolorante. Contrariamente a certi tipi di ortesi classiche inglobanti la volta del piede che impediscono la sua funzione di ammortizzatore, le ortesi propriocettive lasciano libero tutto il piede, si adattano a tutti i tipi di calzature e agiscono da informazione riflessa. Un’esperienza di quarant’anni di posturologia accanto a sportivi di alto livello della squadra nazionale italiana di rugby (Mirco Bergamasco, Mauro Bergamasco, Andrea Marcato e altri), di footabll (Evans Soligo e altri), musicisti, cantori dell’opera di Marsiglia, ginnasti di alto livello della squadra di Marsiglia, mi hanno condotto a esaminare ciascuna persona con estremo rigore e precisione utilizzando dei materiali moderni per ogni trattamento, e una diagnostica più giusta e precisa. CONCLUSIONE Uno dei problemi che affliggono i pazienti è la presenza di alterazioni posturali: in tale contesto l’esame non si limita ai piedi solamente, ma all’insieme dei disturbi muscolari. Le ortesi esercitano una costante stimolazione o inibizione plantare fornendo una informazione propriocettiva sotto la pianta dei piedi. Concludendo, le correzioni delle diverse tensioni muscolari modificano le risposte terapeutiche o portano a un miglioramento muscolo-scheletrico e ad un notevole confort. ■
ARTEMEDICA - n. 48 - Inverno 2017