Artemedica n.45

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE DL.353/2003 (CONV.IN L.27/02/2004 N.46) ART.1 COMM1 I, DCB MILANO 5,50€

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OFIA ROPOS

OGGI

Un’unica persona non può esser d’aiuto, ma solo chi si unisce con molti altri al momento giusto. J.W. von Goethe


EDITORIALE Primavera 2017

Artemedica ha intenzione di dedicare a Kaspar Hauser una serie di articoli per far conoscere meglio questa entità di immensa statura spirituale. Il “Fanciullo d’Europa” – così come venne chiamato dalla popolazione tedesca quando fu trovato, abbandonato a terra, nelle strade di Norimberga – è oggi per noi occasione di riflessione sul nuovo assetto che sta assumendo la nostra Europa. Si tratta di una svolta storica che non è stata prevista né era prevedibile. Come in passato c’è stato, per i nostri progenitori, il desiderio di raggiungere l’America, il famoso American dream, così oggi potrebbe essere il sogno dell’Europa a spingere verso il nostro continente numerosi immigrati dall’Asia Minore e dall’Africa. Ma dietro questi moti di diverse culture e religioni sta certamente una volontà superiore. Forse molte di queste anime avrebbero voluto o dovuto incarnarsi in Europa, ma le scarse nascite sul nostro continente non lo hanno concesso. È quindi forse la grande nostalgia per l’Europa che li sospinge verso una soluzione che assume la forma dell’emigrazione? Chi era Kaspar Hauser? Quale era il suo karma? Forse il compito che non ha potuto svolgere durante il suo passaggio terreno lo potrebbe realizzare oggi? Tuttavia, perché ciò possa avverarsi, è della massima importanza che un certo numero di uomini, soprattutto europei, siano a conoscenza dei retroscena spirituali connessi all’enigmatico fanciullo. Secondo la terminologia di Rudolf Steiner, la nostra è la Quinta Epoca Post-Atlantica, che ha per compito lo sviluppo dell’anima cosciente. Tuttavia, con il nome Europa si fa riferimento a tanti paesi diversi, ciascuno con la sua storia, la sua cultura e la sua lingua. L’appellativo di Fanciullo d’Europa si addice a Kaspar Hauser in quanto lo strato più sensibile in cui ogni essere umano fa l’esperienza della propria identità fu in lui gravemente offeso: egli fu vittima di violente aggressioni e non poté mai conoscere la propria origine. In questo potrebbe avere qualcosa in comune con gli immigrati che fuggono dalle guerre, dal terrorismo, ma soprattutto dalla povertà, perdendo la loro identità. Ma oggi molti uomini, non solo gli immigrati, scivolano nella miseria e nella solitudine. È questo un tema sul quale vorremmo in futuro ritornare, aprendo un dibattito con i nostri lettori.


ARTEMEDICA ANTROPOSOFIA OGGI n. 45 - primavera 2017 iscritta al tribunale di Milano al n. 773 registro stampa, 12.10.2005 WWW. ARTEMEDICA . EDITRICENOVALIS . COM

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Ringraziamo i nostri amici, collaboratori ed editori che, concedendoci di pubblicare gratuitamente i loro articoli, consentono ad ArteMedica di continuare a essere portatrice dei valori dell’antroposofia oggi. Per testi e immagini di cui non è stato possibile rintracciare i detentori dei diritti, l’editore si dichiara sin d’ora disponibile a riconoscere i diritti a chi ne facesse legittimamente richiesta. Eventuali indicazioni terapeutiche presenti negli articoli sono da considerarsi esemplificative e generiche e non sono applicabili a singoli casi per i quali è indispensabile consultare uno specialista.

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SOMMARIO Primavera 2017 4 Croazia, la casa natale di Rudolf Steiner

Architettura per l’uomo

32 Lo spirito dei luoghi Stefano Andi

6 La via di Emmaus e il cibo del Risorto da Emil Bock, Das Evangelium

35 Il viaggio Rossana de Angelis L’arte di invecchiare

10 Filosofia di vita sana intervista a Olaf Koob

13 La parola ai lettori

36 L’evoluzione umana e l’evoluzione della Terra Il sogno di una morfologia

40 Evoluzionismo: non solo Darwin Emilio Ferrario (II parte)

14 Da Demeter

un forte impulso allo sviluppo intervista a Alois Lageder

44 Il mio incontro con Ildegarda Cristina Borgogni

16 Vegetariano dal cuore Frank Meyer a cura di Bruno Lanata

Appunti di viaggio

46 La carovana dei Berberi Cris Thellung

17 I quattro gradini dei Misteri Rudolf Steiner

20 Incoraggiamento all’azione

Associazione Menschen

48 Dove finiscono le religioni inizia la spiritualità Maurizio Pietro Morisco

Liane Collot d’Herbois

22 Marie Steiner e Ita Wegman alla luce delle correnti dei Re e dei Pastori Vincenzo Bevilacqua

26 Scarpe (in paradiso si va a piedi) Francesco Pazienza

28 L’essere umano vive una sola volta Alessandro Calzolari

Contributi

50 Come si acquisisce una visione antroposofica della vita Eleonora Brigliadori

Libertà di cura

52 La festa dei guariti Mirco Bindi

Arte&Anima

54 Black light: la luce che nasce dal buio Fabio Agrifoglio


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Croazia, La casa natale di Rudolf Steiner Nel periodo in cui fu un impiegato delle Ferrovie, il padre [di Rudolf Steiner] prestò servizio in diverse stazioni nella regione di Vienna, salvo un’eccezione: per un breve periodo fu trasferito a Kraljevec, un paesino nell’odierna Croazia. Fu proprio lì che nacque Rudolf Steiner, il 27 febbraio 1861, in un ambiente slavo e non di lingua tedesca, fatto che egli considerò essenziale per il lavoro della sua vita. cit. Rudi Lissau, Rudolf Steiner. Vita, opera, cammino interiore e iniziative sociali, editrice Novalis, 2016.


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Filosofia di vita sana

intervista a Olaf Koob, a cura di Ronald Richter

Medico antroposofo conosciuto dal pubblico per i suoi numerosi libri e le sue conferenze di successo, Olaf Koob affronta in questa intervista il tema della salute nei suoi molteplici aspetti: a cominciare dai numerosi pregiudizi e preconcetti che esistono sull’alimentazione, per arrivare a come si possa affrontare il cancro con forza e coraggio. Nel suo libro Wenn die Organe sprechen könnten fa riferimento all’approccio anatomico esposto nel dialogo tra Huang Di e il suo consigliere. Quale insegnamento possiamo trarre da questo fondamentale testo della medicina cinese, che risale a oltre 5000 anni fa? Spontaneamente mi viene in mente una fantastica frase in merito alla prevenzione dalle malattie: “Fabbricare le armi solo quando scoppia la guerra ha meno senso che averle già pronte”. Un altro detto cita: “Non bisogna aspettare di morire di sete per scavare un pozzo”. Questo è indice del pensiero che sovrintende alla profilassi nella medicina cinese, che non interviene solo dopo il manifestarsi della malattia. Questo aspetto di prevenzione contenuto nel dialogo mi ha sempre colpito. Sempre nel suo libro, lei scrive che i sintomi che non sono stati trattati, si sono opposti alla natura. Intende che questa potrebbe essere un’ulteriore possibilità offerta alla moderna scienza medica? Questo concetto esisteva già in Grecia, dove i terapeuti venivano principalmente intesi come “pedagoghi della salute”, almeno nell’accezione che gli attribuiremmo ai giorni nostri. L’antica parola dieteia, da cui deriva oggi la nostra parola dieta, ossia l’arte di vivere in buona salute, si collega al fatto che l’uomo può evitare di ammalarsi seguendo uno stile di vita sano. Questo approccio lo si può trovare fino al diciannovesimo secolo. A questo proposito citerei, da una parte, il volume del barone Feuchtersleben, che definì la dieta dell’anima; dall’altra, farei riferimento a Makrobiotik oder die Kunst, das menschliche Leben zu verlängern (Macrobiotica, ovvero l’arte di prolungare la vita umana) di Christoph Wilhelm Hufeland. Quindi dovremmo cercare di rileggere questi libri sotto una nuova luce e cercare di metterne in pratica i dettami? Oppure dovrebbero essere riscritti in chiave moderna, dato che si tratta di affermazioni non sempre sostenute dalla prova dei fatti. In fin dei conti servirebbe un’educazione sull’alimentazione. Ho recentemente letto un libro – Aber bitte mit Butter (Per favore con burro) – in cui si descrivono molte di queste fandonie sull’alimentazione riguardo al colesterolo e ai cosiddetti grassi cattivi. Una corretta informazione sarebbe già una cosa importante per poter dare al paziente una certa sicurezza.

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Quindi lei non perora la causa vegana? No, assolutamente no. Ho recentemente sentito un rinomato ricercatore che si occupa di alimentazione, che ha esaminato negli anni molti pazienti. Alla domanda di quale fosse, secondo la sua esperienza, il suo paziente più sano ha risposto: “Il vegetariano moderato, che usa con cautela le proteine animali. Mi sembra che l’alimentazione vegana sia troppo unidirezionale. Una sorta di religione sostitutiva. Io reputo che alcuni prodotti derivati dal latte e le specifiche proteine siano essenziali per la nutrizione”. Allora si dovrebbe scegliere solo latte Demeter? Appunto. Bisogna sostenere quanto c’è di positivo. Non ci sarebbe più la Coca-Cola, se la gente non la bevesse più. E ci sarebbe più latte Demeter, se la gente lo richiedesse. Quando compro il latte guardo sempre se è stato omogeneizzato oppure no. So che l’omogeneizzazione del latte – il processo con cui le parti di grasso vengono frammentate in piccolissime goccioline, così da aumentare la loro stabilità in emulsione con l’acqua – può scatenare delle allergie in alcune persone. Io sono un grande sostenitore delle vacche, che in India sono sacre, e pagherei volentieri un euro o anche un euro e mezzo in più per acquistare del latte di qualità. Ma tutti i tipi di latte, anche il Demeter, sono pastorizzati. In questo caso non vanno persi importanti componenti? Sarebbe meglio se assumessimo tutti latte crudo. Ma questo è un argomento che probabilmente risulta troppo difficile per motivi di ordine igienico. Basti pensare ai casi di trasmissione di tubercolosi bovina legati all’ingestione di carne o di latte infetto. Si dice che il vero formaggio dovrebbe essere fatto solo con latte crudo. Oggi non è più così, anche per i prodotti venduti nei negozi biologici. Non sarebbe meglio mangiare formaggio prodotto con latte crudo? Dal punto di vista della qualità sarebbe sicuramente meglio. Si tratta di un dato di fatto conosciuto da tempo: più un alimento viene modificato, più è dannoso per l’uomo. E ci si pone sempre la stessa domanda: “Devo mangiare tutto quello che viene proposto?” Direi che la necessità di rinunciare a certe cose riguarda anche il cibo.

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Cosa ne pensa dello jogging? Per me lo jogging non è la miglior forma di allenamento. L’allenamento più vantaggioso per l’uomo si ha quando la cura e il movimento si incontrano. Questo lo si è scoperto attraverso la fisiologia del cuore. Il cuore trae beneficio esclusivamente in caso di camminate o passeggiate, così che anche l’anima possa gioire. Vi è infatti una volontà d’animo nel movimento. Non bisogna solo pensare: adesso corro i miei dieci chilometri. Per quanto tempo si dovrebbe camminare giornalmente? Si dovrebbe farlo almeno mezz’ora. Rudolf Steiner, che passava molto tempo in auto, disse che se ci si muove passivamente, ci si dovrebbe muovere attivamente almeno con lo spirito. Si tratta di una sorta di compensazione della passività. Se indolenza fisica e mentale si incontrano, come davanti alla televisione, si genera una miscela particolarmente velenosa. Come ci dovremmo rappresentare l’attività mentale nella quotidianità? Tutto comincia dal fatto che non dovremmo limitarci a catturare immagini, ma dovremmo anche creare immagini interiori, nelle quali si possa esercitare una qualche forma di creatività. Per esempio, scrivendo un diario. Questa attività mentale riguarda anche l’alimentazione: esistono arte culinaria e filosofia di vita. Queste sono rivitalizzanti per la nostra anima, per il fatto che non accettiamo le cose in modo passivo. Credo che sia un requisito per gli uomini, tornare a essere creativi e attivi in tutti i campi della vita, nelle piccole cose come in quelle importanti. Dall’uscita del suo libro, si sono manifestate nuove malattie, magari legate al mondo digitale? Sicuramente. Mi è stato chiesto di fare una riedizione del mio Drogensprechstunde. Per questo ho fatto visita ad alcuni ex colleghi. Oggi siamo nel campo della poli-tossicodipendenza, uomini che assumono tutti i tipi di sostanze possibili, cosa che prima non succedeva. E, soprattutto, abbiamo sempre più persone psicologicamente al limite, che fanno consumo di droghe. In sostanza, tutto si è modificato in modo fulmineo anche grazie ai media digitali. In che misura? Io credo che attualmente molti uomini vivano una condizione che gli psicologi descrivono come “obesità da immagini”. Sono

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cioè vittime di un bombardamento di immagini che assimilano ma non si riescono più a digerire. Questo accresce il loro nervosismo, così come osservò Rudolf Steiner con grande preoccupazione: l’essere continuamente ovunque e in nessun luogo. Quando si utilizza uno smartphone si è costantemente collegati, ma si rischia di non essere più presenti a quanto ci circonda. Occorre poi pensare al fatto che i bambini non contraggono più le classiche malattie infantili, ma soffrono, per contro, di disturbi cronici quali allergie, malattie polmonari, nervosismo e disturbo da deficit di attenzione e iperattività, o ADHD. Quali conseguenze può comportare impedire di contrarre le malattie infantili? Una malattia infantile si manifesta tendenzialmente sulla pelle. E la pelle, lo spellarsi con le sue mutazioni, è di fondamentale importanza per la trasformazione corporea e psicologica. Ho esaminato, con molta preoccupazione, che un sistema immunitario non ancora maturo può essere attaccato dalle vaccinazioni. Sono già passati due decenni da quando lessi su un giornale inglese che il miglior vaccino per i bambini è il contatto con la sporcizia. Esiste anche uno studio effettuato presso la Charité, in cui si coltivano batteri dalla sporcizia, così da poter aiutare i bambini a superare le proprie allergie. Questo lo si potrebbe ottenere con costi limitati. Per il fatto che non possono contrarre malattie, si allevano bambini che non sono né malati né sani. Non c’è nulla di male nel prendere l’influenza. Ma oggigiorno si lavora sulla disinformazione e sulla paura. Quale spazio è oggi riservato alla medicina antroposofica? Da una parte è sicuramente positivo notare che le cure antroposofiche sono disponibili in molte cliniche. Allo stesso tempo vedo però che queste non vengono applicate esattamente nel senso indicato da Rudolf Steiner. In questo modo si incorre in una perdita di sentimento nel rapporto paziente-medico. Molti dottori, anche quelli più giovani, non trovano più il tempo per risalire alle origini e non prescrivono più determinate cure sviluppate da Rudolf Steiner, così queste spariscono dalla produzione delle aziende farmaceutiche. Nelle terapie oncologiche, anche nei cosiddetti ospedali antroposofici, esiste una tale pressione che alla fine non si vede altro che una cura chemioterapica. Personalmente vorrei chiedere se è ancora presente quel coraggio della guarigione di cui parla Steiner.

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Quest’ anno celebreremo il centenario della terapia con il vischio. A che punto è il trattamento con il vischio nelle cliniche antroposofiche? Conosco un oncologo svizzero che, a ragion veduta, affermò che il vischio si rapporta al cancro come la spezia alla zuppa. Ma occorre considerare anche altri aspetti. Lo si può notare a proposito del polmone. Per me è sempre stato chiaro che il polmone è un organo madre e che, quindi, necessita di cure che appartengono al campo cosmico, rispetto a quelle con il vischio. Mi è recentemente capitato un caso dove ho consigliato un tipo di medicamento che anche Rudolf Steiner ha indicato per le forme più accentuate di cancro: la Rosa di Natale. Questa ha funzionato eccellentemente. Senza chemioterapia: abbiamo curato tutto con una terapia incentrata sulla Rosa di Natale.

invita ai prossimi incontri con

Christine Untersulzner L’impulso del Convegno di Natale 1923-1924 quale cammino di conoscenza verso il 2023-2024: centenario della fondazione della Società Antroposofica Universale e dei Nuovi Misteri Cristiani *** L’incontro del 2 marzo su Marie Steiner

è RINVIATO a data da destinarsi *** 28 settembre 2017, ore 20.30-22.30 Il nucleo esoterico della Società Antroposofica Universale *** 30 novembre 2017, ore 20.30-22.30 L’esperienza del Cristo oggi e l’essere del primo Goetheanum

Contributo partecipazione: 10,00 euro

Si consiglia la prenotazione: Artemedica, tel. 02.6711621 335.1636131 – info@artemedica.it

Quali sono gli altri aspetti della cura? I pazienti arrivano oggi in ospedale, vengono operati e non vedono nemmeno una volta il loro chirurgo. Per questo motivo diventa essenziale la medicina antroposofica con la sua arte terapeutica, la terapia del dialogo e la preparazione al destino. Dove sono le ferite, le repressioni e le proliferazioni interne che non si riescono a risolvere? Steiner disse che il cancro è come un figlio del materialismo. Lei sostiene che senza malattie non esisterebbe la libertà. Questo dono ce lo ha dato Lucifero. Oppure Prometeo: una sorta di Lucifero, che rubò il fuoco agli dei per darlo agli uomini. Al contrario la libertà dona la possibilità di ingannare le malattie e di debellarle? Io credo che sia così. Se non avessimo il fegato allora potremmo bere all’infinito, se mi è consentita la battuta. Steiner ha coniato una definizione interessante, in cui dice che esistono due modi per non avere malattie, oppure per sconfiggerle. La malattia sarebbe un’autoeducazione corporea per il miglioramento delle nostre qualità morali e spirituali. Se individuo i temi che devo elaborare e poi procedo in quella direzione, allora non ho più bisogno di essere educato dalla malattia. Ippocrate diceva che i volenterosi sono guidati dal destino, i non volenterosi ne vengono trascinati. tratto da Info3 Il barone Ernst von Feuchtersleben (1806 -1849) fu scrittore, poeta e medico di grande esperienza e di generosa umanità, spirito aperto alle tendenze dei nuovi tempi. Nel 1848 ricoprì la carica di sottosegretario all’Istruzione, suggerendo riforme che, per lo meno in seguito, trovarono nella scuola feconda applicazione. Fu amico di Franz Schubert, di Adalbert Stifter e di Moritz von Schwind. A lui si deve l’introduzione – nel 1845 – del termine psicosi, con il significato di “malattia mentale o follia”. Grande popolarità ebbe il suo volume di “medicina spirituale” Zur Diätetik der Seele (Per una dietetica dell’anima - 1838). Christoph Wilhelm Hufeland (1762 - 1836), medico tedesco considerato il promulgatore della medicina olistica secondo il modello ippocratico, fu tra i primi a propugnare l’attuazione della vaccinazione su vasta scala secondo quanto indicato dal medico e naturalista britannico Edward Jenner, noto per l’introduzione del vaccino contro il vaiolo e considerato il padre dell’immunizzazione. Usò l’idroterapia e le cure termali, coniò il termine “macrobiotico” per indicare le capacità di prolungare la vita umana (ripreso poi da Oshawa con altra accezione). Medico personale del re di Prussia e protomedico della Charité, organizzò la sanità civile in Prussia dopo la battaglia di Jena. Fu professore all’università di Jena (1793) e docente di patologia speciale e terapia nella nuova università di Berlino nonché autore di oltre quattrocento pubblicazioni. (fonte: Enciclopedia Treccani - www.treccani.it)

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Marie Steiner e Ita Wegman alla luce delle correnti dei Re e dei Pastori

Vincenzo Bevilacqua

Questo articolo – di cui pubblichiamo in questo numero la prima parte – costituisce un approfondimento riguardo a due delle correnti di misteri, quella dei Re e quella dei Pastori, legate rispettivamente a Marie Steiner e a Ita Wegman, che hanno acceso una profonda diatriba nella società antroposofica. Dal mondo spirituale le due anime, che nella vita terrena sentivano di appartenere a due correnti diverse, ora anelano a risanare questa lacerazione, per ricongiungersi in una sintesi, in un’unione al servizio di un’antroposofia in grado di rivolgere lo sguardo e dirigere il passo verso il futuro.

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l 28 dicembre dall’anno 1923, a Dornach, venne costituita, con voto unanime e con vivissimi applausi di tutti i soci, la Presidenza della Società Antroposofica universale così composta: Presidente Dott. Rudolf Steiner; Vice Presidente Sig. Albert Steffen; Cancelliere Dott.ssa Ita Wegman; Segretario e tesoriere Dott. Guenther Wachsmuth. Componenti della Presidenza Sig.re Marie Steiner e Elisabeth Vreede. Solo Marie Steiner risultava abbastanza conosciuta nell’ambiente antroposofico. Come mai, dunque, tali personalità furono preferite a soci veramente attivi e fedeli, che con tanta abnegazione si erano sempre posti al servizio dell’Antroposofia? Rudolf Steiner motivò le sue preferenze in modo molto chiaro, rilevando che i difficili compiti che dovevano emergere in seno a tutto il movimento antroposofico universale potevano essere da lui assolti solo se avesse avuto al suo fianco proprio le persone da lui scelte e non altre. Difatti egli così si espresse durante il Convegno di Natale del 1923/1924: “Questa è la Presidenza con la quale io effettivamente potrò adempiere ai compiti che vi ho accennato con pochi tratti”. E subito dopo il Convegno, in diversi incontri, egli mise sempre in risalto il fatto come la composizione della Presidenza

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non fosse scaturita da un semplice provvedimento formale, bensì da una ben precisa azione esoterica per cui “i soci debbono comprendere che la composizione della Presidenza di Dornach è esoterica; si tratta del fatto che una vera corrente esoterica attraversa la Società e l’inserimento della Presidenza deve essere considerata un’azione esoterica” (O.O. 260 a). Da ciò si può evincere come la preferenza accordata a tali personalità si sia dovuta basare da un lato sulla valutazione del loro karma personale e inoltre, come ci dice Sergej Prokofieff, doveva essere subordinata all’approvazione (che fu concessa) delle Potenze Spirituali che guidano il movimento antroposofico. Quindi si trattò di una Presidenza scelta per via karmica e fortemente auspicata dai mondi spirituali. Rudolf Steiner conosceva bene i difetti e le debolezze umane di questi suoi cinque intimi collaboratori. Tuttavia, ciò che a lui interessava più di tutto era il potersi collegare con le loro Essenze superiori al fine di poterne scorgere la loro grandezza spirituale, nonché il loro karma in quanto legato alla Scienza dello spirito. In un dialogo privato, Rudolf Steiner definì tale Presidenza “Il Triangolo spirituale inserito in un pentagramma, ambedue formanti una completa figura esoterica”; dove il Triangolo vorrebbe rappresentare, nelle personalità di Marie Steiner, Ita Wegman ed Albert Steffen, il

nucleo essenziale, la parte più spirituale della Presidenza, mentre il Pentagramma vorrebbe significare l’insieme di tutte le personalità, compresi Guenther Wachsmuth ed Elisabeth Vreede ed è, il Pentagramma, il simbolo dell’attività della Società Antroposofica in quanto diretta al mondo esteriore, in forma exoterica. Attraverso queste tre o cinque Personalità voleva (vuole e vorrà) operare la luce irradiante del Maestro dei nuovi tempi, Rudolf Steiner, affinché possano essere portate a compimento, in questo nostro quinto periodo post Atlantico (14133573) e anche nel successivo sesto periodo, o periodo Slavo (3573-5733), le “mete” prefigurate dalle Potenze Spirituali che perseguono il bene dell’uomo e del mondo. Le tre personalità che rappresentano, come detto, la sfera più intima e quindi più esoterica della Società Antroposofica Universale (Marie Steiner, Ita Wegman e Albert Steffen) sono, nello stesso tempo, i tre rappresentanti delle tre principali correnti di Misteri, rispettivamente la “Corrente del Nord”, la “Corrente del Sud” e la “Corrente Manichea”. In particolare le prime due (la corrente del Nord e la corrente del Sud) affondano le loro radici negli antichi Misteri, le cui origini risalgono addirittura alla terza epoca Atlantica (l’epoca che precede la nostra epoca), mentre la terza corrente, quella Manichea, guarda di più al futuro.

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Vogliamo ora brevemente considerare le prime due correnti, che rispettivamente fanno capo, nella Società Antroposofica, a Marie von Sivers-Steiner e a Ita Wegman. Le sorgenti di queste due correnti risalgono nientemeno che alla lontanissima epoca Atlantica, allorché si trovavano ancora riunite in una armonica unità superiore presso l’alto Oracolo del Sole o del Cristo Cosmico, spiritualmente diretto dal grande Iniziato Solare Manu. Si trattava di due vie iniziatiche opposte tra loro, in quanto l’una, quella che poi divenne la corrente del Nord, perseguiva una via di conoscenza che cercava la “rivelazione” dello Spirito guardando al Macrocosmo, mentre l’altra voleva coltivare la ricerca del mondo spirituale a partire dalla propria interiorità (cioè dal Microcosmo). Così, nel primo caso, si voleva mantenere il contatto con gli elevati mondi dello Spirito attraverso il raggiungimento, da parte del discepolo dei Misteri, di una uscita “estatica” dal corpo fisico; mentre, nel secondo caso, si mirava a non perdere i collegamenti con i mondi superiori attraverso l’immersione “mistica” nelle profondità della propria anima. Ora succede che verso la fine dell’epoca Atlantica, nell’approssimarsi del grande diluvio, il Manu stesso abbandona il continente con schiere di uomini progrediti e si reca nella più vicina località europea, nei pressi dell’attuale isola d’Irlanda, fondando il primo centro dei Misteri d’Europa. Fu qui, in questo luogo altamente misteriosofico, che, in gran segreto, fu operata la divisione della originaria corrente unitaria in due correnti, in base alle duplici tendenze iniziatiche alle quali abbiamo prima fatto cenno. E fu così che i più progrediti tra i discepoli che erano predisposti a percorrere la via “estatica” d’iniziazione, quella che conduce all’incontro con il Macrocosmo, confluirono nella cosiddetta corrente del Nord (settentrionale), che per l’appunto si estese geograficamente a Nord, in una linea che va dall’occidente all’oriente, attraversando le attuali regioni dell’Inghilterra, Francia del Nord, Olanda e poi dell’attuale Scandinavia per giungere fino alla Russia. Mentre l’altra schiera di progrediti, che avevano coltivato la pro-

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pensione a percorrere la via iniziatica che vuole realizzarsi attraverso l’immersione nella propria interiorità, migrò seguendo le vie che portano a Sud attraversando la Spagna per giungere in Africa, fino all’Egitto e all’Arabia. E così la corrente del Nord fu destinata a dare l’avvio al primo e al secondo periodo di civiltà postatlantico, rispettivamente nell’antica India con i Santi sette Risci e con lo stesso Manu (7227 a.C. 5067 a.C.), e nell’antica Persia con Zaratustra, l’altissimo Iniziato Solare (5067 a.C. - 2907 a.C.). Invece la corrente del Sud prese radici nell’antico Egitto, sede principale di questi Misteri, nel terzo periodo di civiltà, con Ermete in Egitto e con Mosè in Palestina (2907 a.C. - 747 a.C.). Abbiamo potuto constatare dunque come quella corrente unitaria presso l’oracolo del Sole, in epoca Atlantica, si sia diversificata in due correnti ben distinte sia dal punto di vista territoriale sia per il metodo di ricerca del Divino. Ma perché si rese necessario spezzare l’originaria unità di quell’unica corrente per dare luogo a due diverse e specifiche correnti? Questo dovette accadere per il seguente motivo. Ogni qual volta che, nell’ evoluzione del mondo, debba nascere qualcosa di nuovo, occorre che prima avvenga una diversificazione, un contrasto, affinché poi, dal superamento di tale contrasto, possa risorgere, dalle ceneri della originaria unità, una nuova via d’evoluzione, che di nuovo mira a ricomporsi ad “Unità”. Così vediamo come le due correnti, separatesi per lungo tempo al fine di perseguire le loro proprie e particolari esperienze spirituali, dovettero ricongiungersi per ritrovare una loro più perfetta sintesi, un più alto principio alla svolta dei Tempi durante il Mistero del Golgota. Se adesso spostiamo il nostro sguardo sui “Vangeli” vediamo come, anche in essi, queste due correnti si presentano dapprima separate. Nel Vangelo di Matteo vediamo agire, con tutta la sua potenza, la corrente del Nord, con i Re Magi venuti dall’Oriente, dalla lontana Persia, da Babilonia, da quei luoghi sacri dei Misteri babilonesi,

dei Misteri del Sole, presso i quali aveva soggiornato, nel VI secolo a.C., Zaratos una delle tante incarnazioni di Zarathustra. In quei Misteri si coltivava una conoscenza particolarmente profonda del Cosmo (del Macrocosmo) attraverso la via “estatica”, al fine di mantenere sempre vivo il collegamento con i superiori mondi Spirituali, con le Entità che soggiornavano nel Sole, con il Cristo Sole. Come risultato della loro iniziazione i Re Magi possedevano dunque la facoltà di leggere il linguaggio delle Stelle nel Cielo e di saper scorgere e individuare, nel Cielo “Spirituale”, quella Stella che li guidò in Palestina nel luogo della nascita di Gesù. E secondo le indagini spirituali di Rudolf Steiner, la Stella che i Re Magi videro non era altro che l’Entelechia spirituale di Zarathustra (in greco, Zoroaster, cioè la Stella d’oro) che li guidò verso Betlemme. Nel Vangelo di Luca vediamo agire invece, con tanta semplicità di cuore, l’altra corrente, la corrente del Sud, con i pastori. Essi, rispetto ai Re, si trovavano in una situazione completamente diversa. I poveri Pastori non venivano da lontano ma si trovavano già nei dintorni di Betlemme pascolando il loro gregge; essi ricevettero la rivelazione dell’evento nel momento della nascita del Santo Bambino e intrapresero immediatamente il cammino verso la grotta. E questa volta, sempre secondo le indagini spirituali di Rudolf Steiner, ad accompagnare i pastori vi fu la partecipazione diretta dell’Entelechia del Gautama Budda, ossia il supremo rappresentante dei Misteri del Sud, che dal VI secolo a.C. si trova nei mondi Spirituali senza più incarnarsi. Per cui anche le differenze esistenti tra i due Vangeli trovano il loro fondamento nelle differenti correnti ispiratrici dei due Vangeli stessi. Nel Vangelo di Luca tutto è colmato di armonia celeste e di quiete raggiante, mentre gli eventi nel Vangelo di Matteo sono invece pieni di drammaticità, pericoli e conflitti. Così i rappresentanti di entrambi i tipi dei Misteri (Zarathustra dei Misteri del Nord e Budda dei Misteri del Sud), mediante la loro diretta partecipazione agli eventi di Palestina, poterono preparare da due lati opposti l’incarnazione del Cristo alla svolta dei tempi ritrovando,

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il Triangolo vorrebbe rappresentare il nucleo essenziale, la parte più spirituale della Presidenza

nel contempo, proprio nell’evento del Mistero del Golgota, “l’archetipo” della superiore sintesi e della ritrovata “unità” su un piano evolutivo più alto. Ma se i massimi rappresentanti delle due correnti (Zarathustra e Budda) ritrovarono, come detto, l’archetipo della sintesi e della unità alla svolta dei tempi, così non avvenne tra i rispettivi seguaci esoterici di tali opposte correnti. Vale a dire: che cosa doveva avvenire ora, sotto l’influsso del Mistero del Golgota, tra i seguaci delle rispettive correnti, cioè tra i seguaci della corrente del Nord o dei Re e quelli della corrente del Sud o dei Pastori? Doveva avvenire che “i Re sarebbero dovuti diventare Pastori e i Pastori sarebbero dovuti diventare Re”! E se questo non era stato possibile realizzarlo compiutamente in precedenza, senz’altro si sarebbe dovuto realizzare oppure si dovrà ancora realizzare a opera dei soci, in quanto facenti parte della Società Antroposofica, quale preposta dai Mondi Spirituali a ricondurre ad unità le due correnti. Infatti, uno dei compiti principali affidati ai soci della Società Antroposofica fu proprio quello che ogni singolo socio, innanzitutto, debba poter comprendere a quale delle due correnti egli stesso appartenga per Karma personale; quindi, appurato questo, dovrà cercare di scoprire la corrente di provenienza di ciascun altro socio e poi, invece di fare, per così dire, quadrato con i soci a lui affini, cercare di dialogare, di lavorare, di fare gruppo con quei soci che, a causa della differente corrente di appartenenza karmica, guardano al percorso antroposofico da una diversa angolatura spirituale; se questo non si realizza, allora già è evi-

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dente come il dialogare si presenti difficoltoso e le incomprensioni, invece di essere reciprocamente superate, diventino a volte motivo di scontro profondo, in tal modo rendendo vana la realizzazione di tale compito. Come avvicinarsi allora all’altro socio in modo tale da poter fare proprie le peculiarità della diversa corrente facendola convivere con la propria e così poter ricomporre, dentro se stesso, quell’unità dei due diversi cammini iniziatici che fu realizzata, ma solo come “Archetipo”, alla svolta dei tempi? Come far sì che “i Pastori diventino Re e i Re diventino Pastori”? La risposta fu data da Rudolf Steiner già in alcune conferenze del 1920 e anche in importanti conferenze del 1924 (le conferenze sul Karma), nelle quali egli parlò caldamente del nuovo compito dei Re e dei Pastori che convivono nella Società Antroposofica. Detto in altre parole: il percorso dei Re (corrente del Nord) si caratterizza attraverso la concreta azione indirizzata verso la contemplazione del Macrocosmo, mentre il percorso dei Pastori (corrente del Sud) si basa sul lavoro interiore dentro se stessi, nel Microcosmo. Ora, ciascun socio ha il compito karmico, in quanto appartenente alla Società Antroposofica, di ricomporre in se stesso la sintesi delle due correnti (egli deve saper fare l’uno e l’altro insieme). E questo compito karmico, indispensabile perché i “Nuovi Misteri” possano trovare un reale compimento sulla Terra, può essere assolto soltanto attraverso il lavoro “in comune”dei due gruppi. Entrambe le correnti debbono imparare a lavorare insieme per il bene dell’intera evoluzione terrestre, appropriandosi delle rispettive qualità opposte; questo significa avere la possibilità di “riunire” nelle proprie anime entrambi gli elementi al fine di avere il reale accesso al Mistero centrale di tutta l’evoluzione dell’uomo,

e cioè al Mistero del Cristo, come pronunciato nella quarta parte della Meditazione della Pietra di Fondazione donataci da Rudolf Steiner durante il Convegno di Natale del 1923/1924. Diamo di seguito alcune indicazioni, così come emergono dalle conferenze del 1924, al fine di poter individuare le caratteristiche dei due tipi di soci appartenenti rispettivamente alla corrente dei Re o alla corrente dei Pastori. Premesso che le due correnti non si sono incarnate contemporaneamente – a prescindere da un piccolo numero di soci che costituì un’eccezione – bensì con il rinvio all’incirca di una generazione, vediamo come in un primo momento nel movimento antroposofico entrò un gruppo, nel quale non è difficile riconoscere le qualità fondamentali dei Re. Dopo una lunga ricerca spirituale, molti di questi uomini abbandonarono la società Teosofica per passare alla Società Antroposofica, dove trovarono ciò di cui avevano profondo bisogno e cioè il “vero esoterismo cristiano”. La maggior parte di tali anime era attiva nel mondo con le più diverse professioni e si occupava di Antroposofia solo, per così dire, nel tempo libero, cioè dopo aver assolto a tutti gli altri impegni della propria vita. Un buon numero di tali anime le ritroviamo reincarnate adesso nell’attuale società Antroposofica. La caratteristica di base di queste anime è quella di riconoscere, senza alcun minimo dubbio, in Rudolf Steiner l’elevato Iniziato del Cristianesimo esoterico. L’accesso all’Antroposofia da parte dei rappresentanti dell’altro gruppo, con il carattere prevalentemente dei Pastori, fu ed è anche oggi del tutto diverso. La maggior parte di loro giunse al movimento Antroposofico in un secondo tempo, e

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il Pentagramma è il simbolo dell’attività della Società Antroposofica in quanto diretta al mondo esteriore cioè solo a partire dalla fondazione della Società Antroposofica nell’anno 1912/1913, che corrisponde al momento in cui si consumò la definitiva separazione dalla Società Teosofica. Anche loro riconoscono subito in Rudolf Steiner il rappresentante della corrente centrale del Cristianesimo esoterico; però queste sono le anime che sentono maggiormente il bisogno di dover coltivare l’Antroposofia non tanto all’interno dei vari gruppi quanto all’esterno, cioè nella civiltà moderna. Perciò le domande che i rappresentanti di questo gruppo karmico rivolgevano continuamente a Rudolf Steiner riguardavano prevalentemente il “come” poter trasformare i diversi ambiti pratici della vita, partendo dagli impulsi centrali dell’Antroposofia. Anche oggi le anime della corrente dei Pastori si incarnano nella Società Antroposofica per occuparsi di Antroposofia nel senso di cercarne la sua attuazione direttamente nella vita pratica al fine di contrastare, con le forze ardenti dello Spirito, le forze del materialismo che con tanta forza stanno imperversando nella vita sociale. A differenza dei soci dell’altro gruppo, tali anime non vogliono occuparsi dell’Antroposofia soltanto nel tempo libero, quando cioè hanno finito di assolvere a tutti i loro impegni privati, bensì vogliono compenetrare di Antroposofia tutta lo loro vita quotidiana e in particolare la loro vita professionale. Dalle domande che tali soci rivolgevano a Rudolf Steiner, miranti a volere, come detto, operare sin dentro la vita pratica di tutti i giorni, nacquero tutte le iniziative pratiche dell’Antroposofia e cioè nacquero le cosiddette “figlie” dell’Antroposofia, come ad esempio la pedagogia, la medicina, la biodinamica, l’euritmia, l’arte della parola, e così via.

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A queste diversità ancora altre se possono aggiungere. Ad esempio, i rappresentanti del gruppo dei Re sono, per loro natura, molto geniali; comprendono subito tutto ma non realizzano, cioè non passano all’azione, mentre i rappresentanti del gruppo dei Pastori non capiscono tutto subito ma, in compenso, sono molto volenterosi e passano subito all’azione e se non riescono subito in ciò che debbono portare a termine, tale è l’impegno profuso che alla fine producono i migliori risultati. Un’altra differenza importante tra i due gruppi consiste nel fatto che mentre il gruppo dei Re non vuole assolutamente sentire parlare di karma, i componenti del gruppo dei Pastori sono tutti molto propensi a vedere nello svolgimento della vita un tessere di nessi karmici. Abbiamo così potuto mettere in evidenza alcune peculiari caratteristiche di questi due diversi gruppi karmici che potranno essere di aiuto se si vorranno risolvere possibili contrasti e incomprensioni tra i soci e nello stesso tempo riuscire a penetrare nelle peculiarità delle due diverse correnti. Fin qui è stata tratteggiata molto brevemente l’evoluzione delle due correnti nonché il lavoro spirituale che i soci, partendo dalle sue differenti personalità, debbono compiere “in comune” per portare a sintesi le due vie di iniziazione onde permettere la realizzazione in Terra dei nuovi Misteri ad opera di Rudolf Steiner. Ora deve risultare chiaro il fatto che le due correnti dovevano trovare una degna rappresentanza in seno alla originaria Presidenza costituita, come detto, il 28 dicembre dell’anno 1923. E infatti fu così che a rappresentare i Misteri del Nord venne scelta la signora Marie von Sivers-Steiner e a rappresentare i Misteri del Sud venne prescelta la dottoressa Ita Wegman, due anime pode-

rose e altamente evolute dal punto di vista Spirituale e che anche nelle vite precedenti, e sotto altri nomi, si erano ritrovate insieme con Rudolf Steiner per portare avanti la loro missione al servizio di Michele, il “volto del Cristo”. Furono proprio le loro due domante iniziali e la comune preghiera finale rivolte al loro Maestro Rudolf Steiner a determinare, rispettivamente, il nascere del movimento Antroposofico, l’istituzione della Scuola di Michele in Terra e infine la culminazione dei “Nuovi Misteri” resa possibile mediante “l’atto Cultico” svoltosi a Dornach durante il Convegno di Natale del 1923/1924. Infatti, in occultismo, esiste una regola inviolabile la quale stabilisce che se un Iniziato deve intraprendere qualcosa di importante per il buon progresso dell’umanità, egli deve attendere che gli giunga dall’esterno, da un’altra personalità, la relativa domanda attraverso la quale potrà comprendere se il Mondo Spirituale sia d’accordo o meno sull’azione che egli si accinge ad intraprendere. (fine I parte)

Bibliografia Sergej O.Prokofieff, Possano Udirlo gli Uomini, Vol.II. Sergej O.Prokofieff, Del Rapporto con Rudolf Steiner. Rudolf Steiner, Considerazioni esoteriche sui nessi Karmici, O.O. 235-240. Rudolf Steiner, Vangelo di Luca, O.O. 114. Rudolf Steiner, Vangelo di Matteo, O.O. 123.

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Il viaggio Una possibilità di ritrovare se stessi e scoprire potenzialità insperate di guarigione spirituale e fisica

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Rossana de Angelis

a tempi lontani l’uomo quando entra in crisi esistenziale – che può manifestarsi in molteplici forme di crisi, anche collettive, come la sopravvivenza, la guerra, la malattia, la miseria, le catastrofi naturali – utilizza un meccanismo di sopravvivenza innato ma molto efficace: il viaggio. Il viaggio può iniziare da una fuga, da una vacanza, da una ricerca-studio, da un desiderio invincibile di scoperta. Il bisogno di conoscenza è forte come lo sono i bisogni primari: sicurezza, riproduzione, sopravvivenza. Ulisse è in questo senso un archetipo dominante per noi umani. Viaggiare significa spezzare le catene dello spazio e del tempo per trasformarle nel nostro spazioempo interiore. Il viaggio fisico è sempre anche dentro di noi. Siamo sempre entronauti. Il mondo fisico colora e arricchisce lo spazio interiore immenso e in espansione. Essendo incarnati abbiamo bisogno di stimolazioni fisiche, suoni, profumi, sensazioni corporee, caldo, freddo, sesso, per poter entrare in contatto con le nostre parti non materiali ma concrete come i sentimenti, le emozioni, il mondo poco conosciuto ma dominante della nostra anima. L’anima costretta nel contenitore lo usa per fare esperienza, per manifestarsi, per espandersi, fino a farci comprendere che la guarigione fisica è in realtà un’esperienza animica. Tutti i Maestri Spirituali ci hanno insegnato la magia del viaggio. Il potenziale dell’aggregazione, l’unione di tante menti e di tanti cuori che insieme trascendono lo spazio e il tempo per scoprire sogni comuni, progetti prima impensabili, sentimenti assopiti nelle profondità del quotidiano. Uscire dal quotidiano è come passare la frontiera: si diventa più liberi, più coraggiosi, più generosi. Quando andiamo all’estero facciamo cose che a casa non ci verrebbero nemmeno in mente. Infatti nei viaggi possono nascere nuovi legami, innamoramenti o desideri di attività diverse, si diventa creativi, a volte giocherelloni. Salute, soldi, abitudini diventano diversi, rarefatti, non ansiogeni. Quello che ci aspetta a casa si allontana, rimangono gli affetti veri. In questo momento di non tempo (di viaggio) tutto diventa più facile e più leggero, l’anima apre le ali e incarna se stessa.


Il mio incontro con Ildegarda G

Cristina Borgogni

avevi fatti dipingere in alcune miniature, così i mobili e le Ildegarda, anima immensa, piena d’amore, di profonda luci; ti ho evocata! intelligenza e conoscenza, piena di umiltà ma anche di inSono cominciate notti in cui mi svegliavo e correvo a scricredibile forza, un genio secondo me, paragonabile a Leovere quello che qualcuno “mi dettava”; una notte non sono nardo da Vinci per eclettismo. Quando, quattro anni fa, ho potuta arrivare allo studio, tanto le parole correvano nella sentito il bisogno come attrice di recitare un testo con un mia mente, e ho scritto in una cabina armadio, con una maprofondo messaggio spirituale, mi sei apparsa. Degli amici tita, su un giornale. Le parole uscivano urgenti, chiare, premi hanno parlato di te, io mi sono ricordata di avere letto cise. La prima scena che ho scritto è l’ultima dello spettaanni prima con stupore di come una monaca tedesca del colo: ti ho visto sulla sedia mentre morivi dire quelle parole 1100 componesse musica, cantasse, suonasse, scrivesse e dolcemente, piegare la testa, mentre la coroncina ti cadeva poesie, si occupasse di malattie e alimentazione e avesse di mano. Una notte, sognando, mi dicevi che volevi aiutare rapporti complessi e forti con papi e imperatori; poi, in un la Chiesa, ti sentivo parlare della birra e non capivo che cosa paesino dei Pirenei, in un piccolo negozio sperduto ho volessi dire; poi mio marito, che nello spettacolo intertrovato le tue medicine: un segno. Ho cominciato a studiare preta Volmar, il tuo fedele amato segretario, ha fatto una rii tuoi libri, allora pochi, lentamente ho iniziato a pensare cerca e ha trovato che tu sei stata fra le prime a usare il lupdi scrivere un testo teatrale su di te. Ho cominciato a stupolo nella birra per aromatizzarla, in quanto a quei tempi si diarti, a pensarti attraverso le tue lettere, a cercare di intuire usava un insieme di erbe e spezie, “il grut”, in cui a volte, il tuo carattere, ho abbandonato altri lavori, mi sono chiusa purtroppo, finivano per molto tempo in delle piante velenose: una piccola stanza le persone si sentiper capire come si vano male e siccome può vivere per spesso erano le donne trent’anni in uno che si occupavano di spazio piccolisfare la birra, alcune simo. Più studiavo venivano accusate di i tuoi libri, più mi stregoneria. Con il sentivo inadeguata luppolo la birra era a parlare di te, sabuona e sana; ma io rei dovuta essere tutto questo non lo saesperta di musica, pevo, avevo solo soteologia, cosmolognato una voce che gia, storia del Memi diceva “la birra, la dio Evo, erboristebirra”. ria; mi sembrava Non mi sentivo all’alun’impresa impostezza del compito di sibile per le mie scrivere su di te, ma forze, ma una sera una voce lieve mi rasdavanti a un foglio sicurava, forse era un bianco e una masogno? Sorprendentetita ho cominciato mente ho subito troa scrivere di getto, vato un produttore senza fermarmi, e per fare lo spettacolo contemporaneae nello stesso periodo mente vedevo il Papa emerito ti ha quello che scrifatto Santa e dottore vevo formarsi della chiesa, allora come scene dello l’interesse su di te è spettacolo; ho fatto iniziato; un amico mi fare i costumi esatIldegarda - la sibilla renana presenta il testo dell’’opera teatrale ha presentato un vetamente come li scritta e interpretata con successo da Cristina Borgogni.

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La Monda scovo che mi ha fatto fare lo spettacolo nel più grande teatro di Roma, tutto è cominciato in grande. Sentivo che dovevo fare io la regia dello spettacolo, mi sentivo guidata da te; siamo andati in scena con un grande successo. Il vescovo, turbato, mi ha detto che ascoltando le tue parole si è “convertito”; le persone mi abbracciavano piangendo. Ho cominciato a rappresentarti in teatri grandi e piccoli, festival, società antroposofiche, anche in un tempio dedicato al grande maestro Yogananda e, sempre, le persone rapite e commosse mi dicevano che è uno spettacolo di guarigione; un signore è venuto a vedere la piece undici volte e quando gli ho chiesto perché, mi ha risposto che le tue parole lo guarivano e lo rendevano felice; molti mi hanno detto che tenevano questo libro sul comodino. Quando inizia lo spettacolo, mio marito e io ci guardiamo e non sappiamo mai cosa accadrà, perché ogni sera è diverso; sento un tremito, come un vento leggero, e tu parli attraverso me, dicevi di sentirti “come una piuma trasportata dall’aria”, io sento un energia sottile ma fortissima attraversarmi, mi “elevo”, e amore e saggezza parlano. Tu dicevi di essere la tromba di Dio, io, forse, sono una tua piccola tromba. Sono accaduti tanti episodi forti: una violinista esperta della tua musica smise di suonare durante il concerto e piangendo alla fine mi abbracciò dicendomi “finalmente sei qui, ti posso abbracciare Ildegarda”; una naturopata esperta nelle tue erbe, dopo lo spettacolo, ha passato la notte sulla sedia dove avevo rappresentato la tua morte, perché diceva che l’energia lì era fortissima. Oggi, dopo tanto studio e riflessione sulle tue parole, mi rendo conto dell’immensità del tuo messaggio in ogni campo: sei la madre della medicina psicosomatica, conosci profondamente l’animo umano e il collegamento fra il corpo e la psiche. Con le tue illuminazioni sulle malattie, il tuo pensiero modernissimo sull’alimentazione, sul rapporto con la natura, con l’arte, con la musica, con la nostra parte profondamente spirituale, non solo sei contemporanea a noi, ma come dicono molti scienziati, sei una meta ancora da raggiungere. L’8 settembre 2017 rappresenterò lo spettacolo nel Duomo di Firenze con la tua musica dal vivo; tu mi fai fare un percorso non prevedibile e molto forte. Dopo la piece sono contenta per la felicità che vedo nelle persone, sempre, e in ogni contesto; spesso mi chiamano Ildegarda, dicono che canalizzo la tua energia, forse perché attraverso le tue lettere ho molto studiato il tuo carattere e ho cercato di rappresentarlo il più fedelmente possibile; all’inizio ero molto turbata, eri cosi dentro di me che non sapevo più chi ero io, poi piano piano mi sono ritrovata. Sei un’amica preziosa, una guida, tu mi indichi la strada per arrivare all’amore e alla gioia profonda; grazie per avermi scelta e grazie per l’amore che dai a tutti coloro che ti incontrano. Caro lettore, spero che la carezza di Ildegarda renda più felice il tuo cammino e sia una luce che ti guidi in queste notti buie. Amore, amore, amore. I

Associazione per la Pedagogia Curativa e Socioterapia Antroposofica O.N.L.U.S. Cooperativa Agricola Biodinamica Sociale O.N.L.U.S. Comunità Alloggio “Irene Cattaneo”

Incontri e laboratori Euritmia con Claudia Chiodi Partendo dall’osservazione della natura esploreremo i quattro elementi (terra, acqua, aria e fuoco) e gli esseri che li animano per donare loro la dedizione che meritano attraverso una relazione più consapevole. Arriveremo a tessere una lode della loro bellezza attraverso le parole di San Francesco nel Cantico delle Creature portato in Euritmia. Prossime date 1 aprile, 29 aprile, 6 maggio, 27 maggio

Manufatti per i più piccini a cura di Gabriella Bosi Impariamo a confenzionare bambole e manufatti adatti ai più piccoli. Primo martedì del mese

Pittura per adulti “apriti sesamo” a cura di Emanuela Pagani, Irma Stropeni, Maria Lionetti Accedere al tesoro della creatività attraverso la porta dei sensi. Per conoscere i sensi di base e farne esperienza concreta attraverso percezione e lavoro con pittura e arti varie. Prossime date 11 marzo, 25 marzo, 22 aprile, 20 maggio

Tintura Naturale a cura di Maria Roberti Con questo corso si apprendono le tecniche base per tingere lana e seta in modo naturale. Dopo una breve introduzione alla storia della tintura, i partecipanti lavoreranno con alcune piante classiche, individuate dalla tradizione, e con altre presenti sul nostro territorio. Al termine del corso ogni partecipante avrà sperimentato differenti tecniche e sarà in possesso di un campionario con relative ricette. Prossime date 27 maggio, 28 maggio

Per info e prenotazioni n. 45 Primavera 2017 - ARTEMEDICA

La Monda, Via Bruno Giacomini 26, Arcisate (VA) tel. 0332470389 - segreteria@lamonda.org


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