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LEGAL IL MENSILE DEL MERCATO LEGALE
Anno II / N°10 / Mensile / Mar. 2017 / € 20
DIRITTO DEL LAVORO
COSÌ CI SIAMO CONQUISTATI IL NOSTRO SPAZIO Anno 2017 - Prima immissione 13/03/2017
A dieci anni dalla fondazione dell’insegna Francesco Rotondi illustra le strategie che hanno permesso a Lablaw di affermarsi nel suo settore di specializzazione Francesco Rotondi
DOSSIER PENALE FINANZIARIO
ISSN 2499-8370
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Aggiotaggio e manipolazione del mercato
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ANCHE IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
EDITORIALE
I rapporti di lavoro evolvono oltre il Jobs act ANGELA MARIA SCULLICA
@AngelaScullica
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ai dati sull’andamento dell’occupazione in Italia, resi noti dall’Istat, il complesso degli interventi normativi che vanno sotto il nome di Jobs Act, a due anni dalla sua entrata in vigore, mostra un bilancio di luci e ombre: dall’inizio del 2015, da quando cioè è scattata la decontribuzione per le nuove assunzioni stabili, il tasso di occupazione è passato dal 55,9% al 57,3% mentre quello dei senza lavoro è calato dal 12,3% all’11,9%. Gli occupati quindi sono aumentati di 417mila unità con 409mila contratti a tempo indeterminato in più rispetto a inizio 2015. Un risultato senz’altro positivo. Ma, a ben vedere, a beneficiarne non sono stati i giovani (i nuovi posti per i ragazzi tra i 14 e i 25 sono stati solo 36mila) bensì gli ultracinquantenni il cui numero è aumentato di 690mila unità. Oltre 500mila italiani si sono rimessi a cercare un impiego. Nello stesso tempo l’utilizzo dei voucher è più che raddoppiato (121 milioni nei primi 10 mesi del 2016). I licenziamenti sono aumentati del 32% spinti anche dal depotenziamento dell’articolo 18. Ma, come si sa, i dati di per sé, non possono essere in grado di mettere nella condizione di esprimere un giudizio complessivo sulla riforma in quanto inficiati anche da altri fattori come l’andamento economico, la politica, lo sviluppo tecnologico. Come emerge anche dalla tavola rotonda sul Jobs Act promossa da Legal, quel che occorre sottolineare in questa sede è la portata rivoluzionaria che questa legge ha avuto nel nostro Paese a livello culturale. Per la prima volta in vent’anni infatti si è intervenuti sul nucleo duro del lavoro e cioè sul rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato cambiando, in un’ottica di semplificazione e flessibilità, regole fondamentali relative all’ingresso al lavoro, alla gestione del rapporto e all’uscita. Il primo passo del Jobs Act è stato l’intervento sui contratti a termine e quelli di somministrazione (Decreto Poletti) che ha di fatto eliminato decenni di discussioni giudiziarie. Nel giro di un anno sono stati liberalizzati, con interventi progressivi, i contratti a termine e somministrazione. Sono stati facilitati i cambi di mansione, ed è stato semplificato l’utilizzo degli strumenti informatici. Ma soprattutto, come è stato detto nel corso dell’incontro svolto presso la sede di Le Fonti, «è cambiato il paradigma in materia di tutele contro il licenziamento illegittimo: è stato definitivamente rotto il tabù della reintegrazione, affermando con chiarezza che la regola è l’indennizzo mentre la reintegrazione è un’eccezione». Aspetti dirompenti in una cultura che per anni si è basata sui principi di certezza, sicurezza e protezione del posto di lavoro. Se poi si guarda l’applicazione pratica della legge, si possono riscontrare numerose criticità e distorsioni che andrebbero corrette a partire dall’esiguità dell’indennizzo corrisposto ai lavoratori licenziati senza giusta causa e dall’utilizzo, spesso spregiudicato, dei contratti a tutele crescenti soprattutto nei confronti dei giovani. Il forte progredire delle tecnologie impone però un’ulteriore riflessione sulla riforma del lavoro. Questa dovrebbe tenere presente l’evoluzione in corso nella quale i confini tra lavoratori subordinati e lavoratori autonomi diventano sempre più evanescenti. Oggi si assiste infatti al formarsi di una zona sempre più vasta nella quale le persone preferiscono una remunerazione a obiettivo anziché a orario. Occorrono quindi strumenti che valorizzano competenze, attitudini, responsabilità, capacità di apprendimento e autonomia del lavoratore stesso. Senza i quali diventa più difficile e penalizzante partecipare attivamente al cambiamento.
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LEGAL
IL MENSILE DEL MERCATO LEGALE
Sommario Il “nuovo” traffico di influenze illecite
PROTAGONISTI
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Così ci siamo affermati sul mercato
DI SERGIO SPAGNOLO
BANKING & FINANCE
DI FEDERICA CHIEZZI
MERCATI E BUSINESS
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Ecco chi sono i campioni dell’m&a DI GABRIELE VENTURA
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Uno scudo europeo anti hacker
SCENARI
6 Polizze e internet,
come cambia la professione DI FILIPPO FATTORE
DI GLORIA VALDONIO
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Troppo innovative per fallire DI RICCARDO RAVASIO
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I Paesi più attraenti per gli studi legali DI GABRIELE VENTURA
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Lo Stato scommette sullo scambio di informazioni DI LAURA FRANCO
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Caccia ai pirati informatici
Italian Desk
General Counsel
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Libri
Mondo Legale
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EDITORE
In corsa
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Lifestyle
DOSSIER PENALE FINANZIARIO
Quando scattano i reati di aggiotaggio e manipolazione DI FEDERICA CHIEZZI
48 RESPONSABILE COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE Claudia Chiari COORDINAMENTO INTERNAZIONALE (New York, Dubai, Hong Kong, Londra, Singapore) Alessia Liparoti (alessia.liparoti@lefonti.it) PROGETTI SPECIALI Alessia Rosa (alessia.rosa@lefonti.it)
Le Fonti S.r.l. Via Dante, 4, 20121 Milano DIRETTORE RESPONSABILE Angela Maria Scullica (angela.scullica@lefonti.it) REDAZIONE Federica Chiezzi (federica.chiezzi@lefonti.it) SEGRETERIA EDITORIALE segreteria@lefonti.it COLLABORATORI Flavia Giuliani, Gloria Valdonio, Andrea Salvadori, Guido Sirtoli Filippo Cucuccio, Luigi Dell’ Olio, Filippo Fattore, Paolo Tomasini Alessandro Amantonico, Laura Franco, Milenia Treccarichi
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DI LUIGI DELL’OLIO
IMPRESE E LAVORO Dopo la pioggia di agevolazioni, si torna alla normalità
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L’incidenza dell’evoluzione tecnologica
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DI GIACINTO FAVALLI
Jobs act: un bilancio in chiaroscuro
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DI MILENIA TRECCARICHI
Un passo avanti verso il lavoro agile
INNOVAZIONE E DIGITAL MARKETING Simona Vantaggiato (simona.vantaggiato@lefonti.it) UFFICIO GRAFICO Valentina Russotti REDAZIONE E STUDI TELEVISIVI Via Dante 4, 20121 Milano tel. 02 8738.6306 Per comunicati stampa press@lefonti.it EDITORIAL OFFICES Londra, Milano, New York, Singapore, Dubai, Hong Kong CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Opq s.r.l. Via G.B. Pirelli, 30- 20141 Milano tel. 02 6699.2511, info@opq.it, www.opq.it
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PROFESSIONE AVVOCATO Porte aperte al welfare
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DI GABRIELE FAVA
DI FILIPPO CUCUCCIO
LEGAL n. 10 - Marzo 2017
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Carriere
Quanto vale il risiko bancario
DI GLORIA VALDONIO
RUBRICHE
PENALE E FISCO
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DI LUIGI DELL’OLIO
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SCENARI
RIFORME
Polizze e internet, come cambia la professione
Gli avvocati reggono l’impatto con la crisi, ma dovranno fare i conti con gli adempimenti previsti dalla norma sulla responsabilità civile annunciata più di quattro anni fa: da ottobre diventa obbligatoria la copertura assicurativa per i danni a terzi e anche chi ce l’ha già dovrà adeguarsi agli standard previsti dal governo. Intanto, decolla il processo telematico DI FILIPPO FATTORE
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n barba alla crisi, che diminuisce drasticamente in alcuni settori il ricorso al sostegno legale e ritarda a dismisura il pagamento delle parcelle, il numero di avvocati cresce. Nel 2016, secondo i dati diffusi dalla Cassa forense, aggiornati al 15 dicembre, circa 4.700 professionisti hanno appeso la toga al chiodo. Un numero rilevante di cessazioni dall’albo che non cambia, però, il saldo complessivo. Negli stessi mesi, infatti, ci sono state ben 8.398 nuove iscrizioni. Si tratta, hanno spiegato dall’ente di previdenza della categoria, di dati tutto sommato in linea con gli anni precedenti. Che devono, però, essere letti alla luce del
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numero abnorme (circa 250mila) di avvocati già su piazza e della perdurante recessione. Uno scenario che spiega buona parte delle cancellazioni. Gli iscritti all’albo, infatti, che arrivati alla fine dell’anno inseriscono in dichiarazione un reddito zero possono chiedere l’esonero dell’iscrizione alla Cassa, con il conseguente annullamento dei contributi minimi obbligatori dovuti. Per gli anni a venire, comunque, gli esperti ipotizzano un inevitabile ridimensionamento della categoria. Ai colpi della crisi si aggiungono infatti, da quest’anno, norme più stringenti per ottenere l’abilitazione professionale.
prime continueranno a svolgersi nell’arco di tre giornate. Nelle prime due sarà richiesto al candidato di sviluppare un parere motivato in riferimento a un caso concreto. Prova che dovrà essere superata anche attraverso un approfondimento dei fondamenti teorici degli istituti giuridici interessati e degli orientamenti giurisprudenziali. Nella terza giornata i futuri avvocati dovranno dimostrare la conoscenza del diritto processuale, le applicazioni pratiche delle norme e la dimestichezza con i principi generali della materia. A complicare il tutto, ed ecco la novità principale, ci sarà da quest’anno il divieto tassativo di consultare i codici con annotazioni giurisprudenziali. In altre parole, non sarà più possibile, come è avvenuto finora, andare a caccia della sentenza più somigliante a quella proposta dalla commissione d’esame e copiare gli orientamenti giurisprudenziali. I candidati potranno, infatti, esaminare soltanto specifici testi di legge stampati e pubblicati dall’editore prescelto. Per quanto riguarda la prova orale, l’unica differenza con il passato è relativa alla selezione delle domande. Non verranno più formulate discrezionalmente dal commissario esaminatore, ma saranno estratte a sorte, in presenza del candidato, attraverso una procedura informatica che pescherà all’interno di un’ampia rosa già predefinita.
I nuovi esami Per la sessione 2017 dell’esame di avvocato diventerà operativa la nuova disciplina contenuta nel Decreto 48 del 25 febbraio 2016 firmato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Gran parte del provvedimento è volto a garantire una maggiore regolarità di svolgimento delle procedure d’esame. Il che significa controlli severissimi, anche attraverso apparecchiature tecnologiche, per evitare l’ingresso nelle sedi d’esame di qualsiasi tipo di materiale informatico o comunque non consentito. Ma molti passaggi del testo riguardano anche l’articolazione delle prove scritte e orali. Le
La polizza professionale Per coloro che sono già in sella, e vi sono rimasti nonostante tutto, il 2017 si preannuncia zeppo di novità legislative e regolamentari. Opportunità, per certi versi, ma anche sfide da affrontare sul fronte degli adempimenti burocratici. La più rilevante, sotto il profilo anche degli oneri, è quella della polizza obbligatoria per la responsabilità civile. Dopo un lungo percorso partito addirittura nel 2012, con la riforma della legge professionale (legge 241 del 31 dicembre), dal prossimo 11 ottobre tutti gli avvocati dovranno necessariamente dotarsi di una copertura assicurativa. Il decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta ufficiale l’11 ottobre del 2016 fissa infatti in un anno l’entrata in vigore della norma. La riforma riguarderà non solo quella parte della categoria, circa la metà degli iscritti, che ancora non ha sotto-
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scritto una polizza, ma anche tutti coloro che, previdentemente, si erano già rivolti a una compagnia per garantirsi dai rischi professionali. Le nuove disposizioni prevedono infatti che tutti i contratti siano allineati ai requisiti minimi standard stabiliti dal decreto. Tutti, insomma, dovranno adeguarsi. Coperture ampie La polizza dovrà garantire la copertura della responsabilità civile dell’avvocato per tutti i danni che dovesse colposamente causare a terzi nello svolgimento dell’attività professionale. Il danno potrà essere di natura patrimoniale, non patrimoniale, indiretto, permanente, temporaneo o futuro. Non solo. Il risarcimento scatterà anche in caso di errori o condotte intenzionali commessi dagli assistenti. Il decreto spiega, infatti, «che l’assicurato deve prevedere altresì la copertura per la responsabilità civile derivante dai fatti colposi o dolosi dei collaboratori, praticanti, dipendenti, sostituti processuali». E il titolare dello studio, in capo a cui pende l’obbligo della stipula, dovrà sottoscrivere una polizza anche per gli infortuni degli altri avvocati e dei collaboratori qualora essi non siano già coperti dall’assicurazione obbligatoria dell’Inail. Le somme assicurate minime, in questo caso, sono di 100mila euro e in caso di morte e di invalidità permanente. Mentre è prevista una diaria giornaliera di 50 euro per inabilità temporanea. Tutte le fasi dell’attività professionale dovranno essere previste dalla polizza. L’assicurazione deve coprire la rappresentanza e difesa in tribunale o davanti gli arbitri, gli atti preordinati, connessi o consequenziali, come l’iscrizione a ruolo delle cause o le notifiche, la consulenza e l’assistenza stragiudiziale, la redazione di memorie o pareri, le mediazioni o le negoziazioni assistite. Compresi nel contratto obbligatoriamente anche i danni derivanti dalla custodia di documenti, titoli, valori, somme di denaro ricevuti dai clienti. Le compagnie, dal canto loro, hanno precisi obblighi. Nella polizza è infatti escluso il diritto di recesso dell’assicuratore in seguito al verificarsi di un sinistro o durante il periodo del risarcimento. Una misura studiata appositamente per evitare che l’avvocato si ritrovi improvvisamente senza copertura. Non solo. Come disposto all’art. 2 del provvedimen-
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to l’assicurazione deve prevedere «anche a favore degli eredi, una retroattività illimitata e un’ultrattività almeno decennale per gli avvocati che cessano di operare nel periodo di vigenza della polizza». Questa clausola, cosiddetta claims made, lega l’insorgenza del sinistro non al momento in cui l’avvocato provoca il danno, ma a quello in cui il cliente chieda materialmente il risarcimento per il pregiudizio subito.
ASSUNZIONI Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha annunciato che si potrà arrivare a «4mila unità di personale in più, nell’ambito di un intervento che comporta investimenti per 1,6 miliardi»
Massimali obbligati La novità più rilevante del decreto, che ha fatto storcere il naso alla categoria, è quella che riguarda i massimali minimi, fissati per i prossimi cinque anni, quando saranno oggetto delle prima revisione periodica di concerto con l’organismo di rappresentanza dei legali. Le cifre sono distinte per fascia di rischio in base alla dimensione dello studio. Si va dai 350mila euro (per sinistro o per anno assicurativo) per l’attività svolta in forma individuale con fatturato riferito all’ultimo esercizio non superiore ai 30mila euro fino ai 5 milioni per attività svolta in forma collettiva (studio associato) da oltre 10 professionisti. Per gli studi con meno di dieci soci l’asticella si sposta in base al fatturato. Fino a 500mila euro il massimale dovrà essere almeno di 1 milione. Sopra tale soglia la somma sale a 2 milioni. Cifre che faranno salire il costo delle polizza e aggiungeranno oneri economici a quelli già prodotti dall’aumento degli adempimenti burocratici. Non è un caso che tra le richieste del Consiglio nazionale forense presieduto da Andrea Mascherin ci fosse proprio quella di prevedere una serie di soglie d’ingresso più basse per gli avvocati più giovani con redditi inevitabilmente contenuti. Istanza poi accolta con l’introduzione nel decreto dei massimali di 350mila (sotto i 30mila di reddito) e di 500mila euro (fino a 70mila di reddito). Meno carta nel civile Tutto orientato alla semplificazione è invece lo sviluppo del processo telematico, che dopo il civile e il tributario si allarga anche all’amministrativo. I dati recentemente diffusi dal ministero della Giustizia dimostrano che le novità introdotte dal processo civile telematico (Pct), in sperimentazione dal 2006 e pienamente operati-
ve da un paio di anni, sono state ormai ben digerite dal sistema. Da gennaio a dicembre 2016 sono stati ricevuti oltre 8 milioni di atti telematici, di cui 682mila solo nell’ultimo mese dell’anno, con un incremento dell’11% rispetto al 2015. Ancora più significativo l’aumento delle medie mensili dei depositi, salite nel confronto annuale di 143mila atti (+27%). Gli avvocati attivi iscritti nel registro degli indirizzi elettronici al 31 dicembre 2015 sono 252mila (praticamente tutti), di cui 235mila (il 93%) con indirizzo Pec. Ma anche gli uffici giudiziari, tuttora non obbligati alla procedura informatica, si stanno dando da fare. Nel corso dell’ultimo anno i magistrati hanno depositato 4,3 milioni di atti, di cui 352mila solo a dicembre, con un aumento del 6% rispetto allo stesso mese del 2015. Anche qui le medie mensili sono lievitate del 23%, a quota 359mila.
deposito, si può scaricare dal sito della giustizia amministrativa. Tale modulo, che costituisce una sorta di busta per tutti gli atti, dovrà poi essere inviato dall’indirizzo pec del professionista a quello della sede giudiziaria adita e pubblicato sul sito istituzionale e, solo ove il deposito non possa effettuarsi tramite pec, si potrà procedersi mediante caricamento attraverso il sito istituzionale. La carta, almeno per ora, non sparirà del tutto. Fino al primo gennaio 2018 l’avvocato dovrà, infatti, far seguire al deposito telematico quello cartaceo. Mentre la vecchia scansione del testo sarà ammessa solo nel caso in cui gli atti e i documenti siano disponibili solo in versione cartacea.
Nuove assunzioni Per quanto riguarda il rispetto dei termini processuali di notifica, se tutto va come deve, immediatamente dopo l’invio della pec l’avvocato riceve dal proprio gestore una prima ricevuta di accettazione e, successivamente, una seconda ricevuta di Pec anche per il Tar I numeri cresceconsegna da parte del gestore del Siga. Entro ranno sicuramente nei prossimi mesi. Dal le 24 del giorno successivo dovrebbe arrivare primo gennaio, in base a quanto disposto dal un terzo e ultimo messaggio denominato redecreto legge 40 del 16 gistrazione del deposifebbraio 2016 (poi mo- Dopo il civile e il tributario, il processo to, con l’indicazione del dificato dal dl 117 del 30 numero progressivo del giugno, che ha fatto slit- telematico si allarga all’amministrativo, protocollo assegnato e tare la precedente scal’elenco di tutti gli atti dove il fascicolo processuale denza del primo luglio), e i documenti inviati. diventa interamente informatico è infatti obbligatorio il Solo allora il deposito si deposito telematico per intenderà perfezionato. tutti gli atti di primo o L’introduzione del Pat secondo grado davanti al Tar o al Consiglio di porterà con sé, almeno stando alle promesse Stato. In questo caso, a differenza del civile, il del guardasigilli, non solo una velocizzazione fascicolo processuale diventa interamente indella macchina giudiziaria, ma anche nuoformatico. Tutti i documenti saranno infatti vi posti di lavoro. Nei prossimi tre anni per digitalizzati, sia quelli provenienti dagli avvogestire l’avvio della digitalizzazione è infatti cati sia quelli prodotti dai tribunali. Il procesprevista l’assunzione di mille persone in ruoli so amministrativo telematico (Pat) sarà getecnico-amministrativi. In futuro, ha spiegato stito integralmente dal Sistema informativo Orlando, sottolineando che gli utlimi concordella giustizia amministrativa (Siga) attraverso si risalgono alla fine degli anni Novanta, si poil sito istituzionale (giustizia-amministrativa.it) trà arrivare a «4mila unità di personale in più, che costituisce l’unico punto di accesso, totalnell’ambito di un intervento di rafforzamento mente gratuito. Un’altra differenza rispetto al che comporta investimenti per 1,6 miliardi». processo civile, dove esistono oltre 60 punti, In questo modo, ha proseguito, «si risponde di cui molti a pagamento. all’esigenza del cittadino di una giustizia più Nel processo amministrativo non ci sarà inolrapida ed efficiente, ai lavoratori della giustitre bisogno di alcune redattore di atti. Tutti zia, che da tempo non trovano un sollievo alle i documenti verranno, infatti, allegati in un difficoltà, e ai capi degli uffici, che pongono modulo pdf che, a seconda della tipologia del questo come problema prioritario».
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OGNI MESE IN EDICOLA N°12 | Marzo 2017 |
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