Legal N°7- Dicembre

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LEGAL IL MENSILE DEL MERCATO LEGALE

Anno I / N°7 / Dicembre 2016 / € 20

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE APRE NUOVI SCENARI E spinge gli studi legali verso una diversa organizzazione dell’attività più congrua alla globalizzazione dei mercati

BONELLIEREDE

OPERE D’INGEGNO

STEFANO SIMONTACCHI : GIOCO DI SQUADRA E INTERNAZIONALIZZAZIONE PER ESSERE COMPETITIVI

DIBATTITO SULLA NORMATIVA

BANKING & FINANCE IL PIATTO RICCO DELLE BANCHE



EDITORIALE

Studi legali: l’intelligenza artificiale introduce grandi cambiamenti ANGELA MARIA SCULLICA

@AngelaScullica

L’

intelligenza artificiale cambierà in modo radicale l’attività e l’organizzazione degli studi legali. Negli Stati Uniti, precursori delle innovazioni tecnologiche, nello studio legale BakerHostetler lavora già da mesi Ross, il primo avvocato robot al mondo dotato di intelligenza artificiale; si occupa di ricerca giuridica ed è così efficiente da rispondere 24 ore su 24 a tutte le domande degli avvocati, facendo riferimento alle leggi dei paesi coinvolti. È anche in grado di raccogliere le prove dal vasto database di informazioni incorporate, riportando in modo chiaro e dettagliato tutte le argomentazioni pertinenti e credibili; di monitorare le leggi e di informare gli utenti circa le ultime decisioni per quanto riguarda un caso in corso. Ros non si basa solo su dati predefiniti, ma è dotato della capacità di imparare continuamente. È facile immaginare che, con il progredire della scienza informatica, le sue funzioni si amplieranno notevolmente. Qui occorre evidenziare i due lati della medaglia che accompagnano l’arrivo dell’intelligenza artificiale. Il primo, positivo, è che un’innovazione di tale portata dischiude enormi opportunità di business in quanto consente di operare con vaste conoscenze sui mercati internazionali raggiungendo clientele oggi precluse e quindi aprendo nuovi scenari con grandi potenzialità di sviluppo. Il secondo, negativo, è che se si rimane ancorati ai sistemi tradizionali senza affrontare velocemente, con pragmatismo, apertura mentale ed estrema flessibilità, il cambiamento culturale richiesto, si rischia l’emarginazione. Per gli studi legali tutto ciò si traduce in una profonda trasformazione che spinge sempre di più verso la riorganizzazione tecnologica dell’attività in un’ottica internazionale, con l’accentramento di molte funzioni di servizio, oltre a quella già menzionata della ricerca, la valorizzazione del brand, la qualità della consulenza, l’ampliamento dell’offerta che nello stesso tempo prevede la specializzazione in nicchie e mercati ben definiti. La riorganizzazione in tal senso è già partita in particolare nelle law firm di maggiori dimensioni che si stanno ristrutturando in modo da assumere sempre di più le caratteristiche di società multinazionali tecnologiche che offrono consulenza giuridica su molteplici aspetti giurisprudenziali con professionisti specializzati che lavorano in team di apertura internazionale. In particolare quest’ultimo aspetto permette oggi di acquisire una leva competitiva importante. Il massiccio ingresso della tecnologia nella vita quotidiana impone infatti un profondo cambiamento culturale che richiede contemporaneamente in capo a uno stesso soggetto da un lato una conoscenza olistica che permette di avere una chiara visione d’insieme e di formulare strategie efficaci, dall’altro una forte preparazione tecnico specialistica che consente di affrontare i dettagli in modo coerente con gli obiettivi prefissati. Tutto ciò porta verso la costituzione di strutture e organizzazioni che superino le singole individualità per puntare sulla valorizzazione del brand e su un servizio di elevata qualità che metta al centro dell’attenzione il cliente. Strutture pronte ad accogliere l’intelligenza artificiale per integrarla con quella umana in modo da renderla allo stesso tempo il più onnisciente e specialistica possibile. Questo processo evolutivo restringe gli spazi agli studi tradizionali meno flessibili e soprattutto dotati di ridotte risorse finanziarie. E rende più concreta l’idea che ci stiamo avviando a grandi passi verso un mercato globale. 

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IL MENSILE DEL MERCATO LEGALE

Sommario Antiriciclaggio: le sanzioni diventano più rigorose

PROTAGONISTI

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BonelliErede: gioco di squadra e internazionalizzazione per essere competitivi

DI ALESSANDRO AMANTONICO

Cyberbullismo, fenomeno in crescita

DI FEDERICA CHIEZZI

MERCATI E BUSINESS

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La proprietà intellettuale ripaga le aziende DI GABRIELE VENTURA

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Opere d’ingegno, pregi e difetti della normativa

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Porre un freno al grande fratello DI GLORIA VALDONIO

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Reati tributari: depenalizzazione e doppio binario punitivo DI GIUSEPPE FORNARI

42

Trojan horses: il perimetro da rispettare DI FILIPPO CUCUCCIO

LEGAL n. 7 - Dicembre 2016 EDITORE

SCENARI

6 Gli studi Usa si preparano all’effetto Trump DI FILIPPO FATTORE

RUBRICHE

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36

Italian Desk

General Counsel

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66

Luxury

Comunicazione

71

75

Lifestyle

In corsa

76

77

Mondo Legale

Carriere

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Arte e Design RESPONSABILE COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE Claudia Chiari

PROGETTI SPECIALI Alessia Rosa (alessia.rosa@lefonti.it)

DIRETTORE RESPONSABILE Angela Maria Scullica (angela.scullica@lefonti.it) REDAZIONE Federica Chiezzi (federica.chiezzi@lefonti.it) SEGRETERIA EDITORIALE segreteria@lefonti.it COLLABORATORI Flavia Giuliani, Gloria Valdonio, Andrea Salvadori, Guido Sirtoli Filippo Cucuccio, Luigi Dell’ Olio, Filippo Fattore, Paolo Tomasini Alessandro Amantonico

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INNOVAZIONE E DIGITAL MARKETING Simona Vantaggiato (simona.vantaggiato@lefonti.it) UFFICIO GRAFICO Valentina Russotti REDAZIONE E STUDI TELEVISIVI Via Dante 4, 20121 Milano tel. 02 8738.6306 Per comunicati stampa press@lefonti.it EDITORIAL OFFICES Londra, Milano, New York, Singapore, Dubai, Hong Kong CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Opq s.r.l. Via G.B. Pirelli, 30- 20141 Milano tel. 02 6699.2511, info@opq.it, www.opq.it

BANKING & FINANCE La ripresa è debole ma il piatto è ricco

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DI LUIGI DELL’OLIO

Più mercato per i titoli illiquidi

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DI ALESSANDRO AMANTONICO

COORDINAMENTO INTERNAZIONALE (New York, Dubai, Hong Kong, Londra, Singapore) Alessia Liparoti (alessia.liparoti@lefonti.it)

Le Fonti S.r.l. Via Dante, 4, 20121 Milano

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DI GLORIA VALDONIO

DI FEDERICA CHIEZZI

PENALE E FISCO

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IMPRESE E LAVORO Licenziato per giusta causa

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DI GUIDO SIRTOLI

PROFESSIONE AVVOCATO I robot entrano nelle law firm

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DI GLORIA VALDONIO

STAMPA Grafica Novarese DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA MePe - Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano UFFICIO ABBONAMENTI Telefono 02 8738 6306 o inviare una mail a: abbonamenti@lefonti.it www.worldexcellence.it/abbonamenti/ CAMBIO INDIRIZZO Si prega di comunicarci entro il 20 del mese precedente il nuovo indirizzo via mail a: abbonamenti@lefonti.it GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONAMENTI Le Fonti garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. leg. 196/2003 scrivendo a abbonamenti@lefonti.it. Pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Milano il 10 Marzo 2016, numero 83. La testata Legal è di proprietà di Le Fonti. Direttore responsabile Angela Maria Scullica Prezzo di copertina € 20,00



SCENARI

LA LEZIONE DI REAGAN

Gli studi Usa si preparano all’effetto Trump

Gli avvocati temono un impatto ignificativo sul fronte regolatorio e si preparano alla sfida puntando sulla diversificazione e sulla consulenza globale. Le realtà più piccole si dichiarano pronte a una stagione di fermento su immigrazione e infrastrutture DI FILIPPO FATTORE

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INCOGNITA Le mosse del neo presidente Trump sul fronte regolatorio ancora non sono chiare. Sembra però intenzionato a prendere direttamente posizione sulle principali fusioni aziendali, in particolare quelle del settore dei media

uando a gennaio il presidente designato Donald Trump prenderà possesso della Casa Bianca per gli studi legali specializzati nel settore regolatorio e normativo ci sarà da rimboccarsi le maniche. La sfida non sarà facile, ma gli osservatori americani assicurano che non è la prima volta. La stessa cosa è accaduta nel 1981, quando Ronald Reagan raccolse il testimone da Jimmy Carter e ridisegnò l’assetto delle agenzie federali. Il cambio della guardia alla presidenza degli Stati Uniti comportò profondi cambiamenti alle normative antitrust, a quelle del commercio e a quelle della giustizia. Alcuni studi legali, come il grande e autorevole Howrey, colosso con più di 700 avvocati sparsi per il mondo, specializzato nei settori della concorrenza, del contenzioso civile e della proprietà intellettuale, non solo prosperarono, ma riuscirono anche a crescere e svilupparsi. Sebbene anche Howrey poi, nel 2011, sia stato costretto a gettare la spugna, dichiarando bancarotta, dopo la fuga dalla società di oltre 60 avvocati di punta, lo studio negli anni 80 seppe fronteggiare meglio di altri il grande cambiamento imposto dall’amministrazione Reagan. Effetto Reagan Ma molte delle realtà più piccole, soprattutto quelle meno diversificate, non riuscirono a reggere il passo. E oggi tanti avvocati, in particolare quelli meno giovani che lavorano a Washington, hanno nella mente le immagini del passato. Ralph Savarese, ex presidente e managing partner di Howrey, e John Briggs, un partner Howrey negli anni Ottanta, che è ora a Axinn, Veltrop & Harkrider, ricordano bene quello che successe. A meno di un mese dall’insediamento di Reagan la Federal trade Commission (Ftc) gettò la spugna in una complicata indagine a carico delle otto più grandi compagnie petrolifere, abbandonando di fatto un’istruttoria che aveva avviato dieci anni prima. Howrey, che allora rappresentava Shell e Exxon, ne uscì vittoriosa. Un altro grande caso anti-

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trust si risolse a favore del colosso legale Usa, quando i commissari, alcuni mesi dopo la nuova presidenza, diedero ragione alla Litton Industries in una causa da 250 milioni di dollari contro At&T. Ma erano vittorie di Pirro per il settore. Nello stesso periodo, infatti, il dipartimento di giustizia lasciò anche cadere la decennale battaglia crociata contro l’Ibm. Gli avvocati che difendevano le società scampate alle indagini del governo festeggiarono. Ma ben presto decine di studi si trovarono con centinaia di specialisti sulle materie regolatorie che non avevano più nulla da fare. Avvocati in fuga La richiesta di avvocati crollò nel giro di pochi mesi. Lo stesso Howrey perse 30 avvocati nel 1981 e i suoi ricavi netti scesero del 10% nel 1982. «Fu una vera e propria crisi e tutti lo sapevamo», ricorda oggi Briggs. La società resto in piedi grazie a una serie di partenze e a una rivoluzione nell’organizzazione e nel business. «Parlai con gli avvocati uno a uno», ricorda Savarese. La scelta riguardava il futuro professionale di ciascuno. Bisognava accettare un forte ridimensionamento dei guadagni o abbandonare la barca. I sacrifici riguardarono tutti. I primi dieci partner si tagliarono le retribuzioni di circa la metà. In questo

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modo l’impatto per gli altri fu molto ridotto. Ma a tutti fu chiesto di cambiare metodo, di assumere un atteggiamento più imprenditoriale cercando di prendere il maggior numero di casi relativi a contenziosi complessi anche al di là delle specifiche competenze. «Non potevamo più vivere in un mondo dove si lavorava solo sulle questioni antitrust», spiega Savarese.

SILICON VALLEY Molti osservatori si attendono un vero e proprio duello del neo presidente con i giganti della Silicon Valley, che per otto anni sono stati dalla parte di Obama

Diversificazione obbligata O si diversifica o si muore. Era questa la parola d’ordine. E Howrey nel giro di poco si specializzò nelle coperture assicurative ambientali, nel commercio internazionale, nelle tematiche del lavoro e nella difesa della proprietà intellettuale. Si diceva ai clienti che lo studio avrebbe anticipato le mosse degli organismi regolatori e che gli avvocati sarebbero stati eccellenti nei processi. La strategia funzionò. «La nave si raddrizzo in un anno», dice Briggs. «La cosa più sorprendente è che gli avvocati sono andati fuori a trovare i clienti, riuscendo a vendere sia se stessi sia il loro marchio». Non a tutti, però, è andata bene. Altri due studi specializzati nelle cause antitrust, Bergson, Borkland, Margolis & Adler e Wald, Harkrader & Ross, non sono sopravvissuti. Il primo è crollato nel 1986, mentre Wald si è fuso nel


1987 con quello che allora era Pepper Hamilton. Uno dei soci fondatori di Bergson, Howard Adler Jr, ha descritto quello che è successo: «La rivoluzione nel diritto antitrust non era stata prevista. E noi negli anni Settanta eravamo così occupati a fare il nostro lavoro, che non abbiamo pensato a strutturare la società in maniera adeguata a fronteggiare questi cambiamenti». La Silicon Valley La storia si ripeterà? Per ora è difficile dirlo. Le mosse di Trump sul fronte regolatorio ancora non sono chiare. L’unico orientamento emerso durante la campagna elettorale è che il tycoon sembra intenzionato a prendere direttamente posizione sulle principali fusioni aziendali, in particolare quelle del settore dei media. C’è chi sostiene che sul fronte della finanza e dell’ambiente, invece, ci sarà un allentamento delle briglie. Mentre molti si attendono un vero e proprio duello con i giganti della Silicon Valley. Le premesse per un innalzamento della tensione tra l’amministrazione e le aziende del tech ci sono tutte. Potrebbe risultare paradossale che Trump si scagli contro quel mondo che in parte ha favorito la sua vittoria. Contro quelle tecnologie e quei social network che hanno rappresentato una formidabile cassa di risonanza dei messaggi con cui il magnate è riuscito a contrastare il massiccio schieramento mediatico a sostegno di Hillary Clinton. La febbre della protesta, tra serrati confronti on line, campagne aggressive di informazione e disinformazione e palesi menzogne circolate sulla rete ai danni di entrambi i candidati, si è diffusa su Facebook e Twitter con la velocità di un tornado, che alla fine ha spazzato via la macchina da guerra propagandistica messa in campo dal fronte democratico e da gran parte dell’establishment statunitense. Per chi tifano i social? L’insofferenza di Trump verso i campioni

LO SPAURACCHIO Negli anni Ottanta, la vittoria di Ronald Reagan (sopra con la moglie Nancy) alla Casa Bianca rivoluzionò il settore del contenzioso antitrust lasciando senza lavoro buona parte degli esperti della materia

dell’high tech è, però, nota. Così come lo è il rapporto di contiguità che si era creato tra Washngton e la Silycon Valley negli otto anni di presidenza Obama. Un rapporto che nel momento dello scontro elettorale si era tradotto in un esplicito sostegno alla candidatura della Clinton. L’unico ad aver puntato fin dall’inizio su Trump, additato per questo dai suoi colleghi, è stato Peter Thiel, fondatore di PayPal. Dopo la vittoria del tycoon molti hanno tentato il riposizionamento. Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, si è affrettato a sottolineare la neutralità del suo social, dove la gente scrive quello che pensa, rispetto ai contendenti, mentre il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, si è messo a disposizione del nuovo presidente con un tweet in cui ha offerto la sua “mente aperta” per eventuali collaborazioni. Difficile prevedere come si evolveranno i rapporti. Ma molti segnali fanno presagire che non saranno troppo cordiali. Trump ha attaccato Apple ai tempi delle polemiche col governo sui telefoni criptati dei terroristi, ha più volte chiesto ai big della Silicon Valley di mantenere la produzione in America e ha apertamente invocato un’indagine antitrust sull’attività di Amazon.

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Arrivano le boutique Le ricadute nodopera straniera, è assicurato. Con la che queste prese di posizione potranno conseguente richiesta di consulenza leavere sull’intero settore della regolagale di avvocati specializzati nel campo mentazione del mercato sono per ora dell’immigrazione. Un simile aumento ignote. È troppo presto per sapere quadella tensione è prevedibile per tutto le sarà l’impatto della presidenza Trump quello che riguarda il mondo delle misull’attività della Federal trade commisnoranze razziali e religiose, direttamension e sulle altre agenzie governative. te coinvolto dalle polemiche che hanno Pochi si aspettano una replica esatta del preceduto il voto e da quelle che ne 1980. Anche se quell’esperienza ha insono seguite. Anche qui ci sarà molto segnato che tutto è possibile. E che orda fare per chi è esperto di norme che CONTROCORRENTE mai per gli avvocati, prescindere dalla regolano la comunicazione sul web o L’unico tra i big della flessibilità e dall’imprenditorialità non di quelle che contrastano la discriminaSilicon VAalley ad aver puntato fin dall’inizio è più immaginabile. Così, negli States zione nei luoghi di lavoro e nell’offerta su Trump, additato come in Europa, si intensifica la diverdei servizi pubblici. per questo dai suoi sificazione. Rispetto ai vecchi e paludaVisto il clima rovente della campagna colleghi, è stato Peter ti studi legali di settore, campioni nel elettorale e le turbolenze successive Thiel, fondatore di loro campo, ma completamente sprovall’elezione di Trump sui media non è PayPal visti di strumenti per offrire servizi alescluso un intensificarsi pure delle cauternativi, proliferano ora le boutique se per diffamazione. legali sul modello anglosassone. StrutÈ immaginabile che il tycoon, una volture snelle e flessibili, dove all’enorme ta insediato alla Casa Bianca, sotterri potenza di fuoco su un terreno specifil’ascia di guerra contro tv e giornali co del diritto si preferisce la consulenza che lo hanno bombardato negli ultimi aziendale a 360 gradi, in grado di offrimesi. Ma lo stesso potrebbe non accare un sostegno su misura per ogni esidere per gli altri rappresentanti dei due genza e un’assistenza schieramenti che non legata solo al continuano a duelIl progetto di Trump di espellere contenzioso, ma a lare con ferocia su almeno 3 milioni di clandestini tutte le fasi procediogni mezzo di comentali e ai rapporti provocherà un terremoto nei tribunali municazione di mascon la pubblica amsa, spesso con colpi ministrazione. proibiti non consenMa se il futuro del diritto commerciatiti dalla legge. L’altro grande settole e amministrativo è incerto, ci sono re su cui si concentrerà, almeno nella settori dove il lavoro degli avvocati, prima fase del suo mandato, l’azione soprattutto quelli che lavorano singodi Trump è quello delle infrastrutture. larmente o in piccoli studi, dovrebbe Un fronte dove il sistema degli appalricevere un significativo impulso. A ti solitamente genera un alto livello di partire dall’immigrazione. Il progetto contenzioso. La previsione del mondo di Trump di far uscire dal paese almeno legale è che la maggior parte delle ope3 milioni di clandestini senza documenre annunciate dal presidente designato ti provocherà un terremoto nei tribunaverrà realizzata attraverso meccanismi li che si occupano di espulsioni e nelle di projet financing. È per questo che agenzie governative a cui è affidato il molti studi stanno rapidamente rispolcontrollo delle normative sul lavoro irverando le loro competenze in materia regolare. di diritto amministrativo, con particolare attenzione alle norme che regolaIl business dell’immigrazione no le partnership pubblico-privato, su L’aumento del contenzioso, anche per cui ci si aspetta un’enorme richiesta di le numerose aziende che sfruttano maconsulenza. 

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