AMANAGEMENT SSET
9 € | N°6 | Settembre - Ottobre 2018
966000 772532
Sergio Trezzi, managing director di Invesco, a capo del mercato retail europeo, illustra le strategie seguite dal gruppo per crescere nel settore della gestione passiva
9
ISSN 2532-9669
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LOM/MI/5193 -Prima immissione 10/10/2018 - Bimestrale | N°6 - www.newassetmanagement.it
80006
LA RIVISTA DEL RISPARMIO GESTITO
IL BUSINESS DEGLI ETF Sergio Trezzi
CONSULENZA
INVESTIMENTI
SONDAGGIO
Le linee guida Esma sulla valutazione di adeguatezza
Risparmio privato: la campagna d’Italia dei money manager
Exchange traded fund: quanto attraggono il mercato
Prima dell’adesione leggere il Prospetto e il KIID, disponibili presso i collocatori
CON UN UNICO PUNTO DI VISTA NON PUOI CERTO AVERE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE Idee diverse, un unico obiettivo. Noi di Legg Mason abbiamo riunito nove gestori specializzati e indipendenti, ognuno con le proprie idee e convinzioni. Tutto questo per offrirti un’ampia scelta di strategie e strumenti che ti aiutino a diversificare i tuoi investimenti, ottenere i risultati che desideri e realizzare così i tuoi obiettivi finanziari.
Incontra i nostri gestori su www.leggmason.it/about Thinking Independently, Together.
Pubblicato e approvato da Legg Mason Investments (Europe) Limited, sede legale 201 Bishopsgate, Londra, EC2M 3AB. Società registrata in Inghilterra e Galles al n. 1732037. Autorizzata e regolamentata dall’UK Financial Conduct Authority.
EDITORIALE
La nostalgia del passato remoto mette a rischio il futuro Angela Maria Scullica @AngelaScullica
I
Governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno cercato di indirizzare l’impiego del risparmio privato verso forme di investimento produttivo che favorissero la crescita delle imprese, la loro quotazioni in Borsa, il loro finanziamento attraverso canali alternativi al sistema bancario. In quest’ottica vanno inquadrati strumenti come i minibond e Pir nati con l’obiettivo di fornire risorse alle aziende di media piccola dimensione, notoriamente e storicamente sottocapitalizzate per via dello stretto legame che si era creato all’epoca della Prima Repubblica tra politica, banche e grandi industria. Un intreccio di ideologia e interessi volto a mantenere consenso ed equilibri di potere che non ha lasciato spazio nel tempo allo sviluppo di un efficiente mercato dei capitali. A ben vedere i minibond prima e i Pir dopo non sono stati altro che la continuazione di un processo durato circa vent’anni che si è avviato con le privatizzazioni, il blocco delle partecipazioni statali, le liberalizzazioni di servizi, per poi proseguire con l’ingresso in Europa, l’adozione dell’euro, il recepimento delle direttive europee. Un percorso che è stato sostanzialmente condiviso sia dai Governi di centrosinistra sia da quelli di centrodestra che hanno nei fatti portato avanti, chi più chi meno, una visione strategica volta a sviluppare una maggiore partecipazione dei risparmiatori al risparmio gestito, agli investimenti azionari, obbligazionari, a medio e lungo termine. Il primo discorso che Mario Nava, fresco di nomina alla presidenza della Consob, fece lo scorso maggio in Borsa Italiana di fronte alla comunità degli investitori, fu molto deciso in tal senso ed in perfetta continuità con il pensiero del precedente Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan. Egli infatti ribadì che la Consob da lui presieduta, si sarebbe impegnata nel creare le condizioni per una maggiore partecipazione dei risparmiatori alla Borsa, ai mercati, al finanziamento del sistema industriale e economico italiano lamentando il fatto che tradizionalmente gli investitori italiani sono troppo scettici e hanno una composizione dei propri portafogli molto conservativa con una grande quantità di depositi e obbligazioni bancarie e di Stato e una scarsa partecipazione all’investimento diretto nelle imprese. Ora invece, con la nascita della nuova compagine governativa avvenuta in estate, numerosi segnali portano a presagire una svolta radicale di questa visione strategica. Le recenti dimissioni di Nava e la nuova proposta in
fase di definizione, denomitata Cir (conti individuali di risparmio), che mira a fare ritornare i risparmiatori italiani a investire massicciamente in titoli di Stato dando loro un forte beneficio fiscale, ne sono un esempio. Le intenzioni sembrano chiare: rendere il finanziamento dello Stato molto più domestico e meno internazionale facendo in modo che siano gli stessi risparmiatori italiani a sostenere lo Stato in modo da evitare il supporto istituzionale internazionale. Il progetto dei Cir si accompagna alle polemiche suscitate dalle vicende seguite al tragico crollo del ponte di Genova che hanno sollevato il tema della privatizzazione dei servizi autostradali e quindi la volontà di assegnare il compito della ricostruzione del ponte ad aziende pubbliche. L’idea sottostante è quella che lo Stato ritorni ad essere protagonista delle scelte imprenditoriali del Paese attraverso il risparmio del settore privato affluito in titoli di stato, canali postali, cassa depositi e prestiti. Al di là dei giudizi di valore o delle opinioni personali, preme in questa sede sottolineare il fatto che così si vada verso una svolta della politica economica e finanziaria italiana in totale contrasto con la direzione in cui ci siamo mossi negli ultimi 25 anni, da quando cioè si è deciso di entrare nell’euro e di conseguenza di ridurre il peso dello Stato, delle partecipazioni pubbliche ecc. nell’economia del Paese. Dove questo possa portare non si sa, ma quello che emerge è la volontà di dare uno stop a tutti quegli sforzi che erano stati portati avanti dai vari Governi ed attuare una radicale inversione di marcia. In questa impostazione a carattere dirigistico le banche finirebbero col diventare semplici strumenti di canalizzazione del risparmio verso lo Stato piuttosto che attori indipendenti di sviluppo economico e sociale. Con il rischio di penalizzare e comprimere fortemente un’industria finanziaria che investe in know how e conoscenze per creare prodotti e servizi adeguati alla clientela. Si starebbe insomma cercando di realizzare anche nel settore finanziario una sorta di ritorno nostalgico al passato della Prima Repubblica ma tutto ciò, se mai dovesse realizzarsi, avverrebbe in un contesto totalmente diverso da quello di allora. Uno scenario molto più tecnologico, aperto, interrelato, competitivo, fluido e concorrenziale di quarant’anni fa nel quale sarebbe difficile, se non impossibile, continuare ad operare e a produrre da protagonisti. Settembre / Ottobre 2018 Asset Management
3
EDITORE
SOMMARIO
Le Fonti S.r.l. Via Dante, 4, 20121, Milano DIRETTORE RESPONSABILE Angela Maria Scullica angela.scullica@lefonti.it REDAZIONE Federica Chiezzi federica.chiezzi@lefonti.it REDAZIONE GRAFICA Valentina Russotti SEGRETERIA DI REDAZIONE segreteria@lefonti.it COLLABORATORI Giulia Andreoli, Vanessa D’Agostino, Filippo Fattore, Laura Lamarra, Duilio Lui, Maurizio Montagna, Guido Sirtoli, Nino Sunseri, Paolo Tomasini, Gloria Valdonio, Gabriele Ventura
SCENARI 6
Etf a zero commissioni: la battaglia è iniziata
10
L’Italia attrae ancora troppo poco
COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE Claudia Chiari COORDINAMENTO INTERNAZIONALE ( New York, Dubai, Hong Kong, Londra, Singapore) Alessia Liparoti alessia.liparoti@lefonti.it PROGETTI SPECIALI Alessia Rosa alessia.rosa@lefonti.it INNOVAZIONE E DIGITAL MARKETING Simona Vantaggiato simona.vantaggiato@lefonti.it REDAZIONE E STUDI TELEVISIVI Via Dante 4, 20121 Milano - tel. 02 87386306 Per comunicati stampa inviare a: press@lefonti.it EDITORIAL OFFICES Londra - Milano - New York - Singapore Dubai - Hong Kong TIPOGRAFIA Grafica Novarese Snc Via Marelli 2, San Pietro Mosezzo UFFICIO ADV press@lefonti.it DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA MePe - Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano
PRODOTTI E SERVIZI
PROTAGONISTI 12
Invesco: il business degli Etf
16
Pictet: semaforo verde sugli emergenti
MERCATI E BUSINESS 20
Con l’incertezza politica si può anche guadagnare
24
La campagna d’Italia dei money manager
38
Exchange traded fund: quanto attirano il mercato
42
Obbligazioni: maneggiare con cura
DISTRIBUZIONE 48
Le linee guida Esma sulla valutazione di adeguatezza
56
La cultura va oltre l’educazione finanziaria
FINTECH 58
L’evoluzione della tecnofinanza
62
Grande fratello nel conto corrente
RUBRICHE 19
Carriere
30
Morningstar Views
SERVIZIO ABBONAMENTI Telefono 02 8738 6306 o inviare una mail a: abbonamenti@lefonti.it CAMBIO INDIRIZZO Si prega di comunicarci entro il 20 del mese precedente il nuovo indirizzo via mail a: abbonamenti@lefonti.it GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONAMENTI Le Fonti garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. leg. 196/2003 scrivendo ad abbonamenti@lefonti.it Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Milano il 09 Giugno 2017, numero 183. La testata Asset Management è di proprietà di Le Fonti. Direttore responsabile Angela Maria Scullica Prezzo di copertina € 9,00 WEBSITE: www.newassetmanagement.it
4
Asset Management Settembre / Ottobre 2018
LA RIVISTA
N° 1DEI CEO
.
LE FONTI
WORLD EXCELLENCE www.lefonti.it
LEGAL
LA RIVISTA N°1 DEGLI AVVOCATI
comitato scientifico le fonti (in ordine alfabetico)
SCENARI
LO SBARCO DI VANGUARD
Etf a zero commissioni: la battaglia è iniziata Con l’arrivo del colosso Usa, anche in Italia l’offerta low cost appare come un trend destinato a rafforzarsi sempre più nel mercato dell’asset management. E per i concorrenti lo scenario si fa più complicato Duilio Lui
L
o sbarco di Vanguard in Italia viene vissuto con grande attenzione (o preoccupazione, a seconda dei punti di vista), per l’impatto dirompente che l’asset manager americano ha avuto negli altri paesi in cui è già operativo. Il tutto, per altro, calato in un trend di mercato che già deve fare i conti con una progressiva riduzione dei margini, che minaccia la sopravvivenza di alcuni operatori, soprattutto quelli meno attrezzati sul fronte delle economie di scala per ridurre i costi. La novità. Al momento Vanguard, che gestisce a livello globale patrimoni per 5mila miliardi di dollari
6
Asset Management Settembre / Ottobre 2018
per conto di oltre 20 milioni di investitori, ha scelto un approccio prudente verso il nostro paese, che pure è tra quelli con la maggiore propensione al risparmio privato a livello mondiale. Il gruppo ha nominato l’ex Ubs, Simone Rosti, per guidare il lancio. Il big delle gestioni low cost ha affidato al manager italiano l’incarico di head of Italy, ruolo di nuova creazione. Almeno inizialmente Rosti lavorerà dalla sede centrale europea di Londra, mentre in Germania il colosso dell’asset management (primo al mondo negli Etf e secondo nei fondi attivi, alle spalle di BlackRock) è già allo step successivo, avendo aperto una sede a Francoforte. In
generale, comunque, la partenza in Europa sta avvenendo in sordina (a fine maggio il suo patrimonio gestito nel Vecchio continente ammontava a 175 miliardi di euro, una piccola quota dell’impero globale), evidentemente nella consapevolezza che non è il momento di grandi annunci e investimenti poco prudenti. Sta di fatto che tra i concorrenti c’è preoccupazione, data l’abilità mostrata da Vanguard sull’altra sponda dell’Atlantico. Anche perché, secondo i dati pubblicati nel sito globale del gruppo, il costo medio (Ter) dei suoi fondi passivi e degli Etf è dello 0,11%, rispetto a una media dello 0,62% dell’industria. Inoltre ad ago-
ALLA GUIDA Vanguard ha scelto l’ex Ubs, Simone Rosti, per guidare il lancio della società in Italia. Il manager ha l’incarico di head of Italy, ruolo di nuova creazione
“
”
Il costo medio dei fondi passivi e degli Etf di Vanguard è dello 0,11%, rispetto a una media dello 0,62%
sto il gigante del risparmio gestito ha lanciato più di 1.800 Etf completamente gratuiti. I fondi sono offerti sulla sua piattaforma online: non si tratta solo di fondi della casa. Nell’offerta sono inclusi anche i prodotti di BlackRock, Schwab e State Street Global Advisors. Battaglia aperta. L’offerta low cost appare come un trend destinato a
rafforzarsi sempre più nel mercato dell’asset management. In estate Fidelity ha scosso il settore annunciando due index fund con zero costi negli Usa. Stargli dietro non sarà facile: la multinazionale americana si può permettere una scelta del genere perché rientrerà delle spese grazie a tutti gli altri fondi e ai servizi che i clienti acquisteranno e, inoltre, ha una posizione unica
nell’industria poiché è un grande player sia nei fondi attivi sia in quelli passivi. Per i concorrenti di minori dimensioni lo scenario è sicuramente più complicato. Ma anche per la stessa Vanguard e per BlackRock, che hanno nei fondi passivi il loro core business, non è facile rispondere su questo terreno, dato che fanno dei costi bassi applicati agli investitori la loro bandiera. Che ora rischiano di non poter più sventolare, a meno di non essere disposti a lavorare in perdita. Dunque, la prospettiva è che si dia vita a un processo di riduzione continua dei costi difficile da fermare. Un altro big degli Etf come Lyxor ha promosso una serie di Etf core, composta in Italia da 11 strumenti, contraddistinta da Ter estremamente contenuti (a partire da 0,04% all’anno) e da una struttura molto semplice (replica fisica, senza prestito titoli) che punta a conquistare in particolare gli investitori di lungo termine. Questi strumenti,
Settembre / Ottobre 2018 Asset Management
7
L’ANALISI
La difficoltà nell’ottenere risultati cambia faccia al mercato del risparmio La stagione che si sta aprendo
è solo l’ultimo step di un cambio di rotta intrapreso dopo la grande crisi finanziaria del 2008 e la conseguente caduta di fiducia nel settore finanziario, che hanno portato a «un costante travaso dei flussi di investimento dei risparmiatori dai fondi gestiti attivamente, che si pongono l’obiettivo di ottenere rendimenti superiori a quelli degli indici di mercato, ai fondi passivi, che semplicemente replicano l’indice di mercato stesso». Lo sostiene Stefano Mach, amministratore delegato di IMPact Sim. Il fenomeno è importante non solo per il trend di crescita costante, indipendente ormai dai movimenti di mercato, ma anche per le dimensioni. Negli Usa, dal 2008 a oggi, a fronte di una raccolta complessiva sui fondi azionari di circa 150 miliardi di dollari, i fondi a gestione attiva hanno subito riscatti per una cifra vicina ai mille miliardi, che è confluita nei fondi gestiti passivamente. «La difficoltà per
inoltre, consentono di esporsi a indici ampi e diversificati come Morningstar Uk e Morningstar Us (con Ter di 0,04%), Msci Japan (con Ter di 0,12%) e Msci World (con Ter di 0,12%) Gli altri fattori di pressione. In questo senso spinge anche l’evoluzione della domanda, con la cultura finanziaria in progressiva crescita, il che significa che sempre più investitori retail sono in grado di comprendere l’esborso effettivo che viene
8
Asset Management Settembre / Ottobre 2018
i gestori attivi di ottenere risultati soddisfacenti è aumentata significativamente negli ultimi anni anche a causa dell’intervento massiccio sui mercati delle banche centrali che, al fine di stimolare l’economia reale, hanno iniettato liquidità sui mercati e adottato politiche monetarie a tassi zero», aggiunge Mach. La competizione del passivo ha ovviamente prodotto una forte pressione al ribasso sulle commissioni dei prodotti finanziari. Negli Stati Uniti le commissioni medie di gestione sui fondi azionari specializzati dal 2006 a oggi sono scese di oltre il 30% e la tendenza è costantemente al ribasso, «con un evidente impatto sui margini di profitto delle società di gestione che hanno reagito con riduzioni di personale, investimenti in tecnologia e, soprattutto, con il consolidamento», aggiunge l’esperto. «è inevitabile che un fenomeno di questa portata si rifletta oggi anche sul mercato del risparmio italiano e questo richiederà una
forte innovazione di prodotto, attenzione ai costi e necessità di una consulenza evoluta». Quanto all’Italia, Mach si attende «una forte riduzione del numero di prodotti offerti e, attraverso l’utilizzo di specifici accordi di gestione, dovrà reimpostare la relazione tra gestore e distributore con l’obiettivo di massimizzare il valore per il cliente e il livello di consulenza. Le società di distribuzione», conclude, «commercializzeranno sotto il proprio marchio prodotti gestiti in tutto o in parte in outsourcing, con un impatto positivo sui costi totali applicati al cliente e sul suo risultato complessivo».
loro richiesto, con la conseguenza che premono sull’offerta perché riduca i costi. In questa direzione si muove anche la direttiva Mifid 2, che ha debuttato a inizio anno, ma è destinata a produrre effetti importanti da marzo del 2019, quando i clienti riceveranno dalle società di asset management un prospetto indicante i costi commissionali non più solo in termini percentuali, ma anche di valore assoluto. Va poi considerato che i giovani investitori tendono a utilizzare internet anche
per gli investimenti e quindi optano per un canale tradizionalmente più a basso costo rispetto a quelli tradizionali (banca e consulenti). E va considerata anche la pressione delle autorità di vigilanza, che da tempo hanno messo sotto osservazione i closet tracker, strumenti che si fanno pagare come se fossero attivi, ma in realtà seguono senza troppi scostamenti l’indice di riferimento. Sono già state comminate sanzioni e si è aperto il dibattito sulla necessità di nuove regole.
Stefano Mach amministratore delegato di IMPact Sim
AMANAGEMENT SSET
9 € | N°5 | Luglio - Agosto 2018
LA RIVISTA DEL RISPARMIO GESTITO
IL BRUSCO RISVEGLIO DEI MERCATI Il responsabile investimenti di Pimco avverte che si sta aprendo una nuova fase nella finanza internazionale dominata dall’incertezza. Che avvia nuovi trend per il business
Prima immissione 03 / 08 / 2018
Andrew Balls
MIFID II
PRODOTTI
SONDAGGIO
L’impatto su gestione, consulenza finanziaria e distribuzione
Soluzioni innovative tra investimenti sostenibili, tematici e piani di risparmio
Wealth management: il fintech in Italia è pronto al grande salto
LA RIVISTA DEL RISPARMIO GESTITO
IN EDICOLA ABBONATI:
I PREMIATI DELL’EDIZIONE DI GIUGNO
www.newassetmanagement.it/abbonamenti
www.newassetmanagement.it
Le Fonti S.r.l. Via Dante,4 | Milano (MI) | 20121 Per informazioni: 02 873 863 06