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LE FONTI
LEGAL LA RIVISTA N°1 DEGLI AVVOCATI
www.lefonti.it ISSN 2499-8370
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Anno 2017 - Prima immissione 17/10/2017 | Anno II | N°17 | Ottobre 2017
Le nuove frontiere della comunicazione legale digitale Luca Barabino illustra le strategie di promozione e valorizzazione del brand degli Studi che oggi passano attraverso l’utilizzo sempre più importante della tecnologia
PENALE E FISCO
CLASSIFICHE
ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO
Ecco quali sono le law firm più coinvolte nel real estate
I NUOVI OBIETTIVI DEI DIPARTIMENTI TAX
PERCHÈ LO STRUMENTO HA SUCCESSO
Eccellenza dell’Anno
Leasing
Per le performance che fanno della società un punto di riferimento nel mercato del leasing italiano e per il modus operandi fatto di valori, quali trasparenza e correttezza nei riguardi della clientela, oltre che di un target costituito dagli operatori che rappresentano la spina dorsale dell’economia reale italiana www.societegenerale.com
EDITORIALE
Un impegno deciso per un cambio di mentalità ANGELA MARIA SCULLICA
@AngelaScullica
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i passi avanti quest’anno ne sono stati fatti parecchi. Ma, nonostante gli sforzi profusi dal Governo, l’amministrazione della giustizia rimane in Italia carente sotto molteplici aspetti. Lo dice chiaro il report messo a punto dagli esperti di The European House- Ambrosetti presentato a Cernobbio. lo scorso settembre “Nel confronto internazionale”, si legge, “l’Italia registra una performance negativa, sia per quanto riguarda i tempi della giustizia, sia per le capacità delle istituzioni pubbliche di assicurare un’applicazione efficiente che rispetti i tempi, stabiliti per legge, della durata dei processi ”. I numeri danno un’idea della consistenza del fenomeno. Come riportato questo mese su Legal, nel nostro Paese 82 tribunali su 140 hanno, nei procedimenti ultra triennali, pendenze che superano di oltre il 20% i tempi ragionevoli stabiliti dalla legge Pinto. Questa percentuale, che dovrebbe essere prossima allo zero, è ancora accettabile sotto il 10%, critica quando supera il 20%, da noi è al 60%. L’Italia è inoltre il Paese con i tempi più lunghi per la definizione di un procedimento civile, sia al livello complessivo (8 anni) sia per ogni singolo grado di giudizio. Per la risoluzione in primo grado sono richiesti in media 530 giorni, già ridotti del 10% rispetto ai 590 giorni del 2012. Per non parlare dell’ammontare delle pratiche arretrate. È chiaro che, in una situazione di questo tipo, difficilmente rimediabile nel breve termine, abbiano spazio e successo strumenti alternativi alla giustizia ordinaria. Questi hanno trovato applicazione in Italia per snellire nel settore amministrativo l’enorme mole di contenzioso. Prendiamo l’esempio dell’Arbitro bancario finanziario. L’ultimo rapporto sull’attività di questo organismo parla di oltre 21.600 ricorsi presentati nel 2016 con una crescita del 59% sull’anno precedente. Una percentuale elevata alla quale hanno contribuito, come dice Magda Bianco, capo del servizio tutela dei clienti presso la Vigilanza della Banca d’Italia, l’ampio campo di competenze, la qualità dei collegi arbitrali e il basso costo di attivazione della procedura. Ma che non si spiega pienamente se non inquadrata in uno scenario di eccessiva lentezza relativa alla risoluzione delle controversie civili e amministrative. È ben vero comunque che l’elevato numero di controversie di piccolo importo, non ce la farebbe mai ad arrivare dinanzi a un giudice civile anche per via dei costi di accesso alla giustizia e alla complessità dell’iter. L’arbitro dunque, da questo punto di vista, potrebbe considerarsi uno strumento di tutela in più per il cittadino e, più che sostituirsi alla giustizia ordinaria, la verrebbe a integrare, in particolare quando la posta in gioco è bassa. Anche la Consob, per controversie finanziarie relative a importi che arrivano a un massimo di 500.000 euro, ha pensato di aggirare il problema dell’intasamento della giustizia ordinaria avviando lo scorso 9 gennaio la procedura Acf prevista dal decreto legislativo n.130 del 2015. Ed anche in questo caso si evidenzia la ferraginosità delle procedure pubbliche. Per affrontare e superare le problematiche di fondo di un Paese come l’Italia che per anni ha vissuto in un mercato chiuso e protetto da interessi corporativistici e politici, l’impegno va molto oltre le strade alternative e richiede necessariamente un deciso cambio di mentalità e una nuova cultura orientata all’efficienza e al rispetto dei diritti e dei doveri dell’individuo.
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LEGAL
IL MENSILE DEL MERCATO LEGALE PROTAGONISTI
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Sommario
Le nuove strategie della comunicazione
Il paradosso della prossimità
DI GABRIELE VENTURA
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DI ENRICO CASTALDI
Il silenzio non è più d’oro
PENALE E FISCO
DI LUIGI DELL’OLIO
Il vuoto giuridico genera mostri?
MERCATI E BUSINESS
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Real estate: i re mida del mattone DI GABRIELE VENTURA
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La vendita online di prodotti di lusso
SCENARI
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Il new deal immobiliare Data retention, si torna alla normalità
PROFESSIONE AVVOCATO
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DI GLORIA VALDONIO
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M&A: limiti e potenzialità per le Pmi DI FEDERICA CHIEZZI
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Food delivery e gig economy: luci e ombre di un fenomeno DI CLAUDIA CHIARI
LEGAL n. 17 - Ottobre 2017
Imprese schiacciate da una giustizia ancora troppo lenta DI FILIPPO FATTORE
DI LUIGI DELL’OLIO
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Dubbi sul ritorno delle tariffe minime DI LUIGI DELL’OLIO
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General Counsel
Mondo legale
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Carriere
In corsa
PROGETTI SPECIALI Alessia Rosa (alessia.rosa@lefonti.it)
DIRETTORE RESPONSABILE Angela Maria Scullica (angela.scullica@lefonti.it) REDAZIONE Federica Chiezzi (federica.chiezzi@lefonti.it) SEGRETERIA EDITORIALE segreteria@lefonti.it COLLABORATORI Filippo Cucuccio, Claudia Chiari, Luigi Dell’Olio, Filippo Fattore, Paolo Tomasini, Milenia Treccarichi, Alice Trevisan Gloria Valdonio, Gabriele Ventura
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DI LUIGI DELL’OLIO
Il reato di contraffazione secondo l’art. 473 c.p.
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DI ANTONIO BANA
BANKING & FINANCE Ecco perché lo strumento ha successo
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DI FILIPPO CUCUCCIO
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DI LUIGI DELL’OLIO
IMPRESE E LAVORO Le nuove frontiere del recruitment legale
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DI ALICE TREVISAN
COORDINAMENTO INTERNAZIONALE (New York, Dubai, Hong Kong, Londra, Singapore) Alessia Liparoti (alessia.liparoti@lefonti.it)
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I nuovi obiettivi dei dipartimenti tax
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EDITORE
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DI GLORIA VALDONIO
DI DANIELA STELÉ
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INNOVAZIONE E DIGITAL MARKETING Simona Vantaggiato (simona.vantaggiato@lefonti.it) UFFICIO GRAFICO Valentina Russotti REDAZIONE E STUDI TELEVISIVI Via Dante 4, 20121 Milano tel. 02 8738.6306 Per comunicati stampa press@lefonti.it EDITORIAL OFFICES Londra, Milano, New York, Singapore, Dubai, Hong Kong CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Opq s.r.l. Via G.B. Pirelli, 30- 20141 Milano tel. 02 6699.2511, info@opq.it, www.opq.it
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SCENARI
RAPPORTO THE EUROPEAN HOUSE - AMBROSETTI
Imprese schiacciate da una giustizia ancora troppo lenta
Malgrado gli interventi messi in campo negli ultimi anni e qualche segnale di miglioramento, si contano oltre 2,6 milioni di cause civili pendenti e tempi medi per il primo grado doppi rispetto alla media Ue. Le aziende, danneggiate sul fronte del credito e della competitività, chiedono criteri manageriali e strumenti di valutazione delle performance del sistema DI FILIPPO FATTORE
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ostenere che il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, se ne sia stato con le mani in mano sarebbe ingiusto. Nell’ultimo anno è arrivato il via libera alla riforma del processo penale, è stata incardinata la riorganizzazione degli uffici giudiziari ed è proseguita l’azione di digitalizzazione della giustizia con la partenza del processo amministrativo telematico presso la Corte di Cassazione. E si è consolidato il funzionamento del processo civile telematico, con una crescita delle comunicazioni dal giugno 2016 al maggio 2017 di quasi sette punti percentuali, da circa 17,8 a 19 milioni. Cresce il numero di magistrati e
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avvocati che utilizzano modalità telematiche per il deposito degli atti: 6,7% in più rispetto ai 7,5 milioni dell’anno precedente. Pure i provvedimenti nativi digitali dei magistrati sono cresciuti del 10%, a quota 4,4 milioni. Negli ultimi mesi è anche diventato operativo, dopo l’esperienza nel civile, l’Ufficio del processo in ambito amministrativo. Iniziativa che, oltre ad apportare miglioramenti sotto il profilo organizzativo e formativo, ha segnato un ritorno agli investimenti pubblici verso il personale di natura amministrativa, dopo anni di riduzione degli organici per esigenze di finanza pubblica.
RIFORME Sia il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a destra, sia il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, a sinistra, si sono spesi molto per migliorare l’efficienza della macchina giudiziaria. Il primo, soprattutto con la grande riforma del processo penale e l’avvio del processo telematico; il secondo, lavorando al progetto sulle best practice degli uffici giudiziari che ha lo scopo di ridurre l’arretrato e migliorare la durata dei processi
Le buone pratiche Intensa è stata anche l’attività del Consiglio superiore della magistratura che ha lavorato all’accelerazione dei processi e alla semplificazione delle normative per ridurre l’arretrato e migliorare la durata dei processi. Su questo fronte si segnala l’avanzamento del progetto sulle best practice degli uffici giudiziari italiani, che è entrato nella seconda fase con la circolare delle tabelle di organizzazione per il triennio 2017/2019, che ha introdotto fondamentali novità in termini di procedure e regole per la gestione organizzativa delle 140 sedi di tribunali in Italia, la prima raccolta di tutti i
programmi per la gestione dei procedimenti civili, amministrativi e tributari pendenti, al fine di individuare percorsi comuni per indirizzare il processo di innovazione e, infine, le linee guida in materia di esame preliminare delle impugnazioni e sulla modalità stilistiche di redazione dei provvedimenti, i cosiddetti filtri di ammissibilità per migliorare l’efficienza degli uffici giudiziari. L’iniziativa, fortemente voluta dal vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, ha portato alla costituzione di due gruppi di lavoro in materia di «esame preliminare delle impugnazioni di giudizio di secondo grado nel processo civile e penale» e in materia di «organizzazione del lavoro giudiziario anche con riferimento alle tecniche di redazione dei provvedimenti al fine di garantire la ragionevole durata del processo». Importanti interventi, infine, sono stati realizzati sul terreno delle procedure concorsuali e delle crisi di impresa con l’introduzione del Registro elettronico delle procedure immobiliari di espropriazione forzata, delle procedure di insolvenza e degli strumenti di gestione della crisi e del portale delle vendite pubbliche, che dovrebbe essere on line entro la fine dell’anno e permetterà di unificare in un unico strumento di consultazione la messa in vendita di tutti i beni mobili e immobili di tutte le procedure attive sul territorio nazionale. Lo studio Ambrosetti Malgrado gli sforzi, però, l’amministrazione della giusti-
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zia italiana continua a fare acqua da tutte le parti. A fotografare lo stato dell’arte ci hanno pensato, per il terzo anno consecutivo, gli esperti di The European House Ambrosetti, che hanno redatto un corposo studio presentato lo scorso settembre all’ultimo forum di Cernobbio. La sintesi del lavoro di indagine è impietosa. «Nel confronto internazionale», si legge, «l’Italia registra una performance negativa, sia per quanto riguarda i tempi e i costi della giustizia, sia per la capacità delle istituzioni pubbliche di assicurare un’applicazione efficiente che rispetti i tempi della durata dei processi stabiliti per legge». I numeri parlano chiaro. Nel nostro Paese 82 tribunali su 140 hanno oltre il 20% delle pendenze che riguarda procedimenti ultra triennali, cioè oltre i tempi ragionevoli stabiliti dalla legge Pinto. La percentuale dovrebbe, in base alla legge, tendere allo zero, è considerata accettabile sotto il 10% e critica quando supera il 20%. Da noi è al 60%. L’Italia è inoltre il Paese con i tempi più lunghi per la definizione di un procedimento civile, sia al livello complessivo (8 anni) sia per ogni singolo grado di giudizio. Per la risoluzione in primo grado sono richiesti in media 530 giorni, con un calo del 10% rispetto ai 590 giorni del 2012. Il dato resta comunque insoddisfacente, oltre 2,2 volte la media Ue. Montagne di arretrato Di qui l’enorme arretrato accumulato nel corso degli anni. Dalle 5.923 pendenze nel civile e commerciale ogni 100mila abitanti del 2009 si è passati nel 2016 a 4.427 pendenze. Una quota che è ancora la più alta d’Europa e rappresenta 4,8 volte quella della Germania, tre volte quella della media Ue, 2,3 volte quella della Spagna e 1,7 volte quella della Francia. Anche in termini assoluti il distacco è enorme. Le pendenze italiane sono scese dai 2,75 milioni del dicembre 2014 ai 2,66 milioni del dicembre 2015. Nello stesso periodo la Francia è passata da 2,1 a 1,55 milioni e la Germania da 744mila a 739mila. Le cose non vanno meglio se si guarda al complesso dei procedimenti. Il totale dei giorni medi di definizione, considerando i tre gradi di giudizio, è di 3.127 giorni, ovvero 2 anni e 7 mesi più della soglia stabilita
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dalla Pinto. Un gap con l’Europa che è ben conosciuto da Bruxelles, che da anni ci chiede di intervenire sulla materia. «Le riforme della giustizia civile adottate negli ultimi anni per accrescere l’efficienza del sistema giudiziario, migliorare la gestione dei processi e la disciplina processuale», si legge nelle ultime raccomandazioni della Commissione Ue pubblicate lo scorso maggio, «iniziano solo ora, molto lentamente, a dare risultati. La durata dei procedimenti civili rimane un grave problema. Sebbene in leggera diminuzione nei gradi inferiori di giudizio, sia la durata dei processi civili e commerciali sia l’arretrato continuano a essere tra i più elevati dell’Ue in tutte le istanze».
PENALIZZATI Secondo il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, «i tempi biblici della giustizia civile sono il fattore più penalizzante per la competitività delle imprese italiane»
L’impatto dell’inefficienza Le conseguenze di tale lentezza sono, purtroppo, tangibili. In ballo non ci sono solo i diritti costituzionali dei cittadini o i costi per i contribuenti dovuti all’ingente mole di richieste di risarcimento, ma anche la crescita economica del Paese. Gli esperti del Forum Ambrosetti hanno analizzato nel dettaglio l’impatto sulle imprese delle inefficienze del sistema giustizia. L’elenco è lungo. Il primo colpo, generico, arriva sulla struttura dei costi, che vengono gonfiati dai maggiori oneri collegati alla lentezza del sistema e dai maggiori esborsi legali. Il secondo problema riguarda l’allocazione e il costo del credito. Il mancato rispetto delle tempistiche da parte dei tribunali fa venire meno «la minaccia dell’applicazione di sanzioni tempestive, creando così le condizioni per comportamenti opportunistici da parte di cittadini e imprese». In questo modo i creditori, incerti della tutela del proprio credito, tenderanno a chiedere tassi d’interesse maggiori e a concedere meno credito. Imprese più piccole Ma la giustizia inefficiente influisce anche sulla natalità e le dimensioni delle imprese e la loro capacità di entrare nel mercato. In generale, sostiene il rapporto Ambrosetti, una giustizia meno efficiente, che non è in grado per esempio di contribuire alla protezione di attività patrimoniali immateriali, come la reputazione e il rapporto con la clientela, disincentiva la crescita occupazionale delle imprese e
rappresenta uno dei maggiori ostacoli alla della performance del sistema giustizia. Lo crescita dimensionale. Più o meno gli stessi strumento strategico per questo attività è motivi sono alla base del freno agli investiil datawarehouse della giustizia, il database menti. La mancata certezza del diritto li rengestito dalla direzione generale di statistica de più incerti, diminuendone il valore atteso del ministero della Giustizia che permette e l’economicità. di monitorare le performance dei tribunaIl tutto, secondo quanto spiegato qualche li in riferimento alle dinamiche, ai trend e tempo fa da Antonio Tajani, si può traduragli stock delle cause. Il potenziamento rere in una mancata crescita che va dall’1 al alizzato negli ultimi anni dell’archivio, che 2% del Pil, ovvero tra i 14 e i 28 miliardi di permette di valutare, con un margine di deteuro. «I tempi biblici della giustizia civile», taglio che si spinge fino ai singoli tribunali ha detto il presidente del Parlamento euroe ai singoli uffici, l’efficacia di ogni azione peo, «sono il fattore più penalizzante per la viene considerato dal rapporto Ambrosetti competitività delle imprese italiane». Il rapun avanzamento dell’80% della proposta. porto Ambrosetti ha tentato di quantificare Il secondo punto riguarda l’introduzione di ancora più nel dettaglio l’impatto econocriteri manageriali nella gestione e organizmico dell’inefficienza giudiziaria, mettendo zazione dei tribunali. Qui il lavoro svolto dal in correlazione i tempi Csm nell’ultimo anno medi di risoluzione di sul perfezionamento Nel nostro Paese 82 tribunali su 140 una causa civile e comdel sistema di valutahanno oltre il 20% delle pendenze merciale di contenzioso zione della performandi primo grado con il che riguarda procedimenti ultra triennali ce individuale e orgalivello di Pil pro-capite nizzativa per affinare i registrato in vari Paesi. meccanismi di controlEbbene, con una ridulo interno viene consizione minima dell’1%, che nel caso italiano derato un significativo passo avanti. Malgracorrisponderebbe a circa 5 giorni, si potrebdo questo, l’attuazione delle riforma viene be ottenere un aumento del Pil pro-capite considerata completa solo al 60%. Voto annuo dello 0,5%, pari a 135 euro all’anno basso, il 55%, anche sulla formazione. La per cittadino. «Se i tempi di risoluzione dei proposta prevedeva di accelerare l’introducontenziosi», si legge nello studio, «si allinezione, a tutti i livelli, di corsi di management assero a quelli medi di Francia (340 giorni) e organizzazione. Ma le iniziative avviate sul e Germania (185 giorni), cioè si dimezzastema dal ministero e dal Csm non vengono sero, l’impatto positivo sul Pil pro-capite ancora ritenute soddisfacenti. potrebbe attestarsi attorno ai 6.800 euro, La macchina della giustizia viene, invece, raggiungendo il valore di oltre 34mila euro promossa quasi a pieni voti sull’individual’anno». zione e adozione di misure e buone pratiche organizzative per migliorare la performance I passi avanti Come se ne esce? Visto complessiva del sistema. Su questo terreno lo stato cronico e consolidato delle criticità lo studio Ambrosetti segnala con apprezche affliggono il nostro sistema giudiziario, zamento l’attività del Organismo di autoverrebbe da dire con la bacchetta magica. governo, che «si sta facendo motore proMa gli esperti del Forum Ambrosetti sono pulsivo in termini di benchmark e studio di più ottimisti. Due anni fa, quando è stato pratiche organizzative e procedurali condipresentato il primo rapporto, hanno stilato vise», attraverso numerose pubblicazioni di una serie di proposte concrete per miglio«linee guida in grado di orientare e suggerire rare l’efficienza del sistema. Molti di quei al magistrato modus operandi virtuosi senza suggerimenti sono stati raccolti e molti approcci eccessivamente ingerenti nell’auprogetti avviati. E lo stato di avanzamento tonomia dello stesso». Qui la percentuale monitorato dal rapporto permette di vededi avanzamento raggiunta è addirittura del re qualche spiraglio. Il primo punto riguar90%. La strada, insomma, è ancora lunga. da l’adozione di strumenti di valutazione Ma qualcosa, forse, si muove.
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COSÌ FAREMO DI MILANO UN HUB FINANZIARIO Il country managing partner in Italia di Dla Piper, Wolf Michael il progetto dello studio legale per favorire gli investimenti nel capoluogo lombardo
Anno 2017 - Prima immissione 8/09/2017
DOSSIER
GLI ECOREATI ENTRANO NEL CODICE PENALE
MARKETING E COMUNICAZIONE
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Nei prossimi numeri Classifiche e Ranking: Migliori studi legali e avvocati Migliori fondi e asset manager Migliori banche e operatori della finanza più tecnologici Migliori imprese italiane Migliori assicurazioni Migliori scuole di formazione
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