Le Fonti Legal | N°27 | Settembre

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LE FONTI

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LOM/MI/5193 - Prima immissione 20/09/2018 | Anno III | N°28| Settembre 2018

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Settembre 2018 | N°28 | 20 € Mensile

LEGAL LA RIVISTA N°1 DEGLI AVVOCATI ISSN 2499-8370

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Gioco di squadra per il passaggio generazionale Giuseppe Pirola annuncia a LeFonti Legal i prossimi progetti che vedono i soci fondatori senza ruoli esecutivi Per fare spazio ai giovani e preparare lo studio tradizionale ad affrontare le prossime sfide Giuseppe Pirola

IL RUOLO DEL PENALISTA

La professione da Tangentopoli ad oggi Ne parlano Dario Bolognesi, Nerio Diodà, Chiara Padovani, Alessandro Parrotta

LAVORO

Così la tecnologia cambia relazioni e organizzazione Il parere di Genuino Galassi, Francesco Rotondi, Olimpio Stucchi

CLASSIFICA

GLI STUDI LEGALI PIÙ ATTIVI NEL SETTORE DELLE RISTRUTTURAZIONI



EDITORIALE

DICONO CHE SIAMO PIGNOLI. È VERO. L’overdose dei dati in rete

richiede un’accurata revisione delle procedure di tutela ANGELA MARIA SCULLICA

@AngelaScullica

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l fenomeno dei big data, in crescita esponensorveglianza e di controllo. La corsa alla raccolta e al ziale con l’avanzare di un mondo sempre più possesso dei dati da parte di grandi organizzazioni interrelato e connesso, è destinato a trasformacome Governi, Stati, colossi del web, è già iniziata. re in modo sostanziale e profondo il nostro modo Ora deve partire quella del diritto per regolamentardi vivere, di pensare, di fare informazione, di fornire ne la diffusione e l’uso. Da qui alcune considerazioni conoscenza. Una rivoluzione epocale che apre nuovi e un’avvertenza: l’overdose informativa non è di per e inediti scenari ai quali il diritto e la giurisprudensé né fonte di informazione né tantomeno di conoza sono chiamati a fare fronte. La nostra esistenza è scenza. Perché lo divenga è necessario che ci sia una infatti oggi caratterizzata da una componente digisufficiente capacità interpretativa dei dati. Il che vuol tale, destinata ad aumentare nel tempo, che diffonde in rete dire che occorrono strumenti che riducano al minimo errori una quantità sempre più ingente di informazioni personali di tipo tecnico e, in particolare, manipolazioni di vario genere. e sensibili. Pertanto il diritto, deputato di per sé a regolare Riguardo all’anonimato, questo in sostanza non esiste perché la vita, dovrà necessariamente interessarsi del diluvio di dati quasi tutti i dati messi in circolazione sono correlati e quindi che inonda la società contemporanea. I rischi connessi allo possono permettere di arrivare alla fonte. Le tecniche di anosviluppo del fenomeno in termini di limitazione di libertà nimato sono un processo molto complesso che non esclude individuali, aumenti dei controlli, incremento dei monopoli, tra l’altro anche il rischio di attribuire le opinioni di un singolo allargamento del gap mondiale tra ricchezza e povertà, manio di pochi al gruppo di appartenenza, alla comunità portando polazione, creazione del consenso ecc. sono infatti notevoli a prendere decisioni distorte. È necessaria quindi una contee già palpabili (vedi le elezioni di Donald Trump negli Stati stualizzazione, regole e policy che al momento non abbiamo. Uniti e il dilagare del “populismo” in rete). E vanno affrontati Altre questioni cruciali riguardano la proprietà intellettuale, il con urgenza. Ed è in questa direzione che possono essere diritto d’autore, di cui si è detto, le banche dati, la tutela del seinquadrati il Regolamento generale sulla protezione dei dati greto industriale, i conflitti di interesse, la concorrenza. I casi (Gdpr) emanato dall’Unione europea e la direttiva sul copydi Amazon e Google sono emblematici in tal senso. Il fatto di right approvata il 12 settembre scorso dal Parlamento Ue. Ma avere a disposizione un enorme quantitativo di dati dà loro un andiamo al nocciolo della questione che in Italia non è ancora vantaggio di posizionamento sul mercato che tende a crescere ben chiaro.Strategie Nell’ordinamento nazionale ed europeo non trotraducendosi problemi didell’impresa tutela degli utenti da e Soluzioni. “Costruire soluzioni volte nel ad tempo esprimere il valoreinautentico viamo infatti una vera e propria definizione del fenomeno vari punti di vista. Nelle situazioni di monopolio infatti aunon solo un obiettivo, masiuna passione. La perseguiamo da sempre, senzaopache, comprodei big data maèsiper puònoi concordare sul fatto che tratta di mentano i rischi di pratiche commerciali di episodi di enormi volumi di dati provenienti da fonti diverse e disparate discriminazione ecc. Lo stesso accesso a determinate messi, muovendo da un’incessante ricerca tecnica e culturale, connotata da indipendenza etica piatta(social network, app, dispositivi mobile, piattaforme on line forme di utilizzo estremamente diffuso che comporta l’accetirrinunciabile. Crediamo un’assistenza legale innovativa e tecnologica, capace di fornire soecc.). I sistemi di intelligenza artificiale in lavorano, si sviluppatazione di policy in cui si faccia un uso anche spregiudicato no e crescono su di essi fornendo conoscenza ed elaborando dei dati personali, la dice lunga. Ma anche il semplice luzioni certe e propulsive. Coltiviamo l’ambizione di offrire di più a chi è già soddisfatto, convinti rifiuto risposte attendibili con un margine di probabilità altamente può causare danni tagliando fuori il soggetto da un insieme di che la equalità di tutto ciò che siartifi vede siaappliassicurata dalla cura di ogni dettaglio, anche di quello elevato. I big data le tecniche di intelligenza ciale relazioni professionali. Per farla breve è chiaro che il fenomecate ad essi,che invertiranno per Forti l’uomo modo valori, di apprendere non si vede. diilquesti siamo econsiderati, condata, orgoglio, imprescindibile riferimenno dei big accompagnato dallo sviluppo dell’intelligenza far conoscere i fatti perché si basano non sulla causalità che artifi ciale, scardina l’ordine giuridico e l’impalcatura culturale to di grandi aziende nazionali ed importanti gruppi multinazionali.” finora ha caratterizzato il nostro modo di pensare ma su insulla quale quest’ultimo si è finora retto. E impegna tutti a terferenze e correlazioni. In questo senso si tratta di un camcostruirne un altro che possa tutelare quelle libertà personali biamento epocale che avrà un impatto determinante anche e individuali fortemente messe a rischio dall’eccesso di consugli aspetti sociali e politici degli Stati. Si tratta infatti della divisione e diffusione dei dati in rete. E che possa difendere creazione di capacità interpretative che possono rispondere a da soprusi e manipolazioni di vario genere nel nuovo mondo obiettivi buoni e meno buoni, a interessi generali oppure di tecnologico nel quale stiamo entrando. 

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b r u n o a s s o3c i a t iLE . cFONTI o m LEGAL

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LE FONTI LEGAL LA RIVISTA N°1 DEGLI AVVOCATI

Sommario 10

PROTAGONISTI

IMPRESE E LAVORO

Gioco di squadra per il passaggio generazionale

Il legame tra privacy e whistleblowing DI FEDERICA CHIEZZI

DI GABRIELE VENTURA

MERCATI E BUSINESS

14

DI GABRIELE VENTURA

PENALE E FISCO

22

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Alta tensione tra le istituzioni DI FILIPPO FATTORE

20

65

Eventi

60

DI ALESSANDRA LEONE

PROFESSIONE AVVOCATO

Carriere

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Mondo Legale

Da Tangentopoli ad oggi: il nuovo ruolo del penalista

66

DI SIMONA VANTAGGIATO

DI FILIPPO CUCUCCIO

74

BANKING & FINANCE

46

Gdpr, l’impatto su imprese e lavoratori

49

General Counsel

Un fenomeno in evoluzione

58

DI SIMONA VANTAGGIATO

RUBRICHE

Cosí l’Italia si adegua all’Ue DI FEDERICA CHIEZZI

42

Così la tecnologia cambia il mondo del lavoro

SCENARI

Gli studi al top nel restructuring

50

In corsa

«Io, l’avvocato degli operai»

70

DI ALESSIA LIPAROTI

Il made in Italy piace all’estero

LE FONTI AWARDS

DI ALESSIA LIPAROTI

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LEGAL n. 28 - Settembre 2018 EDITORE

RESPONSABILE COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE Claudia Chiari COORDINAMENTO INTERNAZIONALE (New York, Dubai, Hong Kong, Londra, Singapore) Alessia Liparoti (alessia.liparoti@lefonti.it) PROGETTI SPECIALI Alessia Rosa (alessia.rosa@lefonti.it)

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SEGRETERIA EDITORIALE segreteria@lefonti.it COLLABORATORI Filippo Cucuccio, Luigi Dell’Olio, Filippo Fattore, Alice Trevisan, Paolo Tomasini, Gabriele Ventura

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In campo contro la giustizia negata

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DI REMO DANOVI

STAMPA Arti Grafiche Fiorin AGF. S.p.A. DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA MePe - Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano UFFICIO ABBONAMENTI Telefono 02 8738 6306 o inviare una mail a: abbonamenti@lefonti.it www.worldexcellence.it/abbonamenti/ CAMBIO INDIRIZZO Si prega di comunicarci entro il 20 del mese precedente il nuovo indirizzo via mail a: abbonamenti@lefonti.it GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONAMENTI Le Fonti garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. leg. 196/2003 scrivendo a abbonamenti@lefonti.it. Pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Milano il 10 Marzo 2016, numero 83. La testata Legal è di proprietà di Le Fonti. Direttore responsabile Angela Maria Scullica Prezzo di copertina € 20,00


comitato scientifico le fonti (in ordine alfabetico)


SCENARI

RIFORME BLOCCATE

Alta tensione tra le istituzioni Lo scontro tra le procure e il vicepremier Matteo Salvini per le inchieste sul finanziamento pubblico alla Lega e sul caso della nave Diciotti apre l’ennesima frattura istituzionale tra giustizia e politica che fa emergere anche le spaccature dentro la maggioranza. Bonafede rinvia le modifiche alla prescrizione, ma va avanti sulla legge anticorruzione, che prevede l’interdizione DI FILIPPO FATTORE

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contri, polemiche, contestazioni. Sul terreno della giustizia il rientro dalla pausa estiva non poteva essere più burrascoso. I primi cauti passi con cui si era mosso Alfonso Bonafede per sondare la disponibilità delle toghe, degli operatori del settore e della stessa maggioranza di governo ad avviarsi sul percorso di riforme previsto dal contratto tra Lega e M5S sono solo un ricordo. Ora il clima è quello provocato dalle due bordate arrivate in rapida sequenza contro il vicepremier Matteo Salvini. Stretto tra il doppio fuoco delle indagini di Genova


sui fondi della Lega e dall’arrivo dell’avviso di garanzia con l’accusa di sequestro di persona per la vicenda della nave Diciotti, il ministro dell’Interno ha scelto la strada dello scontro frontale con la magistratura, riaprendo la vecchia ferita del rapporto tra giustizia e politica. «Qui c’è la certificazione che un organo dello Stato», ha detto Salvini via web mostrando il documento della procura «indaga un altro organo dello Stato, con la piccolissima differenza che questo organo dello Stato, pieno di difetti e di limiti, per carità, è stato eletto, altri non sono eletti da nessuno».

principi costituzionali, che assegnano alla magistratura il compito e il dovere di svolgere indagini ed accertamenti nei confronti di tutti». E alla fine è arrivata pure la bacchettata del Consiglio superiore della magistratura, che per bocca del vicepresidente Giovanni Legnini ha espresso «forte preoccupazione» per «espressioni che, anche per le modalità con le quali sono state rese, risultano lesive del prestigio e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario». La magistratura, ha ricordato Legnini, «non ha certo bisogno di trarre la sua legittimazione dal voto dei cittadini».

Attacco politico «Questo ministro», ha aggiunto, rivolgendosi ai cittadini «è stato eletto da voi, cioè a questo ministro voi avete chiesto di controllare i confini, di controllare i porti, di limitare gli sbarchi, di espellere i clandestini: me lo avete chiesto voi, quindi vi ritengo amici e complici, altri non sono eletti da nessuno e non devono rispondere a nessuno». Parole di fuoco, arrivate poche ore dopo il commento, anch’essa durissima, al via libera al sequestro di 49 milioni al Carroccio per la violazione delle norme sui finanziamenti elettorali. «Quello che sta subendo la Lega», ha detto Salvini «è un processo politico senza precedenti. Anzi, sì, uno c’è: è successo qualcosa del genere in Turchia, quando ad un partito fu sequestrato tutto il patrimonio prima ancora della condanna e poi la magistratura fu costretta a restituirglielo». Le reazioni non si sono fatte attendere. «Il ministro può ritenere che un magistrato sbagli ma rievocare toghe di destra e di sinistra», ha detto il Guardasigilli «è fuori dal tempo. Non credo che Salvini abbia nostalgia di quando la Lega governava con Berlusconi. Chi sta scrivendo il cambiamento non può pensare di far ritornare l’Italia nella Seconda Repubblica». In rapida sequenza è arrivato anche il commento del sindacato delle toghe, secondo cui le parole di Salvini «rappresentano un chiaro stravolgimento dei

L’obbligatorietà dell’azione penale La contrapposizione tra le toghe e il leader del Carroccio potrebbero non produrre effetti, almeno nel breve periodo, tali da mettere a rischio la tenuta del governo. Ma è assai probabile che il nuovo scenario influenzerà sensibilmente l’azione politica sui temi della giustizia. L’idea di abolire l’obbligatorietà dell’azione penale, definita da Salvini “un’ipocrisia”, resta per ora una provocazione. Su altre questioni, però, il leader leghista non mollerà facilmente la presa. E in attesa della riforma simbolo sulla legittima difesa, il ministro è già intervenuto su un settore di sua competenza, quello delle spese legali per i migranti e del patrocinio a carico dello Stato nei processi civili. Il penultimo dei 15 articoli complessivi del decreto Disposizioni in materia di giustizia parla di “esclusione dalla liquidazione dei compensi al difensore e consulente tecnico di parte nel processo civile”. Mette mano, in sostanza, al tema delle spese legali. Si legge che «Nel processo civile, quando l’impugnazione, anche incidentale, è dichiarata improcedibile o inammissibile, al difensore non è liquidato alcun compenso». E anche che «non possono essere altresì liquidate le spese sostenute per le consulenze tecniche di parte che, all’atto del conferimento dell’incarico,

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apparivano irrilevanti o superflue ai fini della prova». Lacuna normativa Scrivono i tecnici del Viminale nella relazione che accompagna il provvedimento: «La disposizione mira a colmare una lacuna normativa, allineando la disciplina prevista per il processo civile a quella dettata per il processo penale […] In particolare il comma 1 responsabilizza il difensore della parte ammessa al patrocinio a spese dello Stato, escludendo che questo abbia diritto all’anticipazione prevista all’articolo 131 comma 4, lettera a, (“Sono spese anticipate dall’erario gli onorari e le spese dovuti al difensore”, Testo unico in materia di giustizia, 2002) nei casi in cui l’impugnazione, proposta o coltivata, sia dichiarata improcedibile o inammissibile. In tali casi, si ritiene non giustificato un costo a carico della collettività [...]”. «Questo articolo non riguarda le controversie degli stranieri, ma tutte le controversie e tutti i processi civili, non solo quelli relativi agli immigrati», ha commentato all’Adnkronos l’avvocato torinese Guido Savio, dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi). «L’hanno pensato per gli immigrati ma così com’è prospettata la norma va a modificare il Testo unico sulle spese di giustizia», aggiunge Savio. «Dando una stretta sulla liquidazione dei compensi qualora l’impugnazione sia dichiarata inammissibile». Un’eventualità, questa, che «già oggi è prevista dalla legge». E infatti, si legge all’articolo 136 sempre del Testo unico sulle spese di giustizia, che “con decreto il magistrato revoca l’ammissione al patrocinio provvisoriamente disposta dal consiglio dell’ordine degli avvocati, se risulta l’insussistenza dei presupposti per l’ammissione ovvero se l’interessato ha agito o resistito in giudizio con malafede o colpa grave”. Tradotto: se qualche avvocato ha fatto il furbo

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e ha portato avanti i procedimenti in maniera artificiosa, già oggi i magistrati possono revocare il patrocinio.

DASPO PERPETUO Alfonso Bonafede, Mnistro della giustizia, ha illustrato il cosiddetto decreto spazza corrotti, a cominciare dal daspo “perpetuo”, secondo cui se una persona è condannata in via definitiva per corruzione, non avrà più la possibilità di stipulare contratti con la pubblica amministrazione

Cavallo di battaglia Il ministro Bonafede ha prudentemente deciso di rinviare («si farà entro l’anno») l’annunciata riforma della prescrizione, che prima dell’estate sembrava in dirittura d’arrivo. Pur di non restare a mani vuote, però, il Guardasigilli ha preteso l’approvazione, nel Consiglio del ministri del 6 settembre, del cosiddetto decreto spazza corrotti. Una legge assai gradita anche al leader grillino Luigi Di Maio. Una “riforma strutturale” che contiene provvedimenti annunciati come il Daspo per i corrotti e gli agenti sotto copertura, ma anche una novità come la trasparenza nei finanziamenti per partiti, movimenti e fondazioni, dove non varrà la privacy, ha assicura il vicepremier del M5S. Ed è stato proprio lui a festeggiare maggiormente la norma: la legge anticorruzione, così come il tema dei finanziamenti ai partiti, sono cavalli di battaglia storici del Movimento Cinque stelle. Il ddl, ha spiegato Di Maio, rappresenta un «cambio culturale per l’Italia. Oggi diciamo agli onesti che lo Stato è dalla loro parte». Ed è anche una «manovra economica, perché la lotta alla corruzione farà risparmiare miliardi di euro allo stato che potremo utilizzare per le imprese e per le persone senza lavoro, per la scuola, la sanità e i servizi pubblici». É stato Bonafede ad illustrare in conferenza stampa il provvedimento A cominciare dal daspo “perpetuo”. Se una persona è condannata in via definitiva per corruzione (e 8 nuovi reati sono stati inseriti), ha spiegato il ministro, «non avrà più la possibilità di stipulare contratti con la Pubblica amministrazione. Per condanne fino a due anni, il daspo può durare da 5 a 7 anni. Quando invece la condanna è superiore a 2 anni il divieto è a vita,


intercettarlo, nessuno dei due poteva denunciare l’altro perché rischiava pene per corruzione. D’ora in poi chi corrompe non avrà certezza che il pubblico ufficiale corrotto non andrà a denunciare». I presupposti del pentimento sono la confessione volontaria su fatti non ancora oggetto di indagine, deve riguardare reati commessi non più di sei mesi prima, prevede la restituzione del maltolto entro sei mesi, deve riguardare informazioni utili alle indagini e deve essere esclusa la premeditazione.

scritto nero su bianco. Il mio messaggio è che da ora in poi non se la cava più nessuno». La riabilitazione Una revoca della condanna a vita potrà essere concessa in caso di riabilitazione, ma solo passati 12 anni dall’espiazione della pena. Un periodo di tempo a cui vanno aggiunti i tre anni previsti per ottenere la riabilitazione. Il ddl introduce poi l’agente sotto copertura anche per i reati contro la Pubblica amministrazione e punta ad incentivare i pentiti. «L’Italia», ha detto il ministro «aveva sottoscritto una convenzione Onu 15 anni fa in cui c’è scritto che riguardo i reati di corruzione è assolutamente giusto averlo. Per 15 anni ce ne eravamo dimenticati, adesso sarà utilizzabile dall’autorità giudiziaria anche rispetto a reati di corruzione contro la Pa». Altro punto è quello dei “pentiti” della corruzione. «Il patto tra corrotto e corruttore», ha osservato Bonafede «finora era molto solido, difficile per i magistrati

ANTICORRUZIONE Il Consiglio dei ministri, il 6 settembre scorso, ha approvato il ddl anticorruzione che contiene una serie di misure, come il Daspo per i corrotti e l’impiego dell’agente sotto copertura

Festa senza Salvini Anche un provvedimento apparentemente indolore, però, non ha mancato di sollevare perplessità. Nei giorni successivi, infatti, il vicepremier leghista ha iniziato a mettere le mani avanti. «Condivido in gran parte il decreto anticorruzione», ma «l’economia va tutelata e protetta», ha detto Salvini, spiegando che la lotta alla corruzione non deve portare ad avere «60 milioni di italiani ostaggi in assenza di prove». Perplessità condivise dal ministro in quota Lega della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, che di giustizia se ne intende. «Nel governo c’è piena condivisione sul provvedimento anticorruzione», ha detto l’ex legale di Giulio Andreotti «ma ora, proprio perché stiamo inasprendo le pene, serve essere tassativi nella individuazione delle figure di reato... Non ci devono andare di mezzo gli innocenti, altrimenti sarebbe una tragedia». Immediata la reazione di Bonafede: «Mi fa piacere che ci sia tanta premura nel dettaglio. Gli addetti ai lavori che vorranno esprimere critiche lo potranno fare, ci mancherebbe, e da parte mia c’è tanto ascolto per cercare di migliorare questa norma laddove dovrà essere migliorata. Ma se qualcuno pensa di annacquare questa legge lo deve spiegare a tutti gli imprenditori onesti». La partita sulla giustizia del nuovo governo gialloverde, sembra di capire, è appena iniziata. 

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