World Excellence N°27 - Novembre/Dicembre

Page 1

WORLD EXCELLENCE Novembre - Dicembre 2018

LA RIVISTA

N° 1DEI CEO

9 80027

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LOM/MI/5193 -Prima immissione 4/12/2018 - Bimestrale | N°27 - www.worldexcellence.it

528006

7 € | UK 6.00£

ISSN 2499-5282

772499

PIÙ DONNE MANAGER E TECNOLOGIA Le imprese italiane sono indietro con l’innovazione ma stanno correndo per recuperare i tempi. Ne è convinta Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia. Che vede anche una maggiore affermazione della leadership femminile ai vertici delle aziende

SCOPRI I VINCITORI

Silvia Candiani

PRINCIPATO DI MONACO

Lusso sull’acqua

VERSO UN WELFARE SOSTENIBILE Investire in ricerca e sviluppo garantisce non solo una migliore qualità delle cure, ma anche una maggiore sostenibilità della spesa sanitaria, assistenziale e previdenziale. Ne parlano tra gli esperti Daniela Delledonne e Barbara Marini

BANCHE

La svolta del fintech


Sicuro che lo sforzo dei tuoi risparmi ti stia ripagando?

Amundi offre una gamma completa di soluzioni di investimento semplici per riportare i tuoi risparmi sul sentiero giusto. E per beneficiare: dell’esperienza di un leader nella gestione di soluzioni di investimento di base: fondi di liquidità, a capitale protetto e a cedola; delle sue competenze al servizio di 100 milioni di investitori; del 1° Asset Manager europeo*. Per maggiori informazioni sulle soluzioni di investimento Amundi contatta il tuo consulente per gli investimenti o visita il sito: amundi.it

* Fonte: IPE “Top 400 Asset Managers” pubblicato nel giugno 2018, dati di AUM al 31 dicembre 2017. Messaggio pubblicitario. Il presente documento è stato predisposto da Amundi Asset Management (SAS), società con capitale di 1.086.262.605 € - Società di gestione del portafoglio approvata dell’AMF N° GP 04000036 - Sede legale: 90, boulevard Pasteur - 75015 Parigi - Francia 437 574 452 RCS Parigi. Le informazioni contenute nel presente documento sono ritenute accurate alla data della sua redazione. Le informazioni fornite non costituiscono un prospetto o documento d’offerta né possono essere intese come consulenza, raccomandazione o sollecitazione all’investimento. Il presente documento ha scopo puramente informativo e non rappresenta un’offerta a comprare né una sollecitazione a vendere. Prima di qualunque investimento, prendere attenta visione della documentazione relativa allo strumento finanziario oggetto dell’operazione, la cui sussistenza è disposta dalla applicabile normativa di legge e regolamentare tempo per tempo vigente. Esso non è rivolto ad alcuna “U.S. Person”, come definita nel Securities Act of 1933. Ottobre 2018. |


EDITORIALE

L’intelligenza aumentata e la nuova frontiera del sapere Angela Maria Scullica @AngelaScullica

I

n questo periodo si sta alimentando un acceso dibattito sull’intelligenza artificiale spinto anche da paure, ansie, interrogativi per l’avvento di un mondo in cui macchine sempre più intelligenti sostituiranno e/o si affiancheranno all’uomo in numerose mansioni. A ben vedere di intelligenza artificiale se ne parla da circa sessant’anni, da quando cioè nel 1950 Allan Turing, espose sulla rivista Mind in un articolo intitolato “Computing machinery and intelligence”, il criterio (noto in seguito come Test di Turing) per determinare se una macchina potesse essere in grado di pensare. Da allora se ne è fatta di strada. Gli studi, i progetti e le realizzazioni in campo tecnologico sono proseguiti sempre più alacremente e oggi si è entrati nel vivo di quella che potrebbe essere chiamata la corsa ai nuovi arsenali del 21nesimo secolo, non più militari, ma informatici. L’energia indispensabile al funzionamento delle macchine pensanti è costituita dai dati che la forte correlazione e interrelazione creata da internet e dal web tra individui, sistemi, oggetti, fatti produce ormai in abbondanza. Le grandi potenze tecnologiche (tra cui in primis Stati Uniti, Cina, Giappone) sanno perfettamente che la competizione mondiale si gioca su questo e che oggi si stanno creando le basi per conquistare leadership e potere del prossimo futuro. L’Europa, che vorrebbe dare più regole a questa corsa agli arsenali, arranca per via della sua debolezza strutturale e organica. L’Italia è emblematica, sembra infatti cacciare la testa sotto le ali per non vedere e tirarsi indietro impaurita dall’innovazione e impietrita dall’ignoranza. Ed è proprio in questo clima di grande incertezza e profonda inquietudine generale che si sta facendo strada la nuova frontiera dell’intelligenza aumentata, ovvero l’incremento delle capacità cognitive dell’uomo attraverso l’uso di dispositivi

in grado di elaborare e correlare tra loro un numero elevato di informazioni finalizzate. Sempre più aziende si interrogano sul tema, sulla necessità e la possibilità di poter intraprendere un percorso di utilizzo di queste tecnologie nelle proprie aziende. Nei campi della medicina, del clima, dell’agricoltura ci sono già esempi brillanti di intelligenza aumentata dove la macchina affianca l’uomo o viceversa per risolvere quelle che sono le più grandi sfide che l’umanità ha davanti a sé contribuendo a migliorare la vita di tutti. Pensiamo per esempio all’azione predittiva sulla siccità e fertilità delle zone, sull’avanzamento degli studi di numerose malattie finora giudicate incurabili, sulla creazione di energia da fonti alternative. È indubbio che l’aspetto positivo di questa evoluzione è l’alleanza tra l’uomo e la macchina in modo da accrescere le competenze e le capacità del primo nella risoluzione di numerosi problemi che affliggono l’umanità. O anche semplicemente per limitare errori, prendere decisioni o seguire percorsi più efficienti, giusti e corretti e via dicendo. Un’alleanza sull’intelligenza che richiede una grande flessibilità, una profonda cultura e una continua preparazione e formazione. L’uomo avrà a che fare con macchine sempre più intelligenti che apprenderanno dall’esperienza e per questo dovrà abbandonare l’idea storica del sapere in quanto quest’ultimo sarà in continuo divenire. Ma un’altra caratteristica indispensabile nel mondo dell’intelligenza aumentata sarà la resilienza e cioè la capacità di affrontare e gestire diverse situazioni, anche negative, in maniera positiva, di auto motivarsi, di riorganizzarsi e ricostruire con velocità sé stesso, la propria esistenza e ambiente in mutazione prestando attenzione alle opportunità che la vita presenta e senza mai alienare la propria identità.

Novembre - Dicembre World Excellence

3


WORLD EXCELLENCE

DIRETTORE RESPONSABILE Angela Maria Scullica angela.scullica@lefonti.it REDAZIONE Federica Chiezzi (federica.chiezzi@lefonti.it), REDAZIONE GRAFICA Valentina Russotti

SCENARI 6

Gli effetti della crisi, dieci anni dopo

SEGRETERIA DI REDAZIONE segreteria@lefonti.it

34

Monaco, baricentro internazionale per sviluppare business

38

Gioielli che brillano all’asta

COLLABORATORI Filippo Cucuccio, Vanessa D’Agostino, Filippo Fattore, Piera Anna Franini, Laura Lamarra, Mario Lombardo, Alberto Mazza, Chiara Osnago Gadda, Nino Sunseri, Paolo Tomasini, Donatella Zucca

PRIMO PIANO

FINANCE

RESPONSABILE COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE Claudia Chiari

10

40

La fine del salotto buono

44

Nuove sinergie per lo sviluppo

COORDINAMENTO INTERNAZIONALE ( New York, Dubai, Hong Kong, Londra, Singapore...) Alessia Liparoti alessia.liparoti@lefonti.it PROGETTI SPECIALI Alessia Rosa alessia.rosa@lefonti.it INNOVAZIONE E DIGITAL MARKETING Simona Vantaggiato simona.vantaggiato@lefonti.it REDAZIONE E STUDI TELEVISIVI Via Dante 4, 20121 Milano - tel. 02 8738.6306 Per comunicati stampa inviare a: press@lefonti.it EDITORE

Le Fonti S.r.l. Via Dante, 4, 20121, Milano STAMPA Arti Grafiche Fiorin - AGFiorin

«All’Italia servono più donne manager e più tecnologia»

MERCATI E IMPRESE 14

Con app e internet of things la cultura si vende meglio

TECNOLOGIA

18

La seconda vita di Roberta Camerino

48

20

Innovazione sostenibile e nuove tecnologiche

28

Lusso sull’acqua

La banca che verrà

CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITÀ Opq s.r.l. Via G.B. Pirelli, 30- 20141 Milano tel. 02 6699.2511 | info@opq.it | www.opq.it DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA MePe - Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano DISTRIBUZIONE ESTERO Johnsons International News Italia srl via valparaiso, 4 - 20144 milano SERVIZIO ABBONAMENTI Telefono 02 8738 6306 o inviare una mail a: abbonamenti@lefonti.it CAMBIO INDIRIZZO Si prega di comunicarci entro il 20 del mese precedente il nuovo indirizzo via mail a: abbonamenti@lefonti.it

GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONAMENTI Le Fonti garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. leg. 196/2003 scrivendo a abbonamenti@lefonti.it Pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Milano il 4 Dicembre 2015, numero 342. La testata World Excellence è di proprietà di Le Fonti. Direttore responsabile Angela Maria Scullica Prezzo di copertina € 7,00 UK 6.00£

4

World Excellence Novembre - Dicembre 2018

RUBRICHE 37 66

NEW Mondo Nuovo

MILANO | 21/27 Giugno 2018


COMITATO SCIENTIFICO LE FONTI (in ordine alfabetico)


SCENARI POLITICHE GLOBALI

GLI EFFETTI DELLA CRISI, DIECI ANNI DOPO Dal Pakistan al Messico, al Brasile. Dalla Spagna alla Francia, alla Gran Bretagna. E, naturalmente, in Italia. L’onda lunga del 2008 ha pesato, in modo diretto o indiretto, su quasi tutti gli avvenimenti mondiali. Con esiti contrastanti Mario Lombardo

6

World Excellence Novembre - Dicembre 2018


A

ggiornarsi. In un mondo che cambia a ritmo di rap è essenziale, se si vuole restare nel mainstream, la corrente principale. Scegliendo però le notizie, classificandole per rango, attribuendo una priorità. Perché forse è importante sapere che la banca più corrotta, trascinata in tribunale da sei diversi stati, appartiene a un democratico paese occidentale. Si chiama Danske Bank, è la più grande banca della Danimarca e, solo negli Stati Uniti, è sotto inchiesta penale per riciclaggio di circa 200 miliardi di dollari. Il suo ceo si è dimesso, e mentre le indagini vanno avanti la Danske, che rischia sanzioni variabili tra i 6,2 e i 7,7 miliardi di dollari, sostiene che i magistrati americani sono interessati soprattutto alle attività della sede estone della banca, che ospitava i conti correnti di gruppi o persone russe, per questo finite nel mirino. Meno interessante è che le elezioni in Eswatini, l’ultima settimana di settembre, abbiano portato 55 nuovi membri nell’Assemblea nazionale. Fino alla primavera del 2018 l’Eswatini, un piccolo regno dell’Africa australe, si chiamava Swaziland, ex protettorato britannico confinante con Sudafrica e Mozambico, indipendente nel 1968 e dove sul trono siede Mswati III, dal 1986. Gli abitanti sono circa 1 milione e 300 mila, l’unità monetaria è il lilangeni e il paese ha due capitali: Mbabane, centro amministrativo e giudiziario, e Lobamba, legislativo. Ma a stupire è il fatto che altri 10 membri dell’Assemblea vengono nominati dal sovrano e che l’Assemblea e il Senato (30 membri) hanno una funzione soprattutto consultiva perché tutti i poteri sono concentrati sul monarca, classe 1968, tre mogli, quattro figli (almeno) e capo della famiglia reale Swazi.

C’è, ad portas, un possibile rovescio della General Electric, che gli americani chiamano Ge, multinazionale con decina di migliaia di dipendenti che dalla produzione di lampadine e elettrodomestici è passata al nucleare e agli aerei a reazione, prima di arrivare alla crisi attuale. Secondo gli analisti, per colpa di Jack Welsh, lo chief executive officer che lanciò la «creazione di valore aggiunto per gli azionisti», oltre alla teoria che i top manager possano autodeterminare i propri emolumenti, al di là dei risultati (che nel caso di Welch sono stati pessimi). Per voltare pagina Ge ha assunto come ceo Lawrence Culp con uno stipendio di 21 milioni annui, a prescindere. Non sarà questo a toglierci il sonno, quanto riconoscere che stiamo anco-

Donald Trump alla presidenza americana nel 2016 discende dal rancore dei blue e dei red collars impoveriti i primi dalla chiusura delle fabbriche e i secondi traditi dall’agricoltura. Un successo imprevisto per il tycoon che ha puntato tutto sulla comunicazione riuscendo a imporsi come «il vendicatore biondo» dei torti subiti dal common people, la gente. Al contrario di tutti i precedenti presidenti americani, Trump non ha mai esercitato funzioni pubbliche nelle istituzioni o nell’esercito, ma ha ottenuto successo con una trasmissione popolare (Fired!), in cui raccontava di eventuali assunzioni e soprattutto licenziamenti. Ed è proprio in televisione che ha compreso l’importanza delle fake news e di quanto potesse sfruttarne l’effetto su milioni di di-

Stiamo ancora soffrendo (tutti, nel mondo) le conseguenze del default di Lehman Brother’s

ra soffrendo (tutti, nel mondo) le conseguenze della crisi del 2008, quando il default di Lehman Brother’s scatenò la recessione globale e in Europa una crisi del debito sovrano così grave da minacciare la sopravvivenza della zona euro, mentre in Asia i dirigenti cinesi si convinsero a dar il via alle riforme a cui risale il successo economico. Dopo dieci anni risentiamo ancora della crisi e dei mutamenti politicosociali che hanno cambiato il mondo sulla spinta della rabbia popolare e dal risentimento contro le élite considerate responsabili del disastro. La primavera araba del nordafrica nacque (e si spense rapidamente) sull’ondata del 2008, e l’elezione di

sinformati disposti a credere a qualsiasi cosa: dal muro con il Messico alla «messa in riga» della Corea del Nord. Bisogna tuttavia riconoscere che la Trumponomics ha prodotto risultati eccellenti, dall’occupazione (solo il 3,7% di senza lavoro) all’aumento dei salari per quasi tutte le categorie di lavoratori dipendenti. L’onda lunga del 2008 ha pesato, in modo diretto o indiretto, su quasi tutte le novità politiche mondiali: l’ansia di novità, soprattutto l’ostilità verso i «vecchi» politici, considerati responsabili di ogni malefatta, ha portato il Pakistan a ripudiare le dinastie dei Bhutto e degli Sharif, che alternandosi avevano tenuto il potere per decenni, per affidare il governo

Novembre - Dicembre 2018 World Excellence

7


a Imran Khan, ex campione di cricket, capitano della squadra che nel 1992 ha vinto la Coppa del Mondo. Il Messico ha eletto Andrés Manuel Lopez-Obrador detto Amlo, primo presidente di sinistra da trent’anni a questa parte, rappresentante di un partito fondato soltanto quattro anni fa e che non può essere accusato della corruzione precedente. Per lo stesso motivo Jair Bolsonaro, di estrema destra, ha vinto la corsa alla presidenza del Brasile dopo essersi iscritto, meno di un anno fa, a un partito che conta solo 9 sui 513 seggi della Camera bassa. In Spagna i socialisti di Pedro Sanchez e la sinistra radicale di Podemos guidata da Pablo Iglesias hanno sostituito i popolari di Mariano Rajoy, accusati di corruzione. Il salario minimo da 735 euro è passato a 900 euro; è cresciuto il budget per le case popolari; è aumentata dell’1% la tassa sui patrimoni superiori ai 10 milioni; gli affitti nelle aree depresse sono stati regolamentati e altro ancora, rovesciando come un guanto quanto era stato deciso dal centrodestra precedente. In Francia Emmanuel Macron ha creato un partito centrista che un

SOTTO CRITICA Il governo guidato da Giuseppe Conte ha incontrato le prime vere difficoltà con il Def , attirandosi le critiche della Ue, degli industriali, dei sindacati e del mercato

8

World Excellence Novembre - Dicembre 2018

anno dopo la fondazione lo ha portato all’Eliseo. Macron ha messo in campo l’età giovanile, il bell’aspetto, le promesse di un mondo nuovo governato in nome dell’Europa insieme a tecnici capaci, ma al contrario di Trump finora gli è mancato il successo economico, anzi il rapporto deficit/Pil per il 2018 sfiora il 3%, ben più elevato di quello italiano. Il grande favore popolare ottenuto all’inizio dal presidente francese si sta riducendo di giorno in giorno e le ripetute dimissioni di ministri hanno portato a diversi rimpasti di governo, peggiorando sia il suo umore sia i rapporti con gli elettori, mentre cresce la distanza con le banlieue e anche gli studenti scendono in piazza. Nel marzo 2018 in Italia sono saltati in aria il centro sinistra e il centro destra, insieme. I vecchi partiti, soprattutto, non avevano capito che il mondo stava cambiando ed era in arrivo uno tsunami che avrebbe spazzato via tutte le vecchie bandiere, nessuna esclusa. Così gli elettori italiani hanno finito per votare da un lato un partito fondato nove anni fa da un comico di professione e da una società di comunicazione che puntavano su slogan comici («uno vale uno») e presto dimenticati, dall’altra il suo alleato definitosi «partito separatista del Nord» salvo poi dimenticare la Padania per pescare voti nel Mezzogiorno profondo. Ma la squadra gialloblù finora ha prodotto poco: ha indicato nemici da odiare, muri da distruggere, bersagli da colpire, e si è impantanata sul Def. Ne ha ritardato la presentazione ufficiale, ha accusato il Tesoro di non trovare le risorse necessarie, ha attribuito a misteriose «manine» la manipolazione di un Documento che si è attirato le critiche dell’intera Ue, degli industriali, dei sindacati, soprattutto del mercato. Così Moody’s ha declassato ancora l’Italia, Stan-

L’UOMO DELLA PROVVIDENZA Il primo ministro dell’Etiopia, Abiy Ahmed, in carica da aprile, è riuscito a raggiungere la pace con l’Eritrea, dopo 20 anni di ostilità e circa 100mila morti

dard & Poor’s ha mantenuto il rating a BBB, ma con outlook negativo, gli investitori stranieri hanno venduto miliardi di Btp, lo spread è salito sopra i 300 punti. Leggere sociologicamente questi avvenimenti è difficile, anche perché l’unico comun denominatore sembra costituito dalla voglia di cancellare il passato a qualsiasi costo, sulla spinta della delusione, della povertà, della rabbia, forse dalla speranza. Queste condizioni, con le dovute differenze, sono comuni in tutti i paesi considerati, ma basta allargare il campione prendendo in esame anche un solo paese in più, là dove il cambiamento invece che dopo elezioni o per spinta popolare si sta realizzando per iniziativa di un singolo e nel rispetto delle regole democratiche, ed ecco che l’intero impianto ideologico viene ribaltato. L’Etiopia da tre anni era attraversata da violente tensioni, tra le proteste dei qeerroo, giovani di etnia oromo, e manifestazioni antigovernative degli amhara, l’altra etnia maggioritaria, con salari di 420 birr (circa 13 euro) per gli impiegati pubblici e 6mila birr (meno di 200 euro) per i più retribuiti


tra i professori universitari. Un paese sull’orlo del collasso o della guerra civile perché il potere era da sempre nelle mani dei tigrini, etnia che rappresenta solo il 7% della popolazione: invece a aprile con le dimissioni di Hailemariam Desalegn l’incarico di primo ministro è andato a Abiy Ahmed, nato nel 1976 dal matrimonio tra un oromo musulmano e una amhara cristiana, già appartenente al Fronte democratico rivoluzionario del popolo etiope, l’alleanza di governo al potere dal 1991, quando caddero i militari del Derg, militare lui stesso e fondatore tra l’altro della Information network security agency che esercitava il controllo (e la censura) sull’informazione, e tutto è cambiato. In poche settimane e dopo 20 anni di ostilità e due campagne militari che sono costate circa 100mila morti, l’Etiopia è in pace con l’Eritrea: le frontiere sono state demilitarizzate e gli ambasciatori sono tornati nelle due capitali. Dopo 27 anni di esilio è rientrato in Etiopia anche il patriarca ortodosso Abune Merkorios, riconciliato con il nuovo governo che ha revocato lo stato di emergenza, rilasciato migliaia di prigionieri politici, legalizzato gruppi di opposizione prima definiti terroristici. Tra l’altro Abiy Ahmed è intervenuto sulla censura e a garantire la libertà di espressione; ripulito le forze di sicurezza colpevoli di violenze contro l’opposizione; rimpastato il governo che avrà il 50% di donne; e prima di portare il paese alle elezioni, previste per il 2020, tenta di sollevarlo dalla crisi economica in cui è sprofondato. Non sarà facile. Per finanziare le infrastrutture l’Etiopia si è coperta di debiti, le casse statali sono vuote di valute forti, e ora annuncia un giro di privatizzazioni (l’Italia ha già dichiarato il proprio interesse) su settori come le telecomunicazioni e i

trasporti, ma circa l’80% della forza lavoro è impiegata nell’agricoltura mentre la costituzione etiopica vieta la proprietà privata della terra. La base di partenza di Ahmed sembra fragile, ma il premier è circondato da un entusiasmo popolare forse eccessivo, se gli si dedicano canzoni e in Mosè, il libro più venduto di questi tempi a Addis Abeba si fanno addirittura paragoni, così che la Cnn si chiede «perché gli etiopi credono che Abiy sia un profeta», mentre l’Economist teme «che il nuovo primo mi-

In Gran Bretagna gli attentati al premier Theresa May per fortuna sono soltanto politici, però vengono dal suo stesso partito. Sul tavolo c’è sempre la Brexit e i tories, i conservatori, sono divisi tra chi la vuole «forte» e chi si accontenterebbe di un accordo «comunque». Le trattative con l’Europa sono in una fase di stallo, perché Londra sembra incapace di decidere, così gli oppositori scendono in piazza (650mila il 20 ottobre nella City) chiedendo un nuovo referendum per restare nell’Unione e

EXIT BREXIT Mentre i tories sono divisi tra chi vuole una Brexit «forte» e chi si accontenterebbe di un accordo «comunque», gli oppositori del governo May hanno sfilato in massa per le strade di Londra chiedendo un nuovo referendum per restare nell’Unione

nistro sia ormai oggetto di un culto personale». Il culto della personalità finora ha fatto danni, sempre e dovunque: speriamo che l’Etiopia non ricada in errore, dopo aver puntato prima sul negus Hailé Selassié, una volta cacciati gli italiani. e poi su Menghistu Hailé Mariam dopo aver deposto il «re dei re». Almeno per ora, Ahmed sembra diverso da chi lo ha preceduto al potere e il suo governo mostra principi solidi e condivisibili. Che non piacciono a tutti (tigrini in testa) tanto che il premier etiope ha denunciato di essere già sfuggito a due attentati.

per May i tempi si fanno difficili. Come per la stessa Ue, che teme un ribaltone dalle prossime elezioni, non riesce ad affrontare collegialmente il problema dei migranti, deve sopportare il peso dei dazi americani mentre i paesi dell’Est (e non solo) sono ammalati di sovranismo e complottano contro l’unità. Sempre meglio dell’Afghanistan insanguinato dai taleban contrari alle elezioni, e dell’Arabia che ha sequestrato, torturato e assassinato Jamal Khashoggi, un giornalista inviso a Mohammed Bin Salman, il principe erede del regno saudita. 

Novembre - Dicembre 2018 World Excellence

9


I NEDI COL A

-MI GL I ORI BANCHEEOPE RA T ORI DE L L AF I NANZ API ÙT E CNOL OGI CI GL I ORI I MPRE SEI T AL I ANE -MI -MI GL I ORI SCUOL EDI F ORMAZ I ONE A V OL EROT ONDECONI MAGGI ORI T E SPONE NT I DE LSE T T ORE


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.