World Excellence N°1 - Aprile

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N°1 | Aprile 2016 |

WORLD EXCELLENCE www.worldexcellence.it

FINANZA, ASSICURAZIONI E IMPRESE NELLA SFIDA GLOBALE

N°1 APRILE 2016

5 € | Mensile

Per l’economista Innocenzo Cipolletta le imprese di successo sono quelle che si aprono all’estero e cercano finanziamenti anche al di fuori del canale bancario

WORLD EXCELLENCE

COMPETERE NEL MONDO GLOBALE ASSET MANAGEMENT Le nuove sfide del risparmio gestito

MERGER & ACQUISITION

IL RISVEGLIO DELL’ IRAN

Strategie e criticità delle operazioni cross border

L’accordo di Vienna apre le porte ai capitali stranieri

www.worldexcellence.it


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L’asset manager per un mondo che cambia Il valore dell’investimento e il reddito da esso generato può diminuire oltre che aumentare, e può essere che gli investitori non recuperino il capitale inizialmente investito. La performance storica non è indicativa di risultati futuri. Parvest è una Sicav di diritto lussemburghese conforme alla direttiva 2009/65/CE. Il presente avviso ha natura pubblicitaria e viene diffuso con finalità promozionali, è redatto a mero titolo informativo, non costituisce una consulenza d’investimento, non può essere considerato un’offerta di vendita, di sottoscrizione o di acquisto di strumenti finanziari di qualsiasi natura e non costituirà la base di un qualsivoglia contratto o impegno. E’ redatto e pubblicato da BNP Paribas Asset Management S.A.S. (BNPP AM)*, membro di BNP Paribas Investment Partners (BNPP IP)**. Prima di sottoscrivere questi strumenti finanziari, occorre leggere l’ultima versione dei Prospetti e/o delle Informazioni Chiave per gli Investitori (KIID) disponibili presso il vostro rappresentante locale di BNPP IP. Le opinioni espresse nel presente avviso rappresentano il parere di BNPP AM alla data di pubblicazione e sono quindi soggette a modifiche senza preavviso. *BNPP AM è una SGP (Società di Gestione di Patrimoni) autorizzata dall’AMF con il n. GP 96002, sede sociale: boulevard Haussmann 1, 75009 Parigi, Francia, RCS Parigi 319 378 832. **BNPP IP è il marchio mondiale dei servizi di gestione patrimoniale del gruppo BNP Paribas. Per ulteriori informazioni rivolgetevi al corrispondente locale autorizzato o al vostro consulente finanziario. TBWA\CORPORATE - © Jasse Kyttanen


EDITORIALE

Usare il cambiamento per uno sviluppo sostenibile Angela Maria Scullica

I

l mondo è in rapida trasformazione. Il veloce progredire delle innovazioni tecnologiche sta radicalmente cambiando modelli di business, sociali e relazionali, unendo virtualmente individui, Stati e continenti in macroaree economiche e culturali dai confini incerti, trasversali e difficilmente tracciabili. Questa enorme e potente ondata informatica che sta spingendo l’umanità intera nella nuova era moderna è inarrestabile e travalica tutti i tentativi di resistenza anche estrema che si stanno manifestando oggi. Le vecchie elite del passato combattono infatti in ogni parte del mondo, e sotto diverse vesti a partire da quella più macroscopica e allarmante del terrorismo, per mantenere il potere esercitato per anni nelle loro aree di influenza. E per guadagnare consenso puntano su quei valori di sicurezza e spiritualità che l’evoluzione di oggi mette in discussione, almeno nel modo in cui sono stati sinora percepiti e interiorizzati. Ma per quanto i tentativi di ritornare al tempo che fu possono essere forti, pericolosi e drammatici, la storia insegna che il progresso e la conoscenza possono anche arrestarsi e involvere nel breve periodo ma alla lunga sono destinati a prendere il sopravvento portando metaforicamente l’uomo fuori dalla caverna di Platone. Stando così le cose, oggi più che mai è necessario liberare completamente la mente da schemi, certezze e convinzioni che finora hanno mosso l’azione e il pensiero e disporsi con apertura e curiosità ad apprendere e ad approfondire tutto il nuovo che sta arrivando per reinventare e reimpostare strategie e modelli di business più adeguati e innovativi a favorire sviluppo e crescita. Le parole chiave che danno un’idea appropriata e completa a questo atteggiamento positivo nei confronti della profonda rivoluzione che ci colpisce sono: distrupt e cioè rompere, infrangere, interrompere schemi e convinzioni tradizionali che hanno retto il business fino a qualche anno fa, pragmatismo, flessibilità, lungimiranza, qualità, etica e trasparenza. Sette vocaboli che sottengono importanti

e fondamentali concetti dai quali non si può prescindere per competere in un mondo globale, unito e pervaso dalla tecnologia. Ed è sulla base di queste premesse che nasce la nuova rivista World Excellence che mi appresto a dirigere. Vogliamo infatti pensare in positivo, capire, approfondire e comprendere l’evoluzione in atto per affrontarla con mezzi e strategie adeguate e innovative. Vogliamo combattere la paura dell’incertezza e della sopraffazione con la diffusione della conoscenza, la proposizione del confronto, la volontà di migliorare, la capacità e la forza di innovare. Vogliamo crescere e lavorare affermando la qualità dei nostri prodotti, la forza delle nostre idee e della nostra creatività, l’impegno, l’indipendenza di pensiero, la capacità di fare squadra e di puntare ad obbiettivi più elevati di benessere collettivo. Vogliamo esaminare lo scenario nel quale stiamo vivendo senza alcun preconcetto e schema mentale in totale libertà e indipendenza di pensiero. Le idee di business in Italia non mancano, lo spirito di intraprendenza neppure. Lo provano le numerose storie individuali e di impresa che, pur tra mille difficoltà, sono riuscite ad affermarsi in questi anni di crisi e ad avere successo. Tutte hanno in comune un atteggiamento positivo e aperto a raccogliere le opportunità che si presentano in un contesto in profonda mutazione, a comprendere gli eventuali ostacoli e ad aggirarli con soluzioni innovative e pragmatiche. Ma anche una forte determinazione a migliorare le proprie condizioni accrescendo le competenze in campi nuovi e inesplorati. Con queste convinzioni e questa visione World Excellence approfondirà l’evoluzione in corso nell’economia e nella finanza per comprenderne sviluppi, tendenze, criticità e opportunità anche in un’ottica internazionale di medio e lungo periodo e darà spazio a tutti i protagonisti, grandi e piccoli che siano, che si trovano ogni giorno ad affrontare la sfida della competizione globale. E che si impegnano per vincerla senza farsi sovrastare da ansie, ostacoli, negatività e chiusure di ogni genere.  Aprile 2016 World Excellence

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WORLD EXCELLENCE

DIRETTORE RESPONSABILE Angela Maria Scullica angela.scullica@editricelefonti.it REDAZIONE Federica Chiezzi (federica.chiezzi@editricelefonti.it), Sara Tamburini (sara.tamburini@editricelefonti.it) REDAZIONE GRAFICA Valentina Russotti SEGRETERIA DI REDAZIONE redazione10@editricelefonti.it

SCENARI 8

La difficile ripresa al traino della Bce

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Il non-sistema monetario globale

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La guerra del petrolio

RUBRICHE 6 Mondo Nuovo 24 News 80 Top Executive 81 Carriere 98 Trend

COLLABORATORI Andrea Salvadori, Salvatore Bruno, Chiara Osnago Gadda, Melania Mauri, Filippo Cucuccio, Gloria Valdonio, Filippo Fattore, Mario Lombardo, Luigi Dell’ Olio, Matteo Mauri, Achille Perego, Fabio Sgroi.

PRIMO PIANO

INTERNAZIONALIZZAZIONE

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L’M&A anticipa il ciclo e indica ripresa

RESPONSABILE COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE Claudia Chiari

MERCATI E IMPRESE

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Gestire le operazioni cross border

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Il risveglio di Teheran

COORDINAMENTO INTERNAZIONALE ( New York, Dubai, Hong Kong, Londra, Singapore...) Alessia Liparoti alessia.liparoti@editricelefonti.it PROGETTI SPECIALI Alessia Rosa alessia.rosa@editricelefonti.it

L’internazionalizzazione è la chiave per crescere

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La nuova geo-economia

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Prevenire il rischio per proteggere il marchio

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Un capitalismo ancora poco diffuso

REDAZIONE E STUDI TELEVISIVI Via Dante 4, 20121 Milano - tel. 02 8738.6306 Per comunicati stampa inviare a: redazione10@editricelefonti.it EDITORE

GESTIRE LE OPERAZIONI CROSS BORDER Editrice Le Fonti S.r.l. Via Dante, 4, 20121 Milano STAMPA Arti Grafiche Fiorin - AGFiorin

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In un orizzonte allargato, barriere culturali, istituzioni e finanziamenti restano i limiti più difficili da superare

CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITÀ Opq s.r.l. Via G.B. Pirelli, 30- 20141 Milano tel. 02 6699.2511 | info@opq.it | www.opq.it

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World Excellence Aprile 2016

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Come sopravvivere alla crisi senza bussare allo sportello

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“L’Europa crede nelle popolari”

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Torna a crescere l’interesse per l’Italia

ASSICURAZIONI 68

Verso un approccio “social” al cliente

LAVORO 74

DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA MePe - Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano SERVIZIO ABBONAMENTI Telefono 02 8738 6306 o inviare una mail a: abbonamenti@editricelefonti.it

FINANCE

IL RISVEGLIO DI TEHERAN

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Lo storico accordo di Vienna apre le porte dell’Iran ai capitali stranieri. L’Italia cerca di recuperare il ruolo di partner commerciale privilegiato.

TECNOLOGIA 82

www.worldexcellence.it/abbonamenti/

Le nuove sfide della rivoluzione digitale

ASSET MANAGEMENT 90

PER ABBONARSI:

Il manager del mercato globale

Le strategie del risparmio al tempo dei tassi a zero




MONDO NUOVO

La fine della globalizzazione? Daniel Gros

(Director of the Brussels-based Center for European Policy Studies)

L

a Cina ha recentemente annunciato che l’anno scorso, per la prima volta da quando, alla fine degli anni settanta, ha iniziato ad aprire la propria economia al mondo, le esportazioni sono diminuite su base annua. E non è tutto; nel 2015, il commercio globale si è ridotto in termini di valore. La domanda ovvia è: perché. Il commercio globale è diminuito anche nel 2009, ma la spiegazione era evidente: al tempo, il mondo stava vivendo una forte contrazione del Pil. L’anno scorso, tuttavia, l’economia mondiale è cresciuta di un rispettabile 3%. Inoltre, le barriere commerciali non sono aumentate in modo significativo da nessuna parte, e i costi di trasporto sono in calo, a causa della forte diminuzione dei prezzi del petrolio. I dati del 2015 potrebbero preludere a una nuova era di rallentamento del commercio. La conclusione ovvia è che le forze della globalizzazione, un tempo irresistibili, stanno perdendo vigore. La situazione in Cina è indicativa. Negli ultimi decenni, da quando è diventata l’economia leader del commercio mondiale, la Cina ha trasformato il sistema commerciale globale. Oggi i valori delle importazioni e delle esportazioni sono crollati, anche se i primi sono declinati in misura maggiore, a causa del tracollo dei prezzi delle materie prime a livello mondiale. In effetti, i prezzi delle materie prime sono la chiave per comprendere le tendenze commerciali nel corso degli ultimi decenni. Quando erano alti, hanno sostenuto l’incremento degli scambi commerciali, al punto che è cresciuta la quota di commercio rispetto al Pil – alimentando il clamore circa l’inevitabile progresso della globalizzazione. Ma nel 2012, i prezzi delle materie prime hanno cominciato a calare decisamente, trascinando con loro ben presto anche il commercio. Dato che questa connessione influisce su tutti i beni prodotti che necessitano di materie prime, poiché i prezzi di quest’ultime sono diminuiti, non dovrebbe sorprendere che si è ridotto anche il commercio globale. Si potrebbe sostenere che questo esempio riguarda solo il valore degli scambi, e che negli ultimi decenni, anche la crescita del commercio in termini di volume ha superato quello di crescita

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del Pil reale. Ma i prezzi delle materie prime incidono anche sul volume degli scambi, perché prezzi più alti delle materie prime costringono i paesi industriali ad aumentare il volume delle loro esportazioni, al fine di coprire i costi dello stesso volume delle importazioni di materie prime. Poiché gli alimenti, i combustibili e le materie prime costituiscono circa un quarto del commercio mondiale, quando i loro prezzi oscillano – soprattutto in misura così imponente come negli ultimi decenni – i dati del commercio aggregato ne vengono evidentemente interessati. Questo non vuol dire che la globalizzazione ed il commercio siano la stessa cosa. La globalizzazione comporta molte altre caratteristiche, tra cui il forte incremento delle transazioni finanziarie transfrontaliere e del turismo, lo scambio di dati, ed altre attività economiche. In realtà, queste altre interconnessioni hanno avuto una ricaduta sul commercio, in quanto hanno permesso l’emergenza di catene di valore globali, per cui fasi diverse del processo di produzione si verificano in paesi differenti. Ma questo fenomeno è stato sopravvalutato. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il valore aggiunto estero compreso nelle esportazioni corrisponde solo a circa il 15% per la maggior parte delle grandi economie, come gli Usa e la Ue. In altre parole, le catene di valore globali hanno un impatto modesto su queste economie commerciali più grandi. La Cina è l’unica eccezione. La sua posizione di piattaforma di assemblaggio per i prodotti di tutto il mondo ha significato che essa importasse la maggior parte degli elementi a più alto valore aggiunto di tali prodotti. Ma, via via che matura la struttura industriale del paese – gli iPhone cinesi assemblati oggi contengono più componenti di fabbricazione cinese di quanto ne contenessero solo pochi anni fa – il paese si avvicinerà agli Usa e alla Ue in termini di valore aggiunto, e non il contrario. Se i prezzi rimangono bassi, nel prossimo decennio si potrebbe riscontrare una stagnazione del commercio globale, poiché la configurazione degli scambi commerciali si “riequilibra” a favore delle potenze industriali convenzionali rispetto alle economie emergenti. 



SCENARI MISURE STRAORDINARIE PER LA CRESCITA

LA DIFFICILE RIPRESA AL TRAINO DELLA BCE Per scongiurare la deflazione e rilanciare l’economia il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha azzerato i tassi di interesse e promesso acquisti mensili per 80 miliardi di bond. Misure estreme in un mondo dove l’avanzare della tecnologia richiede cambiamenti sempre più radicali dei modelli produttivi e di business. Mario Lombardo

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a scossa c’è stata, e più forte ancora di quanto si pensasse. Ma ci vorrà tempo, e non poco, per vederne gli effetti. Le decisioni prese “a stragrande maggioranza” dal consiglio direttivo della Bce a Francoforte per ora hanno solo alzato un gran polverone: 8

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le borse hanno segnato un immediato rialzo, per poi assestarsi e rialzarsi di nuovo; l’euro ha fatto un percorso inverso, prima è caduto per poi risalire rispetto al dollaro; dalla Germania si è levato un gran coro di critiche contro le mosse della banca centrale per combattere la deflazione e sostenere

la ripresa perché, dicono i banchieri tedeschi, servono a poco, anzi “sono inutili”. Nessuno si aspettava una serie di provvedimenti come quelli presentati il 10 marzo da Mario Draghi, il presidente della Bce. Le misure varate nello scorso dicembre almeno in


tare i prestiti, soprattutto alle piccole e medie imprese e nello stesso tempo, senza dichiararlo esplicitamente per non scatenare una guerra monetaria di cui proprio non c’è bisogno, dovrebbe indebolire l’euro per favorire le esportazioni. L’intervento complessivo della Bce è previsto in 2.200 miliardi di euro, una montagna di denaro messa a disposizione dell’economia perché, come ha detto Draghi spiegandone la motivazione: «Il quadro è cambiato molto, soprattutto a causa dell’indebolimento significativo delle prospettive di crescita globale».

parte avevano deluso le aspettative: si pensava che quelle di marzo sarebbero state diverse e più importanti, ma non fino a ribassare ancora i tre principali tassi di interesse (quello di riferimento, che fornisce liquidità alle banche, è stato addirittura azzerato); ad aumentare di 20 miliardi al mese gli acquisti

di titoli di stato; a offrire alle banche una nuova serie di prestiti, se daranno credito all’economia; a promettere l’acquisto di bond emessi da aziende non finanziarie che abbiano un rating a livello di investimento. Secondo gli analisti tutto questo potrebbe stimolare le banche ad aumen-

Non a caso gli economisti dell’Eurotower hanno rivisto le stime sia sul Pil sia sui prezzi della zona euro. La crescita del Pil dall’1,7% del dicembre 2015 scende all’1,4% per il 2016 (ma dovrebbe risalire all’1,7% nel 2017); l’inflazione che a dicembre era prevista dell’1% sarà solo dello 0,1% così che i prezzi saliranno dell’1,3% contro l’1,6% che si prevedeva per questanno e che invece sarà toccato solo nel 2018. Draghi, pur sostenendo che l’eurozona non è in deflazione, ha ammesso: «Nei prossimi mesi l’inflazione sarà negativa, e tornerà positiva verso la fine dell’anno». Per capire come stanno le cose forse bastava leggere il documento finale del G20 di Shanghai, a fine febbraio, dove con il difficile linguaggio di un convegno economico internazionale si è alzato un grido d’allarme contro «i ribassi crescenti di revisione al ribasso della crescita globale», con l’impegno a «evitare il calo di una crescita che resta abbastanza ragionevole», cercando di stabilizzare «cambi e mercati scossi da una volatilità non giustificata dai fondamentali», e coordinandosi per «scongiurare la tentazione di usare i cambi come scorciatoia per guadagnare competitività». Perché tre sono i pericoli che incombono: la Brexit, i rifugiati e il terrorismo finanziario. L’uscita della Gran Bretagna dalla Ue (Brexit) rappresenta «uno shock da Aprile 2016 World Excellence

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