WORLD EXCELLENCE www.worldexcellence.it
18 SETTEMBRE 2017
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ECONOMIA, FINANZA, TECNOLOGIA
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ISSN 2499-5282
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Il presidente dell’ Associazione bancaria italiana illustra come sono cambiati gli istituti di credito in seguito alla crisi. E quanto gli investimenti in tecnologia ne stanno trasformando il modello organizzativo e di business
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LOM/MI/5193 - Prima immissione 08/09/2017
IL NUOVO CORSO DELLE BANCHE INNOVAZIONE TECNOLOGICA Antonio Patuelli
HIGH-TECH
Le tecnologie che permettono di gestire, elaborare e archiviare dati nel web stanno crescendo. Ma molte imprese, soprattutto Pmi, sono ancora refrattarie ad adottarle. E anche la pubblica amministrazione e alcuni grandi settori, guidati da banche e assicurazioni. Sicurezza e privacy i timori più sentiti. Che, però, si possono superare
RETAIL
MERCATI FINANZIARI
Cosa succederà con il tapering I MILLENNIALS DETTANO LA STRADA
Quali saranno gli effetti sulla ripresa europea e sul risparmio gestito con la fine del programma di quantitative easing della Bce? Ne parlano gli esperti
SPECIALE LE FONTI AWARDS 2017
Ma quanto possiamo affidarci al cloud? Federico Riboldi
Fabio Pascali
Fabio Panada
Marco Ramilli
Claudio Valtorta
Enrico Rampin
Tutti i nomi dei premiati dell’edizione di giugno
EDITORIALE
La convivenza con i robot richiede un forte impegno Angela Maria Scullica @AngelaScullica
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film di fantascienza con robot che si muovono e che ragionano come gli uomini (se non meglio di loro) e che basano i loro ragionamenti su un quantitativo enorme di informazioni e su una capacità di apprendimento autonomo elaborata dall’esperienza, stanno per diventare realtà. Gli studi sull’intelligenza artificiale entrano infatti in una fase più avanzata che ci proietterà, nel giro di qualche anno, in uno scenario del tutto inedito e, per molti aspetti, rivoluzionario rispetto al contesto nel quale abbiamo finora vissuto. Gli scienziati di tutto il mondo stanno lavorando intensamente sull’argomento. E i progetti allo studio sono numerosi e avanzati. In Francia, per esempio, lo scorso aprile i ricercatori del National Center for Scientific Research, della multinazionale Thales e delle Università di Bordeaux, di Paris-Sud e di Evry hanno annunciato la creazione di sinapsi artificiali in grado di apprendere autonomamente. La sinapsi naturale, consente la comunicazione delle cellule del tessuto nervoso tra loro o con altre cellule. Nell’uomo, attraverso la trasmissione sinaptica, l’impulso nervoso viaggia da un neurone all’altro o da un neurone a una fibra per esempio muscolare. È facile quindi intuire quanto essere riusciti a riprodurre questo procedimento in laboratorio abbia dato uno slancio in avanti agli studi sull’intelligenza artificiale. La strada è segnata ed è un cammino dal quale non si può tornare indietro. Che piaccia o no, l’uomo si ritroverà, nel giro di poco tempo, a non potere fare a meno di convivere con robot destinati a diventare, con l’avanzare degli studi sull’apprendimento autonomo, sempre più intelligenti e indipendenti. Macchine pensanti che lo potranno sostituire in molte mansioni odierne perché più efficienti e meno costose e alle quali verranno delegate sempre più funzioni. E qui si aprono numerosi interrogativi che vanno dalle questioni etiche a quelle legate all’evoluzione della specie umana. Nel primo caso occorreranno regole etiche da rispettare nella convi-
venza con i robot, un argomento questo destinato d’ora in poi a diventare sempre più attuale. L’Europa se ne sta già interessando. Lo scorso febbraio il Parlamento europeo, in vista dell’arrivo tra qualche anno di automobili che non avranno bisogno di autista, ha chiesto alla Commissione europea di individuare responsabilità civili e penali precise in caso di danni causati dagli automi. Ma il fatto che i robot potranno essere in grado di pensare, e quindi di agire autonomamente, sta facendo discutere anche sulla possibilità di considerarli un giorno vere e proprie persone giuridiche. Relativamente all’evoluzione della specie umana, senza arrivare agli estremismi di alcuni scienziati tra cui Elon Musk, imprenditore tra i più illuminati del mondo e inventore, tra l’altro, del PayPal, secondo il quale gli uomini potranno sopravvivere solo se si evolveranno in cyborg, inglobando cioè in loro stessi la potenza di calcolo dei computer, una cosa è certa: più si svilupperanno gli studi sull’intelligenza artificiale più sarà necessario aumentare la nostra conoscenza. Per affrontare il mondo nuovo al quale stiamo andando incontro, senza restarne emarginati, ma anzi cogliendone le enormi opportunità di benessere e di crescita che inevitabilmente verrà ad aprire, occorrerà studiare impegnandosi in modo continuativo nel tempo. Il confronto con le macchine intelligenti si reggerà infatti sulla competenza e sulla preparazione. Per il nostro lavoro e la crescita professionale la formazione e la ricerca assumeranno un ruolo sempre più strategico. L’Italia da questo punto di vista parte in ritardo, non ha mai dato peso e investito risorse nella ricerca e nella formazione ritenendo, con un’ottica miope, più rilevante l’aspetto dei costi immediati piuttosto che quello dei benefici futuri. Ma è proprio principalmente su questi due aspetti, che rappresentano le due facce di un’unica medaglia, che si giocherà negli anni a venire la nostra possibilità di restare competitivi sul mercato.
Settembre 2017 World Excellence
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WORLD EXCELLENCE
DIRETTORE RESPONSABILE Angela Maria Scullica angela.scullica@lefonti.it REDAZIONE Federica Chiezzi (federica.chiezzi@lefonti.it),
SCENARI 8
ASSET MANAGEMENT
Salvare il pianeta e l’economia
REDAZIONE GRAFICA Valentina Russotti SEGRETERIA DI REDAZIONE segreteria@lefonti.it
PRIMO PIANO
COLLABORATORI Filippo Cucuccio, Vanessa D’Agostino, Luigi Dell’Olio, Gianenrico Levaggi, Fabio Sgroi, Nino Sunseri, Paolo Tomasini, Gloria Valdonio, Gabriele Ventura
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Banche: troppe regole fanno male
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Banche: così si è risolta la crisi
RESPONSABILE COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE Claudia Chiari COORDINAMENTO INTERNAZIONALE ( New York, Dubai, Hong Kong, Londra, Singapore...) Alessia Liparoti alessia.liparoti@lefonti.it PROGETTI SPECIALI Alessia Rosa alessia.rosa@lefonti.it INNOVAZIONE E DIGITAL MARKETING Simona Vantaggiato simona.vantaggiato@lefonti.it REDAZIONE E STUDI TELEVISIVI Via Dante 4, 20121 Milano - tel. 02 8738.6306 Per comunicati stampa inviare a: press@lefonti.it
MERCATI E IMPRESE 22
I millennials dettano la strada
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La rivoluzione dei big data
FINANCE
EDITORE
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Perché l’Italia è ancora bancocentrica
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Banca Generali: «Vogliamo diventare il più grande istituto private»
Le Fonti S.r.l. Via Dante, 4, 20121, Milano STAMPA Arti Grafiche Fiorin - AGFiorin CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITÀ Opq s.r.l. Via G.B. Pirelli, 30- 20141 Milano tel. 02 6699.2511 | info@opq.it | www.opq.it DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA MePe - Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano DISTRIBUZIONE ESTERO Johnsons International News Italia srl via valparaiso, 4 - 20144 milano SERVIZIO ABBONAMENTI Telefono 02 8738 6306 o inviare una mail a: abbonamenti@lefonti.it
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GLI AGENTI DAVANTI AL CAMBIAMENTO
52 MERCATI FINANZIARI
COSA SUCCEDERÀ CON ILTAPERING TECNOLOGIA 56
Ma quanto possiamo affidarci al cloud?
Milano – 7/22/29 Giugno 2017 62
RUBRICHE 6 21 41
Mondo Nuovo Carriere Trend
MONDO NUOVO
La debole posizione della Russia Kenneth Rogoff Professore di economia all’Università di Harvard, è stato capo economista del Fondo monetario internazionale dal 2001 al 2003
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algrado il crollo dei prezzi del petrolio iniziato tre anni fa, la Russia è riuscita a evitare una profonda crisi finanziaria. Sebbene, però, l’economia stia registrando una modesta ripresa dopo due anni di grave recessione, il futuro non appare più così promettente come la leadership del Paese pensava soltanto cinque anni fa. Ostacolando la realizzazione di riforme politiche ed economiche serie, tale situazione compromette di fatto la capacità di Putin di concretizzare le sue ambizioni strategiche per la Russia. Nel 2012, quando Putin apparve sul palco a fianco dell’economista e premio Nobel Paul Krugman a una conferenza bancaria organizzata a Mosca, la crisi economica russa del 1998 sembrava un ricordo lontano. Grazie a prezzi del petrolio ben oltre i 100 dollari al barile, le casse dello Stato erano stracolme e Putin poteva contrapporre con orgoglio l’avanzo di bilancio della Russia agli ampi deficit dei Paesi occidentali provocati dalla recessione, nonché gustarsi la scena del pubblico russo che ascolta Krugman commentare la cattiva gestione della crisi finanziaria globale da parte delle democrazie occidentali. In un’altra sessione, l’economista russo Sergei Guriev (che in seguito fu costretto a lasciare il Paese) aveva sostenuto che, fintantoché le istituzioni russe, per esempio i tribunali, fossero rimaste deboli non vi sarebbe stata alcuna possibilità di diversificare l’economia del Paese fondata sulle risorse. Troppe decisioni importanti dipendevano da un solo uomo. Intervenendo a quella sessione, io stesso avevo sottolineato il fatto che, senza riforme cruciali, un crollo dei prezzi mondiali dell’energia avrebbe generato problemi enormi. Inevitabilmente, tale crollo si verificò e i prezzi precipitarono da 119 dollari al barile nel febbraio 2012 (per il greggio Brent in Europa) a 27 dollari nel 2016. Trattandosi di un paese che dipende dal petrolio e dal gas naturale per la maggior parte dei proventi delle esportazioni, il crollo dei prezzi ha inferto un duro colpo all’economia. Il fatto che la Russia abbia evitato una crisi finanziaria è un risultato degno di nota, e in larga misura ottenuto grazie agli sforzi della Banca centrale della Russia (Cbr). Il suo governatore, Elvira Nabiullina, è stato insignito per ben due volte del titolo di banchiere centrale dell’anno. Ma l’onere dell’aggiustamento è ricaduto perlopiù sui consumatori a causa di un calo del 50% del valore del rublo in rapporto al dollaro, che ha determinato una drastica diminuzione tanto dei salari reali quanto dei consumi. L’economia reale ha subito un forte choc che si è tradotto in un calo della produzione negli anni 2015 e 2016 paragonabile a quello che gli Stati Uniti ebbero durante la crisi finanziaria del 20082009, con una contrazione totale del Pil pari a circa il 4%. Molte
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aziende sono finite in bancarotta e nel 2016 il Fondo monetario internazionale ha stimato che quasi il 10% dei crediti bancari erano inesigibili (una cifra che sicuramente sottovaluta la gravità della situazione). In molti casi, le banche hanno scelto di riprestare fondi anziché inserire le perdite nel proprio bilancio o spingere aziende con legami politici alla bancarotta. Al tempo stesso, però, la Cbr si è adoperata per costringere alcune banche più piccole a reperire capitali e a svalutare i crediti deteriorati (una cosa che i policymaker europei hanno impiegato molto più tempo a fare). E, di fronte a un’intensa attività di lobbying da parte di oligarchi potenti, la Cbr ha tenuto i tassi di interesse alti per contenere l’inflazione, che era arrivata a toccare quota 15% ma che poi è ridiscesa al 4%. Naturalmente, le sanzioni occidentali, in particolare i vincoli sulle banche, hanno aggravato la situazione, ma i media tendono a enfatizzare fin troppo questo aspetto dei problemi economici della Russia. Tutti i Paesi che dipendono fortemente dalle esportazioni energetiche hanno sofferto, in particolare quelli che, come la Russia, non sono riusciti a diversificare la propria economia. In una democrazia occidentale, un tracollo economico delle dimensioni di quello subito dalla Russia sarebbe risultato molto difficile da digerire politicamente, come dimostra l’ondata di populismo a livello globale. Putin, invece, è riuscito a mantenersi saldamente al comando e, con ogni probabilità, è sulla buona strada per ottenere un’altra vittoria schiacciante alle elezioni presidenziali del prossimo marzo. I potenti media statali russi sono riusciti a trasformare le sanzioni occidentali in un capro espiatorio per gli stessi insuccessi del governo, nonché a mobilitare sostegno a una politica estera sconsiderata, che comprende la conquista della Crimea, l’intervento militare in Siria e l’ingerenza nelle elezioni Usa. La maggior parte dei russi, costantemente manipolata dalle scuole e dai media nazionali, è convinta che in Occidente le condizioni siano molto peggiori (un’affermazione inverosimile persino nell’era delle fake news). Purtroppo, una simile disinformazione non favorisce certo le riforme. Senza di esse, però, c’è poco da essere ottimisti sul trend di crescita a lungo termine della Russia, tenuto conto del suo basso profilo demografico, della debolezza delle istituzioni e dell’incapacità di diversificare la propria economica, malgrado il Paese vanti una popolazione ricca di talento e creatività. Da dove arriverà la sua crescita futura? Se il mondo continua a dirigersi verso un futuro a bassa emissione di carbonio, la Russia si troverà inevitabilmente di fronte a una scelta: avviare riforme economiche e politiche, oppure restare emarginata, con o senza le sanzioni occidentali.
SCENARI
DOPO DOPO IL IL G20 G20 DI DI AMBURGO AMBURGO
SALVARE IL PIANETA E L’ECONOMIA 8
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Lo stratega della fondazione di Bill & Melinda Gates, un professore di Economia alla Cornell University, un ex consigliere di Barack Obama spiegano perché bisogna spingere sulla globalizzazione (intelligente) e come gestirla A cura di Paolo Tomasini
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ibero commercio, cambiamenti climatici, lotta al terrorismo e gestione dell'immigrazione. Erano questi i temi caldi al centro del G20 che si è svolto lo scorso luglio ad Amburgo. I risultati ottenuti, per usare un eufemismo, sono stati piuttosto deludenti. Mentre la città che ospitava il vertice veniva messa a ferro e fuoco dai soliti no global a volto coperto, i venti “grandi della terra” non sono riusciti a fare alcun passo avanti sostanziale. E ognuno è rimasto sulle sue posizioni, a partire dal presidente americano Donald Trump e dal suo gran rifiuto all’accordo sul clima di Parigi. Eppure, il tema, ambizioso, che si era dato il G20 a presidenza tedesca resta attualissimo: «Dare forma a un mondo interconnesso». Un mondo che dovrà necessariamente essere meno inquinato, certo, ma anche più inclusivo, più giusto e perché no? più ricco. Nelle pagine seguenti, World Excellence ospita tre pareri autorevoli, tre riflessioni, tre inviti ai grandi del mondo per far sì che questi obbiettivi si possano davvero raggiungere. Mark Suzman, che guida gli sforzi della Bill & Melinda Gates Foundation nel costruire relazioni strategiche con governi e filantropi privati, spiega perché è fondamentale aumentare l’inclusione finanziaria digitale nel mondo; Kaushik Basu, ex capo economista della Word Bank, disegna di due possibili, e opposti, scenari che si prospettano da qui a 50 anni; Mohamed El-Erian, economista ed ex consigliere di Barack Obama, insinua il dubbio che il sistema bancario e finanziario globale non sia così stabile come si crede e invita i regolatori ad aumentare gli sforzi.
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