Qui ho posto il cuore dicembre 2014

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Anno III, n°32 - Dicembre 2014

Notiziar io de l Santuar io de l Beato Lu ig i Mar ia Monti - Saron no

sommario

Editoriale

Editoriale 1-2

PER...APPROFONDIRE Padre Monti e dintorni Con Maria, come Maria Giocando con Dio

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PER...pregare Il mio “Grazie” a Padre Monti Preghiera per le vocazioni Una preghiera per...

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PER...riflettere Le parole montiane Parole e fuoco Tracce per una lettera da Saronno

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PER...testimoniare Riconoscere vocazioni Emanuele e Bonifacio

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PER...incontrarsi

Natale di traverso di Aurelio Mozzetta

Per quanto le si provino tutte, ecco che viene Natale, fa saltare le certezze e rimette tutto in ballo. Quella che sembra soltanto una bella favola, da raccontare ai bambini davanti al presepe, si dimostra più forte d’ogni incallita negazione; la sua dolcezza, più dirompente di una bomba, si veste di mistero e penetra gli abissi siderali; la sua eco risuona nel petto e si espande come onda nell’infinito mare nel quale nuota la nostra libertà. Verrebbe quasi da dire: non c’è niente da fare, il sapore di Dio te lo porti sempre in bocca.

Non si può sradicare Dio dal cuore dell’uomo.

Malgrado sia la millesima volta che mi capita, sono sempre colto di sorpresa quando scopro tutta la sete di Dio che c’è sotto tatuaggi e piercing di giovani apparentemente lontani; che emerge da discorsi d’indifferenza disincantata o da atteggiamenti d’offesa e perfino da urli blasfemi. Dio non è un optional, per quanto si tenti di ridurlo a tale. Nei cunicoli delle miniere dei nostri cuori c’è sempre una scavatrice al lavoro, indipendente dalla volontà e ad essa perfino sconosciuta; la quale, in ogni caso, ininterrottamente avanza nell’aggredire la roccia, sempre troppo dura, che le sta di fronte. segue a pag. 2

Glossolalie 6 Vita di famiglia 8 Lettere alla redazione 10

PER...conoscere Forse non sapevate che... La porta aperta

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PER...conoscersi La giovinezza dei vecchi

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Anno III, n° 32 - Dicembre 2014 Segue da pag 1 Diceva il Beato Papa Paolo VI che il mondo arranca e soffre per carenza di pensiero. Quando poi la fragilità o l’assenza di pensiero si trasformasse in mancanza di preghiera, allora il mondo morirebbe asfissiato, come al venir meno dell’aria che respiriamo e che ci tiene in vita.

E lo scavo va avanti e la miniera s’ingrandisce, così che rimane sempre accesa la possibilità (la speranza, per chi ci crede!) d’incontrare, quando meno te lo aspetti, un diamante o un intero filone di preziosi. Minatori davvero di prima classe si rivelano molti di quei non catalogati cercatori di Dio, i quali, mossi dalla propria sete, non sono mai stanchi di scavare, mai stufi di domandare, mai soddisfatti delle risposte che ricevono, mai sazi di nutrirsi di quel che trovano.

Hai voglia a imbrogliar le carte dicendo che in fin dei conti ogni lavoro è preghiera. Non è vero! Il lavoro è lavoro e dà il frutto del nostro impegno di uomini; la preghiera è preghiera e il frutto le viene dall’amore gratuito di Dio. Una differenza abissale.

Gente che vuole di più! Gente che costruisce le fondamenta del presente e, senza stancarsi, sparge ovunque semi di futuro, anche quando nessuno glielo chiede e nessuno se ne accorge.

Forse comincio a capire che Natale altro non è che la grande preghiera che Dio mi rivolge ogni volta che si fa presente, per ricordarmi che l’unica pietra Gente che ha occhi acuti per guar- ovatta profumata che ci accarezza le preziosa è Lui e che la mia ricerca o ardare i segni e che non si arrende se per ferite. È la sfida degli abissi, che incute riva a Lui oppure si disperde nel ventre caso perde di vista il sole in mezzo alla paura; ma, se accolta, ci genera all’E- della terra. nebbia o tra le nubi. terno. Lì arriva chi, senza posa, insegue Aurelio Mozzetta A molti di essi devo dire grazie per risposte. aver motivato e alimentato la mia fede, E così, i minatori che nella caverna anche quella da consacrato e di prete; del cuore scavano in ricerca, fanno saa qualcuno devo anche di più, per esse- lire a fior di terra la domanda perenne re stato addirittura provvidenziale. su Dio. Non possono stare zitti. Non lo vogliono. Se lo facessero, morirebbero.

Natale, dunque! Questo Natale che ogni anno torna a interrogarci con forza disarmata e chiederci di non barare; di non far finta d’esser troppo occupati da non poter coltivare un pensiero di pace; di non rispondere il solito “non mi interessa” alla domanda di coinvolgimento; di non girare gli occhi altrove se l’ingiusto opprime il debole; e di non stare zitti quando ci chiedono ragione della speranza che è in noi. Di traverso si pone. Prepotentemente. E le sue diagonali toccano la testa, passano per il cuore e raggiungono le nostre radici, a terra, per ricollegarle al cielo. Un segno a croce. Una croce, per la quale non c’è chiesto alcun permesso! Anche a Natale, infatti, la guerra ruggisce impietosa. Qualcuno muore e una madre urla. Qualcuno nasce e una madre urla. Natale non è la soffice 2


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luigi m. monti e dintorni

Nel deserto parla solo il tuo silenzio, o Dio

Tanto tempo fa, per prepararmi al matrimonio, il mio padre spirituale mi portò in una chiesetta della “Bassa Lombarda”, con un testo da meditare, un crocefisso un poco sbilenco e tanto silenzio. “È in questo silenzio che trovi il sussurro di Dio, ascoltalo” - mi disse, e mi lasciò solo. Luigi Monti a Vigna Corsini vive questo silenzio tutti i giorni tra malati irreversibili e bambini cui fare scuola, lontano dall’amato Ospedale Santo Spirito... Tanto tempo fa. Iniziano così le favole che racconto, da nonno, ai miei nipotini, senza accorgermi che così è cominciata la favola che convivo con la mia sposa. Già, sono sposato da quarant’anni; mi sono perso, solo ieri, nei suoi occhi, e non so capacitarmi di questo tempo passato. Sono loro, i nipotini, sollecitando la lettura delle favole, a ricordarmelo. Ecco, tempo fa, dicevo, il mio padre spirituale, per prepararmi al matrimonio, mi portò in una chiesetta della “Bassa Lombarda”, con un testo da meditare, un crocefisso un poco sbilenco e tanto silenzio. “È in questo silenzio che trovi il sussurro di Dio, ascoltalo” - mi disse, e mi lasciò solo. Luigi Monti a Vigna Corsini vive questo silenzio tutti i giorni. Relegato in quello spazio, tra malati irreversibili e bambini cui fare scuola, lontano dall’amato Ospedale Santo Spirito... Potrebbe tornare al Nord, ma no, egli rimane, sta lì ad aspettare il tempo che Dio ha deciso sia il suo. Aspetta, prega e lavora. È totalmente sereno: il suo momento non poteva tardare.

quando Bonaventura - ricordo che in quel periodo ricopriva il ruolo di Superiore generale al posto dello stesso Monti, il quale, su pressione dei Cappuccini, vi aveva dovuto rinunciare - decise che fosse venuto il momento di liberarsi proprio di questi frati suoi protettori. Due le ragioni: primo, aveva ritrovato dei documenti che attestavano il lavoro svolto da Cipriano Pezzini al tempo della costituzione dell’Istituto; secondo, si era coperto di debiti. Con la sua rivolta avrebbe potuto scaricare la colpa del deficit ai frati cappuccini e contemporaneamente dimostrare che egli aveva liberato l’Istituto da quegli importuni padri spirituali. Mosse che lo avrebbero lasciato di nuovo al comando. Qui un fatto curioso: Padre Angelo - spietato nemico del Monti - ricorre proprio al nostro Beato per ottenere una lettera che attenui gli effetti di quello che Fr. Bonaventura sta facendo. Stupefacente! Luigi tentenna visto i precedenti, ma ha più timore per l’Istituto e, quindi, la predispone.

È proprio questo suo stato d’animo che irrita gli avversari. Non contenti di averlo allontanato, lo vorrebbero espellere dall’Istituto. È troppo benvoluto dai Fratelli, capace e determinato, per non rappresentare un pericolo ai loro fini. Così Fratel Bonaventura, con il cappuccino padre Angelo del Tufo, cercano di dimostrare nulli i voti emessi da Luigi l’8 dicembre 1864, ma il tentativo fallisce. Si arriva allora ai primi del 1868, 3

Papa Pio IX farà allontanare il Fratel Bonaventura e vorrebbe fare la stessa cosa anche con i padri spirituali, ma un nuovo intervento del Monti li salva. Luigi, come disposto dal Papa, dovrebbe diventare Superiore, ma non sarà così. Infatti a lui i Cappuccini, ancora una volta, preferirono un altro, Fratel Felice da Jesi, totalmente incapace del compito. Per il Monti inventano un ruolo di “segretario del procuratore”, con la disposizione di rimettere a posto le finanze e altre incombenze legate alla gestione. Tanti guai da risolvere, ma nessuna autorità. Eppure per stessa ammissione del Ministro generale dei Cappuccini, padre Nicola, Luigi era l’unico capace. Come siamo complicati noi uomini. Cerchiamo sempre strade diverse da quelle volute da Dio, e come in questo caso, ci allontaniamo da ciò che il semplice buon senso suggerisce. Non temere. Marco


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preghiera per le vocazioni

Beata sei tu, Maria, nostra sorella e amica

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Beata sei tu, Maria, Vergine dal cuore infinito. Intuisci con affetto di Madre le segrete attese di ogni persona, che cerca il senso autentico della propria Chiamata. Incoraggia con cuore di Madre il profondo desiderio di ogni vita, che sa farsi dono e servizio nella Chiesa. Donaci la tua mano dolce, quando la strada delle scelte si fa ardua e faticosa. Donaci la tua fede trasparente, quando il nostro cuore è dubbioso ed inquieto. Donaci la tua preghiera fiduciosa per capire, per partire, per servire. Vergine Madre, semplice nel cuore. Vergine Sorella, sostegno nel cammino. Vergine Amica, infinito Sì all’Amore. Intercedi per noi sante Vocazioni, dono gioioso della Carità di Dio. Amen

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(Benedetto XVI, aprile 2012)

una preghiera per... “La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

PER I GIOVANI: - per Alessia, neonata del 23 novembre, un bellissimo dono per mamma e papà. Dio ti benedica e ti accompagni nei tuoi passi in questo nostro mondo.

PER CHI E’ IN ATTESA: - Demetrio e Maria, in attesa del loro primo bambino. Il Signore vi accompagni giorno per giorno.

PER CHI SOFFRE: - per Rosaria, nella sua malattia che non sembra voler finire e per i suoi cari che insieme a lei ne soffrono il peso. Il Signore porti serenità.

PER I DEFUNTI: - GIOVANNI, 80 anni, papà di Suor Chiara Maria, morto in ospedale dopo lunghissima malattia, al mattino dell’8 ottobre. Il Signore ti accolga e ti doni salute eterna. - il piccolo LEONARDO, 4 anni, salito al cielo domenica 9 novembre. Preghiamo soprattutto per i suoi genitori e tutta la sua famiglia. - ANTONIA, 37 anni, morta di tumore il 10 novembre.

- ricordiamo i 6 anni della scomparsa di ARMANDO (Armandino), morto il 23 novembre 2008, all’età di 17 anni. Tiene viva la sua memoria l’Associazione “Gli Amici di Armando”, molto attiva nel settore giovanile. - per N. e G. Ambedue si sono tolte la vita, due ragazze troppo giovani per morire così… Eppure è successo. Noi non sappiamo darcene ragione, non conosciamo il perché. Il Signore vi accolga, in pace, nella sua luce.

- ARFEA, 85 anni, la mamma di Anna, morta il 19 novembre.

Inviateci le vostre intenzioni di preghiera a: quihopostoilcuore@padremonti.org 4


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con maria, come maria

Madonna col bambino

Ti abbraccio e ti saluto con questo testo di Jean Paul SARTRE La Vergine pallida guarda il Bambino. Cristo è il suo bambino, carne della sua carne, il frutto del suo ventre.

È Dio e mi assomiglia”. E nessuna donna ha avuto dalla sorte il suo Dio per lei sola.

L’ha portato nove mesi e gli darà il seno e il suo latte diventerà il sangue di Dio. E in certi momenti, la tentazione è così forte che dimentica che è Dio. Lo stringe tra le sue braccia e dice: “Piccolo mio!” Ma in altri momenti, rimane interdetta e pensa: “Dio è là”, e si sente presa da un orrore religioso per questo Dio muto, per questo bambino terrificante. Poiché tutte le madri sono così attratte a momenti davanti a questo frammento ribelle della loro carne, che è il loro bambino, e si sentono in esilio davanti a questa nuova vita, che è stata fatta con la loro vita e che popolano di pensieri estranei. È una dura prova per una madre aver vergogna di sé e della sua condizione umana davanti a suo figlio. Ma penso che ci siano anche altri momenti, rapidi e difficili, in cui sente, nello stesso tempo, che il Cristo è suo figlio, il suo piccolo, e che è Dio. Lo guarda e pensa: “Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. È fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Mi rassomiglia. 5

Un Dio piccolo che si può coprire di baci, un Dio che si può toccare e che vive.


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glossolalie: appunti, ricordi e saluti dal mondo

I believe that father Monti...

Personally I believe that if Father Monti would come today, He will have some spirit of satisfaction about desires accomplished. I mean to say that the Founder will be happy seeing that the desire of the Congregation to be all over the world is almost achieved, because we are present in all the continents. More to that, he can find the great majority of Brothers devoted to the charism and working for the good of humanity. For these, He can say to the Congregation: “you have kept my commandment”. On the other side, I think Father Monti will be disturbed about the attitude of some of his children, especially those who have been trying to exploit the Congregation in one way or another. He would like to know the reason and talk to them, face to face.

each Brother be engaged properly on the field he is formed for. We all know very clearly that religious are not working for themselves and their biological families, but for the good of God’s Kingdom, made visible by the Congregation and the Church. Obvious, therefore, that one of the greatest self-directives a Brother must develop is to deeply love the Congregation. Viewing the situation of today societies, I think Father Monti would embrace other new needs, like the care for the old people, the physically handicapped ones, the deaf and the dumb…

In the light of our Blessed Founder, I think that both Brothers and Superiors must have a common fraternal and paternal spirit and be people able to create forum for sincere dialogue within the community and around it. We must be creative and inventive, thereby, encouraging the development of each of our communities and of the Congregation at large. We have to strongly support the formation of our young Brothers. Each of them must first of all know why we are consecrating ourselves to God and to the Church. Father Monti would ask to let 6

I pray much to ask for me more knowledge and care and love, so that I can work with the most in need of our people, following the footsteps of our beloved Father, Luigi Maria Monti. Bro. LUCAS ALANG

Personally I believe that if Father Monti would come today, He will have some spirit of satisfaction about desires accomplished.


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forse non sapevate che... Breviario di curiosità montiane

AssociazioneERIKA onlus Limena, 1 agosto 2014 Al Superiore Generale della CFIC Reverendissimo, mi chiamo Isidoro Rossetto e sono il presidente di una piccola Associazione. Nell’ultimo numero del nostro notiziario, ErikaNews, abbiamo pubblicato in quarta di copertina un documento del 1942, che riguardava la nostra famiglia e che era stato inviato dall’Orfanotrofio di Saronno. La motivazione della pubblicazione è scritta a pag. 62 con il titolo “Una riflessione”. Mi sembrava giusto che questo omaggio all’opera della sua Congregazione fosse messo a conoscenza di chi continua nel tempo, anche in forme diverse, l’ideale del Fondatore, Luigi Maria Monti. Un ringraziamento anche da parte della mia famiglia. Cordiali saluti. Isidoro Rossetto

... a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere... 7


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vita di famiglia

1° OTTOBRE

Le quattro campane del Santuario

ogni giorno suonano alle ore 18.30, per ricordare il momento della morte del Fondatore. È come se ogni giorno ricevessimo la benedizione di Lui, nel ricordo personale e nel pensiero che si mette in moto al sentire i rintocchi.

La ricognizione effettuata tempo fa ad opera della FEDERAZIONE CAMPANARI AMBROSIANI, ha descritto le prime tre campane - in tonalità Mi4 crescente, Fa#4, e Sol4 – di più recente fattura, fuse nel 1975, dalla ditta Eugenio Villa di Seregno. Esse portano iconografie, la prima del SS.mo Sacramento e San Pietro, la seconda del Battesimo di Gesù e della Madonna del Carmelo con San Simone Stock, la terza di Sant’Antonio da Padova e del Crocefisso.

iconografia rappresentante San Luigi Gonzaga e un Santo Vescovo.

La Voce del nostro Santuario è anche questo. Uno scampanio di festa, che richiama momenti di grande intensità, antichi e presenti, e che si fa eco della preghiera quotidiana dei Frati, nella quale essi portano ed offrono tutte le persone che frequentano la nostra Casa e la Chiesa del Beato.

La quarta campana, tonalità in Sib4, è molto più antica e porta la scritta “Cavani Giovanni di Spilamberto fece, A. 1896”, con

IN QUESTO TEMPO D’AVVENTO

Il chiostro di Casa Madre (a lato) e la città di Saronno visti dal campanile (sotto)

Le campane annunciano l’Immacolata Concezione In

questo Avvento prezioso, le campane annunciano la L’IMMACOLATA CONCEZIONE, festa patronale della Congregazione. Riportiamo (a pagina 9) un estratto del Manifesto delle celebrazioni. Nel Giorno benedetto di Maria, l’8 dicembre, a BOVISIO, luogo natale del Beato Monti, la Congregazione darà ufficilmente avvio alla presenza di una nuova Comunità (ne riporteremo cronaca al prossimo numero).

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L’IMMACOLATA AL SANTUARIO DI PADRE MONTI

Calendario delle Celebrazioni da Sabato 29 novembre a Sabato 6 dicembre (esclusa domenica 30 novembre) Celebrazione della NOVENA dell’Immacolata, alle ore 18.30, con catechesi mariana Primavera Montiana Sante Messe festive:

ore ore

10-14 9.00 e 19.00

Domenica 7 dicembre

Lunedì 8 dicembre SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE Ore 9,00 Santa Messa Ore 15,00 Apertura XXI Mostra Artistica del Presepio Ore 19,00 Santa Messa (presiede il Cardinale Giuseppe Versaldi) Ore 21,00 Concerto di Natale (Corpo Musicale Cittadino e Coro Padre Monti) Vi aspettiamo per pregare insieme e condividere con ciascuno non solo la professione di fede, ma anche la gioia di essere cristiani ogni giorno di vita.

Due nuovi fratelli arrivano all’Istituto Padre Monti di Saronno MICHEL ANGE e CORRADO… le nuove forze della nostra Comunità. Due “pezzi da novanta” (ehm, ehm !!!), con cui è bello condividere la vita e lo spirito delle giornate. Fratel Corrado insegna religione nella nostra Scuola di Formazione Professionale, guida un Gruppo Giovani Montiani ed è impegnato nella catechesi. Padre Michel Ange, giunto da poco dal Congo, ancora studia la lingua italiana, ma è già ben attivo nell’ambito del Santuario del Beato Monti… e più e più lo sarà. Ci sarà un bel lungo pezzo di cammino da fare insieme. Avanti!

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i vostri messaggi: e-mail e lettere dal mondo

Lettere alla redazione

Con forza e tenacia

felicità, ne abbiamo bisogno! No comment, invece, per l’esperienza di padre Elvis, una vergogna per * Nel ringraziarti per QPC, Milano! colgo l’occasione per augurare forza e tenacia a continuare in questa missione… La presenza silenziosa mi riempie di parole, di fiducia, di speranza. * Caro padre, rieccomi dopo * Grazie di cuore! Ho trovato tanti mesi a tornare a scrivere due questo numero di un’intensità righe nella speranza non vi siate immensa, è stato bello mentre lo dimenticati di me nel frattempo. Io di leggevo sentire che stavo nutrendo certo vi porto nel cuore. Rieccomi a la mia anima, provando la stessa casa da alcuni giorni dopo un ultimo sensazione fisica di quando nutri il ricovero in ospedale, durato oltre due corpo, sentire un senso di sazietà mesi, contornato dalle solite terapie. appagante, e sapere che dopo un Questa volta è stata particolarmente po’ ritornerà la fame e avrai bisogno di altro nutrimento. Un caro saluto. pesante fisicamente. Ma almeno spiritualmente ho avuto la grazia di Rosaria vivere due mesi di ritiro spirituale, di * Grazie. Ho ricevuto QPC, occupare tanto tempo nella lettura sempre pieno di ricchi stimoli dei testi sacri, nella preghiera, nella e interessanti letture. Bellissimo meditazione, nella visita quotidiana l’editoriale con Alda Merini! È al Tabernacolo e cosa più bella, nella sempre molto gradito questo Comunione quotidiana. Quanta bollettino online, così ben fruibile energia scaturisce da quella Santa elettronicamente, con un bel formato Particola quando prende posto nel per gli appropriati dispositivi lettori nostro corpo! Mi sono chiesto tante digitali, i quali vengono valorizzati e volte se erano più efficaci le terapie riempiti di contenuto, per una lettura o questa potente energia scaturita arricchente e piacevole, creativa e dal Corpo di Gesù. Ancora una spirituale. Grazie. volta voglio gridare GRAZIE GESÙ * Oggi ho letto con calma e che sei sempre al mio fianco! Ora mi sono coinvolto nei contenuti di da alcuni giorni sono tornato a casa, QPC 31. Mi sento di esprimere una ma le difese immunitarie azzerate emozione di forte partecipazione, hanno lasciato campo libero a tutte che vorrei offrire come PREMIO a le malattie da raffreddamento che la tutti coloro che hanno contribuito stagione ci regala e sono a letto con ad arricchire questo numero. febbre. Forse questa è la fortuna di Da parte mia una preghiera di noi ammalati, possiamo stare comodi accompagnamento. Fratel Rolando a letto (non lasciamo troppo spazio al dolore e alla commiserazione!) e Sebastiani. possiamo pregare e ascoltare Gesù * Grazie mille per questo che in ogni momento ha qualcosa numero di QPC. In particolare da dirci. Poi quando la febbre prende l’editoriale , ricordando i versi della il sopravvento e mi addormento, mi Merini e le parole di san Filippo piace sapere che sono attimi di regalo Neri, fa memoria della bellezza e materno, momenti d’abbandono alle dell’eternità della speranza e della coccole della nostra Madre, vegliati dai

La malattia e il sorriso

nostri angeli. La previsione dei medici che entro un anno dovrei perdere la memoria all’inizio mi ha fatto cadere nel panico. Dopo qualche giorno, ho maturato che se succederà, e io non ne sono poi così convinto, avrò la fortuna di concretizzare l’unico, vero e grande sogno della mia vita: abbandonarmi completamente tra le braccia spalancate di Cristo in Croce e lasciarmi condurre dalla sua grandiosa bontà. Sono sicurissimo che anche se io mi dimenticherò tutto, Egli non si dimenticherà di me. Caro padre, vorrei scriverle tantissime cose, ma le ruberei tempo. Almeno una cosa voglio dirla: vi ho nel cuore, vi penso spesso e vi voglio bene! In unione di preghiera. Guido

Grazie di cuore * Grazie di cuore, e buon cammino * Grazie per condividere anche con me il graditissimo e utile periodico “Qui ho posto il cuore”. * Sempre interessante il mensile; ho già letto una parte, piacerebbe anche a me scrivere qualcosa, * Grande Alda Merini! ho condiviso qualche poesia e altre ne sto leggendo. * Quello che guardo in cielo, ogni giorno è un sorriso, anche quando è coperto dalla pioggia. Peccato che lo dimentico spesso.

Scriveteci a quihopostoilcuore@padremonti.org 10


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la porta aperta: Incontri, ricordi e proposte di montiani vecchi e nuovi

La domenica

A volte davvero non sappiamo che fare e che farcene della domenica, se non passarla inutilmente sonnecchiando o nell’ozio senza scopo. Sembra che essa non sia più “Giorno del Signore”, ma semplicemente una frattura nella pesante agenda della ferialità. Quasi una conseguenza di obblighi sindacali. E sembra che la festa non sia più un tempo per Dio e per gli altri, ma spazio banale dell’io, stanco e stressato. Basterebbe solo aprire la Scrittura per accorgersi che il riposo è una straordinaria invenzione di Dio!

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Dal testo di Benoit Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto, trovo queste simpatiche dieci “regole” scritte dal cardinale Godfried Danneels, per chi volesse fare di quel giorno una vera domenica. Sono indicazioni semplici, riconoscibili e forse più importanti di quanto possiamo pensare.

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1 Pianifica la domenica già durante la settimana e lasciala cominciare il sabato sera. 2 Indossa altri vestiti, raccogli un fiore o un rametto in giardino, metti una candela a tavola, offritevi l’un l’altro un sentimento “domenicale”. 3 Allontana ogni ostentazione, fa le cose con più calma, alzati con tranquillità, sii più lento nel consumare la colazione e parla più serenamente, con tuo marito, con tua moglie, con tuo figlio, con il tuo vicino. 4 Non criticare, ma la domenica dì tanti “sì” quanto ti è possibile. 5 Trova il tempo per la tua famiglia, i tuoi amici, un malato, … 6 Telefona a qualcuno che hai dimenticato durante tutta la settimana per far piacere a lui o a lei. Oltretutto, la tariffa dovrebbe essere più economica.

7 Goditi la natura, la musica, un libro. Visita un museo, un monastero, una città. 8 Partecipa alla vita sociale del tuo quartiere, della tua associazione, della tua parrocchia. 9 Sii amichevole con le persone che oggi debbono lavorare per te e sono al tuo servizio. 10 Incontrati con la tua comunità di fede in chiesa. È comunque domenica!

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parole e fuoco

Mani all’aurora

Mi ha svegliato presto la nonna.

Silenzio.

Una pedalata assonnata

È fatica parlare chinati

fino al campo, umido di rugiada,

a raccogliere patate.

Figure ancora scure, in quest ’alba che non si decide a scaldami, mi attendono.

Prendo questo sorriso, e pedalo lento, verso casa, non ho p iù fretta.

Una zappa a forcone apre, rivolta la terra: appare, nascosta e misteriosa. 11

...con l’impegno di parlare bene e gettare semi di parola fecon di, capaci di donare bellezza e vita; di far risorgere le parole per la relazione; e anche di combattere la marea di grezza volgarità che vorrebbe inon darci a unico beneficio di chi cerca soldi e brama potere ...


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riconoscere vocazioni

a cura dei Cercatori di Dio

Aggrappato ad un ramo

Gridavo aiuto e nessuno mi ascoltava: ero solo, aggrappato ad un ramo, mia unica salvezza. Sotto di me il burrone, sopra di me pochi metri che non potevo risalire. Gridavo aiuto e nessuno mi ascoltava: ero solo, aggrappato ad un ramo, mia unica salvezza. Sotto di me il burrone, sopra di me pochi metri che non potevo risalire.

A raccontare questo episodio, mi vengono ancora i brividi. Oggi, da parroco, continuo ad invitare i giovani alla prudenza, ma anche e soprattutto alla preghiera sincera.

Pregavo intensamente che arrivasse qualcuno e gridavo per farmi sentire il più lontano possibile.

Sapevo già pregare, ma pregare dal profondo del cuore è altra cosa. Io l’ho imparato davvero soltanto appeso a quel burrone, quando mi ha tenuto in vita l´intervento della Mamma del cielo. Quell’incidente rimane una pietra miliare della mia formazione di prete. Da esso sono uscito rinato e fortificato.

In quegli istanti, la mia supplica partiva dal fondo del cuore e attraversava gli abissi della mia mente e tutte le cellule del mio corpo. Mia unica salvezza era che qualcuno fosse passato da quel sentiero solitario, in quella bellissima montagna, che mi aveva accolto per un breve periodo di vacanza, durante il quinto anno di seminario. Il fatto che stessi diventando prete non era un vantaggio in quella situazione, come non lo era il mio continuo pregare… Stavo lì, aggrappato impossibilmente alla vita, che ad ogni istante mi sfuggiva di un millimetro, sempre più giù, perché le mani sudavano ed il ramo sembrava non tenere.

Ognuno ha un modo per pregare o per imparare a pregare; non c’è un modo giusto e uno sbagliato, importante è farlo e farlo con il cuore. Mi verrebbe da dire che se con tutto noi stessi sapessimo arrivare al fondo del nostro bisogno di salvezza, solo allora potremmo sentire l´intervento di Dio nella nostra vita.

Non so dire quanto durò, ma, mentre invocavo la Madonna, improvvisamwente apparve sopra la mia testa un uomo che mi afferrò e mi tirò su. Mi ritrovai sdraiato sul sentiero, stremato, impaurito, freddo, prima ancora di capire d’essere stato salvato. Ricordo il volto della Madonna. Poi, non so come, mi ritrovai in ospedale.

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A me c’è voluta un’esperienza limite, ma non per tutti deve essere così. La ricerca, la sincera invocazione e l’amore incondizionato, rinascono in ciascuno che si metta in preghiera, che sia prete, frate, suora o laico. Non servono episodi spettacolari, come quello che è capitato nella mia vita; occorre solo che nella supplica noi possiamo, con tutto noi stessi, esprimere la speranza d’essere ascoltati ed esauditi. Aggrappato ad un ramo… è la metafora della salvezza. La mia, la tua, quella di tutti. Un’invocazione è sufficiente a far arrivare fino a noi l´aiuto di Dio. Io ero in punto di morte, ho ricevuto la VITA! Si è trattato, indiscutibilmente, di una grazia immensa. La mia gratitudine ancora e sempre alla cara Mamma del Cielo. Che veramente lei sappia accompagnare ognuno di noi, in tutti i momenti della vita, salvando e portando consolazione. Auguri anche a te.


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tracce per una lettera da saronno: chi scrive a chi

La catena della fede

Questa breve lettera è pochi mesi fa. Oggi, stringo la mano di PE, insieme a quella di tanti altri con i quali si è ricongiunto. Santi, lassù, nella luce. Santi anche noi, però, qui, su questa terra che ci porta in grembo. La catena non si rompe, perché è fatta di eternità. Eccomi a te. Mi hai chiesto il perché di tante morti giovani e apparentemente non dovute, perfino di bambini o di persone belle, capaci, sorridenti, atletiche e piene di vita. Non ho presunzione di rispondere né di portarti delle soluzioni. Quello che ti scrivo riguarda soltanto i miei ricordi di vecchio frate, che ha dato tutto di sé, nella ricerca di Dio, dopo che tanti anni fa si mise, come scrive la Regola di san Benedetto, alla “scuola del servizio del Signore” (Prologo, 45). Nella mia lunga vita, ho incontrato tante persone, talune anche molto importanti, qui in Italia e nel mondo, che mi hanno parlato della morte. Ti faccio solo qualche esempio: Papa Giovanni (nell’ultimo incontro mi disse: “Pregherò sempre per te”); il Presidente di uno Stato ex comunista, che avevo conosciuto tramite il nostro monastero di T. (del tutto inaspettatamente, mi regalò queste parole: “Non abbia timore: Dio l’aiuterà”); il Rettore dell’università dove avevo insegnato (“cerco Dio, me lo mostri se può”); Papa Benedetto XVI (mettendo le mani sulle mie spalle, nell’aprile 2009, mi disse: “Prega per me”): il Vicario di Cristo mi ha chiesto di pregare per lui; è cosa che a fatica riesco a portare, pensando a quanto deboli siano le mie spalle a confronto delle sue. C’é una continuità tra i vivi di oggi

e i defunti. Penso anche a tanti miei giovani studenti universitari, che non ci sono più, partiti molto prima di me. Ricordo Papa Giovanni XXIII che diceva, nel 1959: “Non ho paura, perchè stringo la mano di Pio XII, Pio XII stringe quella di Pio XI, e via via, da una Papa all’altro si stringe la mano di Pietro, e Pietro stringe la mano del Signore che gli affida la Chiesa”. Nel nostro piccolo, stringiamo la mano dei nostri defunti: il mio vecchio parroco, i molti confratelli che ho conosciuto, i miei genitori, i tanti morti di casa e del paese, ecc. Tutti ci portano a Cristo. Ecco allora la nostra responsabilità: essere degni di appartenere ad una catena di fede e di coerenza. Non ho molto da aggiungere. La catena che ci unisce ai nostri antepassati è cosa tanto reale da diventare “comunione di santi”. Inutile non avere tempo. E perfino banale, se fosse una ragione a scusante. Ognuno ha sempre tutto il tempo che davvero gli interessa per le persone e le cose che ama. Sono pieno di dolori e sento di essere in cosciente attesa dell’incontro, ma non è facile neppure per me fare il gesto dell’offerta. Eppure, di frequente che l’accettazione delle 13

penso nostre

difficoltà può aiutare spiritualmente i perseguitati a resistere e sperare. E, tra essi, quanti sono stati uccisi per Cristo. Per tutti loro - sono tanti, oggi, sono troppi! - vorrei offrire questo mio ultimo scampolo di vita. Fraterni auguri. Con affetto. PE h e


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il mio “grazie” a padre monti

Nelle mani di un padre

Caro Padre Monti, sono ammirato per questo posto tranquillo in cui vengo a trovarti, dove si può pregare e tirarsi fuori, per un po’, dai rumori che ci opprimono tutto il giorno. Chiedi per noi la pace. Noi te la chiediamo per tutto il mondo. Aiuta me a vivere sereno nel mio cuore e stare in pace con gli altri. Fa che io possa mettermi completamente nelle mani di Dio. Grazie. Io confido in te.

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Sandro

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le parole montiane

Un giorno di gioia 8 dicembre. Festa dell’Immacolata, Patrona dell’Istituto. Questo giorno riuscì di trionfo e di gioia in tutta la Famiglia. Alla mattina vi furono 6 professioni e 2 vestizioni. Il Superiore sentiva in cuore una grande gioia e commozione verso la propria Madre Immacolata, tanto fu che ci convenne portarsi nella propria Cappella, e andare ai piedi santissimi dell’Immacolata Madre, sfogando con ringraziamenti pel tanto bene mostrava per esso, e per l’Istituto. Tanto che rinnovò i suoi soliti proponimenti, e fare quanto poteva per corrispondere alle tante grazie. Sentendo quasi assicurato che l’Istituto avrebbe trionfato, e prosperato dando una gloria alla Chiesa, e quindi a Dio. (BLM, Diari, 8 dicembre 1884) 14


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giocando con dio

di Raffaele Greco

I perchè di Dio

“Dio dove sta? cosa fa? perché non interviene?” - è una provocazione che a me invece fornisce risposte, mi apre alla comprensione della fede. Scrivo queste righe stimolata da QPC di Novembre. Parto dall’editoriale. Quella solita domanda sui problemi del mondo - “Dio dove sta? cosa fa? perché non interviene?” - è una provocazione che a me invece fornisce risposte, mi apre alla comprensione della fede.

cristiani sono scintille di questo intervento divino. D’altra parte, a un mago che interviene autoritariamente con la bacchetta magica, io preferisco il Dio che Gesù ci ha rivelato. Non mi piacerebbe un dio che intervenisse a ogni problema che sorge, mi sentirei umiliata e zittita... direi quasi come alcuni uomini di chiesa davanti alle donne. Per fortuna, invece, Egli è un Dio che lascia liberi di partecipare alla sua creatività: se continuiamo a correre dietro il campo che abbiamo comprato, a provare i buoi ci siamo procurati, a fare feste di nozze senza sposi, perché continuiamo a offendere Dio con quelle domande?

Ho accettato di riconoscere il primo posto nel mio cuore a Gesù, in modo gratuito e quasi selvaggio, non partendo da libri di teologia né da catechismi, ma dalla sua grazia e dalle persone che l’hanno testimoniato. Da allora, cerco di puntare lo sguardo su di Lui come Rivelatore di Dio e Salvatore, e quelle domande ultime in situazioni di estrema sofferenza, mi aprono alla conoscenza di ciò La morte di un bimbo lacera l’anima, che Dio fa per l’umanità, del suo assolutamente sì!. Eppure, possiamo intervento storico in ogni istante di dire “grazie” a Dio per il tempo che vita, e del luogo che Egli abita. ce l’ha donato, per la grazia con cui Quelle domande per me l’abbiamo potuto accogliere, per il funzionano un po’ come il libro di nome che gli abbiamo dato, per la Qoelet. Mi verrebbe da tradurle così: gioia che la sua nascita ha portato e “dove sto io? cosa faccio? perché per la maternità e paternità che ha io non intervengo” nelle situazioni fatto crescere in chi l’ha generato… che mi feriscono, m’interrogano, mi invece di rinfacciargli sempre il “dove scandalizzano, mi provocano, mi sta, cosa fa, perché non interviene?”. mettono nell’impotenza? Sì!, dove Avrà anche diritto Dio di fare siamo noi, e dove eravamo noi? quello che vuole? Non è forse Cristiana Dobner, a proposito intervenuto dandoci suo Figlio? Cosa dell’Olocausto, dice la stessa cosa. È ne abbiamo fatto di suo Figlio, e oggi una scusa dire: “noi lì non c’eravamo!”. cosa ne facciamo della presenza del Noi ci siamo oggi e oggi accadono Figlio di Dio vivo? cose peggiori di allora. Noi c’entriamo Quando davanti ai dolori della con le nostre scelte e con la nostra storia attuale rimaniamo attoniti, mentalità, anche nell’olocausto! dovremo anche chiederci: cosa sto Dio è con noi, ma noi siamo con facendo io? E se mi scopro impotente, Lui? Dio sta dove deve stare, ha fatto abbiamo altri strumenti che ci fanno tutto, interviene sempre, ma chi se potenti: l’Eucaristia, la preghiera, il ne accorge? È intervenuto durante digiuno e l’elemosina. l’olocausto, ma chi l’ha ascoltato? Il male lo creiamo noi. La Bibbia L’episodio dei ragazzi della Rosa dice che è entrato nel mondo per bianca è uno spiraglio di luce; i martiri 15

invidia del diavolo; dice che Dio non ha creato la morte, ma si prende cura d’ogni essere vivente e ama la vita, e l’ha dimostrato sopportando lo scandalo del Figlio crocefisso. Egli ha avuto il coraggio di lasciar fare al Figlio il cammino fino in fondo, fino alla Croce, per guarire le nostre ferite: la carne crocefissa oggi, le gole tagliate in video, i cadaveri affogati, i bimbi trovati nelle immondizie, i popoli distrutti, le persone ferite dentro, le stimmate dell’anima… Se Dio chiama e chiama e chiama e la gente gira la testa dall’altra parte, anche oggi, perché si continua a dire “Dio cosa fa?”. Dio chiama, ma tu non rispondi, non ti rimbocchi le maniche, non sei vigilante, non resisti agli strilloni di piazza che non costruiscono nulla, ma ti spingono alla demenza precoce, gettandoti nella disperazione, riempiendo le piazze di lamentele spesso contro fantasmi che sono alibi per destabilizzare il mondo. Ho davvero l’impressione che non si sappia più cosa inventare per far baccano e resistere a Dio, che del mondo è il Signore. E intanto, gli ignoranti aumentano sempre più, inselvatichiti d’una rozzezza e volgarità di linguaggio sempre meno umano, nutriti dalla sottocultura imperante e promossa da tanti venditori di parole sterili, i quali purtroppo si incontrano anche in qualche ambiente pastorale... Sr Maria R


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la giovinezza dei vecchi

Quando il sole fa capolino tra le nuvole

L’umidità da sempre fa male ai vecchi, ma, a volte, basta un insperato raggio di sole per riscaldare le ossa e soprattutto il cuore. Cito alcuni esempi: - arriva la telefonata di un nipote: “Nonna, posso passare a trovarti?” (forse ha un’ora buca, perché il negozio dove troverà un regalo natalizio per l’amichetta è ancora chiuso, ma è pur sempre una felice occasione per ascoltarlo!); - sei per strada, ti muovi con difficoltà nel traffico e un signore ti aiuta ad attraversare sulle strisce bianche, dandoti cavallerescamente il braccio (e non è neppure uno scout che deve compiere una B.A.); - il tuo giretto per le spese potrebbe risolversi in mezz’ora, ma diventa un percorso a tappe e dura ben due ore, perché tante persone desiderano farti gli auguri (dimentichi il freddo micidiale per le arterie, riscaldata da baci ricevuti e ricambiati così volentieri); - entri in farmacia, c’è la coda, ma si apre un varco sorridente e sei subito vicino al banco (ti secca soltanto che la tua lista di medicinali sia così lunga, ma nessuno si lamenta!); - apri il computer e trovi 25 messaggi che arrivano da lontano. Li leggi tutti e non ti inquieti se devi cancellarne altri 25, promozionali di prodotti per cancellare le rughe o richieste di amorose corrispondenze da parte di uomini ultranovantenni (che pur han visto che anche tu sei ben lontana da un’affascinante giovanile maturità!);

parere sull’ultimo libro di Alberto Maggi (e, per la gioia di condividere, non ti spaventa il titolo: “Chi non muore si rivede”!?); - scopri, insperatamente, il cassetto dove il tuo coniuge tiene dolcetti a lui leciti e per te dannosi; resisti alla tentazione, anche se non è Avvento, e guardi con occhio benevolo alle sue debolezze... (in fondo è perché ti ama che vorrebbe sempre vincere alla “caccia al tesoro”); - devi, a fatica, salire le scale di un buon supermercato e una signora si offre di portarti la spesa fino al deambulatore (beh, poi ti tocca stare dieci minuti ad ascoltare la descrizione accurata della sua artrosi, ma conclude: “è la prima persona con la quale parlo da una settimana”); - al mercato, un venditore ha tenuto per te una giacca di Missoni che sua moglie non mette più, sarebbe a un prezzo stracciato (peccato che, nella ressa, ti viene rubato il portafoglio, forse da una donna alla quale quei soldi servono per comperare da mangiare ai suoi figli!); - i tuoi scolari, oh i tuoi antichi alunni ora genitori o nonni, ti gridano da lontano: “Ciao, maestra!” (segno che non fai più soggezione ad alcuno e che ti hanno perfino perdonato di averli strapazzati, talvolta, perché non sapevano usare il congiuntivo dei verbi irregolari!)… E qui mi fermo. Sperando che pure voi troviate almeno altri motivi per dire che, dopotutto, la vecchiaia ci riserva ancora qualche raggio di sole. SIL

- un figlio t’informa che desidererebbe conoscere il tuo 16


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emanuele e bonifacio

Una pozione di santità al giorno...

Una pozione di santità al giorno fa bene alle coronarie e ridona la voglia di vivere. Parole, pensieri e preghiere in compagnia di Fratel Emanuele STABLUM e Fratel Bonifacio PAVLETIC

Il piccolo Leonardo non ce l’ha fatta, ma è stato importante aver pregato Il piccolo L(eonardo) non ce l’ha fatta, dopo aver lottato per tutti i suoi 4 anni di vita contro il cancro. Non ci è stato donato il miracolo che tanto avevamo chiesto. Mi scrive Sr. Tb: è stato importante, comunque, aver pregato e sperato il miracolo da Fratel Emanuele Stablum, perché ci ha permesso di vivere una grande vicinanza e la condivisione; e non sappiamo quale sarà la risonanza di questa carità per le anime, specie per il bimbo e per i suoi poveri genitori a livello di fede e di salvezza. Noi continuiamo a credere che l’amore di Dio agisce sempre, anche quando noi non riusciamo e vedere né a capire. Egli soffre il nostro dolore e piange le nostre lacrime. Ci sostenga il Servo di Dio Emanuele, che tanto lottò anche lui e alla fine cedette alla morsa del cancro.

Si avvia la Causa di Beatificazione Lo scorso 28 ottobre 2014, la Conferenza Episcopale della Regione Lazio ha approvato l’introduzione della Causa di Beatificazione del nostro confratello Bonifacio Pavletic. Un bel passo avanti, che ricompensa l’impegno di tanti, religiosi, religiose, sacerdoti e laici, che hanno lavorato sodo per questo risultato. In tal modo si potrà, da ora in poi, dare alla figura di Bonifacio la dovuta fama sanctitatis ed egli potrà essere indicato come esempio e modello da seguire, una figura di giovane (morì a 33 anni), credente impegnato, che davvero prese sul serio il proprio battesimo. La Causa si avvia nella Diocesi di Roma, perché in quella città Bonifacio morì. La sua santità è patrimonio prezioso della nazione e del popolo di Croazia, dove egli era nato, e si diffonde per il mondo e per l’intera Chiesa; la sua vita di consacrazione e il peculiare stile nel viverla in modo esemplare, sono dono senza prezzo per la nostra Congregazione e per ognuno di noi, suoi Confratelli. Preghiere e voti ti offriamo / Bonifacio è un testimone / dell’amore tuo, Signore… Roma lo chiama ed egli va / segue le orme dei martiri / è azzurra la sua veste / nel donare carità (dall’Inno a Fratel Bonifacio - Himam bratu Bonifaciju) ) 17


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Anno III, n° 31 - Novembre 2014

Santuario del Beato Luigi Maria Monti - Saronno

Nel Cuore della Carità Montiana

Via A.Legnani,4 - 21047 Saronno (VA) - Tel. 02 96702105 - Fax 02 96703437 e-mail: santuario@padremonti.org sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892

orario delle celebrazioni del santuario Giorni Feriali 6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta) 7.00 Santa Messa (lunedì in cripta) 9.00 Santa Messa 18.50 Rosario e Vespro

Tutti i giovedì 18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI 8.20 Lodi del Mattino 9.00 Santa Messa 19.00 Santa Messa

sacerdoti a disposizione in santuario P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio - P. Roy Puthuvala - P. Michel N’Galulaka

offerte Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe

Direzione: Via San Giacomo, 5 - 21047 Saronno (VA) Tel.02 96702105 - Fax 02 96703437 e-mail: quihopostoilcuore@padremonti.org Direttore: Saverio Clementi

sito web: www.padremonti.org

Hanno collaborato per questo numero: Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, P. Emanuel Mvomo, Bro Lucas Alang, Sandro, Rosaria, Fratel Rolando Sebastiani, Guido, Isidoro Rossetto, Sil, PE, I cercatori di Dio, Sr. Maria R., Raffaele Mugione.

Redazione: Aurelio Mozzetta Raffaele Mugione

(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)

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