ANNO DELLA VITA CONSACRATA, 30 novembre 2014 - 2 febbraio 2016 Anno IV, n°38 - Giugno 2015
Notiziar io de l Santuar io de l Beato Lu ig i Mar ia Monti - Saron no
sommario
Editoriale Editoriale
Editoriale 1-2
PER...APPROFONDIRE Padre Monti e dintorni Con Maria, come Maria Giocando con Dio
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PER...pregare Il mio “Grazie” a Padre Monti Preghiera per le vocazioni Una preghiera per...
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PER...riflettere Le parole montiane Parole e fuoco Tracce per una lettera da Saronno
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PER...testimoniare Riconoscere vocazioni Emanuele e Bonifacio
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PER...incontrarsi Glossolalie 6 Vita di famiglia 8-9 Lettere alla redazione 10
PER...conoscere Forse non sapevate che... La porta aperta
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PER...conoscersi La Giovinezza dei vecchi
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Ascoltare il respiro vitale di Aurelio Mozzetta
LS è un giovane medico, bravo e dall’intelligenza perspicace; un giovane uomo in ricerca che, ai richiami allettanti della carriera, ha preferito la bellezza della professione sul campo. Da lui ho imparato che la migliore medicina per il cuore, il miglior indice della sua salute, è innanzitutto il “pulsare”: quest’andare e venire, portare dentro e fuori, contrarsi e rilasciarsi, silenzio e parola, respiro che riproduce un’armonia vitale che sana molte piaghe e richiede un ritmo che in questo tempo caotico si è perso, coperto dal continuo rumore e da una smania collettiva che ci tiene in qualche modo in apnea... con tutto quel che ne consegue. Poi egli stesso mi ha regalato questa bellissima conclusione: “niente di tutto questo ho imparato in facoltà, che è figlia prediletta dell’ apnea, ma molto da persone di preghiera, da gente che ascolta il respiro vitale”. Dal mio punto di vista religioso, è interessante che un uomo della scienza ammetta di non aver imparato quelle cose all’università, ma “da molte persone di preghiera”. In realtà la cosa non mi sorprende, perché so bene che è così e che
prima o poi tutti ci possono arrivare, se intellettualmente onesti e dal cuore pulito. Criterio essenziale di onestà e pulizia è proprio questo affermare che ci sono “spazi” non comprimibili nella modesta saletta del cervello umano… pur anche sapendo che quel cervello, il nostro, ha potenzialità moltiplicabili pressoché all’infinito (non senza-fine come Dio, ma indicibili dalla nostra povera lingua) e che quindi ciò che oggi sappiamo è sì e no l’abc di tutto quello che ci sarebbe possibile sapere. Segue a pag 2