Edizioni di Comunità
Dall’America: lettere ai familiari (1925-26) Adriano Olivetti
New York è un posto magnifico, questa vita vagabonda però mi piace fino a un certo punto e a gennaio vorrei tornarmene a Ivrea. Domani partiamo per Cleveland, spero di trovarci un mucchio di vostre lettere. Tanti baci a tutti.
I Lettere dall’America (Agosto 1925 - Gennaio 1926)
New York, 2 agosto 1925
Carissima Mamma, eccomi in terraferma, dopo un eccellente viaggio durato otto giorni. Siamo arrivati ieri sera a mezzanotte al luogo della quarantena e stamane abbiamo passate tutte le formalità necessarie per sbarcare in questa libera terra. Il mare è stato calmissimo, salvo il secondo giorno, in cui su otto persone della mia tavolata solo tre sono scese a mangiare. Io mi trovavo fra questi, quantunque abbiamo tutti confessato che si stava meglio coricati nel nostro letto. Il mio compagno di cabina, inglese, non mi ha dato nessuna noia, salvo il primo giorno in cui si è regolarmente ubbriacato con tre suoi amici venuti a salutarlo. Ho avuto vicino di tavola un eccellente australiano di Melbourne con il quale abbiamo chiacchierato molto. Il tempo è passato abbastanza in fretta leggendo, giocando ad un tennis ridotto senza racchetta per il ponte, ma abbastanza buono. C’era una sala di ginnastica in cui tra l’altro c’era un cavallo artificiale che galoppava e trottava a volontà in modo assai simile al reale (naturalmente senza muoversi). Ho trovato questo albergo non eccessivamente caro per New York (2,5$ con bagno). Non ho ancora deciso dove andrò finito un breve outlook a New York. Mi è stato consigliato da molti
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Boston, quantunque Papà mi pare non me lo consigliasse. Sentirò questi giorni le persone che andrò a trovare. Avete ricevuto il cablogramma? Tanti baci a tutti, Adriano […] Immagino Pa’ di ritorno da Londra, con voi.
New York, 9 agosto 1925
Carissimi, ieri ho ricevuto una lettera materna, di cui la ringrazio insieme a Lalla. Ho mandato un cable per sapere quando Burzio2 verrà perché qualora fosse venuto presto non mi conveniva andarmene da New York, dove tra l’altro avrei trovato una buona camera all’YMCA3, dove mi sono fatto socio e dove ho avuto l’indirizzo del dott. Morzitt che è nientemeno che a S. Francisco. L’ing. Torchio e l’ing. Mailloux sono sul continente vecchio. L’ing. Lieb4 è stato assai gentile. Mi ha dato un paio di lettere di introduzione per altri della Edison e mi ha mandato con un altro ingegnere italiano a vedere un ufficio di registrazione contabile assai interessante dove a mezzo di un grande numero di macchine punzonatrici, selettrici, addizionatrici ecc. statisticano mensilmente tutto quanto è utile dai 500.000 bollettini degli utenti di Manhattan. Il segretario dell’American Institute of Electrical Engineers5 fu assai gentile e mi ha dato due lettere di presentazione, per il vicepresidente della General Electric e per un individuo della Westinghouse pregandoli di farmi vedere stabilimenti6. Ho visto l’ing. Zanotti, vicino di casa degli Olivetti. Ho passato una sera insieme. È attualmente impiegato alla Edison. Mi ha raccontato le sue impressioni americane o meglio newyorkesi,
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essendo da quattro anni qui. Ma mi pare molto poco obiettivo e presuntuoso, nonché fegatoso. Continuo ad avere un’impressione assai mediocre di New York e mediocrissima degli abitanti. L’altra sera sono andato a Conan Island7 dove c’è un immenso parco divertimenti tipo S. Savino o Piazza Vittorio. Soltanto che qui si vedono centinaia e centinaia di persone arrivare in ricche automobili e divertirsi pazzamente in giochi idioti. Del resto anche nei “cine” ho visto delle film realmente stupide. Ho visto iersera al cine il ritratto di una ragazza di sedici anni adottata da un milionario dopo relativo pubblico concorso. Stamane, sui giornali si stampa che è stata ripudiata dall’adottività perché è risultato che aveva ventun anni. Il tipo corrente per le strade è maleducato. Se si chiede qualcosa generalmente, nelle migliori ipotesi, non risponde. Altrimenti è regola dirigere la persona dalla parte opposta. Il numero dei delitti cresce ogni anno (nonostante la diminuita immigrazione italiana) e New York contende a Chicago il primato. La media è superiore in entrambe le città ad un assassinio al giorno. La speculazione finanziaria è operata in maniera fantastica. Valori possono oscillare in una settimana del 50 per cento. Non parliamo della speculazione sui terreni, dove in una settimana una proprietà può aumentare dieci volte di valore. L’ignoranza è estremamente comune per quanto si spendano somme enormi per l’istruzione che dovrebbe essere obbligatoria fino ai sedici anni. Ho già incontrato, in omaggio al proibizionismo, un buon numero di ubriachi8. Policemen, molto rari. Il traffico è regolato automaticamente per cui si vede magari in 5th Avenue decine di automobili ferme
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di fronte ad una strada dove in quel momento non passa un solo veicolo. So che domani me ne andrò da New York perchÊ ne sono stufo, ma precisamente non so dove. Consigli buoni non ne ho avuti, per cui stasera deciderò qualcosa. Continuate pure a scrivere General Delivery Post N.Y. Tanti baci a tutti, Adriano
Boston, 11 agosto 1925
Carissimi, sono partito ieri pomeriggio da New York con sette ore sole di viaggio via Shore Line (Stamford, New London, Providence). La mia prima impressione della ferrovia non è eccellente. Scuotimento e rumori peggiori delle F.S. Italy IIa classe. Il prezzo è probabilmente uguale a quello della IIa inglese (8$ New YorkBoston). Stamane sono venuto, dopo una notte passata ad un albergo centrale e rumoroso, qui all’YMCA, come socio di una sede newyorkese. Ho potuto avere una camera più che discreta per 8$ settimanali, il che qui è poco. Ho poi fatto un avviso sul Boston Evening Transcript» per trovare ospitalità in una famiglia in qualunque altro posto dello Stato. Dubito fortemente di trovare qualcosa di soddisfacente. Invece potrò stare assai bene qui perché c’è una bellissima biblioteca e sala di lettura. Aspetto qualche risposta prima di “ingaggiarmi” per delle lezioni di inglese. Sono stato alla Edison dove l’ing. Lieb mi aveva dato una lettera di introduzione. L’uomo della Edison mi ha messo subito a disposizione un impiegato per farmi vedere quello che voglio. Perciò domani andrò a vedere la fabbrica di rasoi Gillette e in seguito alcuni altri stabilimenti meccanici esistenti qui (generalmente producono macchine per tessitura di cui sono moltre officine nello Stato).
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Prego avvertire in officina che in data di ieri (10) ho ritirato al Guaranty Trust 300$ che mi sono fatto dare in traveller’s chèques. Se mi fermerò qui a Boston la cosa è stata piuttosto inutile perché avevo ancora sufficiente danaro e pel futuro avrei potuto farmi pagare ad una banca locale. Ma in questo modo sono più indipendente. La vita qui è pressappoco cara come a New york o poco meno. Però qui riesco a vivere con 3$ al giorno mentre a New York ne occorrevano almeno 5. Ho telegrafato il mio indirizzo via Radio. Immagino non sia arrivato molto esatto, ma spero abbiate capito almeno la parola YMCA. Tanti baci a tutti, Adriano
Adriano Olivetti, Dall’America: lettere ai familiari © 2016 Comunità Editrice, Roma/Ivrea © Fondazione Adriano Olivetti ISBN 978-88-98220-52-6 Redazione: Angela Ricci Impaginazione e ebook: Studio Akhu Progetto grafico: BeccoGiallo Lab
Edizioni di Comunità è un’iniziativa in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti www.fondazioneadrianolivetti.it Direzione editoriale: Beniamino de’ Liguori Carino
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