Città dell uomo, Adriano Olivetti - estratto

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Edizioni di Comunità

Città dell’uomo AdriAno olivetti La speranza di un mondo nuovo è legata al destino di un’idea.


Ognuno può suonare senza timore e senza esitazione la nostra campana. Essa ha voce soltanto per un mondo libero, materialmente più fascinoso e spiritualmente più elevato. Suona soltanto per la parte migliore di noi stessi, vibra ogni qualvolta è in gioco il diritto contro la violenza, il debole contro il potente, l’intelligenza contro la forza, il coraggio contro la rassegnazione, la povertà contro l’egoismo, la saggezza e la sapienza contro la fretta e l’improvvisazione, la verità contro l’errore, l’amore contro l’indifferenza.


Adriano Olivetti, Città dell’uomo © 2015 Comunità Editrice, Roma/Ivrea © Fondazione Adriano Olivetti ISBN 978-88-98220-33-5 Redazione: Angela Ricci Impaginazione e ebook: Studio Akhu Progetto grafico: BeccoGiallo Lab

Edizioni di Comunità è un’iniziativa in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti www.fondazioneadrianolivetti.it Direzione editoriale: Beniamino de’ Liguori Carino

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Adriano Olivetti

Città dell’uomo Nuova edizione rivista e accresciuta

A cura di Alberto Saibene

Olivettiana/3

Edizioni di Comunità


Indice

Nota alla nuova edizione

i. Saggi comunitari

Le forze spirituali La dimensione ottima dell’autogoverno locale Il cammino della Comunità

ii. Discorsi agli urbanisti Perché si pianifica?

Urbanistica e libertà locali Ostacoli alla pianificazione Edilizia popolare e pianificazione urbanistica L’architettura, la comunità e l’urbanistica

iii. Discorsi ai lavoratori

7

13 21 33

63 71 85 93 107

Alle Spille d’Oro Ai lavoratori di Pozzuoli Ai lavoratori di Ivrea

113 121 131

La libertà di stampa Libertà di associazione e partiti politici La Fondazione proprietaria

147 157 167

iv. Saggio preliminare intorno al salto dalla dittatura alla libertà


v. Chi sceglie i ministri?

Un Parlamento nuovo Proposta per un Senato organico e funzionale Chi sceglie i ministri?

177 189 205

Per una pianificazione democratica nel Mezzogiorno Un piano organico

223 229

Il Movimento Comunità Il momento dell’urbanistica Corrispondenza per gli Stati Uniti Il ritmo di una fabbrica Democrazia socialista

239 247 255 267 273

Un’idea di vita di Geno Pampaloni

279

Nota ai testi Cronologia olivettiana

295 299

vi. L’industrializzazione dell’Italia meridionale

vii. Altri scritti


Nota alla nuova edizione

La prima edizione di Città dell’uomo risale al gennaio 1960, poche settimane prima che Adriano Olivetti morisse all’improvviso, nel pieno del suo slancio creativo. Geno Pampaloni, oltre a firmare la prefazione, curò probabilmente anche la scelta degli scritti e dei discorsi: tra le oltre 600 voci che compongono la bibliografia di Olivetti seppe sapientemente rintracciare il filo rosso che lega l’attività di industriale a quella di pensatore e uomo pubblico. Il libro è stato giustamente considerato il testamento spirituale di Olivetti e, difatti, la ripartizione dell’indice degli interventi restituisce fedelmente la vastità delle attività e degli interessi di Adriano: una nuova forma di società e la sua organizzazione, l’azione di capitano d’industria, la riflessione politico-istituzionale, l’attività urbanistica, il riscatto del Mezzogiorno, la partecipazione dei lavoratori ai fini del lavoro e, in ultima istanza, dell’azienda. Terzo e ultimo libro pubblicato in vita da Olivetti, Città dell’uomo è anche quello dove più si affaccia la prima persona a testimonianza di una parabola esistenziale irripetibile: la prosa diviene più “calda”, meno tecnica, e le intuizioni di una società nuova, più equa e umana, tutte radunate intorno al concetto di “Comunità”, si proiettano verso il futuro, giungendo a noi pressoché intatte nella loro attualità. Il rinnovato interesse verso Adriano Olivetti, verso la sua idea di società, lo rendono non solo una figura storica su cui è ancora necessario indagare, ma un nostro contemporaneo a cui rivolgersi nell’ora del dubbio. A quindici anni di distanza dall’ultima edizione, si è voluto arricchire il volume di una parte aggiuntiva che presenta nuovi scrit-


ti, alcuni totalmente inediti, così da fornire uno sfondo storico alla tumultuosa azione di Olivetti, soprattutto nel corso degli anni Cinquanta. Per il resto, questa nuova edizione ricalca lo schema dell’antologia originale così come licenziata da Adriano, a eccezione della prefazione di Geno Pampaloni che, per il suo eccezionale valore letterario e di testimonianza, si è deciso di mantenere, inserendola però a conclusione del volume perché, rivolgendosi a un lettore dell’epoca, rischiava di ingannare il lettore di oggi.


Le forze spirituali

Abbiamo scritto nelle proposizioni fondamentali del Movimento Comunità che il nuovo Stato sarebbe organizzato secondo leggi spirituali, e la nostra affermazione non è rimasta cosa astratta. Per la prima volta nella storia dei programmi politici si fa un riferimento preciso non solo ai valori spirituali e alla loro potenza, ma al modo stesso, alla forma, alle forze in cui questi si esplicano nella società terrena anzitutto, e nell’amministrazione delle cose pubbliche in particolare. Giacché nella nostra visione il problema centrale della politica consiste nel creare uno speciale rapporto fra la società e lo Stato, rapporto che tenga conto e sviluppi le forze e le forme dello spirito. Quando l’azione politica cristiana è legata solo apparentemente alle forme spirituali e non si risolve in un corpo organizzato, in una Comunità concreta, nel suo ordinamento che si svolge in ordini spirituali, a nulla valgono gli sforzi isolati degli uomini di buona volontà. Noi tutti crediamo nel potere illimitato delle forze spirituali e crediamo che la sola soluzione alla presente crisi politica e sociale del mondo occidentale consista nel dare alle forze spirituali la possibilità di sviluppare il loro genio creativo. Parlando di forze spirituali, cerco di essere chiaro con me stesso e di riassumere con una semplice formula le quattro for-


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città dell’uomo

ze essenziali dello spirito: Verità, Giustizia, Bellezza e, soprattutto, Amore. Cerco di ricordarmi che il nostro obbiettivo finale, che in senso storico deve essere l’affermazione della civiltà cristiana, consiste nel materializzare in equilibrio ciascuno di quei quattro punti. Non si può parlare di civiltà se uno solo di quegli elementi, Verità, Giustizia, Bellezza e Amore, è assente. E facile riconoscere come alcuni individui, gruppi, nazioni e regimi politici siano contro uno o più di questi fattori spirituali. Si potrà pensare che tutto ciò non sia di ordine pratico; mi sforzerò di dimostrare in quale maniera noi potremmo essere guidati in uno sforzo comune nel nostro paese. Ho parlato di Verità per prima. Verità in una società umana significa cultura libera, indipendenza di ricerche e conoscenze scientifiche. Ricorda S. Giovanni nel suo Vangelo che avvicinandosi la festa di Pasqua, durante l’Ultima Cena, Cristo annunciò agli Apostoli che Dio avrebbe inviato nel mondo un consolatore, che avrebbe guidato il mondo verso la Verità totale. Ora a noi è dato finalmente conoscere dopo secoli di storia l’opera incalcolabile della Verità, la quale, facendosi strada dalla caligine oscura di un mondo ancora dominato dalla barbarie, ha illuminato di una luce crescente il lento e faticoso cammino dell’uomo. La scienza, indissolubilmente legata e associata allo spirito della Verità, è stata la prima dispensatrice di ogni bene, perché ha da sempre creato il progresso materiale. Dando vita alla tecnica moderna, la scienza ha dato un nuovo corso alla vita e al lavoro dell’uomo. Nessuno rinuncerebbe alla nuova civiltà, a quest’epoca del cemento armato, dei motori, degli antibiotici, della radio e della televisione. Nessuno tornerebbe indietro, non dico di secoli, ma nemmeno di cinquant’anni. Mancava la luce elettrica, le malattie infettive mietevano le giovani vite, la chirurgia e gli anesteti-


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