Adriano Olivetti
Il mondo che nasce Dieci scritti per la cultura, la politica, la societĂ A cura di Alberto Saibene
collana Olivettiana/1
Edizioni di ComunitĂ
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Adriano Olivetti
Il mondo che nasce
Signor Presidente, Signori Ministri, Eccellenze, Signori, l’ onore che ci è stato oggi riservato con la vostra presenza a questa cerimonia suggella solennemente una data importante nella storia della nostra azienda. Ma la realizzazione di questo primo calcolatore prodotto dalla industria italiana s’inquadra in un significato più aperto cui ci sentiamo profondamente legati e per l’oggi e per il futuro, ove si guardi per un istante indietro alle vicende che hanno portato la civiltà tecnica contemporanea alle attuali concrete attuazioni nel campo dell’elettronica. Mi sia consentito perciò ricordare brevemente alcune tappe di tale, ancor recente cammino. Durava ancora la guerra quando avvenne in America quell’incontro fra due liberi scienziati, il prof. Turing, inglese, e il prof. John von Neumann, americano, incontro che segna in effetti l’inizio degli studi logico-matematici dei calcolatori elettronici nel senso attuale della denominazione. Le prime esperienze furono intraprese presso le università di Princeton, di Pennsylvania e di Illinois, e al di qua dell’Atlantico a Manchester e Cambridge. Esse ebbero soprattutto carattere teorico-scientifico. Infatti gli apparati elettronici allora concepiti dovevano ser-
vire per la soluzione numerica di problemi matematici e per lo studio della logica simbolica. Parallelamente l’industria americana, sempre in stretto rapporto con la ricerca accademica, procedeva alle prime attuazioni pratiche, anche esse a carattere sperimentale prototipico. Si passava così dalle tecniche di programmazione delle macchine a schede, combinate con circuiti di tipo impulsivo già usati nelle apparecchiature radar, ai sistemi dotati di memoria magnetica e di unità periferiche automatiche che caratterizzano l’attuale produzione mondiale. Queste prime realizzazioni furono di immenso ausilio per la verifica e la soluzione di complessi problemi teorici, ma già esse portarono a pratici perfezionamenti nelle più diverse discipline: dalla statistica all’astronomia, dalla balistica alla meccanica. Ma gli scienziati, coloro che promossero e realizzarono concretamente le prime macchine a logica elettronica, raddoppiarono il loro merito nei confronti dell’umanità facendo in modo che i risultati della loro attività fossero resi immediatamente accessibili per il comune sviluppo economico e sociale. I ritrovati tecnici e le ricerche teoriche furono subito ampiamente illustrati e messi a disposizione di altri sperimentatori, di operatori e di produttori, escludendo protezioni, privative, brevetti. Il progresso umano trasse da questa generosa disposizione un impulso potente, di cui vediamo ogni giorno nuovi e prodigiosi frutti. Questa circostanza rievoca alla nostra mente una felice definizione della scienza e della cultura come ricerca disinteressata della verità. L’elettronica non solo ha reso possibile l’impiego dell’energia
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atomica e l’inizio dell’era spaziale, ma, attraverso la moltiplicazione di sempre più complessi ed esatti apparati di automazione, sta avviando l’uomo verso una nuova condizione di libertà e di conquiste. Sottratto alla più faticosa routine, dotato di strumenti di previsione, di elaborazione e di ordinamento, prima inimmaginabili, il responsabile di qualsiasi attività tecnica, produttiva, scientifica può ora proporsi nuove, amplissime prospettive? La conoscenza sicura, istantanea e praticamente illimitata dei dati, l’immediata elaborazione degli stessi, la verifica delle più varie e complesse ipotesi, consentono oggi di raggiungere obbiettivi teorici e pratici che fino a ieri sarebbe stato assurdo proporsi, e di dirigere e reggere con visione netta e lontana le attività più diverse. In questo senso la creazione del calcolatore Elea, e la sua produzione realizzata industrialmente dalla nostra Società nella sezione di Borgolombardo, alla periferia di questa metropoli, ci sembra possano recare un contributo reale non soltanto allo sviluppo del paese, ma al suo immancabile progresso sociale e umano. Per questo ho osato affermare in principio che la data odierna si riveste di un particolare significato. Con la realizzazione dell’Elea, la nostra Società non estende semplicemente la sua tradizionale produzione a un nuovo settore di vastissime possibilità, ma tocca una meta in cui direttamente si invera quello che penso sia l’inalienabile, più alto fine che un’industria deve porsi di operare, cioè, non soltanto per l’affermazione del proprio nome e del proprio lavoro, ma per il progresso comune –
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economico, sociale, etico – della intera collettività. È quasi naturale conseguenza di tale convincimento la decisione di porre questo primo centro di calcolo elettronico a completa disposizione degli istituti universitari che vorranno servirsene a fini di ricerca e sperimentazione. Ed è con particolare piacere che possiamo annunciare che già il Politecnico di Milano ha aderito all’invito. La solennità della giornata odierna corona lo sforzo di quanti nei nostri uffici, studi e nelle nostre officine hanno contribuito, in un clima di intelligente e concorde operosità, alla realizzazione di questa macchina: una macchina seppure tanto diversa dalle altre che la nostra industria ha prodotto nella sua semisecolare esistenza, è come quelle create dall’uomo per servire l’uomo, per liberarlo, col frutto della sua stessa fatica, dall’antica fatica di alcune più dure e inerti prove, per dargli altro campo d’affermare la sua vocazione di costruttore: per suscitare infine – con strumenti e obiettivi nuovi – nuove, più degne e suggestive possibilità di lavoro. Dobbiamo ora proseguire su questo cammino, non agevole – certo – ma che si illumina in una prospettiva grandiosa, impegnandoci su un più vasto fronte morale e materiale, in una più vasta integralità di motivazione e di intenti. Per questo, il veder qui raccolta, attorno al Capo dello Stato, così eletta rappresentanza è fonte di commossa soddisfazione e di profonda gratitudine e – insieme – di auspicio lietissimo. Grazie ancora, signor Presidente; grazie, Signori e amici tutti.
Adriano Olivetti, Il mondo che nasce © 2013 Comunità Editrice, Roma/Ivrea Scritti originali © Fondazione Adriano Olivetti ISBN 978-88-98220-06-9 Edizioni di Comunità è un’iniziativa in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti www.fondazioneadrianolivetti.it Direzione editoriale: Beniamino de’ Liguori Carino Coordinamento editoriale, grafica e comunicazione online: BeccoGiallo Lab facebook.com/edizionidicomunita twitter.com/edcomunita www.edizionidicomunita.it info@edizionidicomunita.it Condividiamo la conoscenza: i testi contenuti in questo libro sono rilasciati con licenza Creative Commons <http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/> Puoi condividere e diffondere quest’opera riportandone sempre l’origine e senza fini di lucro.