Ivrea. Guida alla città di Adriano Olivetti (estratto)

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Introduzione

Gentile lettore/visitatore, con questa Guida abbiamo cercato di coltivare un doppia ambizione: offrirle uno strumento di orientamento agile e completo per conoscere e visitare le architetture olivettiane di Ivrea e, allo stesso tempo, accompagnarla in un viaggio affascinante e sorprendente all’interno delle idee di Adriano Olivetti. Olivetti, infatti, trasformò la sua città in un vero e proprio laboratorio per la costruzione di una Comunità di tipo nuovo, alternativa e superiore all’ideologia capitalista e a quella socialista. E così, oggi, ogni edificio rappresenta il testimone di quella tensione visionaria e riformatrice. Il percorso che le proponiamo perciò è diviso in quattro itinerari principali (e alcune stazioni secondarie), ognuno dei quali risponde a una precisa domanda: il profitto e la solidarietà, come furono armonizzati? Davvero l’impresa e la cultura si allearono? Come fu possibile integrare città e campagna? Quale rapporto fu stabilito tra proprietà pubblica e proprietà privata? Insomma, quella che le suggeriamo non solo è una visita nel cuore dell’archeologia industriale di Ivrea, ma un viaggio avvincente ed emozionante in quello che fu, a tutti gli effetti, il tentativo di dare vita a un mondo nuovo. Al piano storico-tecnico e a quello filosofico ne abbiamo poi aggiunto un terzo, squisitamente narrativo: la Guida è ricca di storie, documenti, racconti, fotografie d’epoca, lettere, personaggi importanti e personaggi sconosciuti. Ogni edificio, oltre essere un’opera architettonica e la testimonianza di un’ideale, è soprattutto un luogo dove, per tanti anni, molte persone hanno vissuto, faticato, sognato e persino amato. E come tale abbiamo provato a raccontarlo.


Ancora, alla fine del libro, abbiamo raccolto alcune informazioni che speriamo possano esserle utili prima, durante o dopo la visita, per avere una visione più completa di questa città, della sua vita culturale, del territorio che la circonda. Per concludere, il viaggio nel tempo che questa Guida le propone possiamo dire sia in due direzioni: nel passato, perché i muri, le macchine e i protagonisti di questa vicenda straordinaria appartengono a un secolo di storia industriale ormai alle nostre spalle; nel futuro, perché le idee da cui nascono – spesso non pienamente comprese, molto spesso osteggiate – sembrano oggi in grado di indicarci una via. Qualcuno ha ricordato come – forse un po’ stranamente per un uomo versato in così tante discipline – Adriano Olivetti non amasse la musica. Aggiungeva, però, che egli poteva “sentire le pietre cantare”: era in grado cioè di sentire pulsare in un’architettura il cuore di una visione, di un determinata idea di società e di uomo. Vorremmo che questa Guida potesse consentire anche a lei, magari soltanto per un momento e in chissà quale punto della mappa, di avvertire l’eco di questo concerto, la sinfonia delle idee che ogni tanto interrompe ancora il rumore o il silenzio per ispirare chi è in ascolto. Con la sua grazia, e ben la di là della nostalgia. Marco Peroni


Indice

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Breve storia di Ivrea

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Cronologia olivettiana 1908-1927: La Olivetti di Camillo 1924-1927: Il passaggio di testimone 1928-1939: Alla conquista dei mercati internazionali 1940-1945: Gli anni della guerra 1945-1960: Prove tecniche di un nuovo mondo 1960-1965: Lampo di genio Il percorso di visita

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La sintesi tra le idee: l’ABC (e D) dell’opera di Adriano Olivetti

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A. Profitto e solidarietà 1. Fabbrica di mattoni rossi 2. Officine ICO 3. Fascia dei Servizi sociali 4. Asilo nido Olivetti

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B. Impresa e cultura 1. Quarto ampliamento - Officine H 2. Centro studi ed esperienze 3. Mensa e circolo ricreativo

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C. Città e campagna 1. Chiesa di San Bernardino 2. Colonia diurna Villa Girelli 3. Palazzo Uffici

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D. Proprietà pubblica e privata 1. Quartiere Castellamonte 2. Unità residenziale ovest


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Altre architetture Unità residenziale est (La Serra) Officina meccanica Olivetti Casa popolare Borgo Olivetti Centrale termica CED - Centro elaborazione dati Nuovo Palazzo Uffici Brise Solei, ex falegnameria Edificio ex uffici SERTEC Abitazioni dell’Ufficio consulenza case dipendenti Olivetti Altre abitazioni Quartiere Canton Vesco Quartiere Bellavista

195 197 198 198 199 199

Ivrea oggi: la memoria olivettiana Fondazione Adriano Olivetti Associazione Archivio Storico Olivetti Archivio Nazionale Cinema d’impresa Fondazione Natale Capellaro - Museo Tecnologic@mente Associazione Spille d’oro Olivetti

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Informazioni utili

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Crediti per immagini e documenti Indice dei nomi

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Indice generale delle architetture olivettiane a Ivrea


Innalzare le nostre insegne a New York come a Francoforte, a Vienna come a San Francisco, a Rio de Janeiro o a Città del Messico o nella lontana Australia, organizzare officine, istruire venditori, persuadere una clientela diffidente della bontà del prodotto italiano, garantire l'efficienza del personale, assicurare ovunque un servizio di assistenza tecnica, difendere sempre il livello artistico e l'omogeneità grafica delle nostre espressioni pubblicitarie, imporre ad ogni costo la lealtà dei nostri metodi commerciali, non fu cosa né facile né rapida. Tra pochi anni la nostra ambizione di fare di questa industria italiana un tipo di industria che si avvicini nelle dimensioni e nel rendimento ai grandi organismi d'Oltreoceano sarà compiuta e ne vedremo permanentemente le conseguenze sul piano sociale, verso un più alto livello di salari ed un orario di lavoro più ridotto. Può l'industria darsi dei fini? Si trovano questi semplicemente nell'indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una fabbrica? Adriano Olivetti, Ai Lavoratori

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profitto e solidarietĂ

intervengono Le Corbusier Camillo Olivetti Luisa Revel Domenico Burzio Valentino Prelle Giovanni Rey Adriano Olivetti Geno Pampaloni Luciano Gallino Luigi Figini Gino Pollini Paolo Volponi Cornelia Lombardo Riccardo Musatti Carmen Alaimo

1. fabbrica di mattoni rossi 2. officine ico 3. fascia dei servizi sociali 4. asilo nido olivetti

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Itinerario A Altre architetture Olivettiane Percorso di visita Stazione ferroviaria Comune di Ivrea Informazioni turistiche

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asilo nido olivetti

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fabbrica dei mattoni rossi

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a Camillo Olivetti con i dipendenti nel cortile della Fabbrica di mattoni rossi (ca. 1920)

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profitto e solidarietĂ


La nostra passeggiata comincia qui, dalla vecchia stazione ferroviaria di Ivrea. Quella che Le Corbusier definì “la via più bella del mondo”, via Gugliemo Jervis, su cui si affacciano gli edifici olivettiani più importanti, si trova davvero a pochi passi. Le suggeriamo di vederla al più presto. Con la stazione ferroviaria alle spalle, si sposti a sinistra di pochi metri, per imboccarla finalmente sulla destra: la Fabbrica di mattoni rossi è davanti a lei, con il suo carico di fascino indecifrabile,

allo stesso tempo mitica e modesta, fiera e dimessa. È da qui che ha inizio tutta questa storia, il concretizzarsi del progetto che Camillo Olivetti aveva dichiarato per la prima volta nel 1893, in una lettera scritta alla moglie Luisa dall'America: «Verso la fin d'agosto faccio conto di esser ad Ivrea. Se la rendita non avrà dato allora crollo maggiore dell'attuale, intendo vendere tutta la mia e in-

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tendo impiegarla nella fabbrica che sto progettando fin d'ora. So che tutti indistintamente dicono che faccio una bestialità e forse sarà vero, ma io non sono di questo parere». Eccola, la fabbrica da lui costruita, la “bestialità” che diverrà invece una della industrie più affascinanti, studiate ed emulate del mondo: provi a immaginarsela da sola in mezzo all'erba, così com'era alla fine dell'Ottocento quando venne costruita. La campagna circostante era divisa in tante piccole proprietà, lente a rinnovarsi, e i primi operai che Camillo ebbe con lui arrivavano ogni mattina a piedi o in bicicletta, dal centro storico di Ivrea o dai paesini circostanti. Ragazzi in gamba, da lui scelti a uno a uno, che si esprimevano per lo più in dialetto, ancora lungi dall'essere quell'aristocrazia operaia che seppero poi diventare. Il rapporto fra padrone e maestranze era diretto, schietto e quotidiano. Molti di quei ragazzi erano stati a cena a casa di Camillo una volta almeno, poiché egli teneva in gran conto il giudizio su di loro della moglie Luisa. Come vede, la prima fabbrica era una tipica fabbrica dell'Ottocento inglese, buia, umida e

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rumorosissima. Ci si lavorava stretti, ma la prossimità era anche una prossimità d'intenti, di spirito. Al suo interno il Fondatore si muoveva come in casa propria, seguiva e riprendeva gli operai continuamente, poiché non c'era mansione, operazione o passaggio che non sapesse eseguire di persona e forse meglio di chiunque altro. I ragazzi erano artigiani piuttosto che operai specializzati in un'unica mansione, la divisione del lavoro non era ancora quella che imporrà la produzione in serie, molto più tardi. Con un poco di immaginazione, chiudendo per un momento gli occhi, può avvicinarsi alle finestre aperte dell'edificio in un giorno d'estate dei primi anni Dieci, per sentire ancora l'odore di limatura di ferro, di grasso, il fumo nero del camion che sta uscendo carico di macchine imballate in grandi casse di legno chiaro, la polvere che si alza al suo passaggio. E nella stessa aria sentire dominare ancora, su tutti gli altri, il profumo delle montagne. Riaprendo gli occhi, può vedere le tante biciclette nere appoggiate al muro, immaginarle sollevate una dopo l'altra, alla fine del turno di lavoro, da mani giovani e grandi, le schie-


Ivrea. Guida alla città di Adriano Olivetti isbn 978-88-98220-49-6 a cura di Marco Peroni Progetto grafico di Paolo Racca Coordinamento e redazione di Angela Ricci Finalizzazione a cura di BeccoGiallo Lab © 2016 Comunità Editrice, Roma/Ivrea

Questa Guida è stata realizzata grazie al 5x1000 alla cultura a favore della Fondazione Adriano Olivetti e sostiene la promozione di “Ivrea Città Industriale del XX Secolo” a sito Unesco

Edizioni di Comunità è un’iniziativa in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti Direzione editoriale: Beniamino de’ Liguori Carino edizionidicomunita.it facebook.com/ediziondicomunita twitter.com/edcomunita — Tutti i diritti riservati Finito di stampare nel novembre 2016 per conto di Comunità Editrice da Cierre Grafica, Sommacampagna (VR)


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