Shareable! L'economia della condivisione

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shareable! l’economia della condivisione edizioni di comunitĂ


Indice

Prefazione

Introduzione di Guido Smorto e Tiziano Bonini

1. Cos’è la sharing economy

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Il dibattito sulla sharing economy (J. Schor) Sharing economy: un movimento sociale che muore per farsi economico (C. Rustrum)

2. Politiche e città

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Sharing cities: perché la proprietà, l’amministrazione, e i commons sono più importanti che mai (D. Sharp) Cinque esempi di città che creano ricchezza grazie al potere della gente (C. Johnson) A Barcellona le politiche di condivisione si mettono in comune. Altre città possono farlo? (M. Fuster Morell con A. Bergren Miller) La sharing economy inizia a fare sul serio (J. Orsi) Janelle Orsi, l’avvocato della sharing economy (C. Johnson)

3. Scenari futuri tra cooperativismo e mercato 103 La promessa del cooperativismo aperto (D. Bollier) La proprietà è la nuova condivisione (N. Schneider)


In che modo le piattaforme cooperative possono sconfiggere la Morte Nera come Uber e creare una vera sharing economy (N. Gorenflo) La transizione non sarĂ una passeggiata (M. Bauwens con A. de Grave) Undici piattaforme cooperative che stanno creando una vera sharing economy (C. Johnson)

Nota ai testi

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Prefazione di Neal Gorenflo*

Il libro che avete in mano è molto più che una raccolta di articoli. Queste pagine incarnano le speranze, i sogni e le visioni di un gruppo di persone, me compreso, che crede nella condivisione come una delle attività umane più importanti, e che riesce a vederne la straordinaria rilevanza per la società contemporanea, come strumento per combattere l’esaurimento delle risorse naturali, l’isolamento sociale, e il divario tra ricchi e poveri. Da parte mia, posso solo dirvi quanto sia stato faticoso il percorso che mi ha portato a capire questa cosa, apparentemente molto semplice. Mi ci sono voluti decenni di vagabondaggio, lavori senza futuro, relazioni fallite, progetti incompleti, tentativi incostanti di fuga dalla cultura consumistica, e periodi di solitudine così lancinante in cui desideravo solo di scomparire. *  Neal Gorenflo, direttore esecutivo e co-fondatore di Shareable, è consulente sui temi della sharing economy per istituzioni pubbliche e private in tutto il mondo.


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Per me la condivisione è una strategia nata da un doloroso fallimento esistenziale. Per molto tempo ho cercato di adattarmi, di inserirmi, senza mai riuscirci. Se anche sulla carta avevo ottenuto qualche successo, dentro mi sentivo impotente e debole come un bambino. Raggiunta la mezza età, mi sembrava di non aver mai davvero iniziato a vivere. Dopo due decenni di maturità realizzai che, pur essendo ben lontano dalla perfezione, il problema non era in me, ma nel sistema. Il concetto chiave era questo: mi ero fatto una vita da solo, seguendo le regole della cultura americana, ma non è così che si diventa umani. Parafrasando Desmond Tutu: è grazie agli altri che le persone diventano tali. Quest’intuizione non aveva niente di originale, ma me l’ero guadagnata: era una lezione importante che avevo finalmente scolpito nella mia mente. E sebbene possa sembrare ovvia per alcuni, quest’intuizione è tanto profonda quanto trascurata. Nel momento in cui la riscopersi, e cominciai a costruire la mia vita intorno alla condivisione, la mia vita ebbe veramente inizio. La condivisione mi salvò letteralmente. Mi trasformai in un suo fervente sostenitore, quasi fosse una religione. Fu questo a ispirarmi a fondare Shareable, insieme ad alcuni amici che incontrai a San Francisco mentre stavo provando a riorganizzare la mia vita sulla base della condivisione. Questi amici – Laurie Schechter, Will Watman, e Jonah Sachs – avevano imparato la lezione a modo loro. Anche loro credevano fermamente nella condivisione. Così ci trovammo uniti dall’enorme desiderio di “convertire” gli altri alle


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pratiche della condivisione. Volevamo invitare più persone possibili a sperimentare quello che avevamo scoperto, e volevamo farlo offrendo loro delle narrazioni valide. Così, il primo ottobre 2009, lanciammo Shareable, un magazine online interamente dedicato alle pratiche dell’economia della condivisione. Il nostro progetto iniziale era quello di avviare una sorta di movimento politico, ma secondo le nostre ricerche, la condivisione era già una tendenza emergente. Comunque, nessuno aveva ancora “unito i puntini”. Decidemmo quindi di fare proprio questo: rappresentare i produttori di software open source, i co-worker, i prodotti Creative Commons, le cooperative, il car sharing, il bike sharing, i sistemi governativi aperti, il bilancio partecipativo, gli alloggi cooperativi, e le nuove piattaforme di condivisione nate grazie a internet, come facenti parte di un’unica tendenza generale, e accelerare ciò che iniziammo a definire “sharing economy”1. La nostra strategia ebbe successo, più o meno. La sharing economy divenne rapidamente un fenomeno mediatico globale, ma la stampa iniziò ben presto a concentrarsi sui business della condivisione, piuttosto che sulla condivisione in sé. Tutte le iniziative partite dal basso, non profit, e cooperative scomparirono dalla scena. Sicuramente non aiutarono tutti i miliardi di capitale di rischio che, a partire dal 1   Le espressioni sharing economy, economia della condivisione, economia collaborativa, consumo collaborativo etc. sono da considerarsi equivalenti (NdT).


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2011, cominciarono a riversarsi nelle tasche di poche imprese che si autodefinivano sharing economy. Alla fine, la sharing economy divenne sinonimo delle ricche startup della Silicon Valley, Airbnb e Uber in primis. È facile immaginare, quindi, quanto sia grato del fatto che questa raccolta di articoli rispecchi la nostra reazione alla commercializzazione delle pratiche di condivisione, i nostri pensieri sulle possibili strade da intraprendere, e la nostra missione quale organizzazione non profit, che consiste nel fornire idee e strumenti alle persone che vogliono iniziare a condividere le proprie risorse, per un mondo più resiliente, giusto e felice. Speriamo che questo libro possa aiutare a riportare al centro della scena il tipo di condivisione che ha ispirato Shareable. Da una parte, crediamo che la condivisione sia un dovere morale, un modo saggio di gestire le risorse, oltre che un vero piacere, se fatta bene; ma soprattutto crediamo che sia una componente essenziale del nostro essere umani. Ogni sharing economy del futuro dovrebbe innanzitutto incoraggiare lo sviluppo umano. È questo il tipo di sharing economy per cui si impegna Shareable. Crediamo che ogni essere umano sia per natura incline alla condivisione. Crediamo inoltre che gli esseri umani siano i maestri della condivisione sulla Terra. La condivisione è il nostro passato e il nostro futuro. Non potremo sopravvivere a tutte le crisi che si stagliano all’orizzonte senza condividere, collaborare, e agire secondo questa verità essenziale: siamo


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tutti sulla stessa barca. Questo libro, come Shareable, è un invito a unirsi a coloro che riconoscono queste verità , e che cercano di vivere pienamente, proteggendo ogni forma di vita sulla Terra.


Guido Smorto (1970) è ordinario di Diritto comparato presso l’Università di Palermo. Sulla sharing economy ha scritto numerosi saggi scientifici e pubblicato articoli divulgativi su testate come Nova – Il Sole 24 Ore, cheFare, Vita, Collaboriamo. Sugli stessi temi ha inoltre condotto ricerche e pubblicato studi per conto del Parlamento e della Commissione EU e ha contribuito in qualità di esperto alla stesura della Risoluzione del Parlamento europeo sull’economia collaborativa. Tiziano Bonini (1977), è ricercatore in sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università di Siena. Suoi articoli sui temi delle culture digitali e del rapporto tra new media e società sono apparsi su riviste scientifiche internazionali e su testate divulgative italiane, come Doppiozero, Pagina99, La Stampa. È autore freelance per Radio2 Rai e socio fondatore di cheFare.


Collana a cura di cheFare cheFare agevola, divulga, progetta e pratica l’innovazione culturale e sociale. www.che-fare.com

1a edizione, ottobre 2017 copyright © 2017 Edizioni di Comunità www.edizionidicomunita.it ISBN 978-88-98220-80-9 Redazione: Angela Ricci, Andrea Crisanti de Ascentiis Traduzione: Maria Moschioni Progetto grafico: Falcinelli & co. Si ringrazia Caterina Spina per il prezioso contributo alla revisione della traduzione e alla redazione del volume Edizioni di Comunità è un’iniziativa in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti Direzione editoriale: Beniamino de’ Liguori Carino Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale 3.0 Italia


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