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IL GRANO

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SLOPPY GELATERIA

SLOPPY GELATERIA

Spesso, nei suoi quadri, Vincent Van Gogh ha rappresentato i campi di frumento, entrando così a far parte dell’immaginario collettivo. Spighe mosse dal vento, illuminate dal sole, oppure in procinto di essere raccolte. Donne e uomini chini sulla terra a perpetrare un rituale antico. Di fatica e di gesti. Le liturgie e i ritmi sono rimasti gli stessi anche se facilitati da nuove tecnologie: semina in ottobre, raccolta in luglio.

È invece la natura a essere cambiata, con situazioni climatiche estreme che si manifestano sempre più frequentemente e trasversalmente, da nord a sud, stressando il terreno e compromettendo le colture. Soprattutto negli ultimi anni. Si è così delineata la necessità di riflettere sulla direzione da prendere per definire il destino di un cereale alla base della filiera agroalimentare. Ed è proprio questo il motivo che, nel 2020, ha spinto Co.Na.Se. (Consorzio Nazionale Sementi) di Conselice a individuare in Luca Bersanetti, attuale direttore generale della cooperativa ravennate, la persona ideale per imprimere una svolta verso il futuro. Grazie alla lunga esperienza nel settore sementiero, maturata all’interno di diverse realtà nazionali, ha subito introdotto una sua ‘visione generale’ intraprendendo un percorso di modernizzazione di strutture e infrastrutture, oltre a valorizzare competenze, savoir-faire ed heritage. Perché, come lui stesso dice: “Siamo ormai un’azienda nazionale e non più locale.” È prevista anche la costruzione di un nuovo stabilimento di lavorazione, nonché la dotazione di pannelli fotovoltaici per raggiungere l’autosufficienza energetica, mentre sul terreno circostante sono state già piantate 600 piante autoctone per compensare l’emissione di CO2. Inoltre, per assicurarsi un passaggio generazionale, sono stati assunti anche diversi giovani in via di formazione.

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Fiore all’occhiello di questa cooperativa, nata nel 1978 e che raggruppa produttori di grano duro, grano tenero, orzo ed erba medi- ca, è il Centro Ricerche diretto da Andrea Demontis. “La priorità assoluta è stata data infatti al potenziamento del nostro fitotrone, la cella di crescita, che è ora in grado di ospitare più piante, consentendoci così di accorciare i tempi per lo sviluppo di nuove varietà,” racconta Bersanetti. Tra queste Brancaleone, un grano duro tollerante alla carenza idrica, nato dall’incrocio di un’importante varietà di costituzione italiana, la Svevo, con una varietà americana. Senza dimenticare, come ci tiene a precisare Bersanetti, “l’altissima qualità” sottolineando che nel processo “non si è ricorsi a manipolazioni genetiche, bensì a un breeding convenzionale.”

E poi hanno fatto tanto l’attesa, la pazienza, l’osservazione e i risultati delle sperimentazioni da cui sono emerse le sue caratteristiche peculiari, perché il rispetto dei tempi e della fragilità della natura è fondamentale. Elogio della lentezza. Ci sono voluti infatti ben dieci anni per sviluppare Brancaleone e iscriverlo al Registro Nazionale delle Varietà, e ora questo grano duro, che porta il nome del condottiero che nel 1512 difese Ravenna in una battaglia cruciale, costituisce una risorsa importante per affrontare periodi siccitosi

Ma la ricerca di Co.Na.Se. non si ferma qui e prosegue anche su tutti gli altri fronti con energia, coraggio, passione e visione del futuro, sentimenti che traspaiono continuamente dalle parole di Bersanetti, comunicando un forte legame con il territorio e la consapevolezza di rappresentare un’eccellenza del Made in Italy. Non è un caso che Rebelde, una delle varietà di grano tenero di forza, leader in Italia, sia proprio di Co.Na.Se. Un’altra varietà di grano tenero neoiscritta, Antelao, è stata invece pensata proprio per avere “caratteristiche altamente produttive, come quelle delle varietà francesi (più tardive rispetto alle italiane), ma con una precocità e una qualità superiori,” precisa Bersanetti.

Oltre alla siccità, un altro fattore di rischio per le colture è quello dell’inquinamento che porta al proliferare di malattie fungine, come la ruggine bruna, la ruggine gialla, l’oidio e la septoria. È per questo che la ricerca di Co.Na.Se. si focalizza anche su queste problematiche, in vista del fatto che, secondo le direttive europee, a breve verranno tolti dal mercato molti principi attivi. A tale proposito, particolarmente tollerante a queste malattie è il Baronio, una varietà di grano duro apprezzata dal mondo del biologico. Dietro a ogni nuovo prodotto di Co.Na.Se. c’è quindi una storia, come per la nuova varietà di erba medica battezzata Alfonsina, in onore della coraggiosa ciclista di inizi Novecento, Alfonsina Strada. Perché anche il naming ora segue dei criteri precisi: vengono scelti nomi di personaggi spesso evocativi di un legame con il territorio e con le origini. La valorizzazione passa sicuramente anche da qui, mentre l’obiettivo ambizioso di Luca Bersanetti passa attraverso una visione che porterà Co.Na.Se. a diventare leader in Italia per il grano duro e quello tenero. Con lo sguardo già rivolto verso la prossima sfida: l’introduzione e lo sviluppo del sorgo da granella, un’altra promettente specie. Ma questo sarà l’incipit di un nuovo, intrigante capitolo.

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