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DI NATURA
Isacco Emiliani nasce a Faenza, classe 1991, e a soli 32 anni ha ben chiara la sua strada, quella della fotografia legata all’ambiente e alla natura. Intervistato anche negli Studi Rai da Geo e dall’Arca di Noè per i suoi progetti fotografici, ha portato al grande pubblico la sua passione ma soprattutto la sua visione e il rispetto per l’ambiente. L’esplorazione, con la sua macchina fotografica, ha lo scopo di raccontare il mondo e la natura attraverso il suo sguardo. Uno sguardo ricco di amore per la terra, per le tradizioni e con il fine alto di porre l’attenzione su quanto ci dà il nostro pianeta e quanto possiamo fare noi per proteggerlo e prendercene cura. I suoi lavori sono un vero e proprio viaggio, partito da casa nostra, la Romagna, dalle nostre colline faentine, fino ad arrivare all’estremo Artico. In mezzo ai boschi prima e in distese di neve e ghiaccio poi, per riportare noi fruitori al contatto con la madre terra.
NEL LIBRO OTTANTUNO, IN SERIE LIMITATA DI 501 COPIE, EMILIANI HA FOTOGRAFATO PIÙ DI 100 ALBERI IN PIÙ DI 150 USCITE NOTTURNE CON IL NONNO, PER AVERE UNA CHIAVE DI LETTURA
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PIÙ SUGGESTIVA E POETICA DEI LUOGHI.
Com’è nata la sua passione per la fotografia e per la natura?
“Tra i banchi della scuola superiore, frequentando l’indirizzo Grafico pubblicitario, per caso. Un progetto scolastico mi ha poi portato a esplorare lo spazio attorno a casa, poi mio nonno mi ha regalato una vecchia macchina fotografica. Per me, che sono cresciuto in campagna, la natura fa parte della vita. Il contatto quotidiano ha aumentato la curiosità e mi ha portato poi a esplorare e a scoprire il mondo fuori.”
Che cos’è per lei la fotografia?
“È un mezzo con il quale cerco di rappresentare la mia visione, con cui cerco di raccontare le cose che mi stanno a cuore e che mi piacciono. È il mezzo che mi permette di veicolare un messaggio e arrivare alle persone.”
Può raccontare come è nato il suo primo progetto personale sugli alberi?
“È nato nel 2015, andando di notte in mezzo ai boschi con mio nonno a fotografare gli alberi. I nostri ‘giri’ sono cominciati grazie ai racconti del nonno su alcuni alberi iconici della nostra terra, ispirati al libro 80 alberi da salvare di Valido Capodarca sulla Romagna. Abbiamo seguito il censimento del libro, seguendo coordinate e anche perdendoci, a volte. Perché la notte? Perché avevamo la sensazione che la fo- tografia notturna ci svelasse una chiave più suggestiva e poetica del luogo e anche perché era l’unico momento che avevamo libero da altri impegni. Il progetto col tempo è diventato più corposo, grazie alla partecipazione di enti locali come il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi che mi ha aiutato a trovare altri alberi, anche in zone aperte solo per fare ricerca. Avrò fotografato più di 100 alberi, in più di 150 uscite notturne, per il libro Ottantuno, in serie limitata di 501 copie. Questo progetto è stato esposto quest’anno al 104 Paris al Circulation di Parigi.”
Il lavoro successivo è Artic Vision: di cosa si tratta?
“In realtà, il progetto è ancora aperto. Sono partito nel marzo 2016, come tutti, per vedere e fotografare l’aurora boreale in Islanda. Sono rimasto folgorato dalle luci particolari, molto affascinanti, che si riflettono sulla neve, con una poetica incredibile. L’Artico mi incuriosiva per il luogo in sé, minacciato dal punto di vista ambientale e umano.
Sono stato in Finlandia, in Norvegia, in Alaska ospitato da una famiglia Inuit, un’esperienza incredibile! Così, ho avuto modo di osservare la relazione tra elementi umani e naturali in una condizione estremamente differente dalla nostra. Nel 2020, sono andato alle isole Svalbard e ora sono appena rientrato dalla Groenlandia dove, per via del maltempo, mi sono trovato bloccato in un villaggio a nord per sei giorni in cui ho però trovato un’accoglienza unica dalla gente del posto.”
Cos’ha scoperto attraverso queste esperienze?
“La mia è una fotografia consapevole, con un punto di vista etico riguardo alla natura. Grazie a questi progetti ho imparato a trasmettere il rispetto per il nostro ambiente facendo fotografia con consapevolezza e con uno scopo.”
Ha all’attivo workshop con scuole, enti e onlus. Cosa piace particolarmente ai partecipanti?
“I workshop li organizzo principalmente insieme a Matteo Luciani, biologo, ecobiologo e fotografo, autore di libri. Abbiamo un approccio e una visione davvero simile sul mondo. Le persone sono molto interessate al tema e vedo tantissima attenzione soprattutto da parte dei giovani.”
Progetti futuri? Sta lavorando a qualcosa di nuovo?
“Per 3BMeteo tornerò in Groenlandia per un documentario che racconterà l’ambiente e i cambiamenti climatici.”
Consigli per i giovani che desiderano intraprendere un percorso come il suo?
“La cosa più importante secondo me è riuscire a fare una fotografia sincera, cioè qualcosa in cui si crede veramente.”