MOUNTAIN BIKE SUI LAGHI 69 itinerari tra il Canton Ticino e i laghi Maggiore, di Varese, Lugano e Co

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COLLANA LUOGHI VERTICALI

Luca De Franco Matteo Gattoni

MOUNTAIN BIKE SUI LAGHI 69 itinerari tra il Canton Ticino e i laghi Maggiore, di Varese, Lugano e Como

EDIZIONI VERSANTE SUD


Prima edizione: febbraio 2014 ISBN: 978-88-96634-93-6 Copyright © 2014 VERSANTE SUD Milano via Longhi, 10, tel. 027490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina

Sant’Amate, verso Breglia (foto Tommaso Donghi)

Testi Luca De Franco, Matteo Gattoni mtblaghi@versantesud.it Foto Luca De Franco, Matteo Gattoni, Tommaso Donghi, Gabriele Caldera, Elena Gaietta, Riccardo Piccolo, Davide “meteora” Bernacchi, “Mr. Hyde”, Davide Corti, Carlo Mutti, Mirko Croci, Ale-B Mappe e profili Impaginazione

Chiara Benedetto © OpenStreetMap contributors Creative Commons, licenza CC-BY-SA 3.0

Simbologia

Iacopo Leardini, Chiara Benedetto

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Monotipia Cremonese - www.monotipia.it

Chiara Benedetto

Nota La pratica della mountain bike è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo esercita lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.


Luca De Franco Matteo Gattoni

MOUNTAIN BIKE SUI LAGHI 69 itinerari tra il Canton Ticino e i laghi Maggiore, di Varese, Lugano e Como

EDIZIONI VERSANTE SUD


Premessa

Premessa

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Provincia di Varese e del Canton Ticino (di Luca De Franco) Dall’uscita della prima edizione di questa guida non sono passati neanche una decina di anni, eppure in quello che sembra essere un piccolo lasso di tempo, la mountain bike ha conosciuto uno sviluppo ed una evoluzione incredibili. All’inizio c’era il “rampichino”, l’antenata delle MTB con i suoi rapporti corti ed il suo peso “di rilievo” che permetteva di pedalare lungo i sentieri di montagna, nel giro di breve hanno fatto la comparsa le forcelle ammortizzate, che hanno facilitato la vita (ed i polsi) a tutti noi. Si inziava a parlare di cross-country (XC), freeride o downhill, tre mondi vicini, ma molto differenti tra loro per tipologia di percorsi e filosofia di itinerari. Oggi il mondo della MTB si è ancora più specializzato e, direi, complicato, con l’aggiunta dell’all mountain e di altre categorie che, onestamente, mi sfuggono. La mia passione per le “ruote artigliate” è quasi primitiva, nel senso che a me piace andare, esplorare un territorio, scoprirlo chilometro dopo chilometro. Non importa se, come mi capita spesso, non arrivo ad una meta o il percorso si conclude nel nulla. Quello è il punto di partenza da cui inizio a costruire un itinerario. Il mio terreno di gioco preferito, sia per vicinanza che per un profondo legame emotivo, è la provincia di Varese ed il Canton Ticino. Due territori che, nel giro di pochi chilometri, hanno tutto: pianure, boschi, laghi, colline, montagne, sentieri, strade sterrate. C’è solo l’imbarazzo della scelta, sia a livello di zona che di fatica. Proprio grazie a questa loro varietà e ricchezza, per questa seconda edizione della guida, ho voluto proporre percorsi che magari ricalcano le stesse zone della prima guida (d’altronde la geografia è quella), ma possono essere delle varianti dei precedenti, perché nascono dal continuo provare e riprovare la zona, oppure sono completamente differenti, perché non si finisce mai di scoprire. Anche nella descrizione degli itineari ho, volutamente, tenuto un approccio “esplorativo” nel senso che gli itinerari non sono descritti al centimetro, anzi, ma forniscono quelli che secondo me sono i punti di riferimento principali per poterli ripetere, ed eventualmente anche modificare “in fieri”. Lasciando così anche a voi la curiosità di scoprire un angolo di un territorio e di esplorarlo

a vostro piacimento. Forse non a tutti può piacere questo approccio e allora è la tecnologia che ci viene in aiuto con le tracce GPS degli itinerari descritti e che possono essere scaricate ed inserite sui propri apparecchi GPS, così da essere sicuri di passare dove siamo passati noi. Oppure potete usare anche queste come semplici riferimenti, tracce da modificare a proprio gusto e piacimento. I territori descritti si stanno modificando ad una velocità incredibile, sia verso uno sconsiderato sviluppo urbanistico che verso un degrado ed abbandono totale, per cui potrebbe capitarvi di trovare delle differenze tra quello che io descrivo e quello che voi vedete, specie per le strade sterrate che poi vengono asfaltate o i sentieri che non sono curati più da nessuno, non me ne vogliate: è impossibile stare dietro a queste modifiche. Infine una breve nota su come scegliere l’itinerario da ripetere: prima della descrizione di ogni percorso abbiamo inserito un discreto quantitativo di informazioni oggettive che vi possono aiutare per fare le valutazioni sulla vostra capacità di ripeterlo. Non fermatevi a guardare solo lo sviluppo chilometrico, il dislivello totale da superare o la percentuale di tratti ciclabili. Valutate bene tutti i parametri descritti e fate una valutazione sincera delle vostre capacità. A volte è molto più impegnativo un percorso corto su fondi sconnessi e con brevi salite, ma ripide, che un percorso lungo con un buon dislivello da superare che però corre prevalentemente su strade sterrate. I tempi indicati per ripetere un itinerario sono una media dei tempi da me impiegati durante le varie ripetizioni dello stesso, calcolati sulla pedalata effettiva, cioè sono escluse soste e pause di ogni tipo. Inoltre prima di ripetere un itinerario fate un check di ogni aspetto: vostra condizione fisica di quel giorno, vostre capacità tecniche di conduzione del mezzo, stato della vostra bicicletta, condizioni metereologiche previste, accessori ed abbigliamento che avete nello zaino, ecc. E se non conoscete le zone portatevi sempre dietro anche una cara e vecchia carta topografica ed una bussola, non si sa mai. La pratica della mountain bike è si uno sport, ma quella descritta nelle prossime pagine è divertimento, non competizione.

Scendendo dalla Bocchetta di nava (foto Elena Gaietta) g


Provincia di Como (di Matteo Gattoni) Il Triangolo Lariano è un territorio montuoso così fortemente modellato dal lago da essere paradigmatico delle sue mille anime: quella aristocratica ed elegante del litorale si scontra con quella più selvaggia e montana alle quote superiori dove i castagni contrastano con gli ulivi. La cultura “laghee” interagisce con la cultura tipica delle montagne, i “misultit” si uniscono alla polenta. Ma il Triangolo Lariano grazie al lago è stato il ponte culturale tra Nord Italia e Sud Europa, connessione tra la pianura e la montagna. Terra dura da lavorare per alcuni, splendido luogo di villeggiatura per l’aristocrazia. Luogo di ispirazione per i poeti, da Plinio il Vecchio a Wolfang Goethe, senza dimenticare il celebratore del lago: Alessandro Manzoni. Il lago è anche una splendida scenografia per le opere dei grandi maestri dell’architettura: dai maestri Comacini con le loro chiese affacciate sul lago, ai maestri del Razionalismo Lariano come Terragni e Cattaneo. Oggi il Triangolo Lariano porta le tracce di un passato a volte glorioso e a volte difficile. I giardini delle ville di villeggiatura sono dei piccoli Eden e grazie al clima appaiono ancora rigogliosi. Guardando il Lario dalle cime che lo sovrastano, ogni paese affacciato sul lago sembra una piccola scultura di roccia posata tra l’acqua e il verde. Ogni piccola frazione con le

sue mille scalinate che collegano le costruzioni abbarbicate sui pendii è un piccolo microcosmo con la sua personale storia millenaria che si è scavata spazio schiacciata tra i boschi selvaggi e il lago. Solo percorrendo le scoscese mulattiere che collegano il lago agli alpeggi in quota si può capire come con la fatica di migliaia di uomini sia stato possibile domare la natura. Percorrendo i sentieri in quota si possono rivivere gli sforzi della popolazione che allevava il bestiame, godendo uno splendido panorama che spazia verso sud dalla Pianura Padana fino agli Appennini e verso nord attraverso un infinito rincorrersi di montagne dalla Valtellina alle Alpi svizzere. Il Triangolo Lariano è questo e altro: un territorio completamente da scoprire a pochi minuti da Milano, che grazie alle esplorazioni in mountain bike ho imparato ad amare.

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Indice e mappa

Indice e mappa

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Mappa 7 Ringraziamenti 8 Introduzione tecnica 10 Breve storia della mountain bike 12 Equipaggianento 14

Informazioni sugli itinerari 18 Bibliografia e riferimenti web 22 Numeri utili 24 Descrizione degli itinerari 26

Provincia di Varese 01 Su e giù per i boschi di Uboldo 02 Pedalando lungo la Valle Olona 03 Il parco di Appiano Gentile 04 L’anello di Golasecca 05 Alla scoperta del lago di Comabbio 06 Lungo il Basso Verbano 07 Lungo i laghi del varesotto 08 Il periplo del lago di Varese 09 Pedalando tra Varesotto e Canton Ticino 10 Il Monte San Giacomo 11 Il giro del 10 12 Il giro della Martica 13 Il Monte Piambello 14 Il Sette Termini 15 Attorno a San Martino al Culmine 16 La traversata da Maccagno all’Alpe di Neggia

30 32 36 40 44 48 52 56 60 64 70 74 78 82 86 90

Canton Ticino 17 L’Alpe Bonello 18 Su e giù per il Monte Generoso 19 Il Monte San Giorgio 20 Il giro dell’Arbostora 21 L’Alpe Bolla 22 A cavallo tra Ticino e Varesotto 23 La traversata Monte Bar - Gazzirola 24 Lungo il versante nord del Monte Tamaro 25 L’Alpe Foppa ed il Monte Tamaro 26 L’alta Val di Blenio 27 Il Passo del Lucomagno 28 Il Föisc 29 Il Passo del Gottardo ed il Lago Sella 30 La Strada degli Alpi 31 La strada alta della Val Bedretto 32 La traversata Val Bedretto – Val Formazza

98 102 106 110 114 118 122 128 132 136 140 144 148 152 156 160 164

Provincia di Como 33 Traversata Orientale 34 Corni & Cranno 35 Fungiatt 36 Valravella 37 Caduta libera 38 Tour della Vallassina 39 Tour del Tivano 40 Salitone 41 Gioo dal Culmenacc 42 Traversata del Triangolo Lariano 43 La Strada Regia 44 Traversata del Venton 45 Montorfano monomarcia 46 Spina verde 47 Biscioscia 48 San Genesio Superstar 49 Magnaramina@manetta 50 Sfrosatour 51 Venini 52 Sant’Amate 53 Passo San Jorio 54 Montemezzo Itinerari da comporre - salite 55 Como-Brunate 56 Albavilla-Brunate 57 Albavilla-Bocchetta di Lemna 58 Brunate-Cippo Marelli Itinerari da comporre - discese 59 Panoramica 60 Gioo’ in del Lac 61 WLT 62 Via Uga 63 Discesa degli S.D.G. 64 Ul sentee del Tonius 65 Tobogone 66 Puscio 67 Fonti del Lambro 68 Ripidone 69 Bike Park San Primo

168 170 174 178 182 186 190 194 198 202 206 210 214 218 222 226 228 232 236 242 244 248 252

Tabella riassuntiva degli itinerari

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Lago Maggiore

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Lago di Comabbio

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4

7 10

Varese

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Lago di Varese 8

PROVINCIA DI VARESE

Lago di Monate

Riale

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2

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9 3

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19

1

17 Chiasso

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Lago di Lugano

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2221 Lugano

CANTON TICINO

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Airolo 2930 28 31

46 45

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37 36

Lecco

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Lago di Annone Lago di Pusiano

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Lago di Como

68 69 67

66 6362 61 43 59 6064 4258 65 Como 55 5644 57

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PROVINCIA DI COMO

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Torre

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Ringraziamenti

Ringraziamenti

Ringrazio le mie bici, che bene o male mi hanno sempre fatto arrivare a casa. Matteo Gattoni

Prima o poi bisogna saper dire la parola: fine. Ma è difficile farlo perché rileggendo i testi, confrontando gli appunti, controllando le carte, si vorrebbe sempre aggiungere qualche cosa di più, provare a descrivere le cose in modo diverso. Ma nella mia concezione lo scopo di una guida non è quella di prendere per mano chi la legge ed accompagnarlo passo passo lungo il percorso, ma dargli delle indicazioni, dei suggerimenti che devono servire si a ripetere un qualche cosa già fatto da altri, ma nello stesso tempo deve essere uno stimolo a provare per proprio conto, ad esplorare. Gli itinerari descritti in questa guida sono nati così: qualche indicazione data da altri, studio delle carte, ma poi soprattutto la voglia di andare e scoprire, provare e riprovare, fino ad ottenere un giro che dà soddisfazione, che racchiude il proprio essere biker. Proprio per questo voglio ringraziare i compagni di viaggio con i quali ho condiviso la scelta dei percorsi ed in particolare mio fratello Roberto, con il quale ho costruito ed effettuato la maggior parte dei percorsi descritti, mia moglie Grazia che avuto la pazienza di accompagnarmi in alcuni percorsi esplorativi, i miei figli Emma e Matteo con i quali ho percorso i vari tracciati ciclo-pedonali. Un grazie anche a tutti i compagni di avventura occasionali e a coloro che, pur non condividendo la passione per la bici, mi hanno fornito aiuto e consigli. Luca De Franco

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Monte di Tremezzo (foto Gabriele Caldera) g


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Introduzione tecnica

Introduzione tecnica

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Mountain bike in provincia di Varese e nel Canton Ticino Parlare della Provincia di Varese e del Canton Ticino è come parlare di casa mia, descrivere un unico grande e ricco territorio che si estende dalla Pianura Padana fino al cuore delle Alpi e per il quale ho una grande affezione. Nonostante siano due nazioni differenti, la Provincia di Varese ed il Canton Ticino sono sempre state legate tra loro in modo profodo, sia dal punto vista storico che dal punto di vista economico. Parlando di mountain bike, o di attività all’aria aperta in generale, questi due territori rappresentano un grande “continuum” con una ricchezza di ambienti, paesaggi, contrasti che, secondo me, non hanno paragoni. Nel giro di poche decine di chilometri si passa dagli ambienti di pianura alle zone dei laghi, per poi risalire verso le aree pedemontane ed infine arrivare alle grandi vette alpine. Per chi vuole iniziare la pratica della mountain bike, così come per coloro che già la praticano, c’è solo l’imbarazzo della scelta della tipologia di percorso che si vuole fare. Si possono fare le prime semplici uscite lungo una delle numerose piste ciclo-pedonali presenti sul territorio, provare a spingersi con i primi percorsi tecnici lungo i boschi delle zone dei laghi, affrontare le salite delle montagne della fascia pedemontana, spingersi sui lunghi ed impegnativi percorsi della zona alpina. Praticamente è possibile iniziare da zero e progredire in continuo spostandosi nel raggio di un centinaio di chilometri! E se non sembra abbastanza è possibile collegare tra loro i vari percorsi descritti e fare un grande e lungo anello che corre sui confini ed all’interno del Varesotto e del Canton Ticino creando un unico ampio percorso che tocca tutti gli angoli di queste regioni. Proprio perché si passa dalla pianura alle Alpi è fondamentale essere sempre ben preparati ed attrezzati per affrontare il proprio itinerario sia dal punto di vista dell’abbigliamento che degli accessori e della bicicletta. Per quanto riguarda l’abbigliamento e cosa portarsi dietro si rimanda agli specifici capitoli riportati in questa guida. Per quanto riguarda la tipologia di mountain bike da utilizzare il mezzo ideale per affrontare i percorsi della Provincia di Varese e del Canton Ticino è una bici tipo “all mountain”, ottima in

salita e divertente in discesa. Per “farsi le gambe” conviene partire dai percorsi della zona attorno ai laghi del varesotto e poi man mano “salire” verso i percorsi più impegnativi. Il Varesotto ed il Canton Ticino hanno lunga tradizione nella pratica del rampichino e sono già ben noti e molto frequentati dagli amanti della MTB, soprattutto locali. Ciò lo si deve grazie alla presenza di una fitta rete di sentieri, mulattiere e strade sterrate realizzate nel tempo dalle popolazioni locali che, ancora oggi, le mantengono in buono stato. ll piacere e il divertimento di pedalare in questi territori è esaltato dalla natura incontaminata in cui sono immersi, preservata dalle numerose zone protette presenti. Per questo mi permetto un consiglio: cercate di seguire i tracciati già presenti, che sono veramente molti, senza disegnare nuove tracce lungo i pendii boscati o i prati. Oltre che dalle bellezze naturali, questi luoghi sono resi maggiormente interessanti dai numerosi paesi che si incontrano: ricchi di testimonianze storiche e architettoniche. Come ad esempio i resti visitabili delle numerose fortificazioni militari della Linea Cadorna presenti sulla maggior parte delle montagne di Varese, o famose ville con sontuosi giardini, antiche parrocchiali arricchite da dipinti e sculture di grande valore storico. Altrettanto di grande suggestione sono gli incredibili paesaggi a 360° che si possono godere dalle cime toccate dai percorsi che spaziano dalla Pianura Padana alle Alpi, con viste mozzafiato su numerose delle maggiori vette alpine, come il Monte Rosa, il Monviso e l’Oberland Bernese. Al tramonto si rimane incantati di fronte agli affascinanti scorci che si possono ammirare dalle rive dei laghi, quando la luce del sole accende le case che si affacciano sull’acqua o esalta il colore dei boschi che si specchiano nel lago. I percorsi proposti sono stati costruiti cercando di coniugare la voglia di pedalare con la possibilità di scoprire le bellezze e le suggestioni locali. Escursionismo in mountain bike in provincia di Como Il Triangolo Lariano è probabilmente una delle zone delle Prealpi lombarde più frequentata dai biker e, per certi versi, la creazione di una guida dei sentieri può sembrare superflua. Ma ll Triangolo Lariano ed il ramo di Lecco (foto Riccardo Piccolo) g


se è vero che la presenza di biker è certamente superiore ad analoghe zone di pari bellezza, è anche vero che la maggior parte di essi si concentra principalmente su due itinerari: la salita alla Capanna Mara e la Traversata del Triangolo Lariano. Spesso mi è capitato di accompagnare biker su itinerari diversi e ogni volta arrivato a valle ricevevo pareri entusiastici riguardo la bellezza dei tracciati e dei luoghi attraversati. Ciò mi ha spinto alla continua ricerca di nuovi itinerari e, dopo oltre un decennio passato a pedalare su queste montagne, ho deciso di condividere una parte di questi percorsi con un vasto numero di persone pubblicando la prima edizione di questa guida. Se è vero che negli ultimi anni questa situazione sia migliorata, grazie soprattutto a pubblicazioni come questa o alla diffusione di tracciati GPS, è vero anche che il territorio lariano presenta ancora parecchi tracciati poco battuti dai biker. Il mio desiderio è di vedere un numero sempre crescente di biker, non solo sui sentieri pubblicati in questa guida, ma anche sugli altri bellissimi sentieri che si snodano nelle nostre belle montagne. La mia speranza è inoltre che diminuisca la quantità di biker che scendono da mulattiere molto frequentate dagli escursionisti a piedi, come le mulattiere della Capanna Mara e della Colma di Sormano. Non ci sono mai stati reali problemi di convivenza, ma è indubbio che la mountain bike è uno sport che mal si combina con la forte presenza di escursionisti. Le velocità

sono differenti e, nonostante i biker abbiano completamente sotto controllo il proprio mezzo, per gli escursionisti vedere giungere una bicicletta è sempre fonte di timore. Per questo sarebbe giusto differenziare i percorsi, soprattutto se le varianti poco frequentate dagli escursionisti sono tecnicamente molto più appaganti dal punto di vista dei biker. Non è solo un problema di educazione e di convivenza tra diversi utenti della montagna, ma anche una questione di soddisfazione. La maggior parte dei frequentatori in bici ignora la bellezza delle altre zone del territorio, forse per pigrizia: cercare nuovi itinerari è spesso faticoso e richiede molto tempo. Ma da anche soddisfazioni impagabili: poggiare le ruote su un sentiero in disuso dove la presenza dell’uomo è stata cancellata dalla forza della natura è una sensazione che libera dallo stress. Da la possibilità di vedere sempre nuovi luoghi e permette di capire che non è necessario percorrere migliaia di chilometri per vedere una natura rigogliosa e maestosa. Percorrere sentieri meno frequentati è anche un modo per rivalutare l’ambiente montano. Un tempo queste aree erano popolate e i sentieri erano l’unica via di comunicazione per la popolazione che dalle valli saliva ai monti. Con la spopolazione delle montagne molti di questi sentieri sono stati abbandonanti. La mancanza di manutenzione ha fatto si che alcune mulattiere siano sparite. Il mio auspicio è che il passaggio, anche sporadico, dei biker possa in qualche modo dare forza al processo di rivitalizzazione a questi luoghi.

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Introduzione tecnica

Breve storia della mountain bike

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Le origini della mountain bike sono più antiche di quanto si possa pensare. Nel 1933, negli Stati Uniti, Ignaz Schwinn iniziò a produrre e a commercializzare una bicicletta molto robusta che venne ben presto adottata, per la sua indistruttibilità, dai fattorini che consegnavano i giornali a domicilio. Il nome di questa antesignana delle moderne MTB era “Schwinn Excelsior”. Queste biciclette fecero egregiamente e umilmente il loro dovere per decenni, macinando chilometri e chilometri nelle vaste contee degli States spinte dai muscoli di generazioni di fattorini. Ma verso la fine degli anni 70 avvenne la svolta. Proprio mentre nascevano le prime BMX (biciclette per giovanissimi, concepite per il cross) un gruppo di pazzoidi diede vita, in California nella contea di Marin a nord di San Francisco, alle gare ciclistiche in discesa. La vecchia e collaudata “Schwinn Excelsior” si dimostrò l’unica bicicletta in grado di resistere alle tremende sollecitazioni provocate da questo nuovo tipo di competizioni. Ma perchŽ andare solo in discesa? Gary Fischer, uno dei pionieri della MTB, poi diventato uno dei più noti industriali del settore, modificò la sua Schwinn. Vi applicò i cambi di velocità, cos“ da poter andare anche in salita. Ben presto Joe Breeze cap“ che il segreto delle vecchie Schwinn non era tanto legato allo spessore dei tubi, quanto alla geometria del telaio. Grazie a queste considerazioni e a partire dalla forma della Schwinn Excelsior, progettò una nuova bicicletta dotata di telaio con struttura in acciaio ma molto più leggera e dotata di un cambio più efficiente. Era nata la MTB. Molti altri furono i pionieri di questa nuova “filosofia ciclistica” tra cui Charlie Cunningam e Tom Ritchey; Mike Sinyard e Tim Neenan, che crearono lo “stumpjumper” uno dei modelli più famosi; Murray e Ross che vennero alla ribalta grazie alle competizioni. Era ormai cominciata la grande diffusione di queste biciclette negli Stati Uniti dove vengono chiamate anche “All Terrain Bikes” (ATB) o “Fat Tire Bikes” (cioè biciclette con le ruote grosse). Con l’arrivo delle nuove biciclette si diffondono anche le competizioni ad esse riservate. Alcuni fanno nascere lo sport della MTB con la mitica Repack, la prima gara di discesa organizzata dal Velo Club Tamalpais di Marin County (California) il 21 ottobre 1976. Il nome derivava dal verbo “to repack”, ovvero “ripristinare il grasso bruciato

nei mozzi”. La grande pendenza e le numerose curve del percorso surriscaldavano i freni antiquati vaporizzando il grasso del mozzo. Ad ogni discesa bisognava re-ingrassare la bicicletta. La gara si svolgeva su un tracciato pieno di curve, di soli 1800 metri di lunghezza e circa 400 di dislivello. Alan Bonds fu il vincitore della prima edizione: quando si posò il polverone, ci si accorse che era l’unico dei 10 partecipanti ad essere arrivato al traguardo in piedi. Gary Fischer mantenne per anni il record del tracciato, percorso a quasi 25 miglia di media. L’ultima edizione si tenne nel 1984. Un altro appuntamento mitico è la settimana di competizioni che si svolge ogni anno a Crested Butte in Colorado e che si conclude con la traversata del passo Pearl (3800 m.) fra Crested Butte e Aspen. Con una MTB (a volte portata a spalla per lunghi tratti) in molti hanno sfidato l’avventura. Le tappe più importanti di questa pedalata alla ricerca dell’avventura sono: la traversata del Sahara (1983) compiuta da Tim Gartside e Peter Murphy, con l’attraversamento di 650 km di pista sabbiosa in 17 giorni. Per 3 giorni furono anche bloccati da una tempesta di sabbia; il percorso da Kathmandu, in Nepal, fino al campo base dell’Everest (primavera 1983) compiuto da Brad Grunewald e Craig Moffet; la scalata del Kilimangiaro (1984) ad opera di Nick e Dick Crane, fino alla vetta più alta della montagna africana (5895 m.); sui ghiacciai del Cervino (1984) furono Kirk Davis, Vincent Hilton e Roberto Breda ad andare da Zermatt al Ghiacciao del Teodulo e, nel ritorno, dal Passo del Teodulo (3371 m.) a Zermatt in soli 4 giorni; la scalata del Monte Bianco (1984) da parte di Jaap Lampe e di Eric Poot. Molte altre imprese sono state compiute negli ultimi anni. Ma sarebbe troppo lungo elencarle tutte. Noi vi abbiamo raccontato solo i primi passi di questo meraviglioso mezzo e di questa affascinante disciplina. Le pagine più belle di questa storia sono ancora da scrivere. E sarete voi a farlo ogni volta che salirete in sella al vostro mezzo per un’escursione in mezzo alla natura!

La cima del Monte Bar (Canton Ticino) (foto Luca De Franco) g


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Introduzione tecnica

Equipaggiamento Queste brevi note non sono state scritte con la presunzione di riuscire a condensare in poche righe tutto quello che esiste sui materiali e gli accessori per praticare la mountain bike, che ormai sono un numero elevatissimo ed anche molto specifici in funzione dell’utilizzo, ma vogliono semplicemente illustrare le idee degli autori riguardo all’equipaggiamento minimo da utilizzare durante le proprie uscite in mountain bike perché è nostro personale parere che troppo spesso viene sottovalutato, a volte con risvolti poco piacevoli. Queste righe, pertanto, non vogliono essere una trattazione esaustiva dell’argomento, ma delle indicazioni per chi si avvicina al mondo della mountain bike oppure già la pratica e potrebbe trovare dei punti di approfondimento. Bicicletta Gli itinerari proposti sono fattibili da tutte le tipologie di MTB, fermo restando il fatto che sono consigliabili mezzi robusti e affidabili. L’utilizzo di mezzi con lunghe escursioni degli elementi ammortizzanti può essere visto come una soddisfazione personale, ma di fatto inutile in quanto questi sentieri venivano percorsi anche più di dieci anni fa con biciclette che oggi nessuno si sognerebbe di utilizzare in montagna. Nonostante ciò la tecnologia odierna permette di percorrere con maggior divertimento e affidabilità questi itinerari e quindi, potendo scegliere, è preferibile utilizzare mezzi con caratteristiche che sono tipiche delle biciclette cosiddette “all-mountain”. L’attuale diversificazione delle tipologie di MTB ha permesso di massimizzare le prestazioni a scapito della versatilità dei mezzi, ma per pedalare in montagna si necessita di mezzi che sappiano coniugare caratteristiche contrastanti quali affidabilità, facilità di conduzione e leggerezza. Non esiste una bicicletta ideale adatta a tutti i percorsi, ma esistono caratteristiche irrinunciabili per biciclette da utilizzare su percorsi tecnici di montagna. In primo luogo va ricercata l’affidabilità delle ruote, soprattutto montando coperture di sezione pari ad almeno a 2.1 pollici con scolpitura pronunciata. Le sospensioni sono caldamente consigliate perché permettono di superare le asperità con minor affaticamento fisico e soprattutto con maggior sicurezza. L’assetto di guida dovrà essere poco sdraiato 14

utilizzando pieghe “riser”, attacchi manubri rialzati o geometrie specifiche dei telai. I freni dovranno essere potenti e modulabili anche in caso di maltempo: sono pertanto consigliati freni a disco. I giri proposti prevedono importanti dislivelli da superare sia in discesa che in salita, dunque le biciclette dovranno avere un peso accettabile, non superiore a kg 13 - 14. Riguardo i diametri ruota ognuno scelga quello che ritiene più opportuni: 26, 27.5 o 29 pollici l’importante è che siano biciclete affidabili. I consigli sopra riportati non vanno interpretati come regole fisse: ognuno in base alle proprie esperienze e alle proprie inclinazioni può utilizzare il mezzo che ritiene più opportuno. Naturalmente anche la miglior bicicletta se non perfettamente manutenuta non avrà mai prestazioni accettabili, quindi è necessario prestare cura alla propria MTB perché non c’è niente di più fastidioso che abbandonare un percorso per il non perfetto funzionamento, o addirittura per la rottura, di un componente. Abbigliamento Gli itinerari proposti sono compresi tra i 200 e gli oltre 2.000 metri di altitudine e sono quasi tutti percorribili in ogni stagione, eccetto quelli che si svolgono prevalentemente a quote superiore ai 1.200 metri. In ogni caso, prima di affrontarli, si consiglia di verificare le previsioni meteorologiche percorribili. Ciò implica il fatto che i biker dovranno essere attrezzati per affrontare temperature comprese tra i -10°C e i +40°C, facendo ad ogni modo riferimento alle temperature estreme che si possono verificare nelle diverse stagioni. Spesso si dimentica che la pratica della MTB si svolge negli stessi luoghi dell’alpinismo e quindi sarebbe auspicabile che l’abbigliamento da MTB si ispirasse maggiormente a quello da alpinismo e meno a quello del ciclismo su strada. Durante un’uscita, partendo dal lago e pedalando fino ad un crinale, non è raro incappare in rapide mutazioni delle condizioni climatiche con diminuzioni della temperatura anche di 20°C. In estate è quindi consigliabile portarsi dietro, oltre all’abbigliamento da pedalata, una giacca leggera in materiale traspirante e impermeabile all’acqua e al vento. Nelle stagioni intermedie sono utili un pile leggero e dei gambali, mentre nella

A volte pedalando si scoprono luoghi particolari (Varese) (foto Luca De Franco) g


stagione invernale è opportuno pedalare con un equipaggiamento tecnico che sia in grado di garantire il mantenimento del calore corporeo e di fornisca una adeguata protezione dagli agenti atmosferici esterni. Si raccomanda l’uso del casco, che può essere ritenuto fastidioso sia nella stagione fredda che nella stagione calda. Niente di più falso: dopo un breve periodo di adattamento diventa un accessorio di cui non si riesce a fare a meno, in particolare se vi ha già salvato la vita. Per quanto riguarda le calzature è preferibile utilizzare calzature comode e robuste. Sia che si utilizzino pedali flat che clipless è importante utilizzare calzature che proteggano il piede dagli agenti atmosferici, dalle basse temperature e dai contatti con pietre o tronchi. Sono pertanto consigliate scarpe da escursionismo SPD compatibili, oppure scarpe per pedali flat con suola artigliata per permettere di camminare in situazione di sicurezza nei tratti da percorrere con la bici a spalla.

schienale arcuato che offrono appoggio sulla schiena grazie a reti, nonché zaini con fibbie sia toraciche che lombari, per stabilizzare la posizione in discesa. Nella scelta dello zaino è necessario verificare che in posizione di pedalata il peso sia scaricato equamente tra gli spallacci e gli appoggi lombari (tra reni e glutei). Gli zaini devono avere la possibilità di contenere borse idriche (preferibili alle borracce) per l’abbeveraggio e devono avere piccole tasche per stivare i documenti, le carte geografiche, questo libro e le merendine o barrette. Lo scompartimento di dimensioni maggiori sarà utilizzato per stivare una maglia di ricambio o una giacca. Molto utili sono inoltre i ganci o le fibbie per fissare le protezioni. All’interno dello zaino saranno contenuti gli attrezzi per riparare la bicicletta e i pezzi di ricambio. Sono sufficienti un “multitool” con smagliacatena e chiavi principali, un paio di camere d’aria, pattini dei freni e un spezzone di catena.

Zaino Lo zaino è un accessorio che ha sempre avuto una difficile convivenza con il ciclismo, soprattutto per problemi di traspirazione dei punti di contatto con la pelle, per la difficoltà di rimanere in posizione nelle discese più ripide e per l’affaticamento della colonna vertebrale dovuto al peso. Gli zaini attuali superano completamente questi problemi e sono pertanto diventati degli accessori irrinunciabili. Innanzitutto vanno privilegiati zaini con lo

Protezioni Le discese su sentieri di montagna sono spesso su fondo sassoso e forti pendenze. Non è improbabile anche per i più esperti fare qualche capitombolo. Il più delle volte ci si rialza con il sorriso, ma a volte solo con l’utilizzo di protezioni adeguate si riescono ad evitare infortuni. Le protezioni da MTB sono di varie tipologie ma noi prenderemo in esame quelle da escursionismo. Queste ultime, ad un prezzo e un peso contenuto, permettono di proteggere le

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Introduzione tecnica

gambe dal ginocchio alla caviglia e le braccia dal gomito ai polsi. Naturalmente le si indosseranno solo nelle discese più lunghe o nei tratti più pericolosi. Il desiderio degli autori è di riuscire a sensibilizzare i biker riguardo al fatto che spesso in montagna è necessario pedalare adeguatamente attrezzati. Il nostro sport si svolge in quota e, a differenza del ciclismo su strada, si svolge lontano dai centri abitati. Per cui è necessario essere equipaggiati per affrontare prima la montagna e poi il nostro compagno di pedalate. Qualche chilogrammo in più di materiale non scongiurano la buona riuscita di una pedalata, ma spesso evitano che un’avventura da ricordare si trasformi in una tragedia. Riparazioni d’emergenza Nella pratica del mountain-biking non è raro incappare in inconvenienti meccanici più o meno gravi. Se è vero che la maggior parte dei problemi sono evitabili con l’utilizzo di mezzi robusti e ben manutenuti è anche vero che bisogna essere preparati per risolverli. Di fondamentale importanza è la preparazione del mezzo prima di ogni uscita: controllare la pressione delle gomme e lo stato di usura di freni e ruote. é importante inoltre curare la pulizia della trasmissione e degli elementi ammortizzanti per permettere una più proficua lubrificazione. Gli inconvenienti più probabili in una uscita in mountain bike sono spesso di facile risoluzione. é però necessario avere con se i necessari attrezzi. Oggi sono disponibili dei Tool Kit dal peso irrisorio (qualche etto) ma con una attrezzatura completa (set di brugole, chiavi piatte, cacciaviti, levagomme, smagliacatena). Sono inoltre necessarie un paio di camere d’aria per riparare le forature, pezze e mastice per riparazioni d’emergenza di tagli nei pneumatici, pastiglie dei freni di ricambio e delle viti a brugola. Si consiglia l’uso di catene con false maglie per agevolarne la riparazione in caso di rottura e coperture tubeless per la loro robustezza. Con l’esperienza, la conoscenza dei percorsi e della propria bicicletta ognuno si creerà la propria “officina d’emergenza” che porterà sempre con se. Chiaramente è inutile avere l’attrezzatura senza saperla utilizzare, per questo si rimanda alla bibliografia dove sono consigliate delle guide, dei siti internet e delle scuole di MTB.

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Preparazione di una gita In questa sezione vi diamo qualche piccolo consiglio per preparare una gita dal punto di vista logistico. Assicuratevi sempre che la vostra bici sia in perfetta efficienza. Valutate sempre attentamente lo stato della vostra forma fisica e le vostre capacità tecniche prima di scegliere un itinerario. Ricordatevi che l’imperativo per chi affronta questo sport a livello amatoriale è divertirsi. Non ha senso cimentarsi in una gita con 2000 metri di dislivello a inizio stagione! Se anche riusciste a portarla a termine non ne ricaverete certo la dovuta gioia e, sicuramente, nessun godimento. Studiate bene il percorso, cercate di memorizzarlo e di individuare eventuali passaggi “critici” o di maggiore difficoltà. Cercate di procurarvi la cartina della zona e individuate il percorso sulla medesima. Informatevi sempre sulle condizioni meteo. Specialmente se vi preparate ad affrontare un itinerario di montagna. La leggerezza in bici è importante. Ma non esagerate! Portate con voi almeno un capo caldo e una giacca a vento leggera. Il tempo in montagna può cambiare in modo repentino anche in piena estate. Affrontare una lunga discesa in condizioni avverse se non si è adeguatamente equipaggiate può essere un’esperienza quanto mai sgradevole. Non scordate il kit di primo soccorso e un minimo di attrezzatura per affrontare eventuali inconvenienti tecnici (camera d’aria, toppe, mastice, leve per smontare i copertoni, pompa e un paio di chiavi della misura adatta ad intervenire su cambio e freni). Cercate di andare sempre in compagnia. Oltre che una norma di sicurezza, dividere fatiche e sudore con qualcuno è molto più appagante! Come vedete le regole per la preparazione di una gita sono poche e semplici. Non scordatevi di portare con voi tanta voglia di faticare, di sudare e di godere delle intense emozioni che questo sport dona ai propri praticanti!

Lungo il tracciato dell’Alta Val Bedretto (Canton Ticino) (foto Luca De Franco) g


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Informazioni generali sugli itinerari

Informazioni generali sugli itinerari Lettura degli itinerari Gli itinerari proposti sono frutto di una esplorazione decennale da parte degli autori. I dati sono stati raccolti mediante l’utilizzo di apparecchi GPS GARMIN (Etrex30, EDGE 800 e GPSMAP62stc) e sono stati elaborati con i programmi dedicati realizzati da GARMIN.Tutte le descrizioni sullo stato dei sentieri sono riferite agli anni 2010-12, non si esclude che nel corso degli anni potranno subire variazioni in quanto i sentieri descritti sono spesso in stato di semiabbandono e/o sede di modifiche da parte degli abitanti dei luoghi. Desiderio degli autori è che la divulgazione di questa guida faccia in modo che i sentieri siano percorsi dai biker bloccando il processo di abbandono. Per una migliore lettura degli itinerari si consiglia di basarsi soprattutto sulla mappa, e in secondo luogo sulla altimetria. Nonostante i dati siano stati raccolti con la massima precisione, l’esperienza ci ha insegnato che è impossibile avere una relazione precisa tra i dati scritti su una guida e quelli che compaiono sul GPS di chi percorre un itinerario. Nonostante i dati raccolti fossero sufficienti, si è scelto di non scrivere un roadbook e neppure di dare troppa importanza alle distanze tra le varie località per evitare di dare indicazioni fuorvianti e/o troppo complicate. Si consiglia di utilizzare la guida come uno spunto, leggendo attentamente la descrizione, ma soprattutto di studiare la cartografia e l’altimetria dell’itinerario. Orientamento Gli itinerari illustrati in questo libro sono descritti accuratamente in modo da evitare che, seguendoli, il lettore si possa perdere. In condizioni di buona visibilità, con l’ausilio di mappe e con un minimo di intuito e di senso dell’orientamento riteniamo che chiunque possa tornare a casa soddisfatto di aver seguito un itinerario senza perdersi. Purtroppo in montagna le condizioni ambientali cambiano repentinamente e non è infrequente ritrovarsi in condizioni di scarsissima visibilità dove è difficile trovare i riferimenti per orientarsi. Per questo motivo è necessario munirsi della migliore cartografia esistente. Prima di partire è importante scorrere sulla carta l’itinerario che si vuole percorrere, cercando di memorizzare la posizione di abitazioni, sentieri e punti potenzialmente pericolosi. In caso di dubbio è necessario chiedere informazioni ai locali o almeno cercare di studiare 18

una carta geografica. Prima di percorrere un sentiero mai affrontato in precedenza è necessario controllare almeno la pendenza (grazie alle curve di livello), la presenza di alpeggi o abitazioni (che potrebbero garantire con buona probabilità la manutenzione del sentiero), la presenza di torrenti, gole o valli che rendono difficoltosa la percorrenza e dilatano i tempi. Prima di intraprendere un nuovo percorso cercate di stimare il tempo necessario: trovarsi nel bosco al buio non è una bella esperienza! Nell’area lariana i sentieri che scendono dal crinale alla riva del lago sono in gran parte impraticabili: spingersi in quelle zone equivale nella maggioranza dei casi ad avventurarsi in una camminata con bici in spalla di qualche ora. Periodi di percorrenza Gli itinerari proposti sono percorribili pressochè in tutti i periodi dell’anno. Unico limite alla percorribilità è la quantità di innevamento ma, data la modesta altitudine, questa restrizione si limita a poche settimane l’anno. Solo gli itinerari che si sviluppano sulla dorsale alpina e quella lariana e scendono dai versanti nord hanno un periodo di innevamento più prolungato. Le frequenti piogge primaverili non creano particolari disagi: il terreno è molto drenante ed è difficile incontrare fango. In compenso la roccia calcarea che forma le Prealpi lombarde è molto scivolosa, è quindi necessario procedere con cautela. A partire da aprile è possibile effettuare delle belle pedalate godendosi le prime giornate mitigate dal clima del lago, mentre la pianura è ancora sommersa dalla nebbia. In estate sono da privilegiare gli itinerari in quota così da evitare la cappa di caldo umido che ristagna alle basse altitudini. Unico accorgimento è quello di coprirsi il capo (un casco ben areato è più che sufficiente) in modo da evitare un’insolazione. Il periodo dell’anno più pittoresco è sicuramente l’autunno: nelle giornate più terse gli splendidi colori dei boschi di faggio fanno da contorno alle montagne innevate che si specchiano nel lago. Soccorsi Sicuramente non ne avrete bisogno, ciononostante, per avvalorare la legge di Murphy, indichiamo di seguito semplici regole per facilitare gli interventi di soccorso. Tornanti vista lago (foto Matteo Gattoni) g


In genere i telefoni cellulari hanno campo quasi ovunque quindi, in caso di difficoltà, spesso è possibile telefonare. Nonostante questo, prima di uscire di casa, sarebbe buona norma scrivere su un foglio l’itinerario che si vuole effettuare: così in caso di necessità i soccorsi si potranno attivare con maggior efficacia. In ogni modo è preferibile non avventurarsi da soli in zone sconosciute o poco battute dagli escursionisti. Per chiamare il soccorso medico, l’elisoccorso e il soccorso alpino è necessario chiamare il 118. Durante la chiamata è necessario essere il più calmi possibile e comunicare con chiarezza: - il vostro Nome e il vostro Cognome - il numero telefonico da cui chiamate e il numero di un famigliare - la località in cui vi trovate, descrivendo l’itinerario da voi percorso e la zona in cui vi trovate - la possibile vicinanza di strade carrozzabili - la presenza di vegetazione, piloni, rocce, impianti di risalita e quant’altro possa ostacolare l’arrivo di un elicottero - le condizioni meteo, in particolare riguardo la temperatura, le precipitazioni e soprattutto i venti. Trasporti pubblici Provincia di Varese I punti di partenza di tutti gli itinerari descritti per la provincia di Varese possono essere

comodamente raggiunti utilizzando la rete ferroviaria rappresentata sia dalle Ferrovie dello Stato (FS) che dalle Ferrovie Nord Milano (FNM). Le FS consentono il trasporto delle biciclette solo sui treni che esibisco l’apposito simbolo (per informazioni consultare il sito www.fiab-onlus.it), mentre le FNM ne permettono il trasporto solo nei fine settimana. Le città di Varese e Laveno sono raggiunte sia dalle FS che dalle FNM, mentre le altre località di partenza sono prevalentemente raggiunte dalle FS. Per orari, costi e informazioni si possono consultare su internet i seguenti siti: www.trenitalia.com e www.trenord.it. Canton Ticino Il Canton Ticino dispone di un’ottima ed efficiente rete di trasporti pubblici sia su ruote ferrate che su strada, chiamati localmente “postali”, che collegano tra di loro tutti i paesi del cantone. Le Ferrovie Federali Svizzere (FFS) consentono il trasporto di biciclette sulla maggior parte dei treni; gli orari, i prezzi e i collegamenti sono disponibili sul sito www.sbb.ch, le modalità di trasporto delle bici sono approfondite nelle sezioni Viaggi e Tempo Libero. Le FFS consentono anche il noleggio giornaliero di MTB presso le principali stazioni, ad esempio a Mendrisio e Lugano. Le Poste Svizzere, che gestiscono la rete dei postali, permette il trasporto bici su tutti i mezzi; orari,

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Informazioni generali sugli itinerari

costi e modalità di trasporto sono disponibili sul sito www.postbus.ch. Per gli itinerari del Monte Tamaro e del Monte Lema è possibile trasportare in alto le proprie bici con le funivie presenti in loco. Provincia di Como Il Triangolo Lariano è discretamente servito da servizi di trasporti pubblici che offrono possibilità di trasporto di bicicletta. Gli itinerari della zona sud-orientale del Triangolo Lariano sono raggiungibili da Como, dove sono presenti sia le Ferrovie Nord Milano (FNM) che le Ferrovie dello Stato (FS). Le FNM permettono il trasporto delle biciclette solo nel weekend, mentre sulle FS è possibile trasportare le biciclette solo sui treni che esibisco l’apposito simbolo (per informazioni consultare il sito www.fiab-onlus.it). Altre stazioni delle FNM sono presenti a CanzoAsso, Erba e Caslino d’Erba: è così possibile effettuare delle traversate partendo da Como. A Lecco è presente una stazione delle FS. La maggior parte dei paesi sulle rive del lago sono serviti dal servizio Navigazione Laghi. Non sempre è consentito il trasporto delle biciclette: è consigliato chiedere informazioni per evitare brutte sorprese, telefonate al 031579211 A Como è presente la Funicolare Como Brunate, che permette di risparmiare circa 500 m di dislivello in salita. L’accesso delle biciclette è sempre consentito, ma la precedenza viene comunque data ai pedoni: se non trovate una corsa libera a volte è necessario aspettare qualche minuto. Tutti i paesi sono serviti da un servizio capillare di autobus. Ufficialmente non è presente un servizio di trasporto biciclette, ma a noi è capitato di usufruire della magnanimità dell’autista per risparmiarci noiosi chilometri di trasferimento su asfalto. Cartografia Oltre alle mappe che compaiono in questo libro è vivamente consigliato portare con se delle altre cartine in quanto potrebbe accadere che perdendosi si possa uscire dalle aree illustrate dal libro.

Varesina - Trekking in Provincia di Varese”, Scala 1:35.000, Istituto Geografico De Agostini. Per le zone a sud del Lago di Varese non è disponibile una cartografia di tipo escursionistico, si può fare riferimento ai fogli a scala 1:10.000 delle Carte Tecniche Regionali (CTR), purtroppo non molto aggiornati e di difficile reperimento. Per tutto il varesotto si sconsiglia l’uso dei fogli della carta d’Italia dell’Istituto Geografico Militare, in quanto vecchi e non aggiornati. Per la zona nord-ovest della provincia, una buona cartografia è offerta anche dal servizio cartografico svizzero con i fogli a scala 1:25.000 n. 1332 Brissago e n. 1352 Luino. Canton Ticino Punto di riferimento per questo territorio sono le aggiornatissime e precise carte nazionali svizzere (CNS) a scala 1:25.000, che possono essere acquistate nelle librerie italiane o ordinate on-line sul sito www.swisstopo.ch. Provincia di Como Per il Triangolo Lariano, indubbiamente, la cartografia più aggiornata e precisa è la “Carta dei sentieri” edita dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano scala 1:25.000 i cui sentieri segnati sono tutti esistenti e verificati. È possibile richiederla direttamente alla Comunità Montana: www.triangololariano.it La carta Kompass n.91 “Lago di Como e Lago di Lugano” in scala 1:50.000 è meno precisa e meno aggiornata ma copre quasi interamente la provincia. Essendo ad una scala inferiore permette di controllare aree più vaste con una migliore maneggevolezza. Il foglio 32 delle carte “IGM Carta d’Italia”, è abbastanza dettagliato ma, pecca in precisione. La tavola a colori della Carta Nazionale Svizzera n. 1374 Como è precisa e dettagliata, ma non copre completamente il territorio interessato dalla guida. Altre carte utili sono le carta “Lario Intevese” scala 1:35.000 e la carta “Alto Lario Occidentale” scala 1:35.000 edita dalle Comunità Montane omonime. Altra ottima carta è la “Lago di Como” scala 1:35.000 edita da “Zeta Beta Editrice”.

Provincia di Varese Per la provincia di Varese la cartografia di riferimento è costituita da queste due carte, entrambe abbastanza dettagliate e precise: “Lago Maggiore-Lago di Varese”, foglio n. 90, Scala 1:50.000, edita dalla Kompass e “3V - Via Verde

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Salendo al passo Gries dalla Capanna del Corno (foto arch. Versante Sud) g


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Informazioni generali sugli itinerari

Bibliografia e riferimenti web Bibliografia AA.VV. - Traveller - Grandi laghi d’Italia - Lago di Como Edizioni Condè Nast, Milano, 2004 G. Panzeri, S. Villa - Parco Monte Barro - Percorsi e presenze Edizioni Sviluppo 2000, Cabiate (Co), 2003 AA.VV. - Guide della Provincia di Como - Il Triangolo Lariano Edizioni Nodo, Como, 2002 Piero Fischi - Ciclismo. Allenamento e alimentazione Ediciclo Editore, 2002 Marco Pierfederici - Bicicletta e salute. I consigli del medico sportivo Ediciclo Editore, 2001 F. Ferrero - Manuale della mountain bike Hoepli, Milano, 2001 Fausta Vaghi - A piedi sui monti Lariani -15 itinerari Trekking CdN, Novara, 2001 Paolo Ceccoli - Itinerari a piedi sulle orme dei contrabbandieri. Vie e valichi segreti tra Monti Lariani e Canton Ticino Trekking CdN, Novara, 2001 Dan Hope - La mountain bike - Tutto quello che dovete sapere sul mondo della Mountain bike Fabbri Editori, Milano, 1998 Marco Parmigiani, Oliviero Perni, Mario Pinoli, Sergio Romero - Lago Maggiore Versante Occidentale in Mountain bike Ediciclo Editore, 1997 T. Toyoshima - Mountain bike emergency repair Mountaineers, 1995 Mario Pinoli, Sergio Romero - Lombardia in Mountain bike - Volume 1 Prealpi Comasche Ediciclo Editore, Portogruaro (Ve), 1993 AA.VV. - Valli Occidentali del Lario e Triangolo Lariano Touring Club Italiano, Milano, 1983 Marco Parmigiani, Mario Pinoli, Sergio Romero - Mountain bike in libertà Macchione Editore S. Diamantini - La mountain bike - Tecnica e allenamento Edizioni Elika Gerd Schierle - Ticino www.bike-explorer.ch

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Riferimenti web

Scuole di MTB

www.mtb-forum.it topic “Il PUNT del triangolo” Luogo di incontro per biker locali. Se volete essere accompagnati in qualche itinerario mettete un messaggio: qualcuno vi risponderà sicuramente

Accademia Nazionale di Mountain Bike Via G. Avezzana, 1 - 20139 Milano Tel. 0255211039 Fax 0255213793 Mobile 3358217944 www.scuoladimtb.com

www.rupabiker.ch Sito di riferimento per gli itinerari in Canton Ticino e provincia di Como www.triangololariano.it Sito della Comunità Montana del Triangolo Lariano, ricchissimo di notizie storico artistiche, periodi di apertura dei rifugi e numeri di telefono utili www.pro-m.com Sito di un importatore di biciclette americane. Offre una banca dati di tracce GPS liberamente scaricabili, di cui alcune del Triangolo Lariano

Federazione Ciclistica Italiana Scuola Federale maestri di Mountain Bike www.federciclismo.it/maestri/index.asp scuole.mountainbike@federciclismo.it Scuola Nazionale Maestri di Mountain Bike e-mail: info@amibike.it Tel. 3460098005 Fax 0165860845 www.amibike.it

www.parks.it Contiene la descrizione di tutti i parchi naturali d’Italia, tra cui le riserve naturali del Triangolo Lariano e della zona di Varese. www.mappy.it Sito che permette di calcolare l’itinerario automobilistico tra due località. Tutte le località di partenza indicate in questa guida sono presenti su mappy. www.swissgeo.ch Sito che permette di visualizzare le carte geografiche dell’Ufficio Federale di Topografia compresi alcuni quadri del Triangolo Lariano www.swisstopo.ch Dove è possibile acquistare la versione cartacea delle mappe dell’Ufficio Federale di Topografia www.atlanteitaliano.it Sito che permette di visualizzare tavolette IGM 1:25.000, ortofoto a colori e in bianco nero www.google.it/groups Motore di ricerca per newsgroup: scoprirete che qualsiasi argomento che non conoscete è già stato trattato da gente competente e appassionata www.fiab-onlus.it FIAB - Federazione Italiana Amici Della Bicicletta

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Informazioni generali sugli itinerari

Numeri utili Per trovare qualsiasi informazione consigliamo di utilizzare un buon motore di ricerca su internet che vi darà sicuramente risultati superlativi. I numeri che seguono sono solo una parte non esaustiva dei numeri che potrebbero essere utili durante un’uscita in bicicletta. Non esitate ad aggiungerne in base alle vostre esigenze, il fatto che siano su una guida, e quindi nel vostro zaino, potrebbero trarvi da qualche impaccio. Numeri di emergenza Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico - CNSAS Numero verde unico nazionale: 118 Emergenza Soccorso Alpino - Zona Triangolo Lariano Tel. 0341286565 Emergenza Soccorso Alpino Svizzero REGA Solo per la Svizzera: 1414 Provincia di Varese Ufficio del turismo della Provincia di Varese Tel: 0332252071 www.vareselandoftourism.it

Funicolare Ritom www.ritom.ch/la-funicolare Provincia di Como Comunità Montana del Triangolo Lariano - Canzo Tel. 031672000 Fax 031670248 www.triangololariano.it info@cmtl.it Navigazione Lago di Como Via per Cernobbio, 18 - 22100 Como Tel. 031579211 Fax 031570080 www.navigazionelaghi.it infocomo@navigazionelaghi.it Stazione FFSS S. Giovanni - Como Tel. 031848888088 Ferrovie Nord Milano - Stazione Como Nord Lago Tel. 031304800 SPT Como (trasporti pubblici) Tel. 031247247 www.sptlinea.it info@sptlinea.it

Consorzio del Parco Regionale dei Fiori - Brinzio Tel: 0332435386 Fax: 0332435403 www.parcocampodeifiori.it info@parcocampodeifiori.it

Linee Lecco (trasporti pubblici) Tel. 0341350791

Canton Ticino

Azienda di Promozione Turistica del Comasco Piazza Cavour, 17 - 22100 Como Tel. 031269712 Piazza della Chiesa, 14 - Bellagio Tel. 031950204

Ticino Turismo www.ticino.ch Svizzera Turismo - Milano Numero verde 80010020030 www.MySwitzerland.com

Funicolare Como Brunate Tel. 031303608

FNM Stazione di Erba Tel. 031641558

Funivie Monte Tamaro - Rivera Tel. 0041919462303 www.montetamaro.ch Funivie Monte Lema - Miglieglia Tel: 0041916091168 www.montelema.ch 24

Civenna (foto Davide “meteora” Bernacchi) g


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Descrizione degli itinerari

Descrizione degli itinerari Ogni percorso descritto nella presente guida è composto da una parte cartacea ed una parte informatica. La prima è costituita da una scheda descrittiva dell’itinerario stesso,all’interno della quale sono raccolte tutte le pricinpali informazioni necessarie per ripetere l’itinerario (dati tecnici, planimetria di massima, descrizione sintetica dell’itinerario, ecc), la seconda è rappresentata dalla traccia GPS dello stesso percorso che completa la scheda descrittiva e permette di seguire l’itinerario scelto con maggiore sicurezza e senza doversi portare dietro la presente guida. La traccia GPS è fornita in formato gpx che può essere caricato sulla maggior parte dei dispositivi GPS attualmente sul mercato ed anche su alcune applicazioni per smartphone. In ogni caso si consiglia, quando si affronta uno qualunque dei percorsi proposti, di portarsi dietro anche una cartina topografica dell’area di interesse, ciò per permettere di valutare eventuali varianti di rientro e modifiche del percorso che si dovessero rendere necessarie. Per quanto riguarda la descrizione cartacea degli itinerari, ognuno di essi è riportato in una specifica scheda descrittiva costruita in 2 sezioni delle quali la prima contiene le informazioni tecniche generali sul percorso descritto, suddivise in varie voci, e la seconda descrive l’itinerario: Titolo itinerario: spesso il titolo dell’itinerario è dato da soprannomi che nel passare degli anni il gruppo di biker che pedalano con gli autori ha affibbiato ai giri proposti, altre volte gli itinerari prendono il nome dalla denominazione popolare dei luoghi attraversati o da “usanze locali”. Valutazione bellezza itinerario: **** questa valutazione fornisce un’idea sulla bellezza generale del percorso sia dal punto di vista paesaggistico che ciclistico.

Valutazione difficoltà itinerario: questo parametro serve per valutare la difficoltà generale del percorso, maggiore è il numero dei simboli maggiore è la difficoltà complessiva del percorso sia dal punto di vista fisico che tecnico. Periodo percorrenza: indica il periodo nel quale si ritiene idoneo percorrere l’itinerario descritto.

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Località e altitudine di partenza: fornisce il nome della località di partenza e la sua altitudine. Altitudine massima raggiunta: la quota massima di partenza è un dato di fondamentale importanza in quanto le variazioni climatiche all’aumentare della quota diventano repentine. In caso di tempo incerto o basse temperature saranno da preferire gli itinerari che si sviluppano a quote più basse. Dislivello totale: il dislivello totale di ogni itinerario si riferisce alla somma reale di tutti i metri di salita, compresi quelli dei sali-scendi: per questo motivo il dato è spesso superiore alla somma dei dislivelli delle salite principali. Per il calcolo si è fatto riferimento a quanto indicati dagli strumenti GPS impiegati durante il tracciamento del percorso. Il dislivello reale, assieme al tempo medio di percorrenza, è il dato più significativo per valutare la difficoltà e l’impegno richieste dal tracciato. Lunghezza: indica la lunghezza in chilometri del tracciato, dal punto di partenza a quello di arrivo. I valori riportati sono quelli forniti dagli strumenti GPS impiegati durante il tracciamento del percorso. Tempo medio di percorrenza: indica il tempo che un biker mediamente allenato impiega per percorrere l’itinerario, comprese pause per fotografare, ammirare il paesaggio e ristorarsi velocemente. Biker veloci in salita o in discesa possono impiegare anche il 40% in meno del tempo stabilito. Valutando il chilometraggio e l’altimetria ognuno potrà modificare questo dato in base alle proprie caratteristiche. Difficoltà tecnica: questo parametro esprime il livello di abilità richiesto ad un biker mediamente esperto per affrontare l’itinerario. La valutazione si riferisce a condizioni di asciutto. In caso di pioggia o terreno umido le difficoltà potrebbero essere più elevate rispetto a quanto indicato. La scala di difficoltà è riferita La Croce del Monte Puscio (foto “Mr. Hyde”) g


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Descrizione degli itinerari

ad un biker abituato a percorrere percorsi di mountain-bike in montagna. Se siete abituati a percorsi collinari è consigliabile percorrere prima i percorsi più facili per farsi un’idea della scala di difficoltà.

panoramici interessanti, di siti artistici degni di nota o di luoghi che hanno avuto un ruolo importante per la storia della località attraversata. Per ogni approfondimento si consiglia di consultare i testi indicati nella bibliografia.

Difficoltà fisica: indica il livello di allenamento richiesto ad un biker mediamente esperto e allenato per affrontare il percorso proposto. Il dato è riferito sia alla durata dell’itinerario sia alla difficoltà delle salite e delle discese.

Descrizione dell’itinerario: è la parte dove viene descritto l’itinerario proposto dagli autori in modo più dettagliato. Ogni itinerario, infatti, è stato più volte percorso dagli stessi autori e il percorso descritto è quello che è stato ritenuto più interessante per la pratica della mountain bike. Nel testo sono riportati i principali incroci, svincoli ed i punti di riferimento da seguire per ripercorrere l’itinerario. Volutamente gli autori non sono entrati troppo nello specifico delle descrizioni per non levare il gusto dell’avventura e dell’esplorazione anche ai futuri ripetitori. Si consiglia di scegliere gli itinerari sempre in base alle proprie capacità in modo da non trovarsi in condizioni particolarmente pericolose o che comunque pregiudicherebbero il divertimento nell’affrontare il percorso, magari provando a ripetere gli itinerari più semplici così da poter fare le vostre valutazioni personali.

Ciclabilità in salita e discesa: indica la percentuale del percorso in discesa e in salita che è possibile effettuare in sella da un biker esperto in sella ad una bici all mountain. Cartografia di riferimento: viene riportata l’eventuale cartografia principale di riferimento utilizzata dagli autori. Punti di appoggio: sono indicati gli eventuali rifugi e/o punti di ristoro che si incontrano nell’itinerario descritto. Non sono indicati bar, ristoranti e negozi incontrati nei paesi attraversati dai vari percorsi. Fonti d’acqua: indica la presenza di eventuali i punti di approvvigionamento d’acqua disposti lungo l’itinerario descritto. Località attraversate: sono riportate le principali località attraversate dall’itinerario descritto. Note tecniche: sono riportati eventuali consigli, note e avvertimenti utili per affrontare i singoli percorsi proposti. Possono essere evidenziati i potenziali punti pericolosi, la possibilità di effettuare varianti interessanti e ogni altra informazione degna di nota. Descrizione generale dell’itinerario: in questa parte viene presentato, in modo sintetico, l’itinerario proposto, descrivendone le caratteristiche principali. Note storico-artistiche-paesaggistiche: sono riportati consigli riguardanti la presenza di punti

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È possibile scaricare i tracciati gps dei percorsi dal sito www.versantesud.it. Basterà seguire il link indicato nella pagina dedicata alla guida, seguire le istruzioni e inserire il codice univoco a 16 cifre che trovate stampato sull’etichetta incollata in terza pagina.

Il fondo innevato non impedisce di divertirsi in discesa (foto Matteo Gattoni) g


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Provincia di Varese

Provincia di Varese

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La provincia di Varese è un piccolo gioiello, un mosaico di colori tutto da scoprire, una terra dotata di un fascino particolare che si può percepire nella maestosità dei monti e nella malinconica poesia dei laghi. Varese ed il suo territorio sono sinonimi di natura, ambiente, storia, sport e spettacolo. La provincia di Varese è limitata a ovest dallo stupendo Lago Maggiore, a est dal Lago Ceresio, o Lago di Lugano, e confina a est con la provincia di Como, mentre verso nord il suo confine corre lungo quello svizzero del Canton Ticino e a sud è delimitata dalla provincia di Milano. L’area di Varese si estende dalla zona montuosa prealpina, che occupa la parte nord del territorio, a cui segue la zona centrale occupata dai laghi e dalle colline moreniche che si abbassano fino ad arrivare alla pianura padana. Un territorio molto variegato e, a volte, complesso, formato da monti, valli, laghi e fiumi che si inseguono creando un disegno articolato e regolato dagli elementi naturali. La provincia di Varese è la regione ideale per chiunque voglia praticare dello sport. Grazie alla sua particolare posizione geografica, al clima regolato dalla presenza dei laghi, alla varietà ed alla ricchezza del suo territorio e alla presenza di numerose strutture ricettive e sportive, nella provincia si può praticare quasi qualunque tipo di attività sportiva: dall’escursionismo montano all’arrampicata, dal volo libero alla vela e soprattutto è un’ottima zona per praticare la MTB. La maggior parte dei sentieri escursionistici della provincia possono essere percorsi con il proprio mezzo a due ruote, a questi si devono aggiungere le numerose strade sterrate e forestali che ampliano enormemente le possibilità arrivando ad avere centinaia di chilometri di percorsi possibili con numerose varianti, che ogni volta regalano nuove emozioni. Gli itinerari presentati nelle pagine seguenti, nonostante siano posti su un territorio arealmente di dimensioni contenute, sono molto differenti tra loro sia per l’impegno fisico e tecnico che per l’interesse del percorso in quanto ricalcano il carattere della zona che attraversano. Il nord della provincia, formato da un intricato complesso di monti di modesta altezza ma dai versanti troppo ripidi e scoscesi, offre pochi itinerari interamente ciclabili e tutti impegnativi dal punto di vista tecnico e fisico. La porzione centrale della provincia è quella che offre la maggior parte delle possibilità con percorsi di varia lunghezza, con dislivelli anche superiori ai mille metri, che si

snodano tra i laghi e i paesi della zona, risalendo i crinali dei monti che in questa zona sono facilmente accessibili. La zona dei laghi posti a sud della città di Varese è molto interessante per la pratica della MTB con percorsi che risalgono le colline moreniche collegate tra loro dai fitti boschi. Anche la porzione meridionale della provincia di Varese, occupata da estesi boschi, offre una discreta quantità di itinerari possibili, anche se di difficile spiegazione per le numerose deviazioni che bisogna seguire. In questa guida proponiamo una selezione di itinerari che affrontano ogni tipo di fondo: strade asfaltate, sterrate, mulattiere e sentieri sia dal bel fondo compatto che sconnesso, con roccette e/o radici. Nella guida sono anche descritte alcune piste ciclabili presenti in Provincia che possono essere usate sia come tracciati di allenamento, che di avvicinamento al mondo della MTB ed inoltre possono essere percorsi da tutti, bambini inclusi, offrendo una valida alternativa per i momenti di svago e tempo libero. Nessuno degli itinerari descritti è estremo, ciò, comunque, non deve far sottovalutare le difficoltà che si possono incontrare in ogni percorso, tanto su alcune salite particolarmente ripide e lunghe (come ad esempio quella del Monte Piambello), quanto nelle discese (come quella della Martica). In generale l’orientamento lungo i vari percorsi non presenta grosse difficoltà anche se con il variare delle stagioni, specialmente in estate, nei boschi, bisogna prestare maggiore attenzione ai bivi. Anche nel caso di errore non c’è comunque da preoccuparsi in quanto si riesce sempre a rientrare sul percorso descritto, allungandolo di qualche chilometro. Tutti gli itinerari descritti hanno delle proprie peculiarità che li rendono interessanti e da provare, così come si consiglia di spendere un po’ di tempo anche per ammirare le bellezze dei luoghi, per visitare le località attraversate e per godere dei numerosi scorci panoramici e le viste sui laghi. Buone pedalate!


01 Su e giù per i boschi di Uboldo 02 Pedalando lungo la Valle Olona 03 Il parco di Appiano Gentile 04 L’anello di Golasecca 05 Alla scoperta del lago di Comabbio 06 Lungo il Basso Verbano 07 Lungo i laghi del varesotto 08 Il periplo del lago di Varese 09 Pedalando tra Varesotto e Canton Ticino

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10 Il Monte San Giacomo 11 Il giro del 10 12 Il giro della Martica 13 Il Monte Piambello 14 Il Sette Termini 15 Attorno a San Martino al Culmine 16 La traversata da Maccagno all’Alpe di Neggia

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16 Lugano Lago Maggiore

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Lago di Lugano

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Chiasso

11 Lago di Varese

Varese

8 Lago di Monate

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Lago di Comabbio

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Como

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PROVINCIA DI VARESE

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Provincia di Varese > Su e giù per i boschi di Uboldo

Provincia di Varese

Su e giù per i boschi di Uboldo

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01 Pista ciclabile Strada asfaltata Strada sterrata (forestale) Sentiero o mulattiera Impianti di risalita Tutto l’anno Uboldo 200 m 215 m 100 m circa 28,3 km 2,00 - 3,00 ore Medio Facile 100% 100% Nessuno Nessuno

Località attraversate 1 Uboldo

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Descrizione generale dell’itinerario L’itinerario attraverso i boschi di Uboldo ricalca il percorso della Boschilonga, gara annuale che fa parte del Circuito dei Parchi. Il percorso parte dal centro sportivo di Uboldo (Via Manzoni) e collega le strade sterrate ed i sentieri dei vicini boschi, disegnando un itinerario complesso, difficile da descrivere e per cui si consiglia di percorrerlo utilizzando la traccia GPS. Indicativamente l’itinerario segue i bolli, a volte gialli, a volte verdi, a volte scoloriti, che ci sono sugli alberi e dei quali il senso di marcia è difficile da intuire. La zona è un vero intrico di strade e sentieri che si incrociano tra di loro e che diventano una palestra adatta ad ogni biker, esperto o neofita che sia, perché l’itinerario può essere allungato o accorciato, o anche variato, a piacere, avendo sempre la sicurezza che “si è in zona” e che quindi non si dovranno mai fare troppi chilometri per tornare indietro. Le uniche salite del percorso si fanno all’interno di una cava parzialmente attiva, se trovate i cancelli della cava chiusi evitate di entrare ed aggiratela seguendo il sentiero esterno. Note storico-artistiche-paesaggistiche L’itinerario non offre grandi attrazioni storiche o artistiche, è interessante dal punto di vista naturalistico in quanto i boschi attraversati sono lembi residuali dei boschi che caratterizzavano queste aree, prima del loro incontrollato sviluppo urbanistico. Descrizione dell’itinerario Il percorso parte dal campo sportivo di Uboldo, situato in Via Manzoni. Si percorre il perimetro del centro per poi uscire e prendere una strada sterrata che si collega ai vicini boschi e dove inizia il tortuoso percorso che li attraversa. Il giro alterna tratti veloci e scorrevoli e divertenti single track tra le piante, a volte molto fitte e vicine tra loro e per cui occorre prestare attenzione a non esagerare con la velocità. Si alternano strade sterrate a sentieri, sempre con fondo compatto e pedalabile, e le salite sono praticamente inesistenti, ce ne sono 2 solo all’interno della cava. Come già segnalato in precedenza, è 210

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SS 527

SP 25 Uboldo 1

Via Legnano Via San Clemente

Via Pietro Madonnini Via Caduti della Liberazione

Via J.F. Kennedy

Via Per Cantalupo

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Su e giĂš per i boschi di Uboldo 34

difficile descrivere a parole il percorso da seguire per i continui cambi di direzione e le svolte. Si consiglia di ripeterlo utilizzando la traccia GPS od almeno la carta riportata nel testo. Nota Itinerario da fare seguendo la traccia GPS, ideale per chi inizia a praticare la MTB, se i cancelli della cava sono chiusi evitare il tratto del percorso che l’attraversa.

Pedalando lungo i sentieri (foto Luca De Franco) g MTB con l’immancabile compagno di viaggio: il ciclo computer con GPS (foto Luca De Franco)

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Provincia di Varese > Pedalando lungo la Valle Olona

Provincia di Varese

Pedalando lungo la Valle Olona

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02 Pista ciclabile Strada asfaltata Strada sterrata (forestale) Sentiero o mulattiera Impianti di risalita

85% 15% 0% 0% 0%

Tutto l’anno Castiglione Olona 270 m circa 285 m 160 m circa 18,5 km (da Castiglione Olona a Castellanza) 2,00 ore Facile Facile 100% 100% Lungo l’itinerario si incontrano numerosi punti di ristoro Fontane lungo il percorso

Note storico-artistiche-paesaggistiche Inaugurata nel 2010 la pista ciclopedonale della Valle Olona è un occasione per scoprire il patrimonio naturalistico e la ricchezza storica di una valle la cui storia è legata al più importante fiume della provincia di Varese: il fiume Olona, che dopo un lungo periodo di forte degrado ed abbandono sta rinascendo grazie ad importanti progetti di recupero e sistemazione del fondovalle ancora in atto. L’Olona nasce presso la località Rasa di Varese e dopo un tortuoso percorso di 131 Km, attraverso le province più popolose ed industriali del nord Italia, confluisce nel Po a San Zenone. Nei secoli l’azione delle sue acque sul territorio hanno creato l’omonima Valle Olona che inizia a sud di Varese e termina a Castellanza. La valle è stata abitata già in epoca preistorica, nel medioevo fu utilizzata, sfruttando la forza del fiume, per la produzione della farina. Ancora oggi sono rimasti, sparsi lungo la valle, i resti di alcuni mulini. A metà dell’ottocento, con la 280

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metri

Località attraversate 1 Castiglione Olona 2 Monastero di Torba 3 Lonate Ceppino 4 Cairate 5 Gorla 6 Solbiate Olona 7 Olgiate Olona 8 Castellanza

Descrizione generale dell’itinerario La pista ciclopedonale della Valle Olona offre a tutti, sportivi e famiglie, un percorso facile che permette di passare una giornata all’aria aperta, costeggiando l’antica ferrovia della Valmorea e il fiume Olona, e scoprire le aree di archeologia industriale, le zone di interesse naturalistico delle anse prodotte dal fiume ed alcuni siti di interesse storico – culturale posti nelle sue vicinanze. Il percorso si sviluppa per circa 20 chilometri su vari tipi di fondo (sterrato, asfalto, brecciolini). Il tracciato è pianeggiante, con alcune lievi pendenze. L’intero percorso è percorribile con la mountain bike o la bici da cicloescursionismo. Si consiglia, specie se con bambini, di prestare attenzione agli attraversamenti con la viabilità ordinaria, specie quelli in zona di Castiglione Olona, e lungo i due brevi tratti su strade comunali a basso traffico (a Lonate Ceppino per 320 m e a Gorla Minore per 80 m). Il percorso è attrezzato e protetto in tutta la sua estensione con panchine, cestini, staccionate e pannelli illustrativi. L’itinerario può essere percorso in entrambi i sensi, qui è descritto il percorso da Castiglione Olona a Castellanza. Lungo l’itinerario sono presenti vari punti di ristoro e fontanelle.

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Castiglione Olona

Monastero di Torba 2 Acqua

Tradate 3 Lonate Ceppino

Cairate 4

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Gallarate

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Busto Arsizio

Acqua

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Pedalando lungo la Valle Olona

rivoluzione industriale, compaiono le prime manifatture, soprattutto tessili, che hanno fatto della valle dell’Olona una delle prime e più importanti aree industriali del paese. All’inizio del novecento, a seguito dei bisogni di movimento dell’industria, venne costruita la ferrovia della Valmorea che collegava Castellanza con Mendrisio, in Svizzera. L’antica ferrovia, grazie ad un progetto Interreg, è stata ripristinata nel tratto da Malnate a Mendrisio. Nel secondo dopoguerra, a causa della forte pressione industriale presente, l’Olona divenne uno dei fiumi più inquinati del mondo. A partire dagli anni settanta la crisi dell’industria manifatturiera e le prime opere di risanamento, intraprese a seguito del rinnovato interesse per un ambiente più vivibile, hanno creato un lento e costante miglioramento delle condizioni delle acque, specie per la parte più a nord dell’alveo del fiume. Il percorso permette anche di visitare alcuni siti di interesse storico – culturale come ad esempio il Monastero di Torba (di proprietà del FAI) od il centro storico medioevale di Castiglione Olona. Descrizione dell’itinerario Il percorso ha inizio a Castiglione Olona e termina nei pressi delle stazione Ferroviaria di Castellanza (VA). La pista ciclabile si imbocca all’incrocio tra

Via Leonardo da Vinci e Via Diaz a fianco del vecchio casello della Ferrovia della Valmorea e nelle immediate vicinanze della zona bascula – pesa carri allestita anche con due carrozze ferroviarie storiche. A Castellanza la pista ciclabile si imbocca all’incrocio tra Via Sempione e Via Isonzo a fianco del passaggio a livello. Partendo da Castiglione Olona il percorso corre parallelo alla vecchia linea ferroviaria della Val Morea e si prosegue, prevalentemente, su percorso protetto a lato del fiume Olona e delle sua anse fino a raggiungere il Monastero di Torba. Oltrepassata la strada provinciale si riprende una bella strada sterrata che, correndo sempre a lato dell’Olona, arriva a Lonate Ceppino. Qui, prestando attenzione, si percorre un brevissimo tratto di strada comunale per poi continuare su percorso protetto, lontano dalle strade asfaltate. SI prosegue seguendo il morbido andamento dell’Olona fino a raggiungere Gorla Maggiore, dove si percorre un nuovo brevissimo tratto di strada asfalta. Superato l’abitato di Gorla si continua su strada sterrata fino a raggiungere Castellanza dove, seguendo le indicazioni sul posto, si raggiunge la stazione ferroviaria. Un tratto della ciclabile (foto Luca De Franco) k Il Monastero di Torba (foto Luca De Franco) m Pedalando lungo le anse dell’Olona (foto Luca De Franco)

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