1001 CONSIGLI PER L’ARRAMPICATA

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PERFORMA

1001 CONSIGLI per l’ARRAMPICATA Dall’arrampicata su ghiaccio, roccia e big-wall a dieta, allenamento e sopravvivenza in montagna Andy Kirkpatrick EDIZIONI VERSANTE SUD


Prima edizione italiana: ottobre 2018 Copyright © VERSANTE SUD S.r.l. via Longhi, 10 – 20137 Milano www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Edizione originale: 1001 Climbing Tips. Vertebrate Publishing, 2016 Copyright: © 2016 Andy Kirkpatrick Traduzione: Lorenzo Frusteri e Matteo Maraone Copertina: utilizzo creativo di un friend durante una solitaria su Sea of Dreams, El Cap Fotografie: archivio Andy Kirkpatrick dove non diversamente specificato Illustrazioni: Andy Kirkpatrick Impaginazione: Mirko Mottin e Tommaso Bacciocchi Stampa: Tipolitografia Pagani - Passirano (BS)


Andy Kirkpatrick

1001 CONSIGLI PER L’ARRAMPICATA

EDIZIONI VERSANTE SUD



“Non dare mai retta a nessun consiglio, compreso questo.” ANDY KIRKPATRICK, IL SECONDO MIGLIOR ARRAMPICATORE DI HULL.



attenzione l’arrampicata è pericolosa L’ENTUSIASMO NON SOSTITUISCE L’ESPERIENZA. Questo manuale è concepito per dare agli arrampicatori le necessarie abilità e conoscenze per essere al sicuro, ma l’arrampicata, l’alpinismo e le attività in montagna in generale sono pericolose di per sé. Questo manuale è pertanto destinato esclusivamente ad arrampicatori e alpinisti già forniti di esperienza. Nessuno dovrebbe imbarcarsi nell’arrampicata senza una specifica preparazione e un equipaggiamento adatto, e i singoli devono assumersi personalmente la responsabilità di imparare le giuste tecniche e applicare giudizio e buon senso. Raccomando fortemente che chiunque sia incerto su uno qualunque degli aspetti trattati in questo manuale si rivolga, per risposte e informazioni, a un professionista qualificato. Nell’utilizzare le informazioni contenute in questo manuale riconoscete e date atto che tutto quanto in esso contenuto potrebbe essere inaccurato o superato, e pertanto riconoscete che né l’autore, né l’editore, né i titolari dei diritti possono essere ritenuti responsabili in alcun modo, né direttamente né indirettamente, di eventuali danni, infortuni o eventi di qualunque tipo che possano venire causati dall’utilizzo del presente manuale. Quanto sopra si applica espressamente anche alla edizione italiana, e pertanto né l’editore né il traduttore del presente manuale potranno essere ritenuti responsabili in alcun modo, né direttamente né indirettamente, di eventuali danni, infortuni o eventi di qualunque tipo che possano venire causati dall’utilizzo del presente manuale, anche se specificamente inerenti a possibili inesattezze nella traduzione italiana.


somm INTRODUZIONE........................................................ 10 PREFAZIONE............................................................... 12 RINGRAZIAMENTI................................................. 14 NOTE................................................................................... 15 QUESTO LIBRO FA SCHIFO............................ 15

1 LE BASI (1–240).................................................. 19 IMPARARE.................................................................... 20 COLLABORARE......................................................... 22 CORDE............................................................................ 24 PROTEZIONI PASSIVE........................................... 29 PROTEZIONI ATTIVE. .............................................. 35 CORDINI, RINVII E FETTUCCE. ........................ 38 MOSCHETTONI.......................................................... 43 NODI................................................................................. 46 ARRAMPICARE DA PRIMI. .................................. 50 IMBRAGATURE.......................................................... 51 COSTRUIRSI L’ATTREZZATURA CON POCO.................................................................... 60 ARRAMPICARE IN PALESTRA......................... 61 SCARPETTE DA ARRAMPICATA...................... 64 ABBIGLIAMENTO DA ARRAMPICATA.......... 66 TROVARE LA VIA....................................................... 67

8

2 SICUREZZA (241–327)................................... 73 CASCHETTI.................................................................. 74 LA DISCESA................................................................. 75 CAVARSELA CON IL CALDO.............................. 79 ROCCIA MARCIA....................................................... 81 SOCCORSO................................................................... 84 BIVACCARE.................................................................. 87

3 GRANDI PARETI (328–434)....................... 93 CHIODI E GANCI....................................................... 94 RISALIRE A JUMAR................................................ 96 SACCONI E RECUPERO....................................... 99 ARRAMPICATA VELOCE.................................... 103 CHIODARE A MANO. . ........................................... 108 GANCI........................................................................... 110 FIFI E CONNETTORI............................................ 112

4 GHIACCIO (435-481)..................................... 117 LE BASI....................................................................... 119 PROTEZIONE........................................................... 120 SALIRE DA PRIMI. . ................................................ 121


ario 5 MISTO (482–503)............................................. 129 SALIRE DA PRIMI. ................................................. 130 ATTREZZATURA..................................................... 133 TECNICA DI PIEDI................................................. 135

6 MONTAGNA (504-802)................................ 139 CREPACCI.................................................................. 140 ABBIGLIAMENTO, SCARPONI E ATTREZZATURA................................................. 141 SACCHI A PELO E MATERASSINI................ 143 BIVACCHI IN MONTAGNA................................ 149 ORIENTAMENTO E TATTICA CON IL MALTEMPO. ............................................. 150 KIT DI RIPARAZIONE.......................................... 156 RIFUGI DI NEVE..................................................... 158 CIBO.............................................................................. 163 PRIMO SOCCORSO. .............................................. 168 FORNELLETTI, PENTOLAME E ALTRA ROBA DA CUCINA............................ 171 SULLA NEVE............................................................ 176 TENDE DA MONTAGNA E DA SPEDIZIONE ............................................... 178

7 ALLENAMENTO (803-876)..................... 187 VINCERE LA PAURA............................................ 188 ALLENAMENTO DI FORZA.............................. 190 ALIMENTAZIONE................................................... 196 ALLENAMENTO DI RESISTENZA................ 198

8 ALTRA ROBA (877-1001)......................... 207 NON FATELO A CASA.. ........................................ 208 I PRINCìPI GUIDA DI ANDY KIRKPATRICK..................................... 210 SCEGLIERE UNA GUIDA O UN CORSO DI ARRAMPICATA.. ................. 212 FATEVI IL VOSTRO KIT....................................... 214 FOTOGRAFIA E VIDEO........................................ 219 SPONSORIZZAZIONI E MEDIA...................... 226 FUNZIONI CORPORALI.. .................................... 228 PREPARAZIONE DEI BAGAGLI E VIAGGIO.. ................................................................. 229

9 LETTURE CONSIGLIATE........................... 237

9


introduzione Gli autori di libri come questo amano dire che avrebbero

go il suo cammino professionale si era imbattuto, per così

voluto averne una copia quando iniziarono ad arrampicare,

dire, nell’idea che in realtà si debba non tanto insegnare,

perché questo avrebbe consentito loro di evitare tutti que-

quanto piuttosto dare alle persone le capacità per imparare

gli stupidi errori che si commettono quando si comincia e

autonomamente, in modo che gli allievi finiscano per di-

si è dei novizi in ogni campo.

ventare istruttori di se stessi – un’idea piuttosto coraggio-

Nonostante anche io, da principiante, leggessi ogni libro di

sa, quando il lavoro che ti mantiene dovrebbe essere

arrampicata e alpinismo che mi capitava tra le mani, nono-

appunto quello di insegnare. Penso che dopo tutto non sia

stante divorassi ogni minima briciola di informazione che

tanto diverso dal vecchio adagio: “Date ad un uomo un pe-

potessi recuperare, devo dire che mi trovo in disaccordo

sce e mangerà per un giorno; insegnategli a pescare e si

con quanto detto sopra. Scoprire tutte queste cose, questi

nutrirà da solo per tutta la vita.”

1001 consigli di arrampicata, è stato parte di tutto ciò che

Questo è proprio ciò che mio padre fece per me: mi insegnò

mi ha reso l’arrampicatore che sono, e in fin dei conti in

a pescare. Piccole domande che gli rivolgevo, del tipo: “co-

realtà è il processo di apprendimento che è importante,

me ti costruisci un’imbragatura con del nastro adesivo?”

non tanto ciò che si apprende.

oppure “come costruisci un megascivolo?” avevano come risposta che lui mi dava un manuale da leggere, oppure le

Ciò che si apprende rappresenta la parte facile.

informazioni più ridotte e minimaliste. A quel tempo ne ricevevo una grande frustrazione e non volevo altro che lui

L’arrampicata è uno sport semplice e, con sufficiente tem-

mi dicesse chiaro e tondo come fare, o – anche meglio –

po, la maggior parte dei praticanti riuscirà ad imparare au-

che mi facesse lui lo stramaledetto nodo all’imbrago o che

tonomamente come fare praticamente qualunque cosa: da

costruisse il megascivolo. Dovermela cavare da solo ha

salire un blocco apparentemente liscio a inerpicarsi su per

portato immancabilmente a ogni sorta di errori, grandi e

una parete di oltre mille metri – è il brivido dell’apprendi-

piccoli, ma sono sopravvissuto a ciascuno di essi e ho impa-

mento, del cavarsela, che rende l’arrampicata così ine-

rato nel modo più duro.

briante e che crea dipendenza. È per questo motivo che

Anni più tardi, dopo aver divorato ogni singola informazio-

l’arrampicata ha una storia così ricca di fotografi, poeti,

ne esistente sull’arrampicata, ho cominciato a spingermi

scrittori e registi, accanto a innovatori e perfezionatori del-

oltre, muovendomi in nuovi settori della scalata, sui quali

la tecnica: l’arrampicata attrae coloro a cui piace pensare.

non c’erano informazioni disponibili, né scritte da qualche

Io personalmente sono stato fortunato. Mio padre era un

parte, né racchiuse nella testa di qualcuno a cui potessi

istruttore di arrampicata per la Royal Air Force: avendo la-

chiedere delle risposte. Voler salire El Capitan in solitaria

vorato per la maggior parte della sua carriera in montagna,

per la prima volta, oppure fare dell’arrampicata veloce ma

aveva fatto dell’insegnare a scalare la sua professione. Lun-

con una cordata da tre, divenne un esercizio su come risol-

10


1001 CONSIGLI PER L’ARRAMPICATA – ANDY KIRKPATRICK – INTRODUZIONE

vere un problema partendo dalla fine e procedendo al con-

oppure il “potersi innalzare stando in piedi sulle spalle di

trario, una sorta di esercizio di ingegneria inversa1.

chi è venuto prima di noi”.

Spesso questo processo di apprendimento doveva per forza

In questo libro non troverete consigli rivoluzionari da far

avvenire mentre stavo arrampicando da primo, per esempio

tremare la Terra, nessun canto Mongolo che vi faccia levi-

nel caso di come portarsi su le protezioni, senza doversele

tare fino in vetta, o formule magiche tibetane che vi risuo-

mettere tutte addosso (soluzione: le appendi a un fifi hook);

lino gli scarponi o le scarpette; troverete semplici pepite3

altre volte, invece, poteva avvenire in una vecchia cava ab-

– alcune d’oro massiccio, altre solo placcate d’oro – su

bandonata vicino a casa mia, dove risolvevo problemi tipo

ogni aspetto dell’arrampicata. Questo libro non è un ma-

come cavarsela quando i sacconi da big wall rimanevano in-

nuale di istruzioni, e dà per scontato che conosciate già ab-

castrati (soluzione: hai già posizionato una jumar da recu-

bastanza di scalata e affini; un novizio comincerà ad

pero sul saccone). Non so quante volte, guardando indietro

apprezzare la rilevanza di alcuni di questi consigli soltanto

verso gli albori del mio apprendistato e della mia carriera,

con il tempo, mano a mano che progredisce. Altri invece

ho ringraziato mio padre. Non per ciò che mi ha insegnato,

potranno trovare che alcuni consigli sono puramente e

ma per ciò che non mi ha insegnato.

semplicemente sbagliati, schifosi o semplicemente stupidi.

Con queste premesse, allora, perché mai uno dovrebbe

Devo quindi mettere bene in chiaro che questo libro non è

scrivere un libro con mille consigli dentro?

omnicomprensivo, e contiene semplicemente delle infor-

Per prima cosa, penso, per rispondere alla sfida di vedere se

mazioni che funzionano per me, ma che possono benissimo

sarei riuscito a pensare a così tanti consigli. Sarei riuscito a

non funzionare per altri.

estrarre dalla mia testa tutte le nozioni di arrampicata che

Se volete, potete pensare a questo libro come un migliaio di

possiedo e a metterle per iscritto in un libro? Inoltre, come

piccole perle, di piccoli consigli bisbigliati e passati di per-

istruttore di arrampicata tendo a predicare bene e razzolare

sona in persona alla base di una falesia, o al pub, o in pale-

male, non mettendo sempre in pratica quel che consiglio:

stra; tutte quelle piccole cose che possono favorire un

nonostante io pensi che imparare da soli sia di gran lunga

piccolo, o grande, miglioramento nella tua arrampicata.

meglio, in realtà amo aiutare la gente, dando la carica alla

Sono sicuro che, anche con così tanti piccoli consigli di

2

loro esperienza e formazione .

esperienza vissuta, comunque imparerete autonomamente

Inoltre, riconosco che trasferire la conoscenza, invece di

la maggior parte di ciò che vi serve sapere, e, cosa molto

tenerla segreta per sé, è una parte importante di molti

più importante, in questo processo commetterete altret-

sport, ed è ciò che permette a uno sport di svilupparsi e

tanti favolosi errori.

progredire. Insomma, cose come: la generazione successiva che parte con un passo di vantaggio sulla precedente,

Brindiamo quindi agli errori.

1. Il processo di reverse engineering (anche chiamato in italiano ingegneria inversa) consiste nell’analisi dettagliata del funzionamento, progettazione e sviluppo di un oggetto (dispositivo, componente elettrico, meccanismo, software, ecc.) al fine di produrre un nuovo dispositivo o programma che abbia un funzionamento analogo, magari migliorando o aumentando l’efficienza dello stesso, senza in realtà copiare niente dall’originale; inoltre, si può tentare di realizzare un secondo oggetto in grado di interfacciarsi con il primo. (Fonte: Wikipedia). 2. Letteralmente “to hotwire their experience”, allude alla tecnica di mettere in moto un’auto collegando i fili dell’accensione. 3. Gioco di parole intraducibile. In inglese “nugget” significa tanto “pepita” quanto “consiglio utile”.

11


L’autore mentre attraversa la vegetazione in avvicinamento al Troll Wall, in Norvegia.


0001 LE BASI (1–240)

“Una Testo settimana finto finto di testp buon insegnamento vale quanto un anno di errori.”


LE BASI (1–240) IMPARARE (1–10) 1  Esistono cinque forme basilari di apprendimento: verbale,

lo due estremità. La gravità è sempre la stessa, e quello che

visuale, tattile, cinestetica1 e uditiva. Di questa lista, la mag-

va su prima o poi deve tornare giù. I materiali non si rom-

gior parte delle persone riconoscerà di avere una o due for-

pono da soli, sono le persone che li rompono. Quindi, non

me predilette per imparare. Io sono un avido lettore, e di

vi stressate troppo nel tentativo di comprendere tutto alla

solito quando mi appassiono realmente a un argomento mi

perfezione e quando avete dei dubbi cercate di risolverli

leggo qualunque cosa riesca a trovare su di esso (forma ver-

pensando in modo razionale e ragionevole: quasi certa-

bale), da come andare per mare in kayak, fino a come scrive-

mente prenderete la decisione giusta.

re dei codici CSS. Fatto ciò, tuttavia, ho bisogno di mettere immediatamente in pratica (forma cinestetica) quelle cono-

3  Se volete imparare qualcosa partendo da zero avete solo

scenze, per poterle veramente acquisire definitivamente. In

due possibilità: o vi insegna qualcuno, o imparate da soli.

genere circa il 70% delle mie conoscenze su un argomento

Nel primo caso, vi possono insegnare come apprendista ar-

verrà dalla lettura, poi comincerò a metterle in pratica per

rampicatore o come cliente, vale a dire che potete trovare un

ottenere il restante 30%. Molte delle abilità e delle tecniche

compagno o un’associazione di arrampicata che vi prendano

di arrampicata che dovevo imparare quando ero agli inizi di

sotto la propria ala protettrice, oppure potete pagare qualcu-

certo dovevano ancora essere scritte nei manuali, e forse

no perché vi insegni. Avere un compagno che vi insegna è

nemmeno esistevano, e questo naturalmente avveniva ben

una soluzione ideale, perché avrete già una relazione di base;

prima dell’avvento di Internet. Così utilizzando un approc-

un’associazione o un club all’inizio possono sembrare esclu-

cio cinestetico e tattile dovevo semplicemente farcela da solo

sivi, chiusi ed elitari, ma una volta fatto il vostro ingresso

– cose come salire una big wall in solitaria. Io credo ferma-

avrete a vostra disposizione una enorme quantità di infor-

mente nell’“imparare facendo”, ma riconosco che ciascuno è

mazioni e conoscenze. Se decidete invece di frequentare un

diverso – una cosa che ho imparato scalando con molti altri

corso, provate come prima cosa dei corsi di un giorno, e af-

arrampicatori. Per questo motivo è opportuno capire bene

fidatevi organizzazioni dalla buona reputazione. Nel secon-

qual è il proprio modo migliore per imparare, la migliore

do caso, se decidete di imparare da soli, i libri, i DVD e

forma, prima di avventurarsi nel meraviglioso mondo della

Internet rappresentano tutti degli ottimi strumenti per co-

conoscenza dell’arrampicata: quella conoscenza di cui avrai

struire una conoscenza di base, ma alla fine dovrete sempre

bisogno tanto per scendere da un boulder di cinque metri,

e comunque trovarvi un compagno di arrampicata.

quanto per cavartela sulla sommità dell’Everest. 4  Trovare un compagno di arrampicata può rivelarsi diffi2  Una cosa estremamente importante che è bene che sap-

cile, e potete provare a conoscere qualcuno con esperienza

piate, prima di incominciare ad ammassare nozioni e cono-

attraverso un forum su Internet, un’associazione o un club

scenze di arrampicata, è questa: sebbene vi sia una enorme

di arrampicata, o anche tramite qualche conoscenza comu-

quantità di cose da sapere (guardate per esempio quanto è

ne (il classico “Il mio amico Tal dei Tali arrampica...”) e

lungo questo libro, e contiene solo dei consigli!), pratica-

perfino attraverso un corso di arrampicata dalle vostre par-

mente ogni cosa è molto, molto semplice. Una corda ha so-

ti. Molte palestre di arrampicata offrono dei corsi di base

1. L’intelligenza corporeo-cinestetica consiste nella capacità di usare il proprio corpo in modi molto differenziati e abili, per fini espressivi oltre che concreti: lavorare abilmente con oggetti, tanto quelli che implicano movimenti fini delle dita, quanto quelli che richiedono il controllo dell’intero corpo. 20


1001 CONSIGLI PER L’ARRAMPICATA – ANDY KIRKPATRICK – LE BASI (1–240)

per chi vuole arrampicare su roccia, e lì potrete incontrare

8  Se volete approfondire tutti gli aspetti relativi al far

arrampicatori che la pensano come voi2. L’altro modo è in-

sicura frequentate un corso tenuto da un’associazione

vece quello di essere i maestri di voi stessi e trovare un al-

certificata e riconosciuta – una sezione del CAI, o una

tro novizio che voglia unirsi a voi.

palestra con istruttori con qualifica ufficiale. In Gran Bretagna, per esempio, esiste una certificazione, il co-

5  Una settimana di buon insegnamento vale quanto un an-

siddetto SPA (Single Pitch Award3). Più in generale tutti

no di errori.

i requisiti richiesti rappresentano un buon percorso per innalzare il vostro livello di conoscenze, abilità e com-

6  Ogni volta che arrampicate con qualcuno che non cono-

petenze.

scete non lasciate il cervello alla base della parete! Siate super paranoici, perché il mondo dell’arrampicata è pieno e

9  Un altro ottimo modo per aumentare la propria espe-

stracolmo di persone che millantano, sparano cazzate e fan-

rienza è proprio quello di frequentare dei corsi specifici.

no gli eroi. Non affidatevi ciecamente a qualcuno senza pri-

Questi corsi obbligano a impegnarsi a fondo tanto sugli

ma averne provato con mano le reali capacità, senza che

aspetti pratici che su quelli teorici e sono quindi molto uti-

prima si sia dimostrato degno della vostra fiducia. Control-

li. Sempre per citare degli esempi validi per la Gran Breta-

late sempre come si fanno il nodo, quanto vecchia è la loro

gna, il Summer Mountain Leader (SML)4 e il Winter

attrezzatura e se fanno cose che semplicemente vi sembrano

Mountain Leader (WML)5, due tra i più popolari.

strane. Se non vi fidate di qualcuno, o anche se soltanto non avete buone sensazioni, allora non ci arrampicate insieme.

10  L’unico aspetto negativo di questi corsi, a mio parere, è

questo: molto spesso una parte fondamentale del viaggio 7  Trattate le abilità dell’arrampicata come fareste per qua-

dell’apprendimento e del progresso in arrampicata è rap-

lunque altro sport: progredite lentamente da una all’altra,

presentata dall’imparare per proprio conto, dal riconoscere

sviluppando le vostre capacità ed apprendendo il più possi-

ciò di cui si ha realmente bisogno in quel momento. Per

bile nel miglior modo possibile. Ciò significa, per esempio,

esempio, diverse persone mi hanno chiesto se potessi inse-

tenere sempre con sé uno spezzone di corda e praticare e

gnare loro come salire una big wall in solitaria. Al che ho

ripassare ogni nodo che potete trovare in un buon manuale

sempre risposto che il miglior modo per imparare e prepa-

in qualunque momento: seduti a casa, oppure anche andan-

rarsi a salire una grande parete in solitaria è proprio quello

do al parco a prendere dimestichezza con i prusik e a prova-

di salire una grande parete in solitaria, apprendendo auto-

re le tecniche di soccorso utilizzando i rami degli alberi.

nomamente e dal vivo. Quando sei tutto solo e qualcosa va storto, essere in grado di capire immediatamente cosa si deve fare è un’abilità di importanza vitale.

2. Questo avviene in Gran Bretagna. In Italia, come noto, l’insegnamento dell’arrampicata su roccia, per legge, è appannaggio esclusivo delle Guide Alpine. Gli Istruttori di arrampicata, pertanto, non possono condurre gli allievi su roccia in una relazione formalmente o di fatto riconducibile alla relazione maestro-allievo. 3. Il Single Pitch Award rappresenta una fondamentale qualifica di supervisore nell’ambito delle falesie da monotiri. È destinato a chiunque voglia approfondire gli aspetti della sicurezza al fine di sorvegliare altri arrampicatori durante la pratica. 4. Il Summer Mountain Leader è un corso destinato a far acquisire tutte le necessarie competenze per muoversi in sicurezza in un ambiente montano e collinare in Gran Bretagna e Irlanda, nel periodo estivo. 5. Come il precedente ma ben più impegnativo e rigoroso, in considerazione del fatto che è destinato alla frequentazione della montagna in periodo invernale. 21


LE BASI (1–240) 78  I Tricam sono un pezzo di attrezzatura molto sottostimato e scarsamen-

81  Per estrarre o smuovere un Tricam in-

te utilizzato, ma meritano di non essere considerati protezioni estreme o

castrato, infilate la punta di un estrattore

esoteriche. Leggeri, economici e robusti, possono essere utilizzati sia come

per dadi dietro alla punta del Tricam e da-

dadi che come attrezzi a camma. Le misure più piccole (da 0,5 a 1,5) sono

tegli una bella tirata. Per aumentare la for-

estremamente consigliabili, soprattutto su calcare (figura 1).

za con cui tirate, allungate il leveraggio unendo insieme alcune fettucce lunghe, e

79  Quando piazzate un Tricam dategli sempre una buona tirata per affon-

forzate fuori il Tricam, nel caso anche

dare un po’ la punta nella roccia, e se possibile allungate la fettuccia.

sfruttando il peso del vostro corpo.

80  Se posizionate il Tricam in senso orizzontale, fate in modo che la punta

82  Come i dadi esagonali, così anche i Tri-

sia girata verso il basso, con la fettuccia che scorre sopra di esso: in questo

cam dovrebbero essere preferiti ai dadi

modo la tenuta in caso di caduta sarà migliore.

per attrezzare le soste, in considerazione del fatto che sono anch’essi difficili da piazzare con una mano sola, quando si arrampica da primi. 83  Anche i Tricam possono essere troppo

mosci per essere piazzati molto in alto, al di sopra del vostro massimo allungo. Alcuni arrampicatori ovviano a questo inconveniente irrigidendo la fettuccia con una guaina elettrica termorestringente20. TeFIGURA 1

netelo bene in alto sopra una stufetta o un fornello, in modo che la guaina si restringa senza che il caldo sciolga la fettuccia. Potete irrigidire la fettuccia anche utilizzando delle striscioline di plastica leggera, che potete fabbricarvi utilizzando le bottiglie del latte in plastica resistente oppure anche cannucce da cocktail.

20. Si tratta di una guaina di gomma speciale utilizzata per rivestire e proteggere i cablaggi elettrici. Con il calore si restringe aderendo perfettamente al filo elettrico.

34


1001 CONSIGLI PER L’ARRAMPICATA – ANDY KIRKPATRICK – LE BASI (1–240)

PROTEZIONI ATTIVE (84-95) 84  Trattate le vostre protezioni attive come un Marine

tate inoltre dei cavetti sottili e dei piccoli stampi tubolari.

tratta il suo fucile, vale a dire pulite, oliate e libere da spor-

Con questa semplice attrezzatura dovreste essere in grado

co, terra e polvere. Ricordate che la vostra sopravvivenza

di fare riparazioni volanti ma efficaci alla maggior parte

dipende dal loro perfetto funzionamento. Sabbia, salsedine

delle protezioni passive. Potete dare la forma desiderata ai

e sporco possono ridurre grandemente l’azione di blocco e

cavetti utilizzando gli stampi, schiacciandoli con la pinza di

la funzionalità delle camme. Pulite le vostre protezioni a

un attrezzo multiuso (il classico Leatherman) oppure usan-

camme con acqua tiepida e uno spazzolino da denti; poi

do un normale dado e un sasso (posizionate il dado sopra lo

asciugatele e aggiungete qualche goccia di lubrificante. Io

stampo, poi martellate il dado con il sasso).

utilizzo il WD-40, anche se alcuni dicono che ha l’effetto opposto di attrarre lo sporco. Se anche così fosse, questo vi

88  Più protezioni attive piazzate, più ci prenderete la mano,

costringerà a pulire il tutto più spesso, e questo è sempre

e più capirete che una protezione attiva può fare schifo in

un’ottima cosa.

un senso, ma rivelarsi perfettamente sicura in un altro senso. La cosa più importante da tenere a mente è che i lobi più

85  Se anche uno solo degli assi su cui ruotano le camme è

esterni della camma (o della camma più esterna) devono

piegato o danneggiato, oppure se anche una sola delle cam-

sempre essere a contato con la parte più ampia della roccia

me ha la testa un po’ deformata, buttate tutto quanto nel

(questo è assolutamente vitale nei piazzamenti precari).

cestino, poiché la maggior parte degli attrezzi a camme deve essere perfetta in ogni sua parte per poter funzionare

89  Con le protezioni attive dovreste sempre ottenere quat-

correttamente.

tro punti di contatto con la roccia, con i lobi delle due camme esterne opposti ai lobi delle due camme interne. Di

86  Quando viaggiate o vi spostate per raggiungere la fale-

fatto, anche con le protezioni attive sono sufficienti tre soli

sia, tenete tutte le vostre protezioni attive separate in un

punti di contatto con la roccia. Se i lobi delle due camme

sacco apposito, invece che buttandole semplicemente nello

esterne hanno buoni punti di contatto, e uno solo dei lobi

zaino. Questo eviterà che vengano schiacciate da altro ma-

delle due camme interne fa presa sulla roccia, quello è pur

teriale, o piegate e sbatacchiate, il che può danneggiarle e

sempre un buon piazzamento.

causare rotture sotto carico, specialmente dei cavetti. 90  Le protezioni attive sono più facili e più veloci, sia da 87  La rottura più frequente è quella del cavetto che richia-

posizionare sia da estrarre, di quelle passive. Per questo so-

ma il movimento delle camme. Se vi capita una cosa del

no le protezioni ottimali per arrampicare in velocità.

genere in parete, a metà via, potete fare ben poco, a parte provare a posizionarli a mano, azionando le camme con le

91  Le protezioni attive con due assi (sui quali ruotano le

dita. Ma su vie di più giorni o in viaggio dovete essere in

camme) hanno numerosi vantaggi. Il più importante è che si

grado di riparare il danno da soli. Portate sempre con voi

incastrano meno facilmente. Perché? Non ne ho la minima

alcuni metri di cordino in Dyneema (del tipo usato per il

idea, ma so semplicemente che vengono sempre via facil-

kite surfing) di 1 millimetro e 2 millimetri di diametro. Por-

mente.

35


LE BASI (1–240) NODI (124-137) 124  Ci sono moltissimi nodi al mondo, e impararne il più

125  Il nodo inglese doppio è un nodo molto utile se dovete

possibile fa parte del bagaglio di un buon arrampicatore.

unire insieme delle corde o dei cordini sottili o di diametro

Anche il “nodo del camionista”22 (detto anche “nodo gor-

diverso l’uno dall’altro (come per esempio i cordini dei vec-

23

diano” ) vi potrà risultare utile, di tanto in tanto. In realtà

chi dadi esagonali). Assicuratevi sempre che, una volta ter-

avete bisogno di conoscere solo pochi nodi, i più importan-

minato il nodo, rimangano delle estremità lunghe almeno

ti dei quali, a mio parere, sono i seguenti, in questo ordine

dieci volte il diametro della corda o del cordino. Se dovete

di importanza.

unire insieme dei cordini in Dyneema, dovete usare il nodo

1) Il nodo a otto ripassato. Secondo me, il miglior nodo in

inglese doppio con almeno tre giri di corda o cordino, inve-

assoluto per legarsi, in qualunque situazione di arrampica-

ce dei normali due. Questo perché il Dyneema è un materia-

ta. Molti pensano che il bulino sia migliore, in quanto dopo

le molto liscio e tende a scivolare su se stesso se sottoposto

l’uso è più facile da sciogliere, ma a mio parere non è un

a forti carichi, correndo il rischio di sciogliere il nodo.

gran vantaggio. Infatti, penso che sia un vantaggio proprio l’opposto, ovvero essere legato alla corda che mi salva la

126  Nonostante io non mi leghi mai usando un bulino, è

vita con un nodo che è piuttosto duro da sciogliere.

utile essere in grado di farne uno utilizzando un’asola di

2) Il barcaiolo. Nodo vitale quando si tratta di legarsi in

corda, soprattutto se dovete assicurarvi a un albero, per

sosta e aggiustare la lunghezza delle corde in sosta o della

esempio, o anche a uno spuntone di roccia, e non potete o

sosta stessa.

non volete usare dei moschettoni.

3) Il nodo semplice. Il nodo d’elezione per unire le corde per le soste da calata. E questo è quanto. Ad essere onesti, essere in grado di fare anche altri nodi può rivelarsi utile (vedi i consigli di seguito), ma davvero, se siete in grado di fare i tre nodi indicati sopra, ve la caverete nella maggior parte delle situazioni. Dando per scontato che sappiate già allacciarvi le scarpe.

22. Il “nodo del camionista”, noto con altri nomi, quali “paranco semplice” e altri, è un insieme di nodi usati per assicurare i carichi su camion e rimorchi. Questo nodo è stato a lungo usato per mettere in tensione le funi ed è conosciuto con più nomi. Si dice che l’origine di questo nodo possa risalire al tempo in cui i carrettieri e venditori ambulanti trasportavano la merce da un luogo all’altro usando carri trainati da cavalli. Fonte: knots3d.com. 23. Il “nodo gordiano” fa riferimento a un episodio mitologico. L’origine dell’espressione sembra risalire a un aneddoto su Alessandro Magno. Nel corso della sua campagna d’Asia, il macedone aveva infatti sottomesso la città del re frigio Gordio, che aveva offerto a Zeus il suo carro legandone il giogo con un nodo inestricabile. Secondo una profezia, chi l’avesse sciolto sarebbe stato padrone dell’Asia. Alessandro, dopo vari tentativi falliti, risolse la questione tagliando il nodo con un colpo di spada molto deciso e, in effetti, finì per dominare vastissimi territori del continente. 46


Neil Chelton combatte con la sua corda sulla Parete Nord dell’Eiger. 47


SICUREZZA (241–327) 267  Se le corde sono veramente dure da sfilare, aumentate

la vostra capacità di tiro agganciandoci i vostri ascensori e

FIGURA 17

caricateli con il vostro peso. 268  Che cosa fare quando una delle vostre corde è stata

Sosta

danneggiata dalla caduta di un sasso o da uno spigolo aguzzo, e dovete utilizzarla comunque per calarvi? Potrete cavarvela così. Prendete la corda danneggiata e create un piccolo cappio o asola alla sua estremità, facendoci un nodo semplice doppio (ovvero un nodo semplice fatto sulla corda piegata su se stessa), senza stringerlo. Non utilizzate MAI un nodo a otto. Ora passate la corda buona attraverso la sosta, e dopo ripassate il nodo semplice della corda danneggiata, unendo quindi le due corde con questo nodo, che rispetto alle situazioni normali avrà le due solite estremità che escono da esso, ma anche la piccola asola che avete formato precedentemente. A questo punto agganciate un piccolo moschettone a ghiera – ma due moschettoni normali con le leve contrapposte è ancora meglio, in questo caso

Corda

– dall’asola della corda danneggiata a prendere la corda

di calata

buona. Se è possibile, cercate di far passare la corda buona, oltre che dentro alla sosta, anche in una piccola asola – di un cordino della sosta, per esempio. L’idea è impedire che il nodo passi dentro l’anello di calata. Ora calatevi sulla corda buona, ricordandovi che avrete bisogno di aumentare l’attrito aggiungendo altri moschettoni al vostro sistema di calata, in quanto la corda singola scorre molto più facilmente. Una volta che tutti gli arrampicatori siano assicurati alla sosta inferiore, tirate la corda danneggiata, sfilandola, e recupererete anche la corda buona (figura 17).

78

Corda danneggiata


1001 CONSIGLI PER L’ARRAMPICATA – ANDY KIRKPATRICK – SICUREZZA (241–327)

CAVARSELA CON IL CALDO (269-289)

con la protezione già cucita. Portate sempre occhiali da so-

269  Un ambiente molto caldo può rappresentare una delle

le con lenti di ottima qualità, in modo da lasciare esposta la

maggiori minacce che possiate incontrare, in quanto si per-

minor parte possibile di pelle.

de il controllo, sia fisico che mentale, molto facilmente e velocemente. Un colpo di calore e lo sfinimento dovuto

273  Qualunque zona del vostro corpo sia esposta al sole,

all’ipertermia possono ridurre in ginocchio anche il più to-

deve assolutamente essere protetta con una generosa e co-

sto e preparato degli arrampicatori. Quindi, se fa davvero

stante applicazione di crema solare ad alto fattore di prote-

caldo, trattate la situazione con la stessa serietà con cui

zione. Questo vale anche per i dorsi delle mani, per le

trattereste una temperatura di 50 gradi sotto zero.

orecchie (la parte esterna, quella interna e quella posteriore), e per ogni altra zona. In ogni caso, anche la crema so-

270  Se vi spostate da una zona con clima mite a una con un

lare non offre tanta protezione come lo stare ben coperti.

clima molto caldo avrete bisogno di acclimatarvi. Ci potrebbero volere anche diversi giorni, durante i quali dovre-

274  Quando vi applicate la crema solare usate il dorso del-

te progressivamente esporre il vostro corpo sempre di più

la mano e delle dita. In questo modo non vi ungerete le dita

al sole e al caldo. Per cominciare, potete passare un po’ di

e i palmi prima di arrampicare. La crema protettiva do-

tempo a riposare all’ombra; poi, piano piano, giorno dopo

vrebbe essere applicata circa mezz’ora prima dell’esposi-

giorno, provate a sforzarvi di esporre il vostro corpo a dosi

zione, e riapplicata regolarmente ogni poche ore.

sempre maggiori di sole e caldo, per poi tornare di nuovo all’ombra, in modo che il processo di adattamento possa

275  Tenete sempre sotto controllo i segni di possibili colpi

compiersi. Se avete in programma di intraprendere un’atti-

di calore ed esaurimento nei membri della vostra cordata.

vità estremamente intensa in questo clima molto caldo, al-

Questi potranno mostrare nausea, vomito, delirio e affati-

lora preparatevi compiendo nei giorni e nelle settimane

camento estremo. Se sospettate che qualcuno ne stia già

precedenti un’attività intensa, come per esempio salire

soffrendo, aiutatelo immediatamente a recuperare, idra-

molto velocemente delle vie facili in pieno sole.

tandolo e proteggendolo dall’esposizione al sole e al calore meglio che potete. Se siete su una grande parete e non ave-

271  Quando vi trovate in un luogo molto caldo osservate

te possibilità di trovare riparo né di proseguire in sicurezza

quello che fa la gente del posto e copiateli: da come si ve-

allora valutate la possibilità di chiamare il soccorso, oppure

stono a come si muovono. Nei paesi caldi, la gente non fa

restate del tutto fermi in attesa di un miglioramento della

mai niente durante le ore centrali del giorno: al contrario,

situazione, con le temperature più fresche della sera. Uti-

si svegliano presto per sbrigare le loro faccende, oppure

lizzate la coperta termica in alluminio come riparo dal sole,

escono la sera tardi, quando sta parzialmente rinfrescando.

aspettate, e scendete quando arriva la sera. Ricordate che se più membri di una cordata stanno perdendo il controllo

272  È di vitale importanza che teniate coperta la maggior

o lo hanno già perso a causa del caldo, allora scendere in

parte del vostro corpo, e soprattutto la testa. Indossate

queste condizioni non potrà che peggiorare le cose.

pantaloni leggeri ma lunghi, e magliette bianche a maniche lunghe. Applicate una protezione per il collo al vostro caschetto, o indossate sotto al casco un cappellino apposito, 79


GRANDI PARETI (328–434) RISALIRE A JUMAR (341-354) 341  Proprio come ci si allena per ogni tipo di arrampicata

344  Imparate tanto la risalita quanto la discesa. Quest’ulti-

(placche, fessure, strapiombi) ci si dovrebbe allenare per

ma richiede un’ottima coordinazione tra l’azione del pollice

padroneggiare ogni tecnica di risalita a jumar: dal sistema

e della camma di bloccaggio. Scendere utilizzando le jumar

FROG (imbragatura intera o con pettorina, bloccante Croll

è un’ottima soluzione in tutti i casi in cui la corda è molto

e maniglia jumar), al sistema texano (due maniglie jumar),

tesa, al punto da non poter essere manovrata e inserita in

al sistema sportivo (una maniglia jumar e un Croll), al siste-

un normale discensore.

ma della camminata su corda (come il sistema FROG ma con un ascensore per un piede), a vari metodi di emergenza

345  La lunghezza della vostra daisy chain è fondamentale

(prusik e mini ascensori). Allenatevi su questi metodi sia in

nei sistemi di risalita a due maniglie, come il Texas/Yose-

placca che in strapiombo, valutatene pregi e difetti in ogni

mite. Quando siete appesi completamente sulla maniglia

situazione: così potrete scegliere il sistema migliore per

superiore dovreste essere comunque in grado di manovrar-

ogni tiro, quando ne avrete bisogno.

la: il vostro braccio dovrebbe essere piegato anche quando scaricate tutto il vostro peso sulla maniglia. Segnate la lun-

342  Dovreste affinare un’abilità estremamente impor-

ghezza giusta con un pennarello, o con ungiro di un cordi-

tante, quella di saper posizionare e rimuovere una mani-

no sottile (2 millimetri) all’interno dell’anello. Non usate il

glia jumar dalla corda utilizzando una sola mano, con il

nastro adesivo, perché verrà via molto rapidamente.

pollice che aziona la camma di bloccaggio. Usare due mani è più lento, il che è un serio problema se dovrete

346  Potrà sembrare ovvio a molti, ma altrettanti lo ignora-

ripetere questa operazione svariate migliaia di volte in

no: esistono jumar per la mano destra e per la mano sini-

parete.

stra. La maniglia “sinistra” è quella di cui potete vedere direttamente la camma di bloccaggio tenendola nella mano

343  Se si risale a jumar una corda libera, non in tensione o

sinistra, e viceversa per la destra. In questo modo potrete

con troppo poco peso, capiterà che quando caricate il vo-

manovrare e sbloccare la camma con il pollice.

stro peso sulla maniglia superiore e tirate su quella inferiore tutta la corda sottostante tenderà a venire su insieme

347  La regola aurea delle risalite a jumar è che dovete sem-

alla maniglia inferiore. La maggior parte dei principianti

pre essere assicurati ad almeno due punti. Se dovete ri-

tiene bloccata la corda con l’altra mano, permettendo alla

muovere una maniglia, allora legatevi con un nodo (quindi

maniglia di scorrere meglio verso l’alto, ma è una soluzione

un nodo e una jumar). Ho visto personalmente numerosi

molto inefficiente e sconsigliabile, visto che in generale

arrampicatori professionisti saltare via dalle jumar senza

non dovreste mai lasciare la presa dalle jumar. Per evitare

alcun preavviso.

questo inconveniente, quando tirate su la jumar inferiore alleggerite leggermente la camma di bloccaggio (NON la chiusura di sicurezza!) in modo che la maniglia scorra con minor attrito.

96


Steve “Kiwi� Bate in solitaria autoassicurata su Zodiac, El Cap. 97


Rich Cross in avvicinamento al Cerro Torre in inverno. 118


1001 CONSIGLI PER L’ARRAMPICATA – ANDY KIRKPATRICK – GHIACCIO (435–481)

LE BASI (435-447) 435  Tenete sempre le picche ben affilate e portate sempre

440  Se non scalate su ghiaccio da un bel po’, allora prima di

con voi una lima. Personalmente utilizzo una piccola lima

attaccare la vostra via passate qualche minuto del vostro

piatta di precisione, segata in due, in modo che sia lunga

tempo a fare del bouldering alla base. Aiuterà il vostro cer-

soltanto 5 centimetri circa. Su alcune vie particolarmente

vello a ricordarvi come funzionano le picche e come muo-

lunghe e particolarmente dure potrà capitarvi di dover af-

vere i piedi.

filare le picche a metà via. 441  Utilizzate sempre un connettore come lo Spinner Lea436  L’arrampicata su ghiaccio si basa prevalentemente sul-

sh della Black Diamond2 con le vostre piccozze. Il vantag-

la tecnica di piedi e sulla fiducia che riponete nei vostri

gio è doppio: ovviamente non perderete le picche, e poi,

ramponi, anche se vi sembrerà che tutto dipenda dalle vo-

grazie al suo design, sarete molto più rilassati, il che è mol-

stre braccia. Vale veramente la pena di fare molta pratica

to più importante.

con la corda dall’alto su una via appena appoggiata, utilizzando le mani in appoggio e per l’equilibrio e affidandosi

442  Utilizzate dei connettori che siano molto resistenti e in

completamente ai ramponi, per riuscire a capire cosa vi

grado di reggere una caduta. Vi salveranno la vita, se veni-

permettono di fare, aumentando la fiducia che riponete in

te colpiti da pezzi di ghiaccio caduti dall’alto mentre state

loro.

scalando da primi, o se venite investiti dai violenti spruzzi di neve o da una valanga.

437  Cercate di piazzare le picche soltanto in zone con-

cave del ghiaccio, come piccoli buchetti più o meno sva-

443  Sostituite i moschettoni di bassa qualità che trovate

si, pieghe e fossette: in quei punti il ghiaccio ha la sua

già forniti alle estremità dei vostri leash con moschettoni

maggiore tenuta e vi sono meno rischi che si spezzi.

moderni ad alta resistenza, con la leva a filo d’acciaio. Potete anche utilizzare moschettoni a ghiera, ma su vie con

438  Cercate sempre i punti in cui il ghiaccio è più chiaro e

ghiaccio molto bagnato potrà capitare che l’acqua, scorren-

posizionate le picche in quei punti. Il ghiaccio di colore più

do giù per le picche, entri all’interno della ghiera e poi,

chiaro contiene più aria, e vi darà una maggiore presa.

congelandosi, la blocchi.

439  Andate senza dragonne1. È più facile, vi acciaierete di

444  Se togliete i leash dalle vostre picche allora aggan-

meno, è più divertente e anche più sicuro. Senza dragonne

ciatele a qualcos’altro di solido o riponetele all’imbraga-

potrete piazzare più protezioni, oltretutto con minore sfor-

tura. Non lasciatele mai appese al ghiaccio senza leash e

zo e quindi con meno ghisa negli avambracci. Inoltre cor-

senza tenerle ben salde, in quanto è molto facile che

rerete meno rischi di cadere, in quanto riuscirete a

vengano fatte saltare via e cadere anche dai semplici

muovervi in modo molto più fluido.

movimenti della corda.

1. La dragonne (nell’originale inglese leash, letteralmente “guinzaglio”) è un connettore che unisce una piccozza al polso o all’avambraccio dell’arrampicatore, in modo che la piccozza non possa sfuggire e cadere di sotto. Molti arrampicatori utilizzano la dragonne anche per riposare gli avambracci, mollando la presa dall’impugnatura della piccozza e restandoci appesi. Alcuni considerano non etico questo metodo di riposo. 2. Si tratta di un leash formato da un anello centrale da connettere all’imbragatura, dal quale partono due lunghi e resistenti cordini elastici da unire alle piccozze. Lo snodo centrale può ruotare facilmente. 119


MISTO (482–503) SALIRE DA PRIMI (482-494) 482  Quante volte avete piantato la vostra piccozza su una

comprendendo subito che il tronco di un albero è soffice ab-

protuberanza di terra ed erba, oppure su uno strato di ghiac-

bastanza da accogliere la punta di una picca, sarebbe in gran-

cio o su una presa tonda, ma poi siete rimasti bloccati, troppo

de difficoltà nel giudicare quanto profondamente dovrebbe

spaventati per muovervi su quelle prese infide? Probabil-

penetrare la picca, per essere sicura e sorreggere il suo peso.

mente diverse volte. E ancora, quante volte vi siete mossi

Un esperto arrampicatore di ghiaccio e misto, d’altro canto,

sopra le piccozze, agganciate in posizioni veramente schifo-

si costruisce questa esperienza. Inizialmente con calma, len-

se, solo per sentire i vostri piedi scappare via nel vuoto, la-

tamente: le prime volte pianterà le picche troppo in profon-

sciandovi appesi proprio a quelle piccozze posizionate da

dità, sia sul terriccio che nel ghiaccio; poi con il tempo si

schifo?Probabilmente diverse volte anche in questo caso. In

schiarirà le idee sulla giusta profondità. Tutto questo è il ri-

arrampicata libera il contatto diretto delle mani e delle dita

sultato della conoscenza del funzionamento di una piccozza e

sulla roccia vi permette di giudicare in una frazione di secon-

della comprensione del terreno su cui ci si sta muovendo. La

do se riuscirete a tenere quell’appiglio. La punta delle vostre

stessa cosa vale per l’arrampicata su misto: una piccozza gi-

dita vi rimanda indietro un segnale positivo non appena la

rata a 15˚ dentro a una fessura non terrà; girata invece a 45˚,

appoggiate su quella tacca o su quello svaso. Consideriamo

terrà. Impariamo lentamente cosa è possibile e cosa non lo è.

invece cosa accade quando non avete più il vantaggio di quel-

Quello che voglio dire è che quando usiamo le dita non ab-

la relazione diretta tra quello a cui vi state aggrappando e il

biamo bisogno di imparare quali prese riusciremo a tenere e

vostro cervello. Nell’arrampicata artificiale e nell’arrampica-

quali no: lo sappiamo istintivamente. Ma quando utilizziamo

ta invernale la relazione tra voi e il terreno su cui vi muovete

degli strumenti tecnici (piccozze, ganci, chiodi), non possia-

non è diretta, ma è interrotta dall’interposizione di uno stru-

mo sapere istintivamente cosa riusciremo a utilizzare e cosa

mento, una barriera inevitabile: una piccozza, un gancio, o

no, al di là dell’ovvio: dobbiamo impararlo, e apprenderlo

ancora un chiodo, perché ciò a cui abbiamo bisogno di ag-

con il tempo. Che succede se non sappiamo orientarci in

grapparci è troppo piccolo o troppo brutto per starci sopra

questo dilemma? Se proprio non abbiamo idea? Se ci stiamo

solo a mani nude (ghiaccio, neve, o prese microscopiche,

spingendo vicino ai nostri limiti? Diciamo che siete sul Ben

troppo piccole per poter essere arcuate). In tutte queste si-

Nevis1, e dovete salire un tratto di ghiaccio spesso solo 5

tuazioni l’unico modo per andare avanti è la comprensione

centimetri, mentre prima di quel momento avete sempre

del nostro mondo materiale, delle leggi della fisica, con una

scalato su neve compatta e croccante spessa un metro e

bella dose di esperienza e di fiducia buttata in mezzo per buo-

mezzo. Oppure diciamo che siete bloccati su una cengia, do-

na misura. Anche un non-arrampicatore si fiderebbe cieca-

vete tirarvi su utilizzando le picche su due prese svase, men-

mente di una piccozza agganciata dietro a un tubo di ferro di

tre prima d’ora le avete sempre utilizzate in grosse e

una struttura d’arrampicata, perché capirebbe istantanea-

profonde fessure orizzontali? Nell’arrampicata in artificiale,

mente che, anche tirando con tutta la forza, la picca non si

quando non sapete di che cosa sia capace una protezione o

staccherebbe mai dalla struttura, né la romperebbe. Ma la

un punto di progressione, e a maggior ragione se le conse-

stessa persona si fiderebbe molto meno se gli venisse chiesto

guenze di un possibile cedimento del punto saranno parec-

di salire su un albero utilizzando le piccozze perché, pur

chio serie, lo testate con cura, ci attaccate una fettuccia e poi

1. Il Ben Nevis è la montagna più alta di tutte le isole britanniche. Sebbene sia alta soltanto 1345 metri, trovandosi nelle montagne della Scozia possiede un clima molto severo che la rende una salita veramente impegnativa in inverno. 130


L’autore su The Vicar, Northern Corries, Scozia.

lo tirate varie volte, oppure ci salite sopra con il peso del

gervi oltre i vostri limiti, ma dovete utilizzarla con attenzio-

corpo. Questo non soltanto vi dimostra che il punto di pro-

ne, in quanto arrampicherete in modo molto più lento, e le

gressione o la protezione sono affidabili, ma allo stesso tem-

vostre braccia si stancheranno molto, molto di più.

po dice al vostro cervello di rilassarsi e di concentrarsi nell’effettuare il movimento. Nell’arrampicata invernale,

483  Se non avete mai utilizzato una piccozza in torsione,

questo stesso approccio può funzionare molto bene quando

fate pratica e giocherellate in giro con le vostre picche, su

non siete sicuri, o peggio ancora quando avete forti dubbi

palazzi e muri, e familiarizzate con questo principio: pra-

sulla tenuta di un punto. A differenza dell’arrampicatore che

ticamente quasi ogni oggetto può essere inserito in uno

sta facendo dell’artificiale, voi non avete due daisy chain per

spazio con una certa inclinazione e con un certo orienta-

testare i punti, dovete farlo utilizzando le vostre braccia. Per

mento, e poi bloccato a prova di tenuta tramite una rota-

fare questo, piazzate la vostra piccozza e se volete verificare

zione che cambia inclinazione e orientamento.

quanto sia affidabile datele un paio di buone tirate. Questa tecnica richiede molta competenza e attenzione: dovete farlo

484  Qualunque cosa può essere infilata in una fessura e sot-

in modo che, se la piccozza dovesse venire via, non corriate

toposta a torsione: il trucco qui è essere creativi. Utilizzate

il rischio di cadere. Inoltre, affrontate questo momento con

la piccozza, certo, ma pensate alle sue varie parti: la picca

la giusta attitudine mentale. Dovete pensare: “Voglio strap-

vera e propria, l’ascia (la paletta), il martello e il manico.

pare via questa dannata picca!” piuttosto che “Oh, ti prego,

Come un arrampicatore su roccia conosce alla perfezione il

non venire via!”. Questa è una tecnica molto valida per spin-

proprio materiale, così voi dovete vedere la piccozza come il 131


MONTAGNA (504-802)

796  Tenete sempre a portata di mano una piccola spazzola

800  Non importa quanto crediate che la tenda fosse asciut-

per ripulire la tenda da sporco, neve e ghiaccio. Potete uti-

ta, quando l’avete messa via alla fine della spedizione. Arri-

lizzarla anche per togliere ghiaccio e neve dai vostri vestiti

vati a casa, lasciatela asciugare stesa all’aria per 24 ore.

prima che entriate in tenda. Su una via alpina, in inverno,

L’umidità ha la tendenza ad accumularsi e nascondersi in

vale comunque la pena portarsi dietro una spazzola, utile

strani posti, e se non la togliete completamente la vostra

anche per ripulire la roccia dalla neve. Assicuratevi che ab-

bella tenda diventerà puzzolentissima.

bia una impugnatura appuntita e stretta: la potrete usare anche per grattar via il ghiaccio dalla suola degli scarponi e

801  Se dovete utilizzare una tenda da bivacco su una cen-

la neve indurita dalle cerniere lampo.

gia stretta non vale la pena usarla in modo convenzionale, standoci sdraiati fianco a fianco. Funzionerà molto meglio

797  Una spugnetta sarà utilissima per assorbire l’eccesso

se vi posizionate con la schiena contro la montagna e le

di condensa che si può formare in tenda (per esempio men-

gambe stese in avanti, piuttosto che dover bivaccare all’a-

tre cucinate). Inoltre, vi sarà di grande aiuto quando qual-

perto per riuscire a stare sdraiati.

che membro della squadra rovescerà la sua tazza di tè dentro la tenda, il che accadrà sicuramente.

802  I russi hanno sviluppato una tecnica per costruire una

specie di amaca di ghiaccio sulle pareti molto ripide, su cui 798  Se siete accampati su terreno duro o spigoloso cercate

non è possibile scavare una cengia di neve profonda abba-

di mantenere sempre il pavimento della tenda in buone

stanza per una tenda, oppure nel caso in cui ci voglia trop-

condizioni. Potete metterci al di sotto un telo impermeabi-

po tempo per farlo. Si tratta di un telo il cui disegno ricalca

le. Non vale la pena comprarne uno nuovo, potete tranquil-

esattamente quello di un’amaca, che viene appesa sul bordo

lamente fabbricarne uno tagliando a metà un vecchio sacco

della cengia. Mano a mano che la cengia viene scavata e

da sopravvivenza. Assicuratevi che le dimensioni siano leg-

tagliata ci si accumulano dentro neve, rocce e ghiaccio,

germente più piccole di quelle della tenda, altrimenti l’umi-

estendendo la superficie utile anche di un metro – un’enor-

dità condenserà ai bordi e migrerà sotto la tenda.

me differenza!

799  Se la sacca per riporre la tenda è troppo piccola procu-

ratevene una più grande. Cercare di infilare una tenda bagnata in una sacca troppo stretta è una vera rottura di scatole, e vi farà passare la voglia di tirare di nuovo fuori la tenda per farla asciugare, una volta finito il maltempo.

182


Bivacco su portaledge, al decimo giorno su Holstind, Antartide. 183


ALTRA ROBA (877-1001) FATEVI IL VOSTRO KIT (902-913) 902  Le aziende di settore fabbricano una vasta gamma di

904  La maggior parte dei sacchi a pelo attualmente sul

attrezzature per una vastissima gamma di utilizzatori, il

mercato non funziona poi così bene, perché molti produt-

che significa che pochissimi oggetti sono veramente di nic-

tori risparmiano sui costi utilizzando materiali non traspi-

chia o del tutto specialistici. Ne consegue che potete sem-

ranti per la parte inferiore, una totale perdita di tempo e

pre apportare qualche miglioria a ogni elemento della

denaro nel caso di utilizzo prolungato (il sacco a pelo piano

vostra attrezzatura, semplicemente aggiungendo quello di

piano si bagnerà). Potete farvi da soli un sacco a pelo com-

cui sentite la mancanza e che il produttore riteneva poco

pletamente traspirante utilizzando materiale venduto da

commerciale.

aziende specializzate (nel Regno Unito, per esempio, Point North - www.profabrics.co.uk). In caso di utilizzo alpino,

903  Fatevi da soli il vostro sacco a pelo – o meglio, la vo-

dove la pioggia non è un problema, potete utilizzare del

stra “coperta pesante”, con dei semplici elementi, seguen-

tessuto Pertex Endurance, totalmente traspirante e molto

do i consigli che trovate sul sito internet di Ray Jardine6

leggero, sia per il sopra che per il sotto del vostro sacco a

(www.rayjardine.com). Potrete realizzare una coperta che

pelo; mentre per le spedizioni in zone esposte, o su grandi

si adatterà tanto a una spedizione estiva quanto a una in-

pareti, in cui la pioggia rappresenta un problema, potete

vernale, e che presenta numerosi vantaggi rispetto a un

cercare qualcosa di più pesante, impermeabile e resistente.

tradizionale sacco a pelo. Tanto per cominciare è in mate-

Sigillate le cuciture con della colla apposita (come la Seam

riale sintetico, quindi la vostra capacità di sopravvivenza

Grip), o con il nastro sigillante che si fa aderire tramite il

sarà notevolmente aumentata (la piuma d’oca perde le pro-

ferro da stiro. In alternativa, lasciate le cuciture come sono,

prietà isolanti, se si bagna, e impiega molto tempo ad asciu-

per l’utilizzo in climi rigidi e secchi. Fate un grande cap-

garsi); in secondo luogo, una volta piegata occupa

puccio che copra il terzo superiore del sacco a pelo, e non

pochissimo spazio, anche perché in pratica rappresenta

perdete tempo a metterci una cerniera lampo.

soltanto la metà superiore di un sacco a pelo; infine è molto leggera. Perfino un sacco a pelo estivo basterà a proteggervi per una sola notte durante una spedizione invernale, se indossate tutti gli abiti. Io ne apprezzo molto anche il design, che rende molto più facile muoversi sotto la coperta, per esempio togliersi gli scarponi, cambiarsi gli indumenti, e via dicendo, il che è fantastico, se siete confinati nello spazio angusto di una tenda da bivacco. Ray vende anche coperte adatte per due persone, che sono perfette per l’uso in alta montagna: vi fanno risparmiare peso e ingombro, e vi permettono di condividere il calore corporeo.

6. Leggendario arrampicatore della Yosemite Valley, con all’attivo un’infinità di vie e numerosi record di velocità. 214


Arrampicata veloce su The Nose, El Cap. 215


LE BASI [1–240]

MISTO [482–503]

Da come legarsi al meglio e all’importanza dell’efficienza

L’obiettivo è puntato sull’alpinismo invernale e in stile

di una cordata, a come organizzare correttamente il

scozzese. Si tratta di consigli fondamentali su come

materiale, a come dormire imbragati. Questa sezione

utilizzare gli attrezzi su roccia coperta di neve, su come

è adatta sia ai principianti che ai più esperti.

progredire da primo, sull’uso dei materiali e dei piedi su terreno misto.

SICUREZZA [241–327] L’obiettivo ultimo, quando si scala, è restare vivi e tornare

MONTAGNA [504–802]

a casa tutti interi. Questa sezione affronta i problemi

Sezione fondamentale per alpinisti, escursionisti,

legati alla roccia instabile o marcia, le tecniche di

climber. Quasi 300 consigli su come si vive (e si resta vivi)

soccorso, come affrontare il caldo e cosa fare se si

in montagna, dalle Alpi, alla Gran Bretagna, alle grandi

rimane bloccati.

catene di tutto il mondo.

GRANDI PARETI [328–434]

ALLENAMENTO [803–876]

Le conoscenze necessarie ad affrontare grandi pareti

Una serie di consigli su come superare la paura,

con vie di più tiri e tecniche più avanzate come la

incrementare forza e resistenza e consigli su dieta

progressione in jumar, i metodi per issare i sacconi

e nutrizione specifiche.

portamateriale, le tecniche di progressione in velocità. Si tratta di consigli utili sia a chi affronta per la prima

ALTRA ROBA [877–1001]

volta questo tipo di vie che ai più esperti.

Miscela esoterica che spazia da come ci si cala su un fifi hook a quali libri leggere, da come fabbricarsi la propria

GHIACCIO [435–481]

attrezzatura a come trovare sponsorizzazioni; consigli su

Consigli su tutto quel che riguarda la scalata su ghiaccio:

riprese video e foto e su come andare in bagno in posti

movimenti, protezioni, come tenere il materiale in

complicati.

efficienza, come affinare la forza mentale e – ovviamente – come evitare di cadere.

34,00 € IVA inclusa

ISBN: 978 88 85475 410

www.versantesud.it


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