MARIO SERTORI
ALPINE ICE
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Italia - Alpi centrali e orientali, Austria e Slovenia
Le più belle cascate di ghiaccio delle Alpi
EDIZIONI VERSANTE SUD | COLLANA LUOGHI VERTICALI | ICE
Prima edizione. gennaio 2009 Seconda edizione. novembre 2018 ISBN 9788885475 496 Copyright © 2018 VERSANTE SUD S.r.l. Milano via Longhi, 10. Tel. 027490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Copertina
Mario Sertori, Candelone N°2 , Gola di Bletterbach (© F. Marcelli)
Testi
Mario Sertori
Cartine
Chiara Benedetto. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia
Tommaso Bacciocchi
Impaginazione
Chiara Benedetto
Stampa
Tipolitografia PAGANI (BS)
RINGRAZIAMENTI Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno fornito materiale e informazioni: Aljaž Anderle Marco Beltramini, Giuliano Bordoni, Giacomo Casiraghi, Tomo Cesen, Marcello Cominetti, Davide Donini, Hermann Erber, Daniele Fiorelli, Luisa Fusi, Andrea Gamberini, fam Carlo Gasperini, Erich Gatt, fam Urban Golob, Ezio Marlier, Kata Matoga, Daniele Molineris, Tullio Parravicini, Simone Parravicini, Francesco Tremolada, Klaus Kranebitter, Elias Holzknecht, Drejc Karnicar, Gregor Kresal, Dietmar Walser, Christian Piccolruaz, Matevz. Lenarčič, Matej Tonejec, Rok Stubelj, Marco Tiraboschi, fam.Luca Vuerich, Florian Riegler, Roby Parolari, Claudio Migliorini,
Alessandro Bau’, Martina Scuka. Grazie anche a Francesca Marcelli a cui devo gran parte delle foto d’azione presenti nel libro; ad Albert Leichtfried per il racconto della prima di Illuminati e per tante immagini meravigliose; a Beppe Ballico per i suoi report di scalata e per i superbi scatti fotografici; a Marco Milanese per lo struggente ricordo di Luca Vuerich e per alcune foto mozzafiato; a Claude Gardien per la gradevole presentazione. Sono molto grato a Beat Kammerlander e Peter Podgornik che mi hanno concesso il loro tempo rispondendo alle domande e incoraggiandomi nel mio progetto editoriale.
NOTA La scalate delle cascate di ghiaccio è attività potenzialmente pericolosa. Le condizioni climatiche possono variare rapidamente e lo stato delle cascate è soggetto a modifiche anche repentine provocate dagli agenti esterni. Alcuni itinerari sono molto esposti al rischio di valanghe. È stato fatto il massimo sforzo per garantire l’esattezza delle informazioni contenute in questa gui-
da, ma esse vanno comunque verificate di volta in volta da persone esperte in grado di valutare le condizioni del ghiaccio. Ascoltate il bollettino valanghe e prendete informazioni sul posto. L’utilizzo di questa guida viene fatto a vostro rischio e pericolo e in nessun caso autore ed editore possono essere ritenuti responsabili di incidenti verificatisi in una delle vie descritte.
Mario Sertori
ALPINE ICE 2 Le piĂš belle cascate di ghiaccio delle Alpi
Volume 2 650 itinerari in Italia - Alpi centrali e orientali, Austria e Slovenia
EDIZIONI VERSANTE SUD
ALPINE ICE Volume 2 Introduzione - ottobre 2018 Crediti delle fotografie Presentazione Legenda Indice e mappa
6 8 11 12 16
Italia - Alpi centrali e Alpi orientali Mastro d’ascia - La cascata che tutti aspettavano La Spada del Combolo Illuminati Principessa Sospesa Solo per i tuoi occhi – Monte Pelmo parete ESE Per Leila Super Stridente Luca Vuerich
18 52 70 214 268 278 296 296 302
Austria Beat Kammerlander
304 316
Slovenia Peter Podgornik Slovenia... Ghiaccio oltre confine Breve storia dell’arrampicata sulle cascate di ghiaccio in Slovenia
444 464 474 492
Indice analitico delle cascate più impegnative
502
ALPINE ICE Volume 1
B. Ballico, Candela di Supermario, Val Travenanzes (© Arch. B. Ballico)
4
Francia Svizzera Italia - Alpi occidentali
5
INTRODUZIONE
di Mario Sertori, ottobre 2018
A nove anni dalla sua uscita, Alpine Ice, le 600 più belle cascate delle Alpi, opera che parla quattro lingue e che ha riscosso il successo degli appassionati del genere tanto da essere stata più volte ristampata, cominciava a dare segni di invecchiamento precoce. Così mi sono trovato a preparare questa seconda edizione con una gran quantità di zone visitate nel frattempo, e si è imposta una dura selezione per arrivare al traguardo. Nonostante questo, il raccolto è stato piuttosto abbondante: più che raddoppiato il numero degli itinerari recensiti rispetto all’edizione del 2009, che già era molto corposa. Si è reso necessario quindi dividere il materiale in due diversi libri: Alpine Ice vol.1 Francia, Svizzera, Italia Occidentale e Alpine Ice Vol.2 Austria, Slovenia e Italia Centro/Orientale. I due tomi sono ovviamente interconnessi e, anche se descrivono aree geografiche differenti, vanno a comporre il quadro completo dell’intero arco alpino, presentando le più attraenti cascate di questa monumentale architettura rocciosa. Nella guida che avete tra le mani ci sono dunque tante novità, innanzitutto in Austria, con le sue valli fantastiche: vi segnalo la Gasteinertal con l’impressionante circo dell’Eisarena, la Klostertal con la Fallbachwand, una linea che supera i 700 metri di sviluppo e ancora la sconfinata Zillertal e la bellissima Pitztal. Molto interessante in Carinzia la Maltatal, e poi la Rauristal, la Stubachtal e il mitico Karwendel a cavallo tra Austria e Germania. A due passi da Garmisch nell’area di Ehrwald da non perdere la formidabile Seebenseefall, una delle colate più estetiche e particolari d’Europa, mentre i cascatisti pigri troveranno pane per i loro denti a Kaprun nella comodissima Sigmund Thun Klamm, una forra infestata di ghiaccio vicinissima al parcheggio. In Slovenia vi aspettano ambienti naturali aspri e solitari dove si formano cascate di ogni genere e impegno: dall’impressionante Muro di Bavh sotto
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la grandiosa parete Breto, di fronte al Mangart, alla effimera Boka, così vicina alla macchina, ma restia a consolidarsi completamente. In Val Trenta alle sorgenti dell’Isonzo, il fiume dal colore verde smeraldo, troviamo il seducente nastro di Beli Trak aperto nel 1981 dai fratelli Pavel e Peter Podgornik. La perla lucente di Pericnik, una cascata particolare ai piedi del versante settentrionale del Triglav, in Val Vrata, è sicuramente una meta da non mancare, così come Lambada, il free standig più slanciato di Prisojnik, luogo tra i più frequentati nell’area di Kranjska Gora, ben servita da un comodo rifugio e che offre itinerari di gran carattere. Spostandoci al centro dell’arco alpino italiano, molte sono le attrattive di sicuro interesse. Un rapido elenco? Il siluro di Damocle e il castello di Overloock Hotel in Val Brembana; in Val di Mello Mastro d’Ascia e Chandelle Gabarrou; a Livigno i candeloni di Ci Cozz e Tropical. Sotto la palandrana del Monte Adamello si nasconde la Madonnina, un colosso maestoso da lasciare senza parole. La zona dolomitica è un’isola dei tesori per gli ice climber, vasta quanto ricca di possibilità: il canyon di Bletterbach, la Vallunga, la Val di Gares, la Val di Zoldo, la Val Travenanzes, la Val di Braies, Val di Riva di Tures, tanto per fare qualche nome, ognuna con le sue meraviglie gelate da scalare incastonate tra le pieghe di montagne meravigliose. Questo è solo un accenno alle quasi 650 opportunità di questo libro, contenitore di proposte seducenti per climber avventurosi. Un inno alle Alpi più selvagge e un invito al viaggio, alla conoscenza di posti nuovi, di costumi e lingue diverse. Un valore questo di grande importanza in un periodo buio come quello che stiamo attraversando, in cui frontiere e muri da poco sgretolati tornano a materializzarsi prepotentemente.
GRIVEL NON È SOLTANTO UNA MARCA, È UNA STORIA, UNA BELLA STORIA DAL MONTE BIANCO.
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Introduzione
Per facilitare coloro che fanno fatica a orientarsi, ho inserito le coordinate geografiche dei parcheggi e di quasi tutti gli itinerari. Informazioni sempre più precise non devono però togliere il senso di avventura che permane nell’intraprendere la salita di una cascata di ghiaccio, ma vanno immagazzinate e analizzate per poter ridurre al minimo i rischi correlati alla nostra attività. Rischi legati soprattutto ai pericoli oggettivi come le valanghe e i repentini sbalzi termici che hanno causato purtroppo negli ultimi anni drammatici incidenti.
Ho riproposto le micro interviste a Beat Kammerlander e Peter Podgornik, e dello stesso Podgornik è stata inserita una breve ma interessante storia dell’arrampicata su cascate in Slovenia. Contributi importanti con impressioni sull’apertura di alcuni itinerari sono quelli di Albert Leichtfried, Luca Vuerich e Beppe Ballico. Infine Marco Milanese ha scritto un ricordo di Luca Vuerich. Mario Sertori
CREDITI DELLE FOTOGRAFIE Salvo diversa indicazione tutte le foto del volume appartengono all’archivio dell’autore, tranne: A.Anderle 484, 470. K.Gričar 483, 450,451. U.Golob 484. D.Karničar 490. D.Koren 461, 454. Z.Koren 451. P.Kozjek 477. G.Kresal 448, 452, 469, 477,488, 498, 500. P.Lajevec 482. M.Mejovsek 450, 451. A.Pečjak 478, 496,
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497. M.Cominetti 221. Peter Podgornik 461. J.Skok 487. R.Stubelj 482, 463. L.Vuerich 289, 292, 293. M.Milanese 288, 294. C.Gasparini 294, 295. F.Tremolada 238, 239, 240, 282. B.Ballico 201, 203, 207, 211, 212, 238, 242, 253, 255, 262, 264, 267, 272, 273,277, 300. Albert Leichtfried 388, 390. Florian Riegler 200.
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PRESENTAZIONE di Claude Gardien Una cascata ghiacciata è un universo magico, per le sue forme, i suoi colori, le sue luci. Ma è spesso il carattere effimero delle sue formazioni che affascina maggiormente chi arrampica su ghiaccio. Guardare l’ acqua che cola da una parete sotto il calore estivo, un sottile rigagnolo come una cascata impetuosa, immaginare questo flusso immobilizzato nel ghiaccio, scalarlo: ecco una forma di alpinismo decisamente straordinaria. Le cascate sono amanti imprevedibili. Non sono mai identiche a se stesse, evolvono senza sosta, secondo il grado della temperatura, dell’igrometria o della gravità. A volte scompaiono con grande delusione dei pretendenti costretti a spostarsi per giorni o settimane. Gli scalatori si sono subito abituati a questo stile di vita nomade durante la stagione delle cascate. Bisogna sapersi trovare nel posto giusto al momento giusto e non esitare a viaggiare se si vuole approfittare della stagione propizia. François Damilano e Godefroy Perroux, due pionieri della specialità, avevano battezzato la rete di amici che trasmette loro le notizie sui ghiacci nel mondo intero “Ice Connection”. Il libro di Mario Sertori è partecipe di questa cultura. Ghiaccio e viaggio, ghiaccio e incontro vanno in coppia, l’idea di presentare una selezione di cascate
in diversi paesi europei rispecchia fedelmente la realtà di questo sport. Questo libro consacra una disciplina arrivata ormai alla maturità. Da specialità un po’ eccentrica, l’ice-climbing è divenuto un passaggio obbligato per ogni alpinista degno di questo nome. La pratica delle cascate ha incrementato considerevolmente la nostra capacità di interpretare il ghiaccio alpino. L’abitudine alle evoluzioni sui rilievi e non più solo negli incavi dei canali, l’assuefazione alla ripidezza, alla fragilità, l’invenzione di movimenti sempre più audaci e tecnici hanno fatto diventare i couloir degli anni Settanta delle classiche di un alpinismo ormai passato. Oggi è il dry tooling a dare il la all’alpinismo sulle grandi montagne. Sulle pareti nord delle Alpi o in Himalaya è al suono dei ramponi che grattano la roccia, o allo stridere della lama delle picche sulle prese che si giocano le grandi ascensioni. Ma che sia ghiaccio o roccia si tratta sempre di una questione di piacere. Come possiamo non fare cascate di ghiaccio se amiamo arrampicare? Il libro di Mario ci aiuterà a scegliere e ci farà scoprire luoghi lontani o poco conosciuti. È una vera celebrazione della cascata di ghiaccio.
M. Sertori, Candela di Cancano (© T. Parravicini)
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LEGENDA MATERIALI Oltre al materiale necessario alla progressione e alla assicurazione su ghiaccio, possono essere utili qualche chiodo da roccia e una piccola scelta di nuts e friends. Per ragioni di sicurezza non dimenticate il kit A.R.VA (ovvero apparecchio ricerca in valanga, sonda e pala). Allenatevi al loro utilizzo. VALUTAZIONE DELLE DIFFICOLTÀ La cifra in numeri romani (da I a VI) esprime la valutazione dell’impegno complessivo a prescindere dalla pura difficoltà tecnica della via e fa riferimento a parametri quali la continuità e la lunghezza della salita, le possibilità di ritirata, la complessità dell’avvicinamento, l’esposizione a pericoli oggettivi, le difficoltà nella discesa. Uno solo di questi parametri è sufficiente a determinare la valutazione della difficoltà complessiva. La cifra in numeri arabi (da 1 a 7), di solito preceduta dalle lettere WI (water ice) classificazione entrata in uso inizialmente in Canada e detta appunto scala canadese, esprime la difficoltà tecnica calcolata sul tiro più duro. Fa riferimento alla lunghezza delle sezioni verticali, alla continuità, alla qualità delle protezioni e a quella del ghiaccio a seconda dello spessore, della consistenza e delle forme (cavolfiori, meduse ecc.) La valutazione della difficoltà resta pur sempre un’indicazione di massima, perché le cascate si formano ogni anno in maniera diversa e le condizioni del ghiaccio sono soggette a modifiche anche rapide provocate dagli agenti esterni (sole, vento, neve, sbalzi di temperatura).
QR Code parcheggio
QR Code base cascata
Albert Leichtfried, Crazy Diamond (© E. Gatt)
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ALCUNE PRECISAZIONI il nome dei primi salitori è stato omesso in caso di incertezza o di mancanza di informazioni. Mi scuso anticipatamente per le involontarie omissioni o inesattezze. scala delle difficoltà: vedi più avanti l’avvicinamento alle singole cascate va integrato con le fotografie presenti nel volume. La numerazione nei testi è correlata a quella dei tracciati sulle fotografie la lunghezza della cascata fa riferimento allo sviluppo della salita e non al dislivello il percorso di salita è stato tralasciato, perchè molto variabile di stagione in stagione e per lasciare spazio alla fantasia di ciascuno nella scelta della propria linea. le note commentano la bellezza o le caratteristiche dell’itinerario e forniscono informazioni aggiuntive sulla cascata. i tempi di avvicinamento sono calcolati sulla base del passo di una persona allenata (con traccia presente), possono quindi subire considerevoli variazioni a seconda delle condizioni di innevamento e con assenza di traccia. le indicazioni “destra” e “sinistra” sono da intendersi, se non altrimenti specificato, rispetto al senso di marcia. ATTREZZATURA IN LOCO Le relazioni precisano espressamente se le doppie (o le soste) sono attrezzate: ne consegue che – in mancanza di indicazione specifica – le doppie (o le soste) devono intendersi da attrezzare. In ogni caso bisogna tener conto dell’alta possibilità di usura e deterioramento del materiale presente a causa dell’azione di valanghe, caduta di pietre etc. È dunque buona norma portare sempre con sé dei “cordoni da abbandono” per rinforzare le soste esistenti o per sostituire quelle eventualmente danneggiate. È raccomandabile, nel caso ci si accinga a scalare una cascata con soste o doppie non attrezzate, conoscere la tecnica dell’ Abalakov (clessidra su ghiaccio).
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Legenda
IMPEGNO AMBIENTALE I
cascata breve, facilmente raggiungibile, discesa che non presenta problemi
II
cascata di facile avvicinamento, di una o più lunghezze. Pochi i pericoli oggettivi
III
cascata di più tiri, possibile un lungo avvicinamento e rischio di pericoli oggettivi
IV
cascata di più tiri difficili, situata in ambiente isolato; discesa impegnativa, pericoli oggettivi
V
avvicinamento lungo o complesso in alta montagna ed esposto a pericoli oggettivi; protezioni aleatorie, difficoltà nella scelta dell’itinerario di salita, discesa impegnativa e da attrezzare
VI
lungo itinerario in alta montagna con problemi logistici, di orientamento e di scelta dell’itinerario, esposto a pericoli oggettivi e… a possibilità di bivacco
IMPEGNO TECNICO 1
passaggi a 50/60°, necessaria comunque esperienza nell’uso di piccozza e ramponi e conoscenza delle tecniche di assicurazione
2
passaggi a 60\70° ma con buone possibilità di assicurazione
3
passaggi a 70\80°, di solito su ghiaccio buono. I tratti verticali si alternano con tratti più appoggiati ove si possono posizionare buone soste
4
passaggi a 75\85° e possibilità di un tratto breve verticale. Di solito buone soste e ghiaccio buono
5
indispensabile buona padronanza tecnica, a causa della qualità del ghiaccio e della difficoltà della salita, con una lunga sezione a 85\90°. Possibilità di formazioni a meduse o cavolfiori
6
uno o più tiri molto impegnativi, ancoraggi difficili e precari, ghiaccio fragile o delicato. indispensabile un’ ottima padronanza tecnica
7
come il grado 6, stesse caratteristiche, ma ancora più esasperate
X R M
indica il rischio di crollo dell’intera struttura! evidenzia una scalata su ghiaccio molto sottile salita con passaggi su roccia (vedi sotto)
VALUTAZIONE DELLE DIFFICOLTÀ IN DRY TOOLING Si tratta di salite in cui tratti di ghiaccio vengono raggiunti o collegati a tratti su roccia, scalati sempre con piccozze e ramponi. La difficoltà è convenzionalmente indicata con la lettera M seguita da una cifra: M7 designa la “difficoltà di partenza”, ma bisogna tener presente che gli apritori di vie in dry tooling ritennero che le loro salite rappresentassero il massimo grado di difficoltà di ghiaccio e pertanto
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presero come riferimento per le loro realizzazioni il grado 7. Le difficoltà più alte di questa specialità si collocano sul grado M15/M16. Ora che la disciplina sta diventando più popolare si trovano anche itinerari di grado M4/M6, in genere attrezzati con protezioni fisse nella parte su roccia. Spesso quest’ultima è predominante e determina in base alla difficoltà il grado della via, anche perché la porzione di ghiaccio in genere è breve in rapporto alla lunghezza della salita.
ITALIA - ALPI CENTRALI E ORIENTALI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
20 17 GOLA DI BLETTERBACH 28 18 VAL DI FASSA 32 19 CATINACCIO / ROSENGARTEN 40 20 VAL GARDENA - GRÖDEN 54 21 VAL LASTIES 64 22 COLFOSCO 72 23 VAL DI GARES 82 24 VAL PRAMPER 88 25 SOTTOGUDA - SERRAI 104 26 VAL TRAVENANZES 114 27 TOFANA DI MEZZO 118 28 MONTE PELMO 122 29 SAPPADA 128 30 VALLE DI RIOFREDDO 146 31 LAGHI DI FUSINE 150
VAL BREMBANA VAL D’AVIO VAL SAN GIACOMO VAL MASINO VALMALENCO VAL FONTANA LIVIGNO VAL DAONE SCALE DI BRENTA VAL DI RABBI PASSO PALADE - GAMPENPASS VAL MARTELLO VAL PASSIRIA REINTAL - VALLE DI RIVA RAUTAL – VAL DI RUDO VALLE DI BRAIES – PRAGSERTAL
156 174 184 190 216 224 230 236 244 250 270 274 280 286 298
GERMANIA Lindau
10
Kitzbü 9 1
Innsbruck
Imst 2
LIECHTENSTEIN
6
3 4
7
5
13
SVIZZERA
14
Vipiteno
15 16
Merano 7 3 Chiavenna 4
5
6
11
12
Bormio
10
12
11
8
Bolzano 19 18 17
20 22 21
26 27 23 25 24
28
9
2
Trento
1
ITALIA
8
Como Bergamo
16
Vicenza
Venezia
AUSTRIA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
SLOVENIA
BRANDNERTAL KLOSTERTAL INNTAL - OBERGRICHT RENKFÄLLE KAUNERTAL PITZTAL SELLRAIN - LÜSENS STUBAITAL EHRWALD AREA KARWENDEL ZILLERTAL STUBACHTAL KAPRUN RAURISTAL GASTEINERTAL MALTATAL
1 2 3 4 5 6 7
LOŠKA KORITNICA TRENTA KRNICA PLANICA E TAMAR ZG. SAVSKA DOLINA KAMNIŠKO - SAVINJSKE ALPE ZG. SAVINJSKA DOLINA
446 456 466 476 480 486 494
AUSTRIA
ühel
2
306 318 322 328 334 338 350 352 358 362 372 392 402 414 424 434
Kaprun 13
14 15 Graz
16 Lienz
Villaco
29
30 Tarvisio 31 4 3 1 2 Caporetto Udine
5
6 7
SLOVENIA
Kranj Lubiana
ZAGABRIA Trieste
17
20
Italia > Alto Adige
VAL GARDENA - GRÖDEN È una delle più importanti valli delle Dolomiti, sul suo territorio troviamo montagne affascinanti e ricche di storia alpinistica, come il Sassolungo e il gruppo del Sella. Una fitta rete di impianti per la pratica dello sci alpino richiama ogni inverno molti appassionati, così come in estate convergono qui trekker, alpinisti e biker. Le cascate di ghiaccio non sono tantissime, ma di quelle che ci sono difficilmente si possono scordare. ACCESSO STRADALE Da Sud: autostrada (I) A4 direzione Venezia, uscire a Peschiera e seguire le indicazioni per Affi Trento, e giunti ad Affi riprendere l’autostrada A22 in direzione Brennero fino all’uscita di Chiusa, poi direzione Val Gardena; percorrere la SS 242 fino a Selva di Valgardena dove, all’entrata nel paese, si gira verso sinistra seguendo le indicazioni per la Vallunga. Al termine della strada c’è un largo parcheggio a pagamento. Da Est: autostrade A2 e A1 (Slo) direzione Lubiana, raggiungere Kranjska Gora e poi il confine con l’Italia, quindi autostrada A23 (I) fino all’intersezione con la A27 (I) , poi su SS51 si raggiunge Cortina d’Ampezzo. Proseguire in direzione Passo Falzarego, La Villa, Corvara, Colfosco, Passo Gardena e infine si scende a Selva. Seguire sulla destra le indicazioni per la Vallunga. Vedi accesso da Sud. Da Nord: autostrada A12 e A13 (A) direzione Sud, autostrada A22 (I) del Brennero uscire a Chiusa. Percorrere la SS 242 della Val Gardena fino a Selva. Vedi accesso da Sud. Da Ovest: da Nauders (A) valicare il Passo Resia con la SS 40, quindi SS38 percorrere la Val Venosta fino a Merano, poi raggiungere Bolzano. Vedi accesso da Sud. RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO K. Auer, V. Bertagnolli, R. Marth Südtirol - Dolomiten Panico Alpinverlag 2017.
7-8 5-6
Ortisei /St. Ulrich Val G arde na Santa Cristina
Val l
g un
a
3
14 12-13 9
4
Cirspitzen
Selva-Wolkenstein 19
Brunecker Turm
22-23 20
25
15 16 17-18
24
Sassolungo 27 26
Colfosco
Selva di Valgardena
2
21 Torri del Sella
Piz Boé
A. Leichtfried, Senza Piombo (© Klaus Kranebitter)
190
1
Sassopiatto
11 10
191
20 Italia Val Gardena - Gröden
1 Pilat 2 Tervela Vallunga 3 Droc 3a Variante SuperDroc 4 Yosemite Ice Fall 5 Illuminati 6 El Diamante 7 Senza piombo 8 La sor blanche 9 La Piovra 10 Jumbo Jet 11 Once in a lifetime
12 Flauto magico 13 Zweite geige 14 La Piera Mesules 15 Couloir de Frea 16 Frea 17 L’Ciamin 18 Edle Mischung 19 Dragon Sassolungo Parete Ovest 20 Goulotte Raggio di sole + Spallone
Sassolungo Parete Nord Est 21 Cold Fusion 22 Couloir Sot Saslonch 23 The Extension 24 Legrima Sassolungo Torre Innerkofler parete Ovest 25 Goulotte Mistica Sassopiatto parete Nord Est 26 Goulotte La sorpresa 27 Cascata del Sassopiatto
1 PILAT
NORD
esposizione
II 5+ difficoltà
40 min
avvicinamento
1550 m
altitudine
60 m
lunghezza
in doppia
discesa
M. Sertori, Pilat (© F. Marcelli)
192
Accesso: da St.Ulrich (Ortisei - Val Gardena), SS242 verso Selva, usciti dalla galleria, poco avanti si trova sulla destra una prima indicazione per Überwasser (Oltretorrente), ignorarla e proseguire fino a un secondo cartello blu con questa scritta, prendere a destra passando il torrente, poi subito a sinistra su Via Minert per circa 800m. Seguire le indicazioni per Emmerich (appartamenti). Parcheggiare con discrezione nei pressi di Emmerich. A piedi sulla strada che sale costeggiando il torrente seguire indicazioni per sentiero n.19. Poco dopo passata una casa si perviene a un secondo bivio: lasciare a destra strada con freccia Pilat e andare a sinistra passando il ponticello (n. 19). Sempre su questa stradina forestale caratterizzata da alcuni tornanti. Proprio in corrispondenza di uno a sinistra prendere la deviazione in forte salita che diviene più avanti sentiero fino alla base. Note: bellissimo salto verticale che si forma quasi sempre. A una prima parte lavorata e spesso aggettante, segue un attraente sigaro. Si può fare in un unico tiro (attenzione al tiraggio delle corde - posizionare bene le protezioni) oppure sostando dopo 35m a sinistra su chiodi. Nonostante sia molto vicina al centro turistico di Ortisei, gode di un ambiente fatato. Poco a sinistra e prima di arrivare all’attacco, si trova una colata molto più facile: Il Figlio I/3+ 60m.
193
20 Italia Val Gardena - Gröden
2 TERVELA
NORD
esposizione
I 3-5 difficoltà
10 min
avvicinamento
1350 m
altitudine
50 m
lunghezza
in doppia
discesa
Discesa: in doppia da alberi attrezzati. Possibili parecchie linee di difficoltà diversa. Accesso: cascata ben visibile dalla SS242 prima di entrare nella galleria, arrivando a St.Cristina da Ortisei. Conviene parcheggiare agli impianti di risalita Monte Pana, quindi seguire la via Monte Pana e al primo tornante salire a destra alla Casa Tervela, passando attraverso di essa e seguendo un largo camminamento si perviene alla valletta con la cascata. Note: comoda alternativa a salite più ingaggiose con poco tempo a disposizione. Attenzione alla cascata centrale al cui interno scorre sempre molta acqua.
VALLUNGA ACCESSO A PIEDI In genere un sentiero pedonale è battuto fino a una piana sotto la cascata Jumbo Jet (Plan da Rì 1800m). Per raggiungere alcune colate sono necessari sci o racchette da neve. 3 DROC
SUD EST esposizione
III 5 5+ difficoltà
1h
avvicinamento
1900 m
altitudine
300 m
lunghezza
in doppia
discesa
Discesa: in doppia parzialmente attrezzata. Accesso: dal parcheggio, seguire la pista pedonale che corre a fianco di quella di fondo, dopo la Valacia, in corrispondenza di una presa d’acqua in cemento, imboccare uno stretto canale con saltini ghiacciati a sinistra che porta alla Droc. Note: dopo un lungo canale a risalti si giunge alla base della prima bellissima candela staccata. L1 50m WI5+. L2 WI3 60m L3 di trasferimento 50m. L4 WI4 50m. L5 WI4+ 45m. L6 trasferimento 50m. L7 WI4+ 55m. Se trovata in buone condizioni è una scalata indimenticabile.
3
3a
Leichtfried in azione, Zweite-Geige (© Elias Holzknecht)
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3a Variante SuperDroc L. Godenzi, F. Martinaglia, 2013 90m - Come per “I Droc”. Si supera il free-standing e la successiva facile 2L. Dalla sosta 2 a chiodi, si va a destra, scalando uno strapiombino di roccia cattiva e il successivo risalto di ghiaccio, seguito da ripido pendio. Ci si trova ora ai piedi di un corto sigaro, (L1 25m). Dalla sosta su ghiaccio parte la seconda difficile lunghezza, free-standing di 25m e poi altri 25 di muro verticale. Discesa su Abalakov.
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20 Italia Val Gardena - Gröden
4 YOSEMITE ICE FALL (Missione impossibile) G. Groaz, R. Luzi
SUD EST esposizione
III 6
difficoltà
1h
avvicinamento
1900 m
altitudine
450 m
lunghezza
in doppia
discesa
Discesa: con 4 doppie attrezzate sulla sinistra idrografica (spit e catena). Accesso: dal parcheggio, seguire la pista pedonale che corre a fianco di quella di fondo, dopo un tratto in salita, in corrispondenza dello sbocco di un largo canalone si vede a sinistra, nella parte alta la cascata sulla parete rocciosa. (fino qui 20/30 minuti). Per il ripido canale fino all’attacco. Note: meravigliosa. Attenzione, molto soleggiata. L1 WI4+ 50m. L2 WI6 40m. L3 WI3+ 25m. L4 trasferimento 250m. L5 WI4+ 50m. L6 facile per uscire in cima 40m.
5 ILLUMINATI A. Leichtfried, D. Tavener, 2006
SUD EST esposizione
IV 6+ M11+ difficoltà
2h
avvicinamento
2200 m
altitudine
165 m
lunghezza
in doppia
discesa
Materiale: 12 rinvii, normale attrezzatura da ghiaccio. In via fix inox. Relazione dei primi salitori L1: M 11-. 30m, 12m di strapiombo. Resistenza, passaggio chiave verso la fine del tiro. L2: M 11+. 25m, 10m di strapiombo. Severo, misto difficile. L3: M 8-. 30m, 3m di strapiombo. Si supera la tenda di ghiaccio. L4: WI 4. 30m, verticale in parte. Ghiaccio perfetto, facile progressione. L5: WI 6+. 50m, verticale. Pilastro con ghiaccio di bassa qualità. Discesa: con 3 doppie attrezzate sul bordo destro (vedi foto). Accesso: come la precedente. La colata è ben visibile dal sentiero nella parte alta del vallone successivo a quello di Yosemite Ice Fall. Risalire il dosso che nasconde la prima parte della colata. Note: la via è molto difficile e non è possibile ritirarsi. La sezione alta di ghiaccio deve essere salita con giornate molto fredde. Stare attenti alle corde mentre si supera la tenda di ghiaccio.
196
5
6
8
5
7
6
6 EL DIAMANTE K. Astner, 2009
SUD EST esposizione
170 m
lunghezza
2200 m altitudine
2h
avvicinamento
IV 6 M11
difficoltĂ
in doppia
discesa
Accesso: come la precedente. Parte piĂš a destra di Illuminati. Note: L1 30m M11, L2 25m M10, L3 60m M8 e WI5+, L4 45m WI6, L5 35m WI 4+.
197
Illuminati
Albert Leichtfried
“ Vieni in Vallunga? C’è un paradiso nascosto di arrampicata su ghiaccio che ci sta aspettando”. Con queste parole Paul Mair ha cercato di persuadermi con ogni mezzo possibile. “Erich Gatt dice che ha sentito di una colata immensa e vorrebbe fotografarci in azione”. Ero completamente sfinito dall’ultima gara e non me la sentivo, ma conoscere una nuova area era abbastanza allettante. Non potevo rinunciare. Formazione di ghiaccio perfetta. Il giorno dopo non ho scalato un metro, nemmeno una foto - solo gambe pesanti e fiato corto per l’avvicinamento lungo e faticoso. La cascata in questione non era arrivata a toccare terra. Ma in compenso, dall’altra parte della valle ho visto una linea come l’avevo immaginata solo nei miei sogni più visionari. Sono rimasto subito colpito da questa enorme e perfetta architettura glaciale, posta in un bellissimo ambiente dolomitico, che illuminato da una luce solare magica, al mattino, risplende come un diamante. Qualche giorno dopo ero in marcia con il trapano nello zaino. Con me Dougal Tavener, un ragazzo del Galles del Nord arrivato a Innsbruck quest’inverno per fare cascate. Quando sono arrivato ai piedi del colosso, mi sono reso conto delle dimensioni: fino al sipario c’erano ben 60 metri, strapiombanti per più di 20! Un tetto micidiale. Ho iniziato ad aprire dal basso e al termine della giornata di duro lavoro, dopo 22 spit piazzati, abbiamo raggiunto l’altezza della zanna penzolante. Mancavano ancora 15 metri per toccare il ghiaccio. Questi li ho superati senza problemi e abbastanza in fretta. A questo punto la via era pronta tentare l’arrampicata libera. Salire al limite assoluto Una settimana dopo, il 24 gennaio, mi sentivo abbastanza riposato per provarla. Con me, oltre a Dougal, che approfitto per ringraziare pubblicamente per avermi pazientemente assicurato, anche Hannes Mair, che voleva filmare l’ascesa. Il primo tiro è andato sorprendentemente bene. Sono salito senza cadere - anche se un paio di volte ci sono andato molto vicino. Ho avuto un buon feeling. Il secondo tiro mi è sembrato, così a occhio, più facile. Mi sbagliavo di grosso. Infatti su quella lunghezza sono volato per ben 4 volte. Il mio morale era basso, così come le energie rimaste. Forse avevo finito la benzina. Ho però deciso di fare un ultimo tentativo. Questa volta, pescando da un serbatoio nascosto, sono salito senza intoppi, con poca fatica fino al sipario sospeso. Da qui dovevo percorre ancora un po’ di metri per arrivare in sosta. Avevo dato tutto e quel tratto mi è costato tanto per portarlo a termine. Da qui c’erano ancora tre lunghezze di corda sopra di noi. Mi sono riposato brevemente e sono partito, ho superato la tenda di ghiaccio senza particolari problemi, divertendomi, tanto che mi sono detto: “ormai è fatta, adesso solo del banale ghiaccio verticale”. Mi sbagliavo ancora una volta.
A. Leichtfried, Illuminati (© H. Erber)
214
Ultimo tiro - gioco di nervi Ho dovuto combattere fino all’ultimo su quella colonna verticale di 50 metri, con ghiaccio putrido e inchiodabile. Un vero incubo! A metà tiro stavo per andare in palla, ho avuto una crisi di nervi. Non volevo andare avanti, sopraffatto dalla paura di volare strappando tutti i chiodi traballanti. Ma la paura aguzza la vista. Ho adocchiato una sorta di camino pochi metri sopra e ho intuito che lì dentro il sole non aveva ridotto tutto a granita. Infatti quando ci ho piantato gli attrezzi ho tirato un sospiro di sollievo per me e per il mio compagno. Ho messo due bombe di chiodi e ho raggiunto la fine del mostro. Quando Dougal è arrivato in sosta eravamo entrambi congelati ed esausti ma felicissimi, e in questo stato di grazia abbiamo iniziato a scendere nell’oscurità. Gennaio 2006
215
26
Italia > Veneto
VAL TRAVENANZES Lunga e solitaria vallata che si insinua fino alle spalle delle Tofane e delle Torri del Gruppo di Fanes, celebri cime dell’ampezzano ricche di storia alpinistica. L’avvicinamento non è breve, ma ripagato dal magnifico ambiente naturale e dalla concentrazione delle colate. Per gli ice climber sicuramente una delle aree più attraenti delle Alpi Orientali. ACCESSO STRADALE Da Sud e da Ovest: autostrada A4 (I) direzione Venezia, uscita Venezia/Mestre, seguire le indicazioni per Belluno (autostrada A27), fino a raggiungere Cortina d’Ampezzo, quindi proseguire in direzione Dobbiaco su SS51: passata la località Fiames, pochi km dopo, in corrispondenza del primo tornante si parcheggia in apposita piazzola a sinistra. Da Nord: autostrade A12 e A13 (A) direzione Sud, autostrada A22 (I) del Brennero uscire a Bressanone, quindi SS49 della Val Pusteria fino a Dobbiaco, da dove si seguono le indicazioni per Cortina. Qualche km dopo Ospitale, in corrispondenza di un marcato tornante a sinistra (l’ultimo prima di Fiames), parcheggiare sulla destra nell’apposito spiazzo. Da Est: autostrade A2 e A1 (Slo) direzione Lubiana, raggiungere Kranjska Gora e poi il confine con l’Italia, quindi autostrada A23 (I) fino all’intersezione con la A27. Poi vedi accesso da Sud e da Ovest. RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO F. Cappellari Ghiaccio Verticale Le più belle cascate delle Alpi Orientali Vol. 2 Idea Montagna Edizioni 2006. Settore Muro principale 1 L’ira di Albe 2 Belvedere 3 Due senza 4 Transtravenanzes 5 Attraverso Travenanzes 6 Pilone centrale 7 Candela di Supermario 8 Chantalmania 9 Sogno di Luca 10 Il soffio di Horus
Settore Candela sospesa 15 Cascata di Irene 16 Cascata di Primavera 17 Candela Sospesa 18 Principessa Sospesa Settore sinistro idrografico 19 Principe di Stravogin 20 Nicotina 21 Pinocchio 22 Candela di Pinocchio 23 Moby dick 24 Tonno nostromo Grotta vicino al parcheggio 25 Dolasilla
250
25 M. Taè
Croda del V.ne Bianco 24 Cima di Furcia Rossa
19 15-18
Col Rosà
Dobbiaco Toblach
1-10 11-14
M. Castello
Cortina Cima Formentori
M. Cavallo
Tofana di Dentro Ra Zestes
Rif. Giussani Tofana di Rozes B. Ballico, Candela di Pinocchio (© Arch. Ballico)
Settore Sogno canadese 11 Topazio 12 Diamante 13 Diretta canadese 14 Sogno canadese
Col Becchei di Sopra
251
26 Italia Val Travenanzes
Sinistro idrografico
Muro principale
Sogno canadese Candela sospesa
SETTORE MURO PRINCIPALE ACCESSO Dal parcheggio, si scavalca una recinzione e si scende per poche decine di metri ai margini della pista da sci di fondo parallela alla strada, fino a un segnavia che indica il sentiero sulla destra. Scendere sul sentiero perdendo un centinaio di metri di dislivello fino a incrociare una pista da fondo che costeggia il torrente. Seguire la pista verso destra (Ovest) e abbandonarla poco oltre a un ponte che permette di attraversare il fiume e salire in Val di Fanes (indicazioni). Dopo un tratto, si passa un ponte sull’impressionante forra del torrente e oltre, a un bivio si tiene a sinistra, seguendo le indicazioni per la Val Travenanzes. Infine a destra (indicazioni) attraversando un ultimo ruscello, si contorna un costone fin quando uscendo dal bosco appaiono le grandi colate, sulla sinistra della valle. Spesso è presente la traccia, ma sono consigliati sci o racchette da neve. Attenzione alle zone con stalattiti sospese. 1 L’IRA DI ALBE M. Vielmo, G. Casarotto, 1996
NORD
esposizione
III 5
difficoltà
2h
avvicinamento
1600 m
altitudine
50 m
lunghezza
in doppia
discesa
Discesa: è la prima cascata sulla sinistra di un diedro camino ghiacciato, percorso dalla via seguente.
252
1
2
2
7
12 4
5 6
13
14
11 8
9
10
2 BELVEDERE M. Vielmo, G. Casarotto, 1996
NORD
esposizione
III 4+
difficoltĂ
2h
avvicinamento
1600 m
altitudine
300 m
lunghezza
in doppia
discesa
Discesa: in doppia attrezzata su arbusti a sinistra della colata e 1 sosta a spit all’uscita del camino. Accesso: percorre un caratteristico diedro/camino nei primi 2 tiri, usciti dal quale si può attraversare per cenge alla Candela di Supermario (vedi it. successivo), oppure continuare sulla stessa colata con un bel tiro verticale nella parte alta.
253
26 Italia Val Travenanzes
3 DUE SENZA M. Vielmo, L. Gasparini, A. Mangano, 1997
NORD
esposizione
III 5
difficoltà
2h
avvicinamento
1600 m
altitudine
50 m
lunghezza
in doppia
discesa
Discesa: in doppia attrezzata. Accesso: poco a destra del camino di Belvedere.
4 TRANSTRAVENANZES M. Farina, E. Marlier, 2005
NORD
esposizione
III 5+ M5 difficoltà
2h
avvicinamento
1600 m
5
altitudine
150 m
lunghezza
in doppia
discesa
Discesa: in doppia sulla vicina Pilone Centrale (spit). Accesso: come le precedenti. Transtravenanzes sale il bel muro a sinistra di Pilone Centrale superando, sopra la cengia, un’imponente stalattite. Note: L1 corto muro 15m. L2 colonna di 55m staccata all’inizio. L3 breve risalto 20m. L4 tiro chiave, misto e colonna staccata 40m. L5 rampa facile.
4
5
6
5 ATTRAVERSO TRAVENANZES B. Ballico, A. Gamberini, 2013
NORD
esposizione
150 m
lunghezza
1600 m altitudine
2h
avvicinamento
III 5+
difficoltà
in doppia
discesa
Discesa: in doppia sulla vicina Pilone Centrale (spit). Accesso: come le precedenti. Parte a destra di Transtravenanzes, la incrocia nella seconda parte per uscire autonomamente nel diedro verticale di sinistra. Note: L1 muro verticale che porta ad una grotta. 55m. L2 colonna verticale fino alla cengia, poi a sinistra aggirando il pilastro di Transtravenanzes (quando è formato) fino alla base del tiro successivo. 35m. L3 Breve ed estetica lunghezza per raggiungere la candela finale. 15m. SR (1 chiodo con cordone). L4 breve candela formata da due “tende” poi pendio di neve 50m.
254
7
1 2
3 4
5
6 8
9 10
6 PILONE CENTRALE A. Mangano, F. Cappellari, 1997
NORD
esposizione
270 m
lunghezza
1600 m altitudine
2h
avvicinamento
III 5+
difficoltĂ
in doppia
discesa
Discesa: in doppia attrezzata su Belvedere. Accesso: a destra della precedente, supera in modo diretto gli strapiombi sotto la Candela di Supermario. Note: grandiosa colonna in L2, consigliabile il concatenamento con Supermario. 7 CANDELA DI SUPERMARIO M. Vielmo, G. Casarotto, L. Gasparini, 1996
NORD
esposizione
40 m
lunghezza
1600 m altitudine
2h
avvicinamento
III 5+
difficoltĂ
in doppia
discesa
Discesa: in doppia su arbusti, quindi a sinistra verso la S2 di Belvedere. Accesso: percorrere la via precedente fino alla S2, quindi traversare per cenge all’evidente candela. Note: splendido free-standing posto sopra la prima parte di parete strapiombante.
255
26 Italia Val Travenanzes
8 CHANTALMANIA F. Cappellari, L. Mioni, 1997
NORD
esposizione
70 m
lunghezza
1600 m
III 5
altitudine
difficoltà
2h
in doppia
avvicinamento
discesa
Discesa: in doppia attrezzata. Accesso: è la colata a destra della precedente.
9 SOGNO DI LUCA L. Lana, S. Rossi, 1996
NORD
esposizione
70 m
lunghezza
1600 m
III 5
altitudine
difficoltà
2h
in doppia
avvicinamento
discesa
Discesa: in doppia attrezzata. Accesso: subito a destra di Chantalmania.
10 IL SOFFIO DI HORUS D. Mabboni, M. Vielmo, L. Gasparini, 2000
NORD
esposizione
170 m
lunghezza
1600 m altitudine
2h
avvicinamento
III 5+ M8
difficoltà
in doppia
discesa
M. Sertori, Sogno di Luca (© F. Marcelli)
256
Discesa: in doppia sulla vicina Pilone Centrale (spit). Accesso: come le precedenti. Attacca a destra di Sogno di Luca. Note: L1 Muretti verso destra 40m WI4+. L2 verticale delicato con un tratto di misto a metà. 50m WI5+/M6. L3 Tiro chiave protetto da 4 spit poi ci si attacca ad una gigantesca zanna sospesa per uscire dove spiana. 45m WI5+/M8. L4 Placconata facile 40m WI3. Via grandiosa e impegnativa, attenzione alle condizioni della stalattite!
257
26 Italia Val Travenanzes
SETTORE SOGNO CANADESE 11 TOPAZIO F. Cappellari, L. Gasparini, 1999
NORD
esposizione
190 m
lunghezza
1600 m altitudine
2,10 h
avvicinamento
III 4
difficoltà
in doppia
discesa
Accesso: come le precedenti, poi proseguire ancora un tratto fino al secondo fronte ghiacciato (Settore Sogno Canadese). Topazio attacca sulla sinistra dell’evidente cascatone, presso un camino e per raggiungerlo bisogna traversare su cengia. Note: piacevole e varia. 12 DIAMANTE F. Cappellari, L. Lana, 1996
NORD
esposizione
170 m
lunghezza
1600 m altitudine
2,10 h
avvicinamento
III 5
difficoltà
in doppia
discesa
Accesso: come per Sogno Canadese. La colata segue una sorta di goulotte alla sinistra del grande muro ed esce poi sullo sperone sempre a sinistra. Note: molto bella e varia. Attenzione alla zona dell’attacco alle stalattiti sospese di Sogno canadese. Pilone Centrale (© Arch. B. Ballico)
258
13 DIRETTA CANADESE B. Ballico, A. Gamberini, S. Scotton, 2018
NORD
esposizione
III 5+ A0 difficoltà
2,10 h
avvicinamento
1700 m
altitudine
160 m
lunghezza
in doppia
discesa
Discesa: in doppia lungo la cascata, la prima attrezzata su spit e catena, le altre su Abalakov. Accesso: come le precedenti, poi proseguire ancora un tratto fino al secondo fronte ghiacciato (Settore Sogno Canadese). Nota: si tratta di una linea diretta a Sogno Canadese, affronta 12 un superbo free standing al secondo tiro e raggiunge le frange 13 14 penzolanti. Queste sono state affrontate direttamente superando un muro di roccia strapiombante, per poi sbucare su bel ghiaccio verticale. Attenzione nella zona dell’attacco alle stalattiti in alto a sinistra. L1 un primo muro porta alla base della colonna. 30m, 80° 85° S1 su ghiaccio. L2 free standing staccato molto staccato dalla roccia, poi proseguire in direzione della frange penzolanti. 50m 90° 95° S2 su ghiaccio. L3 un breve muro verticale porta sotto una fascia rocciosa strapiombante (3 spit, due dei quali con cordone) che si supera facendo attenzione alla roccia friabile. Si esce sulle frange delicatamente per poi superare un ultimo muro verticale fino ad un’altra fascia di rocce. 30m, M?/A0, 90°. L4 attraversare a destra brevemente e proseguire su ghiaccio non facile fino al termine della cascata. 45m, 85° 90°, S3 su roccia. 14 SOGNO CANADESE
NORD
esposizione
III 4 5 difficoltà
2,10 h
avvicinamento
1650 m
altitudine
200 m
lunghezza
in doppia
discesa
Discesa: in doppia (qualche sosta attrezzata). Accesso: passare oltre le cascate precedenti, puntando al grande muro ghiacciato più a monte. Note: grandioso muro verticale che permette vari percorsi, di diverso impegno, ma di uguale bellezza.
259
26 Italia Val Travenanzes
17
17
15
16 18
SETTORE CANDELA SOSPESA
15 CASCATA DI IRENE F. Cappellari, L. Lana, 1996
NORD
esposizione
130 m
lunghezza
1800 m altitudine
2,20 h
avvicinamento
III 5
difficoltà
in doppia
discesa
B. Ballico, Candela di Supermario (© Arch. Ballico)
260
Accesso: come per Sogno Canadese. Andare ancora avanti nella valle per circa 300m fino a questo terzo settore detto della Candela Sospesa caratterizzato da una imponente colonna che in genere non tocca mai la base La colata è la prima sulla sinistra. Note: molto bella e varia. L1 30m 90° S1 su ghiaccio, L2 30m con difficile candela iniziale e sosta a spit alla cengia. L3 Travesare a sinistra su cengia (30m ) e salire l’ultima colata 40m, sosta a spit.
261