Mountain Bike in Sardegna - 77 percorsi tra cielo e mare

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Prima edizione giugno 2016 ISBN 978-88-98609-50-5 Copyright © 2011 VERSANTE SUD Milano via Longhi, 10, tel. 027490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Copertina

La spettacolare Cengia Giradili che scende a Pedra Longa dal Supramonte di Baunei sulla costa orientale della Sardegna (© Mattia Vacca)

Testi Peter Herold, Amos Cardia, Davide Deidda, Carlo Pitzalis mtbsardegna@versantesud.it Foto

Peter Herold, Amos Cardia, Davide Deidda, Carlo Pitzalis e tutti i loro amici biker che hanno donato preziose immagini

Mappe e profili

Chiara Benedetto © OpenStreetMap contributors Creative Commons, licenza CC-BY-SA 3.0

Impaginazione

Chiara Benedetto

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Tipolitografia PAGANI (BS)

Km ZERO

Guida fatta da autori che vivono e sviluppano la MTB sul territorio

è una guida a KM ZERO!

cosa significa? che è più sana e ha più sapore, perché fatta da biker locali. come i pomodori a Km 0? certo! e la genuinità non è un’opinione. gli autori locali fanno bene a chi pedala: - hanno le notizie aggiornate; - non rifilano solo gli spot più commerciali; - contribuiscono allo sviluppo delle loro zone gli autori locali fanno bene al territorio: - pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; - sono attenti a promuovere tutte le località; - sono in rete con la realtà locale e infine la cosa più importante:

sui loro sentieri, c’è un pezzetto del loro cuore

Nota La pratica della mountain bike è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo esercita lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.


Km ZERO

Guida fatta da autori che vivono e sviluppano la MTB sul territorio

Peter Herold Amos Cardia Davide Deidda Carlo Pitzalis

MOUNTAIN BIKE in SARDEGNA 77 percorsi tra cielo e mare

EDIZIONI VERSANTE SUD


Prefazione Undici anni fa ho raggiunto quest’isola famosa, le incertezze erano tante, ma il sentimento che mi ha portato era immenso e profondo. Ho lasciato la regione in cui vivevo, il Trentino, una terra con pochi difetti, ammirata e desiderata da tutti. Tra i miei ricordi e oggetti ho ancora una rivista di montagna, ben conservata, un numero di «Alp» di circa trenta anni fa, di luglio del 1986. L’ho conservata perché all’epoca, da buon scalmanato ventitreenne giovane esploratore, percorrevo i fiumi con una vecchia muta, corde e moschettoni, ciò che ora si chiama canyoning. In questa rivista si parlava di un’esplorazione di due giorni in Sardegna, nelle gole di Gorrupu a bordo di piccoli canotti e calate in corda doppia. Mi affascinò e mi dissi: «Un giorno voglio andarci». Ora abito vicino a Cagliari, mi sono avvicinato a queste gole ma non le ho ancora percorse. La mia rivista c’è ancora ed è lì nel mio cassetto. Un sogno a portata di mano che forse non realizzerò mai, è come un portafortuna, intoccabile e da conservare bene. Per me la Sardegna è accoglienza. Sono partito da casa e sono arrivato a casa. In Sardegna ho trovato amici, gente cordiale, tutti pronti a offrirmi la loro essenza. Alcuni sono diventati i miei amici e i miei compagni di escursioni e tanti altri sono stati i miei maestri, che mi hanno fatto conoscere le bellezze di quest’isola e mi hanno fatto pedalare su questa enorme ragnatela di sentieri. Non mi sono mai sentito solo, perché mi sento come se fossi nato qui. Da sempre nella mia isola. Ho imparato molto stando vicino ai sardi: il mio carattere curioso ed esuberante voleva assaporare e conoscere nel più profondo la storia di questa terra, le sue genti e le sue tradizioni. Forse non tutto è condivisibile, ma è molto importante conoscere la storia per capirne le ragioni e la cultura. Mi sento un bracconiere di vita che ha bisogno di emozioni. Ho viaggiato molto con la mountain bike su piste e sentieri, in un ambiente ancora incontaminato e selvaggio, dove la solitudine fa da padrona. Che bello sentirsi come i primi esploratori: nessun segnale, nessun cartello, dall’Iglesiente al Campidano, dalla Barbagia al Supramonte, ho conosciuto luoghi diversi e sentito tante storie. Sono un esploratore e viaggio nel mondo, la Sardegna è

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la mia piccola palestra selvaggia. Faccio escursioniesplorazioni in mountain bike che io chiamo Naturaid, è una filosofia, è un sogno che continua, che coltivo e posso realizzare tutti i giorni, è la mia esplorazione personale. Mi sposto in bici, il mezzo più pulito e silenzioso per eccellenza; sarebbe un peccato non pedalare in questo ambiente, si possono percorrere molti km e si possono fare molti incontri speciali. Ho visto e camminato sui nuraghi abbandonati di 3500 anni fa e ho visitato le Tombe dei Giganti. Ho conosciuto la storia delle miniere e ne sono rimasto affascinato. Ho incontrato pastori in ovili arroccati e nascosti nelle gole, che conducono una vita dura. Ho conosciuto il vero rispetto dato a su tziu. Ho ascoltato le storie degli anziani, minatori, emigrati per lavoro e per la guerra. Ho partecipato alle feste dei paesi, addobbati con le bandierine colorate appese da un balcone all’altro e con le piazze profumate dall’arrosto dei maialetti cotti sulle braci all’aperto. Ho incontrato bracconieri e forestali. Ho saputo e letto del banditismo, del brigantaggio, dei rapimenti, di Mesina. Ho visto gli incendi. Ho conosciuto l’uso del coltello patadesa. Il Codice Barbaricino. Ho scoperto la tradizione profonda e antica de s’acabadora, che considero di elevato livello nel rispetto più intimo per la vita e per il dolore. Ho saputo della legge delle chiudende, ho conosciuto il mare e la tonnara, le spiagge e le golette. Ho scoperto la cordialità e la disponibilità dei sardi. Mi sono emozionato. Ecco, questa è la mia vera Sardegna, me ne sento veramente parte ed è il mio organo vitale. Conservo gelosamente le forti emozioni che regala assieme agli incontri piacevoli con i suoi abitanti cordiali, pronto ad accettare il loro giudizio perché comunque sono sempre il trentino venuto in terra sarda. Grazie Sardegna, mi hai regalato un’emozione per la vita. Buone escursioni a tutti, Maurizio Doro www.mauriziodoro.it


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Indice Mappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Introduzione alla 2° edizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Lo sviluppo di questa guida . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Le aree geografiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Preparazione di un’escursione in MTB . . . . . . . . . . . 18

Rispetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Il paesaggio geologico della Sardegna . . . . . . . . . . . 24 Lettura degli itinerari e legenda . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 La civiltà nuragica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Principali negozi di MTB in Sardegna . . . . . . . . . . . . 32 Toponomastica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 Glossario e frasario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36

Sud-ovest . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42

Sud-est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126

Guspinese 01. Montevecchio. Piscinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 02. Montevecchio. Arcuentu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48

Parteolla 20. Donori. Pran’’e Sànguni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128 21. Dolianova. Serra Mulanu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 132

Fluminese 03. Da Capo Pecora a Scivu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52

Campidano di Cagliari 22. Foresta Campidano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136 23. Flumini di Quartu. Baca Mandra . . . . . . . . . . . . . 142

Marganai 04. San Benedetto. Arenas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56 05. Domusnovas. Perdu Marras . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60 06. Gùturu Farris. Corovau . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 Linas 07. Villacidro. Piscina Irgas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 08. Vallermosa. Cucurdoni Mannu . . . . . . . . . . . . . . 74 Matzanni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79 Sulcis 09. Villamassargia. Punta Orbai . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80 S’Ortu Mannu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 10. Sulle colline di Carbonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84 11. Rosas. Orbai  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88 La Miniera di Rosas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 12. Ferrovia Bècia. Rosas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92 La vecchia ferrovia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97 13. Santadi. Sèbera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98 14. Domus de Maria. Punta Sèbera . . . . . . . . . . . . . . 102 15. Chia. Capo Spartivento e Strada Romana . . . 106 16. Punta Porcili Mannu. Cala d’Ostia . . . . . . . . . . . 110 17. Punta sa Crèsia. Perda Pertunta . . . . . . . . . . . . . . 114 18. S’’Enna de sa Craba. Monti Nieddu . . . . . . . . . . . 118 19. Gùturu Mannu. Monte Arcosu . . . . . . . . . . . . . . . 122 La Riserva Naturale WWF Monte Arcosu . . . . 125

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Sarrabus 24. Sinnai. Tuviois . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 146 Il Bosco ela Cussorgia di Tuviois . . . . . . . . . . . . . . . . 149 La Miniera di Tuviois . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 151 25. Geremeas. Mont’Arbu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154 26. Villasimius. Minniminni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 158 27. Villasimius. Le cale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 162 28. Burcei. Ollastu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 166 Le Miniere sul Rio Ollastu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 171 29. Villaggio San Paolo. Garàpiu . . . . . . . . . . . . . . . . . 172 30. Vecchia Statale 125. Sette Fratelli . . . . . . . . . . . 176 31. Brabaisu. Burcei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 182 L’Arco dell’Angelo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 187 32. Olia Speciosa. Capo Ferrato . . . . . . . . . . . . . . . . . 188 33. San Priamo. Bacu Arrodas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 192 34. Anello San Vito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 196 Gerrei 35. Villasalto “Genn’‘e Bentu” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 200 36. Armungia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 206


Centro-est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 212

Centro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 354

Tacchi e Tonneri 37. Jerzu Ulassai Rally di Sardegna Bike . . . . . . . . . 214 Maria Lai e la Stazionedell’Arte . . . . . . . . . . . . . . . . . 219 Rally di Sardegna Bike . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 220 La ricerca del percorso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 222 38. Ulassai - Sentieri dei Nuraghi e di “Su Màrmuri” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 224 39. Taccu Isara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 230 40. Perda ‘e Liana e Montarbu . . . . . . . . . . . . . . 234

Gennargentu 63. Bruncu Spina, sul tetto dell’isola . . . . . . . . . . . . 356 64. Perda Crapias (P.ta La Marmora) la vetta più alta della Sardegna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 360 65. Gùsana Tour . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 366

Ogliastra costale e collinare 41. Monte Ferru . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 238 42. Punta Tricoli e Monte Armidda . . . . . . . . . . . . . . 244 43. Lido di Lotzorai e il Lago di Santa Lucia . . . . . 248 44. Genna Aramene e Monte Scoine da Santa Maria Navarrese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 252 45. Mamutorco, Olidone e Dodoccori . . . . . 256 46. Talana Villagrande “Strada Fantasma” . . . . 264 Gennargentu 47. Punta La Marmora da Flùmini . . . . . . . . . . . . . . . 268 48. Arzana Freeride . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 272 49. Monte Idolo da Santa Barbara . . . . . . . . . . . . . . 276 50. Bacu Su Orovigili e Monte Olinie . . . . . . . . . . . 280 Transardinia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 284 51. Talana Olinie Sorberine . . . . . . . . . . . . . . . . . . 286 T-Track . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 291 Supramontes di Urzulei e di Baunei 52. Freeride Santa Maria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 292 53. Pissu e Serra e Su Idile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 298 Sardegna. Dal diritto feudale al pascolo... . . . 304 54. Cengia Giradili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 306 55. Iltiera Porto Cuau Freeride . . . . . . . . . . . . . . . . . . 310 56. Cala Sisine da Su Irove Longu, Cala Luna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 314 57. Codula di Luna e Ovile de Scàrtari . . . . . . . . . . . 322 58. Urzulei - GASAU . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 326 59. Urzulei Sentiero San Giorgio e Codula Sa Mela . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 330 60. Circuito Flumineddu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 336 61. Genna Silana - Gola su Gorroppu . . . . . . . 346 62. Genna Silana - Arco Suttaterra . . . . . . . . . . . . . . 350

Supramontes di Orgosolo, Oliena e Dorgali 66. Supramonte di Orgosolo - Funtana Bona . . 372 67. Funtana Bona - Donanìgoro . . . . . . . . . . . . . . . . . 378 68. Cala Gonone - Arco Suttaterra . . . . . . . . . . . . . . 382 69. Hotel Supramonte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 386 Barbagia 70. Ortobene Bike Park . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 392 71. Orune - Nunnale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 396 Baronia 72. Siniscola - Montalbo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 400 73. Siniscola Terra&Mare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 404 74. L’Oasi di Bidderosa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 410 nord . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 414 Tempio Pausania 75. Limbara: tra Fonti e tombe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 416 Anglona 76. Nulvi-Sedini-Bulzi-Laerru (Anglona magica) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 420 Sassari 77. Filigheddu-Badde Tolta-Barca . . . . . . . . . . . . . . . 424 Tabella riassuntiva degli itinerari . . . . . . . . . . . . . . . . 428

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Mappa Qui trovate indicati chiaramente i punti di partenza di tutti i 77 itinerari proposti. Alcuni si prestano a essere collegati tra loro, e in questo caso trovate ulteriori dettagli nelle descrizioni. La maggior parte degli itinerari sono ad anello, vale a dire che si concludono nello stesso punto dal quale si è partiti. Questa nuova edizione della guida è stata arricchita con nuovi itinerari nel Nord e nel Centro dell’Isola e, rispetto alla prima edizione, include le vette del Monte Limbara nella Gallura e del Sassarese. Abbiamo selezionato le mete delle nostre escursioni basandoci sui seguenti criteri: - in queste zone si trovano le catene montuose più alte e importanti dell’Isola. Da sud verso nord: il Sulcis, il Marganai, il Linas, il Sarrabus, il Gerrei, i Tacchi d’Ogliastra, il Gennargentu, i Supramontes, il Monte Ortobene, il Montalbo e il Limbara; - vi si trovano percorsi di tutte le difficoltà, raggiungibili con brevi trasferimenti dai centri principali o talvolta direttamente in sella. Questo permette al biker di programmare una vacanza di una o due settimane in MTB. Non a caso si tratta delle destinazioni maggiormente considerate anche nell’escursionismo a piedi; - molte di queste zone sono vicine o contigue alle coste e ai loro centri turistici, per esempio una parte del Sarrabus, dell’Ogliastra e la Baronia. Questo permette di abbinare alla MTB la classica vacanza al mare con la famiglia, anche se non bisogna sottovalutare le difficoltà legate all’alta temperatura nei mesi estivi; - sono le zone che conosciamo meglio, in base alle nostre dimore e alle nostre escursioni abituali. Sono vittime illustri il Monte Arci, il Sarcidano, la catena del Marghine-Goceano, il Monteacuto, il Montiferru, che auspichiamo di includere nella futura edizione della guida. Buon viaggio e buone pedalate a tutti.

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Palau

Olbia Porto Torres

75 76 77

Sassari 72 73

Alghero

74 71

Nuoro 70

68

61 62

67 66

65

Dorgali

69

58 57 59 56 55 64 53 54 63 46 45 Baunei 51 43 44 punta La 47 49 50 52 48 TortolĂŹ Marmora 40 42

Oristano

60

39 38

Guspini

35 36

Villacidro

4

Iglesias

Carbonia

20 21

8

7 3 6 5 1 2

34 28

22 24

9 11

Bari Sardo 37 41

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Cagliari

12

33

30

32

25

26 27

23

19

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18 13 17 14

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Introduzione Introduzione alla seconda edizione di questa guida La risposta dei lettori alla prima edizione di questa guida pubblicata nel dicembre del 2011 è stata molto incoraggiante, da parte di biker sia italiani che stranieri (la guida è stata pubblicata anche in inglese). Il contributo dato allo sviluppo della mountain bike in Sardegna è motivo di orgoglio per Amos Cardia, Davide Deidda e il sottoscritto e ci ha spinti a preparare questa seconda edizione riveduta e corretta. Oltre alle modifiche degli itinerari esistenti, per aggiornare e migliorare le descrizioni in base ai feedback ricevuti, alle nuove strade costruite e ad altri fattori, trovate una grafica completamente rinnovata e mappe più accurate (usiamo adesso Open Street Map). Sono stati inclusi nuovi itinerari nel Centro e nel Centro-est nonché un primo assaggio di itinerari nel nord dell’Isola, per i quali ringrazio il quarto autore, Carlo Pitzalis. Grazie alla frequentazione di questi itinerari abbiamo potuto rinnovare anche il corredo fotografico e con tutte queste novità la guida potrà essere acquistata non soltanto da chi non l’ha mai avuta ma anche da chi aveva comprato la prima edizione. Tra i nuovi biker-lettori ci saranno anche quelli di lingua tedesca, poiché oltre all’inglese questa nuova edizione della guida viene pubblicata anche in tedesco. Aspettiamo i vostri feedback! Peter Herold

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Introduzione

Lo sviluppo di questa guida I 77 itinerari proposti sono stati percorsi in prima persona dagli autori o dai loro amici nel 2014 e integrati con i nuovi percorsi tracciati nel 2015, sia per aggiornare percorsi esistenti, sia per documentarne di nuovi. Rispetto alla prima edizione della guida, il cui lavoro si svolse dall’aprile del 2010 fino al giugno del 2011, molti itinerari sono diventati più pedalabili per motivo di lavori di manutenzione/ripristino. In base a questi due momenti di “censimento” abbiamo cercato di descrivere le condizioni in cui i percorsi potrebbero essere trovati nel futuro, non soltanto quando li abbiamo censiti per questa edizione. La distribuzione dei percorsi tra gli autori è quella della prima edizione: Amos ha la parte del leone, con gli itinerari sia del sud-ovest che del sud-est; per bilanciare almeno in parte il carico di lavoro alcuni percorsi meridionali sono stati (ri)documentati da Davide e Peter. Per il resto Davide ha battuto il centro, Peter il centro-est e Carlo il nord. Le foto sono state scattate dagli autori stessi o dalle persone che li hanno accompagnati nel documentare i percorsi. Nei casi in cui non è stato possibile documentare il percorso fotograficamente (per esempio, per maltempo) ci si è serviti di immagini scattate in altre occasioni da altre persone. Francesco Muntoni di www.mtbsardinia.com merita una menzione speciale: ha percorso tutti tranne due degli itinerari della prima edizione e per molte delle nuove foto in questa seconda edizione dobbiamo ringraziarlo. Nello scegliere i percorsi ci siamo dati le seguenti regole: non esistono chilometraggi o dislivelli standard; preferiamo percorsi ad anello della durata di almeno due ore, per poter conoscere ogni zona in modo soddisfacente; individuiamo percorsi omogenei dal punto di vista dello stile e della difficoltà tecnica (XC, AM o FR), altrimenti saranno scontenti sia i biker XC che i discesisti; in ciascuna zona geografica cerchiamo di offrire un ventaglio completo di possibilità in termini di stile, durata, difficoltà tecnica e fisica; disegniamo itinerari completamente pedalabili o, se il territorio merita e non c’è altra possibilità, in gran parte pedalabili.

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Il lavoro per la prima edizione era stato quasi pionieristico, visto che esistevano pochissime guide alla MTB in Sardegna e la più nota è probabilmente Sole, sale, salita, di Antioco -Chicco- Porcu ed Enzo Pascalis, pubblicata nel 1991 e da tempo fuori catalogo. Nel testo sono descritti 26 itinerari, più alcune varianti, scaricabili gratuitamente dalla pagina web dell’autore (www.chiccoporcu.it). L’unica guida attualmente disponibile è quella pubblicata dalla Regione Sardegna nel 2009 (Guida al mountain biking della Sardegna - www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_81_20100119153458.pdf) alla cui realizzazione ha collaborato anche Amos Cardia. Si tratta essenzialmente di un roadbook per alcune lunghe traversate di Sardegna da realizzare in prevalenza su sterrati facilmente pedalabili, con poche indicazioni e nessuna descrizione, per un totale di 25 tappe di circa 50 km ciascuna. Ogni autore ha utilizzato un approccio diverso per costruire e aggiornare il suoi percorsi: Peter era partito dagli itinerari che aveva già esplorato nei dintorni di Lotzorai e documentato e testato con gli ospiti di The Lemon House. Li aveva adattati per creare dei percorsi omogenei, con punti di partenza/arrivo nei paesi vicini. A questi itinerari si erano aggiunti i sentieri escursionistici nel centro-est dell’Isola del progetto dell’Ente Foreste Un’Isola di Sentieri (www.sardegnaambiente. it/foreste/foreste_parchi/sentieri.html), alcuni dei quali erano stati già pedalati, ma altri, come quelli nella zona dei Tacchi e di Tonneri, erano stati documentati per la prima volta in sella alla MTB per la prima edizione. Alcuni biker locali avevano contributo alla definizione di altri itinerari, accompagnando Peter che volentieri faceva loro delle foto. Tra i volenterosi merita una menzione speciale il gruppo GASAU di Urzulei, che aveva realizzato due itinerari ormai conosciuti e apprezzati. Infine, prendendo spunto da sentieri percorsi a piedi e studiando i collegamenti sulle carte IGM e su Google Earth, Peter aveva effettuato vere e proprie esplorazioni, spesso in diverse riprese e in solitaria, per creare percorsi inediti o cercare la chiusura dell’anello rispetto a una sezione già conosciuta ma di tipo A-B. Tra queste la discesa a Gorroppu da Genna Silana con risalita a Sa Pruna, il circuito del Flumineddu, e il percorso del Rally di Sardegna a

La carareccia del percorso Freeride ad Armungia nel sud-est dell’isola

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Introduzione

Jerzu. Per la seconda edizione Peter ha documentato due percorsi di trekking a piedi nel territorio di Baunei - la Cengia Giradili e la discesa a Porto Cuau - nonché la salita alla Punta la Marmora da Arruinas, mostratagli dai suoi amici biker di Arzana. Grazie ai tanti esperti biker di lingua tedesca che alloggiavano alla Lemon House, Peter ha potuto inserire nelle sue descrizioni AM-FR la difficoltà sulla scala di difficoltà DE-AU-CH Singletrail-Skala (STS). Amos aveva effettuato il lavoro per la prima edizione in sei mesi, da gennaio a giugno 2011, iniziando dai percorsi del sud-est nei quali pedala abitualmente, quasi sempre partendo in bici da casa, che aveva integrato con quelli delle escursioni della società Sardinia Biking e di IchnusaBike. Arrivato a un buon numero di itinerari nel sud-est era passato allo studio del sud-ovest, un territorio più distante dalla sua abitazione e che conosceva soltanto in parte, avendolo studiato ed esplorato per tracciare la West TranSardinia. Per arrivare a una conoscenza diffusa e capillare fu determinante ancora una volta l’aiuto di Mauro Boscolo di IchnusaBike, che gli fornì un’altra bella cartella piena zeppa di tracce GPS, e di tanti biker che gli hanno dato altre tracce e altra consulenza, sia con contatti privati che tramite www.mtb-forum.it. Gran parte dei sostenitori citati nei ringraziamenti si riferiscono al sud-ovest ma ogni file GPS e ogni informazione andava verificata su carta IGM, su Google Earth e ponderata attentamente, per scoprire se il tracciato sarebbe stato adatto a un turista che l’avrebbe percorso soltanto con la descrizione e il ciclocomputer e non necessariamente col GPS. Viste le ore di auto che Amos doveva sobbarcarsi ogni volta per giungere sul posto e poi per tornare a casa, l’obiettivo primario era andare a colpo sicuro e, per i tratti più incerti (perché non pedalabili, chiusi dalla vegetazione, interni a campi recintati…), si preparava da prima qualche alternativa. Il fascino dell’esplorazione, spesso in solitaria, si legava così alla sfida nel riuscire a chiudere il percorso nella stessa giornata o, per dirla in gergo, nel portare a casa l’itinerario, ovviamente completo di foto scattate con l’autoscatto se era solo. Il massimo lo raggiunse quando, per minimizzare i costi e i tempi di spostamento, riuscì a percorrere e a portare a casa due itinerari nello stesso giorno, pedalandone uno la mattina e l’altro il pomeriggio. Rispetto alla prima edizione della guida, per questa

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seconda edizione Amos ha eliminato un itinerario e ne ha modificato altri tre, perché negli ultimi anni alcuni sentieri sono stati completamente invasi dalla vegetazione e e altri risultano inaccessibili, perché inclusi in delle proprietà private che sono state recintate. Per fare queste valutazioni, coi conseguenti sopraluoghi e aggiornamenti dei percorsi, si è servito delle testimonianze che puntualmente gli arrivavano dai biker che pedalavano gli itinerari, informandolo dello stato dei sentieri stessi. Davide ha concentrato la sua attività nell’esplorazione del Supramonte, un territorio selvaggio, inaccessibile in auto e in buona parte sconosciuto alla MTB. La natura agreste e inesplorata dei luoghi ha richiesto un attento lavoro preliminare di documentazione cartografica che ha permesso di individuare i punti di accesso all’altopiano e i guadi sul rio Flumineddu che rendono possibile il collegamento con i territori di Talana e Urzulei. Per la documentazione dei percorsi di Siniscola è stato indispensabile il supporto dei biker locali Franco Tucconi e Marco Deledda, esperti conoscitori dei luoghi e ottimi compagni di avventura. L’itinerario Ortobene Bike-Park non sarebbe così divertente senza il lavoro di sistemazione dei sentieri realizzato dall’associazione Monte ‘n Bike di Nuoro. L’unico rammarico è l’aver lasciato nel cassetto tanti altri progetti di itinerari, vittime delle esigenze professionali che mal si conciliano con la pratica assidua della MTB. Carlo ha creato gli itinerari comprendendo le tre zone maggiori del Nord Sardegna: la Nurra, l’Anglona e la Gallura. La sua scelta ha avuto sempre una motivazione storica: il percorso della Nurra è un antico cammino che veniva utilizzato per collegare Sassari a Sorso e l’unico mezzo di comunicazione era il carro trainato da buoi. In Anglona era situato il più antico insediamento dell’uomo in Sardegna. La Gallura, nel Monte Limbara, racconta storie intrecciate di banditismo Sardo e Corso. Fondamentale l’aiuto di Egidio Ricciardi nel tracciare il percorso della Nurra; in Anglona Giovanni Canalis è stato guida e consigliere indispensabile; per la zona del Monte Limbara, Fabio Scanu, grande compagno di viaggio, si è distinto per la sua grande disponibilità. Una caratteristica accomuna gli itinerari: tutti attraversano dei paesi, o passano molto vicino, seguendo il connubio tra natura rurale e civiltà.


Ringraziamenti Ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato con simpatia ed entusiasmo con questa edizione nonché con la precedente. Per aver indicato percorsi: Antonio Cocco, il Club Piccalinna di Guspini e il suo presidente Nino Vaccargiu, Mauro Boscolo (www.ichnusabike.it), Pierpaolo Sulis, Giorgio Pupillo, Danilo Piras, Fabrizio Follesa, Manolo Bachis, Simone Scalas e Marcello Usala (www.anfibia.it), Lino Cianciotto (www.fluminimaggiore.org), Alessandro Boi, Marco Melis, Egidio Ricciardi, Giovanni Canalis e Fabio Scanu. Per averci accompagnato a effettuare i rilievi: Luigi Olla, Massimo Carboni, Andrea Zedda, Pierpaolo Sulis, Fabrizio Follesa, Pierpaolo p78, Roberta Carta, Gabriele Fabrizio Nalin, Giuseppe Loddo, Giovannni Falchi (Johnny Hawks), Stefan “Alpenzorro” Stuntz, gfavier, Michele Pinna, Marco Melis, Massimo Moro, Gianni Stochino, Manuel Gherardi, Mauro Atzori, Simone Carta, Dario Tuveri, Enrico Lai (www.bikinggavoi.com) nonché molti ospiti della Lemon House. Per aver fornito fotografie: Roberto Bertinelli, Mario Madeddu, Francesco Olla, Francesco Olla, Martin Hebr, Runar Moseby, Stazione dell’Arte Ulassai, Mattia Vacca (www.mattiavacca.com), Antonello Pintus, Maurits Janssens, Franco Tucconi, Gavino Pintus, sardrock Gian Matteo, Ronald Jacobs, Gian Domenico Nieddu, Sardinia Mountain Bike (www.sardiniamountainbike.com), Francesco Muntoni (www.mtbsardinia.com), Enrico Lai (www.bikingavoi.com), Egidio Ricciardi, Antonello Pintus, Giovanni Canalis e Fabio Scanu. Per aver contributo alle schede sulla Sardegna: Elena Lucia Piras (archeologa, Barisardo), Orlando Mereu, Vittorio Pinna e Pietro Perra (Acadèmia de su Sardu - academiadesusardu.wordpress.com). Per averci aiutato in altro modo, dalla pulizia dei percorsi alla ricerca della MTB di Peter smarrita, dall’offerta di cioccolata calda all’impegno di mantenere in buono stato i percorsi documentati: I sindaci e le amministrazioni comunali di Armungia, Arzana, Baunei, Talana e Urzulei, l’Ente Foreste,

il GASAU (Gruppo Archeologico, Speleologico e Ambientale di Urzulei) e in particolare Antonio Murru e Sebastiano Cabras, Sebastiano Pusole del bar Belvedere di Baunei, Michele e Agostino Fancello del bar Sa Carrera di Talana, Antonio Piras e Lucia Serra di Barisardo, Juliane Hielscher per aver aiutato Davide nel controllo delle descrizioni. Carmine Rosone per il suo impegno nello sviluppo della zona di Baunei. Anne McGlone, moglie di Peter, che l’ha soccorso più di una volta e supportato nelle lunghe ore di lavoro e traduzione. Sperando di non aver dimenticato nessuno! Peter, Amos, Davide e Carlo Le aree geografiche In Sardegna la divisione amministrativa del territorio in province ha poco a che fare con le caratteristiche del territorio e con la conseguente articolazione in zone storiche e geografiche. Per questo abbiamo preferito distinguere cinque macro-aree (Sud-ovest, Sud-est, Centro-est, Centro e Nord) e, all’interno di ciascuna di queste, abbiamo indicato le zone storiche, che spesso gli stessi abitanti della Sardegna non distinguono con sufficiente chiarezza, perché a scuola non si insegna la storia né la geografia della regione. Il Sud-ovest è composto da due principali aree montuose, quella del Sulcis, all’estremo sud, e quella dell’Iglesiente, Marganai, Linas e Guspinese più a nord. Queste due aree sono divise dalla pianura del Cixerri, una valle stretta e lunga che taglia questa parte di Sardegna da ovest a est, collegando facilmente i due grandi centri di Iglesias e Cagliari. Oltre che nei massicci montuosi citati, numerose escursioni si sviluppano tra la costa e i contrafforti meridionali del Sulcis, con frequenti panorami sul mare e alcuni passaggi in spiaggia. Le zone dell’Iglesiente, Marganai, Linas e Guspinese sono interessate da importanti centri abitati e sono da sempre battute dai biker, che hanno contribuito a fare la storia della MTB e del DH in Sardegna. L’interesse per il Sulcis si è sviluppato più tardi, sia per le maggiori difficoltà di accesso sia perché, essendo molto meno popolato, non c’è stata una presenza forte di biker locali. Oggi l’interesse per il profondo

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Introduzione

Sulcis, come molti Sardi chiamano scherzosamente questa zona, è in crescita costante per il suo valore tecnico, paesaggistico e anche antropologico, visto che il Sulcis e la Gallura sono le uniche zone della Sardegna in cui si è affermato il modello abitativo dell’insediamento sparso. Dal punto di vista amministrativo il Sud-ovest è distinto in tre province: Cagliari (CA), Carbonia-Iglesias (CI) e Medio Campidano, la cui sigla VS deriva dalle iniziali dei due capoluoghi (Villacidro e Sanluri). Il Sud-est è caratterizzato da tre tipologie di territorio: quello costiero, quello montano boscoso e quello montano spoglio. L’area boscosa più nota è quella del massiccio dei Sette Fratelli, chiamato così per le cime rocciose allineate (sette o più a seconda del punto di osservazione) che formano la sua cresta. Anche questa è una località che, per la facilità con la quale può essere raggiunta da Cagliari, ha fatto la storia prima del trekking e poi della MTB in Sardegna. Come nel Sud-ovest, alcune escursioni si sviluppano sui versanti meridionali che arrivano fino al mare, alcuni spogli ma altri ancora boscosi. Nel Sud-est le zone montane spoglie sono conosciute non per l’altitudine, che arriva al massimo a 1.000 metri, ma per gli incendi e il sovraccarico di bestiame. Tra queste l’area del Sarrabus, una vasta zona disabitata che si estende in larghezza per metà Sardegna, dal centro fino alla costa orientale. Rispetto alle aree boscose vi si trovano pochi sentieri, ma in compenso dispone di Macro-aree Zone storiche

Il Centro è senza dubbio dominato dall’altopiano dei Supramontes di Orgosolo, Oliena e Dorgali, limitato a sud dalla profonda valle del rio Flumineddu, che divide i versanti Orgolese-Olianese dal territorio Ogliastrino. Nel suo estendersi verso la costa si affaccia in territorio di Dorgali, al limite delle falesie del Golfo di Orosei, disegnando scenari impervi e improbabili sentieri al confine fra la terra e il mare. Spostandosi di pochi chilometri in direzione di Nuoro si cambiano completamente scenario ed era geologica. Il calcare cede il passo alle morbide forme di granito e ai fitti boschi di leccio del Monte Ortobene. In questo contesto il Montalbo si presenta come un biancone calcareo isolato, strettamente imparentato con il fratello maggiore del Supramonte. Nel territorio di Siniscola le docili colline scivolano Province*

Sud-ovest

Sulcis, Iglesiente, Marganai, Linas, CA (Cagliari), VS (Medio Campidano, Villacidro-SanGuspinese luri), CI (Carbonia-Iglesias)

Sud-est

Campidano di Cagliari, Parteolla, CA (Cagliari) Sarrabus, Gerrei

Centro

Supramontes di Orgosolo, Oliena e NU (Nuoro) Dorgali, Nuorese, Baronia, Gennargentu

Centro-est

Tacchi e Tonneri, Gennargentu, Su- OG (Ogliastra) pramontes di Urzulei e di Baunei

Nord

Nurra, Anglona, Gallura

* Sebbene il referendum del 2012 abbia abrogato le quattro province „nuove“ (Ogliastra (OG), Olbia-Tempio (OT), Carbonia-Iglesias (CI), Medio Campidano (VS)) e abolito le quattro „vecchie“,(Cagliari, Oristano, Sassari, Nuoro) ad

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una rete immensa di sterrate e mulattiere, tuttora in uso agli allevatori. A metà degli anni Novanta a Sinnai, uno dei paesi al margini del massiccio, il biker locale Vittorio Serra fondò un gruppo agguerrito che ne fece la principale zona di allenamento e vi organizzò con successo la prima granfondo della Sardegna, chiamata Serpilonga, dal nome del monte Serpeddì, la cui cima supera i 1.000 metri ed è la più alta di tutto il Sud-est. Oggi vi si svolge anche una marathon e il paese continua a produrre atleti organici a questo territorio, portati per le lunghe distanze, ma in realtà fondisti forti si trovano in tutta la Sardegna.

SS (Sassari), OT (Olbia, Tempio) aprile 2016 sono ancora presenti. Pertanto le lasciamo in questa descrizione. In futuro le quattro province diventeranno Sud Sardegna, Nuoro, Oristano e Sassari e Cagliari diventerà una città metropolitana.


verso la costa e regalano piacevoli escursioni o rilassanti passeggiate a pochi metri dalle onde. Appartiene alIa macro-area Centro il massiccio Gennargentu nel versante Desulese della Punta La Marmora, in quanto ci si arriva da Nuoro procedendo in direzione Fonni. Il Centro-est corrisponde a grandi linee all’odierna Provincia d’Ogliastra (OG), scorporata dalla provincia di Nuoro nel 2005. L’Ogliastra, con appena 60.000 abitanti, è la provincia meno popolata d’Italia ed è delimitata a sud-ovest dal Salto di Quirra e dal Lago di Flumedosa, a ovest dalla catena del Gennargentu fino all’arco di Corr’‘e Boi passando per la cima più alta della Sardegna (Punta La Marmora, 1834 m slm), e a nord-ovest dalle vallate del Flumineddu e della Codula di Luna. 

Il Centro-est comprende quattro principali zone storiche: 1. i Tacchi e Tonneri di Jerzu, Ulassai, Osini, Ussassai, Gairo, Seui e Perdasdefogu. Quest’ultimo paese, chiamato comunemente Perdas, è ubicato su un altopiano di rocce vulcaniche; 2. il Gennargentu e il circostante altopiano a quota 1000 m slm che si estende fino ad Arzana, Villagrande e Talana, con i suoi scisti, graniti e rocce arenarie; 3. l’Ogliastra costale e collinare, a bassa quota, dove si pedala su fondo prevalentemente granitico. È la zona più popolata, con i due capoluoghi Lanusei e Tortolì, Lanusei e Tortolì, e i Comuni di Barisardo, Cardedu, Elini, Girasole, Lotzorai, Ilbono, Loceri, e Triei; 4. i Supramontes calcarei di Urzulei e di Baunei.

La spettacolare discesa tecnica della Cengia Giradili, uno dei percorsi nuovi in questa seconda edizione (© Mattia Vacca)

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Introduzione

Il Nord è suddiviso in tre grandi sottoregioni: 1. la Nurra (nome forse derivato da Nure) è una sub-regione storica nonché area agricola pianeggiante del nord-ovest della Sardegna, situata nel quadrilatero compreso fra Alghero, Sassari, Porto Torres e Stintino, tra il Golfo dell’Asinara a nordest, il Mar di Sardegna ad ovest, dal Riu Mannu a est e dai rilievi del Logudoro a sud-est. La Nurra è la seconda pianura della Sardegna, dopo il Campidano, ed è caratterizzata da un territorio generalmente spoglio, costituito in gran parte da estesi pascoli, da macchia mediterranea e gariga: delle grandi foreste che un tempo la ricoprivano sino all’Ottocento, dal periodo in cui la regione fu stravolta dalla deforestazione piemontese ed un grave incendio, rimangono solo sparuti residui di foreste a galleria, lungo le valli. 2. l’Anglona, adiacente da ovest alla Nurra, è un territorio delimitato a nord dal mare, a est dal fiume Coghinas, a sud dal Monte Sassu e a ovest dal fiume Silis e dal Monte Pilosu. Il territorio è caratterizzato da una morfologia prevalentemente collinare, composta da piccoli altipiani di natura vulcanica o calcarea, adagiati su una base tufacea. La costa presenta una alternanza di spiagge e costoni rocciosi. 3. la Gallura è una regione storica che comprende la parte nord-orientale dell’isola, dal fiume Coghinas che la delimita a ovest, passando poi per il massiccio del Limbara, che ne delimita la parte meridionale, fino al massiccio del monte Nieddu a sud-est, nei comuni di San Teodoro e Budoni. Il territorio gallurese è caratterizzato da due tipologie di vegetazione: quella spontanea della costa è formata da macchia mediterranea (lentisco, cisto, corbezzolo, mirto ecc.). L’interno, invece, ha un aspetto differente, più riparato dai venti e caratterizzato da imponenti affioramenti granitici e boschi di querce e sughere la cui lavorazione costituisce una delle principali attività produttive. C’è una grande differenza geo morfologica tra le tre subregioni: ognuna di esse però racchiude una sua particolarità che il biker può cogliere durante le sue escursioni. Preparazione di un’escursione in MTB Il primo passo della preparazione di un’escursione in MTB, dopo la consultazione di questa guida per

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scegliere un percorso in base allo stile e alla zona di interesse, è il controllo del meteo. Il sito più utilizzato dai Sardi per consultare le previsioni è www.ilmeteo.it, che risulta abbastanza affidabile, almeno entro due o tre giorni, e consente di consultare le previsioni per ogni Comune della Sardegna. Se il tempo è incerto o si prevede pioggia è meglio optare per un’escursione a bassa quota su fondi di scisto, granito o arenaria e possibilmente non troppo tecnica. Con la pioggia evitate le rocce calcaree, che diventano scivolose soprattutto se sporche di fango. Un altro problema legato al maltempo è la scarsa visibilità in montagna, che rende difficoltoso l’orientamento e priva di bei panorami. Nella guida sono indicati i percorsi che prevedono il guado di corsi d’acqua, normalmente in secca d’estate ma che potrebbero risultare impraticabili in pieno inverno e sicuramente da evitare in caso di piogge intense. Gran parte degli itinerari, vista la quota e l’esposizione, sono percorribili in tutte le stagioni. In Sardegna la neve è presente da novembre ad aprile soltanto sui pendii settentrionali del Gennargentu e col bel tempo si può pedalare d’inverno anche oltre i mille metri di altitudine. Lo dimostrano le foto della guida, scattate tra novembre e marzo, ma a queste altitudini non è raro trovare la neve e quindi preparatevi di conseguenza. In inverno, nei giorni di pioggia e di forte maestrale (vento da NO), è meglio evitare le quote più elevate. Da maggio a ottobre il tempo è generalmente stabile e soleggiato e molti visitatori si chiedono: Come fanno ‘sti Sardi a pedalare ad agosto con il caldo? La risposta è semplice: rispetto alle coste, sopra gli 800 m di quota si registra una notevole differenza di temperatura, ventilazione e umidità, ma serve portare tanta acqua con sé. Molti arbusti e alberi, tra i quali il lentisco e il leccio, sono sempreverdi e non mostrano grandi differenze nello sviluppo della flora tra l’inverno e l’estate. In Sardegna le piante, dopo che sono riuscite ad attecchire, crescono tutto l’anno! Abbiamo segnalato nella guida i percorsi nei quali indossare pantaloni lunghi e protezioni per gli avambracci per evitare i graffi dovuti alla vegetazione.


Per tutti i percorsi abbiamo fornito la traccia GPS, che semplifica molto l’orientamento, ma siate sempre consapevoli del fatto che il GPS potrebbe smettere di funzionare. Più che l’assenza di segnale, considerate che l’esaurimento delle pile o una caduta accidentale potrebbero rendere inservibile il vostro dispositivo. Portate sempre con voi una mappa topografica e la sera prima dell’escursione studiate il percorso, magari evidenziandolo sulla carta. Nel corso dell’escursione identificate di tanto in tanto la vostra posizione e aggiornate la stima del tempo ancora necessario alla conclusione. Se non lo fate prima, potrebbe essere troppo tardi quando il vostro GPS è morto! Orientamento e cartografia Come cartografia di riferimento per le zone trattate suggeriamo le tavole dell’Istituto Geografico Militare (www.igmi.org), che si possono acquistare anche on-line (www.igmi.org/vendite/e-shop. php). Per ciascun itinerario abbiamo indicato i relativi fogli della serie 1:50.000, che per il biker rappresenta il compromesso ideale tra dettaglio, 

leggibilità e area coperta. La serie IGM 1:50.000 deriva dalla elaborazione dei fogli 1:25.000, creati con le riprese aereofotogrammetriche e con le ricognizioni della fine degli anni Ottanta. Dunque i dati delle cartine IGM risalgono ad almeno vent’anni prima della data di pubblicazione di questa guida e, se alcuni dati come i rilievi, le quote e l’idrografia non cambiano nel tempo, negli ultimi vent’anni sono state costruite nuove strade, altre sono state asfaltate e molti sentieri non sono più praticabili. Se potete affidarvi alle cartine per alcuni dati di massima, meglio con l’ausilio di una bussola, sappiate che la percorribilità in bici non è garantita non soltanto sui tracciati indicati come sentieri e mulattiere, ma alcuni indicati come strade sterrate. Altre carte citate per alcuni itinerari sono quelle realizzate dall’Ente Foreste per il progetto Un’Isola di Sentieri. Le cartine IGM e quelle dell’Ente Foreste utilizzano due datum differenti – rispettivamente Europa 1950 e Roma 1940 – tenetelo presente nel caso in cui vogliate georeferenziarle per l’utilizzo col GPS. Gli autori hanno descritto gli itinerari in modo accurato, per evitare che il biker-lettore si possa smarrire. In condizioni di buona visibilità, con l’au-

La cresta di Monte Terrarba sulla discesa da Punta la Marmora, anche questa un’addizione in questa edizione (© Runar Moseby)

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Introduzione

silio di mappe e con un minimo di intuito e di senso dell’orientamento, chiunque può tornare a casa soddisfatto per aver seguito un itinerario senza perdersi. Per chi utilizza il GPS il rischio di perdersi è ancora minore ma in ogni caso, soprattutto alle quote più elevate, prestate molta attenzione poiché in montagna le condizioni meteo cambiano velocemente ed in brevissimo tempo ci si può ritrovare in condizioni di scarsissima visibilità, senza nessun riferimento per orientarsi. Per questo motivo è necessario munirsi della migliore cartografia esistente e di una buona bussola, anche se si è dotati di GPS. Prima di partire scorrete l’itinerario sulla carta, memorizzando la posizione di abitazioni, salite, discese, la successione dei fondi, i guadi etc. Notate che, in particolare per gli itinerari XC, i km percorsi costituiscono un dato fondamentale per l’orientamento, e pertanto, se non si ha con sé un GPS, il ciclocomputer è da considerarsi d’obbligo.

scaricabili dal sito di Versante Sud, seguendo il link nella pagina dedicata a questa guida e inserendo il codice univoco che trovate stampato in questo volume, nella prima pagina sotto al titolo. Oltre all’utilizzo del GPS sul manubrio, esistono strumenti di pianificazione pre-escursione e analisi post-escursione, con programmi come Google Earth, MapSource® o BaseCamp™ della Garmin (MapSource® è solo per PC, mentre BaseCamp™ ha anche una versione per Macintosh), scaricabili dal sito Garmin alla pagina http://www.garmin.com/ en-US/software. Questi strumenti, utilizzati singolarmente o in combinazione, permettono di visualizzare ed effettuare operazioni con le tracce GPS, come calcolare le distanze, avere maggiori informazioni sul territorio, tracciare profili altimetrici, rilevare tempi di percorrenza e altro. Riferimenti web

Tutti e quattro gli autori hanno utilizzato il GPS, sia per caricare l’itinerario pianificato e seguirlo, che per documentare la traccia attiva a posteriori. Le tracce GPS di tutti gli itinerari della guida sono 

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Si potrebbe fare un lunghissimo elenco di siti web più o meno utili ai biker ma siamo convinti che abbiate già i vostri siti di riferimento per ogni esigenza,

Gli scisti e graniti del Gennargentu offrono percorsi meno “grezzi” di quelli del Supramonte. Sullo sfondo il Lago Alto Flumendosa


acquisti compresi. Oggi con un clic si comperano pneumatici in Inghilterra o sistemi frenanti in Germania e qualche giorno dopo, il postino suona e ti consegna la merce. Un sito cui tutti noi, autori della guida, dobbiamo molto, è www.mtb-forum.it, oggi il sito di riferimento per la mountain bike in Sardegna e in Italia. Tutti hanno contribuito alla sua crescita e proprio in questo forum ci siamo virtualmente conosciuti per iniziare a pedalare fianco a fianco. Non intendiamo fare alcuna lezione sulla funzione aggregativa dei siti internet ma molte fra le persone con cui oggi giriamo in mountain bike le abbiamo conosciute attraverso le pagine di mtb-forum. Marco Toniolo quindici anni fa aveva visto giusto e quando era partita la prima versione del forum, frutto delle sue idee e della sua perspicacia, era l’unico ad avere chiaro quali fossero le potenzialità di questo strumento. La varietà di interventi e proposte dei singoli biker e i gruppi che si creano sarebbero impensabili con qualsiasi altro mezzo di comunicazione. Gli indirizzi funzionali all’organizzazione della singola escursione e alla conoscenza dei luoghi at-

traversati li troverete annotati direttamente nella scheda dell’itinerario. Per tutto il resto esistono ottimi motori di ricerca. Numeri utili Eventuali numeri utili, per ogni itinerario, dovrebbero essere annotati e portati al seguito nel proprio zainetto, insieme a guida, carta e bussola. Nelle schede troverete alcuni numeri di strutture ricettive oppure l’indirizzo web da cui ricavarli. Avere nella rubrica del proprio cellulare i numeri dei punti d’appoggio locali può essere importante. Le esigenze possono essere anche le più banali, ad esempio comunicare che si arriva in ritardo in una struttura dove si vuole pernottare è segno di buona educazione e rispetto del lavoro altrui. Oppure comunicare al gestore che si sta arrivando in dieci al pranzo delle 14.00 permetterà a lui di organizzarsi e a voi di evitare fastidiose attese. È ovvio che se vi trovate in una zona dove i cellulari non hanno copertura dovete pensarci per tempo.

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Introduzione  22

Aree impervie e isolate e numero di emergenza (118) La Sardegna, nonostante sia conosciuta soprattutto per le sue coste e nonostante la sua cima più alta raggiunga soltanto 1.834 m d’altitudine, presenta molte zone completamente disabitate, frequentate soltanto dai pastori la mattina presto, dai cacciatori i giovedì e le domeniche da ottobre a gennaio e, neanche sempre e dappertutto, dagli uomini del Corpo Forestale e Vigilanza Ambientale. Solitamente queste zone non hanno copertura telefonica né indicazioni sulle strade sterrate e sui sentieri, a parte qualche ometto o sasso incastrato tra i rami degli alberi. Dimenticate la segnaletica delle Dolomiti. Questa caratteristica wilderness del territorio rappresenta un forte richiamo per chi ne è affascinato, ma richiede una congrua consapevolezza nel comportarsi, nonostante spesso ci si trovi a pochi km dalle coste. I Supramontes rappresentano in assoluto le zone più impervie, che all’isolamento e alle difficoltà di orientamento aggiungono la difficoltà di muoversi sul terreno accidentato e la mancanza di fonti d’acqua, dovuta al suolo carsico. Pianificate molto bene il vostro fabbisogno idrico, tenendo presente che d’estate si possono consumare fino a 4 litri d’acqua al giorno per persona. Se si fa tardi, non pensate di muovervi di notte. Usate l’ultima ora di luce per cercare un ricovero e aspettate l’alba. Forse soffrirete il freddo, ma nulla di più, mentre se tentate di pedalare di notte è quasi certo che cadrete e vi farete male. Chi va in Supramonte ha una regola: Se sono da solo e non torno la sera, attivate i soccorsi; se sono in compagnia aspettate fino a mezzogiorno dell’indomani. Prima di avventurarvi nel Supramonte provate gli itinerari vicini, per abituarvi al terreno e all’ambiente. Per qualsiasi incidente chiamate il 118. Gli operatori vi manderanno un’ambulanza ma, se siete in una zona impervia dove l’ambulanza non potrà arrivare, dovete specificare che si tratta di un intervento tecnico in montagna per coinvolgere gli uomini e i mezzi del Soccorso Alpino e Speleologico. Ricordate che l’operatore del 118 non è uno degli autori della guida e può non avere a disposizione le mappe IGM. Dovete specificare in dettaglio dove vi trovate, partendo dai paesi e dalle strada principali, spesso facendo lo spelling dei toponimi. Le coordinate ricavate dalla cartina o dal GPS possono essere utili, quindi imparate a leggerle.

Rispondete senza fretta alle domande dell’operatore, affinché i servizi di soccorso possano impostare al meglio il loro intervento. Vi è copertura cellulare in vista dei paesi e delle strade principali. Generalmente non c’è copertura sui Supramontes né all’interno delle codule, mentre dall’imbocco della Gola di Gorroppu si vede la SS125 e i telefonini funzionano. In Sardegna il servizio di elisoccorso è in via di potenziamento ed è assicurato attraverso convenzioni con i Vigli del Fuoco e con l’Aeronautica. La priorità è assegnata agli interventi più urgenti, se non siete gravi non è certo che l’elicottero venga a soccorrervi subito. Rispetto I sentieri, le mulattiere e gli sterrati non sono la nostra pista da gara personale e anche le persone che si muovono senza bicicletta hanno il nostro stesso diritto di goderne in tranquillità e sicurezza. Tutti, indipendentemente dal mezzo utilizzato, hanno il dovere di essere rispettosi verso l’ambiente che attraversano e le persone che incontrano. Quindi, cari biker, soprattutto in discesa, prestate attenzione alla presenza dei camminatori, siate rispettosi e gentili, date la precedenza e ringraziate. Niente di trascendentale ma semplici norme che costituiscono la base del vivere civile, con o senza la bicicletta sotto il sedere. Non si tratta di consigli inutili e quindi preferiamo ricordarli, come leggerete anche nei singoli itinerari, a volte in modo pedante. Purtroppo, più volte, siamo stati testimoni di situazioni in cui la maleducazione e l’arroganza di alcuni biker hanno messo in pericolo la sicurezza di altre persone, gettando così discredito sull’intera comunità degli appassionati di mountain bike. Nelle singole proposte segnaliamo se i sentieri sono particolarmente frequentati dagli escursionisti, quindi nei giorni festivi e nei periodi delle ferie, quando la frequentazione è massima, prestate molta cautela. Gli Stati Uniti d’America, luogo d’origine del fenomeno mountain bike, sono stati il Paese che per primo si è posto il problema del comportamento da tenere alla guida di una bicicletta da montagna, del suo impatto sull’ambiente e dei rapporti con le autorità e l’opinione pubblica. Di queste problematiche si è fatta carico la NORBA (National Off Road Bycicle Association), che ha stilato un codice


di comportamento. Si tratta di una serie di consigli di ordine generale che, se rispettati, contribuiscono a fornire un’immagine positiva e a favorire un’ulteriore diffusione di questa straordinaria e piacevolissima pratica sportiva. Date la precedenza agli escursionisti a piedi, anche perché la gente giudica la MTB dal vostro comportamento, rallentate e usate cautela nell’avvicinare e superare gli altri escursionisti in bicicletta o le persone che fanno trekking, controllate sempre la velocità e affrontate le curve prevedendo di poter incontrare qualcuno. L’andatura deve essere commisurata all’esperienza di ciascuno e al tipo di terreno, restate sui percorsi già tracciati ed evitate di tagliare per terreni molli, c’è il rischio di danneggiare la vegetazione e di accentuare l’erosione al suolo. Non abbandonate i rifiuti, portate con voi i vostri e, se possibile, raccogliete quelli abbandonati da altri. Non spaventate gli animali e date loro il tempo di spostarsi dalla strada, rispettate le proprietà e lasciate i cancelli così come li avete trovati. La meta da raggiungere e la velocità media devono essere

sempre stabilite in funzione dell’abilità personale, dell’equipaggiamento, del terreno e delle condizioni meteo. Non viaggiare da soli in zone isolate e, se dovete coprire lunghe distanze, comunicate sempre la destinazione e il programma di viaggio. Rispettate la filosofia del cicloescursionismo, tesa al minimo impatto sulla natura; limitatevi a scattare fotografie e a lasciare impronte leggere, portando via solo bei ricordi. Tenete il vostro mezzo in perfette condizioni e portate con voi abiti di scorta per eventuali mutamenti climatici. Un’escursione ben fatta deve essere una soddisfazione per voi, senza diventare un peso o un’offesa per altri. Proteggetevi e prendete ogni precauzione per la vostra sicurezza personale, indossate guanti, occhiali e caschetto. Dopo che la NORBA ha rivolto il proprio interesse esclusivamente alle competizioni, la campagna per la responsabilità ambientale è passata all’IMBA (International Mountan Bicycling Association).

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Il paesaggio geologico della Sardegna Nel percorrere il territorio della Sardegna, è possibile riconoscere una grande varietà di paesaggi e dunque riconoscere panorami e forme che caratterizzano aree ben definite, che non a caso storicamente sono state delimitate in sub-regioni. Queste aree sono caratterizzate da condizioni geologiche differenti e contornate da confini paesaggistici ben definiti e riconoscibili; questo fatto ha permesso di suddividere l’isola da nord a sud in un gran numero di sub-regioni caratterizzate oltre che da differenti paesaggi geologici anche da notevoli caratteristiche linguistiche e culturali. La configurazione orografica del territorio sardo è caratterizzata da una media altimetrica di 334 metri; solo il 15% del suo territorio si eleva ad altezze superiori ai 500 metri. La sua maggior vetta, Punta La Marmora, supera di poco i 1800 metri. L’isola dunque si presenta con un alternarsi di catene montuose separate da piccole pianure e profonde valli caratterizzando il paesaggio anche con piccoli e grandi altipiani. La Sardegna insieme alla Corsica costituisce un unico blocco facente parte della placca europea, si è separata durante il periodo Oligocene-Miocene dal continente iberico provenzale come conseguenza dell’apertura del mediterraneo occidentale e successivamente ruotata con un movimento antiorario. Infatti circa 28 milioni di anni fa, durante l’Oligocene medio,un estesa attività vulcanica interessò l’isola dando luogo ai fenomeni e ai movimenti che porteranno la Sardegna a staccarsi dal continente iberico nel corso di un tempo durato molti milioni di anni, consentendo al blocco sardo-Corso di assumere la posizione geografica attuale, orientata Nord-Sud. La sua storia geologica pertanto è simile a quella di alcune aree dell’Europa occidentale fino ad un certo momento della sua evoluzione, assumendo successivamente caratteri propri e sempre diversi dalla penisola Italiana e dalla vicina regione del Nord Africa. L’ossatura geologica della Sardegna é costituita da terreni dell’Era Paleozoica, che rappresentano un arco di tempo che va da 540 a 245 milioni di anni fa. E’ forse nei pressi di Capo Spartivento che affiorano le rocce più antiche della Sardegna, che i geologi definiscono blastomiloniti. Su queste rocce il mare

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del Cambriano depose i suoi sedimenti fossiliferi (rocce arenarie, calcaree, argilloscistose, scistosoarenacee). Successivamente vi si sono deposti anche sedimenti di origine vulcanica tra il Permiano e il Quaternario. Tali rocce occupano uno strato profondo fino ad un massimo di mille metri. Pertanto, la Sardegna vanta la presenza degli strati fossiliferi più antichi d’Italia, appartenenti al Cambrico, il primo periodo dell’era paleozoica. Non è da escludere, tuttavia, che essa annoveri anche formazioni geologiche cristalline pre-cambriche, di età però incerta e tuttora discussa dagli studiosi. Soprattutto nel Sulcis (Capo Spartivento e Monte Filau, presso Chia), in Gallura (altopiano di Buddusò e Alà, settore di Olbia), in Baronia di Lodè e poco lontano da Oristano (Monte Grighini), affiorano gneiss e micascisti, che si ritiene possano rappresentare parti di una infrastruttura sulla quale i sedimenti cambrici si sono deposti. L’evento tettonico più importante dell’intera storia geologica dell’isola è senza dubbio la messa in posto dei graniti durante la fase orogenetica ercinica. Questi sono responsabili delle intense deformazioni seguite da un’intensa attività magmatica intrusiva ed attività vulcanica durante il consolidamento. Tutto ciò lo possiamo constatare ad esempio a Capo Teulada, dove si notano gli strati piegati e verticalizzati, o nelle rocce scistose del Sulcis o della Barbagia meridionale. Durante questa fase si è formato il batolite granitico, che costituisce l’intera ossatura del blocco sardo-corso. Queste rocce granitiche, bianche e rosate, intercalate da porfidi rossi, sono ampiamente rappresentate in diverse parti dell’isola. L’era successiva, cioè il Mesozoico, si estese per un arco di tempo di circa 160 milioni di anni durante il quale la Sardegna è stata interessata da ripetute trasgressioni del mare, sempre in condizioni di bassa profondità, le cui testimonianze oggi si ritrovano soprattutto nella parte occidentale e in quella orientale. Quasi esente da movimenti e da disturbi di tipo orogenetico, la sedimentazione consisterà in massima parte di calcari per lo più organogeni, ricchi di resti conchigliari di molluschi. Gli affioramenti principali di questi calcari, potenti fino a 500-600 m, si trovano nella Nurra, nel Supramonte di Olie-


na-Orgosolo, nelle Baronie, nel M.te Albo, nell’Isola di Tavolara, nel Sarcidano, in Ogliastra, nell’isola di S.Antioco e a M.te Sari, nel Sulcis. Alla fine dell’era Mesozoica e dunque durante l’Era Terziaria ( 65 – 1,8 Milioni di anni) il mare inizia lentamente a ritirarsi e la Sardegna diventa terra emersa; si giunge ad una nuova fase dell’evoluzione dell’isola in cui fu molto intensa l’attività orogenetica in tutto il pianeta, attività testimoniata dalla lenta crescita di nuove catene montuose in quasi tutti i continenti della terra.(Catene alpine) In questa era le caratteristiche geologiche della Sardegna incominciano ad assumere una fisionomia che differenzia sempre di più la nostra Isola dal resto dell’Europa. L’Isola viene interessata anche da un intensa attività magmatica che ha dato spesso luogo ad imponenti colate laviche fuoriuscite da importanti sistemi di fattura intersecanti l’intera Sardegna. Il nuovo ciclo alpino ebbe una significativa ripercussione nell’isola e creò le premesse per quello che sarà l’assetto geologico e geomorfologico definitivo del territorio sardo fino ai giorni nostri. É durante l’Era Quaternaria (1,8 Milioni di anni – attuale) che si determina l’attuale configurazione dell’isola, già impostata nelle sue grandi linee durante la fine dell’era Terziaria. Nonostante la sua relativa breve durata, in quest’era si sono verificati importanti eventi di ordine biologico e geologico. I più significativi sono la comparsa dell’uo

mo sulla terra e le glaciazioni, che hanno fortemente condizionato il livello dei mari, il clima e dunque la flora e la fauna. Numerosi centri vulcanici, di cui alcuni attivi fino a 140 mila anni fa, danno luogo a campi di lava basaltica e a piccoli coni di scorie in Logudoro. Questa attività eruttiva si è manifestata a partire da circa 4 milioni di anni dal presente con periodiche attività effusive che hanno interessato un arco di tempo di circa 2 milioni di anni. Questa attività vulcanica oggi è ampiamente rappresentata nel distretto della Marmilla - Sarcidano, dove le manifestazioni basaltiche sono note e definite “giare”; nel distretto di Orosei e Dorgali dove la fascia costiera compresa tra Orosei e Cala Gonone con tutto l’immediato entroterra comprendente i territori di Dorgali e della Baronia di Galtellì, dove gli altopiani basaltici sono noti con il termine di “Gollei” e dove sono presenti oltre 60 centri di emmissione vulcanica; nel distretto di AbbasantaCampeda dove sono presenti due vasti espandimenti basaltici: quello di Campeda e quello di Abbasanta. Almeno una trasgressione marina, quella tirreniana, da 150 mila a 70 mila anni fa, invade le coste della Sardegna e le due estremità del Campidano fino a 10-15 m d’altitudine, isolando il Sinis e qualche altra piccola penisola. Il livello attuale del mare può considerarsi ormai pressoché stabile da almeno 5000 anni. Dott.ssa Geol. Elisabetta Anna Pusceddu Dott. Geol. Orlando Antonio Mereu

La spettacolare mulattiera della Codula sa Mela sul Supramonte di Urzulei

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Lettura degli itinerari e legenda Gli itinerari sono organizzati per aree geografiche omogenee. Ogni itinerario, con eventuali varianti, viene descritto in una scheda numerata progressivamente e grazie all’organizzazione dei dati e delle informazioni sarà possibile per il lettore inquadrare velocemente le caratteristiche della proposta e verificare se è adatta alle proprie aspettative, possibilità e preparazione. Verificate innanzitutto lo stile dell’itinerario che, combinato alla difficoltà tecnica e fisica, unitamente al dislivello e al tempo di percorrenza, vi permetterà con immediatezza di inquadrare il tipo di proposta e comprendere se il tracciato è alla vostra portata. COLONNA VERTICALE DI SINISTRA Titolo itinerario. Prende spunto dai toponimi del punto o Comune di partenza e dei luoghi attraversati e a volte dallo stile dell’itinerario.

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Bellezza. Si tratta di un parametro soggettivo, ma può dare un’idea sulle caratteristiche dell’itinerario, sui paesaggi e sulla soddisfazione che proverete al termine del giro. Il parametro va da zero (il minimo) ad un massimo di 4 stelle Stile itinerario. Il numero delle ruote, che troverete insieme alle stelline, non indica la difficoltà dell’itinerario ma lo stile del percorso nonché la predisposizione psico-fisica con cui affrontarlo. È un parametro importantissimo per inquadrare la proposta e per poter leggere correttamente gli altri valori, soprattutto quelli legati alla difficoltà tecnica e fisica. Per tutti Strade secondarie, piste ciclabili e percorsi sterrati che non richiedono alcun impegno tecnico, anche se non escludono un minimo di allenamento per essere effettuati. Non sono richieste un’attrezzatura ed una bicicletta particolare, il casco però è sempre consigliato.

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Cross country Meglio essere allenati. Itinerario di tipo cross country, che richiede prevalentemente polmoni e gambe, e presenta ostacoli impegnativi solo occasionali. Meglio avere una bicicletta robusta sia hard che front, il casco è d’obbligo. Free ride Meglio non improvvisare. Itinerario che potremmo definire free ride. È richiesta abilità nella guida su terreno tecnico, sia in salita che in discesa, alcune salite non escludono tratti a piedi. Si consiglia una bicicletta full, meglio se dotata di buone escursioni degli ammortizzatori. Il casco integrale è facoltativo e si consigliano vivamente ginocchiere e gomitiere. Questi sono gli itinerari che prediligeranno i discesisti che tollerano (male) la salita per godersi al massimo la discesa. All mountain Molto meglio non improvvisare. Itinerario ciclo alpinistico, per dirlo all’inglese all mountain (AM), che richiede abilità ed esperienza nel sapersi muovere ed orientare in ambiente alpino. Come esposto nella sezione sulle emergenze, la Sardegna presenta zone con caratteristiche alpine, ma senza la segnaletica delle Alpi! Questo tipo di proposta richiede gambe, polmoni e abilità nella guida, sia in salita che in discesa. I tratti da affrontare a piedi, con la bici da spingere e/o portare, possono essere frequenti in salita e occasionali nella discesa. Si consiglia una full non eccessivamente pesante e, come al solito, casco e zainetto. Affrontate gli itinerari in base alle vostre capacità, in modo da non trovarvi in condizioni pericolose o che comunque pregiudicherebbero il divertimento nell’affrontare il percorso. La scala di difficoltà è riferita a un biker abituato a percorrere itinerari di mountain bike in ambiente montano. Se siete abituati a tracciati collinari è consigliabile iniziare dai percorsi più facili, così avrete tempo e modo di farvi un’idea del grado di difficoltà.


Tipo di fondo. Abbiamo definito le percentuali dei tipi di fondo del percorso, in modo da permettervi di inquadrare ancora meglio le caratteristiche dell’itinerario. Ad ogni tipo di fondo corrisponde un colore, che viene utilizzato nella planimetria e nel profilo. In alcune situazioni dove vi è una continua alternanza di fondi differenti troverete indicato il tipo predominante. ciclabile in sede propria strada asfaltata strada cementata strada sterrata mulattiera sentiero

Lunghezza totale. Lunghezza in chilometri del tracciato, dal punto di partenza a quello di arrivo. I dati sono stati calcolati con l’ausilio del GPS. Lo sviluppo chilometrico del percorso è facilmente riconoscibile dall’altimetria che accompagna la descrizione di ogni itinerario. Chi utilizzasse il ciclo-computer, tenga presente che le misurazioni con questo strumento possono differenziarsi da quelle rilevate con il GPS anche del 10%. Tempo di percorrenza. Tempo che un biker mediamente allenato impiega per percorrere l’itinerario, comprese pause per fotografare, ammirare il paesaggio e ristorarsi velocemente. In alcuni casi abbiamo individuato un intervallo con un valore minimo e massimo. Si tratta di valori indicativi; biker veloci ed allenati possono impiegare meno del tempo minimo stabilito, così come col fondo bagnato e condizioni meteo avverse questo valore può aumentare sensibilmente.

Periodo di percorrenza. Indica il periodo che in genere è ritenuto ottimale per la percorrenza dell’itinerario valutando le temperature, lo stato di innevamento abituale e la quantità di fogliame sul sentiero. Stagioni invernali eccezionalmente nevose o, al contrario, con poche precipitazioni, potrebbero ovviamente incidere su questo indice.

Dislivello. Il dislivello totale di ogni itinerario si riferisce alla somma reale di tutti i metri di salita, compresi quelli dei sali-scendi: per questo motivo il dato è spesso superiore alla somma dei dislivelli delle salite principali. Per il calcolo si è utilizzato il dato fornito dal GPS, debitamente arrotondato. Il dislivello reale, assieme al tempo medio di percorrenza, è tra i dati più indicativi per valutare la durezza di un tracciato.

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Quota massima raggiunta. La quota massima raggiunta, assieme alla quota del punto di partenza, consentono di prevedere le variazioni di temperatura, clima e vento rispetto a una località a quota diversa. D’estate l’aumentare della quota comporterà un rifugio dal caldo delle coste, mentre d’inverno potreste trovare la neve in quota e allora meglio scegliere itinerari a quote più basse.

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Punto di partenza. Vengono indicate la località di partenza, la sua altitudine e le coordinate GPS. Per la localizzazione geografica rimandiamo alla mappa d’unione con l’indicazione di tutte le località di partenza.

Difficoltà tecnica. Il parametro si articola su cinque valori: nulla, bassa, media, impegnativa ed estrema anche se sono proposti solo itinerari dei 3 valori centrali. Questo parametro è da leggere insieme allo stile dell’itinerario: uno stesso tratto può risultare impegnativo all’interno di un percorso XC ma medio o facile all’interno di un percorso AM. In ogni caso la valutazione si riferisce a condizioni di fondo asciutto. Con pioggia o terreno umido, soprattutto su rocce calcaree, le difficoltà aumentano in modo esponenziale. Difficoltà fisica. Il parametro si articola su cinque valori: nulla, facile, media, impegnativa ed estrema anche se sono proposti solo itinerari dei 3 valori centrali. Si tratta del livello di allenamento fisico, richiesto a un biker mediamente esperto, per affrontare il percorso proposto. Il dato è legato alla durata dell’itinerario, alla difficoltà tecnica delle salite e delle discese e allo stile dell’itinerario.

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Lettura degli itinerari e legenda

Ciclabilità in salita e in discesa. Il valore, espresso in metri e in percentuale rispetto alla lunghezza totale delle salite e delle discese, si riferisce a quanto è possibile percorrere in sella per un biker mediamente abile ed allenato nello specifico stile del percorso. Abbiamo ritenuto che in salita spingere e/o portare la bici in spalla sia accettabile anche per lunghi tratti, purché la discesa sia remunerativa. Ci sono itinerari con valori di ciclabilità in salita imbarazzanti, ma non scandalizzatevi, andate a provarli e diteci se la discesa è stata di vostro gradimento. E-bike. Le bici a pedalata assistita sono un fenomeno in grande crescita. Molti sono i motivi per considerare questi mezzi come una valida alternativa, nonché una tecnologia che in futuro cambierà radicalmente questo sport. Nel caso specifico di questa guida, gli autori hanno utilizzato bici tradizionali, quindi i dati riportati si riferiscono a una percorrenza interamente pedalata. Per dare un’indicazione a chi preferisce affrontare la salita con un “contributo elettrico” questa icona indica se la gita è adatta a un ebike, tenendo conto delle diverse necessità. Il peso maggiore è da considerare qualora la si dovesse sollevare. Ne abbiamo sconsigliato l’utilizzo nei percorsi puramente “gravity”, tendenzialmente i percorsi freeride, anche se si sta ampliando molto velocemente l’offerta. Inoltre, abbiamo considerato un limite di 2000 metri di dislivello per l’autonomia della batteria e sconsigliato l’utilizzo dell’e-bike se deve portare la bici in spalla per lunghi periodi (per esempio Punta la Marmora da Flumini). Mappe. Carte in commercio in cui è inserito l’itinerario. Dove dormire. Si trovano informazioni su strutture ricettive, punti di ristoro ed eventuali rifugi occasionali lungo l’itinerario. Dove possibile vengono indicati i recapiti ma generalmente non abbiamo indicato bar, ristoranti e negozi incontrati nei paesi attraversati. In Sardegna non ci sono rifugi alpini come nelle Alpi, col gestore pronto a preparare pasti anche all’ultimo momento.

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Fonti d’acqua. Sono indicati i punti di approvvigionamento idrico. Località attraversate. Principali località attraversate dall’itinerario con relativa quota altimetrica. Ad ogni località, elencate in successione, corrisponde un numero che ritroverete sia nella planimetria che sul profilo. TESTO PRINCIPALE Planimetria. Permette di visualizzare lo sviluppo del percorso e l’alternarsi dei differenti tipi di fondo, i numeri evidenziano le località attraversate. Ovviamente non può essere esaustiva per la preparazione e l’effettuazione dell’escursione e quindi consigliamo di utilizzare la cartografia o, meglio ancora e in addizione alle cartine, per chi fosse dotato di GPS, di scaricare la tracce dal sito www.versantesud.it, di rielaborarle come meglio credete sul vostro computer e di caricarle sul vostro GPS. Profilo altimetrico. Permette di apprezzare la lunghezza e le pendenze del percorso, nonché la distribuzione delle salite e discese. Note tecniche. Consigli, note e avvertimenti utili per affrontare i singoli percorsi proposti. Vengono evidenziati i punti pericolosi, la tipologia del fondo incontrato, la possibilità di effettuare varianti interessanti e ogni altra informazione degna di nota. Note storico-artistiche-paesaggistiche. Informazioni riguardanti la presenza di punti panoramici interessanti, di siti artistici, di luoghi che hanno avuto un ruolo importante per la storia della località attraversata. Commenti sull’importanza storica e odierna della zona. Descrizione itinerario. Lo spazio maggiore è occupato da una descrizione accurata del percorso. In tal modo, con l’ausilio di una buona cartografia, anche chi non è dotato di GPS può seguire l’itinerario senza perdersi.

In Sardegna non troverete i sentieri affollati! (© Ronald Jacobs)

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La civiltà nuragica Nell’antichità la Sardegna era vista con un atteggiamento un po’ ambivalente, dagli autori antichi sappiamo che l’isola era guardata con ammirazione ma anche con molte riserve. Per i Greci era una terra fertile e con pianure bellissime, in cui non trovavano dimora lupi e serpenti o altri animali pericolosi per l’uomo e non c’erano erbe velenose, eccetto quella che produceva il “riso sardonico”(Oenanthe Fistulosa o sedano acquatico, pianta molto diffusa nei pressi di corsi d’acqua). Contrariamente i Romani vedevano l’isola come una terra malsana, in cui dominava la pestilentia (la malaria), abitata da popolazioni di origine africana ribelli e dedite alla razzia e alla pirateria. Un luogo terribile, quindi, e che per questo fu destinato ad essere terra d’esilio per condannati. Tanto astio era dovuto probabilmente all’assenza di città alleate di Roma e al rapporto privilegiato che i Sardi avevano con Cartagine e la conseguente resistenza al potere Romano. Di contro furono proprio i Romani a cercare di istituire una sorta di “parentela etnica” con gli abitanti dell’isola. Le genti dell’area Orientale, tenaci e restii a farsi conquistare, furono chiamati Ilienses (da Ilio, altro nome della città di Troia) perchè, al pari dei Romani, erano i diretti discendenti di Enea, rimasti per secoli segregati nell’isola su cui erano giunti per conquistarla. Da questo popolo prese il nome uno dei monumenti naturali più caratteristici della Sardegna, Perda ‘e Liana ovvero pietra degli Iliensi, nel territorio di Gairo. La leggenda vuole che proprio ai suoi piedi gli antichi abitanti d’Ogliastra si riunissero per officiare i loro riti. Anche un altro popolo ci da notizia degli antichi abitanti dell’isola: gli Egiziani nel 1350 a.C. scrivono dell’invasione della loro terra da parte dei Popoli del Mare tra cui gli Shardana, che sarebbero arrivati dal centro del mare con le loro navi da guerra e che nessuno sapeva come combattere. L’ipotesi che identifica gli Shardana con le popolazioni nuragiche è stata in qualche modo rafforzata dal ritrovamento, all’interno di una sepoltura di Decimoputzu, di pugnali e spade identiche a quelle raffigurate nelle pitture egizie che ritraggono gli Shardana. Recentemente gli studiosi hanno ipotizzato che gli Shardana provenissero dall’Oriente e si fossero insediati

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in Sardegna durante il XIII secolo a.C. sovrapponendosi alle genti nuragiche. Successivi studi saranno in grado di dare risposte più certe su questo antico popolo di navigatori. Sia nell’antichità che oggi, ad attirare l’attenzione dei visitatori dell’isola è la presenza imponente di circa 7000 monumenti megalitici, i nuraghi, simbolo dell’antico popolo che segnò una delle fasi più caratteristiche della Sardegna, la Civiltà Nuragica, che si sviluppò durante l’Età del Bronzo Medio (1600-1300 a.C.) per terminare all’inizio dell’Età del Ferro (X-VI secolo a.C.). I nuraghi sono costituiti da una torre di forma tronco-conica sormontata da un terrazzo sporgente sostenuto da contrafforti; quest’ultimo particolare è conosciuto grazie dai modellini che gli stessi nuragici costruivano per motivi cultuali. All’interno troviamo una o più camere sovrapposte la cui copertura interna è per lo più a tholos (a falsa cupola) e a cui si accedeva tramite una scala ricavata nello spessore della muratura. Le costruzioni sono realizzate con pietre generalmente di grandi e medie dimensioni e più o meno regolarmente lavorate. I nuraghi, nella loro struttura più semplice, sono definiti “monotorre” mentre la loro versione più complessa prevede la presenza di una torre centrale, o mastio, cui erano poi aggiunte altre torri, da 2 a 5, collegate tra loro da cortine murarie che andavano così a costituire delle vere e proprie fortezze. Intorno al nuraghe si raccoglie spesso il villaggio, con capanne generalmente circolari con basse murature di vario spessore e tetto conico di frasche. Gli studiosi ritengono che i primi Nuraghi risalgano al Bronzo Medio (1600-1300 a.C.) e che verso la fine del X secolo a.C., la fine del Bronzo Finale, non siano più stati costruiti nuove edifici ma siano solo stati restaurati quelli già esistenti ad esempio trasformando nuraghi monotorre in nuraghi complessi. In rapporto ai nuraghi e ai villaggi sono costruite le “Tombe dei Giganti”, sepolture megalitiche di dimensioni tali da aver portato la fantasia popolare a pensare che fossero state costruite per un


antico popolo di giganti che abitò l’isola in tempi antichissimi. Si tratta di sepolture collettive costituite da una camera sepolcrale rettangolare lunga fino a 30 m edificata con grandi pietre e coperta da lastroni litici; nella sua parte frontale è un’esedra, sempre costruita con pietre di grandi dimensioni generalmente poste in ordine crescente dai lati verso il centro in cui si leva una grande stele (fino a 4 m). La stele può essere talvolta decorata con fasce in rilievo ai lati e al centro e presenta nella sua parte inferiore un piccolo portello che da accesso al corridoio funerario, una sorta di passaggio verso l’Oltretomba. La planimetria è comune a tutte le sepolture di questo tipo. Non di rado durante l’epoca nuragica vengono riutilizzate le Domus de Janas, adattandole con l’ampliamento degli ambienti originari. Il loro nome, di tradizione popolare, significa letteralmente case delle fate, e sono diffuse in tutta la Sardegna con circa 2500 esemplari. Si tratta di tombe preistoriche scavate nella roccia a partire dal Neolitico Recente al Bronzo Antico (dal 3400 al 1600 a.C.) e che caratterizzano, quindi, tutte le culture prenuragiche. I defunti erano posti nelle celle in posizione rannicchiata. La loro struttura è varia: dai tipi monocellulari a pianta rotonda o quadrata, a tipi con più celle disposte in vario modo, a T o a croce o con le camere una di seguito all’altra, fino ad una grande proliferazione di vani con sviluppi ipogeici e con ingresso a pozzetto. Gli ambienti interni di alcune tombe riproducono sommariamente l’aspetto delle abitazioni. Sono molto numerosi i casi in cui le celle sono decorate con false porte, protomi taurine o spirali. Nei rarissimi casi in cui le tombe sono state rinvenute integre, si è potuto riconoscere il rito funebre della deposizione secondaria e della selezione delle parti dello scheletro. Gli scavi effettuati in tutta la Sardegna non hanno ancora restituito tracce di una documentazione scritta attribuibile con certezza alle genti nuragiche. Appare comunque molto strano che una civiltà evoluta, organizzata e coinvolta nei traffici e nelle vicende del Mediterraneo non abbia mai sentito il bisogno di utilizzare il mezzo della scrittura. Il dibattito tra gli studiosi rimane tuttora aperto! Anche se non possiamo usufruire della testimonianza diretta della scrittura, sappiamo molto della struttura della Civiltà Nuragica attraverso la sua maggiore espressione artistica: i bronzetti figurati.

Il grande sviluppo della bronzistica sarda avviene dopo il IX secolo a.C. quando la società nuragica passa da un’organizzazione essenzialmente tribale ad un sistema di tipo aristocratico. Le statuine presenti nei musei dell’isola sono più di 400 (senza contare quelle trafugate illegalmente e ormai perse) e questa quantità indica quale fosse la vivacità produttiva delle botteghe in relazione ad un aspetto economico, sociale e religioso molto sviluppato. I bronzetti venivano fabbricati con la tecnica “a cera persa”: la figura veniva prima modellata con la cera, quindi ricoperta di creta che una volta solidificata veniva riempita con il bronzo fuso; questo con il suo calore scioglieva la cera occupandone così gli spazi. La maggior parte delle opere sono state rinvenute nei pozzi sacri e nei templi in cui avevano funzione di ex-voto, poche dai nuraghi ed edifici civili e funerari. Le figure rappresentate sono capitribù, sacerdoti e sacerdotesse, suonatori di corno e flauto, donne con bambini, pastori; e ancora gli animali della fauna dell’epoca e vari gruppi di soldati. Molto suggestivi sono i numerosi bronzetti che raffigurano esseri sovrumani con quattro occhi e quattro braccia e lunghe corna; a testimoniare che i nuragici erano un popolo di navigatori sono i modellini in bronzo delle imbarcazioni, qualcuno rinvenuto anche nella penisola. Il loro valore sul piano artistico è notevole e riflette la creatività di ogni artigiano grazie alla quale si sono potuti conoscere molti aspetti di una civiltà attiva e dinamica. Urzulei: Tombe dei Giganti S’Arena - Bronzo Medio, Bronzo Recente (1500-1000 a.C.) Baunei: Complesso nuragico Co’e Serra - Bronzo Medio (1500-1200 a.C.) Triei: Tomba dei Giganti di Osono - Bronzo Antico, Bronzo Finale Osini: Nuraghe Serbìssi - Bronzo Medio-Bronzo Recente (1500-1100 a.C.) Dott.ssa Elena Lucia Piras, Archeologa, Barisardo

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Principali negozi di MTB nelle aree descritte Gli autori di questa guida non possono conoscere personalmente tutti i negozi di quest’elenco, perciò invitano i lettori-biker, che eventualmente se ne servissero, a comunicare il loro grado di soddisfazione scrivendo a mtbsardegna@versantesud.it. Se non specificato diversamente, il servizio offerto consiste in vendita e assistenza.

Ussana, Alton Cicli di Antonio Pili Via Roma n. 170 - tel. 070.91.89.027 www.altoncicli.com

SUD-EST

Bike Green di Daniele Frau & C. Viale Diaz n. 194 - tel. 070.75.68.451

Monserrato, Hg Performance di Enrico Colombo Via Deroma, 84 - tel. 348.22.94.735 www.hgperformance.it Quartucciu, Bici Center di Giovanni Pistidda Via delle Serre, 32/E - tel. 070.84.30.92 www.bicicenter.com - (anche noleggio) Quartu Sant’Elena, Due Ruote di Giuseppe Solla Viale Colombo s.n. - tel. 070. 86.12.73 (anche noleggio)

Bc di Luca Cannas Via Cavaro n. 6 - tel. 070.45.21.037

Doctor Bike Via Newton n. 1 - tel. 070.46.17.797 Extreme di Alessandro Melis Via Giudice Chiano n. 43 - tel. 070.49.03.80 www.extremebikes.it - (anche noleggio) Runner, Corso Vittorio Emanuele n. 296 - tel. 070.66.92.18 SUD-OVEST

Quartu Sant’Elena, 2000 Ricambi di Massimo Solla Via San Benedetto n. 79 - tel. 070.86.18.64 www.2000ricambi.com

Carbonia, Gp Bike di Giuliana Paderi Via Dalmazia n. 70 - tel. 0781.62.193

Quartu Sant’Elena, Planet Motors KTM di Zaira Pitzalis Via Marconi n. 113 - tel. 070.88.11.79

Carbonia, Globike Sardinia Piazza Cagliari n. 11-12 - tel. 0781.64.120 www.globikesardinia.it

San Vito, Bike Green di Daniele Frau Via Nazionale n. 11 - tel. 070.9927403

Carbonia, New Green Store Strada Statale 126, km. 12,070 - tel. 0781.66.00.66 www.newgreenstore.it

Sestu, Cosmobici Strada Provinciale 8, km 7,7 - tel. 334.747.32.83 www.cosmobici.it Sestu, Technobike Strada Statale Ex 131, km 9,2 - tel. 070.35.10.918 347.54.73.491 - 346.31.63.480 www.technobike.net

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CAGLIARI

Gonnosfanadiga, Per mari e monti, Salvatore Ollosu Via Nazionale n. 99 - tel. 070.97.94.005 Iglesias, Rema Cicli di Renzo Marcia Via Corsica n. 17 - tel. 0781.25.91.01 www.remacicli.com

Sinnai, Bike World di Alberto Olla Via San Nicolò n. 23/d - tel. 345.435.50.44

Iglesias, Bike & Fit Via Garibaldi n. 57/b - tel. 324.849.22.22 www.bikefitnesshop.com

Sinnai, Back flip di Rosella Bacichet Via Mara n. 35/A - tel. 070.85.75.808 www.backflipmtb.com

Pula, Pro Bike di Simone Picci Corso Vittorio Emanuele n. 118 - tel. 070.920.80.77 www.probikeinresort.com - (anche noleggio)


Sant’Antioco, Euromoto di Gianluca Aiò Via Nazionale n. 57 - tel. 0781.84.09.07 - 347.88.03.875 Santadi, Bm Ricambi Via Fontane n. 30 - tel. 0781.94.17.03 Carbonia, Motor Vogue, di Fabio Ruggeri Via Dalmazia n. 19 - tel. 0781.66.20.32 CENTRO-EST Girasole/Lotzorai, Agribike Ogliastra www.agribike-ogliastra.it/ Melina Virdis 333 2585096 e Clait Pintus 338 3554721 Noleggio bici da strada e MTB, riparazioni Tortolì, Biketown www.BikeTown.it Viale Pirastu 18 (OG) Tel. 0782695135 - Cell. 3314338709 Vendita MTB e ricambi, cicloofficina

NORD Olbia, Area bike di Sergio Orecchioni Via Gabriele d’Annunzio, 88, 07026 Tel.: 0789 621066 www.area.bike Olbia, Fancello Cicli Via Luigi Galvani, 76, 07026 Tel.: 0789 50388 www.fancellociclisport.com Olbia, Zema Bike Via Fausto Noce, 57 - Tel.: 0789 24874 Sassari , La Ciclobottega Viale Porto Torres 4/C Cell. (+39) 339 16 78 493 www.ciclobottega.com

Tortolì , Porrà Commerciale Via Baccasara tel: 0782 626700 - Vendita ricambi

Sassari , Bicimania di Giuseppe Piras 11, Regione Predda Niedda Tel.: 079 260154 www.bicimaniashop.com

CENTRO

Tempio Pausania , Isla bike di Andrea Merella via Poèrio 2/a - - tel.: 3924196624

Nuoro, Demurtas Giovanni ciclo-motosport Via Martiri Della Libertà n. 104 - tel: 0784 39050 Nuoro, Soddu Tonino S.R.L. via Resistenza n.1 - tel: 0784 200750

L’Arco Suttaterra tra Genna Silana e Cala Gonone

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Toponomastica Compiere un’escursione, fosse anche di mezza giornata, in un territorio che non si conosce significa imbattersi in dei toponimi, vale a dire in nomi di luoghi, che possono risultare di difficile comprensione. Questo vale dappertutto ma vale ancora di più in Sardegna, perché i toponimi sono quasi sempre in Sardo, una lingua a sé stante che non rientra in nessuno degli altri sistemi linguistici dei territori oltre il mare. Numerosi toponimi sono di difficile comprensione per gli stessi abitanti della Sardegna, perché derivano non dalla lingua sarda attuale ma da quella prelatina, per esempio dalla lingua sarda dell’età nuragica, i cui significati si sono persi o comunque si tratta di termini non più esistenti nell’uso corrente, rimasti soltanto, da più di duemila anni, a indicare il nome di un territorio. La presenza di toponimi preistorici segna uno dei tanti primati della Sardegna, che ne ha la più alta percentuale in Europa, con punte del 50% in alcuni territori, come la Barbagia di Ollolai, contro una media europea dell’1,5%. 

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Se la vostra fonte toponomastica sono le mappe IGM allora il discorso si complica ulteriormente, perché a tutte queste difficoltà si aggiungono gli strafalcioni compiuti dai compilatori delle carte, spesso italiani con poca conoscenza della lingua sarda, col risultato che i nomi dettati dai locali venivano riportati senza cognizione della struttura della lingua e quindi senza l’osservanza di alcuna norma ortografica che potesse rendere il toponimo trasparente, come si dice nel gergo della linguistica, cioè di immediata comprensione. Così la stessa parola, anche entro la stessa tavola, si trova molte volte scritta in modo diverso o, per un problema di aggiornamento, altri toponimi non corrispondono più a quelli attualmente in uso. Per venire incontro alle esigenze dei biker che seguono il percorso sulle mappe IGM, gli autori di questa guida hanno tenuto ogni volta che è stato possibile il toponimo riportato nella stessa carta o, se questo non è più praticato, nella descrizione hanno comunque affiancato i due toponimi, quello in uso e quello registrato in IGM:

Altra novità di questa edizione: percorsi nuovi sulle creste scistose del Gennagentu (© Martin Hebr)


es. Siete a Mamenga (Canali Àcuas in IGM)… Per la stessa ragione gli autori hanno mantenuto l’ortografia delle carte IGM purché questa non risulti troppo distante dalla struttura della lingua da oscurare il significato del toponimo. In questo caso l’hanno corretta ma, per coloro che seguono il percorso sulla carte IGM, nella descrizione hanno ugualmente affiancato i due toponimi, quello scritto correttamente in sardo e quello registrato in IGM: es. Arrivati in località Sa Nuxi Manna (Sa Nusci Manna in IGM)… Considerate, in ogni caso, che numerosi toponimi possono essere conosciuti soltanto da pochi soggetti del territorio, da coloro che ancora lo praticano e ne hanno una conoscenza approfondita, come i pastori, gli agricoltori o i cacciatori. Sarebbe stato interessante affiancare a ogni itinerario una scheda con la spiegazione dei toponimi delle zone percorse ma sarebbe stato un lavoro che esula dagli obiettivi di questa pubblicazione. Per chi volesse saperne di più indichiamo una breve bibliografia, non esaustiva, sui principali dizionari studi di toponomastica sarda, con tesi spesso contrastanti sui toponimi più

antichi, compresi quelli riconducibili alla lingua nuragica, e dunque più difficili da indagare. Salvatore Dedola Toponomastica sarda Grafica del Parteolla, Dolianova, 2004 Giulio Paulis I nomi di luogo della Sardegna Carlo Delfino Editore, Sassari, 1987 Massimo Pittau I nomi di paesi, città, regioni, monti e fiumi della Sardegna. Significato e origine Gasperini Editore, Cagliari, 1997 Heinz Jürgen Wolf Toponomastica barbaricina Edizioni Papiros, Nuoro 1998 Heinz Jürgen Wolf La toponymie préromaine de la Sardaigne In «Revista de Filología Románica», n. 17, Universidad Complutense, Madrid, 2000.

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Glossario e frasario La lingua sarda è composta da due grandi varietà, quella campidanese, parlata nel sud e nel centro-sud, e quella logudorese parlata nel centro-nord. Ragioni storiche hanno impedito che queste due macrovarietà si fondessero in una sola, o che si affermasse in tutta l’Isola una varietà sola almeno con funzione letteraria e/o amministrativa. Probabilmente sarebbe successo se la Sardegna fosse rimasta per più tempo uno Stato indipendente, con il Sardo come lingua ufficiale, ma questa fase storica si è interrotta alla fine del Medioevo. Da allora lingue ufficiali sono state sempre quelle degli altri Stati di volta in volta dominanti, nell’ordine il Catalano, il Castigliano e l’Italiano. Relegato il Sardo nella dimensione locale, le due macrovarietà non hanno finora avuto possibilità di fondersi e ciascuna ha sviluppato autonomamente una propria variante letteraria, utilizzata anche oggi nella scrittura. Dal glossario e frasario sotto riportato si evince il carattere comunque unitario della lingua sarda, con le differenze tra queste due macrovarietà che sono minime rispetto a quelle con la lingua italiana. Ognuna delle due macrovarietà è composta al proprio

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interno di tante altre sottovarietà, fino ad arrivare alla parlata del singolo del paese, ma è ovvio che qui possiamo presentare soltanto le varietà letterarie, ognuna della quali è considerata “lingua franca” nel rispettivo territorio. Per la posizione mediana tra centro-sud e centronord, in molti paesi dell’Ogliastra si parlano sottovarietà che sono un’amalgama di campidanese e logudorese, così che qui varranno entrambe le varietà letterarie. Tendenzialmente il campidanese prevale nel versante sud del Gennargentu e il logudorese nel versante nord. Per quanto tutti i Sardi oggi capiscano e parlino l’italiano - ma ben pochi capiscono e parlano l’inglese o un’altra lingua straniera - scoprirete quanto fa loro piacere se uno straniero si sforza di imparare e di usare qualche frase in sardo. Il glossario e frasario sotto riportato è un piccolo contributo per continuare nella conoscenza dell’Isola e serve a risolvere alcune necessità – pochissime, in confronto a tutto quello che vi può servire – in modo amichevole nei confronti della popolazione locale.

Italiano Saluti e presentazioni Salve! Mi scusi… Permesso? Come sta? Bene, grazie

Sardo campidanese

Sardo logudorese

Saludi! Scusit-mì… Potzu intrai? Cumenti stait? Beni, gràtzias

Salude! Perdonet-mì Poto intrare? Comente istat? Bene, gràtzias

E Lei?

E Fustei?

E Bostè?

Come si chiama? Mi chiamo… Piacere di averla conosciuta Vengo dall'Italia Abito a … Arrivederci

Ita ddi nant? A mei mi nant… Prexeri de dda ai connota Bengu de Itàlia Bivu in… A si biri

Ite si narat? Mi giaman… Praghere de lu aer connotu Benzo dae Itàlia Bivo in… A nos bìere

Salute e sicurezza Ho bisogno do un medico

Mi serbit unu dotori

Mi serbit unu mèigu


Dov'è l'ospedale/dentista/farmacia più vicino/a? Mi fa male qui Mi sono ferito Mi sento male Ho bisogno di aiuto

Innui est su spidali/dentista/potecaria prus acanta? Mi dolit innoi Mi seu fertu Stau mali Mi serbit agiudu Potzu imperai su telèfunu de Fustei? Mi seu pèrdiu

Inue est s’ispidale/dentista/apotecaria prus acanta? Mi dolet innoghe Mi soe fertu Isto male Mi serbit azudu Poto impitare su telèfonu de Bostè ? Mi soe pèrdidu

Cantu benit su billete po… Unu billete pro… pro piaghere

distributore di benzina diesel semaforo piazza marciapiedi

A cantu est su billetu po… Unu billetu po…, po prexeri A innui andat custu trenu/postali? De innui partit su trenu/postali po… ? A ita ora partit su trenu/postali po… ? A ita ora arribat su trenu/postali a… ? Mi-nci portit a… , po prexeri Cantu costat fintzas a... ? Firmit-sì innoi, po prexeri! Abetit pagu pagu innoi, po prexeri Ia a bolli pigai una màchina a pesoni distribudori de benzina gasollu semàfuru pratza marciapei

Orientarsi Come arrivo a… ? la stazione dei treni la stazione degli autobus in centro paese/città all’aeroporto all’hotel Dove ci sono molti... ristoranti

Cumenti lompu a… ? sa statzioni de su trenu sa statzioni de su postali in mesu de bidda/tzitadi a s’àiri-portu a sa posada Innui ddoi at medas… posadas

Comente lompo a… ? s’istatzione de sos trenos s’istatzione de su postale a intro de bidda/tzitade a s’areoportu a s’istera Inue bi at medas… isteras

Posso usare il suo telefono? Mi sono perso Trasporti Quanto costa il biglietto per… Un biglietto per…, per favore Dove è diretto questo treno/autobus? Da dove parte il treno/autobus per… ? Quando parte il treno/autobus per… ? Quando arriva il treno/autobus da… ? Mi porti a … , per favore Quanto costa fino a… ? Si fermi qui, per favore! Attenda qui un attimo, per favore Vorrei noleggiare una macchina

A inue andat custu trenu/postale? De inue tucat su trenu/postale pro… A ite ora tucat su trenu/postale pro… A ite ora arribat su trenu/postale a… Mi che leat a… , pro praghere Cantu costat fintzes a... ? Firmet-sì innoghe, pro praghere! Isetet azigu azigu innoghe, pro praghere Dia chèrrere leare una màchina a pesone distribuidore de benzina gasozu semàfuru pratza marciapede

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Glossario e frasario

bar luoghi da visitare Mi può indicare sulla mappa… strada/via Giro a sinistra Giro a destra avanti dritto verso… passando per… davanti a… incrocio in sù in giù In albergo Avete una camera? Qual è il prezzo di una camera singola/doppia? La camera ha... il bagno il telefono Posso vedere la camera? Avete una camera ... più grande? più economica? Va bene, la prendo Mi fermerò per … notte/i Avete la cassaforte? armadietti a chiave? acqua calda È inclusa la colazione/pranzo? A che ora è la colazione/pranzo/ cena? Potete svegliarmi alle … ? Al ristorante Un tavolo per una/due persone, per favore Mi può portare il menù? Avete qualche specialità di casa?

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tzilleris logus de biri Mi podit fai biri in sa mapa… bia Pigu a manu manca Pigu a manu dereta annantis deretu faci a… passendi de… annantis a… ingruxada a pitzus a bàscius

tzilleris logos de bìere Mi podet inditare in sa mapa… carrela Leo a manu manca Leo a manu destra addenanti deretu cara a… passende de… addenanti a… grughe de bia a susu in bàsciu

Teneis un’aposentu? A cantu est un’aposentu po unu/ po duus? S’aposentu tenit… su còmudu su telèfunu Ddu potzu biri s’aposentu? Teneis un’aposentu… prus mannu? prus baratu? Andat beni, ddu pigu Mi firmu … noti/is Teneis sa casciaforti? armadieddus criaus àcua callenti Ddoi est su smurzu de a mangianu/su pràngiu? A ita ora est su smurtzu de a mangianu/su pràngiu/sa cena? Fait a mi ndi scidai bosatrus a is … ?

Azis una càmara? A cantu est una càmara a sa sola/ po duos? Sa càmara at… su banzu su telèfonu Poto bìere sa càmara? Azis una càmara… prus manna? prus barata? Andat bene, la leo Mi firmo … note/es Azis sa casciaforte? armarieddos a crae? abba caente?

Una mesa po unu/po duus, po prexeri Mi dda portat sa lista de sa cosa de papai? Teneis cosa de domu?

Una mesa po una/duas pessones, pro praghere Mi che batit sa lista de su màndigu? Azis cosa de domo?

Bi est fintzas s’irmurzu/su pranzu? A ite ora est s’irmurzu/su pranzu/ sa chena? Mi nde podides ischidare a sas … ?


Avete qualche specialità locale? Sono vegetariano Non mangio carne suina Voglio pollo bovino pesce prosciutto salsiccia formaggio uova insalata verdura (fresca) frutta pane pasta riso fagioli Posso avere un bicchiere/tazza/ bottiglia di… ? caffè 

Teneis cosa de custu logu? Petza no ndi papu Petza de porcu no ndi papu Bollu petza de pudda petza de baca pisci presutu sartitzu casu ous insalada birdura (frisca) fruta pani macarronis arrosu fasolu Mi dda donat una tassa/cìcara/ ampudda de … ? cafeu

Azis cosa de custu logu? Petza non nde màndigo Petza de porcu non nde màndigo Cherzo petza de pudda petza bula pische presutu sartitza casu obos insalada birdura (frisca) fruta pane macarrones arrosu basolu Poto aer una tatza/cìchera/ampulla de … ? gafe’?

Chi visita Sardegna per la prima volta viene sorpresa dalla vegetazione sempreverde (© www.mtbsardinia.com)

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Glossario e frasario

the succo di… acqua (gassata) birra vino rosso/bianco Posso avere un po' di… ? sale peperoncino burro Cameriere! Ho finito Era ottimo Il conto, prego Quando chiudete?

tei suci de… àcua (gasada) birra binu nieddu/biancu Mi ddu portat unu pagu de… ? sali pibireddu butirru Su camareri! Apu acabau Fiat bonu meda Su contu, gràtzias. A ita ora serrais?

te’ sutzu de… abba (gasada) birra binu nieddu/biancu Mi lu dat acalaizu de… ? sale pibireddu butirru Su camareri! Apo agabadu Fit bonu meda Su contu, gràtzias. A ite ora serrades?

Leades cartas de fidu? Faghet a mi cambiare su dinare?

Quanto costa? Troppo costoso costoso economico Non posso permettermelo Questo non lo voglio Posso provare il vestito? Va bene, prendo questo Posso avere un sacchetto? Ho bisogno di...

Pigais cartas de fidu? Fait a mi cambiai su dinai? Innui ddu potzu cambiai su dinai? Innui est sa banca/su bàncomat Custu ddu tenit de sa mesura mia? A cantu est? Est caru che fogu caru baratu No ddu potzu pigai Custu no ddu bollu Su bistiri ddu potzu provai? Andat beni, pigu custu Una busta mi dda donat? Mi serbit…

Ora e data Che ore sono? Sono le nove A che ora ci vediamo? Alle due Quando ci vediamo? Ci vediamo lunedì Quando parti?

Ita ora est? Funt is noi oras A ita ora si bieus? A is duas Candu si bieus? Si bieus lunis Candu partis?

Ite ora est? Sun sas noe oras A ite ora nos bidimus? A sas duas Cando nos bidimus? Nos bidimus lunis Cando tucas?

Denaro e shopping Accettate carte di credito? Può cambiarmi i soldi? Dove posso cambiare il denaro? Dov'è la banca/il bancomat Ha questo della mia taglia?

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Inue lu poto cambiare su dinare? Inue est sa banca/su bàncomat Custu lu azit de sa mesura mia? A cantu est? Est caru che fogu caru baratu Non mi lu poto leare Custu non lu cherzo Su bistire lu poto proare? Andat bene, leo custu Una busta mi la dat? Mi serbit…


Parto domani mattina adesso piĂš tardi prima mattino mezzogiorno pomeriggio sera notte mezzanotte oggi ieri domani questa settimana settimana scorsa prossima settimana

ďƒ”

Partu cras a mangianu imoi prus a tardu innantis mangianu mesudii meigama merii noti mesunoti oi ariseru cras custa cida cida passada cida chi benit

Tuco cras a manzanu como prus a tardu innantis manzanu mesudie a pustis bustadu a sero note mesanote oe deris cras custa chida chida passada chida chi intrat

I tornantini tecnici della Cengia Giradili (Š Mattia Vacca)

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SUD-OVEST Guspinese

Sulcis

01. Montevecchio. Piscinas 02. Montevecchio. Arcuentu

09. Villamassargia. Punta Orbai 10. Sulle colline di Carbonia 11. Rosas. Orbai  12. Ferrovia Bècia. Rosas 13. Santadi. Sèbera 14. Domus de Maria. Punta Sèbera 15. Chia. Capo Spartivento e Strada Romana 16. Punta Porcili Mannu. Cala d’Ostia 17. Punta sa Crèsia. Perda Pertunta 18. S’’Enna de sa Craba. Monti Nieddu 19. Gùturu Mannu. Monte Arcosu

Fluminese

03. Da Capo Pecora a Scivu Marganai

04. San Benedetto. Arenas 05. Domusnovas. Perdu Marras 06. Gùturu Farris. Corovau Linas

07. Villacidro. Piscina Irgas 08. Vallermosa. Cucurdoni Mannu 

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La cresta dei monti del Sulcis vista da Monte Orbai (© www.mtbsardinia.com)


Iglesias e Carbonia sono le maggiori città del sudovest sardo. Ci si arriva da Cagliari percorrendo una superstrada – la Statale 130 – che è un rettilineo in piano lungo una cinquantina di km. Ai lati campi coltivati, pascoli e qualche capannone artigianale dei paesi adiacenti. Dov’è il selvaggio sud-ovest? Lasciate la corsia di sorpasso e spostatevi a destra, diminuite la velocità e fermatevi nella prima piazzola che trovate. Uscite dalla macchina e, ignorando il rumore delle altre automobili che sfrecceranno a pochi metri da voi, guardatevi intorno. La pianura è stretta, chiusa da montagne dai ripidi versanti e, oltre le prime creste, altre cime più alte. Benvenuti. Montagne e boschi si trovano dappertutto, ma che in mezzo ci siano anche miniere e relativi villaggi, un tempo tra i più importanti d’Europa, è decisamente più raro. L’impatto di queste attività non ha compromesso l’ambiente, almeno non in modo volgare e pesante, ma ha creato scenari di grande bellezza, in armonia col paesaggio. Quando ancora gli edifici industriali si costruivano in pietra, legno e mattoncini di terracotta. Tutto locale. Quando ancora i dirigenti e i tecnici si avvalevano degli architetti, perché anche loro vivevano attorno alla miniera e le loro ville e i loro uffici dovevano esprimere lo status con la bellezza e con l’armonia. 

Oggi la natura si sta riprendendo il suo spazio, le foglie del leccio formano un tappetto spesso che ricopre tutto, i rami e le radici del lentisco si insinuano dappertutto e le pietre che componevano i muri tornano sul terreno. Al biker rimane il paradiso. Strade minerarie abbandonate e strette dalla flora fino a diventare mulattiere o sentieri. I tracciati dei carrelli minerari, a volte ricavati a colpi di dinamite sul fianco di una parete verticale, oggi ciclabili. Alcune gallerie, ricavate sulla roccia pura, quindi stabili, percorribili in bici. Sentieri pedonali dei minatori, con ben altri dislivelli rispetto a quelli degli impianti, che diventano discese in singletrack che non dimenticherete facilmente. Tutto questo (e non solo) è il sud-ovest minerario, a nord e a sud della piana dei Cixerri. Ma se il vostro accesso è l’estremo sud, la strada litoranea Statale 195, allora capirete come i caldi versanti a mare che guardano all’Africa, distante meno di 300 km, siano altrettanti interessanti. Per la storia antica, come quella nuragica, e per la storia recente, fatta da pastori e agricoltori che hanno messo a frutto un territorio spesso aspro, lasciando testimonianze preziose e affascinanti come le case campidanesi nei centri storici o i minuscoli insediamenti in montagna, medaus e furriadroxus, alcuni dei quali ancora abitati. Amos Cardia

A Piscinas tra i reperti di archeologia industriale (© www.mtbsardinia.com)

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01

Sud-ovest > Guspinese

MONTEVECCHIO. PISCINAS Ciclabile Strada asfaltata Strada lastricata/cementata Strada bianca/sterrata Mulattiera Sentiero

ÙÙÙÙ bellezza

Cross country stile itinerario

Tutto l’anno

periodo di percorrenza Montevecchio, a 9 km da Guspini, 370 m N 39°33’22.11” E 8°34’13.98”

punto di partenza/arrivo

402 m

quota massima

670 m

dislivello positivo

31 km distanza

2,5 ore

tempo di percorrenza

ÙÙÙ

difficoltà tecnica

100%

ciclabilità in salita

0% 0% 0% 46% 46% 8%

Note tecniche La selezione e la manutenzione dei sentieri e delle mulattiere in mezzo al bosco (che sembrano anch’esse sentieri) si devono al locale MTB Club Piccalinna. Il fondo degli sterrati, delle mulattiere e dei sentieri è buono e questo lo rende percorribile senza difficoltà anche col terreno bagnato ma, per il gran numero di guadi, vi sconsigliamo la percorrenza quando i torrenti sono in piena, altrimenti non riuscirete a non bagnarvi i piedi. I tratti tecnici in discesa sono facili e dovrete prendere coraggio al massimo per pochi metri più ripidi del solito. Anche i tratti in salita sono sempre praticabili e, se siete ben allenati, ve la caverete sempre con la corona 32. Note storico-artistiche-paesaggistiche Per le note storiche rimandiamo all’itinerario Montevecchio. Arcuentu, che interessa la stessa area. Invece, dal punto di vista paesaggistico, questo percorso di Piscinas si caratterizza per la discesa all’omonima spiaggia nella quale si trovano dune sabbiose alte fino a 60 metri, modellate dal vento Maestrale. Si estendono su un’ampia superficie, creando una delle poche aree desertiche d’Europa. Descrizione itinerario Punto di partenza è la piazza di Montevecchio, in cui si trovano il bar Gennas, le Poste, la farmacia, la caserma dei Carabinieri e un’aiuola con un rubinetto (1). Procedete in direzione sud-ovest verso Ingurtosu e Piscinas ma, dopo pochi metri, appena arrivati alla curva a destra della strada asfaltata, entrate nello spiazzo sterrato a sinistra. Proseguite nella sterrata, parallela e più alta rispetto alla strada principale che avete appena lasciato, e percorsi 700 m girate a sinistra in una mulattiera in salita, presso la quale si trova un cartello che indica che la strada è senza uscita. In realtà l’uscita c’è, ma su sentiero (2). Dopo un primo tornante a sinistra fate il successivo a destra e superate una sbarra con un cartello di divieto d’accesso. State sempre sulla mulattiera principale e al km

100%

ciclabilità in discesa

Si - No e-bike

400

1 1

2 6

300

IGM 1:50.000 foglio 546 Guspini

cartografia

ÙÙÙ

impegno fisico

200

3 5

100

4

metri

0 0 km

44

5

10

15

20

25

30


Funtanatza

Campu Sali - GĂšturu de FrĂšmini

Monti Arcuentu Bruncu Mola

Punta Pubusinu

Punta Pisotu Casa Sparedda 5

Crocorigas 6

Montevecchio

1

Bacini Donegani e Zerbino 2

Piscinas

Tuvu Mannu

4

Punta Perdarba (Perdalba in IGM)

3

Rio Irvi Ingurtosu Pitzinurri

45


01 Sud-ovest > Guspinese  Montevecchio. Piscinas

A Guspini, Montevecchio e Piscinas

rifugi Alla partenza e all’arrivo

fonti d’acqua località attraversate

1 Montevecchio (370 m) 2 Bacini Donegani e Zerbino (300 m) 3 Rio Irvi (150 m) 4 Piscinas (10 m) 5 Casa Sparedda (80 m) 6 Crocorigas (300 m)

46

1,9 procedete dritti in discesa, tralasciando una traversa sulla sinistra e dopo 200 m fate il tornante a sinistra in discesa e poi il successivo tornante a destra seguendo sempre la mulattiera principale. Al km 3,3 procedete dritti in discesa tralasciando una deviazione sulla destra e pochi metri dopo l’incrocio arrivate a una casetta che dispone di una veranda coperta utile in caso di pioggia. Dopo 300 m continuate dritti tralasciando una deviazione a destra e dopo 100 m girate nel sentiero in discesa a sinistra. Al km 4,5, dopo aver superato 3 tubi di ferro che scendono fino alla diga, procedete dritti in piano, tralasciando una salita a destra e, al km 4,9 arrivate a una mulattiera e proseguite nella stessa direzione (sud-ovest). Dopo 400 m, raggiunta una discarica di terra estratta dalle galleria, girate a sinistra mirando agli edifici in rovina davanti a voi, passate in mezzo agli edifici e, al bivio fra due sentieri, prendete il sentiero a sinistra. Al km 6,1, in cima alla salita, girate a destra in discesa, tralasciando la traversa a sinistra in salita e dopo 400 m finisce il sentiero, inizia la mulattiera e, quando intercettate un’altra mulattiera subito dopo un guado, girate a sinistra. Arrivati allo sterrato girate a sinistra in discesa e percorrete questa strada fino al km 7,5, quando arrivate a uno stabilimento e, subito prima del ponte, girate nella mulattiera a destra (3). Costeggiate il Rio Irvi, caratteristico per l’acqua rossa derivante dai giacimenti minerari che attraversa a monte. Al km 13,4 la mulattiera finisce su uno sterrato e bisogna girare a sinistra per arrivare alla spiaggia di Piscinas. Dopo 700 m intercettate una sterrata ancora più larga, continuate dritti tra-

Dopo il riposo al sole, si riparte lasciandosi alle spalle la spiaggia e le dune di Piscinas (© www.mtbsardinia.com)


lasciando il proseguimento della larga sterrata verso destra. La sterrata sale e, pochi metri dopo il valico, al km 14,8, un bivio a destra dà accesso a una mulattiera in ripida salita che vi conduce a una vedetta, dalla quale potete cominciare ad ammirare lo splendido scenario di Piscinas. Al km 15,9 girate a destra per la spiaggia (4), mentre girando a sinistra arrivereste in poco tempo al camping Sciopadroxiu citato tra i Rifugi. Al km 17,3 siete alla spiaggia e da questo momento inizia il percorso del ritorno, lungo la stessa strada per tutto il tratto sterrato. Al km 20,6 ricordatevi di entrare dritti nella mulattiera, tralasciando lo sterrato molto largo che guada e sale questa volta alla vostra sinistra. Al km 21,3, anziché girare a destra entrando nella mulattiera dalla quale siete arrivati, proseguite nello sterrato a sinistra in mezzo al banco di sabbia. Lo sterrato si restringe progressivamente fino a diventare mulattiera, sempre costeggiando il letto del Rio Piscinas, molto più largo del Rio Irvi. Al km 25,8 siete al bivio che vi conduce alla Casa Sparedda, citata nei Rifugi, cui si accede da un viottolo a sinistra. La prima stanza è in rovina ma la seconda, 

con l’ingresso seminascosto tra i rovi, ha ancora il tetto (5). Dopo una breve rampa in salita, molto ripida, la strada migliora progressivamente fino a diventare sterrata (6), anche se la pendenza è notevole per guadagnare i quasi 300 m di dislivello fino a Montevecchio. Al km 26,7 proseguite dritti tralasciando una deviazione a sinistra e dopo 300 m ancora dritti ignorando una deviazione a destra in discesa. Dopo altri 300 m ancora dritti, tralasciando deviazioni a destra, così come dovete procedere dritti al km 28,4. In meno di 3 km sarete nuovamente a Montevecchio. Note - È sconsigliato bere nei numerosi guadi lungo il percorso, meno che mai in quelli del Rio Irvi. - Rifugi occasionali possono essere la casetta al km 3,3, che dispone di una veranda coperta utile in caso di pioggia e la Casa Sparedda, una stanza in cattive condizioni che comunque ha il tetto e il caminetto.

Qualche tratto lo si può percorrere sulla vecchia linea ferroviaria che portava il minerale dalle miniere a monte all’imbarco di Piscinas (© www.mtbsardinia.com)

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